Turn Back The Pendulum, Allenamento Arti Mediche

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¬Kob
view post Posted on 17/8/2010, 16:24




Turn Back The Pendulum


Introduction: Cari lettori, questo allenamento riguardante l'apprendimento delle arti mediche da parte del mio pg: Joshua Kiro Yakushi, è stato costruito in maniera particolare, in modo da poter rendere la storia di questo ninja più intrigante ed avvincente. E' raccontata in tre post diversi, tramite l'utilizzo di un Flash-Back duraturo che inizierà nel secondo post, iniziando a descrivere la storia e gli sforzi che questo giovane ragazzo fece. Il primo post tratta praticamente l'introduzione,e si collega alla storia intrecciata del mio vecchio pg: Sosuke Uchiha , del personaggio di un altro utente che prende il nome di Sanji Mugiwara e del suo allenamento per l'energia verde, a cui ho avuto l'onore di partecipare come Guest Star.
Per comprendere al meglio questo allenamento, in particolar modo il primo post, vi invito a leggere il suo allenamento, che troverete Qui.





•Il misero non ha altra medicina che la speranza.
~William Shakespeare



~Narrato
»Parlato
•Pensato




~Kiro si era appena materializzato in seguito allo spostamento spazio-temporale che lo aveva portate velocemente via dal campo d’allenamento numero sette, dove pochi attimi prima era occupato a salvare la vista di un giovane genin della foglia, che presto sarebbe stato un pezzo fondamentale del suo puzzle. Ai piedi del giovane ninja medico, ormai sporco di sangue in diverse parti del corpo, giaceva la persona che poco prima aveva affrontato in combattimento, per salvare la sua vita e quella di Sanji, giovane ed inesperto ninja della foglia, che era diventato in quel breve lasso di tempo una pedina fondamentale per il piano dello Yakushi. Era un chuunin non troppo alto, non superava i 180 centimetri d’altezza, ed appariva come un giovane con un aspetto quasi femmineo, privo dei segni che il tempo suole lasciare sulla pelle, bello se solo non fosse stato sfregiato dalle mani di quel Medico, che dopo averlo ucciso ne aveva cavato un occhio, per donare la vista al biondino che stava morendo a pochi metri da lui. Non sembrava nemmeno esanime. A prima vista sembrava non avere alcun segno sul corpo, se non una piccolissima bruciatura di lieve entità sul polso, pareva solo sporco del vermiglio liquido umano, che non era altro che il suo, fuoriuscito da un taglio sulla schiena, minimamente sotto la seconda colonna vertebrale. Se non fosse morto, sarebbe stato certamente in condizioni migliori di quelle di Kiro, malconcio e livido da ogni parte. Non che le sue ferite fossero di gran conto, tranne una doppia ferita media sulla spalla destra, i danni del giovane erano costituiti solo da graffi, tagli di lieve entità e lividi causati dai colpi subiti e non parati da parte dell’Uchiha, che aveva combattuto valorosamente.
Per un momento Kiro tralasciò il dolore che provava alla spalla, alzando da terra il corpo del pupillo del clan maledetto, e lo posizionò sopra un tavolo di metallo lucido, che spesso veniva utilizzato per eseguire autopsie sui cadaveri di guerra o di malattie ignote, e chino su di lui continuò il lavoro precedentemente iniziato al campo pratica. Questa volta, utilizzando materiali più adeguati e sicuramente più precisi, lo Yakushi recise le palpebre e la pelle attorno al cranio del giovane, in prossimità dell’occhio rimasto al proprio posto, né recise accuratamente i nervi ottici e del chakra, e lo espiantò da quel corpo inanimato, ponendolo in un sacchetto di piccole dimensioni, adatte a contenere un oggetto del genere, composto dai filamenti di una lana particolare, dove fluiva facilmente il chakra e permetteva a quell’occhio di rimanere, per quanto fosse grezzo e grossolano come mezzo, l’occhio ancora in condizioni accettabili per un qualche scopo.
Lasciò cadere quel piccolo sacchettino di colore marrone nella sua tasca, richiuse i lembi della pelle del deceduto e senza pensarci più volte prese da un armadio sulla parete alle sue spalle una garza sterile, un paio di siringhe di Lidocaina e si dedicò ad altro. Avvicinandosi a Sosuke gli mise una mano dietro alla schiena, e con un gesto secco della mano ne strappò il pezzo di stoffa su cui era ricamato lo stemma del suo clan, per poi riporlo dentro una tasca del suo equipaggiamento. Prese quindi con entrambe le mani il corpo del giovane, assicurandosi di tenerlo sospeso e dirigendosi verso la parete più lontana da lui infilò il cadavere in uno dei forni crematori della sala, riducendo così la sua vittima in cenere. Si assicurò di non lasciare tracce evidenti, in modo da non destar sospetti, ed una volta completata la pulizia si defilò da quel luogo, che nel giro di poco tempo si sarebbe popolato. Raccolse le sue cose e come era arrivato se ne andò, dirigendosi verso l’unico posto che avrebbe potuto decretare la morte dell’esimio ninja medico se solo quello avesse fatto anche un piccolissimo errore di calcolo. Presto lo Yakushi si sarebbe avviato verso la casata Uchiha, dove avrebbe messo in atto il suo piano per salvarsi. Aveva pensato quasi a tutto, aveva recuperato le siringhe di lidocaina per controllare l’afflusso di chakra con maggior precisione e calma, aveva tirato fuori dal suo Kit di pronto soccorso una fiala predisposta con del chakra di recupero e, arrivato a poche decine di metri dalla casata del clan del ventaglio aveva iniziato i preparativi. Si era iniettato la fiala di lidocaina nel sangue, e presa l’altra siringa, facendo particolare attenzione, ne svuotò il contenuto presso i conduttori del chakra nelle zone oculari, resistendo pacatamente al dolore che si era auto-inferto. Il giovane ninja di Konoha era informato riguardo i sistemi di interrogazione della famiglia Uchiha, che spesso era avvezza ad utilizzare arti illusorie per far cedere le proprie vittime, e proprio per questo motivo, il giovane aveva trovato questa soluzione per evitare gli sguardi invasivi di quei fanatici dagli occhi rossi. Solitamente riusciva a resistere a genjutsu di medio livello senza problemi, ma maestri di tali arti come quelli avrebbero certamente forzato le barriere del medico, e ne avrebbero tratto la verità, costringendo alla morte il medico.
In quella giornata primaverile non si poteva certo dire che la fortuna non fosse dalla parte del giovane Yakushi, che per una serie di circostanze si era ritrovato a parlare con tranquillità con una delle più giovani ed inesperte guardie della residenza, che aveva facilmente creduto alla storia del dottorino, e scavando superficialmente nel suo subconscio non era riuscito a distinguerne la verità. Probabilmente se non fosse stato così orgoglioso, l’Uchiha ci avrebbe pensato più volte a mandar a casa quel ragazzo, non avendo una visione chiara di ciò che era successo, ma la vergogna di non esser riuscito a leggere una mente facile come quella prevalse facilmente sul resto, e lo portò a scegliere di non chiedere aiuto a nessuno e di sbrigare la faccenda da solo. Ascoltò senza indugiare sulle parole della persona che gli sostava davanti, cercando le minime tracce di menzogna e ne ricavò una perfetta maschera bianca, incolore, fredda e calcolatrice che di sicuro non avrebbe faticato poco per la sua privacy.
«Mi duole informarvi che uno dei vostri discepoli, un membro della vostra casata, sia riuscito a scappare dal villaggio e si sia rifugiato nel covo di uno dei più ambiti clan di Mukenin del paese del vento. Ho avuto modo di lottare con lui, e ne ho dedotto che non aveva intenzione di tornare alla foglia, e dopo aver ingaggiato un duro combattimento con lui non son riuscito a fermarlo. Ha avuto la meglio su di me, anche se son riuscito a portare una prova della mia informazione.» disse mostrando un pezzo di stoffa su cui era ricamato il logo degli Uchiha, strappato in precedenza dal vestito dell’ormai deceduto combattente. «Temo che colui che mi abbia attaccato sia Sosuke Uchiha, un vostro chuunin pluri-decorato che ha brillantemente superato l’esame di selezione non troppo tempo fa.» Fece una pausa, per assicurarsi che la guardia avesse recepito il messaggio e poi aggiunse. «Se non è richiesta la mia presenza io andrei a medicarmi le ferite riportate durante lo scontro con il vostro erede. Ho preferito portare il prima possibile l’informazione, in modo da farvi agire come meglio crediate. PEr qualsiasi cosa pensa non troverete difficoltà a trovarmi. Con il vostro permesso.».
Lasciò la residenza degli Uchiha grondante di sudore, effetto collaterale dell’assunzione di Chakra da fialetta, e si diresse repentinamente verso la sua abitazione, senza perdere alcun minuto di tempo. Saltò sui tetti che lo condussero alla sua abitazione, e fiondatosi dentro si buttò sul letto, svenendo.
Era uno dei problemi che causavano quelle due siringhe che si era iniettato, che in uno stato particolarmente concitato, quale era quello del giovane ninja medico, rendevano l’utilizzatore di tali farmaci tremendamente stanco, e nel giro di poco gli avrebbero prosciugato le forze, proprio come accadde a Kiro.



S t a t u s

Generalità ~
Nome: Yakushi Kiro
Villaggio: Konohagakure
Grado: Chuunin
Energia: Rossa

Chakra: N.d.
Condizione Mentale:N.d.
Condizione Fisica: N.d.
Consumi: N.d.
Armi svelate: N.d.







 
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