Corso misto Kr-14

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Shadow alkemist
view post Posted on 1/11/2011, 16:44




CITAZIONE
Coro misto Kr-14

Sensei: ????, proveniente da Konoha
non fate troppo caso alla scheda, è piena di errori perchè la feci appena nacque il gdr di Nsr, nel mentre poi abbiamo modificato tantissime cose ^^

- Keita Mikawa, proveniente da Kiri

Alunni: -Kinoris Hyuga, proveniente da Konoha
- Heidar Koga, proveniente da Kiri

Paese in cui si svolgerà il corso accademico: Nagi, isola del Pease del thè. L'accademia si svolgerà
HR4M5

Tempo necessario per raggiungere l'isola: Da Konoha 3 giorni; da Kiri 2 giorni.
Note aggiuntive: Il luogo d'appuntamento è un grosso casolare, situato sulla costa nord dell'isola; sia sul lato est che sul lato ovest, prima di incontrare le altre insenature sul mare, potrete osservare l'ostacolo naturale fornito da una piccola zona boschiva. Non c'è alcuna città nelle vicinanze.

CITAZIONE
Eccoci qui ragazzi, questo è il corso che dovremo svolgere insieme. Il modulo che leggete sopra, è la lettera che verrà spedita ai domicili dei vostri pg, che precedentemente avevano fatto domanda per entrare all’accademia del proprio villaggio. E’ bene farvi capire, a livello di trama del gdr, che non è affatto usuale una pratica del genere: un’accademia mista è vista con sospetto da molti nel mondo ninja. Tra l’altro leggerete dei punti interrogativi nel primo Sensei, sebbene io vi abbia linkato la scheda, questo perché Shikamaru Nara è un Anbu di Konoha e la sua identità è segreta, porta sempre una maschera e non viene comunicato il suo nome vero. Queste 2 nozioni vi verranno chiarite meglio col mio post On Gdr.
Passiamo alle spiegazioni di base: Con i termini On Gdr e Off Gdr si intendono due cose molto diverse. Il primo rappresenta il post vero e proprio, quello che un qualsiasi player inserisce, dove appunto si muove il proprio personaggio. Off Gdr si usa per riferirsi a dei dati esterni, o ad esempio ad un sensei che dà indicazioni in post dove non muove il proprio pg, ma fornisce solo istruzioni (ad esempio ciò che state leggendo è un post Off gdr, avrete post del genere per le correzioni dei vostri post.). Per ora avrete il corso con un Sensei (l’altro è un png mosso un po’ da me, un po’ da voi, soprattutto dal ragazzo di Kiri) On Gdr, vedremo se più avanti potrò slegarvi dai miei post e potrete lavorare solo sulla base di indicazioni Off, prive quindi di una descrizione come quella presente in ogni singolo post On gdr.

Cos’è il Gdr? E’ un Gioco di Ruolo e pertanto va vissuto per divertirsi. Il divertimento però deve essere accompagnato da una certa abilità come giocatori, sia per avanzare di grado nel gdr, sia soprattutto per creare più spettacolo nei vostri post. E’ infatti fondamentale utilizzare un buon italiano, proprio per la natura narrativa di questo gioco di ruolo. Le descrizioni del paesaggio, delle armi, del proprio e degli altri pg (personaggi), delle emozioni, sono alla base del gioco. Fare un post approssimativo è altamente sconsigliato, sia per quel che riguarda il fine transitorio della promozione a Genin, sia per la giocabilità stessa del GDR. Non pretendo poesie, romanzi epici o roba simile, purchè si dia uno giusto spazio alle descrizioni fondamentali: l’importante è essere chiari, scorrevoli alla lettura e corretti a livello grammaticale. Errori gravi sono: sbagliare l’uso dell’accento per la lettera e (quindi confondere il verbo con la congiunzione), utilizzare in maniera errata le lettere a/o e il relativo uso dell’h (quindi confondere tra verbo e preposizione/ verbo e disgiunzione), mancare gli accenti alle parole che lo richiedono (che siano esse sostantivi,aggettivi o forme verbali), e l’utilizzo di costrutti come “a me mi” o “ma però”, sbagliare l’uso dei congiuntivi e dei condizionali. Tutte queste mostruosità sono assolutamente vietate, a meno che non vogliate farmi arrabbiare o svenire.
Ah dimenticavo altri 2 errori gravi da evitare: non si può usare il gergo degli sms, quindi niente “k” o abbreviazioni, né potete utilizzare faccine o emoticon varie: come dicevo poc’anzi questo è un gdr narrativo e pertanto è bello leggere dei post scritti bene.
C’è tutta una schiera di errori di secondo grado (non per questo dovete sbizzarrirvi), che indicherò nelle correzioni dei vostri post, man mano che li incontro; per ora mi limito a citarvene alcuni: punteggiatura scorretta, uso errato dei tempi verbali (questo è comunque grave), aggettivi a casaccio, ripetizioni (in italiano è sempre importante usare sinonimi o costrutti che vi permettano di evitare il riutilizzo continuo di una stessa parola. Ci sono casi in cui non esistono molte espressioni da poter utilizzare, là ovviamente non vi verrà segnalato nulla. Ogni 8/10 righi circa è possibile ripetere il termine, la lettura non sarà così appesantita dagli stessi termini. Comunque come avrete capito è bene avere un vocabolario vario.) e così via.

Nel Gdr è fondamentale mantenere il realismo: non bisogna ritenersi superman ed evitare ogni colpo, ma essere per l’appunto il più realisti possibile. Ad esempio ora siete degli studenti, difficilmente avrete delle grosse capacità di analisi nel combattimento, né sarete abili con le armi o i vostri attacchi molto forti, né tantomeno avrete delle buone caratteristiche fisiche. Uno studente non potrà mai, ad esempio, fare un balzo di 5m, cosa che un Jonin o tutt’al più un Chunin può fare. Nel gdr è importante non imbrogliare cercando di essere indistruttibili, altrimenti costringerete i gdr staff ad intervenire (nel caso un combattimento si blocchi per polemiche tra i due avversari) o a fine duello/accademia ecc. avrete delle forti penalizzazioni in termini di esperienza e ryo (oltre a perdere l’incontro, se deciso Off gdr, ossia dei gdr staff.). Man mano che andremo avanti con i post vi suggerirò un numero minimo di errori (On gdr, non di scrittura) che dovrete compiere, così entrerete senza problemi nella mentalità adeguata.

E’ anche importante chiarire una cosa, che spero abbiate già letto nei regolamenti: è vietato fare post autoconclusivi. Cos’è un post autoconclusivo? Ecco un esempio:
CITAZIONE
Naruto, dopo aver impastato il chakra, evocò una copia di se stesso,la quale si diresse contro Sasuke (l’ipotetico vostro avversario), colpendolo dritto in faccia con un forte e veloce calcio

Questo è uno degli errori più gravi che si possono commettere. Il gdr è strutturato a turni e perciò è importante dare all’avversario la possibilità di difendersi, né si possono descrivere nei propri post delle ipotetiche azioni del compagno/avversario che questi non ha ancora mai scritto. Ecco perché nel GDR è fondamentale utilizzare il periodo ipotetico. Esempio corretto:
CITAZIONE
Naruto, dopo aver impastato il chakra, evocò una copia di se stesso, che si sarebbe subito diretta contro Sasuke, per poi saltare a un metro di distanza e provare a sferrargli un calcio in piena faccia.

L’avversario, in base al realismo di cui vi ho già parlato, dovrà decidere se e come incassare od evitare il colpo. E’ inoltre scorretto (e vietato) sfruttare un attacco ipotetico in questo modo:
CITAZIONE
Naruto, dopo aver impastato il chakra, evocò una copia di se stesso, che si sarebbe subito diretta contro Sasuke, per poi saltare a un metro di distanza e provare a sferrargli un calcio in piena faccia; se Sasuke si fosse spostato con il busto verso destra, la copia avrebbe sicuramente modificato la traiettoria del calcio per colpirlo da destra verso sinistra; se invece Sasuke si fosse semplicemente abbassato, avrebbe calciato l’avversario utilizzato un colpo ascendente sfruttando così la potenza del tallone

Ciò non vuol dire che è scorretto fare strategie a lungo termine, o dichiarare di lanciare shuriken (esempio) in varie direzioni per prevenire alcune ipotesi di movimento avversario, ma è chiaramente errato lanciare un’offensiva e prevedere che questa si modifichi in base alla difesa che attuerà l’avversario, si finirebbe nell’errore di essere autoconclusivi e dare a colpo certo l’avversario.

Vi prego inoltre di inserire nel vostro primo post (sia in quest’accademia, sia in qualsiasi altra ruolata col vostro pg) una legenda tipo questa:
CITAZIONE
narrato
parlato
pensato
parlato Keita Mikawa

E’ quella che troverete in cima al mio post, voi potrete utilizzare la combinazione che più preferite, anche usare dei box in html per i vostri post, o aggiungere altri personaggi esterni (familiari, amici, altri ninja e via dicendo) e segnalarli nella legenda qualora siate intenzionati a far loro pronunciare delle parole in discorso diretto.

Mi dispiace essermi dilungato molto, ma mi sembrava giusto darvi il maggior numero possibile di informazioni. =)

Di seguito trovate il mio primo post, il cosiddetto post di presentazione. A fine post scriverò in spoiler ciò che desidero da voi. Sicuramente ho mancato delle indicazioni per farvi capire tutti i meccanismi del gdr, ma verranno fuori naturalmente. Se tutto il corso Off gdr si concentrasse in questo post, che senso avrebbe fare l’accademia? ;p

Bè buona accademia e buon divertimento. Non fatevi scoraggiare da eventuali errori o da una ipotetica bocciatura, sono tutte esperienze che serviranno a farvi crescere come giocatori (sono leggermente severo ù_ù) e nell’utilizzo dell’italiano (così al prossimo compito in classe di italiano prendere pure un bel 9).

CITAZIONE
narrato
parlato
pensato
parlato Keita Mikawa

Chapter one: What's the goal?

Nel cielo limpido e soleggiato di una tipica giornata estiva nel paese del Fuoco, si vide sfrecciare a gran velocità un volatile non ben identificato: un falco pellegrino tanto rapido da non farsi riconoscere dalla maggior parte dei ninja meno esperti che affollavano le strade del confusionario villaggio di Konoha e tutti si chiedevano ove mai fosse diretto quel piccolo missile con le ali. C’era chi ipotizzava fosse un messo speciale proveniente da una cittadina vicina sotto attacco, chi invece ipotizzava una richiesta d’aiuto da parte di un altro dei grandi villaggi ninja e chi paventava addirittura l’annuncio di massima allerta per l’avvicinarsi di pericolose truppe nemiche. In realtà nessuna di quelle teorie aveva fondamento: quello strabiliante sparviero bruno era il tramite fra il palazzo del Kage ed uno dei 3 grandi capitani Anbu del villaggio: Shikamaru Nara. Molti cittadini nel mondo dei ninja avevano sentito tessere le lodi del formidabile Oinin (termine che indica i ninja membri della squadra assassina) della Foglia, colui che non mostrava mai il proprio volto né tantomeno faceva trapelare apertamente la sua identità; un figura così importante godeva di grande tutela e le sue stesse fattezze erano mistero, fonte di continue voci e leggende strampalate. Nemmeno i membri del clan del ragazzo sapevano che Shikamaru, conosciuto all’interno della famiglia come semplice jonin, fosse il famigerato Capo della Squadra Assassina, egli infatti aveva fatto di tutto per non rendere nota la promozione ricevuta più di un paio di anni fa. Di norma nel Villaggio si festeggia pubblicamente l’avanzamento di grado di uno shinobi od una kunoichi, soprattutto quando questi entri a far parte della squadra Anbu; questa pubblicità infatti è necessaria anche per mettere in allerta i nemici militari-politici interni ed esterni. In ogni caso una delle regole degli Special Jonin è quella di portare, in ogni missione ufficiale, una maschera dalle fattezze animali o dai disegni tribali proprio per occultare la propria identità: dopo la promozione, è bene che gli abitanti del Konohakagure no Sato dimentichino le fattezze di chi occulta a quel modo il volto. Una pratica antica, condivisa negli usi, sebbene con delle piccole varianti, anche dagli altri grandi paesi ninja.
Ecco perché, quando dovevano essere inviate delle direttive che richiedevano la presenza di Shikamaru in qualità di Anbu, veniva spedito quel celere messaggero: in prossimità della finestra del piano superiore della casa del Nara, il falco aprì gli artigli con cui stringeva il piccolo rotolo contenente i documenti segreti e lo lasciò cadere all’interno dell’abilitazione, senza quindi interrompere il proprio volo.
Il giovane uomo, svegliatosi da poco nonostante la tarda ora, non si sorprese più di tanto quando si vide piombare in camera quel piccolo pezzo di carta arrotolata; con fare svogliato si alzò dal bordo del letto, dove si era momentaneamente seduto per infilarsi dei vestiti, e lo raccolse.
Di recente non erano state rilevate minacce per la salvaguardia di Konoha, pertanto iniziò a leggere la missiva con molto scetticismo. A quanto pare gli veniva chiesto di presidiare in qualità di sensei un corso accademico con uno studente di Konoha, appartenente al nobile clan Hyuuga, ed un ragazzo di Kiri! Il sopracciglio destro del ninja si arcuò verso l’alto: perché la potente Konoha aveva bisogno di spedire un proprio insegnante ed una giovane leva ad allenarsi in territorio neutro, la pacifica isola di Niga, per condurre un corso di comune accordo con il Villaggio della Nebbia?
Il Capitano aveva saputo che questa pratica, atta a stipulare dei trattati di reciproco rispetto ed amicizia tra due o più paesi, stava prendendo sempre più piede per preservare un equilibrio che alle alte sfere sembrava sempre più sul punto di rompersi, ma mai avrebbe creduto che la Foglia potesse aderire ad un patto bilaterale con Kiri, villaggio famoso per i suoi misteri e l’aggressività della precedente conduzione politica. Proseguendo con la lettura apprese che l’accordo era stato proposto in maniera ufficiale, saltando la parte concordataria, dal Paese dell’Acqua, mettendo così alle strette l’intero Paese del Fuoco che non aveva potuto fare nient’altro che accettare. Questa politica di pace forzata e lievemente aggressiva, aveva insospettito non poco l’amministrazione del Konohakagure No Sato che aveva visto in Shikamaru l’unico in grado di poter gestire una situazione simile, paventando la preparazione di qualche trappola escogitata dal Consiglio di Kiri. Il Nara, si leggeva nella missiva, era l’unico abbastanza forte ed intelligente da poter sbaragliare da solo mezzo villaggio, nel caso di aggressione, e di comprendere i potenziali intrighi internazionali che si presumeva stessero intessendo. Chiaramente, non essendo quello di Sensei uno dei compiti ufficiali dello Special Jonin, non potevano imporre in alcun modo al ragazzo di eseguire questa missione, si rimettevano al suo buon senso.
Con uno scatto d’ira lanciò il rotolo per terra e prima di farlo atterrare, lo trapassò con un kunai che aveva rapidamente estratto con la mano destra dalla sacca porta oggetti, indossata assieme ai pantaloni. Si trovava a subire l’ennesimo sgarro burocratico della Foglia, ne aveva abbastanza di occuparsi di stronzate del genere. Aveva accettato il ruolo di Capitano della Squadra Assassina per svolgere sì le missioni più delicate rischiando la propria vita, ma non per curare dei semplici affari diplomatici che qualsiasi altro chunin o jonin avrebbe potuto svolgere tranquillamente. Shikamaru sapeva benissimo che la Nebbia non avrebbe mai mosso un attacco in un’occasione così formale, rischiando di far precipitare il mondo in una nuova Guerra Mondiale dei ninja, senza l’adeguata preparazione; dagli ultimi rapporti infatti risultava che nessuna delle 5 Grandi Nazioni fosse pronta a schierare un esercito in grado di sopraffare un altro Paese senza subire troppe perdite, piuttosto era la Foglia, nel suo desiderio di ostentare sicurezza sul campo internazionale, a inviare come studente un membro di uno dei clan più rispettabili del villaggio, già in passato preda di attentati volti a carpire il segreto della loro abilità innata, il Byakugan. Certo, lo studente designato non avrebbe mai potuto possedere quell’arte oculare così raffinata, ma nulla vietava al sensei inviato da Kiri, o perché no anche all’altro ignaro studente, di prelevare anche una semplice ciocca di capelli per cercare di carpire dal Dna la possibile propensione a sviluppare quell’Arte Oculare. Possibile che al Palazzo del Kage fossero tutti così stupidi? Ovviamente quasi nessuno nel villaggio aveva l’acuto intelletto del Nara, tratto tipico di quel clan, ma chi si occupava di politica da tanti anni poteva mai essere così incauto? Che Konoha mirasse a sollevare uno scandalo ed un regolamento di conti per motivi ignoti all’Oinin? La cosa che faceva innervosire più di ogni altra il giovane, era che in questi sporchi giochi di potere venivano coinvolti dei ragazzini che non c’entravano proprio nulla.
I funzionari della Foglia conoscevano, almeno un minimo, il carattere dello Special Jonin, sapevano che più che sul “suo buon senso” avrebbero potuto far leva sul suo senso di giustizia: l’avevano incastrato moralmente.
Calmatosi in fretta, prese un foglio dalla scrivania e ci incise sopra il luogo e l’orario dell’appuntamento, che si sarebbe avuto due giorni dopo, con lo studente di Konoha: la porta orientale del villaggio, alle 8 del mattino. Accettava così il compito informalmente impostogli. Passarono pochi minuti e il falco, pronto a cogliere una qualsiasi risposta, planò all’altezza della finestra dove era già passato qualche minuto prima e con i possenti artigli strappò dalla mano protesa fuori il foglietto debitamente arrotolato.
Dopo che fu arrivata la missiva al Palazzo, subito gli addetti inviarono la conferma al governo di Kiri, che aveva già allertato preventivamente il giovane Mikawa: questi diede appuntamento al ragazzo Koga alla porta sud tre giorni dopo, sfruttando così la differenza di tempo necessario a coprire la distanza fra la Nebbia ed il luogo designato. A entrambi gli studenti fu spedita una missiva, in risposta alla loro recente richiesta di partecipare ad un corso accademico che permettesse loro di apprendere le nozioni base del mondo ninja e raggiungere il grado genin, con indicato il nome del sensei del Paese dell’Acqua e degli enigmatici punti interrogativi per quello proveniente dal Paese del Fuoco, la destinazione finale e gli appuntamenti per la partenza: entrambi sarebbero stati scortati dai rispettivi insegnanti. Il viaggio, soprattutto per i Konohani si sarebbe diviso in 2 parti: il primo giorno sarebbe trascorso correndo verso la costa sudorientale dei territori sotto l’amministrazione della Foglia, attraversando così immense pianure o foreste, la sera del primo giorno i due sarebbero giunti sulla costa e di lì avrebbero dovuto provvedere a prelevare un’imbarcazione. Per i Kiriani era tutto più semplice, bastava prendere una barca di poche pretese per giungere in capo a due giorni all’isola di Nagi…
Due giorni dopo, in quella stessa stanza, l’Oinin si vestiva della consueta armatura a placche metalliche, di un semplice colore marrone scuro, tipica degli Special Jonin; dall’armadio prelevò tutte le sacche porta oggetti, pronto ad utilizzare l’armamento in caso di emergenza: per un ninja assassino le armi sono fondamentali, il pericolo di una fuga di informazioni è sempre dietro l’angolo. Sistemò i suoi capelli bruni, come era abituato a fare, con un codino rivolto verso l’alto ed infine sistemò a protezione del volto la maschera dalle fattezze feline: il momento era giunto. Serafico, imponente, letale: del corpo a stento si intravedevano i muscoli pronti ed il tatuaggio celeste poco sopra il tricipite sinistro. Come per ogni missione che richiedeva la sua presenza in qualità di Anbu, egli si premurò prima di creare una copia di se stesso, con la tecnica del Kage-Bushin no Jutsu, da lasciare nell’appartamento; il vero Shikamaru aprì la finestra e con un balzo incredibile si proiettò fuori, nella città ancora preda del sonno. La copia, come da programma, richiuse immediatamente gli infissi: nessun’osservatore esterno si sarebbe mai accorto, data la rapidità dell’azione congiunta, che da quella casa fosse uscito qualcuno; la copia esaurito il fugace compito si dissolse nel nulla.
Il Nara con leggiadria saltava da un tetto all’altro, senza produrre alcun suono e ad una velocità eccezionale, non a caso in pochi minuti raggiunse la porta Est poco prima delle 8: in base all’orario d’arrivo dell’allievo avrebbe gettato già i primi giudizi. Una volta giunto il ragazzo ed essersi semplicemente presentato come “il tuo Sensei”, si rivolse alla guardiola dove i due chunin preposti controllarono i documenti ufficiali dell’Oinin e diedero ai due il consenso di attraversare i confini della città: il mandato d’uscita ora era ufficiale, per il piccolo sarebbe iniziata una nuova e potenzialmente rischiosa avventura.
Superato il diktat, il maestro si sarebbe rivolto allo Hyuuga, illustrandogli con poche parole il percorso: Andremo sulla costa sud-orientale, passando prima per una fitta foresta, inizialmente correremo, successivamente, al mio segnale, dovrai iniziare a saltare da corteccia a corteccia (attento,non ho detto di ramo in ramo, dunque dovrai solo utilizzare la base degli alberi come punto di appoggio e muoverti così a zigzag, a questo livello non puoi salire sugli alberi così facilmente). Fintanto che non saremo arrivati alla costa, considera questi movimenti un allenamento per il tuo fisico e preparati all’idea che prima che cali la notte, dovremo raggiungere l’approdo a sud del Villaggio.
Pronunziati questi ordini con aria grave, resa ancora più severa dalla voce bassa semibaritonale dell’Oinin, il Sensei sarebbe avanzato per primo, indicando così la strada al giovane alunno, che avrebbe dovuto reggere il passo che via via gli imponeva l’insegnante.
L’intera giornata sarebbe stata trascorsa nel silenzio, a meno che l’apprendista shinobi non avesse di tanto in tanto rotto quel sacro equilibrio con delle domande; nei piani dello Special Jonin non era prevista una pausa pranzo ed avrebbe opposto un calmo rifiuto ogni richiesta al riguardo, anche la più pietosa. (questa è una cosa che leggi dal mio post, ma che non puoi sapere, quindi nel tuo puoi tranquillamente chiedermelo, ma scriverai di avere una risposta negativa in quanto ho già escluso ogni possibilità di accontentarti)
Con la luna già alta in cielo, avrebbero superato l’ultima valle e si sarebbero trovati di fronte uno spettacolo emozionante: il candido riflesso lunare accendeva di mille diverse sfumature quella immensa pozza nera, la spiaggia veniva illuminata anche dalla fioca luce delle miriadi di stelle perfettamente visibili nella volta celeste sgombra da nubi: un clima perfetto per ammirare le costellazioni e per intraprendere un viaggio marittimo. Il Sensei comunicò al ragazzo d’esser fortunato ad aver trovato delle condizioni simili… Entrambi si sarebbero diretti verso il molo più vicino, dove, con sorpresa dello stesso shinobi, incontrarono un uomo di mezza età ad accoglierli: Konoha l’aveva assoldato per traghettarli con una piccola imbarcazione, una volta che il corso fosse terminato egli li avrebbe riaccompagnati a casa: solo allora avrebbe richiesto un modesto pagamento ai due ninja.
Il gruppo, ora di tre elementi, sarebbe salpato dopo poco ed una volta in mare aperto il sensei avrebbe consigliato all’alunno di riposare, tanto in quella fase non avrebbe potuto fare granchè; il Nara invece avrebbe vigilato, per evitare un attacco a sorpresa dal barcaiolo: si immerse così, dopo molte ore di veglia, in un sonno leggerissimo, pronto a scattare al minimo segnale di pericolo…
Poche ore dopo,all’alba, anche Keita Mikawa in un’insolita giornata di sole, si preparò indossando una semplice maglia blu scura,dei pantaloni lunghi neri ed i consueti sandali dello stesso colore. Alla cinta portava due piccole sacche porta-oggetti: l’una di forma rettangolare contenente kunai e cartabombe, le armi d’assalto, e nell’altra, di forma rotonda, occultò dei fumogeni e dei tonici speciali. Anche al Mikawa la storia del corso misto non convinceva particolarmente e più di ogni altra cosa lo insospettiva l’identità segreta del suo collega. Ecco perché era psicologicamente pronto al peggio, non si sarebbe certo tirato indietro nemmeno contro un avversario più forte di lui. Aveva l’onere di formare i nuovi shinobi della Nebbia e doveva dare il massimo, con la speranza che questa nuova generazione, un giorno, avrebbero riportato in alto il nome del Kirikagure No Sato. Alle 8 si fece trovare pronto ad attendere il suo studente, con aria seriosa e le braccia conserte. Non appena questi fosse arrivato, egli si sarebbe premurato di presentarsi:
Keita Mikawa, da adesso il tuo sensei. Le mie parole sono ordini e a Kiri conviene sempre obbedire agli ordini di un superiore…, accompagnò quest’ultima minaccia con un ghigno. Avrebbe poi spiegato al ragazzo il percorso per raggiungere Nagi: si sarebbero imbarcati al molo sud, distante meno di 3 km dalla Porta della città ove si trovavano, ed avrebbero remato a turno su una piccola imbarcazione. Il Sensei fu il primo ad iniziare la regata, che avrebbe seguito un percorso praticamente rettilineo, mentre lo studente avrebbe preso il cambio ogni 2 ore: per un abitante del Paese dell’Acqua era importante prendere confidenza con il loro elemento naturale ed in più un po’ di esercizio alle braccia non avrebbe di certo fatto male. Il Mikawa desiderava veder eccellere il suo alunno, soprattutto per lo stupido desiderio di primeggiare nei confronti della Foglia. Solo a metà giornata i due avrebbero preso una breve pausa per rifocillarsi, con degli Onigiri che il maestro s’era premurato di portare, per poi proseguire a tappe forzate fino a notte fonda: con la luna alta il ragazzino avrebbe avuto il permesso di andare a dormire, mentre il chunin dai capelli neri avrebbe proseguito senza soste a remare…
Il viaggio del terzetto della Foglia fu tranquillo, il barcaiolo dimostrò pienamente di meritare fiducia e dai suoi racconti il Nara comprese come quell’essere fosse docile e non messo lì per tendere una qualche trappola: se bisognava evidenziarne un problema, quello era sicuramente il vizio di bere troppo scotch.
Grazie all’abilità di quest’uomo, riuscirono, il terzo giorno di viaggio, ad approdare sulla costa nord-occidentale dell’isola: salutarono il loro benefattore, che avrebbe soggiornato nella città al centro di quel paese fino a che non gli fosse giunto un qualche messaggio da loro.
Gli abitanti di Konoha avrebbero ripreso a correre, lungo una strada pianeggiante e lastricata, per raggiungere il luogo di incontro, distante pochi chilometri: a metà giornata, all’incirca alle 15.00, abbandonarono la via principale e si addentrarono in un boschetto, ultimo limite da superare per raggiungere la meta finale…
Poco prima anche i Kiriani sarebbero approdati sulle sponde nord dell’isola ed anche loro si sarebbero spinti a velocità sostenuta verso l’obbiettivo: si imbatterono in una piccola radura ed attraversatola spuntarono su un largo spiazzo erboso dove era presente, proprio al centro dell’area, un casolare bianco e marrone in condizioni non molto felici. Superato il retro dell’edificio, si imbatterono nei due ragazzi della Foglia: i quattro si incontrarono davanti il grosso casolare proprio nello stesso istante. Chissà che quella coordinazione non sarebbe stata solo il primo di uno dei tanti possibili punti di incontro fra i due gruppi…
Subito procedettero alle presentazioni, prima avrebbero parlato gli studenti, poi si sarebbero stretti la mano i due docenti:
Keita Mikawa, piacere di conoscerla esordì il Kiriano, sicuramente più intraprendente, benché fortemente scosso dalla presenza di un Anbu.
Quest’ultimo con freddezza allungò la propria mano e pronunciò delle parole chiare, a cui non era ammessa obbiezione:
Non le posso rivelare la mia identità, spero che la cosa non le crei problemi. Mi chiami semplicemente Collega. I ragazzi mi chiameranno Sensei. Piacere.
Quello strano gruppo s’era finalmente riunito, il corso su cui ballavano gli intrighi politici dei due villaggi stava finalmente per iniziare…

Allora spero che vi sia tutto chiaro, anche dalle spiegazioni nel post. Questo è il vostro primo post di presentazione, avete il compito di descrivere un po’ di tutto: il fisico del vostro personaggio, le emozioni (fondamentale proprio quest’aspetto), i due sensei, il paesaggio che muterà man mano. Descrizione accompagnata dall’introspezione psicologica. Come avrete notato, quando ho dovuto descrivere delle parti in cui c’eravate voi, ho dovuto usare quasi sempre delle formule ipotetiche, proprio per non precludervi, con l’autoconclusività, discorsi,azioni o descrizioni. Come vede ho lasciato molto spazio alla vostra fantasia per descrivere i percorsi, che sono tra l’altro opposti e perciò non rischiate di contraddirvi. Ricordate che, dato che non potrò rispondere personalmente alle vostre domande (nel prossimo post non posso mandare indietro la timeline raggiunta alla conclusione di questo mio post) cercate di crearle voi le risposte (o le non risposte) stando attenti a rispettare il carattere dei due insegnanti, che potrete evincere dagli spunti che vi ho lasciato, seppur sintetici. Mi aspetto un buon lavoro. La lunghezza non è importante, non dovete pareggiare il mio post, però vi invito a fare molta attenzione a questo primo post, che deve superare i 15 righi (dopo non vi darò alcuna limitazione, la presentazione però per me è fondamentale per iniziare a descrivere i vostri personaggi, sia per voi, sia per me in un secondo momento). Se preferite vi darò una scadenza temporale per i post volta per volta, per ora non ve la metto. Per qualsiasi dubbio potete scrivere anche qui o contattarmi via mp.
Buon lavoro, spero vi divertirete =)


Edited by Shadow alkemist - 6/2/2012, 18:24
 
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RayDragon
view post Posted on 3/11/2011, 18:37




CITAZIONE
Parlato
Pensato
Altre voci

A Konoha verso le prime luci della mattina, orario nel quale Kinoris era solito svegliarsi, risplendeva un splendido sole mattutino, accompagnato da un fresco venticello, il quale sembrava quasi che invitasse lo shinobi a godere di quel bel panorama e rimandare di qualche minuto la propria colazione.
Il giovane hyuga aprì una finestra della sua camera, facendo entrare quella piacevole brezza che gli dava la carica per affrontare la giornata, anche se di carica lui non ne aveva bisogno, essendo eletrizzato per conto suo alla, ormai prossima, entrata in accademia; la motivazione che lo spinse ad iscriversi era semplice, e cioè la voglia di diventare uno dei più grandi ninja, e magari con un po' di fortuna, trovare gli assassini della sua famiglia e vendicarne la morte.
Dopo qualche minuto, il giovane chiuse la finestra, si vestì ed andò a prepararsi la colazione, la quale poteva essere più o meno consistente, ma non poteva in alcun caso mancare una tazzina di caffè espresso senza zucchero, il quale era considerata una vera e propria pillola di energia, la quale, nel caso il ragazzo avesse avuto ancora sonno, lo avrebbe svegliato all' istante.
Appena finita la colazione, Kinoris spreparò la tavola lasciando tutto ben pulito ed in ordine, essendo consapevole che sarebbe rientrato solamente la sera, visto che quel giorno avrebbe avuto parecchie faccende da sistemare; innanzitutto si sarebbe allenato con altri amici e poi andato un po' a spasso per il villaggio della foglia con loro fino all' ora di pranzo.
Gli allenamenti procedevano come sempre, tuttavia lo shinobi non aveva ancora attivato il Byakugan e questo lo rendeva uno dei pochi casi della casata a non aver ancora attivato l' abilità oculare che il giovane tanto desiderava; questo fu un altro dei motivi che spinse lo Hyuga ad iscriversi in accademia, sperando in sensei capaci ed esperti che lo aiutassero a far emergere in lui la tanto bramata peculiarità oculare.
Appena terminati gli esercizi mattutini, la compagnia andò a lavarsi ed alleviare le fatiche provocate da questi, dirigendosi poi in centro a Konoha per passeggiare tra le vie, le quali cominciavano a riempirsi di persone di ogni tipo; chi osservava qualche bottega, e chi altro, come il giovane shinobi, passeggiava solo per il gusto di farlo. Ad un certo punto una specie di puntino di color bruno attraversò il limpido e soleggiato cielo di quella mattinata; lo sgomento tra gli amici di Kinoris e la gente nelle vie era grande, poichè un oggetto così veloce non attraversava il villaggio della foglia da tempo.
Quell' oggetto fu ricondotto ad un falco messaggiero, il quale volava ad una velocità veramente impressionante, facendo scaturire dalla gente le ipotesi più disparate, arrivando anche ad affermare un imminente attacco al villaggio; tuttavia questa gran sollecitazione scomparve dopo qualche minuto, lasciando la gente probabilmente perplessa sull' accaduto, ma sicura del fatto che se fosse successo qualcosa di grave, l' Hokage avrebbe senz' altro provveduto ad informarli e a rischiare la sua vita per proteggere la popolazione.
Quest' ultimo pensiero parve raggiungere le menti di tutte le persone che videro quel falco, le quali si sentirono più tranquille, ritornando alle mansioni precedenti; anche il ninja assieme al suo gruppo non diedero troppa importanza a quel messaggiero e continuarono la loro paseggiata fino ad un ristorante, il quale era sicuramente una nuova apertura dato che non l' avevano mai notato; in questo luogo venivano servite ogni tipo di pietanze, da semplici Ramen o Sushi, a piatti più complicati come il Tempura, consistente in una gustosa frittura di pesce e verdure, accompagnata da salse alquanto interessanti e gustose.
I ragazzi, dopo aver pranzato abbondantemente, uscirono dal locale di buon umore per aver mangiato del cibo veramente gustoso e preparato con metodo, dopodichè si incamminarono per svolgere qualche lavoretto, passando vicino alla casa di Kinoris, il quale notò che al momento dell' arrivo, stava arrivando un postino per consegnargli una pergamena nella sua cassetta della posta; lo Hyuga decise di approfittare della sua vicinanza alla dua dimora, disse ai suoi compagni di aspettarlo un attimo ed andare a vedere che messaggio doveva essergli recapitato.

Lei per caso è il signor Kinoris Hyuga?


Si, sono proprio io, ha per caso della posta da consegnarmi?


Il postino annuì e porse al giovane shinobi una pergamena debitamente chiusa con tanto di sigillo a garanzia della genuinità di tale comunicazione; il ragazzo un po' meravigliato di questa pergamena sigilliata ringraziò il postino e, mentre costui continuò il giro di consegna delle lettere, strappò il sigillo e aprì la lettera frettolosamente, curioso di sapere cosa c'era scritto:
CITAZIONE

~Accademia Ninja
Abbiamo ricevuto la tua richiesta di adesione al corso accademico e ti comunichiamo che, dopo attenta osservazione, abbiamo accettato di farti entrare nel corso misto Kr-14.
Sei pregato di presentarti fra due giorni alla porta orientale del villaggio alle 8.00 in punto
Il nome del tuo istruttore non ti può essere rivelato, nonostante ciò, ti potrai rivolgere a lui come "Sensei".


Il giovane lesse più volte la pergamena, quasi incredulo a ciò che vi era scritto; per la forte emozione, lo shinobi sentì balenare il cuore in gola, il quale assunse un battito estremamente veloce, producendo anche una piccolo arrossamento delle guance del ninja.
Il piccolo Hyuga prese il prezioso manoscritto, lo mise accuratamente sul suo borsellino e, tornando velocemente al suo gruppo di amici, raccontò il contenuto della lettera che fece rasserenare i suoi compagni, vedendo finalmente realizzato un forte desiderio di Kinoris.
I due giorni sucessivi passarono con una lentezza impressionante per lo shinobi di Konoha, il quale, nonostante ciò, cercò di mantenere la calma rivisionando il suo equipaggiamento e qualche possibile scenario di battaglia, anche se la sua mente era intenta a focalizzare soltanto una sola cosa: Il portone orientale del villaggio della foglia.
Due giorni dopo l' arrivo della fatidica lettera, il giovane studente si alzò dal letto di buon ora, ben carico ed eletrizzato per la sua prima missione; innanzitutto il giovane ninja decise di vestirsi con una divisa che utilizzava spesso nei suoi combattimenti, nonostante ciò non sembrava avesse alcuna imperfezione o che fosse stata mai usata negli allenamenti. Dopo essersi vestito, Kinoris andò in cucina a prepararsi una sostanziosa colazione, accompagnata dal suo caffè, il quale non serviva nemmeno a svegliarlo poichè lo Hyuga era già lucido per conto suo.
Terminata la colazione lo shinobi spreparò in fretta e furia il tavolo in cui si era cibato, partendo da casa sua alle 7.40, presumendo che per arrivare al portone est gli ci sarebbero voluti circa 10/15 minuti; di buona lena, lo Hyuga, prese, a volte, a saltare tra un tetto e l' altro mentre altre volte correva velocemente tra le strette e tortuose vie di Konoha, cercando di percorre sempre il percorso più rapido possibile.
Alle 7.55 giunse al portone orientale, e nel giro di qualche secondo arrivò un misterioso ninja che sfrecciava a tutta velocità tra i tetti delle case circostanti; nella manciata di pochi secondi, quel ninja che appariva un piccolo puntino in lontananza, era davanti a Kinoris, con aria piuttosto cupa e con addosso una maschera presumibilmente in ceramica con fattezze di un felino

Mmmmmhhh... Una maschera con fattezze animali... Che costui faccia parte della squadra Anbu?... Sicuramente lo è, il suo modo di muoversi veloce, sicuro e scaltro fa pensare che sia un shinobi esperto e potente.


Costui si presentò a Kinoris come il suo sensei, ed è così che a lui si doveva rivolgere; il giovane si presentò a costui, richiedendo possibili dettagli riguardo la missione che era prossima allo svolgimento.
Dopo questi convenievoli l' istruttore consegnò dei documenti ai chuunin di guardia, i quali diedero il consenso ai due di procedere; dopo ciò, l' Oinin si rivolse con aria cupa e fredda al giovane studente

Andremo sulla costa sud-orientale, passando prima per una fitta foresta, inizialmente correremo, successivamente, al mio segnale, dovrai iniziare a saltare da corteccia a corteccia. Fintanto che non saremo arrivati alla costa, considera questi movimenti un allenamento per il tuo fisico e preparati all’idea che prima che cali la notte, dovremo raggiungere l’approdo a sud del Villaggio.


Lo Hyuga annuì all' ordine impartito così bruscamente, dopodichè il sensei partì per primo per mostrare il percorso, probabilmente più veloce e sicuro; al suo seguito vi fù Kinoris che seguì costantemente la forzata marcia del maestro.
Dopo qualche minuto i due entrarono in una fittissima foresta, dentro alla quale i due shinobi sfrecciavano a velocità elevate

Wow... E' veramente grande la foresta che circonda il villaggio della foglia, non mi sarei mai aspettato di vedere deglia alberi così alti.


Ciò che pensò Kinoris era, effettivamente la verità; la foresta di Konoha presentava moltissimi esemplari di piante ed alberi, questi ultimi raggiungevano senza pochi problemi i 20 metri, nonostante questo il posto non appariva agli occhi dello Hyuga come luogo inospitale e freddo, ma al contrario si sentiva a suo agio a correre in mezzo a quei mostruosi esempi di alberi.
Dopo un po' che correvano, il Sensei fece un cenno allo shinobi, indicando che quello era il momento per cominciare a muoversi tra una corteccia e l' altra, probabilmente perchè continuare a correre fino alla costa sarebbe diventato troppo faticoso anche per ninja esperti quali era l' Oinin.
Così i due acquisirono un po' di velocità, rispetto a quella di corsa, restando relativamente vicini e, nonostante la difficoltà di Kinoris, di seguire il sensei; durante il loro percorso l' Oinin dimostrò di non avere particolare voglia di iniziare a chiaccherare con il suo allievo, quindi fu proprio costui a fare qualche domanda giusto per rompere quell' irreale silenzio interrotto soltanto dal canto degli uccelli e dal rumore dei passi del giovane ninja.

Senta sensei, cosa dovremmo fare una volta arrivati alla costa?


Costui rispose con con precisione indicando che dopo avrebbero dovuto prendere una barca e dopo 2 giorni sarebbero arrivati all' isola in cui, dopo un altro po' di strada, sarebbero arrivati ad un casolare, nel quale avrebbero trovato un altro sensei con uno studente di Kiri che si sarebbero uniti al gruppo di Konoha.
La giornata passò relativamente veloce a Kinoris poichè era eccitato per la sua prima missione, anche se non avrebbero potuto fermarsi per mangiare visto che in quel frangente, dopo una richiesta dello Hyuga, l' Oinin rispose con un brusco "No!", una risposta che sembrava fosse irremovibile, quindi il piccolo shinobi decise di lasciar stare e proseguire in silenzio il resto del faticoso percorso che li separava dall' ormai imminente costa.
I due raggiunsero finalmente la costa dopo una faticosa giornata che sfinì Kinoris, ma che sembrò non scalfire nemmeno il suo sensei; da qui trovarono un molo con un uomo di mezza erà che li aspettava per cominciare a traghettarli alla loro destinazione finale: l' isola di Nagi. Appena saliti sull' imbarcazione, l' Oinin disse allo Hyuga che se avesse voluto, sarebbe potuto andare a dormire, visto che sarebbe stato lui in dormi-veglia per prevenire eventuali pericoli; lo shinobi si sentì rasserenato da questa affermazione, visto che così aveva finalmente l' occasione per riposare e magari mettere qualcosina sotto i denti visto che era da una giornata che non mangiava.
I due giorni di navigazione trascorsero senza particolari intoppi o avvenimenti interessanti, nonostante ciò, Kinoris fremeva alla voglia di continuare il percorso per incontrare i due misteriosi Kiriani.
Il terzo giorno di viaggio, finalmente approdarono, salutando quell' uomo che li aveva accompagnati per due giorni in mare, e che al ritorno avrebbe fatto altrettando, ricevendo poi un compenso per l' andata e il ritorno; Kinoris si voltò verso la costa nord-occidentale e, dopo l' ordine dell' Oinin, presero una strada lastricata e la percorrero per qualche ora, finchè, verso le 15.00, trovarono un boschetto, ed era proprio quello l' ultimo ostacolo da superare per arrivare al casolare ove avrebbero trovato i loro compagni.
Questo boschetto era più buio e tetro di quello di Konoha, nonostante questo avesse degli alberi più bassi e poca vegetazione, dettaglio che allo Hyuga non mancò di notare anche se a lui poca differenza gli faceva, l' importante era arrivare alla destinazione finale.
Una volta arrivati al posto designato per l' incontro, lo Hyuga notò un triste casolare probabilmente in disuso e, specificato dallo shinobi, punto d' incontro con l' altro team, il quale arrivò allo stesso momento; dopo questo primo incontro si presentò il sensei Kiriano, evidentemente più loguace del suo omonimo di Konoha.

Keita Mikawa, piacere di conoscerla


L' Oinin allungò la sua mano, e poi rispose freddamente

Non le posso rivelare la mia identità, spero che la cosa non le crei problemi. Mi chiami semplicemente Collega. I ragazzi mi chiameranno Sensei. Piacere.


Dopo questa breve, ma esaustiva presentazione i team erano finalmente a contatto e pronti per iniziare il lavoro affidatogli...

Edited by RayDragon - 4/11/2011, 18:37
 
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Dave!
view post Posted on 6/11/2011, 11:17




CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato da Heidar
Altre voci

Sangue, sangue dovunque... sulle pareti, sulle assi in legno del pavimento, sul tessuto del suo abito, sulle sue mani... Un paio di occhi riflesse la luce dell'unica candela che illuminava la stanza.
La loro vista incatenò lo sguardo di Heidar, che si ritrovò bloccato, incapace di muoversi.
Improvvisamente quegli occhi occhi calmi si aprirono completamente, l'iride si fece frastagliata e si colorarono lentamente di un inquietante color oro cupo che raggelò Heidar; voleva girarsi e correre via, scappare, ma non poteva muoversi.. Ebbe la netta sensazione che tutto ciò che erano le sue esperienze venisse cancellato e reso inutile e infantile.
Progressivamente la vista gli si oscurò fino a quando le gambe smisero di reggere il suo peso e cadde privo di sensi a terra.


La luce dell'alba entrava dalle fessure tra le imposte rischiarando la piccola casa in cui viveva, il canto del uccelli risuonava, tutta l'atmosfera sembrava densa di calma e tranquillità, del lento scorrere della vita nel villaggio di Kiri.
Ma Heidar non era certo calmo. La sua fronte era imperlata di sudore freddo, ansimava, i suoi occhi guizzavano da un lato all'altro della sua angusta camera da letto.
Chiuse gli occhi cercando di controllare il suo respiro, concentrò il suo pensiero e i suoi sensi sull'aria che entrava e usciva dai suoi polmoni. Dopo pochi minuti l'unico suono che riusciva ad avvertire era il battito regolare del suo cuore e si ritenne soddisfatto.
Scostò malamente le coperte del suo letto gettandole a terra e si alzò lentamente aprendo e chiudendo gli occhi per scacciare il torpore notturno.
Era ormai da un paio di mesi che gli incubi dominavano la sua mente di notte; incubi pieni di sangue e dolore, che lo lasciavano inerte, privo di qualsiasi desiderio e bisogno, se non quello che tutto ciò finisse.
Oltre a questo, però, i suoi sogni aveva un elemento in comune che lo turbava.. Quegli inquietanti occhi dorati apparivano sempre nel buio, incatenandolo al suo posto e togliendogli il respiro.
Che tutto questo avesse un senso era fuori da ogni dubbio.. Ma Heidar era giunto al limite e aveva deciso di chiudere la sua mente a pensieri di questo tipo.
Ed ora? Magari mangiare qualcosa... Ma guardando verso il tavolo che aveva anche la funzione di scrivania, ancora traboccante degli avanzi del pasto del giorno precedente, fece una smorfia e rinunciò l'idea di una colazione normale.
Mosse quindi qualche passo verso una sedia da cui prese un paio di pantaloni neri e una maglietta di un grigio un pò stinto, entrambi i capi di vestiario erano vecchi e usurati ma profumavano di fresco e di bucato, dato che li aveva lavati il giorno prima.
Prese anche un asciugamano e uscì quindi di casa, che era leggermente isolata rispetto al resto del villaggio, la aggirò e giunse sulle sponde di un laghetto coperto di nebbia, con le acque di un color azzurro che sembrava avere perso di saturazione e si mescolava quindi ad una colorazione più grigiastra.
Davanti a questo spettacolo assolutamente tetro e quasi irreale si concesse un sorriso liberatorio: poteva odiare la sua vita, odiare le sue condizioni e se stesso, ma non poteva non amare la terra dove era nato e cresciuto, era la sua casa.
Si svestì dei vestiti laceri con cui passava la notte e si tuffò nelle acque di quel lago; il gelo lo fece rabbrividire, mentre si insinuava fino nelle sue ossa; ma tutto ciò lo liberò dai pensieri che lo avevano pervaso fin da quando si era svegliato, facendolo sentire una persona nuova.
Riemerse in superficie e nuoto rapidamente fino a riva, dove si asciugò il corpo e si rivestì con ciò che aveva preso dalla sedia.
Ancora intirizzito dal freddo si passò una mano fra i capelli biondi, che ormai erano diventati abbastanza lunghi, e si incamminò nuovamente verso la porta di casa.
Si tastò le guance e il collo notando che una bassa barba gli ricopriva il mento e parte delle guance.. Non entusiasta di ciò arrivò all'entrata, spalancò la porta ed entrò.
Dopo appena un passo vide un rotolo davanti a se, evidentemente lasciato dal postino in quanto il portone della casa di Heidar era privo di serratura da molto tempo, lo raccolse e, dopo essersi accomodato sull'unica poltrona polverosa che troneggiava in un angolo dell'abitazione, lo aprì.

CITAZIONE
La tua domanda di entrata è stata ricevuta, elaborata ed accettata.
La tua prima missione avrà inizio tra tre giorni alle 08.00 all'entrata del nostro villaggio, sii puntuale.
Ogni informazione la puoi trovare nel foglio allegato.

Accademia Ninja di Kiri

Conciso ed essenziale era così il messaggio; era innegabilmente una missiva dell'accademia del suo villagio.
Nel foglio allegato trovò numerose informazioni a riguardo della missione: sarebbe stata una missione mista con il villaggio della foglia, il suo sensei di Kiri era Keita Mikawa mentre il nome del sensei della foglia non era indicato, il luogo di svolgimento della missione era Nagi, il luogo di ritrovo era un casolare isolato.
Mise immediatamente a memoria nella propria mente le indicazioni fondamentali della missione... Non desiderava certo farsi trovare impreparato.
Era strano, si disse tra se e se, che il villaggio di Kiri collaborasse con Konoha; poi che il nome del sensei esterno rimanesse segreto faceva pensare ad un ninja di alto grado, qualcuno da non sottovalutare, probabilmente uno dei componenti della famosa squadra Anbu di Konoha.
Sorrise nella semi-oscurità della sua casa... Finalmente qualcosa di diverso da fare; la sua vita aspettava un cambiamento da troppo tempo, ed esso era forse arrivato.
Tre giorni di attesa erano tanti quindi decise di fare qualcosa di utile in funzione alla missione: allenarsi.
Mangiò quindi velocemente un misto, inquietante e decisamente poco adatto per l'orario, di alimenti, prese il borsellino, vi infilò dentro le sue poche armi e se lo allacciò alla vita in modo che rimanesse sul lato destro della sua schiena e non ostacolasse i movimenti della gamba.
Uscì sbattendo la porta e si mise immediatamente a correre verso il boschetto dove si sarebbe allenato a scagliare le armi, dove avrebbe tentato di rendere il suo corpo pronto a quanto lo aspettava.
Il giorno seguente passò al medesimo modo: sveglia prima dell'alba, colazione, e poi fino a sera ad allenarsi: Heidar si sentiva vivo come non mai.

La mattina del giorno il ragazzo si alzò molto prima del solito e, dato che sarebbe stato via per un pò, decise di mettere in ordine la sua abitazione.
Dedicò circa un'ora a questo impiego e intanto si erano fatte le sei e mezzo di mattina.
Lucidò le sue armi e riassestò come meglio poteva il borsellino.
Quindi fece la solita, assurda colazione e si diresse verso il tavolo dove erano appoggiati i vestiti che aveva deciso di portare; quelli dei giorni precedenti furono immediatamente scartati dopo averli annusati.
I pantaloni erano sempre neri, ma più resistenti e più adatti ai lunghi viaggi, mentre la maglietta, anch'essa nera, più spessa della precedente e con le maniche che arrivavano fino ai polsi.
Era evidente che di notte sarebbe comunque stato visibile per il colore acceso dei capelli, ma penso che avrebbe potuto legarli e sporcarli di cenere per attenuare il riflesso.
Si vestì e si preparò in modo perfetto, assicurandosi di avere con se anche un pò di cibo facilmente trasportabile.
Erano le sette e trenta, e, nonostante il villaggio fosse composto da non moltissimi abitanti in confronto agli altri importanti centri ninja era molto esteso, perciò partì immediatamente, cogliendo con sorpresa il fatto che si trattava di una giornata soleggiata.
Arrivò in vista dell'entrata alle 8.00 e osservò chiaramente il suo sensei mentre giungeva e incrociava le braccia in attesa, a quel punto aumentò la falcata leggermente e piombò con un balzo davanti al maestro Mikawa.

Keita Mikawa, da adesso il tuo sensei. Le mie parole sono ordini e a Kiri conviene sempre obbedire agli ordini di un superiore…

E concluse con un ghigno queste parole. Si trattava di un ragazzo abbastanza giovane, dai capelli neri e dagli occhi verdi, leggermente più basso di Heidar. Aveva però una corporatura robusta e ampie spalle rotonde ed era chiaramente armato in maniera opulenta anche se ciò era nascosto molto bene dato il numero di armi.
Dall'ordine e dal ghigno si poteva intuire che era una persona autoritaria, abituata a comandare intimorendo gli allievi; ad Heidar non piacque molto come persona ma era fermamente convinto che ciò gli avrebbe abbassato il suo orgoglio e reso un ninja migliore.
Lo shinobi fece appena in tempo a presentarsi abbassando il volto e dicendo:

Heidar Koga, suo allievo, sensei.

Quindi senza altre perdite di tempo Mikawa gli spiegò che tragitto avrebbero compiuto, le tappe, e le sue metodologie.
Tuttò ciò fu molto chiaro per Heidar, dato che erano semplicemente le scelte più adatte e il percorso più diretto, e aveva passato un pò di tempo studiando il percorso che avrebbero potuto fare con la mappa pervenutagli assieme al rotolo.
Partirono immediatamente al termine del racconto, correndo a grande velocità verso il molo sud... Non ci volle molto per arrivare in vista del porto dove, su uno dei tanti ponti in legno, era ormeggiata una piccola imbarcazione fornita di due remi.
Senza fiatare e senza interrompere la corsa, il sensei balzò a bordo e, dopo una breve occhiata per assicurarsi che il suo allievo fosse a bordo, iniziò a remare.
Il viaggio fu monotono e ripetitivo; dopo un paio d'ora Mikawa si spostò dai remi dicendo:

Tocca a te.

E senza aspettare risposta si sedette di fronte ad essi. Heidar prese quindi i remi e remò per altre due ore nonostante l'impaccio iniziale; il meccanismo si ripeté fino a notte fonda, lasciando lo shinobi abbastanza stanco. Avevano fatto una pausa e mangiato qualcosa solo verso mezzogiorno; fortunatamente a lui era consentito dormire e, dopo aver tentato invano di resistere al sonno, si addormentò appoggiando la testa al bordo interno della barca.
Il giorno seguente procedette allo stesso modo fino alle 14.30 circa, quando approdarono su una bianca spiaggia e, dopo aver tirato in secca l'imbarcazione, scattarono in direzione del bosco che cresceva al termine della sabbia.
Giunsero quindi in una piccola radura nel cui mezzo regnava il disfacimento di un grosso casolare in legno bianco e marrone, secondo lo stile del posto.
Non appena posarono l'ultimo passo dinanzi alla porta del casolare, dall'angolo di esso apparvero due figure che, data la calma del suo sensei, capì erano i loro compagni di questa missione.
Lo studente era abbastanza alto, vestito alla tipica maniera dei ninja di Konoha, con una specie di bandana in testa a nascondergli i capelli.
La particolarità di questo ragazzo erano gli occhi, abbastanza grandi, con l'iride mancante di pupilla di una tonalità uniforme di bianco e grigio che non aveva mai visto prima. Si trattava sicuramente di un'arte oculare.
Il suo sensei, però, era sicuramente una personalità molto più strana. Si trattava davvero di un membro della squadra Anbu di Konoha, riconoscibile dalla maschera dai tratti animaleschi, e più precisamente felini, che gli ricopriva il volto.
Heidar non riuscì a notare molti altri dettagli, in quanto la maschera e il portamento catalizzavano la sua attenzione e lo facevano sentire leggermente in pericolo.
Anche Keita Mikawa doveva sentirsi in soggezione, infatti tentò subito di rompere il ghiaccio allungando la mano e dicendo:

Keita Mikawa, piacere di conoscerla.

La risposta del personaggio non si fece attendere e fu raggelante quasi come la sua figura.

Non le posso rivelare la mia identità, spero che la cosa non le crei problemi. Mi chiami semplicemente Collega. I ragazzi mi chiameranno Sensei. Piacere.

Lo studente di Konoha non disse nulla, ed Heidar non tentò nessun tipo di approccio.
Ci saranno sicuramente occasioni per socializzare... pensò infatti.
Si inizia.


Off-Gdr
Spero di aver completato le richieste nel modo migliore. Il sogno iniziale è mia intenzione sia un preludio al fatto che l'abilità innata che intendo apprendere è l'Occhio del Basilisco, spero non ci siano problemi per questo.
La descrizione del mio sensei è stata un pò difficoltosa in quanto nel tuo post lo hai descritto con i capelli neri, mentre nella scheda è definito come biondo. In ogni caso manca l'immagine e quindi mi sono preso alcune libertà!







Edited by Dave! - 16/11/2011, 21:03
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 9/11/2011, 15:53




Mi scuso per il ritardo, purtroppo non posso seguire dei tempi fissi per via di vari impegni (soprattutto universitari) entro fine settimana avrete il nuovo post con la prima prova e la correzione dei vostri ^^

Ah Dave: hai ragione, scusa è stato un mio errore di distrazione
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 15/11/2011, 23:40




Inizierò questo secondo post con un commento delle vostre rispettive presentazioni. In primis però voglio scusarmi con voi per avervi fatto aspettare a lungo, ma, come ho accennato a raydragon via mp, ho avuto molti impegni legati all’università soprattutto a causa di studio arretrato (sto parecchio incasinato, ma non credo che vi interessi la mia vita) e di un esame fatto lunedì.
Partiamo con una prima valutazione, il primo è Dave:
CITAZIONE
mi è piaciuto molto il tuo post, l’ho trovato completo. Perché completo? Perché hai descritto te stesso fisicamente, almeno nelle componenti essenziali, hai fatto una buona introspezione psicologica iniziale per gettare le basi per la futura storia del tuo pg grazie all’espediente del sogno, che ho trovato molto vivo. Hai inoltre descritto anche gli altri membri della ruolata ed è un ottima iniziativa, che molti non prendono al primo post, poi hai anche parlato del clima e dell’aspetto della città, legando quindi le sensazioni personali alle reazioni climatiche e queste al fisico: per questo ti faccio i miei complimenti. Mi ritengo pienamente soddisfatto dal tuo post, si vede che hai già una certa esperienza nel campo, proprio per la padronanza del linguaggio. Vedo che vuoi trasmettere qualcosa quando scrivi (principalmente far vivere situazioni ed emozioni) ed è proprio quello che secondo me un buon player deve ricercare. Da questo primo post evinco che hai delle ottime basi da cui partire, vediamo però come te la caverai più avanti con le interazioni, con la difficoltà di usare le ipotetiche e con periodi un po’ più complessi. Soprattutto in relazione a quest’ultima cosa ho notato che la maggior parte delle tue frasi era mediamente breve, proprio per dare un certo ritmo e cadenza alla tua narrazione. L’ho apprezzata, però ho anche notato che in alcuni casi, dove cercavi un periodo più lungo e complesso, finivi per prenderti un pochino. Questo è l’errore a carattere generale che ti devo segnalare. Il resto te li riporto qui. Li ho copiati praticamente tutti, anche perché per tua fortuna sono pochi ^^

CITAZIONE
Riemerse in superficie e nuoto rapidamente

L’errore è ovviamente la mancanza d’accento sulla o finale del verbo “nuotò”, ma ho notato che è stato un errore isolato e che nella stessa frase avevi utilizzato poco dopo un altro passato remoto non dimenticando di inserire l’accento. Perciò credo sia attribuibile, secondo la mia personale interpretazione, ad un errore di distrazione. Quindi non ti preoccupare, basta rileggere con più attenzione il post.
CITAZIONE
Era strano, si disse tra se e se

Qui hai fatto uno degli errori più comuni degli italiani (non solo giocatori di gdr, tranquillo XD): il sé riflessivo necessita dell’accento quando è da solo, ossia non accompagnato da “stesso”. In questo caso dunque la forma corretta era “tra sé e sé”. Invece l’espressione “se stesso” è priva dell’accento, anche se non è raro trovare il se accentato anche in questo caso. Non sarebbe scorretto, di recente è consentito, ma formalmente preferirei che voi non aggiungeste l’accento. L’importanza dell’accento, capirete, è legata al fatto che come l’hai scritto leggerei due preposizioni per l’apertura di una frase ipotetica.
CITAZIONE
poi che il nome del sensei esterno rimanesse segreto faceva pensare ad un ninja di alto grado, qualcuno da non sottovalutare, probabilmente uno dei componenti della famosa squadra Anbu di Konoha.

Questo è invece un errore On gdr. Sei uno studente di Kiri, è chiaro che tu possa conoscere l’esistenza degli Anbu, ma è difficile che dalla tua scarsa esperienza possa dedurre dai dei punti interrogativi il grado del sensei. Andava benissimo il fatto che tu abbia voluto dare rilevanza a questo mistero per i vostri personaggi, ma poteva anche darsi, più semplicemente, che il sensei non era ancora stato selezionato, considerando la necessità da Konoha di inviare in anticipo la partecipazione a Kiri (e viceversa)
CITAZIONE
La mattina del giorno il ragazzo si alzò molto prima del solito e, dato che sarebbe stato via per un pò

Qui ci sono due errori: “la mattina del giorno…” lasciare solo la parola giorno è scorretto perché non dai alcuna specifica di cosa ti stai riferendo. Poteva andare bene “giorno fatidico” e cose simili.
L’altro errore è quello di “pò”, che si scrive “po’” perché è una elisione della parola poco.
CITAZIONE
aveva passato un pò di tempo

Ancora una volta lo stesso errore, quindi non è una distrazione. La prossima volta non farmeli più vedere, ormai ti ho spiegato come funziona ;)
CITAZIONE
Erano le sette e trenta, e, nonostante il villaggio fosse composto da non moltissimi abitanti in confronto agli altri importanti centri ninja era molto esteso, perciò partì immediatamente, cogliendo con sorpresa il fatto che si trattava di una giornata soleggiata.

Ho voluto selezionare questa frase per riferirmi all’errore di essere dispersivo e confusionario nei periodi più lunghi, tra l’altro qui c’è anche un errato uso della punteggiatura: anzitutto andava eliminata la virgola dopo la “e” ed aggiungerne una dopo la parola “ninja”. Invece nella seconda parte evidenzio un errore di scelta verbale “cogliendo con sorpresa” è una frase pesante, potevi scegliere un verbo migliore e più immediato.
CITAZIONE
era chiaramente armato in maniera opulenta anche se ciò era nascosto molto bene dato il numero di armi.

La prima parte (“chiaramente”) viene contraddetta dalla seconda (“nascosto”) e dato che la seconda, per come si configura l’altro pg, è quella con maggiore forza, la prima andava eliminata. Non puoi evincere chiaramente quanto fosse armato il sensei, se era tutto occultato. Potevi però ipotizzarlo, utilizzando quindi altri termini per far intendere lo stesso significato di ciò che avevi pensato.
CITAZIONE
che ciò gli avrebbe abbassato il suo orgoglio e reso un ninja migliore.

Il verbo abbassare non è proprio corretto per il concetto che volevi esprimere. Tra l’altro qui ti evidenzio un altro errore: “gli” e “suo” non possono essere usati insieme in quanto il secondo sarebbe una sorta di rafforzativo (scorretto grammaticalmente) del primo, che in quanto pronome sostituisce l’aggettivo possessivo. Potevi usare o solo l’uno o solo l’altro.
CITAZIONE
apparvero due figure che, data la calma del suo sensei, capì erano i loro compagni di questa missione.

“erano” non va bene, è slegato da tutto, anche se ho capito che volevi riprendere la frase, ignorando l’inciso. Non si può fare, perciò la forma corretta sarebbe stata: capì essere i loro compagni..

Comunque come vedi gli errori sono pochi, quindi stai tranquillo ^^

Passiamo ora a Raydragon:
CITAZIONE
Il tuo post invece è di un livello inferiore, sia per i numerosi errori (te ne citerò solo qualcuno) presenti nel testo, sia per la confusione generale nella scelta lessicale e nella formazione dei periodi. Rispetto a Dave le tue descrizioni sono molto meno precise, il tuo personaggio per ora è solo abbozzato sia fisicamente sia caratterialmente, anche se questo si nota giù di più. In ogni caso ti sei dedicato almeno un po’ ai paesaggi (come all’inizio del post), ho anche apprezzato il fatto della stanchezza durante la prima notte in barca. Inizio intanto a citarti una delle prime frasi, che dimostra la leziosità di molte tue frasi, che diventano rigide e complicate da gestire.
CITAZIONE
essendo eletrizzato per conto suo alla, ormai prossima, entrata in accademia; la motivazione che lo spinse ad iscriversi era semplice, e cioè la voglia di diventare uno dei più grandi ninja, e magari con un po' di fortuna, trovare gli assassini della sua famiglia e vendicarne la morte.

Come vedi manca una t nella parola elettrizzato, il “per conto suo” è sbagliato al massimo potevi scrivere “essendo già elettrizzato di suo”, l’inciso “ormai prossima” potevi evitarlo e togliere le virgole, in questo caso non avresti appesantito la frase ma l’avrei resa più sciolta dai legami che hai creato. Altro errore di punteggiatura è il punto e virgola, là andavano messi i due punti perché stavi dando una spiegazione, il punto e virgola si usa per staccare un periodo ed iniziarne un altro logicamente collegato al primo, ma non sintatticamente. Iniziando quindi nella seconda parte una spiegazione, avresti dovuto essere più lineare, togliendo qualche parte (ad esempio la cosa della famiglia) ed inserendola in un’altra frase successiva, e soprattutto “e cioè” era da evitare, bastava la virgola.
Tra l’altro anche l’uso del verbo principale “spinse” è scorretto, perché in questo caso la dicitura corretta era “aveva spinto”, proprio perché l’iscrizione all’accademia comporta, come la scuola, anche la frequentazione mentre tu ancora non l’hai nemmeno iniziata. In questo caso il passato remoto è un tempo errato perché l’azione complessiva dell’iscrizione a un corso accademico non s’è completato (se comprendi bene l’inglese, puoi capire questa cosa mettendola in relazione alla differenza tra past simple e al present perfect) Come vedi è una frase semplice e la utilizzo per modello per farti capire che spesso hai fatto errori del genere nella coerenza logica della frasi, sia come uso di parole, sia come linearità del discorso, sia nell’uso della punteggiatura.
Guarda per esempio quest’altro periodo di poco successivo:
CITAZIONE
ed andò a prepararsi la colazione, la quale poteva essere più o meno consistente, ma non poteva in alcun caso mancare una tazzina di caffè espresso senza zucchero, il quale era considerata una vera e propria pillola di energia, la quale, nel caso il ragazzo avesse avuto ancora sonno, lo avrebbe svegliato all' istante.

La frase è pesantissima anche a causa dell’uso continuo (anche per l’errore della ripetizione) del pronome “il/la quale”. Devi ricercare cose più semplici, anche perché letta così non significa neanche molto, è solo confusionaria al massimo e legata forzatamente da quei pronomi. E questa più o meno è stata la linea che ho riscontrato anche nel resto del post.
Altro esempio:
CITAZIONE
facendo scaturire dalla gente le ipotesi più disparate

Non si può dire che si fa scaturire qualcosa dalla gente, al massimo puoi utilizzare “facendo scaturire nella mente delle persone/della gente…” ma anche così è una frase un po’ scorretta.

CITAZIONE
anche il ninja assieme al suo gruppo non diedero troppa importanza a quel messaggiero

Questo te lo segnalo per non farti più sbagliare su casi simili: se usi un complemento di compagnia, come hai fatto in questo caso, il soggetto rimane “il ninja”, un singolare. Pertanto avresti dovuto scrivere il verbo alla terza persona. Diverso sarebbe stata la situazione in un caso simile “anche il ninja ed i suoi amici non diedero”. Poi altro errore: “messaggero” e non “messaggiero”, questo non posso per ora ritenerlo un errore di distrazione…
CITAZIONE
Costui si presentò a Kinoris come il suo sensei, ed è così che a lui si doveva rivolgere; il giovane si presentò a costui,

Ecco qui invece una ripetizione (sempre a causa dell’eccessivo uso di pronomi) alquanto fastidiosa per chiunque legga: il secondo costui era completamente inutile, bastava scrivere una cosa semplice come “e a sua volta si presentò”.

Un problema ricorrente è stato appunto il continuo ripetersi di errori di battitura, dovuti a delle distrazioni (spero), si riscontrano termini tipo questo o dove metti la lettera della preposizione successiva a fine parola, scrivendo dopo correttamente al preposizione °-°
CITAZIONE
spreparò

Passo adesso a degli errori On gdr:
CITAZIONE
Il nome del tuo istruttore non ti può essere rivelato, nonostante ciò, ti potrai rivolgere a lui come "Sensei".

Nel mio post non ho fatto menzione al riguardo della scrittura di queste informazioni nella lettera dell’accademia, non a caso sono parole che poi Shikamaru stesso riferisce a Kinoris. La citazione in appendice al mio primo post rappresentava la lettera stessa e come vi sarebbe arrivata, anche Dave non l’ha riportata in maniera uguale, ma ho comunque apprezzato che entrambi abbiate voluto aggiungere delle righe iniziali in risposta alla vostra domanda d’ammissione; nel tuo caso però hai ecceduto con le informazioni.
CITAZIONE
di buona lena, lo Hyuga, prese, a volte, a saltare tra un tetto e l' altro

Se prima il tuo errore On gdr era legato all’aggiungere delle informazioni in più, qui pecchi nel realismo: come ti ho spiegato non puoi a questo livello saltare sugli alberi o di ramo in ramo (non a caso ti ho fatto fare l’esercizio con i balzi a zig-zag sulle cortecce, nella parte bassa) né tantomeno puoi arrivare a saltare da un tetto all’altro, ricorda che sei solo uno studente.
CITAZIONE
dopo ciò, l' Oinin si rivolse con aria cupa e fredda al giovane studente

Diciamo che questo è un mezzo errore, in quanto non è un tuo pensiero ma è un termine che hai utilizzato ai fini della narrazione. Devi tenere presente che però la narrazione nel gdr, anche quando in terza persona, non è onnisciente: ossia non puoi conoscere tutte le terminologie o gli eventi, soprattutto quelli che sarebbero sconosciuti al tuo personaggio; in questo caso mi riferisco ovviamente alla parola “Oinin” che per la scarsa conoscenza del mondo ninja di uno studente, può anche non significare nulla.

Con questo ho finito anche la tua correzione. Sebbene nelle mie critiche possa sembrare duro, stai tranquillo che non è andata malissimo. Si nota che hai comunque delle idee di base su come muovere un personaggio nel gdr e non è un particolare da sottovalutare. Ho apprezzato la lunghezza, ma se questa deve essere ricercata con ossessione e comportare poi questi errori, allora non ne vale la pena. Meglio ridurre le frasi e dare più correttezza e chiarezza alle tue parole.

Comunque sono soddisfatto, anche se con metri differenti, di entrambi. Sono convinto che entrambi farete passi da giganti.
A proposito,dimenticavo un errore che entrambi avete fatto: parlate della accademia come una missione, ma state attendere a non confondere le due cose, ben diverse nel mondo di Naruto. Il vostro è un semplice corso e non una quest che possa valere come accademia. Perciò dal prossimo post non utilizzate più il termine missione per indicare questo corso scolastico.

Il suggerimento che rivolgo ad entrambi, soprattutto a Ray, è di rileggere il post una volta terminato, eliminando così gli errori di battitura e correggendo tutte quelle parti che ad una lettura vi sembreranno confusionarie o pesanti. Ma ora basta correzioni: ecco il vostro primo post d’allenamento.

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I quattro elementi di questo strano corso accademico, almeno per quelli che erano i presupposti diplomatici su cui poggiava, si erano finalmente incontrati e ciò significava una sola cosa: era il momento di iniziare. Infatti Shikamaru, osservando la risolutezza negli occhi verdi del suo collega kiriano, capì che entrambi condividevano la ferma volontà nel condurre il compito assegnato loro. Tra l’altro, secondo l’Oinin, prima si iniziava e prima avrebbero potuto concludere questa seccante esperienza. Di norma si comportava in maniera molto distaccata con i suoi studenti, anche per far loro comprendere che, purtroppo, nel mondo ninja la gerarchia ed il rispetto degli ordini contavano molto. Non era sua intenzione inculcare precetti rivoluzionari nelle giovani menti che gli venivano talvolta affidate, era anzi convinto che un bravo shinobi avrebbe preso la giusta decisione, secondo il suo sistema valoriale, in caso si fosse trovato posto di fronte alla necessità di scegliere tra il rispetto dei regolamenti e la loro violazione per qualche fine più alto. Tuttavia il sensei della Foglia si rendeva anche conto che quei due ragazzi, probabilmente così diversi, da un approccio del genere avrebbero solo potuto trarre svantaggi, considerando che si trovavano ad avere a che fare con potenziali nemici di un villaggio avversario; addirittura si correva il rischio che né gli studenti né tantomeno i maestri portassero a compimento questo corso accademico col massimo impegno, per la sciocca paura di mostrare dei segreti alla controparte. Ovviamente una cosa del genere, soprattutto per il bene dei ragazzi che, dopo un’eventuale promozione, sarebbero stati catapultati a tutti gli effetti in un mondo brutale, era da evitarsi. Seguendo le linee di questo ragionamento, il Nara decise di prendere parola primo, così da impostare la linea guida del corso:
Confido nella buona riuscita di questo corso, ma per farlo dobbiamo impegnarci tutti al massimo delle nostre potenzialità
Probabilmente un discorso del genere per dei ragazzi inesperti non poteva significare molto, era difficile pensare che potessero comprendere l’invito a superare quella ambigua gabbia virtuale in cui li avevano rinchiusi, vittime ignare di chissà che gioco politico, dalla posta in palio ben più alta dell’istruzione di due ragazzi; tuttavia l’esperto chunin della Nebbia comprese appieno ciò che aveva mosso il ninja mascherato…
Il Mikawa si volse in direzione dell’Anbu e con un cenno della testa cercò di fargli capire di aver inteso il vero significato di quel messaggio, approfittando così per mostrare la sua capacità analitica al fine di mettere in guardia il potenziale avversario. Ovviamente anche il docente di Kiri aveva le sue perplessità su quel corso, ma ormai erano in pista, tanto valeva ballare e mettersi in discussione. Stranamente quell’ambigua figura dalle fattezze feline non gli incuteva timore, anzi, contro ogni aspettativa, gli ispirava una strana fiducia, come se la linea di principio che seguisse fosse simile alla sua. Pertanto decise di sbilanciarsi,almeno davanti agli alunni, e di assumere il difficile ruolo del docente disponibile al dialogo, in grado di spronare gli studenti, divenendone un punto di riferimento per ogni eventuale dubbio; indubbiamente un compito che non poteva esser condotto al meglio da un ninja che occultava la propria identità, toccava a lui prendersi questa pesante responsabilità. Ne approfittò per intervenire subito dopo il collega, anche per instaurare nelle menti degli studenti l’idea di una possibile sinergia immediata fra i due sensei…
Concordo pienamente, ci aspettiamo il massimo da voi due, se siete stati scelti per questo corso sperimentale ci sarà un motivo, almeno spero… Dal canto mio vi assicuro, così come ha appena fatto il mio Collega, la massima disponibilità
Si sforzò persino di esibirsi in un mezzo sorriso, ma probabilmente non gli riuscì particolarmente bene, a quel punto non gli rimaneva che sperare di non aver rovinato il discorso a causa di quel piccolo gesto.
Dietro la maschera da Anbu, il giovane ninja assassino osservò compiaciuto il comportamento del compagno, che gli aveva evitato il ricoprire un ruolo di complicata gestione. Più che fiducia di solito finiva per incutere timore e rispetto: adesso poteva liberamente incarnare quel suo personaggio senza remore alcuna. Ma per non far degenerare il corso in un giochetto da quattro soldi, con il poliziotto buono e il poliziotto cattivo, si rivolse subito ai ragazzi, chiedendo loro una breve presentazione di se stessi e del loro armamento. Questo sarebbe servito ai due docenti, per stabilire la prima prova, che si sarebbe appunto focalizzata sull’uso delle armi da lancio, ed ai due ragazzi per interagire una prima volta, seppur in via indiretta.
Concluse le presentazioni, il Nara si sarebbe nuovamente rivolto ai ragazzi, chiedendo loro di attendere per cinque minuti il ritorno dei due sensei, che nel mentre si sarebbero consultati sulle modalità del primo allenamento; infine suggerì loro di conversare ed iniziare a conoscersi poiché non era da escludersi che in un futuro prossimo i due avrebbero dovuto collaborare per portare a termine delle prove di livello più avanzato.
Il Mikawa ed il Nara si sarebbero allontanati subito dopo l’uno a fianco all’altro, mostrando ambedue il tipico portamento fiero di chi ha dovuto sostenere prove durissime durante la propria vita, finché non si sarebbero ritrovati dinanzi alla porta principale di quel casolare semi-abbandonato. Sebbene quello di Keita finisse sempre per concentrarsi solo sui piccoli fori sulla maschera bianca del compagno, i due si scambiarono uno sguardo ed entrarono nella struttura, così da porsi al riparo dalle attenzioni degli alunni e scoprire le potenzialità di quell’edificio. Varcato l’ingresso i due docenti si fermarono all’unisono, pronti ad un risolutivo faccia a faccia: era ovvio che nessuno poteva affidare così rapidamente e incoscientemente la propria vita, quella del proprio studente e del proprio villaggio, nelle mani di un pericoloso sconosciuto; a conti fatti quello che rischiava di più, quantomeno per la differenza gerarchica, era proprio l’abitante del Paese dell’Acqua. Fu proprio questi a mettere le carte in tavola e con aria glaciale si rivolse allo Special Jonin:
A che squadra appartieni? Ho il sospetto che tu faccia parte della squadra Assassina, hai tutti i tratti tipici di chi può togliere la vita in un attimo, senza mostrare pietà…
Una provocazione: la tipica mossa azzardata che viene compiuta a bruciapelo solo da chi ha piena fiducia nei propri mezzi o chi è abbastanza folle da agire su un terreno dialetticamente e militarmente instabile. Ovviamente l’Oinin non aveva gli elementi per conoscere l’effettivo grado dell’uomo della Nebbia, sebbene il più delle volte questo non facesse la differenza in battaglia, né tantomeno le sue abilità psicofisiche, pertanto non poteva dare in alcun modo maggior peso all’una o all’altra ipotesi… Decise così di rispondere anch’egli a tono, scoprendo giusto qualche carta:
Forse questi sono gli infami metodi che hanno caratterizzato la storia di Kiri, vedo che sei esperto nel campo. In ogni caso hai indovinato: sono un Oinin della Foglia, sta’ a te capire se questa informazione può esserti più utile o dannosa
La cadenza delle parole mutò spesso nel mentre che esse fuoriuscivano dalle labbra carnose; in primis si poteva evincere una forte carica ironica e sprezzante, per poi concludere il tutto con un tono piatto, volto ad estremizzare la sicurezza nei propri mezzi col rispondere con una provocazione ancora più sprezzante di quella lanciata poc’anzi dal Kiriano. La tensione era palpabile: se fossero stati toccati i tasti sbagliati nulla avrebbe potuto impedire un inutile spargimento di sangue, che non avrebbe fatto comodo a nessuno, nemmeno all’elite politica di uno dei due grandi villaggi.
Negli occhi verdi del Mikawa balenò per un attimo una strana scintilla, forse dovuta alla rabbia per le provocazioni sulle presunte metodologie di Kiri e sull’arroganza e la calma con cui gli aveva rivelato di essere un Assassino, fortunatamente fu in grado di controllarsi reprimendo uno stupido attacco d’ira.
Con molta decisione, ma senza alzare la voce,disse: Se sei stato mandato qui per ammazzare me o il mio studente, sappi che non avrai vita facile. Questa idea del corso misto non mi aveva convinto neanche un po’, ma ho accettato per il bene delle nuove generazioni di kiriani, il popolo che tu hai insultato. Ora se le tue intenzioni sono quelle di farci fuori o di scoprire dei segreti, puoi pure prendere in mano le tue armi: non ti lascerò eseguire così facilmente gli ordini che ti hanno imparirto!. Il passo falso stava per esser compiuto: istintivamente questi portò la mano alla sacca porta oggetti, da dove avrebbe voluto estrarre un kunai munito di cartabomba; veloce come un lampo vide schizzare dinanzi a sé la mano sinistra del Nara che s’avvinghiò al polso dell’ardimentoso ninja.
Non ti consiglio di farlo. Se alzerai le armi contro di me, non esiterò a fare altrettanto. Non trascinerai nella tua follia quei due ragazzi. L’esser usato dal mio villaggio, come evidentemente è stato fatto per te, non mi piace ma sono venuto qui su Nagi proprio per capire con chi avrei avuto a che fare, pronto a proteggere lo studente che altrimenti avrebbero affidato a qualche altro ninja meno esperto. Non hai nessuna prova per accertarti che io stia dicendo il vero, perciò decidi spontaneamente cosa fare…
Fu come un sussurro, parole affilate come una lama, volta a penetrare le difese mentali del potenziale avversario… Pronunciata anche l’ultima sillaba, rilasciò dalla morsa la mano del coraggioso uomo della Nebbia: gli lasciava per l’appunto la possibilità di scegliere da che parte stare e come interpretare quelle frasi… Se avesse estratto un’arma, quale che essa fosse, l’Anbu si sarebbe premurato di sconfiggerlo il prima possibile per non rischiare di coinvolgere gli ignari studenti, se invece questi avesse scelto nuovamente la via del dialogo, avrebbero potuto gettare finalmente le basi per una collaborazione semi-forzata, se non addirittura volontaria.
Keita dimostrò di non essere avventato e riscontrò, secondo la sua personale sensazione, veridicità in ogni parte del brutale discorso del Collega e pertanto, lentamente, allontanò il braccio dalla schiena…
Anbu, ho deciso di credere alle tue parole. E’ bene però che tu sia pronto a rivedere le tue convinzione sugli abitanti di Kiri, altrimenti questo corso non avrà senso di esistere. Siamo stati mandati qui per non so quale motivo, a questo punto svolgiamo il nostro compito: dare una preparazione a quei ragazzi tale da farli sopravvivere il più a lungo possibile in questo complesso e brutale mondo.
La saggezza dimostrata convinse definitivamente lo Special Jonin a fidarsi, per quest’esperienza, del nuovo compagno; era giunto il momento che i due, riconosciutisi come esseri similmente beffati dal destino, unissero le energie!
Ho forti dubbi che nel tuo villaggio molti siano come tu appari, ma sarò pronto a riguardare le mie posizioni durante l’allenamento dei due studenti. Fidiamoci per ora l’uno dell’altro…; così dicendo protese in avanti la mano destra, sperando che quello accettasse il semplice atto risolutorio… Keita non tradì le aspettative e si mise, come aveva tra l’altro già dichiarato, una volta di più in gioco.
Sono convinto che al primo passo falso, saremo entrambi pronti ad agire l’uno contro l’altro. Spero proprio che questo non debba accadere e che la verità sia stata la base concettuale da cui formulare i nostri dialoghi
Conclusosi l’atto che formalmente sanciva un’alleanza storica, i due discussero con più calma, mentre esploravano il piano terra della vecchia struttura, della procedura che volevano adottare per condurre questo corso: si trovarono d’accordo sull’iniziare con la lezione sull’accuratezza nel lancio delle armi, successivamente sarebbero passati per una serie di prove fisiche e mentali, alternandosi nella gestione e nell’assegnazione delle prove stesse; solo in caso di una prova più complessa si sarebbero di nuovo riuniti per consultarsi, da adesso in poi si sarebbero pienamente rimessi alla coscienziosità e all’esperienza dell’altro.
In fondo al corridoio che portava alle scale trovarono uno sgabuzzino dove gli addetti di quel casolare, in passato forse una vecchia accademia ninja, avevano lasciato alcuni congegni particolarmente utili per testare le capacità dei giovani studenti: uno faceva proprio al caso loro. Il Mikawa riconobbe uno degli strumenti con cui aveva avuto a che fare nel corso a cui aveva preso parte molti anni prima per ottenere la qualifica di genin: uno strano marchingegno di base rettangolare, con una colonnina centrale alta circa 1 m, ed all’estremità un semicerchio semovente al cui interno erano installati dei piatti di ceramica bordeaux. Sulla base era anche presente un piccolo pulsante nero, da poter pigiare col piede, necessario ad azionare l’ambiguo meccanismo.
Collega, credo che questo possa fare al caso nostro! disse con entusiasmo il Kiriano, è un aggeggio che permette di lanciare quei piatti di ceramica in aria solo azionando quel pulsante alla base: come puoi notare i “piatti” hanno un diametro di circa 30 cm, abbastanza grossi per essere visibili da lontano. Possiamo anche orientare il braccio superiore in base alla convergenza che vogliamo dare ai piatti. Sarebbero dei bersagli perfetti per stimolare le capacità di analisi e di lancio di shuriken e kunai.
Il Nara ascoltò con attenzione la proposta e ne risultò appagato: era proprio quello che serviva loro. Per fortuna ce ne erano ben sei di quei meccanismi ed il piano successivo aveva un totale di dieci finestre sulla facciata, rappresentava quindi un ottimo punto di lancio. I due docenti salirono le scale portando fra le braccia tre lancia-piatti per uno e li posizionarono in punti strategici: uno alla prima finestra sulla destra, un altro alla prima partendo da sinistra, così che fossero presenti ai due estremi, uno fu piazzato dinanzi la finestra centrale, altri due affiancarono questa dal lato destro, lasciando così da quel lato un’unica apertura sguarnita; mentre, partendo da sinistra, l’ultimo congegno fu piazzato all’altezza della terza fenditura.
vi metto una immagine per chiarire il tutto. Fate conto che ve l’abbia disegnato considerando la destra e la sinistra dell’edificio e non con riferimento alla misura presa stando di fronte la facciata.
Z3ge9

Piazzati tutti e sei i meccanismi bisognava decidere chi dovesse rimanere all’interno del casolare a premere quei pulsanti: la soluzione fu semplice, il ninja della Foglia utilizzò la Kage Mane no Jutsu, creando 3 perfette riproduzioni corporee di se stesso, lo shinobi della Nebbia fece altrettanto con la sua Tecnica della Moltiplicazione Acquatica, un jutsu più semplice e meno elaborato della Kage-Mane, ma rispondente alla semplice necessità di pigiare i pulsantini.
I due shinobi, per non perdere ulteriore tempo, saltarono giù da una delle finestre libere, atterrando elegantemente di fronte ai due studenti e ancora una volta fu Shikamaru a prendere per primo la parola:
Come vi avevamo preannunciato, il vostro primo allenamento si baserà sull’accuratezza nel lancio delle vostre armi di base. Per un buon lancio è necessario focalizzare bene il bersaglio, comprenderne l’eventuale traiettoria, nel qual caso esso sia mobile, e dare la giusta flessione e rotazione all’avambraccio e al polso. Chiaramente la tecnica si differenzia di volta in volta in base al numero di shuriken, kunai o spiedi che vorrete lanciare la direzione che vorrete imprimere. Starà a voi capire come ottimizzare la vostra tecnica.
Detto ciò prese una piccola pausa per far assimilare meglio il concetto ai due alunni e far sorgere spontaneamente nella loro menti delle domande o da porre a se stessi e con cui stimolare le proprie capacità intellettuali, o da riferire al Mikawa. Questi avrebbe risposto a qualunque quesito si sarebbe stato posto, fornendo le spiegazioni necessarie soprattutto a spiegare la convergenza e l’arco da compiere in certi lanci. In ogni caso, non appena uno dei due studenti avesse chiesto ove fossero i bersagli da colpire, sul volto di Keita sarebbe apparso un lieve ghigno: uno dei dischi di ceramica sarebbe partito all’improvviso dall’ultima postazione in fondo a destra, lo shinobi avrebbe estratto rapidamente, tanto che sarebbe stato difficile per i ragazzi comprendere che gesto stesse compiendo, un kunai dalla sacca porta-oggetti e l’avrebbe lanciato dal basso verso l’alto in una traiettoria rettilinea, perforando perfettamente il centro di quella specie di frisbee bordeaux, che sarebbe così andato in mille pezzi dopo nemmeno un paio di metri di veloce percorrenza aerea.
A quel punto il Nara avrebbe preso nuovamente la parola:
Questi sono i vostri bersagli. Come potete notare sono molto veloci, ma lo capirete meglio a vostre spese. Il vostro compito è colpirli. E’ necessaria una giusta potenza e velocità: all’inizio non sarà facile, ma contiamo su di voi. Potrete scegliere di volta in volta quale arma utilizzare, anche più di una contemporaneamente se la situazione lo richiede. Una volta finito il primo carico, raccoglierete dal terreno le vostre munizioni e ricomincerete da capo.
I sensei avrebbero quindi atteso un qualche cenno da parte dei ragazzi e subito dopo avrebbero dato il via, tramite una connessione mentale con le proprie copie, all’esercitazione. Il primo esercizio sarebbe stato relativamente semplice: i ragazzi si sarebbero dovuti posizione a distanza di 15 m dal casolare, indietreggiando, pronti a colpire un piatto ciascuno. Ne sarebbe partito uno per volta, a distanza di circa 40 secondi l’uno dall’altro, dalle due aperture estreme. Non sarebbe stato un inizio facile, nonostante la traiettoria rettilinea, l’assenza di vento, e la “modica” altezza (dal terreno) di circa 8.5 m del piano ove erano situate le finestre, dietro le quali i ragazzi non potevano scorgere i congegni.
Una volta distrutto, colpendo centralmente il piatto che altrimenti non si sarebbe rotto, il primo frisbee, l’esercizio sarebbe passato ad una difficoltà maggiore: sempre dalle stesse postazioni sarebbero partiti i piatti, che avrebbero assunto una rapida traiettoria curva, piuttosto ampia, convergente l’una verso la destra del giovane che si fosse posto di fronte il lato sinistro dell’edificio, l’altra verso la sinistra dell’altro ragazzo.
Completato anche questo, avrebbero poi dovuto alternarsi per colpire i due dischi, che partivano sempre dalle stesse finestre iniziali, che avrebbero presentato una convergenza verso l’interno, formando un semicerchio aereo: al centro del casolare i due dischi si sarebbero sovrapposti giusto per una frazione di secondo e in quell’istante andavano perforati contemporaneamente. Quando uno dei due fosse riuscito nella nuova missione, gli sarebbe succeduto l’altro.
L’ultimo esercizio, quello più complesso, passava all’improvviso ad un livello di difficoltà estremo: tutti e sei congegni si sarebbero attivati, suscitando probabilmente una reazione sorpresa nei due studenti, lanciando i 6 piatti contemporaneamente e con traiettorie differenti: quello centrale avrebbero proseguito il suo percorso in linea retta, a destra 2 sarebbero andati convergendo progressivamente verso il centro, gli altri due si sarebbero spostati nella direzione opposta; invece l’ultimo a sinistra (non quello esterno) avrebbe preso uno strano effetto a zig zag. I sei piatti andavano distrutti contemporaneamente: sia da ambedue i futuri ninja, era quindi ipotizzabile che scegliessero di cooperare, sia la distruzione dei frisbee andava compiuta nello stesso istante, tutt’al più era ammessa una discrepanza di qualche decimo di secondo.
Un esercizio nel complesso molto complicato, che probabilmente avrebbe rubato sicuramente più di un’ora ai due ragazzi. Nel mentre il Nara si sarebbe seduto accanto (sull’esterno) dell’alunno di Kiri, mentre il Mikawa si sarebbe fermato nei pressi del Konohano, attenti a rilevare man mano i miglioramenti dei due ragazzi.
Tra uno step e l’altro avrebbero concesso 10 minuti di pausa. Inoltre Shikamaru avrebbe comunicato loro, al momento del primo stop, che avrebbero potuto cibarsi delle proprie provviste in una qualunque delle pause…
La sfida vera aveva ora inizio: era mettere in pratica le metodologie dei due docenti ed osservare se gli studenti sarebbero stati in grado di compiere almeno il primo compito…

Sebbene io abbia consumato del chakra per entrambi i sensei, non metterò qui in spoiler il riepilogo dei consumi. La maggior parte delle volte non servirà molto chakra ai due sensei, se dovessi ritenere necessario utilizzarlo in quantitativi maggiori riporterei qui, a fine post, la statistica.
Spero la prova sia chiara. Probabilmente lo sarebbe stata di più se fosse stata all’indicativo, ma come potete notare ho dovuto usare i condizionali proprio perché siamo nel campo delle ipotetiche: descrivo, in una linea temporale accelerata, ciò che sarebbe potuto succedere, lasciando a voi tutto ciò che c’è nel mezzo e che può portare a queste ipotesi. A proposito: vorrei specificarvi che non è obbligatorio che i vostri pg restino fermi durante l’esercizio, anzi. Come non è obbligatorio che voi due interagiate (sia durante la prova, sia quando vi viene suggerito). La scelta è libera. Lo è anche nel caso del numero di tentativi/fallimento per ogni step: come vedete il tempo che ho previsto è lungo, perciò mi aspetto che vi stancherete molto e fallirete spessissimo, proprio per arrivare a sviluppare quel realismo di cui vi parlavo all’inizio. Non vi scriverò il numero di tentativi minimi, starà a voi comprendere quanto. Non preoccupatevi di scrivere di fare tantissimi errori nell’esecuzione delle prove, è sempre meglio rispetto ad enumerarne troppo pochi.
In ogni caso ho mantenuto la promessa di postare mercoledì sera, anche se ormai si è fatto tardi ^^” In realtà tra 4 ore devo essere sveglio per andare all’università, ma ci tenevo a rispettare la parola data. Buona prima prova! =) per qualsiasi domanda o chiarimento potete anche postare qui.


Edited by Shadow alkemist - 17/11/2011, 02:21
 
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RayDragon
view post Posted on 9/12/2011, 12:19




CITAZIONE
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I quattro componenti di quel corso si erano finalmente riuniti, probabilmente per istruire i due giovani shinobi, sulle varie tecniche offensive e diffensive necessarie per sopravvivere nel vastissimo mondo, quale era quello dei ninja.
Vi fu ancora qualche secondo di silenzio tra i componenti del gruppo appena formatosi, nel quale sembrò, allo Hyuga, che quel corso misto non fosse stato allestito solamente per istruire due giovani shinobi data la presenza di un membro Ambu e di un probabile Chuunin del villaggio di Kiri come Sensei per quest allenamento.
Per fortuna quest' inquietante silenzio venne interrotto dall' istruttore di Konoha, il quale disse:

Confido nella buona riuscita di questo corso, ma per farlo dobbiamo impegnarci tutti al massimo delle nostre potenzialità.


Questa frase face rassicurare Kinoris in un primo momento, poi lasciandolo un po' perplesso sul significato della frase date le circostanze in cui venne pronunciata, poteva assumere mille significati, come nemmeno uno:

Mhhh... Probabilmente costui è molto severo e vuole testare appieno le nostre capacità.


Kinoris osservò le reazioni del suo compagno di corso e del suo Sensei, il quale annuì dopo l' alquanto misterioso discorso; dopo qualche istante, anche l' istruttore Kiriano prese parola:

Concordo pienamente, ci aspettiamo il massimo da voi due, se siete stati scelti per questo corso sperimentale ci sarà un motivo, almeno spero… Dal canto mio vi assicuro, così come ha appena fatto il mio Collega, la massima disponibilità.


Anche dopo il breve, ma incisivo discorso di quest ultimo, l' atmosfera sembrò tranquilizzarsi, anche se alla parola "Sperimentale", Kinoris, pensò di dar maggiore credito alla precedente ipotesi, ovvero che il corso appena formatosi, non fosse stato istituito per l' esclusivo insegnamento delle arti ninja ai due studenti ma che al di sotto di esso vi fosse un qualcosa più grande di loro quattro.
Nonostante ciò, venne chiesto ai due di dare una breve presentazione di loro e del loro armamento; Kinoris decise di prendere la parola per primo e cominciò:

Salve a tutti, sono Kinoris Hyuga, ed è da parecchio tempo che aspettavo quest' occasione per potermi finalmente misurare con delle vere tecniche ninja, allenarmi con dei maestri abili e capaci, in grado di aiutarmi a risvegliare la mia abilità oculare.
Voglio allenarmi al 100% per diventare sempre più forte, in modo da poter vendicare la mia famiglia che fù uccisa interamente in una missione contro dei ninja traditori; in questo momento ho a disposizione tre kunai, tre shuriken e una bomba flash.


Detto ciò, nella presentazione dello shinobi, sembrò di non aver nè trascurato dettagli importanti, nè di averne aggiunti di vani. Alla presentazione del giovane Hyuga succedette quella di Heidar.
Finite le presentazioni, l' Anbu di Konoha si rivolse agli studenti, riferendo che doveva consultarsi con il suo collega per stabilire le modalità dell' allenamento da proporre e che nel frattempo non era escluso che i due potevano conoscersi e conoscere qualche particolare aggiuntivo dell' altro, essendo a conoscenza della possibilità di una futura colaborazione. Detto ciò i due sensei si allontanarono lentamente, per poi rinchiudersi dentro al casolare in un posto ove non potevano essere visti nè uditi.
Kinoris si stava pian piano assuefando a quella tensione che aleggiava nell' aria, e con suo sollievo sentì il battito cardiaco che da instabile e veloce quale era fino a poco fa, cominciava a decellerare e assumere un ritmo più costante; a questo punto lo Hyuga si voltò al Kiriano, osservando i lunghi capelli color oro che risaltavano in maniera evidente ai vestiti scuri che portava; lo sguardo di costui sembrava totalmente immerso nell' oscurità, il quale però non sembrava incutere timore allo studente di Konoha.
Dopo questa piccola osservazione, lo shinobi cominciò a parlare:

Ciao, come ho detto mi chiamo Kinoris Hyuga ...Gli porse la mano in attesa che venisse stretta... Per caso possiedi qualche particolare preddisposizione alla lotta al corpo a corpo, arti magiche o illusorie? Io mi sono esercitato molto, prima di entrare in accademia, sul corpo a corpo e un po' sul combattimento a distanza.
La mia storia è stata un po' difficite ma te, invece, hai famiglia, o qualcuno a cui tieni?
Per caso possiedi un' abilità innata? Io ho fatto domanda in accademia proprio perchè i sensei mi aiutino.


Dopo queste domande, lo shinobi sarebbe stato lieto di rispondere a quelle che gli sarebbero state poste dal suo coetaneo e magari di continuare un ipotetico discorso.
Nei punti morti del dialogo con Heidar, Kinoris, si guardava attorno assaporando a pieno quel momento, inspirando profondamente un aria tiepida contenente un leggero odore salmastro, con l' organismo che fremeva dalla voglia di fare e sfinirsi per ottenere finalmente dei risultati che fossero all' altezza delle aspettative dello studente.
Dopo un po' di minuti, lo Hyuga intravvide due ombre che si affacciavano alle finestre del casolare in cui erano entrati i due sensei e, senza pensarci due volte, mosse rapidamente una mano al suo borsellino portaoggetti, situato all' altezza della vita, rivolto verso la schiena sul lato destro, afferrando con decisione un kunai, il quale non venne però estratto perchè lo studente Konohano riconobbe dopo qualche frazione di secondo la maschera del suo sensei e la fascia di Kiri; Kinoris si rese conto che erano i due sensei che stavano confarbulando qualosa, quindi allentò la presa sul pugnale, tirando fuori lentamente la mano dal borsellino.
Ad un certo punto si notò un leggerissimo fumo biancastro uscire da 3 finestre, fumo che solitamente accompagna una moltiplicazione del corpo, mentre da altre 3 finestre si intravvide una massa d' acqua che prendeva forme umane; erano senz' altro state create 6 moltiplicazioni del corpo.
Dopo l' attivazione di queste possibili tecniche, saltarono fuori da una finestre i due sensei, i quali atterrarono leggiadramente nel terreno senza provocare, paradossalmente, alcun rumore; appena toccata terra, l' Ambu prese parola:

Come vi avevamo preannunciato, il vostro primo allenamento si baserà sull’accuratezza nel lancio delle vostre armi di base. Per un buon lancio è necessario focalizzare bene il bersaglio, comprenderne l’eventuale traiettoria, nel qual caso esso sia mobile, e dare la giusta flessione e rotazione all’avambraccio e al polso. Chiaramente la tecnica si differenzia di volta in volta in base al numero di shuriken, kunai o spiedi che vorrete lanciare la direzione che vorrete imprimere. Starà a voi capire come ottimizzare la vostra tecnica.


Il discorso fu chiaro e privo di alcun dubbio per Kinoris, al quale annuì senza esitazione, sentendosi sicuro di sè visto che nei suoi precedenti allenamenti si era dimostrato di avere una certa dimestichezza con le armi da lancio; al momento non venne in mente alcuna domanda allo studente di Konoha, dopodichè volle chiedere dove fossero i bersagli da colpire per sviluppare le loro affinità con le armi a distanza.
Sul volto di Keita apparve un leggero ghigno, al quale seguì un movimento rapidissimo del braccio che passando da dietro il suo borsello portaoggetti, dal quale sembrò non estrarre alcunchè, si ritrovò con il braccio disteso verso l' alto; Kinoris, dopo qualche secondo da quel gesto , vide cadere a terra un piattello con conficcatovi perfettamente al centro un kunai, lanciato sicuramente dal sensei di Kiri in quel movimento surreale.

Questi sono i vostri bersagli. Come potete notare sono molto veloci, ma lo capirete meglio a vostre spese. Il vostro compito è colpirli. E’ necessaria una giusta potenza e velocità: all’inizio non sarà facile, ma contiamo su di voi. Potrete scegliere di volta in volta quale arma utilizzare, anche più di una contemporaneamente se la situazione lo richiede. Una volta finito il primo carico, raccoglierete dal terreno le vostre munizioni e ricomincerete da capo.


Il piattello appena centrato era stato lanciato ad una velocità notevole, dato che Kinoris non l' aveva nemmeno visto che era attento alla figura del Mikawa, quindi lo Hyuga intuì che la riuscita dell' allenamento dipendeva soprattutto dalla concentrazione a dai riflessi pronti; dopo questa semplice osservazione, il Konohano annuì al sensei per confermargli che era pronto a partire con l' esercizio.
I due ragazzi vennero allontanati a circa 15m dal casolare, ove venivano sparati i loro bersagli, i quali avrebbero avuto una cadenza di circa 40 secondi l' uno dall' altro fintanto che questi non venissero perforati completamente ed al centro, come dimostrato dal sensei kiriano. I due studenti si posizionarono agli estremi del casolare, Kinoris avrebbe preso il lato sinistro, di conseguenza Heidar si sarebbe diretto sul lato destro.
I due vennero accompagnati dai reciproci tutori, ovvero l' istruttore di Kiri con Kinoris e l' Ambu con Heidar.
Prima che i dischetti cominciassero a librarsi nell' aria, il Konohano prese nella mano destra un kunai e nella sinistra uno shuriken, così da testare quale arma fosse la migliore nell' esercizio; una volta pronto, kinoris fece cenno che era pronto ed aspettò che anche il suo coetaneo si appostasse.
Ad un certo punto, senza avvertire alcun rumore, partì un dischetto dalla finestra di sinistra e Kinoris, ben attento a fissare la traiettoria e la provenienza dell' oggetto, tirò lo shuriken quando il piattello era a circa un quarto della distanza che separava Kinoris dal casolare; il colpo era tutto sommato abbastanza preciso ed avrebbe di sicuro beccato l' oggetto, solo che la potenza eccessiva dell' arma precedette di parecchio la traiettoria del dischetto, il quale oltrepassò la testa di Kinori spaccandosi a terra parecchi metri più in là.
Il konohano provò a colpire il secondo dischetto con il kunai, il quale sortì un effetto migliore dello shuriken visto che passò a qualche centimetro di distanza dalla sua traiettoria, a discapito di quella precisione che, anche abbasssando la potenza di tiro dell' arma, avrebbe comunque mancato il dischetto; visto il leggero miglioramento, Kinoris decise di continuare ad usare i kunai, nonostante gliene rimanessero solamente due.
I due tiri successivi beccarono il bersaglio sul bordo, facendolo roteare per l' aria per poi frantumarsi nel punto un cui si erano frantumati gli altri; questi ultimi due tiri non erano comunque sufficienti a soddisfare le condizioni imposte, ovvero di perforare al centro il piattello.
Per il tiro successivo Kinoris recuperò i kunai e lo shuriken da terra, perdendo però un turno di lanci poichè 40 secondi non gli erano sufficienti per recuperare l' equipaggiamento, riposizionarsi e tentare il tiro; la quinta volta fù la buona, Kinoris tirò il kunai più forte delle volte precedenti, abbassandone nel contempo la traiettoria, il risultato fù quello sperato dall studente, cioè un piattello perforato al centro dal kunai di Kinoris.
Nel frattempo che il konohano chiese a Keita alcuni commenti sui suoi lanci e possibili annotazioni, anche Heidar aveva già finito la prima parte dell' allenamento, dopo la quale i due avrebbero avuto la possibilità di recuperare le armi utilizzate e riposarsi per una decina di minuti; l' ambu comunicò che nelle pause concesse tra un esercizio e l' altro avrebbero potuto cibarsi di quello che si erano portati appresso; Kinoris si sedette a terra ed a riflettere sull' esercizio appena compiuto in modo da concentrarsi sul modo più corretto per centrare il piattelli, tuttavia sembrava quasi che parte del suo cervello non volesse riflettere, quindi lo shinobi prese quei minuti di pausa per ciò che erano stati forniti, ovvero per riposarsi.
L' esercizio sucessivo riguardava sempre il colpire un dischetto, il quale però aveva una traiettoria curva; in sostanza Kinoris avrebbe dovuto colpire il dischetto che partiva dalla finestra di Heidar ed arrivava giusto sopra la sua testa, un esercizio che in sostanza sembrava semplice, ma che nella pratica si rivelò tutt' altro che facile nell' esecuzione.
Lo Hyuga avrebbe dovuto tener conto dell' esercizio precedente, ovvero di non lanciare il kunai nè troppo prima, nè troppo dopo un certo punto della traiettoria del dischetto, il che significava che bisognava prevedere la sua traiettoria, ed in più avrebbe dovuto tener conto dell' effetto curvo compiuto dal dischetto.
I lanci furono quasi come i precedenti, ovvero vi furono parecchi sbagli, ma tutti mirati ad aggiustare il tiro dell' arma per beccare il piattello al suo centro: i primi 3 tiri andarono totalmente a vuoto in quanto lanciati prematuramente, altri 3 tiri servirono a Kinoris per regolarsi con il movimento del braccio, infatti riuscì con il sesto colpo a beccare su un lato il dischetto, fattore che gli indicava che ormai l' esercizio era quasi terminato per lui. Vi furono poi altri 2 tiri che sancirono la fine di quella parte dell' allenamento, visto che il settimo tiro mancò di pochissimo il centro del piattello, che però non venne perforato come da richiesta dei sensei, mentre l' ottavo centrò perfettamente il bersaglio.
Al termine di entrambi a questa seconda esercitazione, vennero concessi altri 10 minuti di pausa, nei quali Kinoris sentì un leggero languorino e decise di mangiarsi un pacchetto di cracker considerato che se ne portava spesso uno appresso nel caso gli potesse servire; lo studente pensò che in quel momento una tazzina del suo caffè ancora bello fumante sarebbe stata la fine del mondo, in quanto gli reintegrava le forze e, per quanto strano potesse apparire, lo faceva rilassare.
Venne annunciato che l' esercizio sucessivo sarebbe stato affrontato singolarmente, ovvero mentre uno eseguiva l' esercizio, l' altro sarebbe stato fermo e poi si sarebbero dati il cambio.
Quest' allenamento consisteva nello stare al centro, rispetto al casolare, e beccare i due piattelli che provenivano dalle finestre esterne, i quali avrebbero avuto una convergenza verso il centro, questo voleva dire che con 1 kunai bisognava centrare 2 piattelli.
Kinoris si alzò per primo e si preparò per cominciare l' esercitazione che in fondo gli sembrava assomigliasse alla precedente, tuttavia nella pratica fù tutt' altro che facile: allo shinobi servirono 7 tiri per aggiustare la mira, altri 8 tiri si avvicinarono sempre di più verso il centro; alcune volte perforarono pure il centro di un piattello, purtroppo però il kunai non era stato lanciato con forza sufficiente per perforare anche il secondo. Altri 5 tiri ebbero il precedente risultato, quindi stava a significare che Kinoris aveva capito quando e come lanciare il kunai in quella occasone, si trattava soltanto di immettere più forza, forza che venne espressa al ventesimo tiro, il quale perforò completamente ed in profondità entrambi i piattelli.
A questo punto venne dato il cambio e lo Hyuga si buttò a terra affaticato dall' esercizio appena compiuto, con il cuore che stava pompando velocemente in seguito allo sforzo fisico e con un lieve dolore al muscolo, non essendo abituato a compiere il gesto di lanciare il kunai così spesso e protratto per così tanto tempo, tuttavia Kinoris era soddisfatto e contento dei progressi che stava compiendo in quella giornata, sapendo che questa non era ancora terminata, lo shinobi era eccitato all' idea dei miglioramenti che poteva ancora compiere durante il viaggio d' allenamento intrapreso con il suo sensei e i loro compagni kiriani.
Nel mentre che la testa di Kinoris veniva pervasa da questi pensieri, Keita richiamò alla realtà il Konohano, il quale aveva perso la cognizione del tempo, riferendogli che anche il suo compagno aveva finito l' esercizio e che dopo la pausa ci sarebbe stato l' ultimo step dell' allenamento con le armi a distanza.
I 10 minuti di pausa non sembrarono nemmeno concessi a Kinoris data velocità con cui passarono, dopodichè ai due studenti vennero illustrate le metodiche dell' ultimo esercizio, il quale era ad un livello di difficoltà estremamente elevato: tutti e sei congegni si sarebbero attivati, lanciando i 6 piatti contemporaneamente e con traiettorie differenti. Quello centrale sarebbe andato avanti in linea retta, a destra 2 dischetti sarebbero andati convergendo verso il centro, gli altri due avrebbero preso traiettorie opposte; l’ultimo a sinistra avrebbe preso uno strano effetto a zig zag.
Kinoris restò un po' sbigottito alla complessità dell' esercizio, nonostante tutto venne comunicato che i due potevano collaborare per distruggere completamente i dischetti allo stesso momento, o per lo più con una discrepanza di qualche decimo di secondo.
Lo studente di Konoha andò subito da quello di Kiri a parlargli per capire come si sarebbero organizzati:

Heidar, ho visto che quest'esercizio è parecchio complicato, e penso che affrontarlo senza organizzarci sia una perdita di tempo, quindi penso che sia meglio che io colpisca quelli a sinistra che divergono e quello che va a zig-zag, mentre te ti occupi di quello che va in linea retta e quelli che convergono; per il tempismo con cui colpire i bersagli ci regoleremo al momento, per te va bene?


L' affermazione aveva senso, visto che i bersagli che si era assegnato Kinoris erano abbastanza vicini alla sua zona e gli era possibile beccarli tutti e tre, mentre nella zona di Heidar si sarebbero trovati i bersagli designati dallo Hyuga; lo shinobi avrebbe aspettato conferma dal suo compagno, altrimenti avrebbe ascoltato ogni obiezione e l' avrebbe adattata al piano originale.
Vista la dimestichezza appena acquisita da Kinoris, pensò che, se necessario, avrebbe cercato di utilizzare anche gli shuriken: dato che erano parecchi bersagli da colpire, lo Hyuga decise di prendere un Kunai sulla mano destra, uno sulla sinistra e il terzo lo avrebbe tenuto appeso al mignolo della mano destra pronto a lanciarlo rapidamente dopo aver lanciato quello che stava impugnando.
Tuttavia il come impugnare le armi era una parte marginale rispetto all' esercizio; ai primi 2 tiri Kinoris si abituò alla posizione delle mani da tenere, visto che non aveva mai provato a lanciare 3 kunai in una sola volta ed in questi due tiri, il kunai appeso al mignolo cadde a terra per un errato movimento della mano.
Dopo essersi abituato alla posizione da assumere con le mani, passarono parecchi lanci, circa una ventina, prima che i kunai venissero lanciati proprio dove voleva lo shinobi; seguirono una trentina di lanci che servirono ad avvicinare la traiettoria dei kunai ai dischetti fino a perforarli come negli esercizi precedenti: ora veniva la parte difficile. Lo Hyuga aveva imparato come lanciare le armi in quella situazione, ora bisognava coordinarsi per ditruggere gli oggetti: il Konohano provò con il classico "3...2...1...Via!", anche se i risultati ottenuti non migliorarono di molto. Poco alla volta i due sembrava si studiassero quasi per capire in che momento avrebbero lanciato le armi; premesso ciò dopo numerevoli tentativi da parte di entrambi, questi si sincronizzarono, riuscendo a completare l' allenamento a loro sottopostogli.
Dopo circa un ora passata unicamente nell' ultimo esercizio, Kinoris si stese a terra stremato ma contento dei progressi ottenuti.
Mi scuso per il ritardo ma ho avuto un po' da fare ultimamente; ho provveduto a lasciare dei spazi temporali ipotetici per Dave tipo quando perdo la concezione del tempo e faccio muovere Keita per destarmi, spero non sia un errore aver mosso il sensei per questo motivo :)


Edited by RayDragon - 4/1/2012, 20:09
 
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Dave!
view post Posted on 4/1/2012, 21:19




CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato da Heidar
Altre voci

La radura del casolare era ampia e verdeggiante, il clima era secco: non caldo e nemmeno freddo. L'aria era pulita, un anonimo venticello la rifrescava... Esso profumava della salsedine del mare non lontano e del verde del bosco; era un misto di odori contrastante ma al tempo stesso equilibrato che lasciarono ad Heidar una piacevole sensazione di pace... Avrebbe potuto vivere lì una volta finito quel corso; avrebbe potuto lasciarsi andare a quella tranquillità che gli si insinuava nella mente soffocando i pensieri che distruggevano la sua felicità giorno per giorno.
Alzò lo sguardo sulle fronde degli alberi indorate dalla luce di quel pomeriggio... Si, sarebbe potuto essere tutto perfetto.. Ma questa non era la sua vita.
A malincuore abbassò lo sguardo sui tre uomini a pochi passi da lui; quindi un sentimento di soddisfazione e responsabilità gli salì da dentro, si pose una mano sulla bocca per tentare di nascondere un sorriso quasi folle per la situazione. Ora il MIO destino è nelle MIE mani.. E sarò IO a determinarlo.
Questi sentimenti riverberarono nell'essere d Heidar ancora per un paio di secondi, quindi scemarono, lasciando il posto ad un calma e fredda attenzione... No, non si sarebbe lasciato sorprendere da qualcosa proprio all'inizio di questa opportunità.
Chiuse gli occhi, reprimendo definitivamente se stesso in un angolo della sua mente; quindi il Sensei di Konoha parlò:

Confido nella buona riuscita di questo corso, ma per farlo dobbiamo impegnarci tutti al massimo delle nostre potenzialità.

Detta così e in un'altra situazione, questa frase poteva essere davvero un augurio sincero di collaborazione e impegno; ma in quel momento, gravato da logiche politiche ignote ad Heidar, quella stessa frase aveva un inquietante sottofondo minaccioso e intimidatorio.
Ma l'impatto che questo discorso lasciò sullo studente di Kiri non bastò per fargli perdere la concentrazione; infatti colse un movimento rapido della testa del suo Sensei, simile al guizzo di un uccello, questo gesto poteva significare una sola cosa: assenso.
Che i due Sensei fossero schierati da parti diverse era innegabile, e se ciò non era, per qualche meccanismo celato, non avrebbe fatto alcuna differenza; perché se Heidar non avesse potuto confidare nemmeno nel suo istruttore poteva considerarsi morto.
Quindi decise di fidarsi di Mikawa e accantonò i pensieri di una possibile minaccia immediata.

Concordo pienamente, ci aspettiamo il massimo da voi due, se siete stati scelti per questo corso sperimentale ci sarà un motivo, almeno spero… Dal canto mio vi assicuro, così come ha appena fatto il mio Collega, la massima disponibilità.

Disse il Sensei di Kiri... A questo punto un debole ghigno, a metà tra l'amichevole e il rabbioso, si formò sul suo volto.
Il motivo di un sorriso così tirato e innaturale non era così ovvio: poteva essere un tentativo maldestro di rassicurare, ma anche un reale segnale di imprevedibilità.
Heidar decise di non rifletterci per il momento, come per il precedente discorso, affinando, invece, ulteriormente a ciò che stava succedendo in quell'istante.
Tale mossa fu davvero azzeccata, perché subito dopo il Sensei di Konoha chiese una presentazione di se stessi e del proprio armamento agli allievi. Questo piccolo discorso che gli allievi dovevano tenere avrebbe certamente dato una delle prime e delle più importanti impressioni ai maestri; l'impatto iniziale, anche se impuro e parziale, dava sempre numerose informazioni. Di vitale importanza quindi prestare molta attenzione a quanto si diceva.

Salve a tutti, sono Kinoris Hyuga, ed è da parecchio tempo che aspettavo quest' occasione per potermi finalmente misurare con delle vere tecniche ninja, allenarmi con dei maestri abili e capaci, in grado di aiutarmi a risvegliare la mia abilità oculare.
Voglio allenarmi al 100% per diventare sempre più forte, in modo da poter vendicare la mia famiglia che fu uccisa interamente in una missione contro dei ninja traditori; in questo momento ho a disposizione tre kunai, tre shuriken e una bomba flash.


Disse il suo compagno di corso. A meno che non fingesse, sembrava molto entusiasta, molto felice e spensierato, convinto che questo fosse un bellissimo momento per la sua crescita.
Heidar represse un sorriso... Si, la vita li stava decisamente mettendo alla prova in quel momento, come se il corso fosse solo un tassello facente parte di un disegno immensamente superiore e incompreso.
Era il suo turno, come d'incanto la sua faccia si illuminò, mostrando un sorriso quanto più naturale e sincero possibile.

Sono Heidar Koga, studente di Kiri. Sono davvero felice di essere qui. Offro piena disponibilità per tutto ciò che verrà proposto. Possiedo due kunai e cinque shuriken.

Le frasi che componevano il suo brevissimo discorso erano altrettanto brevi. Ciò per apparire emozionato e incapace di articolare più di qualche parola dietro l'altra.
Sommato a questo, Heidar aumentò leggermente la propria frequenza di respiro, in modo molto lieve, adatto a mostrare l'agitazione ma non abbastanza spudorato da sembrare falso.
Lo studente di Kiri ebbe come la sensazione che una maschera immaginaria, ma non per questo meno forte, si fosse formata sulla sua faccia, come quella indossata dal Sensei di Konoha.
Ma non era il momento della moralità.
Sperò solo che tutto questo mascheramento del suo essere fosse riuscito bene, o che comunque servisse un po' a confondere le idee delle persone che aveva davanti.
Fu tentanto anche di non citare il numero esatto di armi a sua disposizione, asserendo che una l'aveva persa, ma lo ritenne troppo evidente e rivelatorio, e si trattenne.

Dopo le presentazioni gli venne riferito che dovevano attendere per cinque minuti circa, in attesa del primo allenamento, e gli venne consigliato inoltre di approfittare del tempo per conoscersi.
Detto ciò i due Sensei si avviarono e si introdussero nel capannone.
Per un momento la mente prese il sopravvento sul corpo, ed Heidar si ritrovò perso nel mare di considerazioni e ragionamenti riguardanti gli avvenimenti accaduti nelle ore precedenti.
Ma lo studente di Konoha, probabilmente senza accorgesene, lo tirò fuori dal suo subconscio:

Ciao, come ho detto mi chiamo Kinoris Hyuga.
Disse mentre allungava una mano verso il suo compagno di corso; quindi continuò:
Per caso possiedi qualche particolare preddisposizione alla lotta al corpo a corpo, arti magiche o illusorie? Io mi sono esercitato molto, prima di entrare in accademia, sul corpo a corpo e un po' sul combattimento a distanza.
La mia storia è stata un po' difficite ma te, invece, hai famiglia, o qualcuno a cui tieni?
Per caso possiedi un' abilità innata? Io ho fatto domanda in accademia proprio perché i sensei mi aiutino.


Quel fiume di parole profuso con rapidità confermò la prima opinione che Heidar aveva di Kinoris, ed era opportuno che anche lui mantenesse la medesima.
Si profuse, quindi, nell'ennesimo sorriso, strinse con energia la mano che gli era stata posta e rispose vivacemente:

No! Ma adoro combattere corpo a corpo, lasciandomi guidare dall'istinto, anche se, per ora, me la cavo meglio sulla distanza. Non so che cosa sia successo alla mia famiglia, dato che è davvero molto tempo che non ho loro notizie.
Non possiedo abilità innate! Immagino sia fantastico avere un'arma così potente su cui si può contare!


Quindi il discorso continuò con domande più o meno banali, da ambo le parti, finché, in un istante, Kinoris mise la mano nel suo borsellino afferrando qualcosa.
Heidar si irrigidì, pronto a scattare per un'eventuale offensiva, ma gli occhi del suo compagno guardavano alle sue spalle, verso il casolare. Lo studente di Kiri si torse su se stesso, e nel medesimo istante si accucciò, per aumentare le probabilità di schivare un qualsiasi pericolo.
Seguendo la direzione dello sguardo di Kinoris, Heidar fece appena in tempo a vedere una leggera quantità di fumo bianco uscire dalle finestre al primo piano del casolare.
Non notò nient altro, se non delle ombre che si muovevano all'interno, di cui riuscì a riconoscere solo la sagoma.
Appena un minuto dopo due ombre saltarono fuori da due differenti finestre ed Heidar poté riconoscerle come i due Sensei.
Questi si diressero verso di loro senza perdere tempo e il Sensei con la maschera felina disse:

Come vi avevamo preannunciato, il vostro primo allenamento si baserà sull’accuratezza nel lancio delle vostre armi di base. Per un buon lancio è necessario focalizzare bene il bersaglio, comprenderne l’eventuale traiettoria, nel qual caso esso sia mobile, e dare la giusta flessione e rotazione all’avambraccio e al polso. Chiaramente la tecnica si differenzia di volta in volta in base al numero di shuriken, kunai o spiedi che vorrete lanciare la direzione che vorrete imprimere. Starà a voi capire come ottimizzare la vostra tecnica.

Dopo questa descrizione il Sensei chiese se vi erano domande o era tutto chiaro. Heidar vide Kinoris annuire ancora prima della fine della frase, mentre lui non rispose ne fece nessun segno che potesse essere interpretato come un assenso o un dissenso, semplicemente si passo una mano fra i capelli biondi, spostando le ciocche che gli limitavano, anche leggermente, la vista.
Per quanto riguardava i bersagli, non sapeva di cosa si trattasse, ma sospettava che l'incontro nel casolare non fosse servito solamente a scambiare quattro chiacchere. Quindi, quando Kinoris chiese dove fossero i bersagli da colpire, non si stupì di vedere un piattello rosso scuro schizzare a grande velocità da una delle finestre.
Quello che lo colpì, invece, fu la velocità con cui vide quel piattello andare a terra con un kunai conficcato nel mezzo.
Abbassò lo sguardo e notò che Mikawa sfoderava uno dei suoi inesauribili ghigni, mentre il suo braccio era fermo, teso nella direzione dove vi era il bersaglio quando fu colpito.
Tutto ciò che era successo gli fu chiaro e si rese conto di non aver nemmeno notato il gesto del braccio.

Questi sono i vostri bersagli. Come potete notare sono molto veloci, ma lo capirete meglio a vostre spese. Il vostro compito è colpirli. E’ necessaria una giusta potenza e velocità: all’inizio non sarà facile, ma contiamo su di voi. Potrete scegliere di volta in volta quale arma utilizzare, anche più di una contemporaneamente se la situazione lo richiede. Una volta finito il primo carico, raccoglierete dal terreno le vostre munizioni e ricomincerete da capo.

Concluse il Sensei di Konoha. Successivamente i membri del corso iniziarono a prepararsi per l'esecuzione dell'allenamento: si posizionarono a 15 metri circa dal casolare, divisi in due gruppi. Kinoris sulla sinistra sotto supervisione di Mikawa, mentre Heidar era sulla destra assieme al Sensei di Konoha.
Non era teso in previsione dell'esercizio, si era allenato molto e non credeva di avere troppi problemi almeno per i lanci più facili, ma la sua recita doveva proseguire. Prese quindi tre shuriken dalla tasca portaoggetti, due nella mano destra (la più allenata) e uno nella mano sinistra; con quello nella mano sinistra giocherellò un po', lanciandolo in aria e prendendolo in modo sgraziato e instabile, come se fosse preda dell'emozione.
Continuò ancora per pochi secondi prima di divaricare leggermente le gambe e prepararsi definitivamente ai lanci.
Senza preavviso partì il primo dischetto, in contemporanea con quello del suo compagno, ed a grande velocità; Heidar non ci pensò due volte e lanciò lo shuriken della mano destra che vi era tra il pollice, l'indice e il medio, mentre l'altro rimaneva infilato nel mignolo e incastrato dall'anulare. Mancò il bersaglio in modo clamoroso. Si era decisamente sopravvalutato e non si era concentrato, non era nemmeno in grado di stabilire di quanti metri avesse mancato il dischetto, che si infranse, con un tonfo innaturalmente sordo, alle sue spalle.
Chiuse gli occhi... Ok, direi che hai fatto l'idiota abbastanza a lungo.
Attese circa venti secondi immobile in quella posizione, con le braccia abbandonate lungo i fianchi, quindi aprì gli occhi e si concentrò.
Il disco scattò non molti secondi dopo ed Heidar lo osservò sibilare per circa mezzo secondo prima di molleggiarsi con la gamba destra all'indietro e scagliare, dal basso verso l'alto, la sua arma rimasta nella mano destra.
Il frantumarsi del disco annunciò il suo successo.
Scoccò un'occhiata priva di qualsiasi sentimento verso il Sensei mascherato, che gli rispose con la stessa, muta, maniera.
Heidar non era però soddisfatto: giudicava il numero di lanci fatto troppo esiguo. Chiese quindi al Sensei che continuasse a far partire i dischetti finché non avesse finito le munizioni; se ciò fosse stato concesso l'allenamento sarebbe proseguito con risultati abbastanza buoni.
In ogni caso alla fine si diresse verso il casolare e raccolse gli shuriken e i kunai da terra.
Quindi, vedendo Kinoris seduto, si pose affianco a lui, appoggiando la schiena all'albero che aveva alle spalle. Il maestro di Konoha li informò che potevano mangiare qualcosa nel frattempo, ma Heidar non aveva fame, ed in ogni caso non aveva intenzione di stemperare la concentrazione che aveva acquisito.
Finalmente l'esercizio riprese, questa volta sarebbe stato più difficile, infatti il disco avrebbe avuto una traiettoria curva.
Lo studente di Kiri si posizionò nel medesimo punto di poco prima e non attese molto che il primo disco partì sibilando.
La strategia che aveva elaborato per colpirlo era quella di attendere che il bersaglio fosse circa a metà della curva ed eseguire un lancio da sinistra verso destra con la mano destra, che culminava con una torsione del polso, in modo da far eseguire allo shuriken una stretta curva che lo portasse perpendicolare al disco nella sua fase conclusiva.
Era un tentativo abbastanza complicato ed infatti mancò il bersaglio diverse volte, arrivando a dover andare a raccogliere le armi una volta.
Finì l'esercizio circa un minuto dopo Kinoris e stavolta si sedette affianco a lui, sempre appoggiando la schiena all'albero.
Dopo la pausa il suo compagno si alzò per eseguire l'esercizio, mentre Heidar rimase immobile, studiando maniacalmente i tempi e le dinamiche con cui avrebbe dovuto compiere, lui stesso, il lancio.
In una ventina di tentativi lo studente di Konoha perforò entrambi i dischi contemporaneamente con la stessa arma. Era il suo turno.
Si alzò lentamente e si predispose nel mezzo della distanza che prima separava loro due nell'esecuzione dell'esercizio; confidando di essere nella posizione più adatta.
Impiegò circa una ventina di minuti a completare l'esercizio provando con entrambe le mani; questa volta utilizzava preferibilmente i kunai, caricando il braccio che li reggeva all'indietro mentre inarcava la schiena e portava l'altro braccio in avanti per fornire la forza necessaria.
Non era un sistema complesso o faticoso, ma non era comunque facile bilanciare la precisione e la forza necessaria. Tornò quindi al suo amato albero non molto affaticato, ma indolenzito dall'inarcamento continuo e veloce della schiena.
Fu con sollievo che si alzò per eseguire l'ultimo esercizio... Sorrise mentre la sua schiena emetteva una serie di schiocchi lasciandolo più fluido di quanto non era quando si era andato a sedere.
La prova che li aspettava sembrava ardua, non semplificata dal fatto che avrebbero dovuto compierla assieme e contemporaneamente: infatti avrebbe aggiunto la difficoltà del cooperare con una persona nuova e quasi sconosciuta.
Kinoris, tuttavia, si approcciò con decisione al problema e, avvicinandosi ad Heidar gli disse:

Heidar, ho visto che quest'esercizio è parecchio complicato, e penso che affrontarlo senza organizzarci sia una perdita di tempo, quindi penso che sia meglio che io colpisca quelli a sinistra che divergono e quello che va a zig-zag, mentre te ti occupi di quello che va in linea retta e quelli che convergono; per il tempismo con cui colpire i bersagli ci regoleremo al momento, per te va bene?

Alla sua domanda rispose annuendo risolutamente, quindi senza perdere tempo si diresse al punto dove intendeva lanciare e si accucciò, studiando meglio la situazione.
La sua mano scivolò nella tasca delle armi, da cui prese tre shuriken e, posizionandoseli nelle mani come nell'esecuzione del primo esercizio, si alzò scostandosi i capelli e dissolvendo ogni traccia di intorpidimento.
Giusto un minuto dopo iniziarono i primi tentativi: furono inizialmente davvero deludenti, soprattutto quando Kinoris tentò di aiutare la sincronizzazione con un conto alla rovescia. Secondo lo studente di Kiri, infatti, questo era un espediente superato e inattuabile in un qualsiasi scontro, adatto solo a dare informazioni ad un ipotetico nemico.
Però lentamente la situazione migliorò e nel corso di un'ora l'esercizio fu completato. All'ultimo lancio Heidar riuscì finalmente a scagliare le sue tre armi una dietro l'altra, sfruttando un singolo slancio del corpo.
Al termine si stiracchiò in maniera decisamente plateale, strizzando i muscoli; infine si lascio cadere sulla schiena.
i suoi occhi si chiusero, e la sua bocca si atteggiò in un sorriso mentre sprofondava in un turbine di considerazioni, commenti, ragionamenti e prospettive.

Wow.



Off-Gdr
Allora, mi scuso anche io per il tempo, veramente lungo devo ammettere, che ho impiegato nel rispondere.
Spero di aver compreso appieno il modo in cui compiere l'esercizio, cosa a cui non ero abituato, almeno non in questo modo, nei gdr in cui ho partecipato.
Ringrazio davvero per la correzione del post precedente.




Edited by Dave! - 28/1/2012, 09:32
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 25/1/2012, 20:08




Allora anzitutto apro queste correzioni scusandomi per l’immenso ritardo accumulato,ma come avrete capito gli esami non mi danno respiro (ne ho già dati 2 a distanza di pochi giorni e a breve me ne tocca un terzo) e mi dispiace molto avervi fatto perdere tanto tempo. Mi scuso in primis con Dave che ha sveltito le sue tempistiche su mio suggerimento…
In ogni caso la prova On gdr è stata gestita bene in termini di esercizio e di uso dei tempi verbali per descrivere le azioni ipotetiche relative al proprio compagno: per questo vi meritate i complimenti, non è facile comprendere il meccanismo al primo colpo. Vorrei segnalarvi come errore On gdr uno compiuto da entrambi,ma principalmente trattato da Ray: egli afferma di aver visto le nuvolette di fumo e del quantitativo d’acqua, tali da fargli comprendere che erano state utilizzate le tecniche della moltiplicazione del corpo (acquatica e non). Anzitutto essendo Kinoris uno studente di Konoha è praticamente impossibile possa conoscere la tecnica della Moltiplicazione Acquatica, prerogativa esclusiva di Kiri, ma cosa ben più importante è proprio l’aver notato queste “nuvole” da così lontano. Anche in passato ci è capitato di leggere di utenti che speravano di poter sfruttare le copie per creare delle grosse masse di fumo (a mo’ di fumogeni), ma noi gdr staff siamo sempre intervenuti a sanzionare questi comportamenti: la nuvoletta ha dimensioni minime e dura un secondo o poco meno, è solo un effetto scenico. Pertanto state attenti la prossima volta a non ingigantire questo “fumo”.
Ora invece passo agli errori dei singoli. Stavolta Ray ha aumentato il numero dei suoi errori, il post è stato scritto con troppe imprecisioni, buona però la parte relativa ai lanci delle armi. Dave invece è stato più preciso, utilizzando uno stile più incalzante ed interessante. La differenza di livello per ora è notevole e invito Ray a fare tutto il possibile per migliorare la redazione del testo. Un post più corto ma più preciso è decisamente migliore di un post lungo e pieno di elementi inutili e scorretto.

Iniziamo le correzioni con Ray:
[QUOTE]
CITAZIONE
I quattro componenti di quel corso si erano finalmente riuniti, probabilmente per istruire i due giovani shinobi, sulle varie tecniche offensive e difensive necessarie per sopravvivere nel vastissimo mondo, quale era quello dei ninja.

Già nella prima frase ci sono 3 errori di diverso tipo: uno di distrazione (il secondo) il primo era una parola superflua che appesantiva il discorso, tra l’altro l’apprendimento di tecniche ninja, essendo un corso d’accademia normale, era sicuro e non un’eventualità. L’ultimo è invece quello su cui dovresti stare più attento per migliorare l’organizzazione delle frasi: la soluzione giusta era “per sopravvivere in UN vastissimo mondo, quale era quello dei ninja. Quell’espressione non può essere usata se prima è stata usata una preposizione articolata o un articolo, perciò, senza ricercare il preziosismo letterario, bastava togliere quelle 3 parole (e la virgola) e sarebbe venuta fuori una frase più semplice, ma corretta.
CITAZIONE
Vi fu ancora qualche secondo di silenzio tra i componenti del gruppo appena formatosi, nel quale sembrò, allo Hyuga, che quel corso misto non fosse stato allestito solamente per istruire due giovani shinobi data la presenza di un membro Ambu e di un probabile Chuunin del villaggio di Kiri come Sensei per quest allenamento.

Qui c’è un errore di realismo: non avevi elementi per dedurre il grado del sensei di Kiri, che nulla ha detto al riguardo. Qualora avessi voluto far riflettere il tuo personaggio su quest’aspetto, avresti dovuto argomentare un po’ la cosa (sui pochi elementi che avevi). Invece Anbu si scrive così, il tuo è un errore di distrazione, che però si è riproposto in più parti del testo. Invece l’errore grave ancora un volta è l’uso dei pronomi: quel “nel quale” non ha molto senso nel punto dove l’hai inserito, perché se è riferito al “gruppo” è scorretto per via della non coincidenza con le parole successive (si nota soprattutto dal fatto che hai cambiato soggetto, che è diventato “quel corso misto”. Se “nel quale” era riferito agli attimi di silenzio, hai sbagliato la formulazione della unità temporale, tutt’al più potevi usare “durante i quali” subito dopo aver scritto “qualche secondo di silenzio”, mettendo come inciso la frase “tra i componenti del gruppo appena formatosi”. Devi stare più attento perché queste sono tutte frasi sbagliate che risultano fastidiose per il lettore.
CITAZIONE
Questa frase face rassicurare Kinoris in un primo momento, poi lasciandolo un po' perplesso sul significato della frase date le circostanze in cui venne pronunciata, poteva assumere mille significati, come nemmeno uno:

Sembra quasi uno scioglilingua tanto che hai reso complicato il tuo pensiero. Anzitutto non si dice quasi mai “fece rassicurare” (tra l’altro hai scritto face) ma “rassicurò”, dal momento che non è un verbo che ha bisogno di un ausiliare a cui appoggiarsi. C’è poi la ripetizione di “frase” e infine il “come” messo lì un po’ a casaccio: bastava la disgiunzione “o”.
CITAZIONE
Anche dopo il breve, ma incisivo discorso di quest ultimo, l' atmosfera sembrò tranquilizzarsi, anche se alla parola "Sperimentale",

Ripetizione, ma più di ogni altra cosa è fondamentale che tu capisca che il primo “anche” non aveva senso. La consequenzialità dell’azione o della narrazione non è presente dato che prima del discorso ascoltato l’atmosfera non l’avevi descritta come tranquilla (hai sbagliato a scrivere la parola) ecco perché quella congiunzione non può essere usata.
CITAZIONE
ovvero che il corso appena formatosi, non fosse stato istituito per l' esclusivo insegnamento delle arti ninja ai due studenti ma che al di sotto di esso

La virgola non era necessaria, hai spezzato una frase che poteva essere tranquillamente lasciata integra, ma non c’era bisogno neanche dell’espressione “di esso”, dal momento che se anche tu avessi lasciato soltanto “al di sotto” si sarebbe capito qual era il complemento oggetto sottointeso, di cui avevi parlato si e no un rigo sopra. Anche questo rientra tra gli errori legati all’inutile appesantimento di frasi con parole che poi risultano errate.
CITAZIONE
Detto ciò, nella presentazione dello shinobi, sembrò di non aver nè trascurato dettagli importanti

Appesantisce l’intera struttura, ti sei appena presentato (l’hai scritto prima e poi hai pure usato il discorso diretto), non devi ripeterlo, era molto più piacevole da leggere così “Detto ciò, gli sembrò…”.
CITAZIONE
potevano conoscersi e conoscere qualche

Ripetizione. Usa un sinonimo, come per esempio “apprendere”.
CITAZIONE
osservando i lunghi capelli color oro che risaltavano in maniera evidente ai vestiti scuri che portava

Uso errato della preposizione, quella giusta era “sui”.
CITAZIONE
un aria

Per me rappresenta un errore grave: l’articolo indeterminato deve essere accompagnato dall’apostrofo se si riferisce a un femminile (al maschile no).
CITAZIONE
Dopo un po' di minuti, lo Hyuga intravvide due ombre che si affacciavano alle finestre del casolare in cui erano entrati i due sensei e, senza pensarci due volte, mosse rapidamente una mano al suo borsellino portaoggetti, situato all' altezza della vita, rivolto verso la schiena sul lato destro, afferrando con decisione un kunai, il quale non venne però estratto perchè lo studente Konohano riconobbe dopo qualche frazione di secondo la maschera del suo sensei e la fascia di Kiri; Kinoris si rese conto che erano i due sensei che stavano confarbulando qualosa, quindi allentò la presa sul pugnale, tirando fuori lentamente la mano dal borsellino.

A parte le parole che ti ho segnato, che sono state scritte male (tranne per il pronome, era meglio “che” dato che si tratta di un oggetto), l’errore è che hai fatto un periodo molto lungo, mentre si è notato che non hai ancora la necessaria padronanza di linguaggio per destreggiarti in frasi del genere. Anzitutto usa al posto del punto e virgola un punto fermo, in secondo luogo elimina le parti troppo specifiche come “rivolto verso la schiena” che sembrano inserite più per far brodo che per altro, infinse devi semplificare la frase relativa alla non estrazione del kunai: puoi risolvere con una roba tipo “che però lo studente non estrasse, avendo riconosciuto poco dopo…”.
CITAZIONE
dopo qualche secondo da quel gesto , vide cadere a terra un piattello con conficcatovi perfettamente al centro un kunai, lanciato sicuramente dal sensei di Kiri in quel movimento surreale.

Questo invece è un errore On gdr di tempistica (fateci l’abitudine, a volte per frazioni di secondo i vostri pg potrebbero morire in battaglia): un disco che viene perforato perde tutta l’aerodinamicità,oltre ad esser interrotta la sua traiettoria naturale, quindi prevale la forza di gravità e cade subito a terra. Si tratta di un secondo, poco meno poco più (questione di decimi).
CITAZIONE
del dischetto, il quale oltrepassò la testa di Kinoris

Anche qui è meglio usare “che” dato che si tratta di un oggetto. Fai un uso eccessivo del pronome “il quale” °-°
CITAZIONE
la quinta volta fù la buona[/QQUOTE]
Vedere “fu” accentato è sempre un colpo al cuore per me, ti prego non rifarlo.
CITAZIONE
per ciò che erano stati forniti, ovvero per riposarsi.

Se elimini questo pezzo viene una frase molto più bella.
CITAZIONE
traiettoria del dischetto, il che significava che bisognava prevedere la sua traiettoria

Anzitutto c’è la ripetizione che avviene dopo pochissime parole e quindi si nota subito, in secondo luogo ti consiglio di tramutare la virgola in due punti ed eliminare “il che”, elemento che purtroppo, come sempre, appesantisce la frase. In quei righi hai usato la parola ovvero un quantitativo di volte davvero notevole, evita di fare tutte queste ripetizioni. Inoltre potevi usare più volte i due punti al posto di ovvero.
CITAZIONE
i primi 3 tiri andarono totalmente a vuoto in quanto lanciati prematuramente

Questo non è un errore ma solo un consiglio: potevi usare “perché”, sarebbe stato più breve e più attinente.
CITAZIONE
in quanto gli reintegrava le forze e, per quanto strano potesse apparire, lo faceva rilassare

Usa espressioni meno leziose tipo “dato che”, “perché”, “poiché”. In ogni caso l’errore è l’altro: è come uno dei primi errori che ti ho segnalato…La versione corretta è: lo rilassava. Non si usa un altro verbo vicino.
CITAZIONE
Altri 5 tiri ebbero il precedente risultato, quindi stava a significare

Non si dice “avere il precedente risultato” ma avere lo stesso risultato, in questo caso aggiungere l’unità temporale poteva solo appesantire il periodo. (“stesso” risolve tutti i problemi) Anche il quindi è di troppo.
CITAZIONE
A questo punto venne dato il cambio e lo Hyuga si buttò a terra affaticato dall' esercizio appena compiuto, con il cuore che stava pompando velocemente in seguito allo sforzo fisico e con un lieve dolore al muscolo, non essendo abituato a compiere il gesto di lanciare il kunai così spesso e protratto per così tanto tempo, tuttavia Kinoris era soddisfatto e contento dei progressi che stava compiendo in quella giornata, sapendo che questa non era ancora terminata, lo shinobi era eccitato all' idea dei miglioramenti che poteva ancora compiere durante il viaggio d' allenamento intrapreso con il suo sensei e i loro compagni kiriani.

Metti il punto prima di “Tuttavia”. La parte sulla stanchezza già l’avevi argomentata ed era un argomento chiuso, dunque o metti il punto e virgola o il punto fermo. In questo caso era meglio interrompere col punto e ripartire visto che la frase successiva è lunga. Inoltre prima della virgola e di “sapendo” potevi mettere la “e” dato che la frase di dopo si sviluppa sull’elemento che invece hai messo come inciso: “e, sapendo che questa non era ancora terminata, lo shinobi era…”
CITAZIONE
parecchio complicato, e penso che affrontarlo senza organizzarci sia una perdita di tempo, quindi penso che sia meglio

Anzitutto togli la virgola prima della congiunzione, poi evita la ripetizione: la seconda parte potevi fare qualcosa tipo “quindi direi sia meglio…”.
CITAZIONE
mentre te ti occupi

È una forma dialettale, tu è il pronome soggetto.
CITAZIONE
lo Hyuga decise di prendere un Kunai sulla mano destra, uno sulla sinistra

Nella,nella.
CITAZIONE
ai primi 2 tiri Kinoris si abituò alla posizione delle mani da tenere

Per i primi… Inoltre al posto di tenere, era meglio “utilizzare”, ma non è proprio un errore.
CITAZIONE
Poco alla volta i due sembrava si studiassero

Il poco alla volta iniziale sembra non avere proprio senso nell’intero periodo.
CITAZIONE
Dopo circa un ora passata unicamente nell' ultimo esercizio

Ancora una volta l’errore dell’articolo indeterminato senza apostrofo: errore grave. Inoltre non si dice “passare un’ora nel giocare” ma “passare un’ora a giocare”, quindi la soluzione era “passata unicamente a svolgere quell’ultimo esercizio” stavolta il pronome si può mettere per abbellire il tutto).
Come vedi devi lavorare parecchio per migliorare. Cerca di dare il massimo nel prossimo post, gli errori sono troppi- Se ti può essere utile prendere ispirazione da chi scrive in maniera più precisa puoi leggerti qualche post vecchio dei nostri migliori giocatori o far postare prima Dave così imposti lui lo scenario e le situazioni di base. Valuta tu stesso che cosa puoi fare.

Correzioni di Dave:
CITAZIONE
Esso profumava della salsedine del mare non lontano e del verde del bosco

L’esso iniziale è superfluo, meglio eliminarlo. Che intendi poi con odorare di verde? ò_o
CITAZIONE
Avrebbe potuto vivere lì una volta finito quel corso; avrebbe potuto

Qui è meglio la virgola.
CITAZIONE
pochi passi da lui; quindi

Ancora la virgola.
CITAZIONE
mente; quindi il Sensei di Konoha parlò:

Virgola e ripetizione di “quindi”, non lo usare così spesso, bastano le virgole. Oppure puoi utilizzare “poi” “poco dopo” ecc.
Anche in molte altre frasi successive hai usato male la punteggiatura,sfruttando eccessivamente il punto e virgola al posto della semplice virgola: ricorda che il punto e virgola si usa quando si cambia prospettiva o argomento in una frase, spesso è da preferirgli il punto. Chiaramente d’ora in poi non ti segnerò più quest’errore per non dovermi ripetere inutilmente.
CITAZIONE
Heidar non avesse potuto confidare nemmeno nel suo istruttore poteva considerarsi morto

Aggiungi una virgola dopo “istruttore”.
CITAZIONE
Heidar decise di non rifletterci per il momento, come per il precedente discorso, affinando, invece, ulteriormente a ciò che stava succedendo in quell'istante.

Non so cosa intendessi dire con questo verbo, se lo hai utilizzato nell’accezione di purificare da elementi esterni, si tratta di un uso legato più alla produzione di oggetti, come metalli (spade ad esempio).
CITAZIONE
chiese una presentazione di se stessi e del proprio armamento agli allievi.

È sbagliata la costruzione: chiese agli allievi (puoi anche metterlo per inciso) una presentazione…
CITAZIONE
Questo piccolo discorso che gli allievi dovevano tenere avrebbe certamente dato una delle prime e delle più importanti impressioni ai maestri; l'impatto iniziale, anche se impuro e parziale, dava sempre numerose informazioni

Questo non è un errore: volevo evidenziarti un caso in cui hai usato in maniera esatta il punto e virgola =)
CITAZIONE
, e gli venne consigliato

Essendoci la virgola la congiunzione, in questo caso, risulta inopportuna(l’errore si ripete poche frasi dopo). Inoltre hai sbagliato l’uso del pronome (uno degli errori di grammatica un po’ più gravi): gli è per la terza singolare, per la terza plurale bisogna usare “loro”: “venne loro consigliato”
CITAZIONE
corpo, ed Heidar

Qui invece è la virgola che è di troppo: il periodo è breve, la congiunzione bastava.
CITAZIONE
non rispose ne fece nessun segno

Manca l’accento, però nel testo ho letto che avevi usato in maniera corretta il né, quindi gli darò peso solo in quanto errore di distrazione. In ogni caso qui sarebbe stato meglio utilizzare “alcun” per evitare la doppia negazione.
CITAZIONE
si passo

Spero sia una distrazione. Ovviamente il passato remoto giusto era “passò”.
CITAZIONE
Tutto ciò che era successo gli fu chiaro e si rese conto di non aver nemmeno notato il gesto del braccio.

Ne approfitto per farti un complimento: ottimo il realismo che hai applicato in questa situazione, bravo :)
CITAZIONE
mentre sprofondava in un turbine di considerazioni, commenti, ragionamenti e prospettive.

La parola giusta è turbinio.
In ogni caso il tuo è un ottimo post, hai fatto un lavoro eccellente per quanto riguardava la descrizioni dei movimenti delle braccia, delle armi e dei piattelli: molto accurata e viva. Pecca è che hai arronzato la prova finale, dove non hai affatto descritto il tipo di lanci, tralasciando l’accuratezza precedente. Spero non dipenda dal fatto che io ti avessi chiesto di accelerare i tempi.
Come vedi il tuo punto debole è la punteggiatura: usi un ritmo di narrazione veloce e cadenzato, in questi casi devi dare anche la giusta intonazione mentale al lettore con un’adeguata punteggiatura. Fa’ più attenzione. Chiaramente non è un errore grave, ma devi lavorarci su comunque.

Non ho null’altro da aggiungere se non: buon lavoro ^^


Chapter three: Learn to control chakra

Dopo aver spiegato la prima prova pratica, i sensei si andarono a posizionare nelle vicinanze dei due ragazzi, Keita si sedette, poggiando la schiena ad un solido tronco, alla destra di Kinoris ed incrociando le braccia si mise ad osservare attentamente il potenziale del Konohano, cercando di non mettergli troppa pressione addosso per via della sua silenziosa ma attenta presenza. Shikamaru, ben lungi dal tenere accortezze simili, si mise in piedi, anch’egli a braccia conserte, alla sinistra di Heidar, scrutandolo intensamente per tutta la durata dell’esercizio. Come previsto entrambi i giovanissimi allievi fecero fatica, sin dall’inizio, per distruggere, di volta in volta,i piattelli volanti. Nonostante un inizio esitante ed impacciato, Heidar aveva superato brillantemente la prima tornata, trasformandosi d’improvviso in una creatura concentrata a render perfetta la propria prestazione, tanto da chiedere al sensei della Foglia di poter continuare l’esercizio dopo il primo colpo andato a segno: aveva delle buone capacità ed una buona dose di freddezza, dimostrata anche in altre occasioni di poco conto; comportamenti opposti a quelli che aveva mostrato nelle primissime esecuzioni dell’esercizio, tanto da far sospettare al Nara un principio di bipolarismo o la tendenza a vestire una maschera invisibile, d’altronde era impensabile ritenere che un semplice esercizio potesse mutare l’indole di un essere umano in pochi minuti.
Viceversa l’indole dello Hyuuga era decisamente più spigliata, aveva un approccio più entusiasta nei confronti dei compiti che gli sarebbero stati propinati durante il corso, dimostrando così un principio di incoscienza che il Mikawa notò in primis nella presentazione di Kinoris: questi rivelò ai presenti senza mezzi termini di poter ottenere, per via dell’appartenenza al famoso clan della Foglia, una abilità innata e comunicò anche un’informazione più che personale quale la notizia della morte dei suoi familiari, presumibilmente avvenuta anni prima. Il docente di Kiri, abituato al carattere freddo, scostante e riservato dei suoi concittadini non potè evitare di rimanere sconvolto da siffatti comportamenti: il ragazzino aveva spiattellato tutte le informazioni più importanti che riguardavano la sua storia e la sua struttura biologica, dinanzi a delle persone sconosciute sulla cui lealtà di certo non poteva contare, men che meno in una situazione ambigua come quella. Non aveva affatto valutato che un giorno il suo compagno d’avventura o il suo maestro sarebbero potuti divenire dei nemici, volenti o nolente. Ritenendo la situazione paradossale, il chunin arrivò addirittura a pensare che dietro un atteggiamento simile vi fosse un motivo ben preciso: concedere fiducia e dimostrare sincerità piena con la speranza di accattivarsi i primi veri alleati in quello strano ed imprevedibile percorso che è la vita da ninja… Fatto sta che il ragazzo dalle candide iridi, dopo aver chiesto, al termine del primo esercizio, consigli ed annotazioni al docente seduto alla sua destra, ricevette una sbrigativa ma densa di significato: “Smettila di essere sempre così entusiasta, hai già rivelato troppo di te stesso. Questo non è un gioco”.
Dopo un paio di secondi di assoluto silenzio, egli aggiunse un’importante annotazione tecnica:
In ogni caso hai scelto l’arma giusta: il kunai è decisamente più funzionale per un colpo di precisione e di sfondamento. Sta’ più attento nel calcolare i tempi, dovrai riuscire a prevedere movimenti ben più difficili. I tuoi nervi ed i tuoi muscoli dovranno esser tenuti sotto controllo: un ninja è una macchina e le armi sono estensioni del suo corpo e del suo spirito, quando lanci quel kunai lanci te stesso. Detto questo voltò il capo in direzione opposta, abbandonando così il ragazzo a se stesso: doveva crescere e per farlo sarebbe stato meglio ridurre i contatti, gli aveva già confidato ciò che gli serviva sapere.
L’altra accoppiata sembrava meglio assortita: entrambi votati all’agire piuttosto che a dialogare. Heidar non chiese un’approvazione espressa al suo maestro, semplicemente si girò verso di lui indirizzandogli uno sguardo piuttosto eloquente, non ricevendo alcun cenno dall’impassibile Anbu, avrebbe facilmente compreso che non v’erano, per il momento, annotazioni che il maestro ritenesse di dover comunicare. A differenza dello studente della Foglia, il Koga aveva scelto di utilizzare prevalentemente gli shuriken, aumentando così la difficoltà dell’esame. Gli shuriken infatti, benché potenzialmente assicurassero maggiore rapidità d’azione,erano più difficili da controllare, almeno per i principianti: l’impugnatura di un kunai era sicuramente più comoda, per di più in un esercizio simile, in cui bisognava sfruttare il potere d’affondo dell’arma, il kunai sembrava l’arnese più completo. Tuttavia il ragazzo non ebbe grandi problemi a padroneggiare le stellette ninja, mostrando un’eleganza di fondo: le parabole che uno shuriken può compiere potrebbero quasi considerarsi artistiche… In ogni caso Shikamaru potè apprezzare la capacità d’analisi del Kiriano, che seppe ben comprendere l’importanza del flettere nella maniera giusta i polsi per dare il giusto effetto agli shuriken: negli esercizi successivi questi utilizzò due shuriken contemporaneamente, riuscendo a farli impattare contemporaneamente con i rispettivi bersagli. Non a caso, durante una delle pause che i ragazzi si presero, il Nara non mancò di andare a confrontarsi con il collega:
Il tuo concittadino sembra abbia buone capacità, dovresti esserne fiero.
Keita, oltre a rispondere in maniera piuttosto distaccata, ci tenne a rimarcare che non era opera sua: Non importa, attualmente non è sotto la mia tutela, anche il silenzio del sensei può rivelarsi fondamentale per l’approccio psicologico del proprio studente…, lasciando così intendere che fintanto fosse stato il ninja della Foglia ad avere in tutela il ragazzino, egli non avrebbe potuto prendersi alcun merito, men che meno quello del luogo della natività. Dopotutto non è né il luogo in cui nasci né tantomeno la famiglia da cui provieni a decretare ciò che sei o ciò che sarai, nel crudele mondo ninja bisogna ben tener presente questo principio, soprattutto per non valutare aprioristicamente chi hai davanti. Da Kiri il Mikawa aveva visto fuggire alcuni dei suoi ex compagni d’accademia, che stanchi della politica della Nebbia s’erano dati alla macchia… Per evitare che questa scena si ripetesse, egli s’era ripromesso, in qualità di sensei, di divenire un punto di riferimento per i suoi allievi, una sorta di immaginario nido in cui andarsi a riparare dalle avversità della vita, anche quelle derivanti dagli scomodi ordini di un superiore…
Ripresosi da queste riflessioni, Keita disse la sua anche al riguardo del giovane di Konoha,lasciando sospesa anche una frecciatina nel confronti dello Special Jonin:
In ogni caso anche il mio assistito non è male, a dispetto di una prima impressione devo ammettere che è davvero determinato. Se per i tuoi standard è abbastanza, sii orgoglioso dell’ennesimo prodotto del Villaggio di Konoha.
Detto ciò egli si voltò e si avviò lentamente a riprendere la precedente posizione alla destra di Heidar, fece però in tempo a sentir pronunciare dal Nara delle strane parole …
Basta che sopravviva. A reggere il peso delle missioni di Konoha ci penso io.
In ogni caso il confronto fra i due sensei si interruppe lì ed entrambi continuarono ad osservare attentamente l’operato degli studenti: con tempi e modalità diverse riuscirono a superare progressivamente tutte le prove, compresa l’ultima. L’intero esercizio era stato concepito come un test a tappe, tutto era funzionale per prepararli all’ultima sfida: colpire tutti i piattelli nello stesso momento. Comportava chiaramente che i due riuscissero ad organizzarsi e coordinarsi, fare tutto da soli era pressappoco impossibile per qualsiasi studente; rappresentava quindi un buon metodo per far interagire fra loro i ragazzi, contribuendo così a spezzare ogni eventuale sfiducia emersa a seguito della strana situazione. In realtà i sensei non credevano possibile che gli studenti potessero comprendere, neanche lontanamente, le svariate ipotesi che avevano potuto far sì che i loro quattro destini si incrociassero, ma miravano comunque ad evitare che potessero intuire lo scetticismo che entrambi i maestri condividevano…
Un’ora e parecchi tentativi dopo, gli esaminandi riuscirono finalmente a superare il test finale, sbattendo poi a terra stremati.
La voce di Shikamaru, che assieme a Keita si era silenziosamente portato alle spalle degli studenti, interruppe probabilmente i loro pensieri: Complimenti,avete superato con successo la prima prova. Adesso riposatevi un po’, più tardi vi riferiremo il contenuto del secondo esercizio, zittitosi fece poi un cenno col capo al collega, indicando gli alberi lì vicino…
Vedo che sono riusciti a coordinarsi, probabilmente questo corso potrà esser migliore delle aspettative…
Il Mikawa lì per lì rimase sconvolto per quest’apertura del Konohano: non si aspettava parole simili, implicanti, ovviamente, un invito a collaborare più serenamente. Cercando di mascherare la sorpresa, Keita rispose con ironia all’Anbu: L’impassibile maestro ha deciso di divenire alunno dei suoi stessi studenti? Curioso.
Entrambi rimasero in silenzio per qualche secondo, l’unico suono che si avvertiva era il lieve fruscio provocato dal vento spirante tra le fronde degli alberi: per la prima volta anche tutto attorno a loro dimostrava la calma raggiunta…
Più che altro dovremmo insegnar loro a non fingere nei confronti dei loro compagni, daremo loro un esempio da seguire.
Ancora più scettico per queste affermazioni, completamente diverse dalle rudi frasi iniziali, Keita non mancò di far notare che la lezione che l’Anbu voleva, tacitamente, impartire sarebbe stata piuttosto amorale, considerando che uno dei loro maestri non mostrava apertamente nemmeno il proprio volto! Con tono freddo, quasi in grado di far gelare il sangue nelle vene, il Nara rispose immediatamente all’ennesima provocazione: La mia identità deve rimanere segreta per il bene di chi mi sta attorno, se così non fosse chiunque rischierebbe la vita per mano di un eventuale nemico…, prese una breve pausa, …O per mano mia.
Cosa aveva visto o aveva dovuto subire quell’uomo? Questo fu il pensiero che subito balenò nella mente di Keita, il quale si rese conto che l’atteggiamento duro del ninja derivava da preoccupazioni reali. Dalla prima parte del discorso riuscì a capire, in parte, il valore di quell’uomo misterioso, che non aveva timore ad ergere dinanzi a sé un muro pur di proteggere chi gli stava attorno; fu tuttavia l’ultima parte a turbarlo maggiormente… Perché aveva detto qualcosa di così spietato? Ragionandoci, però, si rese conto che un evento del genere, seppur si fosse verificato, avrebbe solo celato motivazioni “solidaristiche”: probabilmente lo shinobi aveva qualcosa di molto prezioso da proteggere… Che fosse il villaggio della Foglia stesso? Dopotutto poco meno di due ore prima aveva pronunciato un’altra stranissima frase. Un assassino senza volto, dall’animo oscuro e puro allo stesso tempo, all’apparenza un essere contraddittorio, ma in realtà portatore di valori e di altissima coerenza: era forse quello il reale volto dell’Oinin? Keita non potè che convincersi di sì...
Il Nara notò il silenzio prolungato del Chunin e decise dunque di troncare immediatamente il discorso.
In ogni caso per la prossima prova avevo in mente di farli lavorare sul controllo del chakra: di solito dalle mie parti facciamo allenare i ragazzi a salire sugli alberi, o su delle pozze d’acqua artificiali, sfruttando il chakra adesivo.
Ridestatosi dai ragionamenti precedenti il Kiriano rese noto al collega che esercizi simili venivano effettuati anche nella Nebbia, dove i giovani ninja si allenavano sull’acqua marina o fluviale che scorreva all’interno e lungo le coste della città.
Come sai il mare rappresenta una sfida più ardua di una semplice pozza d’acqua, tra l’altro è l’elemento naturale del nostro villaggio, per questo pretendiamo dalle nostre leve il massimo autocontrollo. Un albero non è abbastanza.
Si decisero quindi a strutturare la prova in due parti: nelle prime due ore i ragazzi avrebbero dovuto allenarsi a risalire gli alberi fin in cima ed al tramonto si sarebbero spostati tutti insieme verso la costa da dove erano approdati i due Kirani diverse ore prima. Concluso il discorso, mandarono una copia dell’Anbu ad avvisare i ragazzi: questi si sarebbero dovuti alzare e seguire la copia del sensei fino a raggiungere quello vero ai margini della foresta,una volta lì la copia si sarebbe dissolta nel nulla. Stavolta a spiegare la dinamica della prima parte della prova sarebbe stato il Nara.
Adesso dovrete imparare a conoscere e controllare il vostro chakra. Nessuna tecnica potrà riuscirvi se non riuscirete a sfruttare in maniera adeguata il potenziale che avete nei vostri corpi. Pertanto vi allenerete a direzionare il chakra sulle piante dei vostri piedi in proporzione fissa: emettendolo con il giusto quantitativo potrete aderire perfettamente alla corteccia di questi due alberi e scalarli fino alla loro sommità. Quando ci sarete riusciti avrete nuove informazioni.
Nonostante la spiegazione fosse più che esaustiva, il Mikawa ci tenne ad effettuare una dimostrazione per far loro comprendere meglio le diverse implicazioni dell’esame: compose con le mani il sigillo della Pecora ed iniziò ad emettere lievemente del chakra, che sarebbe risultato quasi invisibile ai ragazzi. Poggiando il piede destro sulla corteccia fece notare loro che con un’emissione troppo bassa di chakra l’aderenza sarebbe stata piuttosto vacillante, al contrario aumentando il flusso di chakra, avrebbero potuto risalire perpendicolarmente la corteccia del grande albero, il cui tronco era alto su per giù 20 m. Tuttavia mostrò che, con un aumento ulteriore del chakra, la corteccia si sarebbe frantumata ed avrebbero quindi perso l’equilibrio,precipitando a terra.
Come avrete capito non sarà un esercizio semplice, dovrete emettere in continuazione chakra in misura costante. Buona fortuna. Avete due ore a disposizione. Non trascurate l’importanza del riposo.
Detto ciò i due maestri si sarebbero posti alle spalle dei ragazzi ed avrebbero osservato i loro progressi…
Terminato l’esercizio, verso le sette, i due sensei avrebbero concesso dei minuti di riposo ai due ragazzi e avrebbero dato loro la triste notizia: la prova non era finita qui. Ordinarono di seguirli e si avviarono a passo sostenuto lungo la strada che i due di Kiri avevano percorso la mattina. Una volta giunti al mare, dove poterono apprezzare lo spettacolo dell’ultimo spicchio rosso fuoco del sole tramontare oltre la linea dell’orizzonte, spiegarono loro che avrebbero adesso dovuto imparare a camminare sull’acqua: un terreno d’appoggio decisamente instabile. In questo caso avrebbero dovuto controllare in maniera ottimale il chakra per rimanere in equilibrio sul filo dell’acqua, anche in caso di onde o di forti venti: per farlo dovevano rilasciare continuamente del chakra e variarne la quantità emessa per opporsi ai continui movimenti della massa liquida ai loro piedi. Probabilmente più volte sarebbero caduti, inzuppandosi completamente nel mare: fortunatamente per loro, a sera inoltrata, la temperatura si sarebbe alzata.
La seconda prova sarebbe stata per loro un inferno, ne sarebbero usciti vincitori?

Edited by Shadow alkemist - 6/2/2012, 21:45
 
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Dave!
view post Posted on 11/3/2012, 14:04




CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato da Heidar
Altre voci


Beh.. Non è stato male..
Pensò Heidar mentre giaceva disteso a terra. La prima prova era stata abbastanza impegnativa e faticosa, ma non aveva particolarmente messo alle corde il ragazzo di Kiri, anzi, lo aveva stimolato.
Heidar aprì gli occhi, lo sguardo perso nel cielo azzurro. Batté le palpebre un paio di volte per abituarsi alla luce e girò lo sguardo in direzione del sole. Era ancora abbastanza alto nel cielo.. Saranno state circa le sedici e trenta del pomeriggio: era quindi evidente che l'allenamento appena compiuto non sarebbe stato certamente l'ultimo della giornata.
Ruotò e alzò lentamente la testa verso destra, Kinoris era in quella direzione, disteso come Heidar.. Sembrava esausto e la sua fronte era coperta da un leggero velo di sudore; in ogni caso lo studente di Kiri non dubitava che il suo compagno sarebbe stato pronto per un'altra prova. Il suo entusiasmo, la sua spontaneità come la sua semplicità nel fare ogni cosa testimoniavano molto bene anche la sua forza d'animo.
A quel punto i pensieri di Heidar si soffermarono su quanto stava facendo: era giusto ingannare, con mutevoli tipologie di comportamento, una persona così pura? No, Heidar non era certo una persona incline all’aperta fiducia ne alle a mostrare la sua vera faccia, sempre ammesso che gli fosse possibile riconoscerla fra le sue variegate mutazioni.
Ad ogni modo il ragazzo di Kiri abbandonò queste riflessioni molto presto, infatti pochi secondi dopo rilassò la tensione accumulata sul collo appoggiando nuovamente la testa sul prato e chiudendo gli occhi.
In quel momento la previsione di Heidar si realizzò: il Sensei di Konoha arrivò alle spalle dei due ragazzi ordinandogli in modo pacato, che tuttavia non prevedeva repliche, di alzarsi e seguirlo.
Senza fretta lo studente del paese dell'acqua eseguì il comando.. Si alzò muovendo un arto alla volta, tentando di rendere evidente una stanchezza che non gli era propria in quell'istante. Inutile esplicitarne nuovamente il proposito.
Una volta in piedi diede un ulteriore sguardo verso Kinoris, aspettandosi magari qualche accenno per la prova appena superata e per la probabile successiva; in ogni caso Heidar gli avrebbe indirizzato un sorriso rilassato tralasciando ulteriori risposte.
Intanto il Sensei si era già incamminato e i due ragazzi si dovettero affrettare nel seguirlo. Continuarono così, a passo sostenuto, per pochi tempo prima di arrivare al margine della foresta.
A quel punto l'Anbu di Konoha si dissolse nel nulla: era una copia... Heidar sentì un ben noto brivido risalirgli lungo la schiena mentre un nodo gli serrava la gola; la somiglianza di quella situazione con un'ipotetica trappola era evidente. L'unica cosa che lo trattenne immobile nella sua posizione, con i muscoli rigidi, fu il pensiero della facilità con cui avrebbero potuto eliminarlo molto tempo prima.
Uno sguardo nella posizione in cui il vero Sensei era, o cosi almeno sperava, aiutò a mitigare la sua sensazione di pericolo. Abbandonò quindi le braccia contro i fianchi, permettendo alle mani di infilarsi nelle tasche dei pantaloni e assumendo un'espressione quanto più neutra possibile in direzione della gelida maschera del maestro.

Adesso dovrete imparare a conoscere e controllare il vostro chakra. Nessuna tecnica potrà riuscirvi se non riuscirete a sfruttare in maniera adeguata il potenziale che avete nei vostri corpi. Pertanto vi allenerete a direzionare il chakra sulle piante dei vostri piedi in proporzione fissa: emettendolo con il giusto quantitativo potrete aderire perfettamente alla corteccia di questi due alberi e scalarli fino alla loro sommità. Quando ci sarete riusciti avrete nuove informazioni.

A beneficio di tale spiegazione il maestro Mikawa diede una dimostrazione supplementare dell'esercizio. Ciò risultò davvero strano per il ragazzo del villaggio della nebbia: i rapporti che aveva avuto che il Sensei di Kiri gli avevano lasciato un'immagine di orgoglio e disciplina, non certo affini a quanto stava accadendo. Che Heidar dovesse riconsiderare le sue opinioni era evidente.
Ad ogni modo il Sensei compose il sigillo della Pecora e, appoggiando il piede destro all'albero più vicino, spiegò che era necessaria una quantità di chakra equilibrata per riuscire a risalire l'albero senza scivolare a causa della mancata aderenza o della rottura della corteccia.

Come avrete capito non sarà un esercizio semplice, dovrete emettere in continuazione chakra in misura costante. Buona fortuna. Avete due ore a disposizione. Non trascurate l’importanza del riposo.

Questa ulteriore e superflua spiegazione confermò la preoccupazione del ragazzo di Kiri di aver considerato male il suo maestro. Per qualche secondo la sua mente volò sul comportamento dei due Sensei: intrighi politici, collaborazione con sconosciuti che erano spesso e volentieri nemici... Per un momento Heidar ammirò davvero ciò che le persone che gli stavano davanti compivano, poi la sua costante allerta prese il sopravvento sulla sua mente.
Annuì risolutamente a quanto era stato appena detto e si pose immediatamente di fronte all'albero da lui scelto.
Non trascurate l'importanza del riposo...
Il significato di questa frase era un avviso al fatto che questa prova non sarebbe stata l'ultima o era semplicemente un consiglio relativo alla modalità con cui compiere l'esercizio?
Heidar non ne aveva idea. Quindi lasciò per il momento questa domanda latente nel suo subconscio, deciso in ogni caso a sfruttare quanto ne aveva tratto.
Alzò lo sguardo verso la cima dell'albero respirando profondamente... No, non si sarebbe comportato come nella precedente prova, adesso avrebbero riflettuto sin dall'inizio, non si sarebbe distrutto le ossa tentando di correre come un disperato verso l'alto.
Prima però volse la testa in direzione di Kinoris, si profuse nell'ennesimo sorriso e disse:

Ehi!.. Buona fortuna.

Detto ciò attese un paio di secondi per un'eventuale risposta quindi ritornò a fissare l'albero che aveva davanti.
Era un albero dalla corteccia bianca tendente al giallastro, di una tipologia che non gli era mai capitato di vedere nell'ambiente umido e tetro del Paese della Pioggia; ma questo non era certo il momento di dedicarsi alla botanica.
Heidar chiuse gli occhi e compose con le mani il sigillo della Pecora come aveva fatto il Sensei di Kiri poco prima.
Il primo passo per completare la prova era quello di riuscire ad emettere in maniera uniforme il chakra dai piedi: il ragazzo della nebbia dedicò i primi quarantacinque minuti a questo scopo. Rimase infatti immobile cercando di distribuire, in modo quanto migliore, il chakra sulle piante dei piedi. Quando ritenne di essere in grado di farlo con facilità e naturalezza si bloccò e aprì gli occhi. Tutto era rimasto identico a prima ma lo turbò il fatto di aver perso così tanto la cognizione di ciò che aveva intorno. Con la coda dell'occhio controllò che i Sensei fossero ancora al loro posto e poi, più tranquillo, si avvicinò all'albero, fino ad arrivare ad una distanza di circa mezzo metro. A questo punto alzò la gamba destra e la appoggiò sulla superficie del tronco. Ricompose il sigillo della Pecora, scoprendo di avere le braccia irrigidite a causa del tempo in cui erano rimaste contratte nella medesima posizione. Il ragazzo Kiriano era giunto alla seconda fase della procedura che aveva in mente: questa fase consisteva nel riuscire a capire quale fosse la quantità di chakra più adatta per risalire l'albero e fissarla nella mente. Non era qualcosa di molto difficile ed infatti nel giro di una quindicina di minuti riuscì nel suo intento.
A quel punto alzò anche la gamba sinistra aumentando il flusso di chakra per compensare l'aumento del peso; sembrava che tutto andasse bene. Quando appoggiò il piede si rese conto di quanto fosse instabile quella posizione: il suo busto era piegato verso terra dalla forza di gravità e il suo peso rendeva il tutto più gravoso. Si accucciò contro il tronco appoggiando anche la mani per riacquistare l'equilibrio quindi, con la spinta di tutti i suoi arti, scattò verso l'alto rialzandosi gradualmente mentre saliva.
Quando la cima non era che a pochi metri tentò di aumentare la velocità; nel farlo, però, aumentò troppo anche la quantità di chakra.
Idiota.. riuscì a pensare prima di sentire la corteccia cedere in un punto particolarmente sottile. Il suono ovattato della sua schiena che colpiva il terreno venne accompagnato da un gemito soffocato.
Heidar respirò affannosamente un paio di volte mentre si raggomitolava in attesa che il dolore scemasse; una serie di colpi di tosse lo scossero per pochi secondi prima che si riprendesse. Si alzò sulle braccia mentre guardava il sangue, fuoriuscito dalla sua bocca, che sporcava il verde brillante dell'erba, quindi si erse in tutta la sua altezza spostandosi dal viso i lunghi capelli dorati.
Fece un lungo respiro, riportò rapidamente alla memoria tutte le informazioni apprese nell'ora precedente e, mentre i suoi muscoli gli mandavano ancora eloquenti messaggi di dolore, si slanciò verso l'albero. Lo risalì fino alla sua metà quindi fece una capriola all'indietro e atterrò sull'erba inginocchiandosi per assorbire il colpo. Senza tregua ripeté l'azione raggiungendo questa volta i tre quarti circa dell'altezza complessiva dell'albero. A questo punto si fermò, si sedette a gambe incrociate e rimase a riflettere su come poteva variare l'intensità del chakra per permettere una corsa più fluida o una camminata più sicura e meno faticosa.
Quando si stiracchiò e si rimise in piedi la prova era iniziata da circa un'ora e venti: non gli rimaneva molto tempo. Mosse un passo lento verso il candido tronco, sorrise e si mise a correre. Un passo, due, tre... Il ritmico suono dei piedi che colpivano il legno aumentò di frequenza man mano che la cima si avvicinava. Una volta arrivato alla fine del tronco Heidar saltò all'indietro come le altre volte, ma questa volta atterrò su di un grosso ramo. Per evitare di scivolare, il ragazzo di Kiri innalzò il flusso di chakra emettendolo anche dalle mani.
Il sole lentamente declinava verso ovest mentre il vento spirava leggero... Il panorama era magnifico da lassù: da un lato si stendeva la massa verde scuro del bosco, se invece spingeva il suo sguardo oltre poteva osservare il blu intenso del mare. Sarebbe voluto rimanere ancora un po' su quel ramo, ma vi era ancora molto da fare.
Limitando l'uso del chakra fece in modo di scivolare lungo il tronco e arrivò, di conseguenza, velocemente a terra. A questo punto impiegò il resto del tempo allenandosi a salire e scendere dall'albero camminando, ovviamente preoccupandosi di non utilizzare troppa energia.
Erano infine giunte le diciannove ed Heidar si sentiva parecchio stanco; sperò vivamente di aver mal interpretato le parole del Sensei Mikawa. Quando, dopo aver concesso qualche minuto di riposo, i due Sensei comunicarono che ci sarebbe stata un'altra fase della prova, Heidar reagì come al solito: mascherando il suo stato reale.
Trascinando i piedi si alzò, e, dopo essersi stiracchiato ed aver sbadigliato voluttuosamente, si mise al seguito dei due maestri.
In non molto tempo giunsero sulla spiaggia dove i due Kiriani erano approdati la mattina; più in la si scorgeva la barca che avevano tirato in secca. Di fronte a loro si delineava l'orizzonte, dal quale un sole morente mandava i suoi ultimi bagliori, mentre il cielo accompagnava il suo cammino variando dal blu profondo all'arancione.
In quel momento i Sensei spiegarono quale sarebbe stata l'ultima prova della giornata: consisteva nell'imparare a camminare sull'acqua; essendo però questa acqua marina la difficoltà sarebbe stata evidente. Infatti il vento e le onde avrebbero complicato ogni cosa.
Heidar era stanco ed era sua intenzione terminare questa fase nel più breve tempo possibile. La sua concentrazione doveva essere totale. Finita la spiegazione ignorò quindi chiunque avesse vicino, nonostante lo sentisse come un rischio, e si incamminò fino a quando non ebbe l'acqua a lambirgli le cosce, in modo da evitare, almeno per le fasi iniziali, l'acqua decisamente troppo in movimento vicino alla battigia.
A quel punto iniziò con i tentativi, all'inizio davvero disastrosi, che lo videro cadere in acqua diverse volte. Il problema che non riusciva a risolvere era di abituarsi ad avere qualcosa in movimento continuo sotto i piedi. Circa mezz'ora dopo l'inizio della prova credeva di essere riuscito ad abituarsi ma, in quell'istante, il chakra che fuoriusciva dal piede sinistro vacillò facendolo scivolare all'indietro.
Ormai fradicio e infreddolito (anche se la temperatura stava gradualmente salendo) riuscì soltanto un'ora dopo a rimanere immobile sull'acqua. Era però tardi e, nonostante la luna rischiarasse la superficie marina, la visibilità era davvero compromessa; in lontananza vide la sagoma scura di Kinoris che tentava, come lui, di completare la prova. Il ragazzo di Kiri gli si avvicinò lentamente, tentando di bilanciare le onde che giungevano sempre più forti e alte alla spiaggia. Quando era a meno di tre metri da Kinoris un'onda lo sorprese e, solo con molta fatica, riuscì a rimanere in piedi.

Tutto bene?

Chiese Heidar all'indirizzo dello studente di Konoha, preparandosi anche ad un eventuale discorso al quale si sarebbe approcciato nel modo più gentile e simpatico possibile.
Terminata la conversazione si allontanò per tentare di andare un po' più al largo allo scopo di allenarsi con le onde più alte.
Scoprì, a suo discapito, che la quantità di chakra che doveva emettere in quelle condizioni doveva essere molto più alta di prima; prima di abituarsi cadde diverse volte, inzuppandosi nuovamente dalla testa ai piedi.
Una volta che ritenne di aver espletato le richieste dei Sensei nel modo più corretto ritornò alla spiaggia con la consapevolezza che, nonostante ci fosse riuscito, la strada del miglioramento era davvero molto lunga.
Raggiunse la battigia. Aveva un aspetto orribile: era completamente fradicio e la sua pelle presentava i caratteristici segni di essere stata immersa in un fluido contenente più minerali del suo corpo. Con l'aggiunta della stanchezza, il giudizio che ebbe di se stesso in quel momento era quello di un naufrago.
In ogni caso tutto ciò non lo interessava; diede un veloce sguardo verso i Sensei quindi si accucciò sulla sabbia con lo sguardo perso nel buio.

Off-Gdr
Mi scuso per non aver colto prima il fatto che potevo scrivere io per primo. In ogni caso spero di non aver limitato molto Ray nella libertà di movimento del suo personaggio.




Edited by Dave! - 19/3/2012, 20:03
 
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RayDragon
view post Posted on 25/3/2012, 18:38




CITAZIONE
Parlato
Pensato
Altre voci


L'ultimo esercizio era stato veramente difficile per il giovane studente. Al termine sentì di aver compiuto un bel passo in avanti nel suo addestramento; soddisfatto, si distese a terra a guardare per un attimo le nuvole mentre pensava a quell' allenamento che lo aveva stremato fisicamente, anche se sembrava che il suo compagno di corso non ne avesse risentito affatto. Durante quel turbinio di pensieri, il Sensei Konohano interruppe quella breve pausa:

Complimenti,avete superato con successo la prima prova. Adesso riposatevi un po’, più tardi vi riferiremo il contenuto del secondo esercizio.


Detto ciò fece un cenno al suo collega invitandolo a seguirlo in mezzo alla foresta, probabilmente per discutere sulle modalità del secondo esercizio appena accennato. Mentre le due sagome si allontanavano nella foresta, Kinoris sentì dire dal suo sensei che il corso era migliore di quello che si aspettava e ciò rese lo Hyuga un po' più felice, dato che aveva cercato di dare il massimo.
La fronte dello studente di Konoha era ancora imperlinata di sudore, il quale, al contatto con il fresco e lieve venticello che soffiava in quel momento, provocava una sensazione di freschezza abbastanza piacevole vista la giornata calda e soleggiata.
Dopo aver sentito l' eventuale risposta, Kinoris non avrebbe avuto altre domande, dato che non riusciva ad articolarne, sopraffatto dall' idea di questo corso; premesso ciò, se gli fosse stata posta qualche domanda avrebbe risposto senza parlare troppo.
Qualche minuto più tardi sarebbe arrivato il sensei Konohano ad ad avvertire gli studenti di seguirlo; i due si alzarono da quella verdeggiante distesa, la quale aveva offerto loro un po' di conforto dalle loro fatiche, con movenze di chi era provato fisicamente.
Dopo un po' di strada si scoprì che il ninja mascherato che li aveva attirati nella foresta era una copia dello stesso infatti, appena arrivarono di fronte all'originale, la copia si dissolse; subito dopo l' istruttore di Konoha iniziò a parlare:

Adesso dovrete imparare a conoscere e controllare il vostro chakra. Nessuna tecnica potrà riuscirvi se non riuscirete a sfruttare in maniera adeguata il potenziale che avete nei vostri corpi. Pertanto vi allenerete a direzionare il chakra sulle piante dei vostri piedi in proporzione fissa: emettendolo con il giusto quantitativo potrete aderire perfettamente alla corteccia di questi due alberi e scalarli fino alla loro sommità. Quando ci sarete riusciti avrete nuove informazioni.


Questa parte dell' allenamento piacque fin dal principio a Kinoris, il quale, nei suoi precedenti allenamenti, si era dimostrato abbastanza abile a manipolare il chakra; immediatamente seguì una dimostrazione pratica da parte dei sensei kiriano che, dopo aver composto un sigillo e di conseguenza aver manipolato del chakra, mise un piede sul tronco, il quale non aderì perfettamente indicando che era quello che succedeva emettendo troppo poco chakra. Viceversa, se si emetteva troppo chakra, l' istruttore fece notare che la corteccia in quel punto si sarebbe spaccata.

Come avrete capito non sarà un esercizio semplice, dovrete emettere in continuazione chakra in misura costante. Buona fortuna. Avete due ore a disposizione. Non trascurate l’importanza del riposo.


Dopo questa breve lezioncina, riguardante le modalità di manipolazione chakra, i due sensei si sarebbero posti alle spalle degli studenti per osservarne l'operato. Kinoris tirò fuori dal borsellino portaoggetti un kunai che avrebbe utilizzato per fare dei segni sul tronco e vedere i progressi da lui compiuti.
Poco prima di cominciare lo studente di Kiri si voltò verso Kinoris, sorrise e disse:

Ehi!.. Buona fortuna.


Lo Hyuga rispose con un sorriso e fece lo stesso augurio al suo compagno, dopodichè, prima di cominciare l' esercizio, lo studente di Konoha osservò l' imponente albero che gli stava innanzi. Possedeva un tronco molto grosso ma con pochi rami: l' ideale per questo esercizio.
I due shinobi, dopo un attimo di silenzio, cominciarono l' esercizio: Kinoris compose il sigillo della pecora, avvicinando le mani in modo che la destra avesse anulare e mignolo piegati, mentre indice e medio erano diritti. La mano sinistra, da aperta che era, si avvicinò alla destra fino a toccarla per poi assumere una posizione speculare delle dita.
A questo punto lo Hyuga fece un lungo respiro per poi impratichirsi sul come richiamare il chackra sulle piante dei piedi prima di iniziare a camminare sulla superficie dell'albero. Grazie alla sua innata propensione nel controllo dell' energia psicofisica, Kinoris impiegò quasi venti minuti a controllare come emettere il chackra dalle piante dei piedi.
Lo studente Konohano decise di strutturare l' arrampicata in due fasi, una di corsa e una di camminata; infatti era molto più semplice correre su un tronco di un albero dato che richiedeva un controllo del chackra ed uno sforzo fisico minore, mentre la camminata richiedeva un controllo dell' energia psicofisica più elevato in aggiunta all'altrettanto elevato sforzo fisico per opporsi alla forza di gravità.
Kinoris, dopo aver controllato la fuoriuscita del chackra dai piedi, ricompose il sigillo della pecora, prese una rincorsa e corse verso il tronco dell' albero che gli era davanti, appoggiando prima il piede destro, poi con forza si staccò da terra con il piede sinistro, il quale aderì perfettamente alla corteccia e così, alternando un piede dopo l' altro, raggiunse un punto in cui perse aderenza e scivolò a terra senza però procurarsi ferite degne di attenzione. Questo non fu quello che capitò al suo compagno, infatti costui rovinò al suolo sbattendo la schiena per poi sanguinare dalla bocca.

Devo restare concentrato... Mi era stato riferito che il controllo sul chackra risulta tanto migliore, quanto si è concentrati e rilassati mentalmente...


Lo Hyuga continuò ad impratichirsi correrendo sulla corteccia dell' albero finchè non padroneggiò l'esercizio discretamente: era trascorsa 1 ora e 20 minuti circa.
Il giovane Konohano si concedette 5 minuti di pausa per riflettere sui risultati ottenuti.
Terminata la sua piccola pausa, lo studente di Konoha cominciò ad esercitarsi camminando semplicemente sul tronco; unì le mani per richiamare l' energia psicofisica, la concentrò nei suoi piedi e si incamminò sull' albero.
La cima dell' imponente albero gli risultava veramente troppo lontana per un passo leggero e tranquillo, questo pensiero scosse lo shinobi dopo i primi metri di percorrenza, facendogli perdere aderenza. In modo da evitare la caduta, Kinoris balzò quanto pù agilmente possibile, data la sua abilità, da tronco a tronco, riuscendo a scendere senza riportare danni.
Il tempo passò spaventosamente veloce per il ninja di Konoha, che completò la sua terza tappa di addestramento entro la seconda ora concessagli dagli istruttori e, prima di scendere per l' ultima volta da quell' albero, si sedette per qualche minuto su uno dei pochi ma robusti rami ad osservare lo splendido tramonto.
Ad un tratto lo studente della Foglia ritornò alla realtà: sesce quindi dalla cima dell' albero su cui si era riposato e chiese al suo sensei se avesse qualcosa da dire riguardo a ciò che si era appena svolto. Sia nel caso di critiche sia in quello di complimenti Kinoris avrebbe accettato con un aria abbastanza soddisfatta di sè stesso; ad ogni modo, dopo l'eventuale risposta, Kinoris si sarebbe seduto sull' erba per riposarsi ed avrebbe bevuto un po' d'acqua.
Giunsero circa le diciannove; i due sensei ordinarono agli studenti di seguirli per sostenere un'ulteriore prova.
Mentre si incamminavano a passo spedito Kinoris notò un bel venticello che spirava tra gli alberi con forza sempre crescente: forse si stavano avvicinando al mare.
Infatti poco dopo il gruppo arrivò ad una spiaggetta, dalla quale avrebbero dovuto esercitarsi per riuscire a camminare sull' acqua. Lo Hyuga era abbastanza perplesso sulla fattibilità dell' operazione anche se successivamente si ricredette.
La difficoltà stava nell' instabilità del piano in cui ci si esercitava, che poteva essere sia tranquillo come scosso da onde e forte vento; il chackra in questo caso andava rilasciato continuamente, non trattenuto come nell' esercizio precedente.
I primi tentativi furono disastrosi per entrambi gli studenti, che si inzupparono completamente; dopo circa 40 minuti Kinoris era in grado di camminare abbastanza agevolmente, ma non ancora di correre, visto che quando provò ad accellerare il passo, non aumentando il rilascio di chackra, affondò.
Una ventina di minuti dopo, mentre Kinoris cercava di riuscire a correre agevolmente sull' acqua, Heidar si avvicinò a lui:

Tutto bene?


Lo Hyuga si sorprese un pochino a vedere il suo compagno di corso che gli si rivolgeva con quella domanda, soprattutto per l'approccio gentile.

Si, grazie. Nonostante sia del tutto fradicio e non veda l' ora di impadronirmi anche di questo tipo di controllo del chackra...
Ah, già, voglio darti un piccolo consiglio che mi è stato affidato da alcuni miei amici: resta calmo e concentrato, così sarai in grado di manipolare il chackra facilmente!


Heidar annuì con il sorriso sulle labbra, allontanandosi da Kinoris, andando ad allenarsi in acque un po' più profonde, acque che già stavano temprando il controllo sull' energia psicofisica dello Hyuga.
Dopo una mezzoretta, quando il cielo aveva già perso la sua favolosa colorazione tipica del tramonto e la luna risplendeva sulla superficie marina, lo studente della Foglia era riuscito a padroneggiare la camminata sull' acqua in modo più che soddisfacente. Kinoris decise di ritonare alla spiaggia ove i due sensei li avevano osservati tutto il tempo, per poi sedersi poco distante da loro in modo decisamente scomposto a causa della stanchezza.

Fantastico, non vedo l' ora di andare avanti!



Ci terri a sapere se può essere considerato un errore in ruolaggio il fatto che il mio personaggio sappia, da altri suoi amici, che il chackra è un energia composta anche dalla propria psiche, ovvero la calma e concentrazione che si assumono in quel momento
P.S.= Mi scuso per il formato del carattere a volte grande, ed altre piccolo, del post, ma non sono riuscito ad aggiustarlo in alcun modo
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 3/4/2012, 20:37




Allora ragazzi per prima cosa vi confermo quanto vi avevo anticipato nel post precedente: a seguito di questa prova conseguite l’energia gialla che potrete mettere in scheda richiedendo l’apertura della stessa nel topic apposito. La prima tappa verso la scalata nella gerarchia ninja è stata compiuta. Restando nell’ambito della valutazioni On gdr: la prova è stata ben svolta ed interpretata da entrambi. Ray: sì potevi tranquillamente affermare che degli amici ti avevo dato un consiglio; attento però al realismo: come tempi ci siamo però il tuo personaggio ha superato comunque agilmente la prova, il fatto che sia uno Hyuga è ininfluente al livello di Studente. Dave invece non è incorso in errori di realismo. Un’altra cosa importante che dovrete ricordare per future battaglie: quest’abilità che avete appreso (comunemente nota come Chakra adesivo) potrete utilizzarla ogniqualvolta desideriate al costo di Bassissimo. Ha come proprietà solo questa forza da collante, non può essere usata la concentrazione di chakra in parti del corpo per giustificarne dei potenziamenti fisici..
Passando ora al vostro stile: stavolta voglio fare i miei più sinceri complimenti a Ray che ha fatto delle migliorie enormi. Come potrai notare i tuoi errori si sono ridotti di molto oltre che di gravità. Al di là della grammatica e della semantica sei riuscito a fare dei periodi strutturati molto meglio, più chiari e più piacevoli alla lettura. Questo mi fa ben sperare per ulteriori passi in avanti: ti suggerisco di puntare, nei prossimi post, a descrivere meglio azioni pratiche o paesaggi. Sarebbe stato molto utile infatti che tu ti fossi espresso sull’utilizzo effettivo del kunai nella prova dell’albero, anche perché così come l’hai descritta è sembrato uno strumento inutile. Inoltre in questo post, forse anche a causa del cambio di stile di scrittura, il tuo pg è sembrato meno entusiasta. Ovviamente puoi modificargli il carattere (e nel corso della sua storia sarà fondamentale) ma attento a gestire bene le motivazioni che stimolano determinate emozioni e sensazioni di Kinoris, anche questo è un punto da migliorare. Quando padroneggerai anche queste due capacità descrittive sarai a un passo dal divenire un ottimo ruolatore.
Dave invece stavolta mi ha un po’ deluso: ovviamente non sei andato male, come ti ho già detto in passato sei uno scrittore capace e pieno di potenzialità, ma in questo post te ne sei sceso un po’ proprio come fruibilità dei discorsi portati avanti nella tua narrazione. Non complicare troppo le cose. Ottime le indicazioni sui paesaggi (anche se ancora migliorabili), ciò mi porta alla considerazione che anche nei prossimi post converrà sia tu il primo a postare. Ti faccio i complimenti per aver superato in buona parte i tuoi limiti sulla punteggiatura: sembra che ormai tu sia in grado di controllare questa pratica anche se sono ancora presenti delle cose che ti ho dovuto correggere; inoltre è aumentato lievemente il numero complessivo dei tuoi errori. Ti consiglio, per migliorare le tue capacità, di sfruttare di più anche descrizioni sulle sensazioni fisiche percepite dal tuo pg: sono già presenti, ma un esercizio in più non fa male. Mi aspetto post migliori dalla prossima volta, mi hai abituato bene non calare.
Morale della favola: la differenza tra i vostri livelli stavolta si è ridotta parecchio, mi auguro che continuiate così migliorandovi di volta in volta. Qualora aveste dubbi sulle correzioni non esitate a chiedere.

Errori Dave:

CITAZIONE
CITAZIONE
A quel punto i pensieri di Heidar si soffermarono su quanto stava facendo: era giusto ingannare, con mutevoli tipologie di comportamento, una persona così pura? No, Heidar non era certo

Hai ripetuto il nome a troppo breve distanza, qui potevi tranquillamente non scrivere niente nella seconda frase.

CITAZIONE
non era certo una persona incline all’aperta fiducia ne alle a mostrare la sua vera faccia, sempre ammesso che gli fosse possibile riconoscere sé stesso.

Periodo piuttosto contorto, presenta anche diversi errori: il né, in quanto negazione, richiede l’accento; scegli tra “a” o “al”. L’ultimo invece è “se stesso”, in realtà molti scrivono così ma la dicitura corretta è la seguente: il sé vuole sempre l’accento se è da solo (altrimenti sembra la particella del periodo ipotetico) mentre non lo vuole quando si accompagna a “stesso”. Spesso troverete anche su libri di testo un utilizzo scorretto di questo pronome, ma cercate di non farlo con me. Preserviamo il vero italiano ù_ù

CITAZIONE
Una volta in piedi diede un ulteriore sguardo verso Kinoris

In questo caso il verbo migliore da utilizzare era gettare (quindi “gettò”)

CITAZIONE
aspettandosi magari qualche accenno per la prova appena superata e per la probabile successiva;

La preposizione giusta in questo caso è su, dal momento che questo è un complemento d’argomento; potevi inoltre eliminare l’aggettivo “probabile” per rendere più leggero il periodo.

CITAZIONE
Quindi lasciò per il momento questa domanda latente nel suo subconscio, deciso in ogni caso a sfruttare quanto ne aveva tratto.

Questa frase, soprattutto per il verbo scelto, risulta un po’ scorretta oltre che eccessivamente complicata; il verbo adatto poteva essere “relegare” ma andava aggiustata la costruzione del periodo (es. Quindi, per il momento, relegò nel subconscio questa domanda latente).

CITAZIONE
in modo quanto migliore

Non si usa quasi mai quest’espressione, la considero un errore. Forma corretta: Nel miglior modo/Nel modo migliore possibile
CITAZIONE
più in la

Ovviamente manca l’accento su “là”, lo conto come errore di distrazione

CITAZIONE
essendo però questa acqua marina la difficoltà sarebbe stata evidente. Infatti il vento

Anzitutto qui c’è un errore di punteggiatura: dovevi solo spiegare come mai la difficoltà risultava evidente, pertanto servivano i due punti. Anche qui la costruzione è un po’ macchinosa, prova con qualcosa tipo “però trovandosi/confrontandosi/dovendosi confrontare su/con acqua di mare…)

CITAZIONE
che tentava, come lui, a completare la prova.

Il verbo tentare regge il “di” e non la “a”.

CITAZIONE
il giudizio che ebbe di se stesso in quel momento era quello di un naufrago

Anche questa è una frase piuttosto pesante, devi scioglierti di più. Es. “In quel momento si sentiva quasi come un naufrago”
CITAZIONE
In ogni caso tutto ciò non lo interessava; diede un veloce sguardo verso i Sensei quindi si accucciò sulla sabbia con lo sguardo perso nel buio.

Al posto del punto e virgola andava messa una semplicissima virgola, come ti ho detto il punto e virgola serve per spezzare una parte di discorso per rimanendo nel tema della principale. Qui il grave errore è il pronome: non gli interessava.

Errori Ray: (te li ho messi sotto spoiler perchè per qualche assurdo motivo non mi faceva mettere tutto sotto citazione)
CITAZIONE
anche se sembrava che il suo compagno di corso non ne avesse risentito affatto

Non è un errore, però potevi migliorare la struttura della frase scrivendo “sebbene sembrasse che…”

CITAZIONE
imperlinata di sudore, il quale, al contatto con il fresco e lieve venticello

il termine corretto è “imperlata”, quello che hai scritto non esiste XD l’errore, assolutamente non grave, sta nel pronome relativo: essendo il sudore una sorta di oggetto (per così dire, sarebbe più utile la nozione di neutro in latino) il pronome giusto era il “che”, mentre il quale si utilizza con persone o animali (anche oggetti,ma più raro) di sesso maschile.

CITAZIONE
Dopo aver sentito l' eventuale risposta, Kinoris non avrebbe avuto altre domande, dato che non riusciva ad articolarne, sopraffatto dall' idea di questo corso; premesso ciò, se gli fosse stata posta qualche domanda avrebbe risposto senza parlare troppo.

In questo periodo sei stato un po’ troppo contorto, tra l’altro non capisco che intendessi con l’espressione “sopraffatto dall’idea di questo corso”.

CITAZIONE
si scoprì che il ninja mascherato che li aveva attirati nella foresta era una copia dello stesso infatti

Piccolo errore di punteggiatura: dopo il pronome “stesso” andava messa una virgola per separare ed addolcire la lettura del periodo dal momento che con l’avverbio stai introducendo un’altra frase.

CITAZIONE
mise un piede sul tronco, il quale non aderì perfettamente

Anche qui, essendo una parte del corpo, andava meglio l’utilizzo del che come pronome relativo.

CITAZIONE
Dopo questa breve lezioncina, riguardante le modalità di manipolazione chakra, i due sensei si sarebbero posti alle spalle degli studenti per osservarne l'operato. Kinoris tirò fuori dal borsellino portaoggetti un kunai che avrebbe utilizzato per fare dei segni sul tronco e vedere i progressi da lui compiuti.

Qui non c’è nessun errore, ho voluto riportarti questo periodo per farti i complimenti per l’ottimo utilizzo dei tempi e dei modi verbali: bravo!

CITAZIONE
prese una rincorsa e corse verso il tronco

Non è proprio un errore, però è come se fosse una ripetizione. Potevi utilizzare, al posto di corse, una locuzione come “si avviò verso/sul”; cerca di essere più elastico.

[QUOTE]
Kinoris balzò quanto pù agilmente possibile, data la sua abilità, da tronco a tronco, riuscendo a scendere senza riportare danni.[/QUOTE ]
C’è un piccolo errore di distrazione (pù), ma qui ti segnalo un errore On gdr: manchi un po’ di realismo dando per scontata un’agilità che ancora non puoi possedere da studente, potevi appoggiarti a un albero solo, fare una azione del genere richiedere un’esperienza più elevata rispetto a quella di uno studente. Ma comunque non è chissà quanto tu abbia ecceduto (anzi) però ci tengo particolarmente a insegnarvi ad essere il più realisti è possibile. Molti utenti purtroppo trasformano i loro pg in degli dei scesi in terra, rendendo combattimenti (ecc.) noiosi per avversari e staffer che devono correggere.

CITAZIONE
con un aria abbastanza soddisfatta di sè stesso

Qui ti segnalo due errori, uno potenzialmente grave (qualora non fosse frutto di distrazione) uno molto meno (lo stesso fatto da Dave): l’articolo indeterminato vuole necessariamente l’apostrofo davanti ad una parola femminile iniziante per vocale, tuttavia credo sia solo un errore di distrazione visto che poco dopo hai utilizzato l’articolo nella maniera corretta. Poi come già segnalato a Dave: la versione corretta è se stesso, anche se ormai si trova di tutto e di più in giro sui libri di testo (povera lingua italiana).


Narrato
Parlato Shikamaru
Pensato Shikamaru
Parlato Keita


Chapter four: A bloody performance

L’umidità aumentava sempre più man mano che la luna si stagliava alta nel cielo, disegnando magnifici riflessi sulle increspature delle acque del mare: lo spettacolo della natura si compiva dinanzi ai 4 ninja. Shikamaru, che iniziava a sentire i follicoli piliferi dilatarsi per via del freddo venticello che si era alzato da est, si prese un attimo per riflettere con rammarico su come molti esseri umani vivessero le proprie misere esistenze ignorando i piaceri sensoriali offerti dal mondo naturale; troppi impegni, troppi pensieri, troppe scuse, troppa indifferenza… Probabilmente nemmeno i suoi due studenti si sarebbero fermati ad osservare la scena, impegnati invece a fare da comparse passive di siffatta opera, simile alle raffigurazioni dei quadri più titolati ed apprezzati in tutto il globo.
Sciolse per un attimo le braccia indolenzite, che teneva conserte da più di un’ora, e per la prima volta distolse lo sguardo dai due ragazzi per rivolgersi al collega kiriano:
Vado a prendere della legna, a meno che tu non preferisca rischiare la loro morte per assideramento in un allenamento di resistenza alle temperature più rigide.
In effetti col clima che aleggiava nell’aria e le vesti dei ragazzi ormai completamente fradice, non ci sarebbe voluto molto prima che, una volta terminata l’attività fisica, la loro temperatura corporea scendesse bruscamente: sicuramente un rischio troppo alto per dei semplici studenti. Al che, Keita non potè esimersi dal rispondere a tono alla provocazione dell’Anbu di Konoha:
Risparmiami l’ironia. Se a voi gattini della Foglia qualche goccia d’acqua fa così paura, provvedi pure a reperire un po’ di legna, ma vedi di muoverti: il mio compaesano sembra sul punto di terminare l’addestramento.
Un ghigno, invisibile ai presenti, si dipinse sul volto del Nara, che subito si incamminò fra le fronde degli alberi attraversati un bel po’ di tempo prima.
A quanto pare anche lui tiene alla salute dei ragazzi, se solo la smettesse di voler affermare una virtuale e fittizia superiorità del suo villaggio di provenienza potremmo addirittura scambiare due parole in più.
Il Nara nel mentre che metteva sotto le braccia vecchi ramoscelli facili da ardere, ripassava mentalmente le fasi dell’esercizio svolto il precedenza: camminare e correre sugli alberi non era risultato troppo difficile a Heidar e Kinoris, si erano comportati egregiamente con solo lievi differenze nei risultati e nello svolgimento. A quanto pare lo Hyuuga non aveva avuto grossi problemi nell’emettere chakra in maniera costante, in effetti proveniva da un clan famoso per il controllo assoluto che avevano sul chakra; il Koga aveva compiuto più errori all’inizio, ma si era ugualmente comportato in maniera egregia facendo anche presagire un futuro ottimo controllo sull’elemento naturale degli abitanti della Nebbia.
Due studenti niente male, ma per scoprirne davvero il valore, i sensei, secondo Shikamaru, avrebbero dovuto rincarare la dose e render loro le cose ben più difficili. Con questo pensiero a lambiccargli la mente tornò sulla riva e a 15 m di distanza dall’acqua sistemò nella sabbia gli arbusti appena raccolti. Accese il fuoco sfilandosi dal portaoggetti l’accendino, un vecchio zippo, che aveva sempre con sé… Uno strumento a cui erano legate tutta una serie di ricordi piuttosto tristi, che non era il momento di rievocare.
Il legno, di medio spessore, sfrigolò a contatto con la fiamma e la combustione fece il resto: emettendo prima un leggero fumo nero, le lingue arancioni e gialle avvilupparono progressivamente i rami, consumandoli a poco a poco fino a far confluire al centro una fiamma piuttosto alta e consistente. I tempi furono calcolati alla perfezione dall’Oinin: pochi secondi dopo infatti i due giovani terminarono la prova conseguendo un nuovo successo. Keita, indovinando gli intenti del Nara, alzò la voce in direzione dei giovani, ordinando loro di precipitarsi vicino alla calda pira. Appena i ragazzi sarebbero giunti al loro fianco, il sensei di Konoha, accovacciato fino alla fiamma su cui aveva soffiato fino a qualche attimo prima, avrebbe loro fatto un piccolo discorsetto:
Avete superato entrambe le prove, complimenti. Come avrete capito dal nostro silenzio, non avevate bisogno né di consigli né di conforto.
Per non far montare loro troppo la testa, avrebbe proseguito così:
Sia chiaro: ciò che avete realizzato oggi non è che la base di ciò che vi potrà servire in futuro. Nei prossimi giorni, o meglio nei prossimi anni, dovrete allenarmi a compiere movimenti via via più rapidi e complessi. Ma per noi credo basti così.
Il Mikawa chiuse il discorso dell’uomo mascherato con un semplice assenso col capo. Dopo poco però aggiunse:
Heidar, solo una volta che avrai raggiunto il perfetto controllo sulle acque potrai dirti un buon ninja. E adesso toglietevi di dosso quei panni: stendeteli sulla sabbia vicino al fuoco e poggiatevi anche voi qui vicino. Prendetevi il tempo che vi serve per riposarvi.
Subito dopo, come di consueto, i due sensei si allontanarono dal falò per elaborare la prova successiva. Shikamaru aveva un piano ambizioso, complesso, ma non troppo arduo da realizzare qualora Keita si fosse mostrato disponibile: l’ultima prova della giornata si sarebbe svolta a notte fonda, dopo che i ragazzi si fossero ripresi, ed in assenza, almeno apparente, dei due sensei.
Il Kiriano, a questa introduzione, si mostrò interessato e chiese quindi di continuare la spiegazione; subito fu accontentato.
Anzitutto chiederemo loro di ritornare da soli al casolare tra qualche ora, quando preferiscono, per allenare il senso di orientamento. Successivamente, a pochi metri dal loro obiettivo dovranno incappare in una brutta sorpresa: rinverranno il corpo inerme di uno di noi due davanti a loro, ucciso da un uomo in possesso di Kama…
Senza lasciar terminare il Nara, Keita continuò l’elaborazione del piano:
La prova, a loro insaputa, sarà colpire l’aggressore, che immagino sarà il sensei “scomparso”.
L’Oinin annuì.
La situazione di pericolo, unita al timore di esser stati traditi ed esser rimasti soli, li spingerà a fare i conti con i tipici rischi del nostro mondo. Sarà piuttosto crudele e potremmo minare la loro fiducia nei nostri confronti, ma vale la pena formarli contro ogni tipo di pericolo.
Il piano sembrava perfetto, i rischi: pochi.
Il Mikawa si offrì quindi di ricoprire il ruolo della vittima, asserendo al fatto di aver imparato, grazie ad una tecnica da lui stesso creata, a simulare lo status del rigor mortis.
Mi farò trovare riverso in una pozza di sangue ed un grosso taglio lungo la gola.
Concordarono poi che il Nara, tramite la tecnica della trasformazione, avrebbe impersonato il bandito, privo di equipaggiamento ninja all’infuori di un Kama, che si sarebbe scagliato contro i due studenti, non utilizzando però attacchi a base di chakra. Non appena le strategie congiunte dei ragazzi avrebbero riscosso successo, assestando un colpo allo shinobi della Foglia, questi si sarebbe ritrasformato ed avrebbe svelato l’arcano.
Risoluti i maestri tornarono alla spiaggia dove avrebbero comunicato ai giovani allievi di raggiungerli al casolare qualche ora dopo, per allenare il senso di orientamento. Dopo essersi accertati che il compito, in apparenza piuttosto semplice, fosse stato recepito, avrebbero raccomandato loro di riposarsi il più possibile; li salutarono e se ne andarono via…
Raggiunto il casolare, reperirono l’equipaggiamento necessario e si misero poi nella foresta antistante, aspettando il fatidico momento…

Allora vi suggerisco di dormire o di riposare un po’ per ripristinare il vostro ammontare di chakra. In questo allenamento dovrete fare un post di combattimento: Dave svolgerà un ruolo da QM (quest master, per maggiori info leggetevi il topic sulle missioni) in cui descriverà le azioni da compiere per raggiungere il casolare, il tempo trascorso, le caratteristiche fisiche del vostro nemico (lascio apposta a voi questo compito per allenarvi nell’utilizzo di png per le vostre future missioni) e le sue mosse. Muovete il personaggio come preferite, ma le vostre azioni dovranno rispecchiare, come in ogni combattimento, lo schema del periodo ipotetico di cui vi ho parlato in precedenza. L’ultima parola sull’effettiva riuscita della vostra strategia spetterà a me nel prossimo post, ma cercate di elaborare la migliore strategia possibile.
Tuttavia dovrete attenervi a dei dati tecnici che vi do io: anzitutto il vostro avversario si muoverà ed avrà caratteristiche fisiche pari ad una Energia Verde, quindi sarà di parecchio più forte e veloce di voi (l’energia Gialla è molto bassa), non utilizzerà attacchi a base di chakra (insomma non è un ninja, ma questo potrete dedurlo da soli) e possiederà un Kama. Ovviamente, essendo un post di battaglia, avrete a disposizione il numero di Slot Azione e Tecniche corrispondenti alla vostra effettiva energia. Qui c’è il regolamento apposito: mi raccomando, questa è una cosa importantissima che dovrete sempre tener presente.
Inoltre dovrete cercare di essere il più realisti è possibile sulle azioni e le eventuali difficoltà nel combattere il vostro avversario. Ovviamente mi aspetto che il QM (in questo caso Dave, ma potete decidere assieme) muova il vostro avversario anche attraverso attacchi. Quali, come e che effetti avranno (in questo caso, ruolando voi il png, deciderete automaticamente le ferite che vorrete attribuirvi; con il png potete utilizzare più spesso l’indicativo, ma attenti a non essere autoconclusivi nei confronti di offensive contro il vostro compagno, in questo caso Ray) dipenderanno da voi. Il chakra vi sarà tornato, dopo un tot di ore, al massimo della vostra energia. Se avete dei dubbi chiedete pure. Buona fortuna, non è una prova semplice per degli studenti alle prime armi perciò impegnatevi il più possibile
Termine ultimo per la cosegna: 30 Aprile ore 23.59


Edited by Shadow alkemist - 12/4/2012, 18:38
 
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Dave!
view post Posted on 28/8/2012, 13:01




CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato da Heidar
Altre voci


Le onde si erano acquietate un po' da quando era finita la prova. Ora il mare era una distesa piatta e infinita che riluceva argentea sotto i raggi lunari. Heidar stava in piedi, con le braccia abbandonate lungo i fianchi, respirando a fatica per la prova da poco eseguita.
Si sentiva stanco, molto stanco, ed ogni sensazione che provava in quel momento era debole e fluttuava nella sua mente con l'impalpabilità di un sogno. Perfino la sabbia sotto i suoi piedi nudi sembrava incredibilmente morbida e accogliente per riposare. Non si rese conto di nulla fin quando una leggera brezza aveva iniziato a soffiare fredda da est, scuotendo il ragazzo di Kiri dal suo torpore. La definitiva sveglia gli fu data dal Sensei Mikawa che ordinò loro di affrettarsi verso il piccolo falò appena acceso sulla spiaggia. Questa volta non fu necessario fingere alcunché mentre compiva il tratto di spiaggia per raggiungere i Sensei.
Una volta arrivato dinanzi alle fiamme, Heidar si lasciò cadere pesantemente sulle ginocchia che, al contatto con la sabbia, emisero un tonfo sordo, quindi si sedette sui talloni, allungando i muscoli delle gambe in modo da alleviarne il dolore.
Appena ebbe terminato ciò e Kinoris fu arrivato, il Sensei di Konoha iniziò a parlare.

Avete superato entrambe le prove, complimenti. Come avrete capito dal nostro silenzio, non avevate bisogno né di consigli né di conforto.

Quindi fece una breve pausa e proseguì.

Sia chiaro: ciò che avete realizzato oggi non è che la base di ciò che vi potrà servire in futuro. Nei prossimi giorni, o meglio nei prossimi anni, dovrete allenarmi a compiere movimenti via via più rapidi e complessi. Ma per noi credo basti così.

A questo punto Mikawa annuì con il capo al discorso del collega, quindi alzò lo sguardo su Heidar e, squadrandolo severamente con i suoi occhi verdi, disse:

Heidar, solo una volta che avrai raggiunto il perfetto controllo sulle acque potrai dirti un buon ninja. E adesso toglietevi di dosso quei panni: stendeteli sulla sabbia vicino al fuoco e poggiatevi anche voi qui vicino. Prendetevi il tempo che vi serve per riposarvi.

Appena terminato questo breve discorso, entrambi i Sensei si alzarono senza attendere repliche e si allontanarono dal fuoco parlando a bassa voce fra di loro. Heidar li seguì con gli occhi per un buon tratto rimuginando riguardo a cosa avrebbero architettato questa volta. A questo punto si alzò in piedi e, dando le spalle al fuoco, si pose in silenzio ad osservare il cielo e il mare.
Le stelle brillavano fulgide nella notte... Heidar stava lì, soddisfatto dal raggiungimento degli obbiettivi della giornata, colmo della pace che l'ambiente circostante lo riempiva, sperando che il tempo si fermasse solo per poter godere quel momento appieno.
Pochi secondi dopo abbassò lo sguardo sulla sabbia, sospirò e, alzando le braccia, si sfilò la maglietta di dosso, quindi la strizzò e la posò sulla sabbia vicino al fuoco. Fece la stessa cosa con i pantaloni, rimanendo in mutande. A questo punto si distese dinanzi al fuoco, con le braccia posizionate dietro il capo e gli occhi chiusi.
Sperò vivamente che Kinoris non avesse nulla da dire in quel momento, in quanto, a causa della stanchezza, non sarebbe riuscito a rispondere con la solita cortesia, tagliando invece corto abbastanza sgarbatamente qualsiasi affermazione o domanda rivoltagli. Ad un certo punto, invece, interruppe il suo silenzio chiedendo al suo compagno konohano:

Credi che quei due si possano muovere nel tornare? Sono stanco delle loro "riunioni" per decidere quali saranno le nostre fatiche future. Sono stanco e ho sonno.

A questo punto scoppiò a ridere non aspettandosi una replica di Kinoris, alla quale non avrebbe risposto se fatta.

Non molto tempo dopo i Sensei ritornarono alla spiaggia comunicandogli cosa avevano per loro programmato. I maestri sarebbero subito partiti e gli allievi avrebbero dovuto incontrarli, dopo qualche ora di necessario riposo, al casolare dove era iniziato il corso. Ripeterono gli ordini un'altra volta per assicurarsi che tutto fosse chiaro, data la stanchezza che avevano probabilmente letto negli occhi dei loro allievi. A questo punto si avviarono verso il bosco.
Quando entrambi i Sensei furono scomparsi nel folto della vegetazione, Heidar si accoccolò quanto meglio poté sulla sabbia e disse:

Direi che dovremmo dormire almeno 3-4 ore per riprenderci. Quindi dato che sono circa le 21.30, o almeno credo, direi che potremmo svegliarci intorno alla mezzanotte o poco oltre. Spero che almeno uno di noi due riesca a svegliarsi.

Concludendo l'ultima frase indirizzò un sorriso al suo compagno dall'altro lato del fuoco e, dopo aver dato una rapida occhiata all'altezza della luna per potersi rendere conto del passare del tempo una volta che si fosse svegliato, scivolò nel sonno.

Un passo risuonò nell'ombra... Un altro... Un altro ancora... Heidar ebbe la netta sensazione che vi fosse qualcuno dinanzi a lui... Era talmente vicino che poteva sentirne il respiro sulla pelle. Improvvisamente qualcosa cominciò a risalirgli lungo le gambe, qualcosa di viscido e al tempo stesso delicato. L'ignota creatura salì velocemente tutto il corpo del ragazzo e si appoggiò sulla sua spalla destra. Quindi una strana sicurezza invase il kiriano prima che le poche luci che illuminavano la scena si spegnessero e il mondo sprofondasse nella tenebra.

Sottile e leggere gocce colpirono ripetutamente il volto di Heidar, risvegliandolo. Stava piovendo.
Le braci del fuoco morente sfrigolavano al contatto con la pioggia che nel frattempo stava diventando via via più fitta. Il ragazzo di Kiri si alzò quindi velocemente e, dopo essersi assicurato che anche Kinoris fosse sveglio, si rivestì. Il morbido cotone della maglia era diventato ruvido come un sacco di iuta a causa dell'immersione nel mare e Heidar cercò diverse volte di sistemarsi, irritato da tutto ciò.
A questo punto si rimise le scarpe e sistemò il borsello portaoggetti, assicurandosi inoltre che vi fosse tutto. Poi rivolgendosi al ragazzo di Konoha disse:

Ok, a giudicare dalla luce della luna dietro le nuvole siamo intorno alle 01.00. Secondo me potremmo anche muoverci, anche perché riposare sotto la pioggia è fastidioso. Se vuoi puoi mangiare qualcosa, io sono pronto.

Quindi si girò verso il bosco concentrandosi per cercare di ricordare quale fosse, anche approssimativamente, il sentiero per ritornare al casolare. Del resto aveva compiuto il tragitto fra la spiaggia e la radura già due volte e non credeva di avere particolari problemi a ritrovare la via. Era però vero che con l'oscurità il paesaggio non era più facilmente riconoscibile e molti dubbi potevano sorgere durante il tragitto.
In ogni caso, una volta che Kinoris ebbe dato il suo assenso alla partenza, si incamminarono nel fitto del bosco. L'oscurità era quasi totale sotto le fronde degli alberi ed Heidar faticò non poco per trovare la strada che avevano percorso non molte ore prima.
Come se non bastasse i due ragazzi udivano in continuazione scricchiolii, gemiti, passettini furtivi nel buio e la pioggia non dava loro tregua, impedendogli inoltre di accendere qualcosa che potesse fungere da torcia.
Ad un certo punto Heidar si fermò di fronte ad una specie di bivio di cui non aveva memoria. A sinistra i cespugli si aprivano quasi naturalmente e la strada sembrava più battuta perché priva di erba in più punti, a destra, invece, il sottobosco si apriva in maniera più violenta, segno di un recente passaggio.

Sinceramente non ricordo questa parte... Secondo te qual'è quella giusta?

Chiese a Kinoris. Quindi rimase ad aspettare una risposta da parte del suo compagno sperando fosse quanto più ragionata possibile. Dal canto suo considerava che la strada di sinistra poteva portare non al casolare, mentre quella di destra poteva essere stata creata recentemente dal passaggio di un animale; il suo stato era quindi dell'incertezza più assoluta.
Quale fosse stata la risposta del konohano l'avrebbero immediatamente seguita e, dopo una ventina di minuti di camminare, incertezze e scelte, arrivarono finalmente al casolare.
Nella notte la vista dello scuro casolare sotto la pioggia era decisamente tetra ma qualcosa di più spaventoso stava attendendo i due giovani allievi. Sfruttando la luce lunare che entrava più facilmente nella radura, scorsero una forma nera che giaceva fra l'erba alta ai piedi del muro frontale dell'edificio. Decisero di avvicinarsi cautamente alla figura dopo essersi guardati attorno per vedere se riuscivano a scorgere i Sensei.
Dove sono i maestri?! Avrebbero dovuto essere qui e non credo che siano persone abituali a scherzi di questo genere. C'è qualcosa che non va...
Pensò Heidar fra sé e sé.
Man mano che si avvicinavano riconoscevano la figura umana adagiata al suolo e l'iniziale incredulità si andò rapidamente trasformando in paura: era il corpo del Sensei Mikawa.
Doveva essere stato assassinato a giudicare dallo spesso taglio sanguinante lungo la gola. Il tempo parve fermarsi nel mentre la mente del kiriano partiva galoppante.
Perché solo uno e non tutti e due? L'altro dov'era? Non è che magari lo aveva ucciso lui? Non è che magari centra anche Kinoris? Forse sto per morire.
A questo punto si girò fulmineo e spaventato verso Kinoris e, prendendolo quanto più velocemente possibile dal borsello, puntò un kunai verso il konohano e disse:

Tu ne sai qualcosa?

Il suo compagno di corso non fece per in tempo a rispondere che Heidar affianco al collo del ragazzo scorse una figura scura, era accucciata su un ramo di un albero al limitare della radura ad una distanza di 50m circa dai due.
Questa figura scura discese agilmente dalla pianta consentendo alla luna di illuminarlo, seppur debolmente.
Si trattava di un uomo sulla trentina, con capelli e barba biondi lunghi e non regolati, vestito con una specie di gilè lacero e scuro che scendeva lungo sulle gambe lasciandogli le braccia interamente scoperte; il suo semplice vestiario era completato da dei pantaloni, anch'essi scuri, a ricoprirgli le gambe. Nell'oscurità della sua faccia si notava il candore dei denti atti in un sorriso crudele. Nella mano destra portava un'arma che il ragazzo di Kiri aveva visto più comunemente nelle mani di contadini che di ninja: era un kama lungo una sessantina di centimetri con innestata una lama di non grande fattura.
Sembrava un comune bandito, ma la vista dei muscoli tonici e del suo portamento fiero e sicuro convinse Heidar della sua superiorità nei confronti di due semplici studenti.
Il bandito non attese oltre e si slanciò correndo verso di loro. Il kiriano, ancora spaventato e attonito dalla sequenza di questi eventi imprevisti, rimase imbambolato mentre l'uomo colmava a velocità incredibile la distanza che li separava. Quando non mancavano più di due secondi all'arrivo dell'avversario, Heidar strinse con più forza il kunai nella sua mano sinistra e, quando il bandito portò il kama dalla sua destra verso lo studente in un tentativo di affondo, riuscì a deviare il colpo posizionando il kunai obliquamente con la punta rivolta verso l'esterno. Contemporaneamente, non trovando la rapidità per prendere un'altra arma, cercò di sferrare un pugno dal basso verso l'alto all'addome dell'avversario con la mano destra. Il nemico era però molto più veloce di lui e, nello slancio, gli fu sufficiente alzare un ginocchio per colpire al petto il kiriano, che fu sbalzato a diversi metri di distanza e cadde di schianto sulla schiena.
Nonostante il dolore e l'intontimento provocato dal forte colpo, Heidar reagì con prontezza cercando di realizzare il Soffio Artico posizionando quanto più velocemente le mani e impastando febbrilmente con la bocca.
Il bandito se ne accorse però facilmente e, dopo averlo raggiunto con pochi passi, sferrò un calcio al volto del ragazzo disteso a terra. Se Kinoris non fosse intervenuto in qualche modo Heidar sarebbe stato colpito duramente e non sarebbe stato in grado di combattere per diverso tempo, se invece avesse bloccato il calcio in qualche modo, Heidar avrebbe tentato di colpire l'avversario con il Soffio Artico. Inoltre, se ne avesse avuto il tempo dopo la tecnica, avrebbe lanciato due shuriken dall'esterno all'interno, rispettivamente uno per mano, verso l'avversario, sfruttando un colpo di reni per alzare la schiena e avere un tiro più pulito sul bersaglio.

CITAZIONE
Consumo energia:
100cp - Medio (20cp) = 80cp


Spero di essere riuscito ad espletare ciò che mi era richiesto nel modo migliore in quanto non l'avevo mai fatto in questo modo.


Edited by Dave! - 28/8/2012, 14:21
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 29/8/2012, 21:40




Il post risponde alle mie richieste. Si poteva argomentare in maniera più ampia e particolare, ma come hai appunto detto è la tua prima volta. Spiegherò meglio come si poteva migliorare, per ora mi va bene. Aspetto la risposta di Ray, sta' attento a colmare bene i vuoti narrativi che Dave ti ha lasciato
 
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RayDragon
view post Posted on 4/9/2012, 21:06




CITAZIONE
Parlato
Pensato
Altre voci


Kinoris era seduto poco lontano dai sensei, osservando le onde che stavano man mano diminuendo di frequenza ed intensità, quasi come ad invitare i due studenti a riposarsi dopo quella dura giornata di allenamenti.
Più tardi una leggera folata di vento fredda, fece raggelare il konohano, che decise di avvicinarsi al falò con Heidar per riscaldarsi e far asciugare i vestiti; era una sensazione veramente gradevole per lo Hyuga potersi distendere sulla sabbia con il debole crepitio delle fiamme ed il rumore delle onde a fare da sottofondo.
Ad interrompere quel silenzio fu il sensei di Kinoris:

Avete superato entrambe le prove, complimenti. Come avrete capito dal nostro silenzio, non avevate bisogno né di consigli né di conforto.


Dopo una piccola pausa riprese:

Sia chiaro: ciò che avete realizzato oggi non è che la base di ciò che vi potrà servire in futuro. Nei prossimi giorni, o meglio nei prossimi anni, dovrete allenarvi a compiere movimenti via via più rapidi e complessi. Ma per noi credo basti così.


Appena finito, anche il Mikawa si allacciò al discorso:

[color=blue]Heidar, solo una volta che avrai raggiunto il perfetto controllo sulle acque potrai dirti un buon ninja. E adesso toglietevi di dosso quei panni: stendeteli sulla sabbia vicino al fuoco e poggiatevi anche voi qui vicino. Prendetevi il tempo che vi serve per riposarvi.


Entrambi gli istruttori, dopo quei brevi discorsi si alzarono, lasciando i due studenti da soli accanto al falò; Kinoris si tolse la divisa da allenamento e la distese su una pietra che era ben irrorata dal calore delle fiamme. Lo studente di konoha era disteso a fissare il cielo ed a domandarsi del perchè i due istruttori avessero lasciato i due studenti da soli nella notte, risultava evidente che stavano architettando qualche altra prova da far affrontare ai due.
Questa riflessione venne accompagnata da altri mille pensieri, sul futuro da shinobi che attendeva Kinoris e, che ad ogni allenamento sembrava si avvicinasse a passi da gigante; il silenzio venne interrotto dal suo compagno di corso:

Credi che quei due si possano muovere nel tornare? Sono stanco delle loro "riunioni" per decidere quali saranno le nostre fatiche future. Sono stanco e ho sonno.


Lo studente del villaggio della foglia rispose con una breve risata, alla quale anche Heidar rispose ridendo.
Gli istruttori ritornarono poco dopo, riferendo agli studenti quel che dovevano fare: i sensei sarebbero partiti subito, mentre gli allievi avrebbero dovuto incontrarli, dopo qualche ora di riposo, al casolare dove era iniziato il loro corso. Gli ordini furono ripetuti due volte per assicurarsi che tutto fosse chiaro, data la stanchezza che traspariva da Kinoris ed Heidar. Dopo queste brevi istruzioni, si addentrarono nella foresta scomparendo nell' ombra.
Appena i due scomparvero, Heidar si sistemo un ciaciglio improvvisato sulla sabbia e disse:

Direi che dovremmo dormire almeno 3-4 ore per riprenderci. Quindi dato che sono circa le 21.30, o almeno credo, direi che potremmo svegliarci intorno alla mezzanotte o poco oltre. Spero che almeno uno di noi due riesca a svegliarsi.


Kinoris acconsentì con un cenno del capo, al quale il compagno rispose con un sorriso; per poter calcolare le circa 3/4 necessarie al riposo, kinoris ricorse alla marea che in quel momento si stava abbassando.

Da quel che ne so in un ciclo di bassa marea, che dura più o meno 12 ore, il mare si abbassa di circa 15 cm, quindi se dobbiamo aspettare circa 3 ore, il mare si abbasseràà di circa 4/5 cm.


Pensato a ciò prese alcune pietre e le posizionò a circa 10 cm sotto l' acqua. Era sicuramente un sistema rozzo e non privo di imprecisioni, ma per la precisione che si richiedeva in quel momento, era più che sufficiente.
Dopodichè, anche il konohano si coricò su un giaciglio improvvisato e cominciò a dormire. Era teso come una corda di violino, pensando in continuazione di non aver a che fare con un suo compaesano, ma con un kiriano, popolazione nota per la sua crudeltà nell' addestramento dei suoi giovani; con questi pensieri, Kinoris riuscì a restare in uno stato di sonno leggero finchè delle piccole e sempre più frequenti goccioline di pioggia cominciarono a battere sul suo viso.
Lo Hyuga si alzò abbastanza irritiato, pensando di non essere riuscito a dormire per niente andò a controllare quel suo rozzo sistema per controllare il tempo, e vide che in effetti erano passate poco più di 3 ore. Kinoris ritornò al falò, ridotto ormai ad un cumulo di braci di un colore rosso brillante, e cominciò a vestirsi con qualche difficoltà, dati i vestiti incrostati dal sale marino; in quel momento anche il suo compagno si stava alzando, svegliato dalla pioggia, vestendosi anche lui con un certo impaccio.

Ok, a giudicare dalla luce della luna dietro le nuvole siamo intorno alle 01.00. Secondo me potremmo anche muoverci, anche perché riposare sotto la pioggia è fastidioso. Se vuoi puoi mangiare qualcosa, io sono pronto.


Kinoris gli rispose con tranquillità:

Anche per me è circa l' una, dato che le onde si sono ritirate di 5 cm circa, quindi direi che ci possiamo incamminare. Riguardo al mangiare qualcosa, io sto bene così.


La foresta nella quale si erano inoltrati, era talmente buia che per i primi minuti era difficile riuscire a vedere anche pochi passi più avanti; ciò rese il ritrovamento della strada principale molto più difficoltoso di quando si era immaginato Kinoris. Ad un certo punto i due si imbatterono in un incrocio, il quale a sinistra si presentava con cespugli che si aprivano quasi naturalmente, con una strada battuta perché priva di erba in più punti, a destra, invece, il sottobosco si apriva in maniera più violenta, segno di un recente passaggio.
Improvvisamente Heidar fece una domanda allo Hyuga:

Sinceramente non ricordo questa parte... Secondo te qual'è quella giusta?


Kinoris andò verso la biforcazione di destra, si abbassò e scrutò la terra per una decina di secondi, dopodichè riflettè e diede con decisione la sua risposta:

La strada che dobbiamo seguire è sicuramente quella a sinistra, infatti a destra si possono notare chiaramente più orme di cinghiale, segno che questa è una strada trafficata da parecchi. La strada a sinistra deve essere l' unica percorribile perchè, da quel che ricordo, è l' unico collegamento dal casolare al mare.


Decisero entrambi di seguire la strada appena indicata dal konohano, arrivando al casolare dopo una ventina di minuti di incertezze.
Appena videro il casolare, i due scorsero nelle sue immediate vicinanze, una figura che giaceva nell' erba alta; questa li fece incuriosire, facendoli avvicinare cautamente ad essa. Man mano che i due si avvicinavano, la figura era sempre più nitida finchè non venne riconosciuta: Keita Mikawa, il sensei di kiri, era stato assassinato.
La ferita era profonda, era stata recisa la carotide, la quale aveva provocato un abbondante emorraggia esterna; come la situazione parve subito chiara a Kinoris, lo diventò anche al suo compagno, il quale prese un kunai dal suo borsello per puntarlo allo Hyuga. Quest ultimo reagì d'impulso, estraendo a sua volta un kunai per difendersi da un eventuale attacco:

Tu ne sai qualcosa?


Kinoris stava per rispondere, quando vide la faccia terrorizzata del suo compagno che guardava dietro al konohano, una figura apparì, accingendosi ad attaccarli.
Questa figura era un uomo, sulla trentina, con barba e capelli incolti; aveva con se un vestiario semplice, che copriva tutto il corpo, ad eccezione delle braccia e del volto. Proprio da quest ultimo si scorgeva un sorriso crudele.
Brandendo una Kama nella mano destra, l' uomo si diresse verso Heidar per primo, attaccandolo alla sua sinistra con il falcetto, che fu bloccato dal kunai che lo studente kiriano aveva puntanto poco prima a Kinoris.
Dopo una velocissima serie di pugni e ginocchiate, Heidar era a terra mentre preparava una tecnica di chackra, mentre il suo avversario cercò di preoccuparsi di bloccarla correndo verso di lui e probabilmente colpirlo; Kinoris scattò per andare ad intercettare l' aggressore.
La figura aveva sollevato la gamba destra per colpire il kiriano in volto, quindi Kinoris si mise direttamente sotto la traiettoria del calcio, piazzandosi bene con piedi e mani rivolte verso l' alto per poter parare nel modo più efficente possibile il colpo. Se fosse stato possibile pararlo in maniera efficente, lo Hyuga avrebbe preso saldamente la gamba dell' avversario, cercando di farlo cadere a sinistra, facendo leva internamente alla sua gamba ancora a terra, con la gamba destra di Kinoris. Data la rapidità del movimento e della presa sulla gamba ancora in aria, sarebbe stato molto difficile di non cadere dove il konohano aveva previsto, quindi, convinto della sua strategia cominciò a fare velocemente dei sigilli con le mani, impastando del chackra in bocca, per poi usare la Palla Di Fuoco Suprema.
Anche in questo caso, grazie all' ampiezza della tecnica ed alla vicinanza dell' esecutore al nemico, sarebbe stato molto difficile uscirne senza nemmeno una lieve bruciatura.
CITAZIONE
Consumo energia:
100cp - Medio (20cp) = 80cp

Ci terrei anche io a precisare, come per Dave, che non ho mai svolto una ruolata di questo tipo, quindi vorrei sapere se ho svolto bene la ruolata o meno
P.S.= Ho ancora i soliti problemi di impaginazione, solo che questa volta, non vuole mettermi il discorso del Mikawa in blu... Spero che non sia un problema derivato dal fatto che scrivo sul blocco note di windows.


Edited by RayDragon - 5/9/2012, 14:57
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 5/10/2012, 18:48




Allora anzitutto mi scuso per il ritardo ma come forse avete potuto intuire ho avuto non pochi problemi a trovare una sistemazione qui in Francia e conseguentemente anche molti con la connessione Internet, per parecchi giorni sono stato completamente isolato. Ma veniamo a noi: la prova è stata superata, siete stati bravi e ho apprezzato le descrizioni chiare che Dave ha fornito all’intero team della mini quest (compreso me) oltre soprattutto il realismo che ha mostrato. L’uniche cose che dovrete migliorare è la gestione di momenti comuni, ce ne sono stai pochi ma era vero che la situazione lo richiedeva, e soprattutto l’arricchire un po’ di più questo post di combattimento. Se considerate che avevate degli spazi di tempo e strategia completamente liberi, potevate arricchire il primo post di battaglia in maniera non dico infinita ma sicuramente molto accresciuta. In ogni caso era la vostra prima volta quindi va più che bene. Adesso vi cimenterete con l’ultima prova: un combattimento reale. Ovviamente dovrete rispettare gli slot azione.
Ah mi raccomando: quando usate delle tecniche inserite in spoiler la loro descrizione (nel riepilogo finale va più che bene) perché altrimenti costringete l’avversario o il giudice o il compagno ad andare a leggerla dalla lista tecniche.
Veniamo ora ai giudizi

Dave: Come sempre molto preciso ed accurato nelle descrizioni, il mondo che crei sembra vivo e palpabile: complimenti, mi piace molto il tuo stile. Te la sei cavata bene, forse c’è qualche errore in più ma non rovina l’impatto generale del post. Ecco le segnalazioni che ti ho dovuto fare.
CITAZIONE
Era però vero che con l'oscurità il paesaggio non era più facilmente riconoscibile e molti dubbi potevano sorgere durante il tragitto.

Piccolo consiglio sulla punteggiatura, in questo caso i puntini sospensivi erano perfetti perché avrebbero dato quel senso di mistero, di dubbio e di azione futura che appunto esprime il periodo.
CITAZIONE
Secondo te qual’è quella giusta?

Errore: qual è non vuole apostrofo.
CITAZIONE
poteva portare non al casolare

Qui l’utilizzo del “non” è errato: se tu avessi proseguito la frase con un out out (non al casolare ma alla palestra) la negazione sarebbe stata perfetta, ma lasciata così non significa molto. In questo caso doveva preservare la sua posizione normale “poteva non portare al casolare”.
CITAZIONE
Quale fosse stata la risposta del konohano l'avrebbero immediatamente seguita e, dopo una ventina di minuti di camminare, incertezze e scelte, arrivarono finalmente al casolare.

Allora qui bisogna fare un po’ di ordine coi modi verbali. Anzitutto la prima parte è un po’ contorta (dove c’è il condizionale) avrei fatto così “quale fosse stata la risposta del konohano avrebbero immediatamente intrapreso la via da lui scelta”, anche perché il verbo seguire in questo caso regge “risposta” e una “risposta” non si segue, tutt’al più un consiglio può essere seguito. Immagino tu volessi appunto riferirti al contenuto della risposta, ossia alla strada, ma non puoi richiamarlo usando il pronome relativo “la” perché è riferito a “riposta”. Spero sia chiaro. Proseguendo con la correzione… visto che all’inizio usi un periodo ipotetico e dopo passi all’improvviso all’indicativo (cambiando appunto repentinamente modo verbale), ti conviene staccare i due periodi o con un punto e virgola o direttamente con un punto, altrimenti, per lasciare invariata la forma, avresti dovuto utilizzare il condizionale anche dopo: ”sarebbero arrivati finalmente al casolare”. Chiaro?
CITAZIONE
scuro casolare sotto la pioggia era decisamente tetra

Consiglio per migliorare la forma ed abbellire lo stile: utilizza il verbo apparire “appariva decisamente…”
CITAZIONE
centra

Così scritto è la terza singola (pres indic.) del verbo centrare, mentre tu volevi scrivere “c’entra”
CITAZIONE
Questa figura scura

Hai ripetuto lo stesso sostantivo e lo stesso aggettivo a distanza di un rigo o due, cerca sempre sinonimi o risolvi con una perifrasi.


Ray: Il post va decisamente meglio rispetto ai precedenti, come potrai notare tu stesso il numero di errori è drasticamente diminuito, oltre che la loro entità. Troverai più consigli sulla forma che delle correzioni grammaticali; il suggerimento è sempre lo stesso: periodi non troppo complessi, man mano che prenderai padronanza con uno stile di scrittura poi lo amplierai senza troppi problemi, anche perché risulta ancora un po’ pesante e contorto.
La parte di battaglia l’ho evoluta in quest’altra maniera per via del fatto che dicevi di metterti sotto la traiettoria, ossia in una posizione quasi accucciata e non poco scomoda, senza contare poi che il tuo pg è più debole dell’avversario di energia verde. In realtà, essendo le tue azioni concatenate, sarebbero dovute fallire tutte le altre, ma per non rendere inutilizzato il tuo pg ho deciso di fare un eccezione e di darti la possibilità di proseguire con quelle azioni seppur con i limiti inseriti dalla mia descrizione.
CITAZIONE
Questa riflessione venne accompagnata da altri mille pensieri, sul futuro da shinobi che attendeva Kinoris

Non è un errore, ma un consiglio: per rendere più agile e leggera la frase, onde anche evitare delle ripetizioni, in questi casi è un’ottima soluzione utilizzare un pronome: “sul futuro [..] che lo attendeva”
CITAZIONE
che ad ogni allenamento sembrava si avvicinasse a passi da gigante

Anche questo non è un errore: meglio con “sembrava avvicinarsi”, sia come tempo e modo verbale che come uso della particella si
CITAZIONE
si addentrarono nella foresta scomparendo nell' ombra. Appena i due scomparvero, Heidar si sistemo un ciaciglio

Ecco qualche piccolo errore: c’è la ripetizione del verbo scoparire, se puoi evitale sempre, a costo di usare periodi più lunghi. Poi in questo caso il verbo sistemare non è riflessivo: sistemò un giaciglio (credo però che la parola tu l’abbia sbagliata per distrazione)
CITAZIONE
le circa 3/4 necessarie

Hai saltato la parola “ore”. In questo caso, sempre per non fare ripetizioni e alleggerire il tutto potevi togliere la specifica temporale (circa 3/4) e lasciare unicamente “ore”.
CITAZIONE
Anche per me è circa l' una, dato che le onde si sono ritirate di 5 cm circa,

ripetizione e frase troppo complicata XD bastava fare: sì anche io credo sia l’una (se vuoi aggiungi un avverbio come pressappoco), le onde si sono ritirare di circa 5 cm. Più agile alla lettura così
CITAZIONE
per i primi minuti era difficile riuscire a vedere anche pochi passi più avanti

Sempre consigli per migliorare la forma: per i primi minuti fu difficile persino riuscire a vedere a pochi passi di distanza
CITAZIONE
aveva con se un vestiario

Errore: come già spiegato in precedenza il se riflessivo vuole l’accento
CITAZIONE
quando vide la faccia terrorizzata del suo compagno che guardava dietro al konohano, una figura apparì, accingendosi ad attaccarli.
Questa figura

Anzitutto il verbo corretto è Apparve, in secondo luogo al posto della virgola qui ci volevano i due punti, infine c’è anche una ripetizione, potevi completamente eliminare “questa figura”.
CITAZIONE
quest ultimo

Manca l’apostrofo
CITAZIONE
sarebbe stato molto difficile di non cadere

Qui non mettere la preposizione è un errore. Quando fai queste frasi poniti delle domande tipo “sarebbe stato molto difficile…cosa?” automaticamente capisci che il verbo cadere assurge a complemento oggetto e pertanto non può avere vicino a sé una preposizione.


Chapter five: A bad joke

Rami spezzati, pesanti passi sul selciato, fruscio di foglie cadute da rami ad altezza uomo: non si poteva certo dire che i due studenti fossero maestri dell’arte dell’occultamento… I due sensei, avendo affinato per anni le proprie capacità sensoriali, non ebbero quindi particolari problemi a cogliere il momento esatto per dare avvio alla macabra messinscena che avevano orchestrato: scambio “sguardi”, un cenno con la testa ed ognuno a recitare la parte affidata.
Mentre il Mikawa dava avvio alla sua tecnica di dissimulazione, l’Oinin si acquattò in una zona non ben illuminata dalla luna: l’effetto sorpresa, soprattutto dopo aver entrambi sfruttato le ninjutsu apposite, era assicurato.
Spero di riuscire a trattenere la mia forza quanto basta, altrimenti rischierei di procurar loro qualche ferita difficile da smaltire…
Pochi secondi dopo i due allievi raggiunsero finalmente il casolare: osservare la scena da lontano fu piuttosto interessante, una situazione di pericolo improvviso è l’attimo perfetto per comprendere la psiche di un ninja; non a caso sin da subito l’apparentemente intricato enigma, posto ai ragazzi, non mancò di produrre effetti… Heidar, più freddo, più scaltro, più lucido o semplicemente più cinico, estrasse un kunai e lo indirizzò al volto del compagno chiedendogli spiegazioni… In effetti questi aveva compiuto l’azione e il ragionamento più ovvi, ma a giusto titolo. In ogni caso, prima che la situazione potesse degenerare, Shikamaru rivelò la sua presenza. Senza dar loro il tempo di porsi troppe domande scattò immediatamente verso Heidar, il più pronto fra i due ad incassare o dare qualche colpo: il Nara provò subito ad assestare un semplice affondo con la vecchia Kama che si ritrovava fra le mani, sperando vivamente di non aver mal posto le speranze nelle capacità del giovane kiriano, il quale non a caso ebbe la prontezza per deviare il colpo utilizzando proprio il kunai impugnato precedentemente, mettendo saggiamente la lama in obliquo così da evitare forti ripercussioni al polso. Approfittando della vicinanza dei due corpi, l’allievo cercò immediatamente un contrattato di tipo fisico, azzardando un prevedibile montante forse in direzione dell’addome del bandito sconosciuto: non ebbe successo, Shikamaru era deciso a non dargliela vinta così facilmente e dunque, sfruttando una rapidità superiore a quella di un comune studente, si produsse in una violenta ginocchiata in pieno petto che non solo spezzò sul nascere l’attacco del giovane, ma lo sbalzò via di qualche metro cadendo con tutto il peso sulla schiena. Questa mossa doveva avergli fatto male.
Che impari anche ad incassare
Nel mentre, quasi destatosi da un attimo di tranche, anche l’allievo della Foglia si aggregò al combattimento non appena vide il compagno in difficoltà: per permettere ad Heidar di completare una tecnica che aveva iniziato ad evocare tramite l’uso dei sigilli magici, Kinoris dovette fare tutto il possibile per evitare che il criminale assetato di sangue si avventasse nuovamente sul Kiriano, eliminando in principio un’altra offensiva. Il Konohano corse e si frappose tra i due contendenti, cercando di parare a mani nude da una posizione troppo spostata verso il basso , forse un po’ ingenuamente,il calcio che Shikamaru stava scagliando al volto dell’altro combattente: Kinoris non aveva ancora avuto la possibilità di saggiare la forza fisica dell’avversario e così la difesa rozzamente messa in atto risultò efficace solo in parte: aveva salvato l’altro membro del team, ma non era riuscito a bloccare totalmente la gamba dell’avversario, prendendo in viso un calcio che, seppur nettamente depotenziato, avrebbe lasciato qualche segno sul volto imberbe. Tuttavia il ragazzino non si scoraggiò e provò a far sbilanciare, tramite l’uso della gamba destra, il possente bandito: non essendo il primo in una posizione favorevole, non riuscì a far cadere il Nara a cui tuttavia fu tolto l’equilibrio quel tanto che bastava per far completare ad Heidar la tecnica del Soffio Artico: un jutsu di ampia portata a base di ghiaccio che, viste le distanze ravvicinate, non poteva non andare a segno, il Nara lo incassò in pieno, lasciandosi sbalzare un paio di metri di distanza: il primo colpo, obbiettivo della prova, era finalmente andato a segno. Probabilmente se la prova fosse continuata un altro po’, anche Kinoris avrebbe potuto arrecare dei danni importanti al nemico che si era loro palesato pochi attimi prima, non a caso il Nara lo scorse compiere i sigilli necessari a scagliare la tecnica della Palla di Fuoco Suprema così decise di spostarsi rapidamente alle spalle del Konohano, cercando di coglierlo di sorpresa per interrompere l’erogazione del chakra.
Una volta dietro al Konohano, distanza che avrebbe percorso senza tanti problemi per via dei pochi danni ricevuti da una tecnica di livello così basso,avrebbe esclamato:
Prova superata.
Immediatamente riprese le sue fattezze originarie e nello stesso momento, per non creare ulteriore confusione, anche Keita si alzò da terra apparendo in piena forma, tanto da fare un piccolo salto e raggiungere il gruppetto che si era di nuovo compattato.
Immagino vogliate delle spiegazioni disse con un accenno di ilarità.
Neanche il tempo di cominciare a parlare che il Mikawa distese un braccio col chiaro intento di fermare l’Anbu:
Sono stato fermo ad annoiarmi laggiù, lasciami almeno parlare…, breve pausa.
Credo che pian piano nelle vostre menti l’alone di dubbi si stia progressivamente diradando, ma una parola in più non farà male. Abbiamo deciso di farvi questa doppia prova di resistenza: la prima parte era incentrata sulle capacità di orientamento, ma credo fosse piuttosto palese, mentre la seconda è stata questa messinscena orchestrata apposta per verificare le vostre risposte psicofisiche di fronte a una situazione di estremo pericolo. Avete dovuto lottare e a quanto pare collaborare per assestare un colpo ad un avversario parecchio più forte di voi fisicamente…
Stavolta fu il turno di Shikamaru di interrompere il collega:
Ci tengo a precisare che ho combattuto cercando di adottare le caratteristiche fisiche di un genin mediamente allenato, seppur non avessi intenzione di mostrarmi a voi come ninja ma bensì come semplice bandito di strada. Il mondo, non solo quello ninja, è pericoloso e dovrete essere pronti a tutto, anche a rendervi conto della vostra inferiorità
Parole dure come macigni, ma il peso della verità che portavano con sé doveva apparire piuttosto chiaro.
In ogni caso siete stati bravi, non ci avete messo molto a colpire il vostro avversario,forse se vi foste resi conto prima che non vi stavate confrontando con uno shinobi avreste potuto ottenere maggiore successo in un tempo ancora minore.
Stavolta entrambi si fermarono, volevano lasciare un po’ di tempo ai ragazzi per realizzare tutto il necessario e far sì che potessero trarre ognuno le conclusioni sul proprio operato, in fondo era stata un’esperienza di forte impatto anche mentale, non dovevano stressarli eccessivamente. Fatto sta che per ora sembravano reggere la pressione e questa qualità avrebbe probabilmente salvato loro la vita in molte situazioni in futuro.
I due sensei si sarebbero prestati a rispondere a qualche domanda e poi avrebbero comunicato agli allievi che era finalmente giunto a termine questa lunga giornata, potevano andare tutti a riposare.
Si incamminarono nel casolare e facendo strada ai ragazzi che non l’avevano mai visto all’interno, li condussero davanti ad uno stanzino dove erano ammassati,perfettamente piegati anche se pieni di polvere, di tatami e dei letti improvvisati: ne avrebbero preso uno a testa e si sarebbero potuti divisi, scegliendo ognuno dove porre il proprio giagiglio… Presero poi appuntamento per l’indomani mattina all’incirca alle nove.
Sottovoce, mentre i due maestri si allontanavano insieme, il Kiriano espose al Nara la nuova prova che aveva in mente… L’Oinin dopo un iniziale enigmatico silenzio fece un fatidico cenno con la testa: il piano era pronto.
Un’ora dopo entrambi i sensei si sarebbero recati nelle stanze dei rispettivi compaesani o, qualora i due avessero voluto dormire assieme, avrebbero cercato di attirare l’attenzione del “prescelto” senza farsi notare…
Perché tutta questa segretezza?
L’ultima prova venne sussurrata all’orecchio degli alunni:
Sono cambiate le direttive, al palazzo hanno deciso che l’altra recluta deve morire. La tua ultima prova sarà di ucciderlo all’alba
Senza lasciare tempo per un’ulteriore spiegazione entrambi i sensei avrebbero abbandonato gli alunni con quelle parole, dileguandosi nello stesso silenzio con cui si erano a loro palesati.
Una volta nuovamente assieme i più che severi maestri si scambiarono delle chiacchiere su ciò che sarebbe potuto avvenire, il primo ad esprimersi fu il più loquace Keita:
Pensi che entrambi accetteranno il compito assegnato e cercheranno di uccidere l’altro?
Il Nara notò una preoccupazione latente nelle parole del kiriano e dunque per la prima volta cercò di rendere esplicite le proprie sensazioni:
Non saprei, spero comunque che non esagerino. Se dovesse aversi uno scontro in piena regola ovviamente noi potremo fermarli, come da progetto, nel momento critico, ma se uno dei due si rifiutasse ci sarebbe eccome il rischio di non riuscire ad intervenire in tempo per proteggerlo.
Keita assecondò questo ragionamento un cenno del capo, stavolta con un’espressione sul viso più grave.
E se invece avessero legato più di quanto immaginiamo e si rifiutassero? Otterrebbero comunque la promozione per il valore e gli ideali palesati, ma sarebbe una insolita soluzione di questo corso
Il Nara per la prima volta da quando erano partiti si lasciò andare e rise:
Non so quanto siano socievoli, ma chissà tutto può essere. In ogni caso non credo, hanno avuto poco tempo per divenire un team affiatato, non sono nemmeno sicuro che c’abbiano provato, a parte poco fa.
Ancora silenzio… Nulla nella attorno al casolare si muoveva o produceva rumori dall’interno delle stanze.
Restiamo vigili, scopriremo tutto molto presto e teniamoci pronti ad evitare il peggio, preferirei tornare in patria e vantarmi di un successo piuttosto che riportare un cadavere.
Strani rapporti si stavano intessendo: una trama complessa che legava le vite di quattro persone così diverse, provenienti da luoghi quasi antitetici e tutti con la propria pesante storia nell’animo, tutto era ancora da scrivere… Non a caso chi avrebbe mai potuto prevedere che il freddo calcolatore Shikamaru si sarebbe accomiatato dal kiriano producendosi in un’apertura simile?
Sei diverso dalla classica nomea che accompagna la gente delle tue parti, ma dopotutto sono sopravvissuto ad abbastanza battaglie per accettare che nulla a questo mondo è come sembra o viene dipinto.
Ciò detto, con fare solenne si alzò e se ne andò, pronto ad attendere gli sviluppi di lì a poche ore che si sarebbero avuti in risposta al malefico gioco che avevano messo in atto…

Questa è l’ultima prova: vi lascio piena libertà di decidere se combattere tra di voi o meno, in quest’ultimo caso però dovrete fare un post pieno di motivazioni coerenti e realistiche, potreste persino rivoltarvi contro i sensei sebbene finirebbe per essere un progetto suicida. In caso scatti la battaglia (che può avvenire anche se solo uno dei due attaccasse realmente l’altro) non voglio più di 3 post a testa (il primo sarà sia il post detto di Presentazione che il primo di Battaglia). E’ il vostro primo duello dove dovrete applicare tutte le nozioni apprese finora, soprattutto quelle sulle azioni ipotetiche e sull’autoconclusività, sugli slot, sul realismo e via dicendo. Se volete correggerò i post volta per volta, fatemelo sapere. Al terzo post dovrete fare in modo da creare una situazione che possa essere abbastanza rischiosa da poter esser fermata: insomma basta che non arrivate al terzo dove concludete che siete distanti 20 m e vi guardate, perché altrimenti non avrei i presupposti per reagire. E’ una battaglia, potete tanto consultarvi su qualcosa quanto no, ovviamente è preferibile che vi teniate le strategie per voi stessi. Scegliete anche il luogo della battaglia, possibilmente vicino al casolare e non al mare XD Sappiate che ci tengo molto anche all’aspetto psicologico oltre a quello del combattimento vero e proprio. Buona fortuna

 
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14 replies since 1/11/2011, 16:44   932 views
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