Nome utenti: Dirge Vs Alan Swarz Nome Pg: Mitsurugi Uchiha Vs Rayga Hyuga Link schede:Mitsurugi Uchiha Vs Rayga Hyuga Grado: Chuunin Vs Genin Energie: Verde Vs Verde Tipo: 1 Vs 1 Post: 1 post di presentazione; 6 post di combattimento; 1 post di Conclusione. Trama: Semplice. Il clan Uchiha e quello Hyuga, eterni rivali da secoli, hanno deciso di dare luogo all'ennesimo duello per stabilire quale dei due sia il più potente. Una competizione pubblica resa tale da un bisogno necessario ad entrambe le casate: fame di gloria. Per questo evento ogni famiglia ha scelto di mandare in campo uno dei suoi talenti migliori. Per gli Uchiha, Mitsurugi, finalista del celebre esame dei Chuunin. Per gli Hyuga, Rayga, Genin di molta esperienza. La pietà non è ospite gradita.. Luogo: Arena degli spettacoli di Konoha. Essa è circolare, con un raggio pari a 45 metri. Il terreno è di cemento ed alle sue estremità l'area è circondata dagli spalti, ove risiede la folla, nella quale sono presenti anche i membri più importanti di entrambi i clan. Ora: 09.00 Temperatura: +17 gradi Tempo di postaggio: 4 giorni Proroghe concesse: 1 Condizioni di vittoria: Esaurimento chakra, impossibilità di continuare, resa dell'avversario. Limitazioni: No morte, no ferite permanenti. Ot: Le schede verranno postate tra qualche giorno, in modo tale da permettere all'utente Alan Swarz di modificare la sua.
Fastidio. L'Uchiha stava riposando quando due rintocchi sulla porta di legno lo destarono. L'occhio sinistro accennò ad aprirsi appena, scrutando torvo la provenienza del disturbo, mentre la mano destra scivolò silenziosa sotto il cuscino, in procinto di afferrare saldamente un Kunai. Attese ancora qualche secondo. Nuovamente si ripeté lo stesso fenomeno, ancora un altro avviso, dunque il ragazzo, innervosito, si sollevò di scatto dal letto, lacerando con il pugnale parte del cuscino e della coperta. Gli occhi ridotti a fessure e la bocca serrata. «Chi mi disturba? Identificati!», sibilò il mostro. Ci fu un attimo di silenzio e finalmente il visitatore non gradito si spogliò della sua maschera. «Mitsurugi, sono Kategi, membro del consiglio degli Uchiha, devo parlarti!» Il veggente abbassò appena lo sguardo, dubbioso. «Un membro del consiglio eh...Cosa vorrà mai da me! !»,pensò. «Avanti, entra!», sibilò gelido. Lo sconosciuto si mostrò alla luce, bloccandosi sull'uscio della porta. Mitsurugi era conosciuto per il suo singolare carattere, per questo egli decise di non avvicinarsi troppo, almeno per quel momento. Era un uomo sulla soglia della vecchiaia, dal suo viso si leggeva l'esperienza di una vita trascorsa nella guerra. Inizialmente dal suo volto trasparì un piccolo sorrisino, stava cercando in qualche modo di prendere confidenza, di tracciare seppur minimamente un rapporto ma l'eletto non ricambiò, rimase impassibile senza batter ciglio. I due si scrutarono per qualche secondo, un silenzio alquanto imbarazzante si poteva definire, ovviamente per il vecchio, quando tutto d'un tratto quest'ultimo prese parola. «Giovane, sono qui in veste di ambasciatore del consiglio per proporti qualcosa di interessante. Come ben saprai i nostri rapporti con la famiglia Hyuga sono rimasti invariati, questa guerra non avrà mai un termine. Non mi sto lamentando ovviamente, abbiamo sempre voluto la loro morte, e sempre la desidereremo. Sono nostri nemici giurati, non esiste né la compassione, né l'amicizia e tanto meno la collaborazione! In passato molti combattimenti abbiamo affrontato contro costoro, una scia di morte infinita è segnata su quelle strade. Ma tutto ciò è passato. Tutt'ora conviviamo, seppur distaccati, all'interno di Konoha pacificamente, dunque per continuare questa disputa non possiamo ricorrere ai metodi barbarici di un tempo, assolutamente. Sto arrivando al punto. Quindi l'unica soluzione per rispondere di certe necessità è il duello singolo. Solo in questo modo possiamo muoverci per dimostrare la superiorità del nostro Clan. E' da molto che non mettiamo in pratica questo metodo, dunque è giunta l'ora. E' stato organizzato un incontro per questa mattina e tu sei stato scelto per rappresentare la nostra famiglia. Perdona questo ritardo», affermò l'anziano. Il ragazzo venne colto di sorpresa, questa notizia non gli dispiaceva neanche un po', era l'ennesima occasione per dimostrare la sua incontrastata potenza, ragion di più contro un “occhi bianchi”. Appoggiò le spalle al muro dietro di lui, con fare rilassato, riponendo molto lentamente il Kunai sotto il cuscino in segno di tranquillità. A quel punto lasciò l'occhio destro socchiuso, aprendo un poco di più quell'altro. «Interessante. Sono pronto a far sfigurare quel Clan di buffoni. Ora puoi andare, mi recherò da solo al luogo dell'incontro, che molto probabilmente deduco sia l'arena degli spettacoli, mi sbaglio?», asserì il sanguinario. «Proprio lì, esattamente. Ti aspettiamo, contiamo su di te!» Un ultimo sguardo intrattenne i successivi secondi, quando d'un tratto il visitatore si voltò, apprestandosi ad uscire. Mitsurugi rimase ancora qualche minuto in silenzio a fantasticare, quando finalmente decise di prepararsi per l'evento.
L'Uchiha si trovava oramai nei pressi del luogo dello scontro, mancavano pochi minuti al suono del “Gong”. Le urla degli spettatori si udivano ovunque, quella battaglia non se la sarebbe persa nessuno. Eccolo, era giunto finalmente dinnanzi i cancelli che conducevano all'arena, avvolto dentro una casacca nero pece e con lo sguardo impassibile, il solito volto grigio. Due persone lo stavano attendendo dinnanzi l'entrata, rispettivamente un Uchiha ed uno Hyuga, molto probabilmente volevano scortarlo all'interno della struttura. Si trovavano davanti a lui, a pochi metri di distanza, il membro della sua stessa casata gli stava sorridendo, era felice del fatto che fosse giunto a destinazione, mentre l'altro assunse un espressività totalmente differente: il suo viso era cupo, da quelle sfere eburnee traspariva solamente che odio e rancore. Mitsurugi squadrò entrambi, prima il membro della sua stessa famiglia, passando subito dopo a quell'altro. Al primo decise di non dare soddisfazione, quel suo sorriso poteva benissimo risparmiarselo, era della sua stessa famiglia, vero, ma con l'eletto non c'entrava nulla. Poteva avere i suoi stessi occhi, ma non la sua mente. Mentre il secondo prese a squadrarlo ancor più torvo, provava disprezzo per quella stirpe, e trovarsene uno davanti non faceva che renderlo nervoso. Rimase indefiniti secondi a fissarlo senza muovere muscolo quando dopo una piccola risatina soffocata spostò il suo capo verso il piccolo spazio centrale che intervallava quelle due sagome, in direzione dell'entrata. Si mosse deciso verso il campo osservato dalle sue iridi, non abbassando mai la testa ed urtando le sue spalle con quelle di quei due. «Tsk...vado da solo, non ho bisogno di un paio di badanti, al massimo potreste stendere un lungo tappeto rosso sotto i miei piedi», affermò sarcastico il ragazzo, continuando ad avanzare senza neanche voltarsi. Boati enormi, urla divampanti, tutti gli occhi erano puntati su di lui. Era atteso dal pubblico in maniera clamorosa, egli dava spettacolo, la sua singolare classe era riconosciuta come divina. Dunque era logico che fosse amato, peccato che egli non amasse nessuno di loro. Gli facevano piaceri certi festeggiamenti, adorava la fama, ma non si sarebbe mai fatto scrupoli ad uccidere uno ad uno quei semplici fantocci capaci solo di gridare e giudicare senza neanche intendersene di materia. Tutto d'un tratto, nonostante intorno a lui si fosse scatenato il putiferio, all'interno della sua mente prese a regnare il silenzio più totale. Era riuscito a trovare la concentrazione assoluta, allontanando quei fastidiosi rumori, tali erano divenuti, per dedicarsi allo scontro. In lontananza aveva intravisto con la coda dell'occhio il suo rivale, un classico Hyuga, praticamente identico a tutti gli altri, sembravano fatti tutti in serie, quando poi giungendo al centro dell'arena, a sei metri dalla sua sagoma, si sconvolse. L'asso del clan dagli occhi bianchi era Rayga Hyuga, il Genin che aveva sfilato negli Esami Chuunin poco tempo prima, ottenendo un risultato pressoché disgustoso. Che delusione. Si tinse sulle sue labbra una smorfia seccata, mentre con il capo si volto verso destra e verso sinistra alla ricerca di qualcosa. Tentava di localizzare il posto dal quale le alte cariche del Clan Hyuga erano in procinto di osservare il duello. Le trovò. Erano situate alla sua destra, dunque sollevò di scatto la corrispettiva mano puntando il dito in quella direzione, e calò il silenzio. «Dunque questo pezzente sarebbe il vostro asso nella manica? Io sono stato disturbato per combattere contro questo pivello? Sono arrabbiato, molto arrabbiato, il mio tempo vale più di ognuno di voi, e non va sprecato», affermò irato l'Uchiha. Dopo quella insinuazione un giovane di quel Clan, seduto poco sotto i membri più importanti, si alzò di scatto, offeso da quelle parole. Ma neanche un secondo che una mano si poggiò sulla sua spalla, facendolo sedere. Avevano voluto lasciarsi scivolare addosso quell'insulto onde evitare, con tutti quegli Uchiha schierati, uno scontro altamente sanguinario tra i membri delle due famiglie rivali. Mitsurugi notò con piacere la reazione di quel giovane e sorrise compiaciuto, adorava istigare il prossimo, ne traeva estremo benessere. Subito si voltò verso il suo rivale, mutando repentinamente espressione facciale, tornando gelido come il ghiaccio. Socchiuse gli occhi riducendoli a due minuscoli puntini, stava assaporando la disfatta pubblica di quel moccioso con estremo gusto. «Ragazzino, sei un ingenuo, davvero speravi, dopo essere venuto a conoscenza del mio nome, di poter avere anche una sola chance? Dovresti essere adirato con la tua famiglia per essere stata tanto malvagia da mandarti al suicidio. Ora mi prenderai per presuntuoso, ma alla fine di questo duello, alla tua fine, ti renderai conto della veridicità delle mie parole. Preparati ad affogare nel tuo stesso sangue, schifoso occhi bianchi!», concluse il mostro, per poi sputare sul terreno con fare disgustato, ma senza mai abbassare lo sguardo. Era pronto per demolire sia fisicamente che psicologicamente il suo avversario. Aveva deciso di lasciare la prima mossa a lui, per vedere cosa si sarebbe inventato, per scoprire sino a che punto la sua debolezza sarebbe arrivata. Nonostante ciò decise di incrementare il suo udito di un quarto della perfezione, era arrivato ad apprendere una tale arte da poco, e quello era il momento per testarla, seppur si trovasse dinnanzi un vero scherzo della natura.
Tutt'intorno a me,vi era una folla sugli spalti che avrebbe assistito al mio combattimento contro un Uchiha,tra questi vi era chi più favorevole ad una mia vittoria e chi meno. In più visto che vi erano anche le alte cariche del mio clan,avrei dovuto dare il massimo per vincere così da portare onore e rispetto alla mia casata a discapito del clan del ventaglio. Non dovetti attendere molto l'arrivo del mio avversario,la sua entrata fu preannunciata dalle urla di entusiasmo dei ninja appartenenti al suo clan. Dall'entrata da cui avevo avuto accesso anch'io entro Mitsurugi,il chunin appena promosso nonché mio prossimo avversario. Mentre assistevo al suo spettacolo da quattro soldi,decisi di incominciare a fare sul serio,non mi piaceva far aspettare la mia folla,per colpa di una persona che trovava nell'istigazione la felicità,una persona che si era già montato la testa ancor prima di incominciare. Così mentre lui continuava a blaterare parlando con i membri del mio clan,solamente con lo scopo di adirarli,iniziai a comporre i seals per attivare la mia innata e dar così inizio alla sfida. Misi le mani nelle posizioni del ratto,cane,ratto,tigre, cosicché in un attimo sul mio viso comparvero delle nervature più marcate,che apportavano maggior chakra ai miei occhi bianchi,così da renderli ancora più inquietanti. Spostai i capelli dietro alle orecchie,così da non potermi infastidire durante il combattimento,anche se data la lunghezza il gesto che avevo appena fatto non sarebbe servito a niente,ma ormai era diventata un abitudine. Guardai in faccia l'Uchiha,che nel mentre aveva iniziato a parlare con me,offendendomi.
Poverino,forse gli piace fare solo questo quando non sa cosa fare e si crede imbattibile.
Mentre pensavo alle sue parole,non ci misi molto a rispondergli dato che non avevo voglia di iniziare una conversazione noiosa con questo shinobi,visto che ero venuto qua per combattere e non per parlare, come d'altro canto stava facendo lui. Feci un sorriso beffardo prima di compiere un passo in avanti,sul cemento. L'arena era difficile da non ricordare,in quanto era a forma di cerchio tutta in cemento e con intorno gli spalti,sarebbe stata una battaglia a viso aperto senza la possibilità di protezione. Questo fattore poteva andare anche a mio vantaggio,ma anche a lui essendo un chunin ed io solamente un genin,ancora per poco.
Basta parlare,passiamo ai fatti.
Con la mano sinistra presi due kunai in mano,poi ne passai uno all'altra mano. Avanzai verso di lui velocemente,la distanza che si frapponeva tra di noi era di otto metri,raggiunsi la massima velocità raggiungibile dal mio livello raggiunti i sei metri di distanza lanciai i due kunai avvelenati uno alla sua destra e uno alla sua sinistra,all'altezza del busto,alla stessa velocità,appena le mie mani furono libere,presi il Chackram e lo lanciai con la mano sinistra in modo che facesse un effetto a parabola per farlo finire dietro al chunin,a quest'arma diedi maggiore forza per fare in modo che raggiungesse le altre due così da raggiungere l'obbiettivo nello stesso istante e non lasciare spazio per fuggire. Dopodiché arrivato più o meno a cinque metri da lui,accumulai chakra nelle gambe e senza compiere nessun seals mi diedi la spinta per un salto a velocità raddoppiata rispetto al normale,così da risultare molto veloce e difficile da parare. Poco dopo aver saltato caricai la gamba destra in modo da compire un giro di 360° durante il movimento,andando a cercare il suo busto come bersaglio. Non era una delle mie migliori strategie ma per iniziare andava più che bene,visto che il mio avversario era abbastanza pericoloso,anche se non mi ero mai scontrato contro di lui.
Buon combattimento,una precisazione,grazie al byakugan sono leggermente più veloce di te a parità di energia,in più utilizzando la tecnica la mia velocità viene raddoppiata.
Patetico. Questa era l'attribuzione più esatta per rappresentare l'elemento scelto dagli Hyuga e il contesto stesso di conseguenza. Mitsurugi, uno Shinobi di così alto livello era stato sprecato per duellare con un bambino. Un attrezzo tanto scarso da esser stato respinto per due volte consecutive all'Esame Chuunin. Quello era dunque il prodigio della famiglia occhi bianchi? Quale amarezza. Come al solito il veggente fece la sua entrata di scena, purtroppo il suo egocentrismo lo spingeva a fare ciò in ogni circostanza. Amava essere amato. Ma ancor di più adorava infastidire il prossimo, perché era consapevole che le parole, il più delle volte, erano in grado di far più male di una lama. Ed egli sapeva destreggiare entrambe alla perfezione. Sapeva quali punti colpire, quelli più deboli, che anche se nascosti risultano i più visibili per i suoi occhi. Ferite aperte mascherate da un velo di stupidità. Riusciva a vedere oltre essa con estrema facilità, si divertiva ad innescare la gente contro la sua persona, l'odio la sua medicina. In quella situazione anche un contadino privo di istruzione e conoscenza sarebbe riuscito a far irritare quel pupo. Egli era fin troppo fragile, inutile sotto ogni punto di vista. Ancora insisteva nel mostrare una maschera di indifferenza. Come per dimostrare che le parole dell'eletto non avevano alcun effetto su di sé. Fandonie. L'Uchiha lo aveva trafitto, la prima ferita era stata aperta, forse all'oscuro del pubblico, ma sicuramente alla luce della sua anima. Il neonato aveva fretta di iniziare, e di conseguenza di finire prima sotto i ferri. Mitsurugi non aspettava altro, d'altronde non poteva perdere altro tempo, poiché, a differenza del suo rivale, il tempo di giocare era finito. Allora dopo aver incitato il purosangue a passare i fatti, lo Hyuga, decise di attivare la sua abilità innata, praticamente un onore posseduto da un disonore della terra madre, ed iniziare il combattimento. Subito con la mancina si era apprestato ad afferrare due Kunai, per poi dividerli equamente con la mano destra. In quel frangente, il mostro, non decise di certo di perdere tempo, dunque afferrò con la mano sinistra due Shuriken. Le mani con le rispettive armi erano ancor celate all'interno della casacca, ma dietro il busto. Conosceva i poteri del Byakugan e più riusciva a celare a quei occhi, meglio era. Non appena ipotizzò le stolte azioni avversarie, ovvero l'intenzione di attuare un attacco frontale sfruttando i poteri di quell'innata, potente a distanza ravvicinata, l'Uchiha, tenendo sempre le mani nella stessa zona, afferrò con la mano libera un altra arma: Un Kunai munito di Carta Bomba. E subito fece cadere il pugnale maledetto a terra, sfruttando la copertura delle gambe e della casacca stessa. Non appena lo Hyuga accorciò la distanza a sei metri si apprestò a lanciare semplicemente le due armi bianche precedentemente afferrate, seguite da un ulteriore getto del Chacram. Cosa voleva mirare? La traiettoria dei primi due era rettilinea, mentre quella dell'ultima trovata mirava a colpire la schiena. Semplice e scontato. Il copiatore intuì all'istante che quell'azione non risultava essere altroché un test. Purtroppo quello aveva sbagliato, perché davanti non si trovava un semplice essere umano, bensì un Dio. Eccole, le due stelle del bellico lacerarono impetuose l'aria. Una lanciata con estrema precisione verso il Kunai diretto alla spalla sinistra del talento, e l'altra verso il bizzarro disco. Mentre l'altro Kunai lo avrebbe semplicemente schivato con un minimo spostamento del busto verso sinistra, dato che ormai non avrebbe corso più pericoli. Ma non era finita lì, come da previsione la stoltezza di quel tipo riusciva a sorprenderlo continuamente. Davvero aveva intenzione di iniziare uno scontro totalmente ravvicinato con un essere dotato di preveggenza. Coraggioso oppure ingenuo? Fatto sta che dentro sé l'infame sorrise di infinita gioia, mentre il suo volto rimase inespressivo, onde evitare di far intendere al suo rivale che si stava suicidando in piazza. Era veloce, non c'era dubbio, ma egli avrebbe dovuto valutare meglio le distanze. Infatti, dopo aver percorso un ulteriore metro a seguito del lancio di armi, si destreggiò con un Tajiutsu di buona qualità, peccato troppo scontato. Dopo aver concentrato una discreta quantità di Chakra sulle gambe si era cimentato in un salto di tutto rispetto che si sarebbe sviluppato con un successivo calcio volante diretto verso il petto di Mitsurugi, accompagnato da un giro di 360°, che ne avrebbe incrementato la velocità. Nel mezzo di quei cento centimetri percorsi prima di darsi la carica alle gambe, che non fu istantanea ovviamente, data la buona mole di Chakra da adoperare, le mani del Chuunin si unirono alla formazione di un solo Seal. Aveva creato sulla sua sinistra, alla distanza di sei metri un suo perfetto clone. Era stata applicata la “Kage Bunshin no Jutsu”. Il meccanismo di quel crudele piano era entrato in azione, sarebbe stata proprio quella sua velocità a rovinarlo. Esatto, dal momento in cui lo Hyuga si era distaccato da terra ci avrebbe messo all'incirca due secondi, se non qualche millesimo in meno, per raggiungere Mitsurugi, non aveva tempo di fermarsi. E fu proprio nel momento stesso in cui il calcio del bambino sfiorò il busto del purosangue che la tecnica della sostituzione ebbe l'effetto sperato. La bestia aveva iniziato a comporre quei rapidissimi sigilli nel momento preciso in cui quello si era elevato dal suolo, praticamente aveva composto i Seal delle due tecniche in perfetta successione. Tutto perfetto. E fu proprio nel momento in cui un bastoncino sostituì l'originale che il clone fece detonare la Carta Bomba posizionata in precedenza. La deflagrazione sarebbe stata devastante, cosa ne sarebbe stato delle membra del moccioso? Si sarebbe scoperto poco dopo. Nel frattempo il Chuunin, a seguito della sua sostituzione, sarebbe ricomparso alla destra del clone di all'incirca un metro, con l'intento di confondere le idee al suo rivale, sempre se fosse tornato indenne da quella esplosione, faccenda improbabile. Perché non aveva attivato la sua innata? Sembrava necessario contro un moscerino simile?
Note: Non sono stato auto-conclusivo. Ho semplicemente sfruttato un tuo errore: Hai scritto tutto nell'indicativo(non che sia sinonimo di errore, ma in questo caso avresti fatto meglio ad utilizzare il condizionale). Dunque ti ho fatto eseguire la mossa interamente, sviluppando, anche io con il modo indicativo, la mia strategia. Se hai dubbi o problemi contattami in via privata, non intasiamo il post.
Bene, ecco la fine di questo Topic. Grazie al permesso dell'utente Alan Swarz il Pg Mitsurugi Uchiha ha potuto killare Rayga Hyuga.
Fuoco e sangue urlavano assieme l'inno del dolore. Un esplosione devastante era lo spartito di questo solenne canto. Lo Hyuga era caduto nella trappola del mostro, come da previsione. E venne il silenzio dell'intera folla. L'atmosfera era quella di un deserto, solo il leggero rumore del vento si riusciva ad udire. Ogni singolo membro del pubblico aveva gli occhi puntati su quella scena, teneva la bocca aperta, senza emettere respiro. Erano in attesa che quella piccola nuvola di fumo si diradasse mostrando finalmente il risultato del disegno divino di Mitsurugi Uchiha. Lamenti di disgusto provennero dagli spalti, madri intente a coprire gli occhi dei propri pargoli, chiudendo loro stesse i propri. Uomini che preferivano guardare il terreno piuttosto che contemplare quella triste e raccapricciante scena. I musi lunghi dei membri del Clan dagli occhi bianchi erano uno spettacolo da guardare assolutamente. Mentre gli Uchiha, bhè, avevano un sorriso soddisfatto stampato sul volto. Alcuni di loro si divertivano a lanciare sguardi deridenti ad alcuni Shinobi della famiglia tanto odiata. Oh, si potrebbero scrivere romanzi riguardo tutto ciò che stava accadendo al di fuori dell'arena. Ma Rayga, in fin dei conti, non era ancora morto. Sdraiato a terra, con lo sguardo basso, per paura di incrociare gli occhi delusi dei suoi cari, si muoveva a scatti, dominato dal dolore. La sua una maschera di sangue. Il colore di questo che andava in netta contrapposizione con quello dei suoi occhi dannatamente perlacei. E Mitsurugi? Egli guardava con una soddisfazione quasi palpabile la simpatica scenetta. I suoi occhi socchiusi, cattivi come quelli di una serpe, mentre la sua bocca tinta di un sorrisino maledetto. Tutto d'un tratto calò il silenzio, poiché il piccolo bambino prese a parlare, balbettando, rivolto verso il suo dominatore. «T-ti pr-rego, ris-sparmiam-mi! Non uc-cidermi! Ho una famiglia che mi am-ma, non voglio che soffran-no della mia morte! T-ti prego, ti scongiur-ro!», disse, piangendo, Rayga. L'Uchiha prese a squadrarlo negli occhi, molto seriamente, per poi avanzare, lentamente, verso la sua sagoma. Si bloccò ad un metro da egli, inzuppando i suoi calzari in quella maleodorante pozza di sangue. Sangue marcio di un pezzente occhi bianchi. Le sue labbra vennero macchiate nuovamente di quel sorrisino fastidioso, mentre la sua casacca prese a muoversi. Inquietante. Nell'aria si udì un suono metallico, molto malinconico, e poco dopo dalla manica destra spuntò lentamente una lama. Era la sua Tensa, la cui punta venne appoggiata, avida di altro sangue, verso il fragile collo. «Pensi mi interessi qualcosa della tua famiglia? No. Gli errori vanno pagati. Ed il tuo è stato quello di sfidare questa divinità! La tua pena sarà la morte!», disse. Ma tutto d'un tratto dalla folla si alzò un ninja della stessa casata del perdente. «No, fermo. Sei crudele! Hai vinto. Basta. Ci hai umiliato, e lo accettiamo, ma ti scongiuro, non uccidere quel povero ragazzo! A voi altri mi rivolgo, vi prego fermatelo prima che sia troppo tardi», affermò con tono disperato. Quasi nel medesimo frangente si alzò un membro della casata Uchiha. «Avviso che se qualcuno proverà ad intervenire si creerà il caos. E a quel punto non ci sarà la morte di un solo individuo, ma di centinaia. A voi la scelta!» Lo Hyuga che inizialmente aveva preso parola stette per ribattere quando una mano si appoggiò sulla sua spalla. Era quella del loro capo Clan, che prese parola per la prima volta all'interno di quel contesto. «Kazuwa, siediti. E' giusto così!» «Ma...», rispose sconcertato quello. «Silenzio», concluse il loro capo Clan. A quel punto gli spalti vennero invasi da centinaia di urla demoralizzate. La lama aveva trapassato il collo di Rayga, uccidendolo. Zampilli di sangue sgorgarono dal punto leso, una triste fontana. Il sadico venne posseduto totalmente dalla follia. Incominciò a ridere a squarciagola mentre quelle urla si bloccarono nuovamente, catturate da quella malata possessione. Ma non era finita là. Mitsurugi estrasse la spada per poi affondarla con violenza più e più volte sul torace del ragazzo. Il suo volto era mascherato da un velo di pazzia. Continuava, continuava e nessuno osava intervenire. Erano tutti rimasi spiazzati da quella reazione priva di normalità. Si fermò. Per poi affondare un ultimo colpo all'interno della bocca. Il terreno non era più una pozza, ma un vero e proprio lago rosso. Infine optò per la decapitazione. Nel momento stesso in cui si accinse a raccogliere la testa, oramai divenuta indipendente dal resto del corpo, uno Shinobi decise di dirigersi verso il mostro, per dare fine a quello spettacolo oramai divenuto palesemente disgustoso. Ma anch'egli si bloccò, a dieci metri dall'Uchiha all'incirca. Perchè? Perché Mitsurugi prese a parlare. «Schifosi Hyuga, è solo colpa vostra se è andata a finire così. Mitsurugi Uchiha, ricordatevi bene questo nome, perché sarà il responsabile del vostro sterminio, mi correggo, non solo del vostro. Adesso me ne vado, mi sto annoiando», concluse, spietato. Mostrò ancora per due secondi la testa della sua vittima a tutto il pubblico, per poi estrarre, con la mano libera, gli occhi bianchi di Rayga dalle orbite. Ripose questi in una tasca all'interno della casacca e gettò il cranio a terra. Subito afferrò per un bavero il busto violentato e prese a trascinarlo verso l'uscita dell'arena degli spettacoli. Lo stesso Ninja che poco prima voleva fermarlo intimò di bloccarsi, ma l'Uchiha non diede peso alle sue parole, congedandolo con uno sbuffo. Durante la sua uscita una confusione bestiale prese il sopravvento sugli spalti. Il pubblico era senza parole.
Mitsurugi giunse solitario all'interno del corridoio semi buio che lo avrebbe condotto al cancello dell'uscita. Si bloccò. E dopo essersi guardato furtivamente attorno mise le mani sull'equipaggiamento e sul denaro del vinto. Dopo essersene appropriato ripose il tutto all'interno della casacca. Dunque con sguardo maligno scrutò per un ultima volta quella sagoma senta testa, per poi dirigersi verso la luminosa uscita, riproponendo la sua impassibilità. Ben presto la luce sarebbe stata divorata dalle tenebre. L'anima nera dell'eletto avrebbe propagato la sua nube di terrore per tutti i paesi Ninja, nessuno escluso. Piogge di sangue avrebbero leccato gustose tutti quei territori, eternamente insaziabili. Addio pace, benvenuta guerra.
La valutazione è riservata solamente per l'utente Dirge, visto che Alan ha deciso di cambiare Pg. Tre post in totale, scritti bene con uno stile che si va affermando sempre di più e con qualche errore di battitura. On Gdr non mi è molto piaciuta la tua difesa, effettuando due tecniche, dico due: Kage e Kawarimi, nel momento in cui lui stava eseguendo la Gouriki Senpuu. Detto ciò, ti assegno: