Corso misto Kr-15

« Older   Newer »
  Share  
Shadow alkemist
view post Posted on 7/1/2013, 00:44 by: Shadow alkemist




CITAZIONE
Coro misto Kr-15

Sensei: Takashi Kinchou, proveniente da Oto
non fate troppo caso alla scheda, non l'ho più modificata dall'esame Chunin in poi, attualmente il pg è un chunin.

- Keita Mikawa, proveniente da Kiri

Alunni: -Ikkaku Akadou, proveniente da Oto
- Masahiro Izanagi, proveniente da Kiri
- Ray Kaguya, proveniente da Kiri

Paese in cui si svolgerà il corso accademico: Nagi, isola del Pease del thè. L'accademia si svolgerà
HR4M5

Tempo necessario per raggiungere l'isola: Da Oto 5 giorni; da Kiri 2 giorni.
Note aggiuntive: Il luogo d'appuntamento è un grosso casolare, situato sulla costa nord dell'isola; sia sul lato est che sul lato ovest, prima di incontrare le altre insenature sul mare, potrete osservare l'ostacolo naturale fornito da una piccola zona boschiva. Non c'è alcuna città nelle vicinanze.

CITAZIONE
Eccoci qui ragazzi, questo è il corso che dovremo svolgere insieme. Il modulo che leggete sopra, è la lettera che verrà spedita ai domicili dei vostri pg, che precedentemente avevano fatto domanda per entrare all’accademia del proprio villaggio. E’ bene farvi capire, a livello di trama del gdr, che non è affatto usuale una pratica del genere: un’accademia mista è vista con sospetto da molti nel mondo ninja. Questa nozione vi verrà chiarite meglio col mio post On Gdr.
Passiamo alle spiegazioni di base: Con i termini On Gdr e Off Gdr si intendono due cose molto diverse. Il primo rappresenta il post vero e proprio, quello che un qualsiasi player inserisce, dove appunto si muove il proprio personaggio. Off Gdr si usa per riferirsi a dei dati esterni, o ad esempio ad un sensei che dà indicazioni in post dove non muove il proprio pg, ma fornisce solo istruzioni (ad esempio ciò che state leggendo è un post Off gdr, avrete post del genere per le correzioni dei vostri post.). Per ora avrete il corso con un Sensei (l’altro è un png mosso un po’ da me, un po’ da voi, soprattutto dal ragazzo di Kiri) On Gdr, vedremo se più avanti potrò slegarvi dai miei post e potrete lavorare solo sulla base di indicazioni Off, prive quindi di una descrizione come quella presente in ogni singolo post On gdr.

Cos’è il Gdr? E’ un Gioco di Ruolo e pertanto va vissuto per divertirsi. Il divertimento però deve essere accompagnato da una certa abilità come giocatori, sia per avanzare di grado nel gdr, sia soprattutto per creare più spettacolo nei vostri post. E’ infatti fondamentale utilizzare un buon italiano, proprio per la natura narrativa di questo gioco di ruolo. Le descrizioni del paesaggio, delle armi, del proprio e degli altri pg (personaggi), delle emozioni, sono alla base del gioco. Fare un post approssimativo è altamente sconsigliato, sia per quel che riguarda il fine transitorio della promozione a Genin, sia per la giocabilità stessa del GDR. Non pretendo poesie, romanzi epici o roba simile, purchè si dia uno giusto spazio alle descrizioni fondamentali: l’importante è essere chiari, scorrevoli alla lettura e corretti a livello grammaticale. Errori gravi sono: sbagliare l’uso dell’accento per la lettera e (quindi confondere il verbo con la congiunzione), utilizzare in maniera errata le lettere a/o e il relativo uso dell’h (quindi confondere tra verbo e preposizione/ verbo e disgiunzione), mancare gli accenti alle parole che lo richiedono (che siano esse sostantivi,aggettivi o forme verbali), e l’utilizzo di costrutti come “a me mi” o “ma però”, sbagliare l’uso dei congiuntivi e dei condizionali. Tutte queste mostruosità sono assolutamente vietate, a meno che non vogliate farmi arrabbiare o svenire.
Ah dimenticavo altri 2 errori gravi da evitare: non si può usare il gergo degli sms, quindi niente “k” o abbreviazioni, né potete utilizzare faccine o emoticon varie: come dicevo poc’anzi questo è un gdr narrativo e pertanto è bello leggere dei post scritti bene.
C’è tutta una schiera di errori di secondo grado (non per questo dovete sbizzarrirvi), che indicherò nelle correzioni dei vostri post, man mano che li incontro; per ora mi limito a citarvene alcuni: punteggiatura scorretta, uso errato dei tempi verbali (questo è comunque grave), aggettivi a casaccio, ripetizioni (in italiano è sempre importante usare sinonimi o costrutti che vi permettano di evitare il riutilizzo continuo di una stessa parola. Ci sono casi in cui non esistono molte espressioni da poter utilizzare, là ovviamente non vi verrà segnalato nulla. Ogni 8/10 righi circa è possibile ripetere il termine, la lettura non sarà così appesantita dagli stessi termini. Comunque come avrete capito è bene avere un vocabolario vario.) e così via.

Nel Gdr è fondamentale mantenere il realismo: non bisogna ritenersi superman ed evitare ogni colpo, ma essere per l’appunto il più realisti possibile. Ad esempio ora siete degli studenti, difficilmente avrete delle grosse capacità di analisi nel combattimento, né sarete abili con le armi o i vostri attacchi molto forti, né tantomeno avrete delle buone caratteristiche fisiche. Uno studente non potrà mai, ad esempio, fare un balzo di 5m, cosa che un Jonin o tutt’al più un Chunin può fare. Nel gdr è importante non imbrogliare cercando di essere indistruttibili, altrimenti costringerete i gdr staff ad intervenire (nel caso un combattimento si blocchi per polemiche tra i due avversari) o a fine duello/accademia ecc. avrete delle forti penalizzazioni in termini di esperienza e ryo (oltre a perdere l’incontro, se deciso Off gdr, ossia dei gdr staff.). Man mano che andremo avanti con i post vi suggerirò un numero minimo di errori (On gdr, non di scrittura) che dovrete compiere, così entrerete senza problemi nella mentalità adeguata.

E’ anche importante chiarire una cosa, che spero abbiate già letto nei regolamenti: è vietato fare post autoconclusivi. Cos’è un post autoconclusivo? Ecco un esempio:
CITAZIONE
Naruto, dopo aver impastato il chakra, evocò una copia di se stesso,la quale si diresse contro Sasuke (l’ipotetico vostro avversario), colpendolo dritto in faccia con un forte e veloce calcio

Questo è uno degli errori più gravi che si possono commettere. Il gdr è strutturato a turni e perciò è importante dare all’avversario la possibilità di difendersi, né si possono descrivere nei propri post delle ipotetiche azioni del compagno/avversario che questi non ha ancora mai scritto. Ecco perché nel GDR è fondamentale utilizzare il periodo ipotetico. Esempio corretto:
CITAZIONE
Naruto, dopo aver impastato il chakra, evocò una copia di se stesso, che si sarebbe subito diretta contro Sasuke, per poi saltare a un metro di distanza e provare a sferrargli un calcio in piena faccia.

L’avversario, in base al realismo di cui vi ho già parlato, dovrà decidere se e come incassare od evitare il colpo. E’ inoltre scorretto (e vietato) sfruttare un attacco ipotetico in questo modo:
CITAZIONE
Naruto, dopo aver impastato il chakra, evocò una copia di se stesso, che si sarebbe subito diretta contro Sasuke, per poi saltare a un metro di distanza e provare a sferrargli un calcio in piena faccia; se Sasuke si fosse spostato con il busto verso destra, la copia avrebbe sicuramente modificato la traiettoria del calcio per colpirlo da destra verso sinistra; se invece Sasuke si fosse semplicemente abbassato, avrebbe calciato l’avversario utilizzato un colpo ascendente sfruttando così la potenza del tallone

Ciò non vuol dire che è scorretto fare strategie a lungo termine, o dichiarare di lanciare shuriken (esempio) in varie direzioni per prevenire alcune ipotesi di movimento avversario, ma è chiaramente errato lanciare un’offensiva e prevedere che questa si modifichi in base alla difesa che attuerà l’avversario, si finirebbe nell’errore di essere autoconclusivi e dare a colpo certo l’avversario.

Vi prego inoltre di inserire nel vostro primo post (sia in quest’accademia, sia in qualsiasi altra ruolata col vostro pg) una legenda tipo questa:
CITAZIONE
narrato
parlato
pensato
parlato Keita Mikawa

E’ quella che troverete in cima al mio post, voi potrete utilizzare la combinazione che più preferite, anche usare dei box in html per i vostri post, o aggiungere altri personaggi esterni (familiari, amici, altri ninja e via dicendo) e segnalarli nella legenda qualora siate intenzionati a far loro pronunciare delle parole in discorso diretto.

Mi dispiace essermi dilungato molto, ma mi sembrava giusto darvi il maggior numero possibile di informazioni. =)

Di seguito trovate il mio primo post, il cosiddetto post di presentazione. A fine post scriverò in spoiler ciò che desidero da voi. Sicuramente ho mancato delle indicazioni per farvi capire tutti i meccanismi del gdr, ma verranno fuori naturalmente. Se tutto il corso Off gdr si concentrasse in questo post, che senso avrebbe fare l’accademia? ;p

Bè buona accademia e buon divertimento. Non fatevi scoraggiare da eventuali errori o da una ipotetica bocciatura, sono tutte esperienze che serviranno a farvi crescere come giocatori (sono leggermente severo ù_ù) e nell’utilizzo dell’italiano (così al prossimo compito in classe di italiano prendere pure un bel 9).

CITAZIONE
narrato
parlato
pensato
parlato Keita Mikawa

Chapter one: A new "job" for the Spider
Oto, villaggio ninja dilaniato da ripetuti conflitti di potere: continue sfide che trovavano spazio vitale quasi unicamente all’interno di una dimensione oscura ai più, contenuti ed identità degli attori principali restano coperti da un velo di mistero; pochi, all’infuori della stretta cerchia dove poggia il potere decisionale, godono del diritto alla conoscenza… Ad osservatori esterni l’andazzo della politica estera risultava piuttosto confuso, un incessante andirivieni tra l’attacco alle altre potenze e il duraturo isolazionismo, probabilmente a fini cospirazionisti. Non aiutava infatti a sfatare le teorie del complotto la quasi totale ignoranza di ciò che avveniva dietro le possenti mura perimetrali erte a protezione del Suono: speculazioni teoriche su esperimenti macabri e potenzialmente distruttivi erano all’ordine del giorno, una propaganda continua volta alla creazione, nella popolazione degli altri Grandi Paesi, dell’immagine fantasmatica di un potenziale nemico sempre pronto a entrare in guerra… Quanto queste elucubrazioni siano realistiche non è dato saperlo, nemmeno agli stessi cittadini dell’Otokagure. Deficit di democrazia? Probabilmente sì, ma chi può permettersi di preoccuparsene in un mondo basato sulla supremazia territoriale del più forte? Il villaggio del Suono, come i suoi stessi abitanti sanno, ha una storia molto meno ricca e di breve durata rispetto a quella dei 5 Paesi principali e proprio per questo ha bisogno di rafforzarsi per difendere i propri confini da eventuali minacce, sempre troppo attuali. Eppure, anche se la giovane nazione può contare su ninja di prim’ordine, il rischio di un eccessivo isolamento non può che rappresentare un pericolo in caso di alleanza di due o più potenze decisesi a muover offesa nei confronti degli abitanti del Suono… E’ proprio per questo che la diplomazia del Consiglio, stavolta senza mietere nuove vittime, ha dovuto lavorare molto affinché fossero aperti degli spazi di collaborazione interstatale. La soluzione indicata prende spunto da un esempio illustre già offerto da Kiri, Suna e Konoha: i corsi accademici inter-regione. Pratica nuova per l’intero mondo ninja, che da sempre ha la tendenza a mantenere segrete: tecniche, metodi d’insegnamento e la crescita di nuove e vecchie leve. Un’azione tanto originale quanto pericolosa, un azzardo politico che tuttavia poteva lasciare aperte le porte a modificazioni future degli assetti geopolitici nell’intero sistema ninja. Raffinata scelta d’allocazione del potere non comprensibile se non agli occhi esperti di chi partecipava appunto a quel misterioso Consiglio… Anche la selezione del sensei preposto allo svolgimento di un compito tutto sommato piuttosto delicato non era argomento da trattare con leggerezza. A seguito d’una non troppo lunga sessione consultiva, la scelta ricadde su un nome particolare: Takashi Kinchou, il figliol prodigo appena ritornato in patria dopo una lunga assenza parzialmente ingiustificata…
Il Ragno si svegliò di soprassalto, ritrovandosi a massaggiarsi i polsi che ancora portavano segni dell’erosione dovuta al giogo delle catene a cui era stato sottoposto per un periodo dalla lunghezza non ben precisato… Nonostante fosse ritornato ad abitare la casa in cui era cresciuto, non aveva ancora fatto l’abitudine a comodità come il dormire distesi su di un letto normale: era da molto che mancava dal villaggio, ma ancora maggiore era il tempo trascorso al di fuori di quelle stanze… Erano infatti passati almeno un paio d’anni da quando aveva sbattuto dietro di sé l’uscio di quell’abitazione inospitale, a tratti piuttosto tetra, dove aveva trascorso gli anni dell’infanzia e della prima giovinezza. La sua camera era relativamente spaziosa e caratterizzata da pareti spoglie, grigie, gli unici elementi costitutivi dell’arredamento erano una scrivania in legno, intaccato da tagli realizzati con la punta di un kunai, e un armadio in cui erano presenti alcuni degli indumenti ninja indossati dallo shinobi. Dalla finestra, posta sopra la testa del ragazzo, filtrava da dietro le ante la flebile la luce del primo mattino: evidentemente ancora una volta il suo corpo s’era rifiutato di concedersi un numero sufficiente di ore per riposare. Constatata l’impossibilità, o la non convenienza, di rigettarsi in un mondo onirico non di molto più tranquillo di quello reale, il giovane con violenza gettò a lato il lenzuolo e con un colpo di reni si rimise in piedi: quell’azione così brusca avrebbe sicuramente fatto del male all’anima di qualsiasi pigro esistente a questo mondo.
Takashi non ebbe nemmeno il tempo d’interrogarsi su come gestire la propria giornata, che qualcuno gli offrì subito un motivo per acuire i sensi, pronto così a scattare ed intrappolare una nuova vittima: aveva infatti udito dei passi leggeri in direzione della porta di casa e temendo, o forse bramando, un’irruzione così diretta e così stupida si acquattò dietro l’uscio…
I passi, raggiunto il limite estremo, cessarono, per far posto a un altro suono quotidiano e familiare: l’estrazione di un qualcosa di cartaceo, che l’individuo all’esterno, ignaro della pericolosa presenza celata dietro quei sette centimetri di spesso legno, cercò di poggiare al suolo…
Di scattò la porta s’aprì verso l’interno e una mano rapida e forte si allungò fino a raggiungere in una morsa feroce l’esile collo di un uomo adulto, abbigliato da semplice fattorino. Per un attimo i suoi spietati occhi indugiarono su quelli terrorizzati dell’individuo caduto in trappola, si nutrì istantaneamente di quella paura, ma poi, resosi conto dell’inesistenza di una minaccia, lo liberò e gli strappò la lettera dalle mani.
Vattene, fu come un sibilo.
Inutile dire che lo sventurato postino non se lo fece ripetere due volte e scappò via il più veloce possibile, maledicendo la sua cattiva stella: se il buon giorno si vede del mattino, la sua giornata non poteva che peggiorare!
Richiusa la porta, Takashi si avviò in cucina e sedutosi su una sedia rigirò nelle mani la lettera recante, in ceralacca purpurea, il marchio ufficiale del villaggio del Suono, la croma. Rotto il sigillo venne a conoscenza dell’incarico che gli avevano affidato: sensei di uno studente di Oto e co-sensei di uno studente di Kiri. Aggrottò le sopracciglie, stupito e stizzito allo stesso tempo di dover svolgere un compito così poco attinente alle sue caratteristiche: era un dannato predatore, non una balia da quattro soldi!
Perché hanno scelto me?! Maledetti...
Non gli ci volle molto per pervenire ad una risposta: era divenuto membro inattivo di una comunità in cui aveva ripreso a vivere solo da poche settimane, volevano sottoporlo ad un test.
Dopo aver ricevuto al palazzo la carica ufficiale di Chuunin, conseguita nonostante il forfait forzato alla finale del torneo, v’era stato il silenzio più totale per ciò che concerneva missioni da svolgere per il proprio paese. Non si può certo dire che il Kinchou amasse la sua terra natale,né che avesse un innato nazionalismo, fatto sta che per vivere aveva bisogno di misurarsi costantemente con nuove e violente sfide. Aveva inoltre necessità di riguadagnare la fiducia delle alte sfere, forse informate sulla sua segreta prigionia, per andare fino in fondo ai misteri con cui di recente era venuto in contatto… S’era scoperto in passato pedina di un gioco perverso, mosso e regolato da attori sconosciuti, e una volta liberatosi dalle catene che l’avevano costretto a subire passivamente torture ed esperimenti della peggior specie, aveva deciso di distruggere quello schema e giocare con le proprie regole. Da allora una caccia più grande era iniziata e non v’era modo migliore per raccogliere le giuste informazioni che ripresentarsi come fedele componente della comunità.
Sebbene disgustato dell’idea di dover semplicemente svolgere la funzione d’insegnante a dei novellini, per di più in compagnia di un kiriano, avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco: si recò quindi all’ufficio collocamento più vicino per comunicare la sua adesione ufficiale… Non che avesse molta scelta in effetti, ad Oto gli ordini sono tassativi. Lasciò all’impiegato le direttive da comunicare, in formato scritto, allo studente con cui sarebbe dovuto partire l’indomani: Ikkaku Akadou si sarebbe dovuto presentare davanti alla porta est alle otto del mattino, provvisto di cibo e bevande per sostenere un viaggio di cinque giorni.
Svolte le pratiche burocratiche si dedicò quindi a ripulire le armi, potenzialmente utili in caso di conflitto con i kiriani od altre forze a lui sconosciute: era in effetti pronto a finire in un’altra trappola, ma stavolta avrebbe ucciso senza pietà ed esitazione chiunque avesse anche solo lontanamente provato a catturarlo, attaccarlo od eliminarlo.
Se credono che io sia facilmente manovrabile si sbagliano di grosso, non m’importa se dovessero rimetterci dei ragazzi innocenti.
Nonostante la rabbia in corpo, si stupì per un attimo a sperare che non si trovasse di fronte un idiota matricolato, nella speranza che l’ignaro ragazzino potesse cavarsela contro ogni tipo di pericolo rappresentato da mosse politiche più o meno velate da mistero. Tuttavia fu un attimo,un pensiero fugace ed innaturale: i suoi scopi personali erano altri e di certo non si sarebbe fatto trattenere da una filantropia ingiustificata. In ogni caso sarebbe partito l’indomani pronto a svolgere il nuovo lavoro.
La mattina successiva si vestì con la caratteristica canottiera nera, che lasciava pieno spazio alle sue sei braccia, e al di sopra d’essa mise anche il giubbotto grigio che gli avevano donato per ricoprire incarichi formali ed ufficiali in qualità di Chunin. All’interno delle tasche e delle sacche portaoggetti, che aveva in vita legate ad una cintura nera, inserì tutto l’equipaggiamento necessario alla battaglia ed infine si caricò sulle spalle un piccolo zaino marrone, dello stesso colore dei pantaloni, in cui inserì vettovaglie necessarie al mantenimento della sua persona per tutta la durata del viaggio e dell’addestramento. Si recò quindi con lieve anticipo al luogo dell’appuntamento dove avrebbe incontrato il suo “protetto”… Una volta esaurite le presentazioni, gli avrebbe rivolto, con tono duro, qualche breve frase per spiegargli il da farsi:
La prima cosa che devi sapere è che tutto ciò che dico per te è un ordine incontestabile. Viaggeremo lungo il confine sudorientale che separa il territorio del Paese del Suono da quello del Paese del fuoco, vedi di non avventurarti lì dentro per errore, neanche per pisciare. Tra circa tre giorni e mezzo dovremmo arrivare a un porto, lì noleggeremo un’imbarcazione. La meta è la pacifica isola di Nagi, ma questo dovresti già saperlo
Senza aspettare conferme il sensei si sarebbe voltato, dando le spalle all’allievo, e avrebbe iniziato a correre, sperando che il ragazzo potesse reggere il ritmo costante a cui l’avrebbe sottoposto: il viaggio sarebbe stato duro ed avrebbe temprato il fisico dello studente, ma Takashi non aveva certo l’intenzione di rassicurarlo o di scambiare lunghe chiacchierate amichevoli, al massimo si sarebbe limitato a rispondere a delle semplici domande, qualora gli fossero state poste.
Partirono quindi alla volta di Nagi, dove avrebbero incontrato il Mikawa e gli altri due ragazzini: il lungo viaggio era iniziato.
Alla fine del terzo giorno giunsero finalmente sul litorale: con la luna già alta in cielo, avrebbero superato l’ultima valle e si sarebbero trovati di fronte uno spettacolo emozionante: il candido riflesso lunare accendeva di mille diverse sfumature quella immensa pozza nera, la spiaggia veniva illuminata anche dalla fioca luce delle miriadi di stelle perfettamente visibili nella volta celeste sgombra da nubi: un clima perfetto per ammirare le costellazioni e per intraprendere un viaggio marittimo. I due avrebbero infine raggiunto l’imbarcazione che sola restava ancorata al piccolo molo… Pagato l’armaiolo avrebbero intrapreso la navigazione, alternandosi ai remi.
All’alba dello stesso giorno, Keita Mikawa in un’insolita giornata di sole, si preparò indossando una semplice maglia blu scura,dei pantaloni lunghi neri ed i consueti sandali dello stesso colore. Alla cinta portava due piccole sacche porta-oggetti: l’una di forma rettangolare contenente kunai e cartabombe, le armi d’assalto, e nell’altra, di forma rotonda, occultò dei fumogeni e dei tonici speciali. Anche a Keita la storia del corso misto non convinceva particolarmente e più di ogni altra cosa lo insospettiva l’identità segreta del suo collega. Ecco perché era psicologicamente pronto al peggio, non si sarebbe certo tirato indietro nemmeno contro un avversario più forte di lui. Aveva l’onere di formare i nuovi shinobi della Nebbia e doveva dare il massimo, con la speranza che questa nuova generazione, un giorno, avrebbe riportato in alto il nome del Kirikagure No Sato. Alle 8 si fece trovare pronto ad attendere i sui studenti, con aria seriosa e le braccia conserte. Non appena questi fossero arrivati, egli si sarebbe premurato di presentarsi:
Keita Mikawa, da adesso il vostro sensei. Le mie parole sono ordini e a Kiri conviene sempre obbedire agli ordini di un superiore…, accompagnò quest’ultima minaccia con un ghigno. Avrebbe poi spiegato ai ragazzi il percorso per raggiungere Nagi: si sarebbero imbarcati al molo sud, distante meno di 3 km dalla Porta della città ove si trovavano, ed avrebbero remato a turno su una piccola imbarcazione. Il Sensei fu il primo ad iniziare la regata, che avrebbe seguito un percorso praticamente rettilineo, mentre gli studenti si sarebbero dati il cambio ogni 2 ore: per un abitante del Paese dell’Acqua era importante prendere confidenza con il loro elemento naturale ed in più un po’ di esercizio alle braccia non avrebbe di certo fatto male. Il Mikawa desiderava veder eccellere i suoi allievi, soprattutto per lo stupido desiderio di primeggiare nei confronti del Suono. Solo a metà giornata i tre avrebbero preso una breve pausa per rifocillarsi, con degli Onigiri che il maestro s’era premurato di portare, per poi proseguire a tappe forzate fino a notte fonda: con la luna alta i ragazzini avrebbero avuto il permesso di andare a dormire, mentre il chunin dai capelli neri avrebbe proseguito senza soste a remare. I Kiriani sarebbero approdati sulle sponde nord dell’isola e si sarebbero spinti a velocità sostenuta verso l’obbiettivo: si imbatterono in una piccola radura ed attraversatola spuntarono su un largo spiazzo erboso dove era presente, proprio al centro dell’area, un casolare bianco e marrone in condizioni non molto felici. Superato il retro dell’edificio, si imbatterono nei due ragazzi provenienti da Oto: i cinque si sarebbero incontrati davanti il grosso casolare proprio nello stesso istante. Chissà che quella coordinazione non fosse solo il primo di uno dei tanti possibili punti di incontro fra i due gruppi…
Subito procedettero alle presentazioni, prima avrebbero parlato gli studenti, poi si sarebbero stretti la mano i due docenti:
Keita Mikawa, piacere di conoscerla esordì il Kiriano, sicuramente più intraprendente, benché un scosso dalla presenza di un essere dalle fattezze animali.
Il semi-aracnide, poco propenso a legare, si limitò a rispondere al saluto rivelando nome e cognome: Takashi Kinchou.
Quello strano gruppo s’era finalmente riunito, il corso su cui ballavano gli intrighi politici dei due villaggi stava finalmente per iniziare…

Allora spero che vi sia tutto chiaro, anche dalle spiegazioni nel post. Questo è il vostro primo post di presentazione, avete il compito di descrivere un po’ di tutto: il fisico del vostro personaggio, le emozioni (fondamentale proprio quest’aspetto), i due sensei, il paesaggio che muterà man mano. Descrizione accompagnata dall’introspezione psicologica. Come avrete notato, quando ho dovuto descrivere delle parti in cui c’eravate voi, ho dovuto usare quasi sempre delle formule ipotetiche, proprio per non precludervi, con l’autoconclusività, discorsi,azioni o descrizioni. Come vede ho lasciato molto spazio alla vostra fantasia per descrivere i percorsi, che sono tra l’altro opposti e perciò non rischiate di contraddirvi. Ricordate che, dato che non potrò rispondere personalmente alle vostre domande (nel prossimo post non posso mandare indietro la timeline raggiunta alla conclusione di questo mio post) cercate di crearle voi le risposte (o le non risposte) stando attenti a rispettare il carattere dei due insegnanti, che potrete evincere dagli spunti che vi ho lasciato, seppur sintetici. Mi aspetto un buon lavoro. La lunghezza non è importante, non dovete pareggiare il mio post, però vi invito a fare molta attenzione a questo primo post, che deve superare i 15 righi (dopo non vi darò alcuna limitazione, la presentazione però per me è fondamentale per iniziare a descrivere i vostri personaggi, sia per voi, sia per me in un secondo momento). Se preferite vi darò una scadenza temporale per i post volta per volta, per ora non ve la metto. Per qualsiasi dubbio potete scrivere anche qui o contattarmi via mp.
Buon lavoro, spero vi divertirete =)


Edited by Shadow alkemist - 14/3/2013, 13:30
 
Top
4 replies since 7/1/2013, 00:44   233 views
  Share