Mitsurugi Uchiha Vs Hiroshi Senjuu, Il "Veggente" contro il "Marionettista"...

« Older   Newer »
  Share  
Dirge
view post Posted on 15/3/2010, 22:05




Nome utenti: Dirge Vs ~Daniele
Nome Pg: Mitsurugi Uchiha Vs Hiroshi Senjuu
Link schede: Mitsurugi Uchiha Vs Hiroshi Senjuu
Grado: Genin Vs Genin
Energie: Verde Vs Verde
Tipo: 1 Vs 1
Post: 1 post di presentazione; 6 post di combattimento; 1 post di Conclusione.
Luogo: Kawa no Kuni. Un'ampia piana è la sede dello scontro: l'erba è rada e non omogenea, difatti solo piccole macchie verdi intervallano grosse porzioni di terriccio e pietra. Questa pianura si trova alle pendici dell'altopiano ove è stato edificato il castello, che getta su di essa la sua imponente ombra; a circondarla vi è una scarsa vegetazione, che s'infittisce sempre in più in direzione del Paese del Fuoco
Contesto cronologico: Dopo la conclusione della 2° prova dell'Esame Chuunin
Ora: 09.00
Temperatura: +17 gradi
Condizioni di vittoria: Esaurimento chakra, impossibilità di continuare, resa dell'avversario.
Limitazioni: No morte, no ferite permanenti.

Edited by Dirge - 10/4/2010, 14:48
 
Top
Dirge
view post Posted on 22/3/2010, 14:56






"Non fatelo arrabbiare!"



La seconda prova dell’Esame Chuunin era conclusa. Che cosa fosse successo dopo, tutte le chiacchiere, i discorsi fatti riguardo l’ultimo evento passavano in secondo piano. La mente dell’Uchiha era interessata solamente a due pensieri, due dettagli molto importanti, così fondamentali da occultare tutto il resto. Quella vittoria e quel pareggio. Risvolti strettamente legati fra loro come una mamma con il proprio pargolo, l’uno dipendente dall’altro come l’uomo e la donna. Mitsurugi aveva superato anche quella prova, ma come? Con un pareggio! Sino a quel momento nessuno era riuscito a sopraffarlo, ed ecco la prima volta. Quel ragazzino, quel moccioso con i suoi stessi occhi, proprio quel bambino ci era riuscito, e il solo pensiero di esser passato tramite un pareggio lo faceva star male. Era adirato, furioso, non riusciva a calmarsi. Era passato pochissimo tempo dal momento in cui l’arbitro di quella gara aveva riportato i contendenti all’interno di quel magnifico castello, e l’inizio della prova successiva non era poi tanto vicina. Era stata concessa una pausa ad ogni Shinobi di quel torneo, dunque il veggente trovò la necessità di isolarsi dal gruppo, di ragionare sul suo misero fallimento ed attendere la prossima tappa. Camminava, camminava, il passo pesante e sconsolato, la testa bassa e le mani strette in pugni. Il suo sguardo era perso, in quella labile perdizione si evidenziava, come se il viso fosse trasparente, molto odio, tanta rabbia. Il ritratto perfetto di un pazzo. I capelli erano disordinati, la grande casacca lordata di terra, i calzari come quest'ultima. Un parere esterno lo avrebbe considerato superstite da una guerra, ma in fondo quella competizione non era una grande guerra travestita da lieto evento? Tutti quei ragazzi non avrebbero ucciso per possedere un titolo creato dallo stato? Per scalare una gerarchia di stupidi valori? Si, era una guerra, ma la vera domanda, quella più interessante e logica da porre era: Mitsurugi Uchiha in questa guerra, sino ad adesso, ha mai combattuto? Troppe domande, poche risposte a disposizione.

Dopo una lenta camminata egli giunse innanzi una porta antica, di nobili tratti come ogni ornamento di quella tenuta prestigiosa. Non esitò a far scorrere dalla manica la mano destra, che si divincolò dalla morsa creata da sè e si prostrò alla mistica luce degli stravaganti lampadari, per poi avvinghiarsi sulla vicina maniglia, ed aprire la porta. Ciò che le scure iridi scrutarono fu nuovamente quell'arcobaleno di colori sgargianti. Mosse un leggero passo, accompagnato da un secco frastuono, il rumore della porta chiusasi alle sue spalle a causa di un gesto violento della mano mancina. Durante l'arco di quella giornata non avrebbe fatto altro che sfruttare ogni vantaggio a sua disposizione, dalla palestra alla grande quantità di cibo sino all'idromassaggio. Era stanco, non poteva negarlo, ma questo solo per lo stress delle due prove compiute di seguito, non per il loro contenuto, rivelatosi noioso. Maggiormente il suo tempo fu dedicato alle attrezzature d'allenamento, erano quelle che lo soddisfavano maggiormente, Il guerriero era un continuo ricercatore, dava la caccia a qualsiasi cosa, ad ogni aspetto, anche il più ambiguo, della vita. Ogni sfumatura di essa lo intrigava e affascinava, ed uno di questi era proprio la cura del proprio fisico. Non si accontentava mai del suo livello, contava sempre in un miglioramento, sapeva di poter fare sempre di meglio. Sapeva di essere un ragazzo affascinante ed invidiato, era conscio di possedere una perfetta struttura muscolare, tanto che molto spesso adorava guardarsi allo specchio. Un Narciso? Assolutamente si. Ma assieme a questa mania estetica era dotato di un grande intelletto, di un ingegno superiore. Era un essere perfetto.

La giornata trascorse molto lentamente, e questo a causa di quei pensieri che attanagliavano la mente dell'eletto. L'effige fanciullesca di quell'Uchiha lo ossessionava, tanto che, durante l'ora che trascorse all'interno della vasca da idromassaggio, più volte ritrovò quel visino innocente colorato sull'azzurro specchio cristallino, in qualche modo si rivedeva molto in quella esile figura, forse per la sua freddezza, forse per la sua determinazione. Occhi rossi, sfere di ghiaccio, queste furono le ultime immagini contemplate dall'Uchiha prima di abbandonarsi completamente tra le soffici lenzuola di quel letto imperiale. La notte passò come un soffio d'aria, come il respiro di ogni creatura, celere, dolcemente rilassante e liberatorio. Una nuova mattina, l'inizio di una giornata, la fine di molte vite. Eccola, quella effimera sensazione potenza, quello stato di invincibilità, quella illusione distruttrice, questo quadro ammaliante che tutto d'un tratto si sfregia per mano di un vendicatore, di un apatico, di un mostro. Mitsurugi avrebbe voluto stilare un contenuto, di questa fresca pagina di un libro tutto da scrivere, assolutamente riflessivo. Voleva definitivamente risolvere quei problemi aiutato dalla natura. Dunque uscì, si gettò alle spalle tutto quel lusso per andare ad oziare tra i mille odori dei fiori e delle piante. Era al terzo piano di quell'enorme castello, ancora una volta con passo lento, ma deciso, dovette discendere la preziosissima scala a chiocciola. Durante quel breve percorso nessun fiato attorno a lui, ma solo l'eco dei suoi docili passi. Era perplesso riguardo ciò, non riusciva a carpire il motivo di così tanta quiete, era vero che oramai all'interno di quell'enorme struttura risiedevano solamente loro quattro e il resto degli esaminatori, ma non riusciva davvero a credere che ognuno di loro avesse optato per il riposo, seppur, in tutta sincerità, in quel contesto lo sperava davvero. Non avrebbe voluto ritrovare qualcuno di loro fuori dall'antico maniero, molto probabilmente non avrebbe resistito a battersi. Una volta aver adagiato ambedue i piedi sull'ultimo scalino di quella scala cilindrica si bloccò. Il capò navigò da destra verso sinistra, da sinistra verso destra, sino a fermarsi anch'esso, prendendo a contemplare un quadro sinistro. Quell'immagine raffigurava un ragazzo intorno ai ventisei anni dotato di uno sguardo fuori dal comune. Occhi nerissimi sui quali una ricadeva un intensa ombra, generata da un cappello di paglia che teneva sopra la testa. Mitsurugi ebbe un flash, un accenno di sorriso plasmò le sue labbra e la mano destra uscì dalla grande manica, assumendo delle movenze ambigue.
«Quel cappello...ha qualcosa di particolare! Ne devo avere uno anche io, riuscirebbe ad evidenziare perfettamente il mio profilo. Lo voglio!», pensò dentro sè l'assassino.
A quel punto, riportò lo sguardo innanzi a sè, per poi discendere anche l'ultimo scalino ed avanzare verso il portone principale. Lo spalancò. Un fastidioso cigolio fece lamentare le orecchie del giovane, mentre un potente raggio di sole si abbattè sul suo occhio destro, che prontamente egli chiuse. Una smorfia seccata si rese visibile sul suo volto, un disgusto che svanì nel momento in cui la gigante porta si chiuse alle sue spalle. Avanzò con sguardo assente, con il sole ancora ostinato a puntargli le sue frecce contro. Trascorsero alcuni minuti e finalmente trovò il posto ideale ove soffermarsi, mentre il castello, lasciatosi alle spalle, divenne un poco più piccolo del normale. Il sito intorno a lui non aveva niente di peculiare, l'unica caratteristica un poco fuori dagli schemi era il fatto che si trovase sopra una collina, come la grande struttura ovviamente. Ciò che lo circondava prendeva un nome semplice quanto complesso, possibile da descrivere in molteplici maniere, era la natura. Si appoggiò di schiena sull'albero più vicino, e così rimase per pochi minuti ascoltando il suono dell'erba infranta da un debole vento. Una situazione tranquilla e a lui consona, solo che, tutto d'un tratto, qualcosa lo infastidì, un rumore che lo fece innervosire. Una coppia di passeri stava giocando su di un ramo posto pochi metri sopra la sua testa, e nel contempo un altro uccello della stessa specie tentava di partecipare a quel teatrino. Molto probabilmente si trattava di due innamorati, e l'altro non risultava esser altro che il terzo in comodo, il geloso della situazione. L'Uchiha non amava esser disturbato, sia che la colpa fosse di un insetto minuscolo, sia di un grande e terribile orso. Ciò era tutto provato, perché infatti non molto tempo prima, proprio quest'ultimo animale, osò tanto nei suoi confronti e quale fu la sua pena? Una morte lenta e sofferta, conclusasi con diversi sezionamenti atroci. Dunque Mitsurugi, nuovamente, non ebbe problemi ad eliminare quelle bestiole tanto fastidiose per i suoi preziosi timpani. Venne sfoderata la fedele spada con la mancina e con un salto, portato con grande energia, giunse all'altezza degli innamorati, che si accorsero solo alla fine di quella presenza maligna. Bastò una sferzata da sinistra verso destra a troncare le loro vite, a far finire quelle canzoncine gioiose. I corpicini vennero divisi a metà, e ci misero un solo secondo ad adagiarsi sul freddo terreno, provando la pesantezza della forza di gravità. DUrante quella caduta le viscere si prostrarono per la prima volta alla luce, occultando, per sempre, i corpi che sino a quel momento le avevano tenute prigioniere: sparse avevano lordato le membra prive di vita e squartate degli animaletti. Impassibilità, ancora quell'espressione vuota segnò il volto del crudele, che, nel contempo, si era appoggiato sul debole tronco, vedendo andar via il superstite di quell'incontro. Nella sua mente si chiese se fosse giusto lasciar andare via il terzo in comodo, se egli dovesse continuar a perdere eternamente. No, non era giusto. Con la mano destra, a grande velocità, estrasse un Kunai dalla sacca porta-oggetti, il quale venne lanciato verso quello, che, poco dopo, sprofondò su quella terra avida di sangue. L'Uchiha con passo lento e controllato, due secondi dopo, sopraggiunse all'altezza dell'ultima vittima. Osservò gelido il minuscolo pargolo peloso, e subito portò il piede sinistro sopra la sua testolina, mentre con la mano destra estrasse il suo Kunai, sporco di quel liquido cremisi. L'Uchiha voltò le spalle, e si allontanò da quella piccola sagoma di quattro metri, trovandosi ad altrettanti dall'arbusto. Subito ripose il pugnale e la Katana, entrambe lordate di sangue, all'interno delle rispettive custodie. Ora contemplava il vuoto, con quegli occhi neri privi di sentimento alcuno. Una folata di vento decise di attraversagli la testa, facendo svolazzare una ciocca di capelli che si adagiò sull'occhio destro, mentre la casacca scura rimase statica e severa.
«Non sono stato io ad uccidervi, vi siete suicidati!», affermò Mitsurugi Uchiha, immobile come una statua di cera, senza mostrare segni di pentimento o di compassione.

~Status:
Grado: Genin
Energia: Verde
Chakra: 200/200
Condizione Mentale: Infastidito
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:-
Recuperi:-
Slot 0/2:-
Techiche 0/2:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Katana 1/1
Shuriken 15/15
Kunai 15/15
Accendino 1/1
Guanti 1/1
Flash 3/3
Lancia fukibari 1/1
Fukibari 10/10
Kakute 1/1 (Collocato sul dito medio della mano destra)
Lama interna 1/1 (Collocata sul polso sinistro, in apertura esterna)
Bomba carta 7/7
Fumogeno 3/3
Filo d'acciaio 60/60 m
Fuuma shuriken 2/2
Uchiha shuriken 2/2
Tonico rosa 2/2
Tonico azzurro 2/2
Bomba scoppiettante 2/2

Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1


 
Top
~Daniele
view post Posted on 30/3/2010, 21:57




Shame..
CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato
Altri PG

Si era giunti ad un improbabile, quanto amaro epilogo.
Nella fenditura fra i due grossi colossi rocciosi, due ninja avevano combattuto allo stremo delle loro forze, per guadagnare un prestigio a cui tutti non potevano tendere.
La Sabbia contro la Foglia.
I due avevamo guerreggiato in maniera impeccabile, dando sfoggio a tecniche potenti e a tattiche degne di un generale, al comando di una campagna di conquista.
Entrambi erano coperti di ferite.
Il sangue colava da questi tagli, unendosi al sudore prodotto dalle ghiandole esocrine presenti nelle cellule dei vasti tessuti epiteliali. La soluzione inzuppava le vesti dei due, arrivando fino a terra, irrigando l'assetato elemento, bramoso di quel succo vitale.
La scena poteva essere traslata ad un piano anagogico, ovvero del viaggio del sommo Dante, il quale assistette ad una cruenta e disgustosa scena, analoga a questa situazione.
Come i 2 shinobi, anche gli ignavi, inseguendo il vessillo bianco, erano ricoperti di ferite, ed il loro sangue, sgorgando ed essendo convogliato a terra, diveniva nutrimento di blatte e vermi.
Era forse questa la punizione per il fallimento del giovane Sunese?
Dopo essere stato intrappolato e bloccato da una sottile ed effimera striscia nera, cupa e sinistra, il Genin stava per essere giustiziato: la katana, lesta, iniziò un repentino movimento, fendendo l'aria, per lacerare le carni del malcapitato.
Oramai rassegnatosi ad una fine gloriosa, poichè avvenuta in combattimento, l'esaminatore, che per tutto il decorso dello scontro aveva osservato i due contendenti, intimò al Nara di fermarsi, poichè avevano raccolto dati sufficienti a decretare chi dei due avesse superato la prova. [...]

Il rientro al castello fu tanto disarmante quanto avvilente: lì apprese della sua bocciatura, e della sua immediata partenza, dovendo abbandonare la sede operativa degli esami di selezione.
Una guida, incaricata dal dirigente di tutto quel complicato torneo, fu incaricato di scortarlo al luogo ove avrebbe speso il suo tempo, attendendo che l'esame finisse, per ricevere il responso finale.

La residenza si presentava umile spartana, conforme allo stile di vita ascetico ed eremitica. L'edificio si predisponeva su due piani: a lui era stato assegnato il secondo piano, mentre il primo, probabilmente, era stato concesso all'altro bocciato.
Un ampio salone, arredato solamente con un basso tavolino al centro, una minuta e squadrata libreria sul lato ovest e alcuni semplici quadri, appesi alle lignee mura.
Sulla sinistra si accedeva ad una essenziale cucina, sulla destra, invece si accedeva ai locali adibiti al riposo: l'ampia camera da letto presentava solamente un grande letto e un armadio; una parete era interamente di vetro, e dava l'accesso ad un ampio terrazzo, come lo era anche il tetto, che creava quasi l'illusione di poter entrare in contatto con le nuvole nel cielo. Un'apertura collegava la stanza al bagno, che, attraverso una serie di meccanismi, permetteva all'acqua corrente di scorrere nel mezzo di esso, consentendo all'utente di godersi un fresco e rinfrancante riposo.
Una volta congedato il ragazzo, Hiroshi si svestì, sfilando i lembi logori di quella che oramai non poteva più considerarsi una veste.
Rimasto nudo, come la Natura lo aveva creato, si diresse in bagno, specchiandosi in un grande specchio, forse l'unico vezzo della casa: il suo fisico scolpito in puro e delicato marmo presentava tagli ed ematomi e macchie livide, di un color violaceo non molto gradevole alla vista.
Una volta localizzate tutte le ferite, si immerse nell'acqua cristallina, accusando un lieve dolore a causa del contatto della sua carne con il liquido.
Sulla riva erano poggiati in maniera ordinata e meticolosa, alcuni prodotti igienici, dai saponi per il corpo, a quelli per i capelli ecc..
Attraverso una leggera pressione sulla confezione, del liquido viscoso fuoriuscì dal foro, ricadendo nella mano del ninja, che, alzatosi in piedi, con cura strofinò il sapone su tutto il corpo, disinfettando anche i tagli, grazie alle proprietà del liquido. Terminata tutta l'operazione con un rinfrescante risciacquo, uscì dal corso d'acqua, sedendosi sul ligneo pavimento, iniziando un'approfondita analisi e cura delle ferite.
Ci volle un'ora abbondante per sanare tutti i malanni fisici del corpo, lasciando il povero ragazzo stremato ed inebetito. Barcollando si abbandonò sul letto, coprendo la sua intimità solamente con un lieve lenzuolo [...]

Un sole pallido e tenue fece capolino, timidamente, scavalcando le alte montagne ad est. Attraverso il lucernario, quel tepore si amplificò, tentando di replicare le torride temperature del Sunagakure fallendo, però, miseramente.
Era ben diverso il clima del deserto, non riproducibile.
Alle 7 in punto, il Senju aprì delicatamente gli occhi, rassegnandosi all'idea di doversi svegliare. Il riposo aveva giovato al suo fisico debilitato dalle due precedenti prove, riacquisendo l'originaria potenza.
Il ragazzo si sciacquò il viso, apprezzando la freschezza genuina del torrente, elemento raro, anzi, quasi inesistente nell'ecosistema in cui lui era nato.
Vestito ancora solamente di se stesso, cercò qualche indumento pulito da indossare: trovò una maglietta grigia, con il collo a V, e con la manica sinistra corta, al contrario della destra che arrivava al polso.
Fra i tanti calzoni, ne scelse un paio bianco, taglio bermuda, difatti si fermavano poco sotto il ginocchio.
Era un look ben diverso dal suo consueto, ma questo look casual lo intrigava.
Da un cassetto prese un paio di guanti di seta neri, sostanzialmente come i suoi, e li indossò
Era pronto per esplorare il luogo, per sgranchirsi le articolazioni doloranti, e per distogliere i suoi pensieri dalla delusione circa l'esame.
Mosso dall'abitudine, agganciò le sue sacche alla cintola, e prese Karasu con sè. La sua marionetta, oltre ad essere la sua arma più forte, la sua salvezza, era anche una sua amica. Aveva un'anima.
Si tramandava, fra i Marionettisti, una leggenda che appunto affermava la possibilità per le marionette di avere un'anima, e che questa potesse comunicare solamente se tratta con cura e amore.
Proprio per questo Karasu era il suo miglior amico. Con lui parlava, dialogava, rimanendo in contemplazione in attesa di una risposta.

Scusami. Peccando di vanità, non ti ho adoperato. Perdonami, avremmo vinto con te.

Sussurrando queste parole all'arma, uscì sul terrazzo, ammirando la natura circostante. Il castello, imponente, regnava sulla radura circostante, gettando la sua immensa ombra sul verde prato.
O per invidia, o per nostalgia, il ragazzo si diresse proprio verso quella direzione, spinto da uno spirito prettamente masochistico.
Perché avvicinarsi all'oggetto del desiderio, senza il privilegio di potervi accedere, è il peggiore dei mali a cui l'uomo può subire.
La fresca erba si piegava dolcemente sotto il suo peso. Teneri volatili volavano, inneggiando e ringraziando per la bella giornata a loro concessagli.
Lo stretto corridoio erboso improvvisamente si espanse in una larga pianura, costellata, qua e là, di piccoli alberi.
Ai piedi di uno di questi sedeva una oscura e sinistra figura, alla ricerca di tranquillità e silenzio.
Avvicinandosi cautamente, potè identificare la figura del ragazzo in quella di uno dei semifinalisti, superstiti all'eliminazione della Seconda Prova.
Chi fosse esattamente, però, non ne aveva idea.
Mentre il ragazzo contemplava il ninja, apprese in quale scenario macabro era subentrato: 3 uccellini innocenti giacevano al suolo squarciati selvaggiamente.
Turbato da cotanta violenza ingiustificata, si avvicinò ad una delle 3 vittime, sapendo già di non poter fare nulla per loro.
Così si rivolse al carnefice:

C'era bisogno di uccidere in maniera così barbara questi piccoli animali? Essendo uno dei semifinalisti, potresti sfogare tanta rabbia in combattimento, no?

Dopodiché, si appoggiò ad una robusta quercia, in attesa di una risposta per le sue azioni.
Contemporaneamente in lui nacque un immenso desiderio di confrontarsi con lui, di misurare la propria abilità, la sua completa potenza, contro uno giudicato idoneo dagli esaminatori.





Slot Azione: 1°: //; 2° //
Slot Tecnica: 1°: //: 2° //
Consumi: //
Chakra: 260/260 Energia Verde [+30% Bonus Derivante da Innata]

Stato Fisico: Illeso
Stato Psicologico: Quieto, Curioso
Equipaggiamento:

# 2 Kunai (Avvelenati)
# 1 Kunai
# 1 Shuriken(Avvelenati)
# 1 x Blowgun
# Fukibari x 20 unità (Avvelenati)
# Cartabomba x 1
# Katana x1 (Avvelenata)
# Corda di Canapa x1
# Flash x1
# Wazikashi x1 (Avvelenata)
#Tonico Arancio x2
#Tonico Azzurro x1
#Pillole Antidoto Scorpio Velenis Type I 10/10
#Kit Medico x1
SPOILER (click to view)
-10 bustine sapone liquido
-10 Bustine salviette disinfettanti
-1 Flacone disinfettante 1000 ml
-10 Bustine salviette ammoniaca
-10 Paia guanti sterili
-3 Scatole da 10 cerotti assortiti
-1 Rocchetto cerotto
-Bende di garza larga 10 cm lunga massimo 3m
-1 Confezione cotone idrofilo
-1 Forbici 14,5 con bende lunghe al massimo 1.20 m
-1 Pinza sterile
-2 Lacci emostatici
-10 Teli sterili 40 x 60 cm
-10 Pacchi ghiaccio istantaneo
-6 siringhe predosate per il recupero -di 1 bassissimo di chakra
-garze cicatrizzanti lunghe al massimo 3m
-garze impregnate di liquido per la cura di ustioni lunghe al massimo 3m
-bisturi
-6 siringhe predosate di morfina; l'anestesia è ad azione locale e dura circa un'ora. Durante questo periodo, il ninja a cui è stata somministrata la droga sarà lievemente stordito.


Armi utilizzate: //

Tecniche Utilizzate:

CITAZIONE
Karasu
Stato: Illeso

Tecniche:
-Arti staccabili
-Lame avvelenate che spuntano dagli arti
-Gas velenoso (2 "spari". Cortina fumogena: 125metri cubici)
-Kunai lanciabili dalla bocca (12 unità, Sparabili 4 a turno)
-Lanciatore di senbon nascosto in un braccio (20 Unità per la Media Distanza [12m])
-Karakuri Engeki
Karasu è la prima marionetta vista di Kankuro, e il suo volto assomiglia a quello di una scimmia. Kankuro la usa in una specie di Tecnica della sostituzione del corpo, ricoprendola di sabbia e facendola sembrare se stesso, mentre in realtà lui è nascosto dietro di lei avvolto in bende. Karasu ha tre piaia di arti che possono essere controllati separatamente dal suo manovratore; quando is muove, inoltre, emette un caratteristico rumore scrocchiettante

CITAZIONE
Slot Marionetta:
- Azioni Speciali: 1°:// 2°:// 3°:// 4°://
- Lanci di armi 1°: // 2°://
- Movimento Illimitato:



 
Top
Dirge
view post Posted on 11/4/2010, 22:45






"I perdenti muoiono!"




Non sono stato io ad uccidervi, vi siete suicidati. Queste furono le ultime parole che pronunciò l'Uchiha dopo l'eccidio compiuto. Si trovava lì, immobile, per nulla inorridito dinnanzi l'enorme torto commesso nei confronti della natura. Eppure quella non era la prima volta, uccidere un animale oppure un uomo risultava essere la stessa cosa. Con la sola differenza che provocare dolore a quest'ultimo comportava maggiore gioia e soddisfazione, il suono dei suoi lamenti rinvigoriva la sua insana anima, la sua gelida mente corrotta. In quel momento aveva realizzato il suo scopo, era tornato nel silenzio, in un mondo tutto suo accompagnato dal sottofondo del passaggio del vento sulla verde erba. Stava bene, finalmente. Chiuse gli occhi. Da quel momento il buio più totale , ma non era opprimente, pauroso, angoscioso, tutt'altro, si era immerso in un mondo di totale benessere, dove lui acquisiva il titolo di regnante. In questa oscurità riusciva a meditare, a scavare nella sua mente con delicatezza. Stava vivendo ogni attimo di quell'esame, stava fotografando ogni singolo respiro. Non era orgoglioso delle sue prestazioni, affatto, ma nonostante tutto trovava del buono nei suoi fallimenti, aveva capito i suoi errori. Esempio lampante lo ritrovò nel combattimento contro Sosuke Uchiha, trovava che se prima del suo primo attacco non gli avesse rivolto parola, probabilmente, egli non avrebbe reso vana la sua illusione. Esattamente, si ricordava bene che nelle sue parole era nascosta la soluzione, un dettaglio che avrebbe potuto tranquillamente tralasciare. Avrebbe dovuto rinunciare alla presuntuosità, è vero, ma in cambio avrebbe ottenuto la glorificazione dell'orgoglio, forse avrebbe potuto dominare anche quello scontro. Tutto d'un tratto, come un lampo nella notte, un altra essenza recante disturbo bussò alla porta della divinità della discordia. Si stava avvicinando un ragazzo dal volto assai familiare, era un partecipante degli Esami Chuunin. Perché “era”? Poiché a causa della sua incapacità venne eliminato. Mitsurugi non appena avvertì la presenza di un estraneo spalancò gli occhi neri, prendendo a scrutare torvo la misera figura.
«Guarda un po' chi gira da queste parti. Quel perdente di Suna. Non ha capito che qui non ha più niente da fare, non vuole accettare il fatto di essere scarso, di non valere nulla. Come ha osato disturbarmi! Bene, farà la stessa fine degli uccellini, solo che con lui mi divertirò di più! Stupido moccioso», pensò nervoso lo splendido Uchiha.
Lo stava osservando durante tutto il suo tragitto, quella sua breve camminata che si concluse vicino una delle sue vittime. Il sabbioso dopo esser giunto vicino l'ultimo uccellino ucciso, il terzo in comodo, si era chinato per verificarne le condizioni, anche se inutilmente. Su quel viso da debole si leggeva chiaramente lo sconforto, la delusione, forse sperava davvero di poter salvare la piccola creatura esanime al suolo. Questo a Mitsurugi fece ridere. Subito dopo, il moccioso, distolse lo sguardo dal piccolino, rivolgendolo subitamente alla promessa del clan del ventaglio, un espressione amareggiata si leggeva sul suo volto. Osò parlargli. Voleva suggerirgli di sfogare tutta quella rabbia nella prossima prova dell'Esame Chuunin, un evento che più non riguardava quel guastafeste. Egli ebbe la sfacciataggine di dispensare consigli, di suggerire qualcosa all'eletto, a quel ragazzo prodigio. Inoltre, non attese neanche una risposta, poiché subito si sollevò e si diresse verso un arbusto posto ad un metro circa da lui. L'Uchiha, non mostrò alcuna smorfia facciale, ma dentro sé era molto irato, molto infastidito. Durante il breve tragitto del sabbioso, Mitsurugi, si preparò alla battaglia. Non voleva conversare, questa volta no. Voleva ucciderlo. Avanzò di un metro e mezzo e con la mano sinistra afferrò un tonico rosa, mentre con la destra un semplice Kunai. Ovviamente grazie alla sua meravigliosa casacca, quei celeri movimenti erano assolutamente occultati, anche perché, una volta afferrate le armi, le sue mani sarebbero rimaste dissimulate nella casacca. Mitsurugi si trovava inizialmente a quattro metri da egli, ed ora quella distanza si era accorciata a poco meno di tre. Il purosangue scrutava il pivello negli occhi, mentre l'altro sembrava lo scrutasse nel suo intero. Vigliacco, misero. Un attimo, un secondo, un fugace momento, ed ecco che tutto ebbe inizio. Gli occhi dell'eletto si tinsero di sangue, e nello stesso tempo in cui decise di attivare la sua temibile maledizione la mano sinistra introdusse nella bocca il tonico che gli avrebbe conferito una velocità divina. Scattò, non esitò, decidendo di usare una tecnica di tajiutsu dirompente, con il quale sperava di mettere a tacere il bimbetto. Una potente ginocchiata con la gamba sinistra, portata ad una velocità micidiale, resa doppia grazie al tonico rosa, che avrebbe mirato allo stomaco del perdente. Inoltre, per far si che la sua esecuzione non avesse degli intoppi, decise di avvalersi del suo talento di veggente, prevedendo i suoi movimenti, dunque agendo nella traiettoria di schivata. E solo se essa fosse stata portata a termine avrebbe tentato di trafiggere, con il pugnale stretto nella mano destra, nascosta, il polmone sinistro del suo rivale. Mitsurugi Uchiha per la prima volta aveva deciso di non parlare, questo per incrementare decisamente l'effetto sorpresa della sua offensiva, e per vedere a che risultati avrebbe condotto il suo metodo. Se qualcuno lo avesse visitato, se qualcuno avesse voluto scrivere un profilo della sua psiche, probabilmente, lo avrebbe diagnosticato malato. Lo avrebbe reputato un pazzo sadico. Avrebbe avuto ragione? Si, ma solo in parte. E perché? Poiché Mitsurugi era un folle sadico, un essere che viveva del dolore altrui, ma era fallace l'associazione di queste caratteristiche al concetto di malattia. Quella non era una malattia, era semplicemente un modo di essere. Perché ognuno possiede delle caratteristiche particolari, delle cicatrici impossibili da coniare. Ed è per questo che l'intero genere umano è malato. Ma è sbagliato puntare il dito, quando prima, quel dito, dovrebbe esser puntato verso sé stessi. Ma il mondo non ammetterà mai il suo essere pazzo, ma continuerà a coalizzarsi nel discriminare il più diverso dei diversi. Peccato che, quella pecora nera, quell'essere diverso dal gregge, era Mitsurugi Uchiha, un assassino, colui che avrebbe ucciso, uno ad uno, tutti quelli diversi da sé, tutti.

~Status:

Grado: Genin
Energia: Verde
Chakra: 175/200
Condizione Mentale: Freddo
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:- 10 [Attivazione Sharingan] 15 [Colpo di ginocchio]
Recuperi:-
Slot 2/2:-
Techiche 2/2:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Katana 1/1
Shuriken 15/15
Kunai 15/15
Accendino 1/1
Guanti 1/1
Flash 3/3
Lancia fukibari 1/1
Fukibari 10/10
Kakute 1/1 (Collocato sul dito medio della mano destra)
Lama interna 1/1 (Collocata sul polso sinistro, in apertura esterna)
Bomba carta 7/7
Fumogeno 3/3
Filo d'acciaio 60/60 m
Fuuma shuriken 2/2
Uchiha shuriken 2/2
Tonico rosa 1/2
Tonico azzurro 2/2
Bomba scoppiettante 2/2

Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1
Edit: Le distanze me le sono sistemate io, come precedentemente ti avevo detto. Questo perché non sei stato scrupoloso. xD Buon post!

 
Top
~Daniele
view post Posted on 21/4/2010, 19:41




Scusami, ma la scuola non mi permette di scrivere assolutamente nulla... e devo anche scrivere per la quest... spero di provvedere il prima possibile!
 
Top
4 replies since 15/3/2010, 22:05   152 views
  Share