Corso K-21 , Sensei: Kiba Inuzuka

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~Daniele
view post Posted on 22/2/2012, 18:04




R e g o l a m e n t o ~ L e g g e r e A t t e n t a m e n t e

Benvenuti al corso K-21


[ Corso Aperto: Chiuse le Iscrizioni]



Sono ~Daniele e durante questo periodo sarò il vostro sensei nel corso S-12, aperto ufficialmente sotto la guida del PNG Kiba Inuzuka. Bene, adesso andiamo a vedere cosa ci si aspetta da uno studente.
Innanzitutto spiego l'essenza del gioco di ruolo per i novizi: in un post voi descrivete le azioni che il vostro personaggio compie e tramite l'utilizzo delle parole saprete descriverne pensieri, parole e gesta.
Caratteristica fondamentale è una buona scrittura in lingua italiana. Non transigo su errori quali scarsa attenzione alla punteggiatura, forma scabra ed "orrori" grammaticali. Anche perché non faccio l'insegnante di Italiano e non mi va di correggere questo genere di cose; a questo proposito utilizzate Word, vi darà una mano ad evitare le "sviste". E' assolutamente vietato l'uso di emoticon, se volete descrivere un'espressione fatelo con le parole, il veicolo per eccellenza delle vostre idee. Allo stesso modo evitate tassativamente abbreviazioni da SMS. Fondamentale sarebbe anche che, alla fine del corso, voi siate in grado di possedere una profonda immedesimazione nel vostro pg in modo da plasmare una personalità lineare e coerente.


Regole Principali:



- Chi non l’ha fatto deve obbligatoriamente leggere il Regolamento generale del Gdr.

- Lo stile narrativo può essere in prima persona o in terza, al passato o al presente, a vostra discrezione, l'importante è che non cambiate forma dopo averne scelta una; la norma prevede l'inserimento, in ogni post, di una legenda in quote o in spoiler che indichi la suddivisione del vostro Narrato-Pensato-Parlato. Sono concessi ovviamente l’uso dei colori, del grassetto, corsivo ecc.
Vi riporto un esempio:

CITAZIONE

Narrato

- Parlato -

/ Pensato /


- Il post deve essere lungo secondo un numero minimo di righe che vi dirò io, volta per volta, e dovrà contenere non solo parte narrativa, ma anche riflessiva e descrittiva. Prestate bene attenzione a leggere i post precedenti ai vostri per evitare che vi contraddiciate a vicenda. Per uniformare il metro di giudizio, visto che non tutti utilizziamo la stessa risoluzione video, useremo il classico foglio di Word in cui verranno considerate le righe complete ( da bordo a bordo ), con Font "Times New Roman", dimensione 12 e carattere normale ( per intendersì nè corsivo e nè grassetto ). Ricordate, però, che più scriverete e più avrete Ryo ed Exp alla fine del corso.

- Non ci sono turni, tenete solo presente che non dovrete scrivere più di un post dopo il mio.

- Si deve postare entro 4 Giorni Solari (per intenderci fino alle 23:59 del quinto), salvo diversa indicazione. Si dispongono di 2 proroghe per Utente pari a 2 giorni Bonus cadauna. Se si supera il tempo senza avvisarmi, via Mp, si verrà automaticamente bocciati. Proroghe Extra saranno concesse solamente in rare occasioni e dovranno essere ben motivate.

- E’ assolutamente vietato l’insulto agli utenti o l’utilizzo di parolacce in maniera inappropriata.

- E’ assolutamente vietato editare i vostri post senza chiedermi prima il permesso via Mp, e dopo aver fatto ciò sarete obbligati a lasciare una motivazione.

- E’ assolutamente vietato lasciare singolarmente Spoiler/commenti/critiche/consigli ecc. nel topic: per chiedere info e chiarimenti, ricevere un aiuto o semplicemente per mettervi d'accordo utilizzate gli Mp oppure Msn.


- L’energia Gialla si riceve solo ed esclusivamente quando lo dico io, se vi riterrò degni di averla. Non si acquisisce appena si entra in accademia.

- La descrizione delle tecniche che userete dovranno essere inserite in QUOTE od in SPOILER; mentre i consumi di chakra dovranno essere sottratti dalla propria riserva. Si ipotizza un recupero di chakra di un Basso (10) per ogni ora di inattività, ma sarò comunque io ad indicarvelo. Alla fine di ogni post, a partire dal primo, dovrete inserire una Tabella/Status che riporti le informazioni generali del vostro Pg. Vi cito un esempio:

CITAZIONE
~Status

Grado: Studente
Energia: Bianca
Chakra: 50/50
Condizione Mentale: Pronto
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:-
Recuperi:-
Slot 0/1:-
Techiche 0/1:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Shuriken 2/2
Kunai 3/3
Flash 1/1
Tatami 1/1
Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1


†Edit:-

- Non siate autoconclusivi: ognuno può far muovere, pensare e parlare solamente il proprio Pg.

- Non fate gli invincibili/supereroi perché siete solamente studenti.

- Quando terminate un capitolo del vostro post, usate dei puntini di sospensione tra parentesi quadre per separarlo dal nuovo. Esso potrà coincidere con la fine di un giorno, oppure con un cambio di luogo ecc.

[...]

- Le citazioni del parlato di altri utenti non servono ad aumentare le righe del post e vi "consiglio" di non inserirle, rielaboratele durante la narrazione oppure tramite il pensato o il parlato del vostro Pg.


Regole Personali:



- Il mio giudizio sarà abbastanza severo e benchè a volte le mie parole possano sembrare dure, non sono tali perché ce l’ho con voi, ma perché cerco di essere sincero per farvi migliorare.

- Ad ogni turno farò un mio indice di gradimento personale che lo potrete vedere a seguito dei vari giudizi, in base al quale potrò regolarmi per dare Ryo ed Exp alla fine del corso. Quindi cercate di postare bene per essere sempre ai vertici perché risultare troppe volte ultimi potrebbe segnare la vostra bocciatura. I colori con cui scriverò i nomi dei personaggi rappresenteranno lo stato del giudizio [ Nome ( verso la promozione ), Nome ( circa sufficiente ), Nome ( verso la bocciatura ) ].
Alla fine di ogni vostra valutazione, vi riporterò alcuni errori ( in rosso ) oppure vi scriverò la forma giusta che avreste dovuto utilizzare ( in giallo ).

- Non contattatemi per sollecitare l'avanzamento del corso, dopo ogni giudizio sarò io a dire, approssimativamente, entro quando posterò.

- Posso bocciare benissimo in qualunque momento; soprattutto se non vengono rispettate le regole o se non si è raggiunto un livello tale da poter ricoprire la carica di Genin. Quindi impegnatevi e cercate di rispettare tutte le consegne.

- Il primo a postare sarò, in modo da mostrare concretamente come si scrive correttamente una ruolata, tanto nella forma quanto nel contenuto. Inoltre, con la mia introduzione, si va ad "ufficializzare" l'inizio della sessione.

-Il corso può essere definito "Internazionale" in quanto studenti di altri Villaggi Ninja potranno accedervi e parteciparvi. Agli studenti stranieri sarà richiesto, nel loro post, di motivare tale opportunità fornitagli (per questo aspetto mi rivolgerò via MP ai diretti interessati per decidere una motivazione coerente e realistica con il GDR

- A causa della scarsa presenza di studenti, il corso partirà a mia discrezione, quando avremo raggiunto un numero di studenti accettabile, in tempo altrettanto normale. Se invece l'attesa di altri compagni sarà prolungata, procederò a far proseguire il corso anche con uno o due studenti. Le iscrizioni sono aperte, potete postare direttamente, non appena lo avrete fatto aggiungerò il vostro nome alla lista degli esaminandi. Come ho già detto cercate di scrivere bene e senza commettere troppi errori, descrivendo non solo le azioni, ma anche gli stati d’animo e l'ambiente circostante.



Sensei:

Kiba Inuzuka @

Esaminandi Konoha:

Rey Uchiha @ (Testing)
Exo Uchiha @ (Testing)

Esaminandi Suna:
-

Esaminandi Kiri:
Saanbo Hozuki @ (Testing)

Esaminandi Oto:
-



Edited by ~Daniele - 4/4/2012, 14:50
 
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~Daniele
view post Posted on 26/2/2012, 21:55




Narrato
Pensato Kiba
Parlato Kiba
Altri PG
Parlato Akihiro
Pensato Akihiro


Kiba era sdraiato sul tetto di uno degli alti palazzi di Konoha.
Il sole carezzava il suo viso sormontato da una scura chioma, e segnato da strani segni rossi, simboli tribali di quelle antiche popolazioni guerriere dedite alla caccia e ferventi nel culto della lotta. Il giovane Chuunin, forte di una discreta esperienza nel mondo dei Ninja, vestiva una speciale tuta scura, tanto resistente quanto elastica, permettendo al giovane selvaggio di muoversi come desiderava, non limitandogli i movimenti durante l'esecuzione del suo Taijustu, una danza spettacolare e mortifera. La giacca sgualcita dal troppo dimenarsi del ragazzo era appesa ad una roccia sporgente che emergeva dal solido muro, lasciando il ragazzo coperto solamente di una leggera maglia a rete, spesso utilizzata dagli shinobi della Foglia.
Il ragazzo apparteneva al clan degli Inuzuka. L'aspetto "animalesco", l'eccentricità e anche un comportamento incline all'aggressività e all'ira erano caratteristiche peculiari dei membri di quella famiglia. Ma il tratto distintivo di quegli individui era l'assoluta affinità ed empatia con il mondo animale, soprattutto con i Cani Ninja, con i quali avevano stretto più che un Contratto per l'Evocazione, ma una e vera e propria alleanza, integrando le due specie quasi in una nuova, ibrida.
Era impossibile incontrare il ragazzo da solo: accanto a lui era sempre possibile trovare il suo compagno Akamaru, un cane dalle dimensioni ingenti, tanto da poter portare in groppa il suo padrone con semplicità.
Mentre il giovane si godeva quel raro momento di pace, il suo fedele amico giocava rincorrendo farfalle ed insetti, saltando qua e là cercando di acciuffarli con le zampe. Lo spettacolo che si presentava era tanto divertente quanto buffo, essendo Akamaru troppo grande per quel gioco che tanto adorava fare quando era solo un cucciolo, ed amava riposare sulla testa di un più giovane Kiba, ancora Genin ed inesperto nelle arti ninja. Al ragazzo tornarono in mente i giorni dell'Accademia e del suo periodo come Genin, delle sue prime missioni e del suo primo esame per la promozione a Chuunin, del brivido provato affrontando la morte armato solo delle sue zanne, e di quelle di Akamaru naturalmente.
Quell'idillio duro ancora qualche minuto: il vento spirava fra le pieghe dei vestiti di Kiba risalendo fino ad arruffare i suoi capelli, fino a quando Akamaru smise di giocare silenziosamente ed abbaiò con fare minaccioso contro un grosso falco che portava, legato ad una zampa, una pergamena di piccole dimensioni.
Il Chuunin aprì gli occhi e, sedutosi, distese il braccio, permettendo al rapace di atterrare morbidamente sul suo arto. Sfilò la pergamena dal robusto spago che lo legava alla zampa e aprì il rotolo. Akamaru, intanto, si era avvicinato incuriosito dall'animale. La missiva incaricava il ragazzo a scortare un giovane studente di Konoha presso l'isola di Nagi, appartenente al Paese del Thè, dove avrebbe incontrato un secondo studente, proveniente da Kiri, ed il suo personale accompagnatore. I due avrebbero dovuto insegnare ai novizi le basi, l'essenza dell'arte ninja. In una postilla, si pregava il giovane alla massima collaborazione con lo straniero in quanto i due Paesi si stavano impegnando, attraverso esperienze simili, a rafforzarne i rapporti diplomatici.

Hai sentito Akamaru?! Dobbiamo andare fino al Paese del Thè, solamente per torturare un bambino con il moccio al naso che vuole diventare un ninja e laccare il culo a quelli della Pioggia.. puah

Il ragazzo terminò la sua elucubrazione sputando in terra, a pochi centimetri dai propri piedi. L'appuntamento era già stato fissato: fra 4 giorni i 4 shinobi avrebbero dovuto incontrarsi presso un grosso casolare alle 8 in punto. Essendo necessari 3 giorni di viaggio per raggiungere il luogo, il ragazzo sarebbe dovuto partire l'indomani all'alba.
Estratta una esile penna dalla sacca posta all'altezza della vita, confermò al Consiglio della Foglia la sua positiva risposta all'incarico affidatogli e successivamente, strappando un pezzo di carta dalla stessa pergamena del messaggio, invio allo studente un messaggio con scritto l'ora ed il luogo dell'appuntamento: Porta Est di Konoha alle 6.00.
Terminati tutti queste faccende burocratiche, facendo cenno ad Akamaru di seguirlo, ed insieme, saltando di tetto in tetto, i due si recarono al quartiere ove vivevano gli Inuzuka, e rincasando, il giovane controllò il suo equipaggiamento, notando se gli servisse dell'attrezzatura per il viaggio: nonostante imprevisti non fossero contemplati, il giovane aveva imparato ad essere previdente e pronto ad ogni imprevisto. Che fosse morto il moccioso poco gliene sarebbe importato, solamente qualche scartoffia in più. Nessuno avrebbe ferito Akamaru.

La notte passò in fretta, concedendo al ragazzo rinnovate energie: agli Inuzuka bastavano poche ore per rigenerare le proprie forze completamente, era una caratteristica particolare della loro specie e trasmessa di generazione in generazione.
Il sole ancora non era sorto quando il giovane uscì di casa, con i suoi consueti abiti ed equipaggiato con tutte le armi a disposizioni del suo inventario, si diresse verso il luogo dell'appuntamento.
Lì avrebbe incontrato il giovane ragazzo, e dopo una presentazione informale, limitata al proprio nome, si sarebbero incamminati verso Sud- Est , alla volta della costa, dove avrebbero trovato un nocchiere che li avrebbe traghettati presso l'isola di Nagi. Essendo il ragazzo ancora estraneo all'attività dei ninja, la velocità con cui dovevano muoversi era limitata, e ciò logorava profondamente l'animo del Chuunin, avvezzo ad alte velocità. Per di più, con l'infittirsi della foresta, correre e dimenarsi fra le radici risultava alquanto scomodo, ed era impensabile saltare di ramo in ramo, il moccioso non ne sarebbe stato in grado. Snervato dalla situazione sbottò:

Sali su Akamaru, ti porterà lui. Proseguendo a questa velocità non arriveremo mai in tempo

Una volta che lo studente avesse eseguito l'ordine impostogli, Kiba saltò agilmente contro un tronco, e facendo leva sulle gambe, eseguì un salto mortale all'indietro, raggiungendo un alto ramo e proseguendo il viaggio saltando di albero in albero, con il suo fedele compagno alle spalle. [...]


Nebbia.
Una spessa coltre copriva il Kirigakure, rendendo l'aria pesante da respirare. Questo avrebbe pensato uno straniero e non di certo Akihiro Hinaji. Lui amava quel particolare clima, i suoi occhi si erano abituati a fendere quello spesso strato, il suo apparato respiratorio, come quello di ogni suo compatriota, era capace di catturare tutte le molecole di ossigeno da quell'aria così densa di goccioline d'acqua, soddisfacendo appieno la domanda del proprio organismo, in modo da attivare tutta quella serie di processi biochimici caratterizzanti la specie umana.
Il Chuunin della Nebbia stava compulsivamente modellando un pezzo di legno, intagliando e spianando l'irregolare corteccia con la lama del suo affilatissimo kunai. Il giovane era solito passare del tempo in questo modo, non perchè fosse un amante di sculture lignee, ma per sentire fra le sue mani il freddo e mortifero metallo, suo unico compagno. Il ragazzo non aveva amici, non ne aveva mai sentito il bisogno. Era un lupo solitario, lui. Permetteva ad altri di avvicinarsi a lui solamente ai fini di una mera collaborazione, quando la preda, o nel suo caso una missione, necessitasse di più pedine per essere completata con successo.
All'esterno dello squallido appartamento del giovane, due uomini di età avanzata, scortati da due guardie ANBU, si stavano avvicinando all'uscio in quanto avevano da comunicare un messaggio ufficiale al giovane shinobi. Un misto di paura e indecisione traspariva dai due, ancora incerti sul da farsi.

Non possiamo mandare lui.. è.. incompatibile con l'oggetto dell'incarico

Il Mizukage ha indicato lui, chi siamo noi per dubitare? Riferiamo quanto ci ha detto e che si fotta!

Si.. ma..

L'uomo più pavido non poté controbattere che l'altro, forse forte di un coraggio dovuto dalla protezione dei due shinobi mascherati, e che aveva solamente voglia di rincasare dalla propria famiglia, bussò rumorosamente contro la porta.
Dopo qualche istante di tensione, l'uscio venne spalancato, provocando un rumore sinistro ed inquietante.
Il ragazzo da chioma bionda si affacciò, in silenzio, senza porgere i dovuti omaggi ai due superiori. Quest'ultimi, non aspettandosi alcuna forma di rispetto, presero coraggio e consegnarono la missiva nelle sue mani, attendendo che la leggesse e preparandosi alla peggiore delle reazioni.

Fanculo voi, il Mizukage e tutta questa faccenda, voi volete che io dia la mano ad un piccolo moccioso incompetente e gli insegni ad essere un ninja? A centinaia di chilometri dal villaggio. Fottetevi..

D'istinto un ANBU estrasse un kunai ad una velocità tale che il movimento risultò invisibile ad un occhio non allenato, e lo puntò contro la gola del Chuunin, mentre l'altro, con una katana in mano, si frappose fra il giovane e i due Consiglieri.

Modera il linguaggio, ragazzino ed accetta ciò che ti viene commissionato

Una voce grave e profonda, proveniente dall'ANBU più vicino ad Akihiro, pronunciò queste parole in maniera pacata. Ancora una volta un silenzio carico di tensione si interpose fra le 5 figure. Ancora una volta fu il più giovane a prendere la parola.

Feccia, non osare mai più puntare un'arma contro di me. Si, sarò ancora il cane del Mizukage, ma questa storia finirà presto..

Poi si voltò, sbattendo la porta in faccia ai 4 intrusi. Strinse la pergamena fra le mani, accartocciando e raggrinzendo la carta, dino a quando, in un momento d'ira, la scagliò con violenza contro la finestra, riducendola in frantumi, a causa dell'impatto.
Nel messaggio era scritto anche il luogo dell'appuntamento, porta Sud del Villaggio, alle 6.00.

Il giorno dopo, Akihiro, dopo aver raccolto il suo equipaggiamento, si recò puntuale al luogo dell'incontro con lo studente. L'incontro si sarebbe consumato in silenzio, almeno da parte sua. Avrebbe dovuto resistere fino alla costa: una volta in mare, sarebbero usciti dalla giurisdizione del Paese dell'Acqua e se il ragazzino lo avesse infastidito, lo avrebbe massacrato.
Gli avrebbe fatto cenno di seguirlo, e di corsa, nelle paludi e nei territori ricchi di corsi e specchi d'acqua, gli sarebbe stato sempre avanti, correndo anche ad una velocità superiore a quella raggiungibile dallo studente, in modo da stremarlo e da evitare qualsiasi tipo di contatto. CI avrebbero messo una giornata a raggiungere la costa, da là, con una barca, avrebbero navigato fino all'isola maggiore a Nord dell'isola. Là gli avrebbe ordinato di nuotare fino all'isola di Nagi, in modo da sfiancarlo immediatamente e concludere quest'esperienza il prima possibile.



Incarichi Post
Scadenza: 01/03/2012 23.59
Dopo aver letto attentamente il regolamento, potete postare direttamente voi.
Voglio, come post d'introduzione, minimo 30righe piene di word, formato 12, bordo a bordo, descrivendo la comunica della vostra iscrizione, naturalmente riallacciandovi a ciò che ho scritto nel mio post. (Trash, il messaggio con l'appuntamento ti arriverà attraverso postino/falco ecc, quello che vuoi, a nome di Akihiro, anche se non l'ha scritta realmente lui)
Nel vostro post voglio trovare descrizioni di ambienti, azioni e stati d'animo, nonché voglio vedere trasparire dalle vostre parole la personalità unica e caratterizzante del vostro PG.
Non dimenticatevi la legenda all'inizio del post, e la scheda quote alla fine.
Vi consiglio di puntare all'Energia Gialla, come primo obiettivo, perchè con essa riuscirete meglio nel corso e nella parte pratica.

Vi ricordo un paio di regole: 1)Rispettare la lunghezza minima. Ho citato word perchè abbiamo bisogno di un sistema di misura comune (su word ci sta lo strumento conteggio parole, che vi riepiloga la lunghezza del post ecc)
2)Correttezza della lingua. Si scrive in italiano, senza abbreviazioni ecc, e evitiamo errori di ortografia, di sintassi ecc (per l'ortografia usate sempre word, il correttore automatico dell'ortografia vi farà presente eventuali errori)
3)Coerenza. i vostri post devono essere coerenti con il mio. (esempio: nel vostro post scrivete che vi recate al luogo dell'appuntamento da soli quando io ho scritto che vi accompagna il rispettivo sensei)
4)Autoconclusività. Azioni che prevedono una reazione da parte di un altro PG non possono essere trattate con l'indicativo (moto della certezza), ma con il condizionale (che esprime una possibilità). Nel mio post ci sono esempi del genere, mentre a volte mi sono riservato il diritto di usare l'indicativo "costringendo" il vostro PG a fare determinate azioni in quanto, essendo il Master della ruolata, devo gestirne il proseguimento, attraverso una serie di azioni necessarie.

ps: per quanto riguarda l'appuntamento, spero sia stato chiaro con le varie tempistiche. Le coppie partono il giorno dopo la lettura del messaggio. Da Konoha sono tre giorni di viaggio (due sulla terraferma e uno in mare), da Kiri sono due giorni (uno sulla terraferma, uno in mare). Se i miei calcoli non sono errati, arriverete entrambi il giorno stesso dell'inizio dell'Accademia, la mattina alle 8.

Se ci sono dubbi, vi prego di non scrivere in questo topic ma di mandarmi un mp se necessario, oppure di scrivere in Supporto GDR, aprirò una sezione in merito.
(Chiedo scusa per il post, ma è, in un certo qual modo, dovuto alla fretta. Battuta a parte, penso nel Regolamento ci sia scritto di non mandare Mp per velocizzare il Sensei a postare, e non voglio stare qui degli impegni della Real ecc.. Il tempo è limitato per ognuno, e questo è uno svago, un divertimento e per me è un piacere ruolare, ma con la scuola e l'approssimarsi della maturità (si sono di esami quest'anno) lo studio e la real verranno prime, naturalmente. Con un ritmo di 4 giorni per ogni turno di postaggio, e soprattutto con un vostro impegno nella qualità dei post, possiamo concludere l'Accademia abbastanza velocemente.
 
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dad99
view post Posted on 28/2/2012, 17:03





CITAZIONE
pensato
parlato
narrato

LA LETTERA





Erano le 9:00 dei mattina, io ero nel mio letto, ero ancora immerso in sonni profondi.. D' un tratto mi svegliai, con la fronte grondante di sudore, il respiro affannoso ed il cuore che batteva a mille: mi ero appena risvegliato da un incubo! Avevo visto mio padre, più precisamente la morte di mio padre, il momento in cui il suo cuore cessò di battere! Era stato terribile vederlo lì, senza vita, sanguinante! ma la cosa più terribile era stata la risata dello shinobi che lo aveva ammazzato: era malefica, intrisa di malvagità!!!
Mi alzai dal comodo letto e mi diressi in bagno per sciacquarmi la faccia. Dopo essermi lavato ed essermi ripreso dal brutto sogno mi sedetti sul bordo del mio letto,appena mi fui seduto iniziare a pensare: il mio primo pensiero andò alla richiesta per andare in accademia e diventare Genin, avevo inviato la lettera con la richiesta di ammissione una settimana prima e non avevo ancora ricevuto nessuna risposta; cominciavo a preoccuparmi che non l' avessero neanche considerata! Volevo diventare un ninja per diventare forte ed imparare le tecniche più forti del villaggio, inoltre volevo sviluppare l' abilità innata che mio padre, quando era ancora in vita, aveva tentato di risvegliare: lo Sharingan! tutto questo per un solo obbiettivo: trovare ed uccidere il b******o che aveva troncato per sempre la vita del mio babbo!
Mi alzai dal letto e guardai l' orologio: le 9:30.Iniziava così un’ altra lunga e noiosa giornata. La mia casa era abbastanza grande, era composta principalmente da tre stanze: la mia camera da letto, la cucina e il bagno. .Il pavimento era di parquet molto chiaro, mentre i muri erano pitturati di bianco e sopra vi erano pitturati degli ideogrammi; era arredata solo con i mobili essenziali dato che mi serviva solo da riparo e ristoro. Sul retro vi era un piccolissimo giardino dove mi allenavo.Si trovava nei pressi dell’ accademia di konoha.
Mi diressi in cucina e mi cucinai una deliziosa colazione, iniziai così a mangiare quando sentii dei fastidiosi rumori provenire dalla finestra alle mie spalle, così mi girai e capii da dove proveniva quel suono: uno stupido uccellaccio stava picchiettando con il becco sul vetro della finestra!
Così irritato mi avviai verso la finestra per far scappare quel dannato volatile quando notai che alla zampa aveva legata una piccola pergamena, così la slegai e poi lo lasciai libero: era una lettera!
Mi era stata inviata da un certo Kiba Inuzuka e diceva che mi sarei dovuto far trovar pronto il giorno dopo, alle ore 6:00 davanti alla porta Est; dopodiché saremo partiti per andare sull’ isola di Nagi, lì avei svolto il mio allenamento per diventare finalmente un Genin!
Dopo aver letto con cura la lettera inviatami dallo shinobi il mio primo pensiero fu:

Ecco! Ora per seguire l’ allenamento devo anche recarmi su un’ isola sperduta in mezzo al mare in compagnia di un perfetto sconosciuto! Che sfiga! Non ho proprio voglia di affrontare un viaggio!

[…]

L’ INCONTRO CON KIBA ED IL VIAGGIO

Ero sveglio, erano le 5.00 di mattina e già io ero sveglio! Non riuscivo a dormire: il pensiero di dover partire per andare ad affrontare il corso mi agitava e allo stesso tempo mi spaventava, ero pieno di dubbi!! Dovevo prepararmi al meglio se volevo avere qualche possibilità di essere promosso, infatti avevo sentito dire da alcuni genin del villaggio che il corso era molto duro e faticoso e che molti erano stati bocciati, questo mi preoccupava!
Inoltre, nella lettera che avevo ricevuto il giorno prima, c’ era scritto che là sull’ isola avrei incontrato un’ altro ragazzo di Kiri, chi era? Sarei stato capace di essere al suo livello, o sarei stato lasciato indietro dal sensei perché considerato inferiore? Le domande mi tormentavano, cercavo di immaginarmi il corso, ma ogni volta che ci provavo non riuscivo mai neanche ad immaginare gli esercizi che il sensei mi avrebbe fatto svolgere, speravo solo di essere alla portata delle sue aspettative e di non deluderlo!
Finito di tormentarmi con domande di cui non conoscevo la risposta mi alzai, accesi una candela dato che il sole non era sorto ancora, e mi avviai in cucina per prepararmi una colazione energetica. Finito di consumare il pasto mi vestii con il mio solito abbigliamento e poi uscii nel piccolo giardino nel retro di casa: dovevo allenarmi!
Il giardino era completamente dedicato al mio allenamento: c’ erano piccoli bersagli per allenarsi nel lancio dei Kunai e degli Shuriken, inoltre c’ erano anche due manichini con cui mi allenavo nelle tecniche di taijutsu e di ninjutsu!
Iniziai con lo stretching, scaldai i muscoli di gambe e braccia in modo di non correre il rischio di farmi male durante l’ allenamento. Finita la fase preliminare iniziai a perfezionare il lancio dei Kunai: avevo costruito un bersaglio che ora si trovava appeso al muro di fronte a me.
Era stato costruito interamente in legno, aveva la forma di uno Shuriken gigante colorato con diverse tonalità del nero fino ad arrivare al centro esatto del bersaglio che era di color bianco: quello era il mio obbiettivo! Estrassi il primo Kunai dalla sacca porta armi appesa alla mia coscia destra ed iniziai concentrarmi, nella mia mente vedevo il centro… passarono pochi secondi ed io scagliai il primo Kunai, questo in pochi istanti arrivo a destinazione: avevo fatto centro preciso!
Dopo quel centro continuai l’ allenamento fino verso le 5.30, dopo l’ allenamento basato a perfezionare la mia precisione nei lanci mi ero allenato sulle poche tecniche da me conosciute fino ad allora, le avevo utilizzate sui due poveri manichini che ora giacevano a terra squarciati, forse mi ero lasciato andare un po’ troppo!
Rientrai in casa madido di sudore e mi feci una bella doccia rinfrescante. Dopo diversi minuti uscii dal bagno e mi vestii: indossai prima i lunghi pantaloni neri, dopo calzai i comodi stivali dello stesso colore dei calzoni, infine mi coprii il busto con una canottiera, anch’ essa nera.
Dopo essermi vestito raccolsi le poche armi cha avevo a disposizione e uscii dalla mia abitazione: stavo andando via di casa per diventare un ninja!
Uscito di casa iniziai a passeggiare allegramente per il paese, c’ era una leggera brezza mattutina che soffiava sul volto e scompigliava i biondi capelli. Ogni tanto salutavo qualcuno, ma era una cosa molto rara poiché mi ero trasferito da poco in questo villaggio e di conseguenza conoscevo ben poche persone.
Dopo circa cinque minuti di strada incominciai a vedere da lontano la porta Est, così iniziai a correre e quando mi trovai a distanza di pochi metri spiccai un salto andando ad atterrare proprio davanti a quello che doveva essere la mia scorta! Dopo essermi rialzato esclamai:

Buongiorno! Tu devi essere Kiba! Piacere di conoscerti, io sono Rey Uchina!!

Era vestito di quasi completamente di nero, non era tanto più grande di me, forse solo uno o due anni! Aveva una particolarità: sulla faccia aveva dipinti due segni rossi che partivano da sotto gli occhi e si sviluppavano a forma di triangolo; inoltre notai che era accompagnato da un grosso cane di color bianco che in seguito appresi chiamarsi Akamaru. I due sembravano due tipi simpatici!
Dopo aver fatto le presentazioni ci avviammo verso la foresta….già da subito potei notare l’ incredibile velocità del chuunin che saltava di ramo in ramo percorrendo anche grandi distanze con un singolo salto! Io non riuscivo a stragli dietro, infatti dopo poco si fermo e mi disse di salire in groppa ad Akamaru, così avremmo fatto più veloce! Io non me lo feci ripetere due volte e subito saltai in groppa al cagnolone che però non sembrava molto contento di dover trasportare del peso in più!
La foresta era molto fitta, il modo ideale di attraversarla era saltando di ramo in ramo, lì, dalla cima degli alberi, si vedeva tutta la foresta che, prima di arrivare al mare sembrava infinita…inoltre era impossibile camminare perché era pieno di arbusti e piante spinose che graffiavano la pelle..
Continuammo a saltare di ramo in ramo per molte ore, dopo molto tempo Kiba si fermò e ordino al suo fidato compagno Akamaru di fare lo stesso, io scesi dalla sua comoda groppa e mi misi imparte a quello che sarebbe stato il mio sensei, ci saremmo fermati per mangiare. Scendemmo dall’ albero dove ci eravamo stoppati e ci sedemmo per terra, io mi aspettavo che Kiba tirasse fuori dal nulla il cibo, invece appresi la brutta notizia che se volevo mangiare dovevo procurarmi il cibo da solo!

Che sfiga, non potevano assegnarmi un sensei un po’ più simpatico!!

Subito provai ad arrampicarmi sul primo albero che vidi, presi la rincorsa e poi spiccai un piccolo salto andando ad afferrare il ramo più basso, dopodiché provai ad issarmi con la sola forza delle braccia, ma, per mia sfortuna caddi picchiando il deretano a terra e facendo scoppiare Kiba
in una forte risata! Io subito mi rialzai e gli urlai:

Ridi? Bene, ora ti faccio vedere io!

Subito rifeci le mosse eseguite poco fa e questa volta riuscii ad arrampicarmi sul primo ramo!
Dopo diversi minuti arrivai finalmente a metà dell’ albero, livido e stanco; da lì sopra si vedeva una vasta zona del bosco e: dopo aver osservato bene scorsi un piccolo spiazzo dove c’ era qualche cespuglio pieno di bacche!

Bene! Ora so dove andare per procurarmi il cibo, farò vedere a Kiba che non sono un buono a nulla!

Scesi dall’ albero e camminando, ero impossibilitato a correre per via degli arbusti spinosi, mi diressi al luogo che avevo avvistato…giunsi al luogo dove si trovavano i cespugli e strappai una grande foglia che venne presto riempita dalle bacche. Quando ne ebbi prese a sufficienza tornai al luogo dove ci eravamo fermati e le appoggiai a terra, davanti a lui, poi chiesi:

Vanno bene?


La risposta fu positiva e noi iniziammo a mangiare…
Appena finito di mangiare riprendemmo subito la nostra attraversata della foresta che sarebbe continuata fino a sera…
Giunse la sera, ci fermammo ancora a cenare e dovetti fare la stessa cosa del pranzo, che palle! Dopo esserci riempiti per bene la pancia mi venne detto che avremmo dormito sugli alberi perché era più sicuro e, secondo Kiba, più comodo…

Ci credo che per te è più comodo, se mezzo animale!! So già che passerò la notte in bianco….

E così dopo aver leggermente discusso con il sensei per il fatto del dormire sugli alberi andai a “letto”…. Una notte da incubo!!!
Ripartimmo molto presto la mattina dopo, saranno state circa le 6:30, non capivo come facesse Kiba a essere in piene forza anche dopo poche ore di sonno, mistero…
Il secondo giorno si svolse più o meno come il primo: viaggio fino all’ ora di pranzo, pasto e poi si riparte! Ero stanchissimo ma volevo a tutti i costi superare il corso, era soprattutto la forza di volontà a tenermi in piedi…
Poco prima di sera giungemmo finalmente sulla rive del mare, era bellissimo il paesaggio: il sole sembrava sprofondare nel mare fino a spegnersi…
Venni avvisato che la mattina seguente avremmo preso la barca ormeggiata poco distante, dopodiché cenammo e andammo a dormire, sempre sugli alberi!

Ecco, ci risiamo: un’ altra notte insonne! Questo fu il primo pensiero che ebbi e che infatti si rivelò vero! Non avevo chiuso occhi per tutta la notte, che sembrava anche infinita!
La mattina seguente appena mi alzai mi buttai in mare e feci un lungo bagno per lavarmi: erano due giorni che non facevo una bella doccia! Quando ebbi finito partimmo, spingemmo la barca per po’ e poi vi salimmo ed iniziammo a remare: in un giorno e una notte saremmo arrivati!
Passammo la giornata così: a remare, lì non c’ era nient’ altro che acqua!
Arrivò la notte, venni a sapere da Kiba che eravamo già al largo e che quindi per stanotte avremmo dormito invece che remare..

Evviva! Finalmente una notizia bella, ho aspettato tanto questo momento!

Quella notte passò molto bene, cullato dalle onde del mare mi addormentai e non mi risvgliai fino alle 6:00 del giorno seguente, ora in cui ricominciammo a remare…Finalmente alle 7:30 lasciammo la barca sulle coste di un’ isola: l’ isola di nagi!!
Ci dirigemmo al casolare dove era fissato l’ appuntamento: era un vecchio casolare che sembrava disabitato, pochi metri dietro questo c’ era il mare; tutto questo era circondato da una vasta foresta, nelle vicinanza non c’ erano città: eravamo isolati!
Probabilmente lo studente di Kiri doveva ancora arrivare, io, in attesa mi sdraiai sull’ erba a guardare il cielo.


CITAZIONE
Nome: Rey uchina
Scheda:http://narutoshippuuden.revolution.forumcommunity.net/?t=50000428
Grado: studente
energia: bianca
chakra. 50/50
Stato fisico: stanco per il viaggio
Stato mentale: pronto all' allenamento
Consumi:

armi & equipaggiamento svelati: //

 
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Trash.
view post Posted on 28/2/2012, 17:26





CITAZIONE
Narrato
“Pensato”
«Parlato»

Atto I: Il viaggio



Ero li, sdraiato su una panca di paglia intrecciata, una tazza di te alla mano e un ampio cappello circolare sul viso, appisolato e silenzioso all’ombra di una sorta di baldacchino in uno dei terrazzi più tranquilli di tutto il villaggio. Ero stanco: la notte prima, passata ad allenarmi con le poche tecniche a mia disposizione per cercare di perfezionarmi mi ero davvero devastato. “L’inizio dell’accademia è ormai alle porte ormai… mi auguro di essere in grado di rispondere alle esigenze dei sensei.” Era l’unico pensiero che mi martellava, anche mentre dormivo. Nel frattempo però i caldi raggi del sole si stavano alzando come una saracinesca su sul mio corpo supino fino a quando non fui completamente illuminato. Non era sicuramente una giornata canicolare, tipica delle estati di Suna, ma decisamente meno fredda del solito, una di quelle che raramente Kiri ha la possibilità di incontrare causa il clima particolarmente rigido, e proprio per via di quell’ insolito tepore le persone uscivano dalle proprie case, passeggiavano tra le vie del villaggio, guardavano le vetrine dei negozi, chiacchieravano, i bimbi giocavano, gli uccelli canticchiavano e…mia zia sbraitava dal fondo delle scale neanche fosse cascato il mondo.
“Che diavolo vuole quella strega?”. Mi alzai con calma dalla panca, levai il cappello di paglia e poggiai la tazza sul tavolino alla mia sinistra. Infilai i piedi nei calzari, mi stiracchiai e sbadigliai, strizzai gli occhi e mi incamminai lentamente giù dalle scale fino al pianerottolo. “Dannatissime e scomode scale a chiocciola, sono un’infinita trappola mortale.”. Arrivato sul pianerottolo mi pareva di aver appena concluso una gara di triathlon, un vero parto. Ed eccola li ad aspettarmi, la tozza occhialuta, munita di ciabatte da lancio con le braccia di un fabbro e le mani infarinate, mattarello alla mano, pronta per disfarmi.
«Disgraziato! Ti ho detto mille volte di non dormire lassù! Il tempo che mi senti e scendi giù faccio tempo a morire!» Esclamò sputacchiando un poco.
«Si, si, d’accordo…» risposi arrendevolmente «Ma perché mi hai chiamato? Che devo fare?».
«Che devi fare? Santo Cielo, è la prima volta che sento questa domanda da parte tua! Lascia stare dannato nullafacente, non devi fare assolutamente nulla. C’è un tizio che ti vuole parlare...»
«E chi diavolo è?»
«Beh…io questo non lo so!»
«Dimmi almeno cosa vuole!»
«Sono sorda! Non ho capito assolutamente un bel cavolo di niente!»
«Un bel cavolo di niente? Dio mio, neanche nei cartoni animati sono così censurati!!»
«Ma chi se ne frega dei cartoni animati!? Muoviti e va a parlare con quel tipo, prova a capirci qualcosa! E se è di una qualche società elettrica dai prezzi vantaggiosi tirati giù le mutande e mostragli il culo!»
«Stai zitta un attimo!!!».
Mi sistemai i capelli, la maglietta sgualcita e dopo un bel sospiro aprii la porta. Davanti a me avevo un tipo alto circa come me, capelli lunghi neri, occhi verdi e naso stretto, viso magro e lungo. Una bocca stretta e un copri fronte sotto il mento. Il copri fronte di Kiri. Era un ninja. Un ninja dal fisico asciutto, che indossava oltre alla giacca classica dei ninja del villaggio, dei pantaloni e una maglietta mimetici, probabilmente foderati, dalle tonalità grigiastre. Strette nella mancina aveva delle scartoffie e dopo che ci fummo squadrati per qualche attimo mi porse una stretta di mano come si confà a dei veri uomini. Lo fissai in silenzio, poi gliela strinsi e debuttammo entrambi con un «Buon giorno.»
Lasciata la mano, iniziò :«Salve, sono Seimei Kozuki, chunin del villaggio. È lei il signor Saanbo Hozuki?» «Si, si, sono io!» «Bene…sono qui per portarle un avviso per quanto riguarda la sua richiesta di entrare in accademia. Mi duole informarla che i nostri corsi purtroppo sono già ad uno stato avanzato e quindi non penso sia possibile lei possa frequentare qui da noi. Difficilmente qualche insegnante le permetterebbe di prendere parte alle lezioni.» Funeste novelle sopraggiunsero così, senza preavviso ed ignaro mi inoltrai più a fondo nel discorso.
«M…ma…ma allora come devo fare?» chiesi con voce tremante, temendo la peggiore delle risposte.
«Abbiamo già provveduto ad inoltrare la sua richiesta ad alcuni dei villaggi più vicini. Konoha ci ha risposto informandoci della sua disponibilità. Visto il periodo di crisi delle accademie, Konoha ha deciso di aprire dei corsi internazionali che si terranno nell’isola di Nagi. Abbiamo inviato loro le sue generalità e si stanno arrangiando loro…le consiglio di prendere parte ad uno dei loro corsi. Ho sentito che ne inizierà uno proprio tra una settimana. Per arrivare là ci vorranno due giorni abbondanti circa. Il traghetto è il suo unico modo per approdare sull’isola.»
«Grazie per l’informazione, ma per piacere…dammi del tu...mi fai sentire troppo adulto.» risposi imbarazzato.
Il ninja rimase un attimo in silenzio fissandomi, poi, abbassando lo sguardo, proseguì.
«Molto bene. Nel caso tu avessi altri dubbi non esitare a cercarmi. Mi trovi sempre all’accademia…Comunque credo sia tutto chiaro. Ci vediamo e buona fortuna con il corso! Ah già! Questa è una lettera da parte di Akihiro Hinaji. Sarà lui la tua scorta nel viaggio. Leggila mi raccomando. Arrivederci!»
Lo ringraziai e dopo che mi consegnò la lettera si voltò e lo vidi mischiarsi alla gente del villaggio, quindi mi chiusi la porta alle spalle.
Riluttante aprii la lettera e leggendola capii che la faccenda era peggiore del previsto. “Ma quale settimana? Quello la è un fattone! Qui c’è scritto che mi devo trovare domani! Domani cazzo!” «Domani cazzo! Fanculo!» Camminai per la cucina, passai per il salotto, il bagno, la lavanderia e lo sgabuzzino. Non riuscivo a calmarmi. Ero agitato perché non sapevo chi avrei potuto incontrare. A Kiri più o meno potevo fare lo spaccone, è la mia terra, è lecito tirarsela. “Ma in un’isola estera con stranieri che non conosco…magari sono dei malintenzionati. No…non devo pensare in negativo. Pensa positivo! Pensa positivo!” iniziai a schiaffeggiarmi la faccia fino a quando non entrò mio zio preceduto dal ticchettio del suo bastone. Tutta la stanza si ammutolì. Ciò che faceva rumore si quietò, tranne il battito del mio cuore. Ancora più martellante. Ci guardammo. Mi fissò. Io lo fissai. Portò una mano all’ispida barba e sfregò per il prurito, poi picchiettando il bastone a terra iniziò.
«Era per l’accademia vero?» Esordì. Titubante, a capo chino un cenno gli feci capire, e allora proseguì «Devi andare via di casa?».
Reiterai il mio cenno. «Per quanto?» alzai lo sguardo. Lo fissai nei suoi occhi spenti dalla vecchiaia. «Una settimana…forse due. Il tempo di essere promosso.» Mi sorrise.
«Cosa ti fa pensare che verrai promosso?» come illuminato arricciai le labbra e voltando la testa gli feci segno di seguirmi nel cortile.
Ci posizionammo a quattro metri l’uno dall’altra.
«Vuoi testarmi per vedere se merito di andare?» domandai caparbiamente.
«Perché no? Infondo sgranchire le mie vecchie ossa non mi farebbe male» disse il magro vecchietto gettando a terra il bastone. Era magrissimo, davvero ossuto, basso e senza capelli con un’ispida barbetta. Indossava dei geta neri, dei pantaloni appena sotto il ginocchio e una leggerissima maglietta bianca a maniche corte. Non pareva nemmeno lontanamente un degno avversario.
“Regola numeri uno. Non sottovalutare il tuo nemico… Ma è impossibile pensare che possa fare qualcosa quel vecchio. Era un ninja tempo fa…ma non credo possa tenermi testa. È troppo anziano.”
Lo fissai alla ricerca di punti deboli, ipotetici punti deboli. Iniziai a fantasticare sulle acrobatiche sequenze da eseguire fino a quando non decisi di esordire con arroganza «Ehi zio! Sei sicuro che non ti farai troppo male?» domandai ironico.
«Dannato presuntuoso! Vieni qui che ti sculaccio!» disse ridacchiando fra sé e sé abbassando il capo.
Venimmo sfiorati da una morbida brezza. Attorno a noi qualche arbusto, un pino e ovviamente l’entrata per il soggiorno. Un piccolo laghetto e qualche masso.
Le nuvole in cielo mutavano con il passare degli attimi e dopo un ultimo sospiro aspettai il canto dei pettirossi. Il gong del nostro ring.
Mi lanciai subito contro il mio avversario e diressi un rapidissimo Tsuki destro diretto al volto, colpo che il vecchio parò con molta semplicità con la mano sinistra. Chiusi allora il braccio e tentai una gomitata allo zigomo con lo stesso braccio, colpo che venne vanificato dall'avambraccio del nemico. Non mi feci aspettare e proseguii con un colpo di palmo sinistro allo stomaco che venne parato da un incrocio delle due braccia. Visto il varco puntai un secondo Tsuki al volto, nuovamente con il braccio sinistro. Ma vano fu il mio sforzo, perché venne parato nuovamente. Il vecchio approfittò dell'urto per ritrarsi di qualche metro e mi fissò.
Ci guardammo e dopo un cenno, seguito da un sorrisino arrogante, ripartii. Spiccai un salto; un doppio calcio rovesciato al volto e una piroetta con spaccata per falciare il mio nemico nel caso in cui si fosse parato erano le mosse che avevo intenzione di portare a compimento. Il vecchio tuttavia parò la prima serie con un braccio solo e quando mi vide posare la mano a terra, pronto per roteare, si abbassò tempestivamente e con una rapida spazzata mi mieté il braccio facendomi cadere rovinosamente a terra. Senza farsi attendere mi afferrò per la maglia e mi scagliò sei o sette metri sulla destra, dove c’era il laghetto d’acqua.
Volai senza poter far nulla e con un vigoroso tonfo caddi in acqua.
Mi precipitai fuori in un attimo, ma sul prato, del vecchio non c’era più traccia.
«Sono qui!» sentii pronunciare dietro di me. Inorridito mi voltai e vidi il vecchio sul pelo dell’acqua, in piedi che mi fissava con le braccia conserte, sorridendo.
Picchiai il pugno sulla terra e ringhiai «Merda! Ora ti distruggo!».
Spiccai un altro salto verso il mio nemico e roteando caricai un calcio discendente al livello della spalla avversaria. Lo zio alzò il braccio sinistro verso l’alto e parò il colpo sprofondando di mezzo dito in acqua. Il colpo, a vederlo da fuori era tutto un programma, davvero una figata coreografica, ma nulla che un nemico del calibro di mio zio potesse temere. Sorridendo, infatti, mi afferrò il piede e roteando tentò di lanciarmi di nuovo via. Ma con la gamba sinistra riuscii ad afferrarmi al corpo del vecchio ed interruppi la sua piroetta.
Lo fissai sorridendo, e confidando sul suo equilibrio scaricai una combinazione di pugni al livello dello sterno, colpi che però non sortirono molto effetto nonostante fossero giunti a destinazione.
“Come fa a restare in piedi dopo quella sequenza e con me attaccato? Sono più pesante di lui? Come fa?” Con la mano destra afferrò il colletto della mia maglia e mi sollevò mentre con la sinistra mi sferrò un potentissimo colpo di palmo sullo stomaco facendomi volare per una decina di metri soffocando i miei pensieri. Non riuscii più a rialzarmi.
Mi svegliai la sera stessa ancora indolenzito con mio zio ai piedi del letto appisolato su una sedia,
Calzate le pantofole, scesi le scale e giunsi in cucina dove, seduta a pelare delle patate, la zia non mi sentì arrivare. Le poggiai quindi una mano sulla spalla e il suo sguardo improvvisamente rasserenato mi fece intuire la sua gioia nel vedermi in piedi. Guardai l’orologio che segnava le sette circa. Dai fornelli saliva un appetitoso profumo. Lo stufato si stava preparando per bene. Un gustosissimo stufato dai mille profumi, speziato al punto giusto con contorno di patate. Avevo già l’acquolina in bocca. Per pochi istanti mi immersi in pensieri a sfondo culinario, ma riacquistata la coscienza decisi di andare a svegliare il vegliardo. “Chissà da quanto cavolo dorme…”
Salii di nuovo le scale e lo vidi sul pianerottolo, lì ad aspettarmi.
«Come stai?» chiese.
«Non c’è male.» risposi sorridendo.
«Senti…» continuò titubante «...spero tu abbia capito il perché del mio colpo.»
«Perché mi sono distratto no?» chiesi io con curiosità.
«Si. Esatto. Devi capire che nel mondo vero il tuo nemico non starà li ad aspettarti. Se ne avrà la possibilità ti colpirà. Quindi, per piacere, presta attenzione quando sarai via. Impara dagli altri e colma queste tue lacune.»
Mi incupii e con sguardo basso «Zio, non ti preoccupare… Andrà tutto bene.»
Gli occhi pallidi mi fissarono e senza proferire verbo si voltò incamminandosi verso il bagno, ma continuai a fissarlo. Poggiò la mano sulla porta scorrevole e senza girarsi parlò.
«Saanbo… – mi chiamò – …perché vuoi diventare un ninja?»
La domanda mi lasciò spiazzato, poi mi incupii ancor di più e con voce tetra risposi.
«Lo sai il perché. – Esitai alcuni secondi.– E non c’è nulla che potrebbe cambiare il mio scopo.» Si voltò di scatto e ringhiò «Lo vuoi capire che la vendetta non ti porterà a nulla! Devi diventare un ninja non per te stesso, ma per gli altri! – riprese fiato – Non puoi farti accecare dall’odio! Tuo fratello era un folle, ma tu non puoi seguire le sue orme! Se seguirai la vendetta finirai per diventare come lui. Te lo posso assicurare! Se ti lasci guidare da ciò che è male non ne verrai più fuori. Sarai da buttare, sarai marcio, un corrotto!»
Le sue parole mi fecero ribollire il sangue. Rinunciare al mio sogno. Al mio sogno insanguinato? Mai!
“Dannato… come ti permetti di gettare fango sul mio sogno… sulla mia ragione di vita?” Alzai di scatto il capo picchiando un pugno sul muro di legno.
«Taci vecchio! – ringhiai facendo calare un silenzio tombale, poi proseguii a denti stretti – Io diventerò un ninja e ucciderò quel bastardo! Lui morirà per mano mia, diventerò così potente che non potrà nulla contro di me. Lo braccherò e ti porterò la sua testa!» L’uomo nel frattempo mi si era avvicinato e quando finii mi sferrò un potente schiaffo in pieno volto. «Se il tuo scopo è uccidere qualcuno fai pure, ma non azzardarti ad usarlo come pretesto per diventare un ninja!»
«Il mio non è un pretesto! Questa è la mia unica via per riuscirci!»
«Non ti manderò alla morte. Tuo fratello ha poteri che tu nemmeno immagini!»
«Non mi interessa che sorta di capacità abbia, quando sarò un ninja mi allenerò così tanto da diventare il migliore spadaccino della regione, lo cercherò e lo ucciderò, mi hai capito?»
«Al diavolo voi giovani! Vuoi capire che finiresti ammazzato se ti mettessi contro di lui? Quella volta gli mozzasti il braccio solo per pura fortuna. Se non fossi intervenuto io avrebbe ucciso anche te oltre al povero Ichigo!»
«Non ti sopporto più vecchio! Le tue cazzate mi stanno dando alla testa! Io diventerò un ninja, che tu lo voglia o no e ucciderò tuo nipote. Lui non è più mio fratello da molti anni…»
«Essere un ninja è molto di più che vendicarsi per un torto subìto, dannato stolto! Se vuoi gettare via la tua vita inseguendo un fantasma per completare il tuo sogno insanguinato fai pure, ma non diventerai altro che un miserabile. Chi ha come solo scopo nella vita uccidere qualcuno non è che un fallito, un miserabile fallito! Ricorda le mie parole stolto!»
Lo guardai in cagnesco, digrignai i denti e scuotendo la testa gli camminai oltre, dirigendomi verso la terrazza.
Cenammo, ma nessuno proferì parola. Consumammo un pasto nella più tetra silenziosità e una volta che terminai il mio pasto m’alzai, poggiai la ciotola sul lavabo e senza proferire parola mi incamminai su per le scale fin su sul terrazzo. Levai gli occhi al cielo e mi poggiai sulla ringhiera spendendo il mio tempo a guardare le stelle. Il villaggio di sera era parecchio silenzioso e nonostante fossero appena le dieci le luci delle case si potevano contare sulle punte delle dita.
Mi voltai e stendendomi sulla panca afferrai il cappello di paglia che posai davanti agli occhi. Ripensai per ore alle parole di mio zio Heishi. Il mio odio mi avrebbe consumato probabilmente, ma quello era il mio unico scopo. Uccidere Niichi era la priorità e per farlo mi sarebbe bastato diventare più forte, ma per diventare più forte dovevo diventare un ninja, e per diventare un ninja dovevo partire alla volta dell’isola di Nagi. Pensieroso tentai di addormentarmi, ma la conversazione di quel pomeriggio mi tormentava. La parola “fallito” martellava ancora i miei timpani. Non riuscii mai a dimenticare quella lite.

Lame. Lame e coltelli mi sferzavano la mente. Ricordi. Alcuni confusi, altri più chiari e nitidi. Sangue. Tanto sangue. Sangue ovunque. Per terra, sulle pareti, nelle finestre, nelle mani, nei vestiti, nel pane, nel vino, nell’uva, nell’acqua, dai rubinetti, sugli specchi. Ovunque. Ovunque.
Frasi confuse, sconnesse pronunciate da voci flebili. Quasi impercettibili. Risa, tante risa. Fastidiose. Fastidiosissime risa che provenivano da ogni dove. Ed ecco una sagoma. Una sagoma confusa dalla nebbia. Sempre più nitida e chiara. Ero io. Con le ginocchia al petto e le braccia strette attorno tremavo e piangevo. Piangevo come un lattante. Proprio come quella volta. Già, come quella volta. Poi un volto iniziò a rotearmi attorno, confuso, ma più veloce andava, più si rendeva chiaro e comprensibile. Naso lungo e stretto, capelli neri, occhi felini, sguardo raggelante. Era lui. Il mio obiettivo, la mia nemesi. Provai rabbia, un’infinita rabbia. E mentre le sue risa aumentavano io urlavo e più urlavo più erano forti le risa come in un circolo vizioso. E proprio mentre la sua mandibola spalancata stava per avvolgermi nella sua morsa dentata, mi svegliai di soprassalto, urlando. Ero madido di sudore. La fronte luccicava riflettendo i raggi della luna. Le pupille tremavano, le mani tremavano, le ginocchia, le gambe. Tremavo completamente. Come una foglia. Occhi spalancati. Occhi terrorizzati. Di chi ha visto la morte. La propria. Il peggior incubo della mia vita. Cose che ti lasciano un segno indelebile. Cose da non dire. Paura. Paura. Tanta paura.

Varcai la porta di casa verso le cinque e mezza quella mattina. L’aria era particolarmente fredda nonostante sfrecciasse sul paese più gelido del continente. Il sole aveva appena iniziato la sua quotidiana ascesa al cielo ad oriente, mentre la luna, agli antipodi, si stava preparando alla sua rapida calata. Incappucciato a dovere mi avviai verso le porte del villaggio dove ad attendermi c’era Akihiro Hinaji, il chunin che mi avrebbe scortato per il viaggio. Cominciai subito a farmi strani pensieri sull’aspetto di quel ninja. “Magari ha la barba, magari è grosso, magari è magro, magari è alto, magari è basso, ecc..” ed altre cagate simili. Quello che mi spaventava di più però era il fantasticare sulla natura del mio esame. Che mi avrebbero fatto fare? Nuotare in un lago gelato? Combattere sui carboni ardenti? Arrampicarmi sugli alberi con i piedi? Diavolerie. Diavolerie che però mi tormentavano costantemente. Avevo davvero il terrore dell’ignoto.
E mentre la mia mente spaziava alla ricerca di soluzioni impossibili, giunsi improvvisamente alla porta del villaggio. Ed eccolo là Akihiro.
Fiero del suo metro ottanta abbondante se ne stava là, poggiato all’entrata del portone sud.
“Un attimo. Come faccio a sapere che è Akihiro?”
Mi guardai attorno, cercando qualcun altro. Ma nessuno nei paraggi.
“Si…dev’essere lui” Accelerai il passo e in pochi attimi giunsi di fronte all’uomo e visto il suo copri fronte non ebbi più dubbi, così, a capo chino, fingendo un po’ di fiatone, mi scusai per il leggero ritardo. Senza proferire verbo l’uomo si scostò e con un rapido cenno del capo mi fece intuire di seguirlo.
Il timore di aver fatto arrabbiare il mio senpai era molta e ebbi la conferma del suo disappunto quando iniziò a scattare per la foresta. Non riuscivo a tenere il suo passo, era troppo veloce e nonostante provassi a raggiungerlo, non ci riuscivo. Digrignai i denti più di una volta a capo chino nel tentativo di eguagliare la sua rapidità, ma non c’era verso. Era un fulmine. Un fulmine biondo. Dagli occhi azzurri, quasi gelidi. Occhi di chi non teme, ma è temuto, di chi non chiede, ma è richiesto. Un tipo apposto, forse. Scontroso senza ombra di dubbio, e…senza voler esagerare…un po’ un figlio di puttana. Con tutto il rispetto del caso ovviamente. Un figlio di puttana, ma di una puttana rispettata insomma. Che gli avessi fatto, proprio non lo capivo, più volte cercai di chiedergli con cortesia di rallentare il passo, ma nulla. Gli entravano da una parte e gli uscivano dall’altra le mie richieste. Richieste di chi non ne può più, di chi ha i coglioni pieni di correre, di chi si è proprio smaronato al punto di mandare in vacca tutto. Certo, lo avrei fatto. Mi sarei girato urlandogli contro qualcosa a proposito della madre, del padre, dell’altro padre e di tutti gli altri che si erano passati la seducente meretrice, ma non potevo. Per una questione di rispetto? Anche. Per riportare a casa la pelle? Si, forse, ma il motivo fondamentale che non mi spinse a mollare tutto fu il mio sogno. Il mio odio. L’odio. Il motore immobile di tutto l’universo. Tutto si muove per odio. Odio genera odio, odio che genera altro odio che ne genera altro ancora in una spirale infinita. E nonostante cercassi un modo per sbarazzarmi di quello stronzo davanti a me, madido di sudore continuavo a correre. Corsi per tanto, tantissimo tempo. Non ci fermammo mai, nemmeno un attimo. Attraversammo le terre paludose. Gli acquitrini tempestati da insetti erano il posto che mi piaceva di meno. Acqua rafferma, puzzolente, verde, con il muschio, insetti di ogni genere e forma, ma soprattutto, di ogni dimensione. E così, per una cosa come sei ore non vidi altro che schifosi rospi ed altre bestiacce. Che merda!
Lentamente però, verso le prime ore del pomeriggio iniziammo a vedere qualche mutamento nell’ambiente circostante. Si potevano intravedere i primi alberi. Alberi degni di questo nome, non come quegli striminziti ramoscelli paludosi. E con lo scorgere dei sempre verdi potemmo sentire in lontananza lo scorrere dell’acqua. Acqua rigogliosa che saltava e schizzava seguendo la serpeggiante traiettoria donatale da madre natura, trasparente e fresca, proprio come piace a me.
Assicuratomi che il mio tutore non badasse a me mi fermai per pochi attimi e favorii dell’incredibile sollievo che mi donò il sorseggiare quella limpida bevanda. L’ambiente attorno a me era incredibilmente verdeggiante. Pini e abeti a perdita d’occhio in qualsiasi direzione guardassi. L’erba ricoperta da un sottile strato di brina si piegava al passaggio del vento, vento che piccoli uccelli dal candido piumaggio sfruttavano per volteggiare sopra le nostre teste.
Verso sera, al calare del sole giungemmo ad un piccolo molo. La nebbia era già calata e il nostro passo accompagnato dal gracidio delle rane e dai frinii dei grilli rallentava sempre più. Un’atmosfera davvero inquietante. Ed eccolo la. Il nostro nocchiere. Un uomo brizzolato verso la sessantina, dagli occhi piccoli e dallo sguardo corrucciato. «Siete voi i ninja di Kiri diretti a Nagi?» gridò nel vederci arrivare.
«Si! Siamo noi!» gridai io d’istinto. Akihiro nemmeno si voltò. Che ragazzo freddo e distaccato, pensai.
Salimmo in barca, una di quelle a motore lunga circa sei metri da poppa a prua e larga tre, forse quattro. Senza chiedere il permesso o chissà altro, avendo intuito oramai il temperamento del mio “compagno”, se tale può essere definito, mi coricai coprendomi con una coperta che trovai nella stiva e usando come cuscino la mia sacca porta oggetti, pregando iddio che non mi si conficcasse un kunai in testa nel bel mezzo del sonno. Dormii, per circa quattro o cinque ore, poi fui svegliato da Akihiro. Mi guardò con i suoi occhi gelidi e mi sentii morire.
Con un cenno del capo mi impartì l'ordine di seguirlo e io non potei fare a meno che ubbidire. Di tutta fretta scesi dal letto, lasciando la mia attrezzatura sopra al materasso sotto coperta. Mi fermò e con un un'altro cenno indicò la sacca, e io, ubbidiente, mi voltai, recuperai il mio equipaggiamento e lo seguii.
Eravamo oramai arrivati su un’isola. Una bella isola verdeggiante. O meglio, mi pareva fosse verdeggiante. Quella notte la luna non era molto luminosa e i colori si distinguevano a fatica.
Non approdammo nemmeno. Mi guardò, poi indicò il mare e un’isola più ad ovest.
Quella era l'isola di Nagi, non quella alle mie spalle. Impallidii. Non ci potevo credere. La mia terra promessa era a circa venti miglia verso occidente.
«Ma come faccio ad arrivare la? Nuotando?» domandai incredulo.
Facendomi notare di non aver altre opzioni le mie gambe iniziarono a tremare. Dovevo davvero nuotare per una trentina di chilometri in mezzo al mare. E avrei dovuto raggiungere la scogliera con la casupola entro le otto della mattina successiva. Cose da folli. “Merda” fissai l’acqua per alcuni lunghissimi attimi, poi, preso coraggio, mi tuffai in mare. Era congelato. Una persona normale sarebbe morta assiderata in poco tempo. Ma non un’abitante del villaggio della nebbia. Noi siamo abituati alle temperature rigide. Tentai qualche bracciata, ma il giubbetto che indossavo non faceva altro che impacciarmi nei movimenti, quindi me lo levai e lo lasciai al suo destino tra le onde dell’oceano.
E così iniziai, tra un’imprecazione e l’altra la mia odissea fino all’isola. Avevo davvero poco tempo. Non potevo prendermi pause perché ad una media di tre, quattro chilometri all’ora c’avrei messo circa dieci ore. Un’eternità. Dovevo perciò sbrigarmi e iniziare a sbracciare con vigore.
Sentivo l’acqua nei polmoni, la fatica che mi consumava, i ricordi si annebbiavano, la concentrazione si spegneva, i muscoli si irrigidivano e più di una volta rischiai di colare a picco. Provai moltissimo dolore in più di un’occasione e mentre gli stenti mi stavano per far collassare, il gelo mi mozzava il respiro, già messo a dura prova. “Come lo odio quel figlio di un cane. Se mai diventerò più importante di lui gli farò staccare le palle da dei corvi. Maledetto bastardo figlio di puttana. Faccia di merda, testa di cazzo, muso da cane, feccia umana, schifo di uomo, vergogna dei ninja.” Non pensavo ad altro che ad imprecazioni. Tante, tantissime imprecazioni. Imprecazioni di qua, imprecazioni di la, fatica, soffocamento, dolore. Un putpurrì che in quei lunghi momenti costituivano il mio unico mondo. La mia unica visione delle cose. Una visione assai fastidiosa, oserei dire.
Le ore passavano, e più passavano e più io ero distrutto. Non ne potevo più. Dopo un giorno intero di corsa sfrenata senza sosta, ecco un’altra epica impresa per me, il vostro eroe. Il tutto separato da niente meno che una buona pausa, resa insignificante se paragonata alla mole delle due gesta che le ruotavano attorno.
Il sole era già sorto, le stelle in cielo oramai spente e l’isola davanti ai miei occhi. Circa due o trecento metri ancora. Che ore fossero non lo sapevo, ma ero così incazzato che non vedevo l’ora di uscire dall’acqua e spiattellare qualche bel pugno in faccia a qualcuno. Di essermi cacciato in una brutta faccenda l’avevo già capito, ma la situazione si era fatta più incresciosa della più incresciosa delle mie idee. Davvero qualcosa di fuori dal mondo. Da devastati di testa. Da forati. Quel tipo, quell’Hinaji, era davvero un distrutto. Un folle mandato da chissà quale pazzo a fare il lavoro sporco. “Quello mi vuole morto…lo so io come sono fatti quelli come lui…ma basta… basta pensare a quel figlio di puttanaccia di merda. Ora devo solo arrivare. Manca poco, poco, pochissimo. Ancora tre, o quattro bracciate” Effettivamente mancavano solo una manciata di metri, ma mai nella vita provai un senso d’impotenza tale. Mi venne da mollare tutto, a due passi dalla fine. Che fosse già parte del mio esame? Mah, chi lo sa. Fatto sta che io i coglioni li avevo già belli che pieni. Pieni e pure bagnati.
Finalmente, però, con un’ultima bracciata raggiunsi la riva. Una costa frastagliata, senza spiaggia o altro. Mi avvinghiai sulla piantina alla mia destra e facendo un ultimo sforzo mi sollevai ed uscii dall’acqua. Pareva di stare in paradiso. La soffice erba verde mi accarezza il capo, e così, soavemente supino mi concedetti qualche attimo di pace. Pace interrotta da un gelido vento che mi rizzo tutti i peli. Rialzatomi, iniziai a cercare un modo per raggiungere la cascina che avevo veduto dal mare. Trovai una scala naturale di sassi e macigni vari che mi permisero in pochi minuti di giungere sulla cima, e una volta la mi trovai di fronte allo spettacolo della natura incontaminata. Boschi a perdita d’occhio, uccelli che fieri sfrecciavano in cielo cantando, alberi che con il loro fruscio riempivano di quiete quella tranquilla atmosfera. Un atmosfera di vera pace, rotta però dal meccanico schiocco dei miei denti. Il freddo mi stava praticamente assiderando. Sentivo che sarei morto da un momento all’altro, per la gioia di Hinaji. E mentre facevo considerazioni di carattere ambientalista girovagavo alla ricerca della casupola. Alla mia sinistra, oltre una boscaglia, ecco apparire un capanno. Non vedevo molto bene, le immagini erano confuse, ad ogni modo le cose erano tutte al loro posto. Casolare alle otto di mattina nell’isola di Nagi. Che ore fossero lo ignoravo, ma circa doveva trattarsi dell’ora dell’incontro, e in ogni caso quello era proprio il mio punto di ritrovo. “Ma…chi diavolo sono quelli?” in lontananza due sagome, delle quali una a terra. “No! Un momento…ma sono in tre! E quello sembra un cane. Ma no…impossibile…è troppo grande, sarà un lupo!” e mentre trascinavo la mia carcassa fradicia mi avvicinavo sempre più al punto d’incontro. Tenni il mio capo muschiato verso il basso, un po’ per vergogna e un po’ per non inciampare, fino a quando il gruppetto non mi fu a pochi metri di distanza. Mi fermai e guardai i tizi che avevo davanti. Li osservai sommariamente, un po’ per timore, ma direi soprattutto per la stanchezza. Il primo alla mia destra, quello supino per intenderci, era intento a fissare le nuvole; era un biondone, occhi azzurri e sguardo da duro, molto somigliante al quello stronzo di Akihiro, ma a differenza sua non suscitò in me quello stesso timore reverenziale, quasi più somigliante, in realtà, al terrore puro. Il secondo invece pareva essere uno che sapesse il fatto suo. Occhio vispo, capigliatura sbarazzina e copri fronte della foglia. Un ninja. Eccolo qua il mio maestro, pensai. Tuttavia c’era qualcosa di strano in lui. Che fossero i due segni tribali di color cremisi sulle sue gote? Bah chi lo sa. Fatto sta che mi fece venire parecchia strizza. Come il cane affianco a lui "Quindi quella roba...è un cane, eh?". Mastodontico per davvero, dal pelo candido, e a prima vista, anche morbido. E fu così che nell’imbarazzo più totale presi l’iniziativa e con voce stridente iniziai con un bel «Ciao…».







~Status:
Grado: Studente
Energia: Bianca
Chakra: 50/50
Condizione Mentale: Impaziente, insicuro
Condizione Fisica: Provato dalle fatiche
Consumi:-
Recuperi:-
Slot 0/1:-
Techiche 0/1:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento:

 
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~Daniele
view post Posted on 28/2/2012, 23:58




Valutazione - Post 1
Molto bene, vedo con piacere quanto la vostra voglia di ruolare vi induca ad affrettarvi nel produrre post e nel concludere al più presto questa Accademia, sono molto colpito e ritengo che tenendo un ritmo del genere (anche un po' più rilassato), termineremo questa ruolata in tempi brevi, e sarete subito proiettati appieno nel GDR ed in tutte le sue potenzialità.
Voglio dirvi, inoltre, prima di analizzare con maggiore precisione entrambi i post, che per questo turno le mie valutazioni saranno meno severe, come lo sono state le consegne per il post, in quanto ignoravo la vostra capacità di scrittura o delle vostre esperienze con il "mondo" del GDR. Con i prossimi post sarò sempre più severo ed esigente: questo vi parrà, inizialmente, fastidioso ma in futuro apprezzerete i frutti che ne deriveranno.

Inizio con Trash.
Posto molto buono ed interessante da leggere, complimenti. Il tuo post presenta tutti gli elementi necessari: vari collegamenti con il tuo BG, una descrizione più che sufficiente dei luoghi a te familiari, dei PNG facenti parte del tuo BG.
Molto interessante anche il profilo psicologico del tuo PG che emerge, oltre attraverso il "pensato" diretto, anche attraverso la forma con cui hai scritto il post, dallo stile incalzante ed accattivante.
Per concludere, interessante anche la descrizione del viaggio, della prova in mare e l'interazione, se così possiamo definirla, con la tua scorta Akihiro.
L'unico "errore" strutturale che posso sottolinearti è il combattimento con tuo zio: essendo un combattimento gestito da te medesimo, è giusto che tu abbia usato l'indicativo, in quanto, per un piccolo frangente, tu abbia ricoperto il ruolo di QM. Già dal prossimo post le azioni offensive/difensive che effettuerai dovranno essere scritte con il modo del condizionale, in quanto non tutto ciò che penserai di fare potrà tradursi in realtà. (bisogna considerare una serie di ulteriori circostanze che vedremo in seguito).
Mi aspetto post di uguale, se non di superiore qualità, mi raccomando!

Lista errori:

CITAZIONE
Ero li,
Manca l'accento! Ero

CITAZIONE
Ero stanco: la notte prima, passata ad allenarmi con le poche tecniche a mia disposizione per cercare di perfezionarmi mi ero davvero devastato.
La notte è il soggetto, potevi renderla in questo modo:
Ero stanco: la notte prima, passata ad allenarmi con le poche tecniche a mia disposizione per cercare di perfezionarmi mi aveva davvero devastato. (anche se "devastato" non mi piace, mi pare troppo gergale come espressione, ma è una mia impressione)

CITAZIONE
Era l’unico pensiero che mi martellava
Di solito il verbo "martellare" si riferisce all'azione di un'idea nella mente.. così è un po' in sospeso
Era l’unico pensiero che mi assillava

CITAZIONE
Regola numeri uno.
Errore di distrazione Regola numero uno.

Questi mi sono apparsi gli errori più evidenti, niente di grave, con un'ulteriore rilettura li avresti sicuramente corretti. Ti notifico però qualche errore con la punteggiatura (qua e là servono delle virgole) e per il linguaggio ricco di parolacce, per quanto non mi infastidisca, potrebbe risultare "inappropriato" per player più giovani. Non dico di eliminarle completamente, ma solamente di limitarne l'utilizzo per i momenti più critici.

Infine, dad99.
Immagino questo sia il tuo primo approccio ad un GDR, oppure ad uno del calibro di NSR. Il tuo post presenta una lunghezza più che sufficiente, anzi, sinceramente, molto maggiore delle mie aspettative, e di questo sono molto contento, mi confermi la tua volontà nel migliorare e nell'impegnarti. Purtroppo il tuo post è di qualità inferiore rispetto al tuo collega (non ti scoraggiare, lui ha sicuramente già ruolato in passato, ha solamente più esperienza di te).
Oltre a una serie di errori che poi ti elencherò, leggendo il tuo post ho notato una serie di scelte lessicali/sintattiche errate. Non vorrei essere troppo duro, ma con tutta quella serie di esclamative e l'impostazione sintattica scelta ho percepito il come "infantile".
Per quanto riguarda la componente del Realismo, la cosa che più mi ha colpito è la faccenda dell'allenamento all'alba: non ritengo realistico effettuare un allenamento poche ore prima di intraprendere un viaggio impegnativo, soprattutto per essere uno studente.
Un punto positivo è stata la sequenza dei pasti: non avendo specificato nulla è stato legittimo da parte tua predisporre del tempo per quei momenti. Purtroppo hai "rovinato" questa buona iniziativa facendo comportare in determinate modi il mio PG (scoppiare in una risata, dirti di cercare il cibo..). Tu hai il completo dominio solo sul tuo PG, degli altri puoi solo ipotizzare, con il condizionale, le loro azioni, ricordatelo, è molto importante!

Lista errori:

CITAZIONE
ero ancora immerso in sonni profondi..
Si usa usare questa espressione al singolare.
ero ancora immerso in sonno profondo..

CITAZIONE
il mio primo pensiero andò alla richiesta per andare in accademia e diventare Genin
Oltre ad essere una ripetizione, è una forma verbale sbagliata in entrambe le circostanze
il mio primo pensiero fu richiesta di iscrizione in accademia e diventare Genin

CITAZIONE
Volevo diventare un ninja per diventare forte ed imparare le tecniche più forti del villaggio.
Ripetizione

CITAZIONE
obbiettivi
Nonostante si possa scrivere in entrambi i modi, è preferibile scegliere l'opzione obiettivi

Questi sono solo una parte degli errori fatti, ma ti ripeto, evita tutte quelle esclamazioni, proprie in un dialogo/conversazione con qualcuno e non di una narrazione. Allo stesso modo i punti sospensivi "..." nel pensato e parlato, se usati correttamente possono fornire sfumature interessanti al personaggio, nella narrazione, invece non hanno motivo di essere inseriti.






Per concludere, sono sufficientemente soddisfatto da entrambi i post: i risultati e la qualità degli stessi sono certamente differenti, ma questi derivano da una vostra differente esperienza di GDR. Sono certo che entrambi riuscirete a migliorare ulteriormente, rendendo i vostri elaborati sempre più raffinati e completi.
Al più presto vi fornirò il mio secondo post

PS: eventuali commenti, dubbi ecc in Supporto GDR


Edited by ~Daniele - 29/2/2012, 15:03
 
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~Daniele
view post Posted on 3/3/2012, 18:53




Narrato
Pensato Kiba
Parlato Kiba
Altri PG
Parlato Akihiro
Pensato Akihiro


Il viaggio si era rivelato logorante e snervante. Non per la lunghezza del percorso da coprire, per la velocità di crociera sostenuta o per i giorni spesi interamente nel muoversi. Il viaggio proseguiva a rilento, a causa dello studente che no nera in grado di sostenere una velocità discreta, almeno in relazione alla quella del giovane Chuunin, sempre stato un ragazzo da doti atletiche eccezionali e fuori dalla norma. Per di più, il ragazzo non era abituato a questi tipi di spostamenti, non essendo ancora un ninja, e proprio per questo era necessario fermarsi per i pasti e per riposare con una frequenza maggiore rispetto al consueto.
Ad ogni modo, i tre giorni si esaurirono con una certa rapidità.
All'alba del terzo, i due ragazzi, che stavano viaggiando comodamente su una modesta imbarcazione di legno, guidata da un nocchiere pagato dal Consiglio di Konoha, avvistarono l'Isola di Nagi che, ad ogni istante che passava, si faceva sempre più nitida e dettagliata. L'approdo avvenne circa alle 7.30, e una volta scesi sulla terraferma, i due si diressero verso il luogo dell'appuntamento con i due Kiriani: una zona boschiva si frapponeva fra i due ed il casolare adibito per fornire l'istruzione del giovane indicato all'Inuzuka fra i suoi documenti.
Giunti nei pressi di esso, lo studente si sdraiò sulla fresca ed umida erba, intento a fissare il cielo. Kiba, d'altro canto, con una serie di agili balzi si portò sul tetto dell'abitazione, soffermandosi ad osservare il mare nella direzione del Villaggio della Pioggia, in modo da avvistare l'arrivo dei due stranieri. Ci vollero, infatti, pochi minuti prima che l'acuta vista del giovane identificò due sagome avvicinarsi verso la costa. Ma ciò che vide era qualcosa di alquanto insolito: un ragazzo giovane, alto e di robusta corporatura, dalla chioma dorata, correva agilmente sulla superficie liquida, abilità sorprendente agli occhi della gente comune ma banale e ordinaria per uno shinobi anche di livello più basso.
Dietro il giovane, e questo era l'elemento davvero bizzarro, il Chuunin aveva scorto una sagoma di un ragazzo che annaspava nell'acqua, cercando di convogliare le forze rimaste nelle bracciate necessarie a raggiungere la costa. Non ci volle molto a capire che quello doveva essere lo studente di Kiri, costretto dal sadico insegnante ad attraversare lo stretto fra le due isole a nuoto.

Quel tipo non è normale.. le acque in questa stagione sono fredde, ed inoltre il mare non sembra essere troppo calma.. l'ultima cosa che voglio è che quello stiri proprio sotto il mio naso, sai quante scartoffie?

Una volta che anche i due stranieri si avvicinarono al casolare, Kiba saltò verso terra, dirigendosi verso di loro, e portandosi le dita in bocca in una posizione specifica insegnatagli dalla madre, emise un fischio sonoro, in modo da richiamare Akamaru e destando il ragazzo dalla sua contemplazione. Una volta che tutti e due gli studenti gli si presentarono davanti, Akihiro, il Chuunin di Kiri sussurrò con voce fredda e tagliente:

Ti ho portato il moccioso perché costretto, ma qua nessuno può obbligarmi ad insegnare a questi due né a badare ad un coglione come te.. Questo è un tuo problema, amico..

Terminato di parlare spiccò un balzo talmente rapido che anche l'Inuzuka ebbe difficoltà a seguire quel movimento con gli occhi: il giovane dai capelli di biondi si era diretto verso il bosco, ma non aveva abbandonato l'isola, Kiba poteva fiutare il suo odore perfettamente

Ma che... Kiba stai calmo, non serve spaccare il culo a quell'arrogante, prima sbrigo la faccenda con questi due prima me ne vado da quest'isola..

Immagino non debba essere stato un compagno di viaggio così cordiale..

Disse al Kiriano con un modesto sorriso, notando ancor maggiormente quanto questi fosse grondante di acqua.

Spogliati, e vai verso il casolare. Sulla parete esposta ad Ovest ci dovrebbe essere un armadio con dei vestiti e cambiati. Non aspettarti nulla di figo, ma sempre miglio di morire per il freddo..

Attese che quest'ultimo eseguisse il suo comando e una volta tornato vestito con abiti asciutti, sancì l'inizio ufficiale del corso

Passiamo alle presentazioni ufficiale. Io sono Kiba Inuzuka, Chuunin di Konoha e curerò il vostro addestramento. Questo al mio fianco è Akamaru: non trattatelo come un cane comune, lui è un combattente. Schernitelo, offendetelo, e morirete

Fece una pausa per dare un tocco di drammaticità al momento. Si, si stava godendo quel momento.

Prima di iniziare, voglio che vi presentiate a me e l'un l'altro, che impariate a conoscervi e a trattarvi come compagni di squadra. Siate uniti e forse non vi farete male, e magari sarete promossi.
Ah, prima di lasciarvi la parola, quell'idiota dai capelli biondi è ancora sull'isola ed è anche lui ufficialmente vostro Sensei. La sua parola, purtroppo, come la mia, è legge.


Concluse il suo discorso, ed attese che i due studenti rispondessero diligentemente. [...]

Concluse le presentazioni, il Chuunin introdusse il primo incarico dei due studenti:

Va bene, iniziamo subito. Mi avete fornito dei dati su di voi ma in realtà ciò che mi avete detto è.. inutile.
Le uniche informazioni necessarie ad un ninja sono relative alle vostre capacità di combattimento e di ragionamento, proprio per questo vi testerò in questo senso..


Con estrema pigrizia Kiba compose i quattro seals necessari ad eseguire una tecnica basilare di moltiplicazione, inutile dal punto di vista offensivo ma sfruttabile per ordire attacchi a sorpresa contro il nemico. Quattro copie del Chuunin si materializzarono ai lati dell'originale, due di fronte ad ogni studente,

In questo primo esercizio voglio che voi attacchiate le copie, in uno scontro uno contro uno, utilizzando con la prima una tecnica di Taijustu o semplicemente le arti marziali, l'altra invece, deve essere sconfitta con un Ninjustu. Sfruttate, ai limiti delle vostre capacità, le vostre abilità migliori ed impressionatemi. Questo tipo di copie, non potranno attaccarvi, ma certamente schiveranno i vostri attacchi, quindi ragionate prima di attaccare

Le coppie di Bushin si allontanarono in modo da permettere ai due studenti di agire senza interferire l'un con l'altro. La prova doveva semplicemente mostrare all'Inuzuka quali fossero le loro capacità iniziali e in cosa dovessero ancora migliorare.



Incarichi Post
Scadenza: 07/03/2012 23.59
Mi scuso per la qualità del post, ho avuto poco tempo, mi dispiace.
Quanto a voi, il post è chiaro sui vostri compiti. La prima parte è descrittiva, dovete descrivere l'incontro dei quattro, sensazioni pre-corso e dovete presentarvi al sensei. La seconda, la parte più divertente e attiva, prevede una simulazione di combattimento, le cui regole sono state espresse dal PG di Kiba. Vi linko qui un piccolo Bignami sui combattimenti, leggetelo accuratamente, soprattutto la prima parte riguardante la forma sintattica da usare per descrivere questo tipo di azioni.

Come vi ho già detto, avete scritto abbastanza entrambi, e come promesso, alzo ad una lunghezza minima di 60 righe del post. Non vi riscrivo le quattro regolette già messe nel mio primo post, ma quelle devono essere sempre tenute presenti!
Eventuali dubbi, in Supporto GDR!
 
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Trash.
view post Posted on 5/3/2012, 20:20





CITAZIONE
Narrato
“Pensato”
«Parlato»

Atto I: La partenza



Ero finalmente giunto sull’agognata scogliera, ma l’ultima cosa che desideravo era iniziare l’addestramento. Ero infatti provato oltre i limiti dell’umana concezione. Forse avevo dato fin da subito prova delle mie capacità e della mia prestanza fisica, ma cosa centrassero materialmente con il corso ninja davvero lo ignoravo, ma soprattutto, il perché fossi stato testato fin da subito in quella maniera, con tale accanimento, rimaneva davvero un’incognita.
Grondavo acqua dai vestiti, ormai inzuppati e così pesanti tanto che l’indossarli divenne quasi una fatica. Notavo lo stupore negli occhi del foglioso che in un attimo piombò a terra, scendendo così dal tetto del casolare, ed io, ansante, salutai con un’informale espressione, accennando un sorriso e tentando di non crollare per la fatica. Alla destra invece un giovane ragazzo, circa della mia età, un poco più alto, dai folti capelli biondi e dagli occhi azzurri, appena destato dalla sua pausa.
Pensavo fossimo al completo e stavo giusto per porgere la mano al mio sensei in forma di saluto quando alle mie spalle sentii il flebile rumore di passi. Passi vuoti, ma colmi di ansia, di paura e terrore. Passi di morte. Terrorizzato mi voltai e con macabro stupore scoprii che Akihiro, il tenebroso ninja del villaggio della nebbia mia aveva seguito per tutta la traversata. Le gambe mi iniziarono a tremare e ciò che tre giorni prima era solo timore reverenziale, in quel momento si mutò in puro sgomento. Temevo quell’uomo come solo un’altra persona all’infuori di lui. La mia voce si fece tremante e mi si seccò inaspettatamente la gola. Le labbra si incresparono e dopo aver abbassato il capo accennai un saluto. A vuoto, ovviamente. Il chunin, a passo rapido si portò affianco al ninja di Konoha e dopo avergli bisbigliato qualche cosa si voltò. Mi parve di notare un malevolo sorriso, ma probabilmente fu solamente una mia allucinazione, un cosiddetto lapsus. Senza proferire verbo spiccò un fulmineo balzo verso la foresta alle nostre spalle. E svanì.
Il Foglioso era rimasto leggermente turbato dalle misteriose parole del Kirese, aspetto che fui in grado di carpire osservando le espressioni del ninja della terra del fuoco. Dubitai si trattasse di qualcosa di serio. Inaspettatamente, però, proprio il Konohano prese la parola e mi si rivolse con tono amichevole, accennando al fatto che quell’Hinaji non fosse proprio il compagno di viaggio per antonomasia. Imbarazzato accennai un sorriso ed alzando l’arcata sopraccigliare diedi ad intendere che aveva colpito nel segno. Hinaji era un vero cafone. Notai anche la perplessità che traspariva fissandomi. Stava inevitabilmente riflettendo sulle pessime condizioni in cui versavo. Con incredibile bontà mi diede l’insostituibile notizia che qualcosa di asciutto mi aspettava nel capanno alle sue spalle. Mi sentii come rinvigorito dalla notizia e senza badare a complimenti mi precipitai nell’umile dimora, con un sorriso beota stampato in faccia. Varcai la porta ed assicuratomi di averla chiusa a dovere mi spogliai lentamente, cercando di non compiere movimenti bruschi a causa della rigidità dei muscoli, ormai congelati. Ignudo, presi un asciugamano e mi scrollai di dosso l’acqua di troppo poi camminai per la stanza e ripresi un po’ di fiato. Tutto attorno a me era intarsiato in legno purissimo e rifinito nei minimi dettagli nonostante fosse mobilia di un’umile dimora dispersa nei remoti arcipelaghi del villaggio del thè; ridestatomi dalla brevissima interruzione, afferrai i pomelli dell’armadio e ne spalancai le ante. I poveri indumenti non erano sicuramente di colori sgargianti il che mi fece piacere. L’ultima cosa che desideravo era apparire tamarro agli occhi del mio insegnante. Li passai in rassegna come fossi in un negozio e presi quelli che mi parevano più adatti. Accortomi della presenza anche dell’intimo in basso sulla sinistra, presi un paio di boxer e una maglietta a maniche corte e una volta indossati questi ultimi iniziai con la vestizione vera e propria. Per primi i pantaloni, fatti di stoffa nera, al tatto forse un po’ grezza, ma sicuramente molto resistente. Dentro erano foderati ed erano quindi indirizzati a coprire durante i periodi più rigidi, che per rigidi a Kiri si intende praticamente ogni giorno, e una volta indossati si rivelarono davvero comodi. Sferrai qualche calcio a vuoto senza sforzare troppo i quadricipiti e constatai con stupore come quei pantaloni non interferissero affatto sui miei movimenti, assecondando in tutto e per tutto il mio corpo. Poi venne il turno della maglia. Indossata per prima la magliettina di rete mi coprii con una felpa di color grigio, senza tasche, ma con un cappuccio. Calzati i sandali e richiuso l’armadio aprii l’uscio e ritornai dai miei compagni.
Dal momento in cui me li ero lasciati alle spalle per andarmi a cambiare nulla era cambiato. E questo mi rasserenò, perché in quel frangente il termine cambiamento mi portava alla mente Akihiro.
Avvicinatomi sospirai, forse per la vergogna e stetti ad ascoltare il discorso che Kiba, il sensei, ci fece. Il suo nome era per l’appunto Kiba Inuzuka, chuunin del villaggio della foglia ed ufficialmente nostro insegnante. Senza perdersi in ciance inutili ci presentò anche il formidabile cane guerriero al suo fianco, di nome Akamaru, che letteralmente significa rosso, dissuadendoci così dal beffarci di lui o schernirlo perché saremmo andati incontro a morte certa.
Si interruppe un attimo e in quegli attimi fui in grado di percepire la pressione del momento, la drammaticità. Il climax stava salendo e come un narratore onnisciente, il nostro sensei stava per portare al capolinea un altro dei vari saliscendi del suo racconto.
Ci chiese di presentarci l’un l’altro e ci invitò a fare amicizia, in nome del lavoro di squadra.
“Questa si che è buona…” pensai tra me e me. Un po’ per la timidezza, un po’ per via del mio disinteresse nei confronti dell’altro, di dover diventarne amico facevo fatica a capacitarmene.
Poi giunsero delle parole che mi turbarono. Akihiro era il protagonista della sua frase. Già. Akihiro era un sensei proprio come Kiba e la sua parola, come quella di quest’ultimo era legge. Ciò stava a significare che quel bastardo non si era dileguato dall’isola, ma se ne stava ancora là, in disparte in chissà quale grotta gelida e tramare cattiverie nei confronti delle altre persone. O almeno era così che me lo immaginavo io nel suo tempo libero. Sempre a pensare a qualche cosa di malvagio da compiere. Pensieri infantili? Senza ombra di dubbio, ma fondati, per non dire giustificati, sulla tremenda esperienza da me vissuta nei giorni addietro. Quella volta non mi feci duro come il marmo nel sentir il nome del mio incubo personificato, forse perché intento a pensare alle parole con le quali esordire. Formulato il discorso e fatta una prova ipotetica di esso, mi buttai.
«Beh…salve. Il mio nome è Saanbo Hozuki. Vengo da Kiri, un paese a nord est di quest’isola. Non mi sono mai piaciute le presentazione e davvero non so che dire. – mi grattai la testa imbarazzato – Sono davvero felice di poter partecipare a questo corso, mi auguro quindi vada tutto per il meglio. Spero di poter imparare più del necessario da lei, sensei.» conclusi giungendo le mani verso il mio maestro e chinando leggermente la testa in segno di rispetto. Avevo detto una caterva di cavolate, che però in quella situazione mi permisero di dare ai presenti una versione riassuntiva del sottoscritto.
Conclusa anche la presentazione del mio compagno di squadra, il ninja della foglia prese nuovamente la parola. L’intenzione di iniziare senza troppi fronzoli o attese per testare le nostre capacità di combattimento era il succo delle sue parole, parole che mi infervorarono in maniera pazzesca. Mi gasai davvero in una maniera incredibile e trepidavo dalla voglia di dimostrare le mie reali capacità. Senza che il mio cervello prestasse l’adeguata attenzione il maestro eseguì sotto gli occhi dei presenti quattro rapidi seal che si evolsero improvvisamente in una tecnica di moltiplicazione. “E’ simile alla mia moltiplicazione acquatica…” pensai.
I cloni erano spiccicati alla loro sorgente, senza nessuna virgola di differenza e numericamente parlando si trattava di due coppie. Una davanti a me e l’altra davanti al Konohano. Tutto stava accadendo così rapidamente e ciò stranamente mi faceva piacere. Mi pareva di avvicinarmi sempre più all’agognata promozione.
Il compito affidatoci dal sensei comunque era relativamente semplice. Combattere contro i due cloni, di cui uno da tirare giù a pugni e l’altro con una tecnica. Facile, veloce e poco faticoso. Si…se fossi stato un ninja vero e proprio, forse.
Ci allontanammo di qualche metro dall’originale in modo tale che ne io, ne il mio compagno potessimo interferire con gli “affari” dell’altro.
Posizionatici a distanza di sicurezza analizzai con cura la situazione e cercai di non farmi vincere dalla fame di lottare. Repressi il mio carattere istintivo, che mi portava ad elevarmi durante i combattimenti ad una spanna sopra l’avversario e iniziai a riflettere a mente lucida. Per primo avrei abbattuto il nemico sulla sinistra a suon di pugni e calci, mentre l’altro l’avrei appiattito con una tecnica. Probabilmente avrei usato l’Iki Hokkyokuken, altresì chiamato Soffio artico. Il problema vero però stava nel come eliminarle per davvero le copie. Col pensiero era facile, ma metterlo in pratica era tutta un’altra storia. Per prima cosa abbassai il mio baricentro e formulai decine e decine di ipotesi di combattimento. Fino a quando una su tutte attirò la mia attenzione, e così la carpii, l’assimilai e la feci mia. La raccolsi letteralmente dalla mia mente e mi accorsi di quanto fosse pulita ed apparentemente semplice e geniale. Decisi di attuarla ma dovevo valutare bene la distanza tra me e i miei avversari. Con occhi gelidi e calcolatori, proprio come quelli di Akihiro, iniziai ad assimilare la miriade di informazioni che mi venivano proposte dal mondo circostante. Giunsi a valori stimati, ma sinceramente parevano abbastanza riconducibili alla realtà. I due distavano da me circa quattro metri. Nulla che non si potesse letteralmente bruciare con un rapido balzo. La medesima lunghezza, inoltre, esisteva tra i due corpi fittizi. Era davvero perfetto, insomma. Raccolsi un’ultima boccata di ossigeno e con un rapida occhiata focalizzai il mio obiettivo. La prima vittima sarebbe stata la copia alla mia destra. Mi lanciai quindi con una foga inaudita, tentando ovviamente di non essere eccessivamente dispersivo nei movimenti. Conoscendo la natura inoffensiva del mio nemico avrei osato l’avvicinarmi senza troppe precauzioni e ad una distanza di circa un metro, probabilmente meno. Mi sarei abbassato con lo scopo unico di ruotare su me stesso facendo perno sulla gamba destra con l’intento di falciare le gambe del mio nemico con un calcio sinistro. Sapevo con una quasi assoluta certezza che non sarebbe bastato, perciò avevo preparato una mossa ausiliaria, che in verità era il colpo reale, quello caricato con maggior potenza. Infatti se il colpo non fosse bastato mi sarei portato davanti al mio avversario ed avrei sferrato un calcio destro circolare sfruttando la potenza derivata dalla rotazione precedente, diretto a colpire al livello del busto. Una sequenza tremenda e fulminea. Per quanto le mie capacità me lo permettessero, ovviamente. Tuttavia, non avrei avuto l’intenzione di indugiare nell’eliminare anche l’altro nemico, e così, una volta concluso il calcio circolare che mi avrebbe portato a ruotare di trecentosessanta gradi, in modo tale da dare le spalle al secondo avversario, avrei afferrato un kunai, che con eccessivo sforzo di precisione avrei scagliato tra le gambe del mio avversario, non nel tentativo di colpirlo, ma con l’unico intento di distrarlo ed indurlo a spostarsi. Avrei di conseguenza seguito i suoi movimenti e gli avrei scaricato contro la mia tecnica, il soffio artico, una volta che le posizioni delle mani si fossero concluse e il caricamento completato.








~Status:
Grado: Studente
Energia: Bianca
Chakra: 30/50
Condizione Mentale: Emozionato
Condizione Fisica: Illeso
Consumi: Medio [20]
Recuperi:-
Slot 1/1: 2 calci, 1 lancio di armi [ 1 kunai ]
Techiche 1/1:
Soffio Artico
Posizioni Magiche: 5 ( medio )
Villaggio: Kiri
Descrizione: Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere un getto di vento ghiacciato che arriva anche a sei metri dall'utilizzatore, e raggiunge una larghezza all'estremità pari a tre metri. Chi viene colpito da questo jutsu riporta ustioni da congelamento leggere su tutte le parti colpite; inoltre se il ninja venisse anche solo in parte investito da tale jutsu sugli arti, risentirà di un peggioramento della velocità del 15 % per 2 turni. A causa del leggero congelamento dei muscoli. All'inizio il difetto di questa tecnica è che ci vuole molto tempo per impastare il chakra da utilizzare e che il ninja deve rimanere fermo mentre la esegue, ma dal grado di chunin in poi questa carenza viene a cadere, compensata dall'esperienza dello shinobi.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio)

Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento:

~Edit: Tolta l'immagine. Edit concesso da ~Daniele



Edited by Trash. - 6/3/2012, 15:18
 
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dad99
view post Posted on 7/3/2012, 18:13





CITAZIONE
parlato
pensato
narrato

Finalmente arrivammo sull’ isola, io subito mi sdraiai
comodo sull’ erba: ero molto stanco e provato dopo il lungo viaggio e finalmente avevo un momento per riposare e rilassarmi! Stavo osservando il cielo e le nuvole quando sentii qualcuno arrivare dal mare, così mi sollevai da terra e guardai l’ acqua: era incredibile! C’ era una persona, probabilmente un jonin di Kiri che correva sull’ acqua, non avevo mai visto una cosa del genere e ne rimasi molto affascinato. Dopo poco però notai che non era solo: dietro di lui c’ era un’ altra persona che nuotava lottando contro la fatica di raggiungere la riva! Dopo pochi minuti i due arrivarono sull’ isola, scoprii che la persona che stava nuotando era lo studente proveniente da Kiri, mentre quello che stava correndo sull’ acqua era il suo accompagnatore! Lo studente aveva i capelli di un verde acceso, corti; aveva gli occhi azzurri e sembrava simpatico. Era fradicio ed infreddolito così, dopo poco, Kiba gli ordinò di andare nel casolare a cambiarsi. Il suo accompagnatore aveva un aspetto malvagio, dalla faccia sembrava proprio un bastardo! Dopo pochi istanti di permanenza sull’ isola si avvicinò a Kiba e parlando sotto voce gli disse qualcosa, finito di parlare con Kiba spiccò un invidiabile salto e sparì dentro la foresta. Subito capii, osservando il modo in cui il kiriano guardava il suo sensei, che non doveva essere stato un buon compagno di viaggio e subito ringraziai di aver avuto come accompagnatore Kiba che invece era molto simpatico! Dopo che il jonin di Kiri se ne fu andato Kiba prese la parola e ci presentò, anche se io già lo conoscevo, il suo fidato compagno Akamaru, inoltre aggiunse che se avessimo osato fargli qualcosa saremmo andati incontro alla morte! Dopo pochi secondi di silenzio Kiba riprese la parola e ci annunciò che l’ altro sensei non se ne era ancora andato dall’ isola e che, quindi, dovevamo obbedire anche ai suoi ordini! Subito un pensiero mi balenò in mente:

Che sfiga! Spero che quello la se ne vada via subito da questa isola in modo da non poterci più comandare, non mi farebbe piacere seguire un suo addestramento, sarebbe crudele!

Kiba però non aveva ancora finito infatti ci consigliò di conoscerci meglio e di presentarci. Aspettai qualche secondo in attesa di sentire cosa aveva da dire il mio compagno, tuttavia dopo pochi istanti fui io a fare la prima mossa, quindi mi avvicinai:

Ciao, come ti chiami? Io sono Rey, ho visto che quel Jonin non era molto simpatico, vero?


Ero un mare di emozioni: paura di non essere all’ altezza del corso, gioia per il fatto di essere riuscito ad arrivare sull’ isola, voglia di sapere quale fosse la prima consegna…
Mi avvicinai al sensei e poi iniziai a parlare, quasi urlando, per presentarmi a lui, che comunque non mi aveva ancora conosciuto bene, e anche al mio compagno:

Buongiorno Sensei, mi chiamo Rey ed appartengo al famoso clan Uchiha. Ho 16 anni e sono alto 1,80m. Sono orfano: mia madre è morta quando io ero ancora molto piccolo e non l’ ho mai conosciuta, mio padre invece è stato ucciso da uno shinobi traditore durante un attacco al villaggio!
Non dimenticherò mai quel maledetto, era intriso di un’ energia maligna. Uccise mio padre a sangue freddo; anche lui aveva lo Sharingan, però non era come quello di mio padre: quello del mukenin era a forma di stella, non so che Sharingan fosse, so solo che gli risultò molto facile ammazzare mio padre!

Gli occhi del ragazzo, mentre parlava, erano diventati lucidi, ed ora una lacrima rigava il suo viso. Questo, però, si ricompose subito: si asciugò il volto con la manica e poi continuò:

E’ successo qualche anno fa, da quel momento sono rimasto sempre da solo, con i soldi lasciati dai miei genitori mi sono comprato una piccola casa nei pressi dell’ accademia di Konoha. Ho principalmente due obbiettivi: il primo è risvegliare l’ abilità oculare del mio clan: lo Sharingan! So che non sarà facile, ma mi impegnerò con tutto me stesso per riuscirci! Il secondo invece è ammazzare lo Shinobi traditore e vendicare mio padre, e lo giuro: quando lo troverò gli farò vivere gli attimi peggiori della sua vita! Non avrò pietà, lo ucciderò proprio come lui ha fatto con mio padre!
Per riuscire in questi miei obbiettivi devo prima diventare ninja, quindi: eccomi! Sono pronto per diventare genin!


Bene, avevo detto tutto, almeno mi sembrava di aver detto tutto il necessario! Dopo poco arrivò anche la consegna del primo esercizio che avremmo dovuto superare: Kiba avrebbe creato quattro kage bushin, ognuno di noi avrebbe dovuto sconfiggerne due utilizzando, per la prima una tecnica di taijutsu, mentre per la seconda un Ninjutsu. Questo serviva al sensei per capire le nostre abilità.

Ascoltai attentamente, poi, quando kiba ebbe finito di parlare, pensai:

bene! Finalmente si combatte, questo corso mi piace: niente inutili prove scritte, qui si va subito al sodo, si parte dalla pratica! Anche il sensei non è male: mi sembra un tipo che passa subito ai fatti, senza ragionare sul da farsi! La consegna non è difficile, eliminare due kage Bushin, non ci metterò molto. Ho già in mente come fare, sorprenderò Kiba e gli farò vedere di che pasta sono fatto!

I due kage bushin si posizionarono davanti a me, ed io mi allontanai dall’ altro studente in modo da assicurarmi che non mi avrebbe intralciato! Allontanatomi iniziai a pensare alla strategia da utilizzare, dopo pochi secondi ebbi un’ illuminazione, avrei agito così:
Avrei corso a zig zag in direzione della prima Bushin, in modo da confonderla; quando gli fossi giunto davanti avrei sferrato un montante diretto verso il mento dell’ avversario, successivamente avrei sferrato un secondo colpo, più precisamente un calcio portato alla tempia del mio avversario! Avrei sferrato due colpi micidiali che, se fossero andati a segno, avrebbero di sicuro sconfitto la copia! Finito di colpire il primo avversario avrei spiccato un piccolo balzo all’ indietro ed avrei lanciato un kunai mirato a colpire le gambe del mio avversario,questo si sarebbe subito spostato per schivare l' attacco, dopodiché mi sarei avvicinato alla seconda copia ed avrei composto i seals necessari al ninjutsu che volevo utilizzare: serpente, tigre… vidi la copia abbassarsi per scattare di lato, ma non potevo fermarmi, quindi continuai: cinghiale, cavallo… la copia si spostò di lato, io girai la testa e mirai al punto dove sarebbe atterrata, quindi composi anche l’ ultimo seal… tigre!

Katon: Goukakyuu no Jutsu

Appena fnii di pronunciare quelle parole un getto di fiamme uscì dalla mia bocca e si diresse verso la copia che era appena atterrata, l’ avrebbe colpita? La risposta ancora non la conoscevo dato che una nuvola di fumo denso e nero circondava l’ area colpita dal mio jutsu, sapevo solo che se la copia era rimasta colpita era di certo K.O. Pensai al mio compagno di allenamento:

Chissà se lui sarà riuscito a svolgere l’ esercizio ed a sconfiggere le copie? Non si vede niente con questo maledetto fumo! Accidenti alla palla di fuoco suprema, spero che non scateni un incendio!

Feci un balzo all’ indietro cercando di sfuggire al fumo che si stava espandendo e mi stava avvolgendo, uscito dalla nube mi guardai intorno cercando gli altri con lo sguardo:

Dove cavolo sono finiti?





CITAZIONE
nome: rey uchiha
grado: studente
energia: bianca
chakra: 30/50
condizione mentale: pronto a tutto
condizione fisica: illeso, affaticato
consumi: medio
recuperi: //
Slot 1/1: 1 pugno,1 calcio. lancio di 1 arma
slot tecniche: palla di fuoco suprema
Posizioni Magiche: Serpente, Tigre, Cinghiale, Cavallo, Tigre
Villaggio: Foglia
Descrizione: Questa arte magica è la base per quasi tutte le tecniche di fuoco del villaggio della foglia. Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere un getto di fiamme che arriva anche a sei metri dall'utilizzatore, e raggiunge una larghezza non inferiore ai tre. Chi è colpito da questo jutsu riporta ustioni medio-gravi su tutte le parti interessate. All'inizio il difetto di questa tecnica è che ci vuole molto tempo per impastare il chakra da utilizzare e che il ninja deve rimanere fermo mentre la esegue, ma dal grado di chunin in poi questa carenza viene a cadere, compensata dall'esperienza dello shinobi.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio)


Armi svelate: 1 kunai

 
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Dudek Rio Da Nova
view post Posted on 8/3/2012, 14:41




CITAZIONE
Pensato
Parlato
Parlato Madre
Parlato Sensei
Parlato Kiba
Tecniche
// Altro //
Narrato

Questa sarà l'ultima notte che passerò qui, domani si parte per l'accademia. Un po' mi dispiace, i miei amici e la mia famiglia vivono qui. Konoha è uno splendido villaggio. Mi è sempre piaciuto girovagare tra la gente e tra i mercanti, mangiare del ramen e vedere la gente divertirsi. C'è tanto verde qui, mi ritengo fortunato di vivere in un villaggio come questo. Ma ora devo andare. Domani mattina devo alzarmi di buon'ora, sono stanco morto e devo dormire. Mi sto allenando da settimane per questo.

Il sole stava ormai tramontando su Konoha. I ragazzini, piccole pesti come tutti quanti, tornavano nelle loro case. Le squadre alle porte della città si davano il turno. La gente chiudeva le botteghe, e si preparava, poichè il giorno dopo avrebbe riaperto di nuovo. Io invece tornavo a casa mia, situata tra due vie principali del villaggio.

C'è tanto movimento qui. Ho sempre desiderato vivere in una città affollata. Tra un po' ritornerò.

Tornato a casa, i miei stavano in cucina, pronti per la cena.

Eccoti di ritorno, non sei ridotto benissimo. Vieni in cucina, è quasi pronto.

Dipende. Cos'hai preparato per cena?

Visto che domani devi andare in accademia, ti ho preparato delle verdure, sicuramente spenderai diverse energie...

Perfetto, io vado a ristorante.

Ma che ristorante?! E chi se le mangia ora queste?!

Dalle ai canarini, sempre se non si offendono. Ciao.

Tornato fuori di casa, ne ho approfittato per rivedere tutte le tecniche che ho appreso. Sono le 21:00 circa, domani devo alzarmi alle 6:00, e devo dormire almeno 8 ore come di norma. Va beh, chi se frega, andiamo a mangiare del buon ramen.

[... (dopo il ramen, al ritorno a casa, dopo una passeggiata, ore 23:00 circa) ...]

Già dormono. Meglio, così non mi scassano.

Mi cambio e mi stendo sul letto, con le mani dietro la testa, appoggiate al cuscino.

La mia richiesta è stata accettata. Domani è il giorno.

[....]

Alle 6:00 mi alzo, faccio colazione (cereali e latte). Mi lavo, e mi vesto, con l'abito nuovo che ho appena comprato. Prendo tutta la mia roba, kunai, corda e flash, tutto ciò che possa sembrarmi utile. I miei ancora dormono. Apro la porta, e mi dirigo verso l'entrata principale.
Lì dovrebbe aspettarmi un maestro, dovrebbe portarmi alla scogliera. O meglio, dovrebbe aspettarmi la mia guardia del corpo.

Arrivo sul posto alle 7:00 in punto. Trovo un tipo con i capelli bianchi, nonostante fosse sulla trentina d'anni. Mi guardò e mi disse:

Sei tu Exo Namikaze? Io sono Kakashi, il tuo nuovo insegnante. Ti guiderò fino all'isola di Nagi.

Quanto dista l'isola da qui?

Circa tre giorni. E un giorno di cammino per arrivare alla scogliera. Sei pronto?

Sono qui per questo.

Cominciammo ad incamminarci. C'era un sole battente, sembrava estate, nonostante fossimo ancora nel pieno della primavera. Il tipo era un po' più alto di me, portava una maschera che gli proteggeva il naso e la bocca, ed indossava il coprifronte di Konoha.

Esattamente tu, di che grado sei?

Sono un chuunin al servizio dell'hokage.

Non male per un vecchietto.

Anche il sottoscritto vecchietto ha frequentato l'accademia. La nostra generazione sta passando... tra un po' tocchera a voi.

Quand'è che si comincierà a fare sul serio? Essere un Genin non è quello che aspetterei da me.

Se sarai un ninja abile, potrai partecipare agli esami di selezione. Ma non è uno scherzo: qualcuno ci ha richiato danni permanenti gli scorsi anni.

Ci fermammo a metà giornata per pranzare e riposarci un po'. Mi offrì un po' delle sue scorte,in quanto io ne avevo ben poche. Mi sdraiai sull'erba, a pensare come sarebbe stata l'Accademia, ed al mio futuro. Ho imparato qualche tecnica particolare di Konoha, e di certo non ero un deficiente nei combattimenti. .....Dopo un po' tornammo di nuovo in viaggio. Stavolta cominciammo ad andare più veloci, saltando sui rami degli alberi, per arrivare alla scogliera prima di sera. Il traghetto non si sarebbe fermato certo ad aspettarci. La sera stessa saremmo partiti per arrivare all'isola entro i due giorni successivi. Il nostro obiettivo era un casolare. Lì ci sarebbero stti altre persone di altri villaggi.

[...]

Arrivati sul posto 22:00, ci aspettava un traghetto, in fondo alla scogliera.

Dobbiamo scendere fin laggiù. Saranno un 300 metri ad occhio e croce. E non ci sono scale.

Infatti non serviranno le scale per questo...

Giù poco prima della fine della scogliera, c'era un ramo di un albero. Quale migliore occassione per mettere alla prova la mia corda di canapa? In quel momento il sensei si lanciò e cominciò a correre in verticale ad alta velocità. Io ero ancora sopra la scogliera, faceva freddo e pioveva a dirotto e dovevo sbrigarmi. Non sono espertissimo nel focalizzare il chackra sui piedi. Ma pensai ad una strategia. Con il Kage Bunshin no Jutsu i miei cloni non potevano sopravvivere a distanze superiori ai 20 metri. Quindi creai un mio clone, che si lanciò sulla scogliera, ed io mi lanciai a 15 metri da lui. In circa 20 secondi saremmo arrivati, ed io, correndo a quelle velocità, mi sarei sicuramente schiantato. Quindi, poco di prima di raggiungere il ramoscello, il mio clone estrasse la corda, l'attacco al ramo, facendo roteare se stesso. In quel secondo, correndo verticalmente, presi la sua mano libera. La situazione era questa: attorno al ramo c'era la corda, sotto il mio clone, e sotto ancora io. Data la poca distanza tra il ramoscello ed il pavimento, mi lasciai andare e rilasciai la tecnica.

Però, che discesa con stile...

Questo è niente.

Vedi? Attualmente non so focalizzare benissimo il chakra e non ce l'avrei fatta a frenare.

Nella nave c'era un altro sensei, incaricato di accompagnarci. Non era di Konoha, ma non ho idea neanche di che villaggio sia. In una delle sue tasche intravidi una fiala,con dentro qualcosa di rosso. Credevo fosse sangue. Che diamine ci fa qualcuno con del sangue? Non riuscii a capire, ma in quel momento il sensei traghettatore ci mostrò le nostre camere. Dubbioso,e un po' stanco,andai a dormire.

[...]

La mattina dopo mi levai alla buon'ora. Erano circa le 8:00, e tutto il tragitto era ricoperto di una nebbia che impediva di vedere a più di 150 metri.
Il sensei traghettatore stava guidando, il mio sensei si era appena alzato. Salimmo entrambi sul ponte per distrarci un po'. Quindi incominciammo a giocare a shougi.

E' sempre così il tempo da queste parti?

Circa 365 giorni l'anno.

Che meraviglia. Da quant'è che sei un Chuunin?

Più o meno un anno...

Ah-ah... hai mai pensato di divenire un jonin?

Qualche volta. Sono quasi sempre indaffarato nelle mie missioni con l'Hokage, tra qualche mese vedrò meglio...

Cosa fai di preciso?

In questi mesi mi sto occupando delle relazioni con altri villaggi. Sono un ambasciatore, o rappresentante, come lo vuoi definire... Faccio partecipare all'accademia per diventare Genin studenti di questo o altri villaggi.

Beh, buona fortuna...

Che mi dici di te? Perchè entri nell'accademia? Il tuo cognome mi ricorda il quarto Hokage.

Infatti. Il Quarto è un mio lontano parente. Io entro in Accademia, per poi diventare Hokage, proprio come lui.

Non è una cosa che succede da un giorno all'altro. Hokage è un grande responsabilità. Il primo ed il secondo lo fondarono, il terzo lo protesse da Orociok, il Quarto racchiuse il chakra della volpe tra se stesso ed il figlio. Bisogna essere particolarmente esperti in qualcosa...

Si no, infatti.... Comunque scaccomatto...

Terminata la partita a shougi, mangiammo insieme. L'altro sensei stava in disparte. Era un tipo misterioso, sono sicuro che anche Kakashi l'abbia notato. Il giorno dopo fu la stessa cosa del primo: nebbia dalla mattina alla sera. Verso notte, arrivammo alla spiaggia. La nebbia per fortuna si era assottigliata da quelle parti. Prima di sbarcare, raccolsi le mie cose e le misi nel mio zaino. Giunti a riva, scesi dalla barca. Prima di lasciare Kakashi e l'altro sensei, il mio sensei mi diede una mappa del posto indicandomi il luogo dovrei avrei dovuto essere la mattina dopo, e mi diede indicazioni su dove passare la notte. Come ultima cosa, mi diede un rotolo, dal contenuto sconosciuto, da consegnare al sensei che avrei incontrato. Dopo aver salutato i due sensei, notati che il traghettatore appuntava qualcosa su un rotolo. Era un tipo veramente losco. Forse voleva qualcosa da me o dal mio sensei, ma ... in ogni caso,credo che il mio non si sarebbe fatto trovare impreparato.

[...]

Passata la notte in una tenda, aiutatami a costruire dai miei Kage Bunshin, mi preparai per il grande inizio. Mi strinsi una corda sulla fronte e mi incamminai seguendo la mappa.

[...]

Arrivatosul posto, trovai un grande casolare. Entrato nel casolare, trovai altri due studenti e il sensei.

Benvenuto. Chi sei?

Mi chiamo Exo Namikaze. Sono stato accompagnato da Kakashi, ed ho un rotolo per voi.

Gli diedi il rotolo, lui senza leggerlo lo mise in una delle sue tasche.

Bene Exo. La prima prova che affronterai è l'eliminazione di due miei Kage Bunshin. Questo mi permetterà di capire il tuo grado e le tue capacità. Dovrai sconfiggerne uno con un ninjutsu, e l'altro con un taijustu.

Sono pronto.

Bene così allora. Kage Bunshin no Jutsu!

Comparvero davanti a me i due suoi Kage Bunshin. Riflettendo i Kage Bunshin sono formati da piccolissime quantità di chakra e svaniscono se toccati. Ma sicuramente i suoi possono anche attaccare. Ma non è problema.

Mi lanciai all'attacco con tutta la velocità che avevo. Pensai ad una veloce strategia: estrassi velocemente due kunai e li lanciai contro una copia. Il primo ad altezza testa ed il secondo ad altezza gamba. Il secondo kunai sarebbe dovuto a distogliere lo sguardo da me,almeno per un paio di secondi e a far balzare indietro la copia. Questa, concentrata sul mio attacco, non aveva notato che avessi prodotto anch'io un clone. Un paio di secondi dopo la mia copia era a 10 centimetri dalla sua copia. La colpì con un pugno, ad altezza petto, e la mia copia sparì in una piccola nube di fumo. Non credeva ai suoi occhi.

Sopra..

Era troppo tardi per lui. Per fare un salto tanto alto quanto veloce ho dovuto saltare dalle spalle della mia copia.

Entrata Dinamica - Rikidouteki Kisai!

Un calcio a velocità raddoppiata in pieno volto distrusse la sua copia. Per quanto riguarda l'altro... conosco solo due ninjutsu. Ed uno dei due non può essere utilizzato per attaccare.

Quindi... Kage Bushin no Jutsu!

Formai tre copie, più me quattro. Cominciammo a correre a zig zag, in modo da confoderlo sul quale fosse quello vero. La sua copia estrasse un Kunai e si preparò all'ingaggio. Dalla formazione saltai e cominciai a cercare di colpirlo con calci e pugni, ma lui li schivò tutti. Sfruttando una mia copia allora, saltai su di essa, volai in aria, e con i gesti del Serpente, Tigre, Cinghiale, Cavallo, Tigre, sputai una palla di fuoco, mirando al pavimento appena sotto di lei.
Si alzò un gran polverone. Dopo che tutta quella nube passò, sul campo eravamo rimasti io, il sensei, gli studenti e la copia. Sembrava proprio che avessi mancato il bersaglio.
La copia allora velocemente lanciò degli shuriken contro di me. Estrassi il mio kunai e li deviai. Il mio scopo era cercare un buco nella sua difesa, un momento in cui avrebbe abbassato la guardia. Lanciargli una palla di fuoco liberamente sarebbe uno spreco di energie e tempo, in quanto l'avrebbe schivata facilmente. Mi lanciai ancora contro di lui cercando il confronto. Stavolta non si limitò a schivare, ma ingaggiamo un vero e proprio duello. Era veloce, e non poco. Tra il colpo deviato e il colpo fallito, dovevo elaborare una strategia affinchè il mio piano funzionasse. Dato che il terreno sotto di noi era stato frantumato dalla palla di fuoco, dovevo sfruttarlo a mio vantaggio. In quell'istante decisi: parai un suo attacco con il kunai, e cerca di immeddiatamente di sferrargli un calcio alla stomaco. In realtà era tutta una tattica per farlo allontanare. Dopo che ebbe balzato all'indietro, concentrai quanto più chakra sulla mano, e sferrai un pugno al terreno. Concentrata la copia sul terreno, per non farsi investire dalla piccola espolsione, tento di saltare in aria, ma venne bloccata improvvisamente da delle corde uscenti dal (terreno in movimento). Erano i miei Kage Bushin. Approfittando della nube di fumo di prima, nascosi le miei copie, sapevo che mi sarebbero tornate utili! Bloccata la sua copia, riscaldai il braccio usato per colpire il terreno, e lanciai una nuova palla di fuoco, seppur di modeste dimensioni rispetto alla precedente. Si sollevò un'altro polverone.

// La prima palla di fuoco non sarebbe stata più grande di un pullman, mentre la seconda non più grande di una normale utilitaria. Durante il racconto mi sono un po' lasciato andare dalla fantasia, in quanto ascoltavo la soundtrack di Naruto Shippuden. //

CITAZIONE
~Status

Grado: Studente
Energia: Bianca
Chakra: 10/50
Condizione Mentale: Pronto
Condizione Fisica: Illeso, Mediamente affaticato
Consumi:- 40pp
Recuperi:-
Slot 0/1:-
Techiche 0/1:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Kunai 3/5
Flash 1/1
Corda 1/1



Edited by Dudek Rio Da Nova - 8/3/2012, 14:59
 
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~Daniele
view post Posted on 8/3/2012, 18:17




Valutazione - Post 2
Trash
Post decisamente più corto del precedente (quasi 1/3 del primo), ma comunque esaustivo e scritto con discreta fluidità. Ho avuto più tempo e quindi penso di aver segnato la totalità degli errori: non sono pochissimi, in verità. Li ho divisi in due blocchi, i primi di grammatica e i secondi di punteggiatura. In quest'ultimo ambito, soprattutto, vedo una "lacuna" maggiore: mancano diverse virgole, potresti, per accorgerti di quando servono, provare a leggere ad alta voce il testo. Grazie alla cadenza della tua lettura ti accorgerai dove dovrai inserirle.

CITAZIONE
Alla destra invece un giovane ragazzo, circa della mia età, un poco più alto, dai folti capelli biondi e dagli occhi azzurri, appena destato dalla sua pausa.
Frase in sospeso, manca un verbo principale

CITAZIONE
Per primi i pantaloni, fatti di stoffa nera, al tatto forse un po’ grezza, ma sicuramente molto resistente.
Come sopra

CITAZIONE
Si interruppe un attimo e in quegli attimi
Ripetizione

CITAZIONE
Non mi sono mai piaciute le presentazione e davvero non so che dire.
Qua deduco sia un errore di distrazioni, comunque è sbagliata la concordanza del numero (le presentazione)

CITAZIONE
in modo tale che ne io, ne il mio compagno
il "ne" deve essere accentato in quanto usto come congiunzione e non come avverbio

CITAZIONE
con un rapida occhiata
anche qua penso ad una distrazione, comunque è sbagliata la concordanza del genere

Punteggiatura:

CITAZIONE
Terrorizzato mi voltai e con macabro stupore
Terrorizzato, mi voltai e con macabro stupore

CITAZIONE
dopo aver abbassato il capo accennai un saluto
dopo aver abbassato il capo, accennai un saluto.

CITAZIONE
dopo avergli bisbigliato qualche cosa si voltò.
dopo avergli bisbigliato qualche cosa si voltò.

CITAZIONE
Imbarazzato accennai un sorriso
Imbarazzato, accennai un sorriso

CITAZIONE
Indossata per prima la magliettina di rete mi coprii
Indossata per prima la magliettina di rete, mi coprii

CITAZIONE
Senza che il mio cervello prestasse l’adeguata attenzione il maestro eseguì
Senza che il mio cervello prestasse l’adeguata attenzione, il maestro eseguì

Anche da questo post emerge chiaramente il profilo psicologico del tuo PG, e l'attenzione per le descrizioni è molto apprezzabile.
Per quanto riguarda il combattimento, il fulcro del post, come prima esperienza è stato svolto correttamente ed in conformità alle regole che vi ho fatto visionare, complimenti.
In conclusione, ti consiglio di prenderti un giorno in più per postare in modo da eliminare tutti quegli errori di grammatica.
Ad ogni modo, ti conferisco l Energia Gialla per la qualità dei tuoi post. Non è un traguardo, ma solamente un nuovo impulso a migliorare i tuoi elaborati

Ps: ultima cosa, anche se è stata la prima ad essere da me notata. Non mi è piaciuta la conclusione, per non dire che è quasi totalmente assente, il post resta quasi in sospeso con la descrizione dell'attacco. Avresti potuto aggiungere qualcosa, un'impressione sul tuo attacco, sulle condizioni meteorologiche ecc.. a parte gli scherzi, concludi il post!

dad99:
La lunghezza del post è più che sufficiente, da questo punto di vista apprezzo il tuo impegno, cerca sempre di migliorare sotto questo aspetto scrivendo sempre di più. Per quanto riguarda la forma del post, fra poco elencherò tutti gli errori, ad ogni modo non hai considerato la mia osservazione riguardo tutte quelle esclamative tanto nella narrazione quanto nei momenti di parlato/pensato: nella narrazione non ha motivo di essere inserito, è sbagliato grammaticalmente; nei parlati/pensati potrebbe essere usato, ma sempre nei giusti frangenti, non non parliamo e pensiamo sempre attraverso esclamazioni. Impegnati da questo punto di vista, la correttezza della lingua con cui scrivi non è da sottovalutare e potrebbe portare ad una bocciatura.
Altro grave errore è l'inserire nel tuo post informazioni che tu stesso non conosci: affermi che Kiba sia una persona simpatica, ma non abbiamo mai avuto un dialogo, non ti ha mai rivolto la parola.. da che lo deduci? Hai più volte parlato di Kage Bushin, ma io ho espressamente usato una tecnica più semplice, la Bushin no Justu, che crea copie illusorie. Sono errori da eliminare assolutamente!
Terzo, e non per importanza, l'autoconclusività: leggendo la prima parte del tuo esercizio pensavo avessi colto in pieno il funzionamento dei combattimenti nel GDR, invece sono dovuto ricredermi. Cito testualmente:

CITAZIONE
Finito di colpire il primo avversario avrei spiccato un piccolo balzo all’ indietro ed avrei lanciato un kunai mirato a colpire le gambe del mio avversario,questo si sarebbe subito spostato per schivare l' attacco, dopodiché mi sarei avvicinato alla seconda copia ed avrei composto i seals necessari al ninjutsu che volevo utilizzare: serpente, tigre… vidi la copia abbassarsi per scattare di lato, ma non potevo fermarmi, quindi continuai: cinghiale, cavallo… la copia si spostò di lato, io girai la testa e mirai al punto dove sarebbe atterrata, quindi composi anche l’ ultimo seal… tigre!

Ciò che ho sottolineato in rosso è la parte del tuo post che decide le mosse della mia copia. Non puoi assolutamente deciderlo, per questo si usa il condizionale, il tuo avversario potrebbe escogitare una difesa a te ignota, eseguendo azioni da te non previste. In giallo ho segnalato i verbi usati in maniera scorretta: devi usare il condizionale in questo tipo di azioni e ti spiego il perchè: " se eseguissi un'Alzata della Foglia e subito dopo la Lion Rendan (con struttura ipotetica) ecco che se il mio sfidante evitasse l'alzata e decidesse di contrattaccare, il mio pg non eseguirebbe a vuoto la seconda tecnica, rimanendo in volo a colpire le fate. Il costo in chakra dei jutsu utilizzati, anche se impediti, viene comunque pagato; mentre le armi effettivamente non lanciate vengono reintrodotte nel proprio equipaggiamento." (ho citato un pezzo di regolamento che vi avevo pregato di leggere prima di stilare il post).

All'inizio è difficile, lo so, rispettare tutte queste regole, ma non appena farai un po' di esperienza vedrai che risulterà automatico. Ti invito a scrivere nel topic in Supporto GDR qualunque dubbio tu abbia, in modo da evitare errori simili.

Errori propriamente di grammatica non ne ho riscontrati, segno che comunque scrivi in un italiano generalmente corretto. Ci sono qua e là dei problemi di punteggiatura, ma non è il primo problema a cui porre rimedio.
Mi raccomando, io non sono uno che boccia, ma dovrò fare comunque una scelta a riguardo, facendo una media di valutazione dei vostri post. Cercate di essere promossi che così iniziate davvero a divertirvi!

Dudek Rio Da Nova:
E' il tuo primo post nel mondo dei GDR, soprattutto uno così articolato come quello di NSR e quindi non ti nasconderò la presenza di una serie di errori strutturali che, però, elimineremo con il procedere del corso.
1)Il primo riguarda la tecnica del Kage Bushin no Justu: sia te che dad99 avete frainteso la tecnica da voi conosciuta con quella resa famosa dallo stesso Naruto in quanto, almeno nella prima serie, sapeva fare sola quella.
Vi posto le descrizioni:
Tecnica della Moltiplicazione del Corpo - Bunshin no Jutsu
Villaggio: Tutti
Posizioni Magiche: Tigre, Cinghiale, Bue, Cane
Descrizione: Questa tecnica permette di creare dei cloni di se, composti unicamente di chakra. I cloni si presentano come una copia esatta del ninja che le ha create. Le copie possono essere create ad una distanza massima di 3 metri dall’utilizzatore. Le copie possono allontanarsi dal ninja che le ha create di circa 10 metri, superata questa distanza si dissolvono. La resistenza agli urti è minima, infatti ciascuna copia è distrutta appena subisce un qualsiasi contatto. Il numero di cloni creati non deve mai superare il massimo espresso sotto. Un clone che non fa nulla di particolare dura 6 turni mentre un clone costretto a correre o altro dura solamente 3 turni. I cloni creati con questa tecnica non possono attaccare ne simulare un attacco. Possiedono però la controparte illusoria di qualsiasi arma base in possesso del loro creatore. Possono muoversi camminando o correndo, abbassarsi e muovere gli arti con media velocità, e saltare. Non possono fare tecniche e non hanno forza. Se toccati svaniscono.
[massimo copie: Studenti 3, Genin 5, Chunin 7, Jonin 12, Sp Jonin 15]
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 6 / Consumo di Chakra: Bassissimo per Copia)

Tecnica Superiore della Moltiplicazione del Corpo - Kage Bunshin no Jutsu
Villaggio: Tutti
Posizioni Magiche: Una
Descrizione: Questa tecnica permette di creare dei cloni simili in tutto e per tutto al ninja che li ha creati. Le copie possono essere create ad una distanza massima di 6 metri dall’utilizzatore. Le copie possono allontanarsi dal ninja che le ha create di circa 30 metri, superata questa distanza scompaiono creando una piccola nuvoletta di fumo. Un clone che non fa nulla di particolare dura 12 turni mentre un clone costretto a correre o altro dura solamente 6 turni. I cloni creati con questa tecnica possono attaccare, le loro caratteristiche di velocità e forza sono equivalenti a quelle del creatore. Inoltre possono fare tecniche, utilizzando il proprio chakra. Possono muoversi camminando o correndo, abbassarsi, muovere gli arti e saltare. Se toccati la loro consistenza è fisica.
Costo, resistenza e chakra posseduto dalle copie seguono questo schema:
[Chunin: consumo Medio per copia, distrutte con qualsiasi danno, chakra posseduto Basso / Jonin: consumo Medio-Alto per copia, distrutte con una ferita leggera, chakra posseduto Medio-Basso / Sp Jonin: consumo Elevato per copia, distrutte con una ferita media, chakra posseduto Medio-Alto]
Solitamente le copie possiedono solamente il 20% delle armi base dell’originale, ma con un ulteriore consumo Basso possono essere dotati di un’arma a scelta (che però deve essere presente nella scheda di chi utilizza la tecnica).
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 3 / Consumo: Variabile)


La prima genera copie illusorie con le caratteristiche messe nella descrizione, ed è la tecnica che voi conoscete, la seconda genera copie reali, che possono agire, attaccare ecc.. In questo post hai fatto largamente uso di copie illusorie in maniera scorretta, spacciandole per reali. Leggete le tecniche prima di applicarle!
2)Il nostro GDR, sebbene si basi sul mondo di Naruto, costituisce una"dimensione a sé stante", non si sono verificati gli eventi del mondo di Naruto nel nostro GDR (attacco di Orochimaru e Pain, Akatsuki ecc). In questo modo non puoi in nessun modo essere parente del 4° Hokage, non essendo esistito nel nostro GDR come personaggio.
3)Forse non hai colto la sfumatura, dal mio MP, di come dovevi descrivere l'incontro con Kiba ecc.. innanzitutto non siamo dentro il casolare ma all'aperto, (tu hai scritto che ci trovavi nel locale) ma soprattutto come ho detto a dad, non puoi "manipolare" i PG altrui: non puoi far dire a KIba quelle parole esatte attraverso un dialogo, ma avresti dovuto esprimere gli stessi concetti attraverso un discorso indiretto, in cui al tuo PG veniva spiegato cosa dovevi fare.
4)Nel combattimento sei stato autoconclusivo. Cito testualmente:
CITAZIONE
Mi lanciai all'attacco con tutta la velocità che avevo. Pensai ad una veloce strategia: estrassi velocemente due kunai e li lanciai contro una copia. Il primo ad altezza testa ed il secondo ad altezza gamba. Il secondo kunai sarebbe dovuto a distogliere lo sguardo da me,almeno per un paio di secondi e a far balzare indietro la copia. Questa, concentrata sul mio attacco, non aveva notato che avessi prodotto anch'io un clone. Un paio di secondi dopo la mia copia era a 10 centimetri dalla sua copia. La colpì con un pugno, ad altezza petto, e la mia copia sparì in una piccola nube di fumo. Non credeva ai suoi occhi.

Oltre ad alcuni evidenti errori nell'uso dei verbi e della correttezza linguistica, ti ho segnato in giallo tutti i verbi usati in maniera scorretta, all'indicativo invece che al condizionale.. In rosso ti ho evidenziato tutto ciò che hai fatto fare alla copia del mio PG.
Per la spiegazione, ti invito a leggere la valutazione di dad99 in quanto avete commesso lo stesso errore.
In realtà tutto il resto del combattimento presenta la medesima struttura errata.
Per quanto riguarda gli Slot, (anche qui hai sbagliato) essi consistono, brevemente, nel numero massimo di azioni che puoi fare in un post. Ho linkato nel post di valutazione precedente un topic in cui sono descritte in maniera mirabile le regole da seguire in un combattimento. Ti prego di leggerlo.
Al tuo grado, (Studente energia Bianca), hai a disposizione uno slot azione ( due attacchi fisici ed un lancio di max tre armi contemporaneamente ) e uno slot tecnica (in questo post, a causa di una mia dimenticanza, tutti voi avreste potuto usare massimo 2 tecniche, un taijustu e un ninjustu per completare l'esercizio, ignorando per questa volta il regolamento).
Tu hai usato una marea di tecniche nel tuo attacco, tant'è che, se vai a fare i conti, sei andato circa a -20 della tua scorta di chakra, segnando, idealmente, la tua morte (senza chakra non c'è vita).
Non voglio sembrare un bastardo, sto solamente cercando di sottolineare tutti gli errori al fine di farvi migliorare. Essendo questo il tuo primo post avrò, come ho avuto per i tuoi colleghi, un occhio di riguardo, ma dai prossimi pretendo un miglioramento, seppur minimo.
[Ho omesso di notificare gli errori di grammatica in quanto "secondari" (neanche troppo) rispetto ai primi, ma devi stare attento anche a quelli. Rileggi più volte il post, anche ad alta voce, per eliminarli]




Ragazzi, che dire, questo turno è stato più deludente del primo, ma non è il caso di farne un dramma. Rimbocchiamoci tutti le maniche e conquistiamo questo titolo di Genin.
L'avrò ripetuto troppe volte, ma lo farò ancora una volta. Voglio che i dubbi sui regolamenti, prove, esercizi ecc vengano esposti QUI, in modo da evitare errori sciocchi come il fraintendimento di una richiesta o di un regolamento. Mai prima un sensei aveva aperto un topic apposta per i propri studenti, penso di essere il primo a fare una cosa simile. Sfruttate tutti i mezzi di cui disponete!

Entrò sabato posterò con un nuovo esercizio. Vi anticipo, dad99 e Dudek, che voi due, prima di affrontare questo nuovo esercizio, sosterrete la prova di combattimento una seconda volta, come recupero della prima.
Pensate bene ad eventuali strategie, semplici ma efficaci. Trash tu sosterrai direttamente la prova successiva avendo superato senza errori la precedente.
Se mi permettete, vi do un consiglio: se vi do 4 giorni di tempo per postare, è perchè so che serve più o meno quel tempo per scrivere un post completo e corretto in ogni sua parte. Io sono contento se voi postate prima, così ci sbrighiamo a finire il corso, ma è meglio andare più lenti ma ottenere una buona qualità piuttosto che andare d fretta e fare le cose male.
Il potenziale ce lo avete, dovete solamente applicarvi per convogliarlo, indirizzarlo verso la strada giusta

 
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~Daniele
view post Posted on 10/3/2012, 16:04




Narrato
Pensato Kiba
Parlato Kiba
Altri PG
Parlato Akihiro
Pensato Akihiro


Yawwwwn!
Un lungo ed ampio sbadiglio si materializzò sul viso del ragazzo. Quel riflesso, dalle caratteristiche ancora parzialmente sconosciute alla ricerca umana, esplicava in maniera così esaustiva la sua condizione che neanche un poema epico o una ballata avrebbe potuto illustrare, In un istante, tutta questa situazione, l'incarico commissionatogli dai funzionari del villaggio, il viaggio fino all'isola di Nagi, il compito di insegnare a due ragazzi l'arte dello shinobi.. un'enorme seccatura, che impediva al giovane di dedicarsi ai suoi giornalieri allenamenti. Tutta questa faccenda si stava rivelando un ostacolo al suo desiderio di divenire più potente.
I due ragazzi, un po' troppo grandi, secondo l'Inuzuka, per fare l'Accademia, si trovavano di fronte dinanzi a lui, quasi in un atteggiamento di assoluta riverenza e rispetto. Quell'atmosfera, in effetti, lo appagava, costituiva una sorta di palliativo al disagio che l'incarico gli provocava.
Il corso era ufficialmente iniziato. I tre si trovavano sulla piana appena di fronte al casolare: una leggera brezza di vento sferzava la zona, piegando l'erba al proprio volere e facendo oscillare le leggere fronde degli alberi poco distanti dalla loro posizione. In aggiunta a questa elaborata armonia, si poteva udire l'infrangersi delle onde sulla scogliera dell'isola.
I due studenti, diligentemente, si erano presentati a lui e reciprocamente. Uno era un Uchiha, mentre l'altro, lo straniero proveniente da Kiri, si chiamava Sanbo Hozuki.

Uchiha, eh?.. Strano, non ne ho visto molti di recente.. l'ultimo esponente conosciuto è un Chuunin dalle doti molto particolari, per non dire strabilianti, ma di lui non si hanno avute più tracce..

I due ragazzi sembravano determinati, seppur mostrassero una maschera di timidezza dovuta alla situazione in cui li aveva costretti a trovarsi. Dopo il rapido scambio di informazioni, Kiba aveva illustrato loro il primo esercizio da svolgere. Avrebbero dovuto provare la loro abilità nelle arti marziale ed in quelle magiche applicate ad un combattimento. Certo, questa era solamente una simulazione di un combattimento, ma lo scopo dell'esercizio era testare le conoscenze dei due. Non si aspettava, infatti, che gli stessi sapessero controllare il Chakra più o meno precisamente, o che sapessero agire secondo strategie più o meno efficaci. Affinare queste abilità sarebbe stato una diretta conseguenza dell'azione dell'Inuzuka.
Osservò prima i movimenti del Kiriano: nonostante una forse troppo ponderata riflessione su cosa fare, e una leggera imprudenza nell'avvicinarsi troppo all'avversario, che sapeva essere inoffensivo, il ragazzo si comportò egregiamente sia nel Taijustu che nel Ninjustu, mostrando forse un'abilità già leggermente superiore a quella di un semplice studente.
Lo sguardo ricadde, poi, sul giovane Uchiha: questi, in maniera più impulsiva, si lanciò contro la prima copia, attaccandola con una rudimentale, ma efficace combinazione di colpi che finì per avere successo. Cosa che non si può dire nel caso del secondo avversario: il giovane scagliò un kunai verso la copia, che facilmente evitò il dardo saltando in aria. All'attacco, lo studente concatenò un Katon molto comune al villaggio, mirando però non al punto in cui si trovava la copia, ma a lato. L'effetto fu che la sfera di fuoco andò a vuoto, creando solamente un grosso polverone. La copia approfittò per avvicinarsi furtivamente a quest'ultimo, estrasse un kunai e, fissando stupito gli occhi dello studente, lo trafisse. Naturalmente, essendo la copia puramente illusoria, come la sua arma, l'attacco non poteva causare nessun danno se non un po' di paura. La copia, al contatto, scomparì.

Che delusione...

Si ritrovò a pensare Kiba, dovendo constatare l'inferiorità del suo compatriota rispetto allo straniero. Con un cenno indicò i due di seguirlo all'interno del casolare, in modo da permettere loro di rifocillarsi e di riguadagnare le energie spese. Al loro livello, la quantità di chakra da loro posseduta era esigua, ed un uso improprio di esso avrebbe potuto causare gravi danni allo loro salute.
Una volta dentro il locale, egli cercò con la sua mano un paio di tonici contenuti nella sacca appesa alla vita. Una volta acciuffate le due pillole dal colore scuro, le lanciò una a ciascuno dei suoi allievi.

Mangiate quei farmaci, sono dei tonici in grado di stimolare il vostro organismo a rigenerare il Chakra consumato per eseguire le tecniche che mi avete mostrato

Kiba aspettò che entrambi ingoiassero la pillola e che sortisse il suo effetto terapeutico: erano necessari, infatti, pochi minuti prima che i due giovani avvertissero quel senso di vigore dovuto al rifiore delle proprie energie.
Proprio mentre il Chuunin stava per spiegare cosa avrebbero affrontato successivamente i due studenti, la porta del casolare venne aperta mostrando un giovane ragazzo varcare la soglia.
Kiba rimase per un istante in silenzio, stupito dalla presenza di un ragazzino in quell'isola deserta. Inoltre Kiba non aveva percepito la sua presenza per tutto il loro soggiorno, e ciò significava che questi doveva essere appena giunto sulla terraferma. Il giovane si presentò come Exo Namikaze, e gli porse un rotolo, che Kiba afferrò, lesse velocemente e lanciò in una delle sue tasche. In esso erano contenute tutte le informazioni sullo stesso, e di come dovesse insegnare anche a lui le vie dei ninja.
Annoiato da questa nuova seccatura, ritenne più sensato tornare all'aperto per sottoporre alla stessa prova il nuovo studente e proseguire il corso uniti. Uscì dal locale, sentendo che i tre lo avrebbero seguito. Akamaru, che era rimasto all'aperto, percependo l'avvicinarsi del proprio compagno si avvicinò alla porta, mostrandogli tutto il proprio affetto non appena lo vide uscire.

Buono Akamaru, ti voglio bene anche io.. Su, fermo...ecco bravo

Il cane, ancora nel pieno delle sue feste, seguì fedelmente il proprio padrone muoversi verso Est, avvicinandosi al limitare della foresta. Qui spiegò nuovamente l'esercizio ad Exo e creati due Bushin, studiò il suo comportamento.
Lo studente scagliò due kunai contro la copia, la quale li evitò agilmente con un semplice scarto sulla propria sinistra: la mossa doveva costituire un diversivo solamente per la creazione di un Bushin che simulasse un attacco frontale, mentre quest'ultimo, saltando, avrebbe attaccato dall'alto. Una strategia fallace, in quanto la copia di Exo passò attraverso il corpo illusorio di Kiba, essendo entrambi proiezioni, immagini incorporee. In questo modo anche il colpo reale andò a vuoto, avendo la copia fatto semplicemente un balzo laterale per schivare il veloce calcio caricato. L'attacco alla seconda copia si articolò inizialmente con l'esecuzione di una Bushin no Justu in modo da confondere la copia. L'originale si avvicinò a Kiba tentando di colpirlo, ma l'attacco era stato portato in maniera disordinata tant'è che la copia riuscì facilmente a evitare tutti i colpi. Successivamente Exo tentò, saltando sulle spalle di una delle sue copie, di sorprendere l'avversario con un Ninjustu, ma il risultato fu un'esecuzione impacciata che portò al fallimento della stessa tecnica. A quel punto, prima che lo studente potesse continuare, Kiba sentenziò:

Basta così,

L'attacco si era risolto in un disastro, e per questo Kiba aveva interrotto quello spettacolo impacciato. Dopo aver consegnato un tonico anche a lui, si rivolse a tutti e tre

Voi non lo avrete notato, ma voi siete incapaci a controllare il chakra. Prima che qualcuno mi interrompi inutilmente affermando che ciò è falso, in quanto siete in grado di eseguire tecniche rudimentali, voi non sapete controllare con precisione il chakra impastato, rischiando di esaurire le vostre esegue riserve di chakra.. Quindi adesso imparerete a farlo: con il seal della Pecora concentrate il chakra e convogliatelo nei piedi. Una volta che siete sicuri di aver concentrato la giusta quantità, camminate sull'albero di fronte a voi..

E per dare una dimostrazione della sua sanità mentale, concentrò il chakra nei piedi e si arrampicò sull'albero, arrivando a circa 5 metr d'altezza. Si girò e osservò gli studenti.

Bè, facile no? Voi arrampicatevi correndo, vi risulterà più facile. Segnate la corteccia con un kunai per ricordarvi a che quota siete giunti. Potrete considerare l'esercizio svolto se supererete almeno i 10m di altezza.

Poi rilasciò il chakra, cadendo al suolo, eseguendo un'agile capriola, atterrando in piedi, come se nulla fosse mai successo.
Prima che i tre iniziassero l'esercizio, Kiba ritenne necessario che i due Foglioso ripetessero l'esercizio precedente.

Te Saanbo, puoi eseguire direttamente l'esercizio, voi altri, invece, prima ripeterete l'esercizio. Ripensate ai vostri errori e cercate di non deludermi.. Raccogliete le vostre armi e poi cominciate

E con dei rapidi sigilli, altre 4 copie apparirono ai suoi lati, consce della loro funzione.



Incarichi Post
Scadenza: 14/03/2012 23.59
Come scritto nel post, ho scritto i vostri incarichi. Ho dovuto un po' modificare il post per renderlo coerente con le cose scritte da voi, mi raccomando, non siate più autoconclusivi e prima di scrivere leggete bene gli elaborati degli altri per farvi un'idea esatta della situazione. La prova è quella di arrampicarsi sull'albero col chakra, e solamente Trash ha diritto a eseguirla immediatamente, avendo superato la prova precedente. Voi due, dad e Dudek, come mi avevo accennato, ripeterete l'esercizio con le stesse modalità, questa volta però rispettando pedissequamente la regola degli Slot, quindi ne eliminerete una con un Ninjustu e l'altra con pungi/calci ecc rispettando i limiti imposti al vostro Grado. Vi è stato spiegato più volte come devono essere usati, non sono ammessi errori.
Una volta concluso l'attacco (tutto da costruire con il condizionale), senza che Kiba dica nulla, eseguirete l'altro esercizio. Soprattutto per quest'ultimo, voglio leggere come i vostri PG (qua sei incluso anche te Trash) tentiate di eseguire l'esercizio, e di come arrivate a completarlo in maniera corretta. Inutile dire che non riuscirete con un paio di tentativi. Mi sembra sia tutto, per il resto, in Supporto GDR
 
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Trash.
view post Posted on 11/3/2012, 16:45





CITAZIONE
Narrato
“Pensato”
«Parlato»

Atto II: Il duro allenamento



La strategia era andata a buon fine. La rapida rotazione mi aveva permesso di incrementare la rapidità del calcio, e non badai a scuse nel scagliare il violento colpo al livello del busto del clone. Senza che potesse emettere un gemito o altro, svanì in una piccola coltre di fumo bianco. “Perfetto!” fiducioso nel poter completare anche la seconda sequenza, mi voltai di scatto dopo aver afferrato un kunai. Lo scagliai con perfezione tra le gambe del clone, che istintivamente si spostò, e senza indugiare composi alcuni seal, concentrando il chakra in gola. Gli avrei sguinzagliato contro una tecnica micidiale. Sentivo il gelo e il vento che balzavano da una parte all’altra del mio corpo; il processo di caricamento durò solo pochi secondi, quel che bastava per non permettere al clone di atterrare. Spalancai le fauci e rilasciai il mio attacco: una ventata di aria gelida investì il mio nemico causandogli delle ustioni da congelamento, facendolo svanire in un nuvoletta come il suo sosia prima di lui. Sollevato dall’esser riuscito nella fatica, mi rimisi in piedi e andai a riprendere il kunai. Improvvisamente un bagliore e un calore incredibili avvolsero l’area di combattimento. Il mio compagno di squadra, Rey Uchiha del clan Uchiha, aveva appena scaricato una formidabile tecnica di fuoco contro... il nulla. Già, proprio contro il nulla, perché il clone suo nemico invece che spostarsi lateralmente come aveva probabilmente pensato il giovane, era volato in aria, e con un rapido movimento prese alla mano un kunai. “Un momento... – pensai nel vedere il movimento inconsueto del clone – ma queste copie non dovrebbero attaccare! Perché quella invece si arma?” Il clone, ormai prossimo al mio compagno caricò il fendente e lo trafisse. «No!» mi lasciai scappare un’esclamazione carica di sgomento. Tuttavia il clone svanì nel conseguire il colpo e il mio giovane amico rimase illeso. Che il clone lo avesse punito per la sua imprudenza? Chi lo sa?
Mi voltai di scatto verso Kiba, che pareva un poco deluso, e la prima cosa che mi balzò alla mente fu “Ho fatto cagare.” Ci fece cenno di seguirlo, e così entrai nuovamente nel casolare, lasciandomi alle spalle il cagnone Akamaru. Una volta dentro, il sensei offrii a me e al mio compagno di corso delle pillole scure, una ciascuno, asserendo si trattasse di tonici stimolanti in grado di rigenerare in poco tempo il chakra perso. “Questa è droga!” pensai. Da fuori provenivano dei fruscii, ma convinto che si trattasse del soffio del vento non prestai la dovuta attenzione. Improvvisamente un ragazzo, dagli occhi e dai capelli blu varcò la porta. Rimasi stupefatto e nella stanza calò un silenzio tombale. Chi era? Che cosa voleva? Domande alle quali riuscii trovare ben presto una risposta. Il suo nome era Exo Namikaze, studente di Konoha. Istintivamente mi voltai verso il mio compagno cercando uno sguardo di complicità, chiedendomi se i due si fossero mai incontrati. Porse al maestro un rotolo di presentazione e questi, dandogli una rapida occhiata ufficializzò l'entrata della nuova seccatura come compagno di corso. Uscimmo tutti quanti all’aperto accompagnati dal latrato del cane ninja. Com’era facile aspettarsi, Kiba decise di sottoporre il nuovo arrivato allo stesso “battesimo del fuoco” affrontato anche da me e dal mio compagno. Questi iniziò con una confusionaria serie di attacchi e quando il sensei ne ebbe a sufficienza, sentenziò con tono autoritario la fine della prova. Lanciò un tonico al suo compatriota e iniziò a parlarci della nostra incapacità nel controllare il chakra. Non lo presi come un rimprovero, anzi; lui ci stava semplicemente facendo notare quanto fossimo scandalosi. Poi parlò di arrampicarsi sugli alberi con il chakra, senza usare le mani in completa tranquillità. Raggelai. Mi pareva di sentire una barzelletta poco spiritosa, ma senza che potessi replicare chiedendo ulteriori spiegazioni, il sensei ci diede dimostrazione che i suoi non erano vaneggiamenti di qualcuno in preda al delirio. Con una calma e una semplicità disarmante camminò sulla corteccia dell’albero. Ci diede le linee generali per risolvere il problema e con agilità piombò a terra, di fronte a noi. Prima che potessimo iniziare, il sensei ci richiamò, impartendo ordini ben precisi. I due fogliosi avrebbero dovuto ripetere la prova con le copie. Dal tono delle sue parole non erano ammessi errori di alcun tipo. Poi si voltò verso di me. Io potevo cominciare già con la nuova sessione dell’allenamento. Tra me e me pensai “Ce l’ho fatta.”
Mi scostai dai miei compagni alla ricerca di un albero abbastanza alto da poter scalare con la nuova tecnica. Iniziai a riflettere sulle mie reali capacità e a sentirmi così superiore in confronto agli altri due studenti. Che cosa buffa. Nonostante uno dei due ragazzi fosse così motivato a causa di una travagliata infanzia non fu in grado, a differenza mia, di ottenere il consenso del sensei. Triste. Forse la sua convinzione e la sua grinta non erano poi così elevate. Pareva inoltre che fosse membro di un qualche strano clan del villaggio della foglia. Ne parlava con tanto orgoglio, tanto da darmi quasi rabbia. Non provenivo da nessun celebre clan ninja, nessuno nella mia famiglia aveva compiuto gesta degne di nota o protetto il villaggio in caso di necessità. Gli unici membri rilevanti della mia stirpe erano i miei due fratelli e mio zio, ma nessuno tra loro fu degno di un particolare riconoscimento da parte dei capi alti dello stato. Mio fratello Ichigo era un sensei d’accademia, mio zio era anch’esso un chunin, mentre l’altro mio fratello, Niicha, prima di tradire il villaggio era un genin, apparentemente uguale agli altri, ma infinitamente più potente. Poi, del mio compagno, costatai che nonostante facesse parte di un clan formidabile, in grado di vantare perfino un Doujutsu, non riusciva a brillare. Era goffo nei movimenti, non particolarmente scattante e non pareva munito di buoni riflessi. Insomma, gli ero una spanna sopra. Anche l’altro aspirante, proprio come il suo compatriota konohano, non pareva un portento, il che mi fece pensare. Possibile che su due studenti di konoha, nessuno dei due riesca a soddisfare le aspettative del maestro? “Bah! Incredibile.”
In un qualche modo fui in grado di accaparrarmi un bell’albero alto venti o trenta metri. Era davvero altissimo; così alto che pensai nessuno tra tutte le persone di Kiri avesse mai visto qualcosa di simile. Mi stiracchiai un attimo, ricordando le prodezze compiute poco prime contro le copie, il che mi rinvigorì, poi fissai il tronco del pino che avevo di fronte. La corteccia era così ruvida e scagliosa che pareva costituita da tante squame lignee. Lo toccai con il palmo della mano e mi lasciai andare alla poesia. Assaporai quegli istanti di piacere. Il vento che soffiava sopra le nostre teste era lo stesso scuoteva candidamente la massiccia chioma degli abitanti radicati nella foresta. Un così apprezzabile fruscio che cercai di carpire appieno chiudendo gli occhi. L’infrangersi delle onde sugli scogli, il crepitio dell’erba sotto i piedi e il dolce rumore dei rami mi coinvolsero in un tal modo, che di iniziare l’allenamento non volevo sentire ragioni. Poi furono la coscienza e il raziocinio a prevalere sull’istinto, ormai lontano in paesi immaginari. Mi scostai di qualche metro dal mastodontico fusto e afferrai il coltello. Il compito era semplice: arrampicarsi sull'albero senza usare le mani, facendo pieno affidamento a un poco di chakra convogliato sulle piante dei piedi. Con l’aggiunta di tre personaggi: un konohano, un kirese e un sunese, sarebbe venuta fuori una bella barzelletta, pensai. Incredulo, fissai i calzari ninja. “Davvero posso fare una cosa del genere?” alzai lo sguardo e capii fosse meglio iniziare. Feci una piccola corsetta verso il tronco e senza convogliare nessuna energia provai a correrci sopra. Riuscii a fare tre passi, ma oramai la forza era finita e la gravità reclamava il suo banchetto. Proprio all’ultimo passo spiccai un leggero salto all’indietro e tornai pressappoco alla posizione di partenza. «Hmm.» Ripetei il tentativo e marcai il mio limite con il kunai. L’altezza era all’incirca pari a due metri e mezzo, forse tre. Niente che anche una persona normale sarebbe stata in grado di fare. “Bene… da adesso è momento di usare il chakra.” Chiusi gli occhi e mi concentrai. Dovevo percepire il chakra sulla pianta dei piedi, e nonostante mi sforzassi, pareva tutto inutile: non riuscivo a convogliarlo. Mi scrollai di dosso la pressione della promozione e ricominciai a far muovere l’energia all’interno del corpo. Pareva sentirlo gorgogliare. Cercai di focalizzare il percorso effettivo per raggiungere i piedi, e una volta scorta la via, ci ammassai una massiccia quantità di linfa vitale. L’erba sotto di me iniziò a sventolare nel momento in cui feci confluire le mie energie. Confidando nelle mie capacità, mi scagliai contro l’albero lanciando un urlo di sfogo. Poggiai il piede sinistro, e fin lì, tutto apposto. Poi fu il turno del destro, ma non feci tempo a poggiarlo, perché la quantità di chakra era mutata improvvisamente, e senza rendermene conto fui sbalzato via con una potenza incredibile. Caddi a terra, ma attutii l’impatto con una capovolta all’indietro. Mi rialzai subito, e iniziai ad elaborare una teoria sul perché di quella reazione così violenta. Iniziai a far balzare gli occhi da una parte all’altra del bosco. Cercavo forse quella sensazione di pace che mi aveva pervaso prima di iniziare l’allenamento. Ruotai le spalle in modo da tenerle calde e fissai il mio nemico ligneo. Pareva un avversario temibile e iniziai a chiedermi se ci fosse qualcuno in grado di controllarlo. Così alto e così grande “Qualcuno dovrà pur aver provato a manipolare gli alberi.” Chiusi gli occhi e unii le mani nel segno della pecora. Feci fluire nuovamente il chakra nei piedi in quantità minore rispetto alla volta precedente, e studiai la distanza tra me e il pino. Sospirai un’ultima volta e mi lanciai verso il nemico, armato della mia sola forza di volontà. Rapidamente feci salire la prima gamba, poi la seconda; a differenza dei tentativi attuati senza l’utilizzo di quel mio fluido energetico, non stavo procedendo con lo sforzo delle gambe. Era una sensazione completamente diversa. Non erano le gambe a compiere il massimo sforzo, ma il chakra “E sta facendo davvero bene la sua parte.”
Stavo portando anche il terzo passo, quando improvvisamente mi sentii vuoto. L’energia se ne era andata ed ero prossimo a cadere rovinosamente, di volto, sulla corteccia dell’albero. Istintivamente poggiai la mano sinistra sul tronco, e facendo perno su quest’ultimo mi spinsi via; con la destra invece lo recisi all’altezza da me raggiunta. Piombai a terra, e capo chino, ancora spaventato dal rischio sventato, mi rimisi a riflettere sui miei errori. La cosa davvero difficile di quella tecnica era la modularità del chakra. Era complesso mantenerne la presenza costante e l’intensità invariata per tutta la durata dell’esercizio. La fronte mi si era inumidita a causa del forte carico di adrenalina che mi aveva investito poco prima. Tirai un sospiro di sollievo e ricominciai daccapo. Ricaricai i piedi per la terza volta, aumentando leggermente la quantità di energia, e mi lanciai nuovamente contro l’albero. Bruciai la distanza in pochi attimi e iniziai camminare sulla corteccia con incredibile naturalezza. Con quella quantità di linfa bluastra nei miei piedi ero riuscito a trovare il mix giusto per riuscirci. Giunsi perfino al quinto passo, il che stava a significare circa quattro metri e mezzo, forse cinque, di altezza. Mi gasai nel notare i progressi raggiunti in quel breve lasso di tempo, e fu proprio a causa di quello sbalzo psichico che il chakra aumentò a dismisura, esplodendo letteralmente sotto i miei piedi. Purtroppo non riuscii marcare il mio traguardo con un semplice fendente e fui costretto a lanciare la mia arma in modo da segnare il record. Poco male. Quello era il limite sotto il quale non dovevo fallire, pensai. Caddi a terra in maniera rovinosa, sotto una pioggia di schegge, ma non mi feci troppo male nonostante dalla mia bocca fosse fuoriuscito un gemito di dolore. Il capitombolo mi aveva completamente strozzato il fiato. Ansante, mi rialzai; le prime gocce di sudore da fatica stavano colando dalle tempie. Mi tastai le costole costatando di essere ancora tutto d’un pezzo e leggermente intimorito dal mio avversario feci fluire nuovamente il chakra nei piedi. Unii mani e piedi e con uno sforzo incredibile cercai di riottenere la stessa quantità di energia: quella che qualche attimo prima mi aveva permesso di raggiungere gli agognati cinque metri.
Concentrato, ma intimorito, mi scagliai contro la corteccia. Poggiai il primo piede, ma l’ansia mi vinse e scivolai malamente di testa sul tronco facendomi un male impensabile. La scena probabilmente era degna di uno di quei programmi divertenti, con i video di persone che fanno qualche cavolata causando un piccolo disastro, robe da scompisciarsi dal ridere, ma io, invece, stavo soffrendo in una maniera atroce. Ero caduto con la fronte e mi ero grattato sulla superficie ruvida e insidiosa del mio avversario, il che mi fece patire le pene dell’inferno. Lacrimai dal dolore e dopo che mi fui asciugato gli occhi inumiditi, controllai che nessuno avesse visto la mia colossale figura di merda. Non riuscivo a capacitarmene. Ero stato in grado di raggiungere un’elevata altezza appena un minuto prima, e invece che migliorare ero riuscito a peggiorare in maniera imbarazzante. Incredibile. “Come… come devo fare?” La frustrazione mi stava per vincere. Raccolsi le mani al capo e me lo cinsi con forza. M’inginocchiai ai piedi del mio avversario che, nonostante fosse oramai sventrato, continuava a tenermi testa, e iniziai a singhiozzare, forse per lo spavento, forse perché rassegnato. Mi salii una rabbia incontrollabile, e accecato, mi voltai di scatto e sferrai un poderoso pugno contro l’immenso pino. Nulla parve smuoversi, ed io, indolenzito e rassegnato mi voltai, diretto verso il mio sensei, pronto a comunicargli le mie difficoltà e i fallimenti. Improvvisamente un rumore dietro di me. Istintivamente voltai la testa in direzione delle radici dell’albero. Per terra, tra l’erba e gli aghi di pino, ecco apparire il mio kunai: era caduto giù, forse a causa del colpo sferrato poco prima. Tornai indietro e afferrandolo mi passarono davanti agli occhi i momenti in cui avevo combattuto contro i cloni. In seguito la mia mente spaziò in direzione delle considerazioni da me fatte minuti prima riguardo al divario tra me e i miei compagni, poi giunse ai pensieri fatti comparando la mia famiglia a quella di Rey, il pargolo del clan Uchiha, e al discorso tra me e me riguardo all’abilità innata. Passò anche illuminando immagini della mia famiglia, e tra i tanti volti passati in rassegna, si soffermò su uno in particolare. Niicha. I ricordi dell’odio provato quattro anni prima, mi rinvigorirono e tremante ritornai nel mondo reale. Deciso sul da farsi, feci ruotare il coltello con l’indice della mano destra, lo strinsi con vigore, e unii le dita in modo da poter convogliare il chakra. Sentii la linfa vitale scorrermi nel corpo e percepii una sensazione di potenziamento nel convogliare l’energia nei piedi. Mi sentivo migliorato nonostante non avessi fatto grandi progressi, e forte di questa convinzione scattai vigorosamente sull’erba, ed improvvisamente, senza quasi che me ne accorgessi, mi ritrovai a correre sull’albero. Mantenni la concentrazione al massimo e quando sentii che stavo per cedere, segnai il mio traguardo con il coltello, per poi lasciarmi andare a un salto mortale all’indietro. Atterrai dolcemente sull’erba, avvolto da una morbida brezza che mi arruffò i capelli. Guardai il segno fatto ed era circa due metri sopra al foro fatto con il kunai poco prima. “Ancora un poco.” Fiducioso delle mie capacità, senza indugiare oltre, scattai. Riuscii ad eguagliare la misura appena conseguita. Allora riprovai, riprovai e riprovai ancora. Fino alla nausea. Il chakra ormai sapeva dove andare prima ancora che lo concentrassi. Probabilmente era passata un’ora e mezza, forse due, da quando il sensei mi aveva dato l’ordine di scalare l’albero. “L’esercizio si può ritenere concluso una volta raggiunta dieci metri d’altezza.” Ricapitolai tra me e me. “Mi mancano tuttavia ancora un paio di metri, forse due, al massimo tre… ne ho ancora di strada da fare…” fatto il punto della situazione ripresi le forze e ricominciai ad allenarmi. Lentamente i miei segni salivano sempre più, fino a quando non capii che avevo raggiunto il mio traguardo. Non soddisfatto, però, continuai l’esercizio, conscio del fatto che aver conseguito una volta sola l’obiettivo in quel frangente non significava necessariamente l’aver appreso il segreto della tecnica. Chiusi gli occhi e cercai la forza all’interno della mia mente e del mio corpo. Il segreto era far combaciare i due pezzi del puzzle: l’energia psichica e quella fisica. Nonostante le mie lacune teoriche, riuscii a carpire il segreto fondamentale del chakra: se non si è in condizioni psicologiche adeguate o si è eccessivamente spossati non si è in grado di evocare la propria energia interiore correttamente. A grandi linee, pensai, doveva essere così. Concentrandomi riuscii a far unire le due parti dello stesso essere in maniera perfetta. Lo potevo sentire in maniera più che chiara. Era limpida la percezione del chakra. Lo sentivo così vivo come mai mi era successo in precedenza e ciò mi rese così gioioso che stentavo a riprendere l’allenamento. Fui investito da un'ondata di decisione e scattai veloce come il fulmine. Bruciai la distanza in poche falcate, poggiai un piede sull’albero, poi l’altro e continuai finché non mi accorsi di essermi invischiato tra i rami del pino. Ero salito davvero in alto, di gran lunga oltre l’obiettivo primario. “Ce l’ho fatta.” Con un sorriso beota sul viso iniziai a balzare tra un ramo e l’altro ridacchiando spensieratamente, convinto di essere riuscito a padroneggiare la tecnica in maniera esemplare: che errore madornale. Scivolai goffamente su un ramo, ma con un briciolo di chakra riuscii a fermarmi a testa in giù, e mi ci appiccicai, terrorizzato. Per un pelo avevo sventato la tragedia. Ancora tremante scesi dall’albero come un bimbo che ha recuperato il proprio pallone incastrato. Mi facevo pena, ma la paura mi aveva fatto da maestra. «Non fare più lo spavaldo.» continuai a ripetermi scendendo a terra. Nonostante l’ultimo incidente, mi ritenni più che soddisfatto di esser riuscito ad ottenere quel risultato in solamente un paio di ore. Sorrisi al pensiero di essere migliorato così tanto in solo un giorno di addestramento, e ripulii con qualche schiaffo i pantaloni dalla polvere. Tutto merito del sensei, probabilmente. Se non ci fossero state le sue pretese a spronarmi, probabilmente, da solo sarei riuscito a conseguire i medesimi risultati in non meno di due, tre settimane. Ripensando ai successi e alle poche soddisfazioni ottenute, costatai che nonostante fosse un brutto ceffo, mi sarebbe toccato essere grato anche ad Akihiro. E fu proprio riflettendo sulle angherie commesse a danni del sottoscritto da parte del compatriota, e sul mistero dell’abilità innata, che mi sedetti all’ombra del nemico sconfitto, aspettando il richiamo del sensei. «Fiuuu…» sospirai.












~Status:
Grado: Studente
Energia: Gialla
Chakra: 80/100
Condizione Mentale: Soddisfatto
Condizione Fisica: Provato dalle fatiche, ferita lieve alla fronte.
Consumi: Medio [20] (per arrampicarsi sugli alberi)
Recuperi:
Slot 0/1:-
Techiche 0/1:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento:
Kunai x 1 (recuperato)

~Edit:
Aumentato il consumo di chakra da Basso a Medio



Ho pensato fosse il caso di inserire un consumo basso per via dell'esercizio sostenuto. Non so se camminare sugli alberi costi di più o di meno, io ci ho messo un costo e mi auguro vada bene. Se bisogna modificare, fammi sapere dani.


Edited by Trash. - 11/3/2012, 20:14
 
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dad99
view post Posted on 11/3/2012, 20:35








CITAZIONE
parlato
pensato
narrato

Eravamo al campo di addestramento sull’ isola di Nagi, soffiava una debole e fresca brezza che ci accarezzava il viso asciugando il sudore; in lontananza, dato che eravamo vicino alla costa, si potevano udire le onde infrangersi fortemente sugli scogli. Io ed il mio compagno Saambo Hozuki avevamo appena finito di svolgere l’ esercizio. Kiba, dopo aver analizzato ad alta voce la prova e dopo averci spiegato gli errori commessi, ci portò all’ interno del casolare, qui ci diede due piccole pillole.

Cosa sono queste? Non ho mai visto delle pastiglie così… bho, serviranno pur a qualcosa.

Stavo per domandare al sensei cosa fossero quando venni preceduto dallo stesso che ci spiegò che, quelle piccole pastigliette, erano dei tonici e che servivano per recuperare il chakra sfruttato durante gli esercizi, dopodiché aver attentamente ascoltato la sua spiegazione, mangiai il tonico. Dopo pochi minuti fece effetto e subito mi sentii meno stanco, quindi mi avvicinai a Kiba per ringraziarlo quando la porta si spalancò ed entrò un’ altro ragazzo. Questo si presentò dicendo di chiamarsi Exo Namikaze, aveva più o meno la mia età, i suoi capelli erano di uno strano color blu; indossava, oltre ai pantaloni, solo un semplice gilè bianco ed a tratti azzurro. Dopo averlo osservato per bene notai un’ altro particolare: non aveva il coprifronte, probabilmente era uno studente. Exo si avviò con passo spedito verso Kiba e gli consegnò un rotolo che subito venne letto, dopodiché appresi che Exo Namikaze sarebbe stato il nostro nuovo compagno di allenamenti, poi uscimmo. Nello spazio di allenamento Exo eseguì la prova che noi avevamo appena finito di fare, quando ebbe finito, Kiba, illustrò anche a lui gli errori che aveva commesso. Quando ebbe dato un tonico anche ad Exo iniziò a parlare, prima affermò che noi non eravamo capaci di controllare bene il chakra e poi, prima che noi potessimo smentire le cose appena dette, ci spiegò il nuovo esercizio: dovevamo posizionare le mani in modo da comporre il sigillo della Pecora, questo sarebbe servito a convogliare il chakra in un punto qualsiasi del nostro corpo, in questo caso i piedi, infine avremmo dovuto correre su un’ albero fino a raggiungere un’ altezza di minimo 10m.

Ma questo è scemo… è impossibile eseguire un esercizio del genere… ci costringe ad effettuare una prova così difficile solo perché vuol bocciarci siccome, secondo lui, gli stiamo facendo perdere tempo… tsk

Ero fermamente convinto che l’ esercizio fosse impossibile da praticare quando Kiba, proprio per dimostrarci che l’ esercizio poteva venir realizzato, ce lo mostrò: prese una breve rincorsa e saltò verso l’ albero: incredibilmente i suoi piedi aderirono al tronco come se fossero attratti da una calamita e lui salì fino in cima, infine eseguì una capriola e ritornò con i piedi per terra. Ero sbalordito, in pochi secondi aveva eseguito, con incredibile facilità, un esercizio che io credevo impossibile. Sceso dall’ albero si avvicinò di nuovo a noi e ci diede la notizia che solo Saambo poteva provare ad eseguire il nuovo esercizio, io e Exo avremmo prima dovuto realizzare correttamente l’ esercizio che avevamo sbagliato prima.

Ecco, ci mancava solo questa: devo anche ripetere il primo esercizio… che noia… questa volta però supererò brillantemente la prova.

Subito Kiba creò altre quattro bushin, l’ esercizio cominciava. Io mi distanziai di qualche metro da Exo in modo che nessuno potesse darmi fastidio, poi iniziai ad elaborare una senjutsu.

Allora, la prima volta che ho eseguito questo esercizio sono riuscito a colpire la prima copia ma non la seconda, mi sembra quindi ovvio che dovrò concentrarmi di più sulla seconda, mentre per la prima eseguirò una combo simile a quella precedentemente utilizzata. Per la seconda penso di usare ancora la palla di fuoco suprema, dato che è l’ unico ninjutsu che può rivelarsi utile, il problema è che devo mirare bene alla copia in modo da non sbagliare. L’ ultima volta è stato un errore di deconcentrazione, mi sembrava di aver capito il prossimo movimento della bushin, che invece mi ha fregato. Questa volta rimarrò concentrato… costi quel che costi devo riuscire a superare l’ esercizio ed a far capire a Kiba che non sono inferiore a Saambo.

Mi sembrava di aver pensato bene a come evitare gli errori commessi la prima volta. così, prima di iniziare, raccolsi il Kunai lanciato durante la prova precedente, poi mi misi in posizione di combattimento.
Come prima cosa avrei lanciato un kunai in direzione delle gambe del mio avversario, questo sarebbe servito solo come diversivo, infatti dopo pochi secondi sarei partito con il vero attacco: avrei corso verso il mio avversario, quando gli fossi giunto davanti avrei mosso la gamba a mo’ di sferrare un calcio, quel movimento in realtà sarebbe servito solo per assicurarmi il successo del primo vero attacco: un pugno indirizzato verso lo stomaco del mio avversario. Se il primo pugno
Fosse andato a segno avrei fatto un passo indietro recuperando la stabilità e rimettendomi sui due piedi, infine sarei scattato in avanti cercando di colpire il ventre del mio avversario con una ginocchiata. Questi due attacchi molto potenti, portati in rapida successione, se avessero centrato il bersaglio avrebbero di sicuro sconfitto la Bushin.
Subito dopo aver portato i primi due attacchi corpo a corpo avrei cercato di fare un balzo all’ indietro, se la ritirata avesse funzionato avrei poi composto i seals necessari al prossimo ninjutsu: serpente,tigre,cinghiale,cavallo ed infine ancora tigre.
Se i sigilli fossero stati eseguiti senza interruzioni mi sarei voltato verso la seconda copia ed avrei pronunciato il nome del prossimo jutsu: Katon: Goukakyuu no Jutsu. Questa volta avrei mirato bene stando attento a non farmi confondere dalla copia, sarei rimasto concentrato fino alla fine.
Un getto di fuoco sarebbe partito dalle mie labbra diretto verso l’ avversario, sarebbe stato molto difficile da evitare, inoltre se avesse colpito l’ avversario per lui non ci sarebbe stato più niente da fare.

Questa volta credo proprio di averlo beccato, d’ altronde sarebbe quasi impossibile schivare questo jutsu…almeno credo. Devo dimostrare il mio valore, diventare genin…e vendicare mio padre.

Finito di eseguire la prima prova, senza rivolgere la parola al sensei iniziai il secondo, andai nella zona dove si era posizionato Saambo; quando fui li scelsi un’ albero abbastanza alto.

Allora, il sensei ha detto, e ci ha dimostrato che è possibile… ma come? Come farlo?!… Va bhe, io ci provo.

Mi misi in posizione davanti all’ albero, circa 2-3 metri; feci un lungo respiro e poi posizionai le mani nel segno della pecora cercando di convogliare il chakra nelle piante dei piedi. Dopo pochi secondi mi sembrò di esser pronto, quindi partii: corsi per quei 2 metri che mi sparavano dal tronco, quando gli fui vicino spiccai un salto appoggiando un piede sul tronco, provai fare il primo passo, improvvisamente però sentii una sensazione strana: come prima mi sembrava che i miei piedi rimassero attaccati come un calamita ora avevo la sensazione che questi avessero perso completamente l’ aderenza al tronco. In pochi secondi caddi strisciando il braccio contro la corteccia dell’ albero, sanguinava.

Maledetto Kiba… per colpa sua mi sono rotto il culo cadendo e mi sono ferito! Come faccio a scalare questo maledetto albero?!…Riproviamo… ce la farò prima o poi…spero.

Così, dopo essermi ripulito il pantaloni dalla terra ricominciai l’ esercizio. Ancora una volta unii le mani formando il segno della pecora, e ancora una volta partii spiccando poi un salto quando fui vicino all’ albero: questa volta riuscii a compiere il primo passo completo, ma poi caddi ancora.
Questa serie di cadute continuò senza progressi ancora per dieci minuti, all fine ero in preda a una crisi isterica, urlai:

Baaaaaasta!! Non ne posso più di questo esercizio, è impossibile!

Stavo per andare da Kiba a dirgli che io non ce la facevo più con questo esercizio e che avrei mollato tutto quando ripensai al motivo per cui volevo diventare un ninja.

Ma cosa sto facendo?! Se ora vado da Kiba e gli dico che non voglio più continuare l’ allenamento dovrò rinunciare per sempre al mio sogno di diventare ninja…non posso permetterlo… riuscirò ad eseguire quell’ esercizio, lo giuro.

Così ritornai all’ albero che avevo scelto, dovevo riuscirci. Mi rimisi, per l’ ennesima volta, nella posizione della pecora, corsi e saltai: questa volta riuscii ad eseguire quattro o cinque passi poi caddi, mentre cadevo però mi ricordai di segnare il punto dove ero arrivato con un taglio.
Caddi in piedi, stranamente, e guardai il taglio appena fatto: 3 metri.

Non basta, devo arrivare a 10 metri.

Provai un seconda volta, raggiunsi i 7 metri: ancora non bastava. Dovevo solo aumentare ancora di un pochino il chakra convogliato nei piedi, solo quello e sarei arrivato in cima.
Mi misi in posizione e mi concentrai per accumularne il più possibile, dopo vari minuti, quando mi sentii pronto, partii e corsi sull’ albero raggiungendo una grande altezza; qui segnai il punto con il kunai e poi scesi: 10-11 metri d’ altezza!

Ce l’ ho fatta…alla fine il trucco era capire come convogliare la giusta quantità di chakra nei piedi…mi sono rotto il culo…ma ne è valsa la pena.

Completato l’ esercizio mi avviai verso Kiba ed eslamai:

Bene, qual’ è il prossimo esercizio?


CITAZIONE
~Status:
Grado: Studente
Energia: bianca
Chakra: 30/50
Condizione Mentale: contento per essere riuscito ad eseguire l' esercizio
Condizione Fisica: stanco, ferita lieve al braccio.
Consumi: Medio [20]
Recuperi:
Slot 0/1:
Techiche 0/1:


~Armi ed Equipaggiamento svelati.
Kunai x 1 (recuperato all' inizio dell' esercizio)



</td></td>

</table>
 
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Dudek Rio Da Nova
view post Posted on 14/3/2012, 22:59




CITAZIONE
Pensato
Parlato
Tecniche
// Altro //
Narrato

Mentre mangiai il tonico, riflessi su cosa avessi sbagliato precedentemente. Non avrei dovuto essere così impulsivo. Stavolta andrà bene.

Ho poco chakra. Ma deve bastarmi per distruggere quelle copie. Questa storia mi sta snervando.

Alzatomi in piedi, mi misi le mani in tasca, e guardai dritto negli occhi la prima copia da affrontare. Le copie sono riuscite a schivare i miei colpi prima. Questo perchè erano facilente prevedibili. Adesso eravamo a circa 10 metri di distanza.

Devo conservare abbastanza energia per distruggere la seconda copia. Con questa, deve finire tutto e subito.

Dopo di diversi minuti, minuti di sguardi intensi e riflessioni, presi con la mano sinistra un kunai, ed attaccai.

Come prima mossa, gli avrei dato un pugno (mano destra) ad altezza testa. Se tale pugno fosse stato schivato, ruotando, avrei tentato una spazzata con la gamba destra alle sue gambe. Appena terminata la rotazione, di spalle alla copia, gli avrei "conficcato" il kunai nel petto.

//Slot azione (2 calci su 2, 1 arma su 3). 50 cp rimanenti.//

Scomparsa la prima copia, mi concentrai sulla seconda. Non avrei dovuto in nessun modo fallire. Non avrei neanche accertato l'effettiva scomparsa della prima, ma non me ne sarebbe importato niente.

Focalizzato il secondo obiettivo in mente, lo guardai dritto negli occhi, e mi misi le mani in tasca. Dopo minuti di sguardi, decisi di controllare, allora, tutto quello che mi rimaneva. Aperta due delle tasche della mia giacca, trovai la corda, lunga diversi metri ( otto metri su dieci, un pezzo lo tagliai ), una bomba flash (con i due metri di corda rimanente) , ed un paio di kunai.
Il vero combattimento deve ancora iniziare.
Iniziai a far palleggiare la bomba flash nella mia mano destra, pensando ad una strategia. Avevo un'unica occasione per prenderlo. E se avessi sbagliato? Sarei andato a casa? Sarebbe tutto finito qui? No, io dovevo continuare. Avrei dovuto eliminarla quella copia, nel bene e nel male. Palleggiando ancora con quella flash, riflessi sulla situazione. Non avevo molto per distruggerla. Una corda ed una sottospecie di palla accecante, che saranno mai? Avevo bisogno di altro. Nel frattempo, mi preparai al combattimento, con tono di sfida.

Se mi fossi avvicinato e gli avessi lanciato la corda, la probabilità di prenderlo sarebbe stata scarsissima. In effetti, c'era veramente poco da fare. Non potevo neanche creare un paio di Bunshin. Ma non potevo fermarmi lì a pensare per molto. Credevo che il mio asso nella manica sarebbe stata la bomba flash. Era l'unico modo per garantirmi un vantaggio sul mio avversario. Dopo un paio di minuti, mi scagliai contro di lui. Estrassi, in corsa, la corda di canapa e la bomba.
// L'azione che sta per avvenire è in corsa. //
Giunto ad una certa distanza da lui, sarei saltato. ( circa 2 metro e mezzo in alto, a 2 metri dalla copia). Una volta in aria, avrei lanciato la mia bomba al terreno. Se fosse andato tutto come previsto, ed il ninja avesse evitato il colpo, saltando in aria, o in altre direzioni, sarebbe caduto, per l'appunto, nell'unica trappola che avrei escogitato. Attaccata alla mia bomba, c'era un pezzo di corda di canapa, che si potraeva dalla mia mano destra fino alla bomba, per una distanza massima di due metri. Per questo, a circa 10 centimentri dal terreno, riuscii a frenare il contatto della mia bomba con il terreno, evitando un'esplosione inutile. Appena terminato il salto, con la mano sinistra, in cui vi erano gli otto metri restanti della corda, avrei cercato di afferrare una gamba della copia in volo. Se tutto ciò fosse accaduto, avrei attirato la copia verso di me, ed a 1 metro di distanza, avrei scaraventato a terra la corda della mano destra, permettendo alla bomba di esplodere. Il risultato fu una luce totale, per circa 10 secondi. Al termine del bagliore, la copia avrebbe dovuto riprendersi dalla confusione, ma avrebbe notato di avere le braccia legate alla corda. Al termine della corda, vi era acceso un fuoco, abbastanza grande, che la bruciava rapidamente. Incapace di usare le mani e qualsiasi tecnica, se non fosse riuscita a spegnerlo, la fiamma l'avrebbe raggiunta in 3 secondi. Io gli rivolgevo le spalle, a 5 metri di distanza, con le mani in tasca.

// Slot azione/tecnica esaurito. 30 cp rimanenti (Palla di fuoco Suprema)//


Dopo aver accertato l'effettiva scomparsa della copia, avrei dovuto svolgere un altro esercizio, di fondamentale importanza.
Il controllo del chakra. In quell'enorme luogo, cercai un posto tranquillo, dove poter svolgere l'esercizio, senza distaccarmi troppo dagli alberi. Dopo un paio di minuti, con mani rigorosamente in tasca, mi ritrovai di fronte ad un albero alto una trentina di metri. Senza dubbio una bella sfida.
Feci un respiro profondo, e mi concentrai.

Vediamo che so fare.

Abbassai il baricentro del mio corpo, cercai di concentrare quanto più chakra possibile nei piedi, e corsi a tutta velocità verso l'albero.

Appena feci tre quattro passi in corsa, sentii la forza di gravità trascinarmi inesorabilmente verso terra. Lesto perciò, estrassi il kunai, segnai il punto sull'albero, e balzai all'indietro.

E' più difficile del previsto, maledizione.

Mi fermai a guardare il punto che avevo segnato con il kunai. Due metri e mezzo circa.

Non ero molto soddisfatto, avrei dovuto fare molto meglio. Concentrai ancora tutto il chakra possibile sui piedi, e corsi verso l'albero. Nella corsa, sentii risucchiare verso terra tutta la parte del corpo dalla vita verso l'alto. Anche concentrando il chakra sui piedi, non ero capace di rimanere incollato all'albero, non riuscivo a sviluppare una forza capace di reggere il corpo e contrastare la forza di gravità.

Al fine di evitare una rovinosa quanto banale caduta, segnai il punto con il kunai, e balzai all'indietro.

Mi fermai a controllare ancora. Sta volta ero arrivato a circa 4 metri e mezzo.

Cercai di capire cosa avrei dovuto fare. Se non riesco a reggere la parte dalla vita in su, avrei dovuto quindi abbassare il baricentro. Il mio problema è che non riuscivo a fare tutto contemporaneamente:

Focalizzare il chakra, ed inserire più forza nel busto.

Per questo, prima di partire, mi abbassai, posi il busto in avanti (come per fare un inchino), posi una mano dietro di esso, una avanti, e partii a razzo. Arrivato a circa cinque metri, sentii ancora la forza di gravità trascinarmi verso giù. Cercai di focalizzare allora, quanta più forza possibile nella schiena, per cercare di rimanere in posizione perpendicolare all'albero.
Facendo ciò, persi parte del controllo del chakra sui piedi... per non scivolare, e sbattere contro l'albero, segnai ancora la posizione con il kunai. Mi lanciai all'indietro.

Ero poggiato su un ginocchio, sull'erba fresca, circondato da alberi, con lo sguardo fisso al terreno. Respiravo con la bocca, in quanto mi sarebbe servito molto ossigeno, dopo la "partitella" contro le copie.

Dopo circa 5 secondi, alzai lo sguardo di scatto. Ero arrivato a 7 metri e mezzo, ce l'avevo quasi fatta.

Riflettendo sulle dinamiche precedenti, avrei dovuto concentrare forza e chakra in posti diversi allo stesso momento. Non era la più difficile delle imprese, ma eravamo ancora all'inizio.

Respiarai profondamente per una trentina di secondi... dopo di ciò, strinsi la benda sulla fronte, impugnai con decisione il kunai, concentrai per l'ennesima volta il chakra sui piedi; e mi lanciai di tutta corsa. 10 metri correndo si percorrono velocemente, avrei dovuto mantenere la concentrazione per almeno 3 o 4 secondi, il tempo di percorrerli tutti.

O la va, o la spacca.

Appena toccai l'albero, cerca di imprimere quanto più forza sui piedi per andare più velocemente possibile. Arrivato sui 5/6 metri, sentii ancora tirare verso il basso.

Che rottura! Non devo fallire.

Prima che la gravità potesse avere alcun vantaggio, strappai un cosìdetto "colpo di reni", riuscendo però, stavolta, quanto meno a rimanere in piedi ed a correre. Stavo correndo sull'albero, è vero, ma mi stancavo a velocità tripla di una normale corsa.
Dovevo tentare il tutto per tutto, stringere i denti fino alla meta... Arrivato sui 9 metri, mi sentii un po' stanco, ma ce l'avevo quasi fatta.

Continuavo a correre, ed alla fine chiusi gli occhi per tutto l'acido lattico prodotto dal mio corpo. Giunto alla meta, a circa 10 metri e mezzo di altezza, lasciai il segno, e saltai indietro senza prima essermi fermato..


Guardai l'albero, intagliato con il mio kunai, e mi soffermai sull'ultimo di tali tagli. Dopo averlo fissato per due secondi, strappai un sorriso, e mi lascia andare sull'erba, sfinito, ma soddisfatto.
 
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~Daniele
view post Posted on 20/3/2012, 23:34




Narrato
Pensato Kiba
Parlato Kiba
Altri PG
Parlato Akihiro
Pensato Akihiro


Post Off Gdr
Kiba osservò i tre studenti eseguire i loro esercizi, e, nonostante vi fossero ancora delle imprecisioni ed imperfezioni, soprattutto da parte dei due che avevano ripetuto il combattimento, il Chuunin valutò tutte le prove come riuscite.
Il Kiriano si stava mostrando una spanna superiore rispetto ai Fogliosi, forse animato da un talento unico, precluso agli altri due. O forse era solo un fuoco di paglia, e presto gli altri due, sottoposti a duri allenamenti, avrebbero eguagliato se non superato il terzo in abilità e tecnica. Ma per il momento era stato Saanbo a mostrare il miglior e più preciso controllo del chakra, oltre ad un'abilità combattiva superiore.
Il sensei fece cenno a tutti e tre di seguirlo, e in pochi minuti si ritrovarono sulla costa pietrosa dell'isola, in modo da spiegare il nuovo esercizio.

Bene, voi due, diciamo che vi siete rimessi in carreggiata. Non sarò così indulgente in futuro..
Avete imparato a camminare sugli alberi con il chakra. E' un progresso, ma è ancora troppo poco, era un esercizio banale. fate questo invece..


Con una naturalezza quasi irreale il Chuunin poggiò i propri piedi sulla superficie liquida e, contrariamente ad ogni legge fisica, non affondò nell'acqua, ma rimase come sospeso su quella superficie. Probabilmente lo sguardo dei giovani era fisso sulla sua figura, increduli dello spettacolo che gli si mostrava,

Anche qua dovrete capire il segreto, proprio come per l'esercizio precedente: avete capito, deduco dal risultato ottenuto, che abbiate compreso come la concentrazione e la fermezza mentale fosse l'unico modo mantenere costante la quantità di chakra nei piedi.. qua è più o meno lo stesso..

E con fare enigmatico, sedette sul liquido cristallino, osservando i 3 ragazzini ancora in piedi sulla costa.



Incarichi Post
Scadenza: 24/03/2012 23.59
Scusate il post, ma sono molto impegnato. L'esercizio è analogo al primo, qua voglio una descrizione ancor migliore del post precedente. Dad e dudek, dovete impegnarvi tanto per la promozione quanto per ottenere l'energia Gialla.
Aumento il numero minimo delle righe a 65, ma tanto siete abbastanza bravi nello scrivere a lungo, non dovrebbe essere un problema. Ora dovete solamente migliorare nella qualità di quest'ultimi: più scriverete meglio più il corso tenderà a durare meno, così da farvi vivere l'esperienza reale del GDR.
Ps: le valutazioni del turno precedente le allegherò in coda in questo stesso post.
 
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28 replies since 22/2/2012, 18:04   804 views
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