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| | Narrato "Pensato" -Parlato- ALLENAMENTO PER ENERGIA VERDE, POST N°2 – Sanji Mugiwara
Erano ancora le sette di mattina a Konoha. Il sole aveva appena alzato la testa da dietro i colli ad oriente, e con i suoi primi raggi svegliava dolcemente la popolazione. All'interno del villaggio, tutto cominciava a muoversi. Sanji, per quanto lo riguardava, avrebbe dovuto grosso modo alzarsi dal letto a quell'ora o poco prima; tuttavia, lui era già ben lontano dalla sua abitazione: precisamente, si trovava presso il campo pratica 7, dove avrebbe dovuto trovarsi di lì a un'ora con il suo nuovo maestro. In realtà, dall'istante in cui i due si erano dati appuntamento per le otto, il genin aveva stabilito di arrivare al campo almeno sessanta minuti prima. Si era fidato di quell'uomo, ma non voleva certo essere tanto prevedibile da arrivare all'ora esatta in cui gli era stato detto di arrivare. Come aveva previsto, nell'area di allenamento non c'era nessuno. Soddisfatto, pazientemente si sedette vicino al lago, nei pressi di una delle due zone boscose che delimitavano la zona. Passarono circa tre minuti prima che succedesse: nuovamente, Sanji percepì quell'odore che aveva sentito il pomeriggio precedente, prima di essere assaltato dal chunin che avrebbe dovuto addestrarlo per quella settimana. Afferrò la katana, pronto a respingere un eventuale attacco dopo averne capito la direzione grazie al rumore che credeva si sarebbe manifestato di lì a poco. “Un momento”, pensò Sanji, “non è detto che...!”. Esattamente come aveva appena supposto, non ci fu alcun rumore. Mentre si voltava nell'approssimata direzione da cui veniva l'odore (chiaramente meno precisa di quella che avrebbe individuato con l'udito), vide stagliarsi davanti a sé la figura di Mitsugi Kagayame, che, brandendo una katana, gli si stava avventando contro. Il colpo fu facile da parare, e la situazione fu simile a quella del giorno precedente. L'uomo disse, dopo che i due ebbero ritirato le armi: -Sanji, come sei prevedibile. Sapevo che saresti arrivato prima, quindi ho pensato di venire qui presto anche io. Però non male la tua parata con la katana! Allora, direi che possiamo cominciare!-. Il giovane era rimasto basito: Mitsugi aveva previsto esattamente cosa avrebbe fatto. In presenza di quell'uomo, si sentiva del tutto indifeso e prevedibile! E la motivazione era semplice: i due erano incredibilmente simili! Carattere, fisico, atteggiamento, mentalità... Tutto! Sanji chiese: -Non può essere che tu abbia scelto me e che per una coincidenza appena aiutata da qualche informazione e un'intuizione tu abbia trovato qualcuno che ti sia così uguale. Dovevi avere qualche altro elemento. Dimmi la verità. E' così?-. Mitsugi si mise a ridere e disse: -Ahah! Sei forte, Sanji! Beh, te lo confesso. In realtà, ti seguo da quando sei entrato in accademia. Un giorno mi sono imbattuto nella tua scheda da studente, e ho trovato una tale somiglianza somatica tra noi che non ho potuto resistere. E' da molto tempo che ti seguo: ho visto il tuo combattimento contro Natsu Inuzuka (senza che voi ve ne accorgeste), e ovviamente ero nascosto tra gli alberi mentre svolgevi le prove del K-18. Chissà se Torune se n'è accorto o meno. Beh in ogni caso, dopo che ho testato anche le tue attitudini sensoriali ho capito di trovarmi davanti alla persona che avrei potuto allenare nel migliore dei modi, date le mie caratteristiche. Non volevo che uno come te finisse nelle mani di qualche maestro disinteressato o montato, o ancora peggio di qualcuno che ti avrebbe portato ad essere un cattivo ninja privo di scrupoli e pronto a tradire. Tu ora sei in buone mani, puoi fidarti di me.-. Dopo aver sentito quelle parole, Sanji provò una strana gioia: quell'uomo era veramente il tipo di ninja che lui sarebbe voluto diventare! Credette a tutto ciò che gli fu detto: era probabile che in effetti fosse tutto lì, che non ci fossero altri aspetti della vicenda. E poi, anche se ci fossero stati, che importava? Sarebbero saltati fuori con il tempo!
-Bene, allora. Cominciamo. Oh! Vedo che hai portato tutto l'equipaggiamento. Beh, ci servirà solo la katana, quindi posa tutto il resto. Ah, e domani lascia a casa tutto ciò che non sia il tuo corpo, il tuo cervello e la tua spada, intesi?-, disse Mitsugi. -Va bene! Cominciamo, ora.-, rispose Sanji. I due tacquero per pochi secondi, poi il maestro cominciò a parlare nuovamente: -Allora. Per prima cosa, una spiegazione. Gli obiettivi di questo allenamento, innanzitutto. Tu dovrai affinare i sensi di olfatto e udito, imparare a destreggiarti con la katana, migliorare la tua sicurezza in battaglia. Ci sarà spazio per le arti marziali, ma non sarà quella la parte più importante. Dunque, ti sei chiesto il motivo di quegli attacchi e in particolare il motivo di quell'odore che ho fatto diffondere prima degli attacchi di ieri e di oggi? Te lo spiego subito. Ciò che volevo vedere, come sai, è la tua attitudine all'affinamento sensoriale. La sostanza che ho liberato nell'aria emana un odore che è sul confine del percettibile per gli umani normali. Solo pochi sono in grado di sentirla: gli Inuzuka e pochissimi altri eletti. Quelli sono coloro che possono provare ad affinare il loro olfatto oltre il livello umano. Per questi individui, è in realtà una cosa semplice che si impara nel giro di poche ore, dopo le quali si potrà percepire, ad esempio, l'odore di essere umano a media distanza, e altri odori che normalmente non si avvertono. Con il tempo, poi, l'olfatto migliorerà ulteriormente, e senza bisogno di allenamento o di affinamento della tecnica: sarà una cosa naturale. L'udito è un'altra faccenda, ne parleremo domani. Ora. Ciò che devi saper fare è localizzare meglio la provenienza precisa dell'odore, oltre che intensificare l' olfatto. Ciò è semplicissimo, è una cosa che dovresti già saper fare. Dovrai concentrare del chackra in prossimità del naso. Questa azione non fa stancare e non consuma chackra, bisogna solo abituarsi al nuovo olfatto sviluppato, cosa che avviene, appunto, in poco tempo, se il soggetto viene stimolato adeguatamente. Per questo, innanzitutto porta il chackra al naso, nella misura che ti sembra più equilibrata, e mantienilo. In realtà, è in questo che consiste l'abituarsi. Vai, forza!-. Sanji semplicemente eseguì ciò che gli fu ordinato. Inizialmente non avvertì una grande differenza, ma non appena provò a sentire l'odore dell'aria, il naso cominciò a bruciare come se fosse stato in fiamme. Quasi spaventato, disperse il chackra. Disse: -Ma cosa...?-; e subito gli fu risposto: -E' assolutamente normale. Hai usato troppo chackra. Nulla di cui spaventarsi. Tu comincia ad impiegarne poco, e cominciamo l'allenamento così. Vedrai che poco per volta lo calibrerai senza neanche accorgertene, mentre proseguiremo. Ora tu riprova, io mi scinderò in due, con la tecnica della moltiplicazione del corpo. Dovrai capire qual'è la copia e qual'è l'originale solo dall'odore. Saremo su lati opposti e lontani, quindi non sarà difficile. Ah, tappati le orecchie e chiudi gli occhi per cinque secondi: dobbiamo spostarci. Avanti. Tecnica della moltiplicazione!-. Un altro Mitsugi comparve a fianco di quello che stava davanti a Sanji, che subito chiuse gli occhi e si tappò le orecchie, mentre portava poco chackra a concentrarsi nel suo naso. Fatto trascorrere qualche secondo e stabilizzato il chackra, cominciò ad osservare la situazione anche con occhi e orecchie. I due Mitsugi erano uno alla sua sinistra, e uno alla sua destra, e tre metri da lui. Erano immobili, nella stessa identica posizione e nessuno dei due emetteva il minimo rumore: era impossibile distinguerli. Sanji provò ad odorare. Fu una sensazione stranissima: sentì, in effetti, un nuovo odore, molto fievole, mai sentito in vita sua, ma non riusciva a capire da dove venisse. Pensò: “Questo deve essere l'odore di essere umano, non è quello che si sente normalmente all'aria aperta. In più, sembra che io riesca a sentire anche molti altri odori in modo ben più netto di quanto non pensavo fosse possibile. L'odore dell'erba, quello delle cortecce degli alberi. Tuttavia, sono tutti confusi, non riesco a distinguere le direzioni da cui provengono. Devo aumentare il dosaggio di chackra.”. Fece così, con cautela, e subito tutti gli odori si fecero più intensi. Abituatosi alla nuova situazione, non fu difficile per Sanji comprendere quale fosse il vero Mitsugi. Sorridendo, indicò quello a destra, e istantaneamente la copia che si trovava a sinistra scomparve. Il maestro, raggiante, si complimentò: -Bravissimo! Veramente rapido! Ci hai messo solo due minuti a calibrarti. Ottimo risultato. Tuttavia, questo è niente. Sei arrivato a metà del percorso, ma la prossima prova è estremamente più difficile. Superata quella, dovresti aver migliorato il tuo olfatto del venticinque percento circa. Migliorerà con il tempo, dopodiché.-.
Sorrise, ed estrasse dalla sua sacca una strana fiala, contenente un liquido trasparente. Poi, si diresse verso l'allievo. Disse: -Usa il chackra e prova a sentire l'odore di questo liquido. L'intensità è la stessa di quello dell'odore di essere umano, che ormai sei perfettamente in grado di avvertire. Senti questo odore e fissatelo bene in testa.-; mentre parlava, aveva aperto la fiala e aveva versato sulla mano aperta di Sanji un poco di quella sostanza. Sanji annusò, e subito avvertì l'odore di quell'intruglio, quasi del tutto simile (la differenza era appena percettibile) a quello che aveva percepito nell'esercizio svolto poco prima. Mitsugi se versò un poco anche sulla sua mano, e si allontanò da Sanji. Dalla sua sacca, poi, afferrò altre fiale, che appoggiò per terra. Guardando l'allievo con un sorriso, posizionò le mani nel sigillo del Kage Bunshin No Jutsu e creò dieci copie di sé stesso. Una di esse disse: -Voltati e non guardare finché non lo diciamo noi.-. Sanji, cominciando a comprendere vagamente in cosa sarebbe consistito l'esercizio, eseguì. Quando, una ventina di secondi dopo, fu richiamato, voltatosi, vide che le copie si erano posizionate in ordine sparso, a spade sguainate. Una disse:- Siamo undici. Tutti noi ci siamo versati addosso una sostanza con un odore specifico. Dovrai attaccare con la katana tutte le dieci copie che non hanno addosso l'odore che hai sentito prima. In pratica, non devi attaccare l'originale. La copia parerà l'attacco e poi svanirà. Se fallirai, ti sarà detto, e dovrai semplicemente rivoltarti e aspettare che noi ci rimescoliamo. Avanti, procedi.-. Sanji annusò l'aria. Molti odori giunsero al suo naso giunsero al suo naso, alcuni molto diversi fra loro, altri quasi indistinguibili. Il tutto, come il ragazzo aveva previsto, era terribilmente confuso. Sanji dovette aumentare ancora il livello di chackra da portare al naso, e di nuovo, avendo esagerato, sentì quella sgradevole sensazione di violento bruciore. Regolando il chackra, riuscì ad arrivare ad un buon equilibrio. Partì all'attacco. Si diresse verso una delle copie con uno scatto, dopo aver sentito che emanava un odore decisamente diverso da quello che aveva sentito prima, reggendo la katana con la mano destra, e menò un gran fendente verso di essa, che parò senza troppa difficoltà e disse: -Hai lasciato scoperto tutto il fianco per cercare di imprimere maggiore potenza al tuo colpo. Se io avessi voluto ucciderti, ora saresti morto.-. Detto questo, scomparve in una piccola nuvola di fumo. Guardò verso una copia, e subito si diresse verso di essa. Non fu facile come prima, però, perché un altro Mitsugi si avvicinò al primo. I due avevano due odori diversi: uno era indistinguibile da quello che aveva sentito prima, l'altro era differente. Tuttavia, i due erano troppo vicini. Sanji attaccò uno dei due a caso, sperando nella buona sorte, ma così non fu. Il suo affondo fu facilmente parato, e il maestro disse: -Hai fallito. Sono io il vero Mitsugi. Riprova. Ora chiudi gli occhi. Ah, il colpo era troppo lento e prevedibile.-. Sanji si fermò e chiuse gli occhi, frustrato. “Devo concentrarmi di più! Non posso arrendermi alla prima difficoltà! Proverò ad aumentare ancora un poco il dosaggio di chackra.”. Così fece, ed odorò. Il naso pizzicava, ma il giovane, che ora percepiva tutto con più chiarezza, sopportò e nel giro di poco si abituò alla sensazione. La sua attenzione fu richiamata, e lui aprì gli occhi. Le copie si erano rimescolate. Sicuro di sé, Sanji cominciò a colpire Mitsugi uno dopo l'altro. Ne scomparvero sei, tutti dopo aver parato il colpo e aver dato un consiglio sul metodo da usare per impiegare correttamente la katana: -Il movimento è stato troppo contorto, e hai perso potenza!-, -Se cambi mano così lentamente in prossimità di un nemico, questo potrà facilmente perforare le tue difese!-, -Controbilancia meglio la forza del tuo attacco con il peso del tuo corpo!-, -Ecco, finalmente sembra che tu stia facendo un po' di progressi! Devi ancora abituarti a ritornare in posizione di difesa più in fretta!-, -Attento! In attacco stai migliorando un poco ma durante il tuo colpo un buon avversario può sempre anticiparti e ferirti!-, -Buono, ma sei ancora ben lontano da essere in grado di sfruttare bene la katana in battaglia.-. L'ultima copia era scomparsa, Sanji guardò verso gli ultimi quattro Mitsugi. Con un sorriso, annusò, sicuro di sé. Subito, però, si sentì molto meno convinto delle sue capacità: i quattro avevano lo stesso odore, non sentiva alcuna differenza! Forzandosi ad aumentare il chackra, ignorando il bruciore, con grande fatica riuscì ad individuare un altro falso. Andò a colpirlo, e lui gli disse, dopo aver parato e prima di scomparire: -Però, bravo, mi hai trovato!-. Tuttavia Sanji, dopo quell'impresa, non fu più in grado di distinguere gli ultimi tre odori. Rassegnato, disse: -Mi arrendo, voi tre avete lo stesso odore.-. Subito, due dei tre Mitsugi sparirono, e quello rimasto dice: -Beh, hai superato la prova! Noi tre rimasti avevamo addosso delle sostanza che emanano un odore pressoché identico. Distinguerci, per te, sarebbe stato impossibile. Hai già ottenuto un ottimo risultato con l'eliminazione dell'ultima copia che hai attaccato. Non so se ci hai fatto caso, ma ora nel naso stai mantenendo una quantità di chackra che prima ti avrebbe fatto impazzire di dolore. Grosso modo, questo è il limite dell'aumento dell'olfatto per un genin del tuo livello. Congratulazioni, sei decisamente nelle aspettative, forse anche un poco sopra. Ora, mangiamo.-.
Semplicemente contento, Sanji si diresse verso l'ombra che gli alberi offrivano ai due, mentre Mitsugi, recuperati due panini incartati con cura dalla sua sacca, gliene lanciava uno. -Piglia, te lo sei meritato!-, disse con un sorriso. I due mangiarono, conversando un poco della famiglia di Sanji e del corso K-18. Dopo che Mitsugi ebbe ingoiato una strana pillola (che, a sua detta, era un integratore di chackra), concesse a Sanji due ore per riposare: l'allenamento, anche se molto breve, era stato intensissimo: era normale essere stanchi dopo essere riusciti ad appropriarsi di una nuova abilità nel giro di una mattinata. -E' come al solito.-, aveva detto Mitsugi, -L'apprendimento dell'affinamento dei sensi è molto rapido, ma faticoso. Devi dormire un po'. Così sarà anche domani. Dopo, quando ti sveglierò, ci alleneremo un poco con la katana, e poi ti lascerò andare a casa. Sanji si coricò godendo della piacevole ombra delle fronde degli alberi, pensando, stanco, al successo da poco ottenuto. Nel giro di cinque minuti, cadde in un sonno profondo, con il sorriso sulle labbra.
Gli sembrò che fosse passato un secondo dal momento in cui era caduto tra le braccia di Morfeo al richiamo di Mitsugi: -Sanji! Muoviti, continuiamo l'allenamento!-. Subito il giovane si alzò, sentendosi comunque riposato, e, dopo essersi dato una sciacquata con l'acqua della borraccia che il suo maestro gli porgeva per svegliarsi per bene, liberatosi dal peso delle sue sacche per gli oggetti, afferrò la sua katana e disse: -Bene, allora. Cominciamo!-. Mitsugi, con un rapido sorriso, disse: -Beh, in realtà finiremo quasi subito. Oggi non ho intenzione di cominciare un vero e proprio allenamento per l'arte della spada, voglio soltanto mostrarti una cosa. Ti ho fatto riposare perché fossi nelle migliori condizioni. La prova finale del tuo allenamento con la katana, quello che rappresenterà la tua maturazione, sarà nel parare una certa tecnica ed essere in grado di rientrare subito in posizione di difesa (o di contrattaccare) dopo la parata. La tecnica è una mossa di mia creazione. In realtà, non so nemmeno bene che nome abbia... Non sono mai stato capace ad attribuire nomi... In ogni caso, oggi te la mostrerò. Tenta di pararla, anche se con tutta probabilità non ci riuscirai. Quando sei pronto, dillo.-. Incuriosito, Sanji estrasse la katana, si mise in posizione di difesa, si concentrò e fissò gli occhi sul maestro. Attese qualche secondo, poi disse:- Vai!-. Con un sorriso, Mitsugi disse: -Arrivo.-. Sanji semplicemente non si accorse di nulla. Un attimo e Mitsugi scomparve dalla sua vista. O meglio: il ragazzo vide una striscia colorata uscire dal suo campo visivo, verso la sua destra, e mentre voltava lo sguardo verso di essa, quella era veramente scomparsa. Una frazione di secondo, e Sanji sentì sulla sua guancia il freddo del metallo, e subito sotto, il caldo di una gocciolina di sangue: Mitsugi gli puntava contro la sua katana, che toccava la guancia del ragazzo e la pungeva appena, facendone fuoriuscire un'irrisoria quantità di sangue. La ferita fisica non era quasi definibile tale, tanto era superficiale, ma lo sbigottimento fu enorme. L'abisso che li separava dal punto di vista dell'abilità era enorme, e ciò era stato completamente dimenticato da Sanji durante quella giornata. Erano estremamente simili, ma la differenza tra loro era una e per ora incolmabile: il livello di forza! Sanji sussurrò: -In...In cosa consiste la tecnica? Non l'ho capito proprio bene...-. Mitsugi ripose l'arma, e ridendo disse: -Beh, comprensibile. In pratica si compone di un movimento che usa il chackra. Porto moltissimo chackra ai piedi e lo libero (di conseguenza lo perdo), in modo da eseguire un balzo orizzontale a velocità supersonica. Appena atterrato, subito 'rimbalzo' ripetendo lo stesso movimento di prima, non perdendo velocità e disorientando l'avversario. Più salti faccio più è vantaggioso, ma più utilizzo chackra. Di per sé, già il primo salto comporta una grande perdita di chackra, il secondo ne comporta un po' di più, il terzo ancora di più e il quarto stessa cosa. Con te ho impiegato due balzi. Quando sarai un chunin, magari, sarai in grado di apprenderla. In quel caso, gli daremo un nome insieme! Ahah!!!-. Sanji, dimenticata la sua frustrazione, stava già pensando ai molti usi che quella tecnica avrebbe avuto in combinazione con altre tecniche. Quel Mitsugi era davvero un grande ninja, il maestro perfetto per lui. Sanji era contentissimo! Il sensei disse: -Bene, è ora che tu vada a casa. Domani qui alle nove, e non più presto, per favore. Voglio trovarti riposato, e riposare io stesso: oggi ho usato molto chackra. Ciao Sanji, a domani!-. Mitsugi scomparve, avvolto da una nuvola di fumo. Sanji aveva, per ora, completamente scordato i suoi obiettivi. Torune Aburame? Natsu Inuzuka? Chi erano? L'unica cosa che gli importava era essere allenato dal suo nuovo maestro, e raggiungerlo, stargli al fianco e diventare un suo pari, un suo compagno di squadra. La persona di cui ora cercava l'apprezzamento, senza rendersi conto del tutto di averlo già ottenuto: Mitsugi Kagayame.
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