Mitsurugi Uchiha vs Mogrim Hyuga

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~The illusionist~
view post Posted on 5/5/2009, 20:10





Nome Utenti: Dirge Vs ~The illusionist~
Nome Pg: Mogrim Hyuga Vs Mitsurugi Uchiha
Grado: Studente Vs Genin
Energie: Bianca Vs Gialla
Tipo: 1 Vs 1
Post: 1 post di presentazione; 4 post di combattimento; 1 post di Conclusione.
Luogo: Zona residenziale di Konoha, tetti delle case ricoperti in tegole, distanza da un tetto all'altro variabile fra 0,5 e 2,5 metri
Ora: 11.34 di notte
Clima: Luna chiara e luminosa, cielo terso con qualche sporadica nuvoletta, soffia un leggero venticello da Nord
Temperatura: +14 gradi
Condizioni di vittoria: No post entro 7 giorni, esaurimento chakra, impossibilità di continuare, resa dell'avversario.
Limitazioni: No morte, no ferite permanenti.



Edited by ~The illusionist~ - 9/9/2009, 23:33
 
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Dirge
view post Posted on 14/9/2009, 22:40





Narrato
Parlato






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.: 1° Capitolo:"Il giustiziere della morte" :.



Oscurità. Un elemento non considerato tale, essenza presente in qualsiasi contesto terreno e spirituale. Un luogo buio, privo di luce, contornato da un solenne silenzio. Colore dell'anima, pece in tutta la sua impurità, marchiata a seguito di atroci atti. E' presente entro ogni essere vivente, inutile prendersi gioco di se stessi, illudendosi di essere irradiati da una luce gioiosa, portatrice di pace e speranza, mentre, in realtà, si vive nell'ombra. Purtroppo, l'uomo, ciò non lo capirà mai veramente, a causa dell'esistenza di una stirpe tra le più sporche, i codardi, che pur di affrontare la cruda realtà preferiscono bendarsi gli occhi.

Sopra il tetto di una dimora, all'interno del villaggio di Konoha, si stanziava imperiosa una raffinata figura. Coperta da una grande casacca celava le sue malvagie sembianze, solo gli infimi occhi erano palesemente evidenti, illuminati dal bagliore eburneo della luna. Riuscivano a trasmettere solamente dolore, quasi come non avessero mai avuto la fortuna di assistere ad una piacevole visione. La donnola della morte, ecco a cosa assomigliava, sarebbe stato da incoscienti avvicinarsi ad essa, per poi correr il rischio di venir contagiati da quella malattia, così rara e pericolosa.

Facile criticare e diffamare un soggetto fermandosi solamente alla sua apparenza. Per quanto essa possa essere velenosa rimane un atto ingiusto operare nel suddetto modo. Una mente razionale dovrebbe soffermarsi un attimo e pensare, immaginare, quali siano stati i lunghi travagli passati da quella essenza così impura. Dietro ad ogni comportamento, ogni gesto, sussiste sempre una giusta causa, che possa giustificare, seppur in parte, la creatura finale venutasi a formare. In questo caso la verità si ritrova scavando nei lunghi diciotto anni vissuti dal principe, nella casata Uchiha. Con tutta probabilità decine di umili contadini avevano sempre diffamato il nome di quel giovane, odiato ogni suo singolo lineamento. Invidia, ecco quale il sentimento che covavano. Il “non sapere” fu il loro peccato più grande, la loro immaginazione, invece, l'arma sporca che utilizzavano. Facile, troppo semplice vedere la vita di un privilegiato per come la ci si aspetta, serena, pulita, priva di fatica e travagli. Ma la verità era tutt'altra. Doveri, imposizioni, ferree regole, queste furono le lame colpevoli di aver lacerato la vita di un pargolo, di averne plagiato l'identità, manipolandola a proprio piacimento, creando una gelida macchina sanguinaria. Ma la colpa più grande non era da attribuire a quei pazzi burattinai, bensì al destino stesso, principale fautore di quella punizione. Il giovane discendente del clan del ventaglio non sarebbe mai stato iniziato a quella crudele schiavitù se non avesse espresso per primo la sua passione per quell'arte. Fu proprio la sua curiosità, la voglia di eguagliare i suoi cari, ma soprattutto quel virus malato, insito nelle sue vene, a spingerlo entro quel burrone infernale. Figlio del male, predestinato ad una vita da giustiziere fraudolento, portatore di discordia e disagio, emissario di morte.

Erano trascorsi lenti i minuti, tutto era rimasto come prima. La scena simile ad un quadro, avvenente e stimolante, ma ancora incompleto. Mancava qualcosa che ne realizzasse appieno il significato, dei particolari che ne donassero la vita. Ed ecco che, quasi gli dei avessero udito le richieste espresse, il principe intravide, in lontananza, una sagoma avvicinarsi con rapidità. Essa si muoveva per vie aeree, si librava con dolcezza al di sopra delle case, sembrava quasi un ballo il suo, come se un vento estraneo ne accompagnasse le fragili membra. Quale gioia suscitava tal visione per l'aggraziato cielo, come una tisana ristoratrice in un particolare momento di disagio fisico e mentale, simile ad una tanto bramata pausa dopo una lunga e massacrante corsa. Poiché, dopo aver contemplato per così tanto tempo la velenosa figura dell'Uchiha, quella creatura, messaggera di note dolci e mielate, era un sospiro di sollievo. Nel contempo anche il ragazzo dagli occhi maledetti si era accorto del piccolo visitatore, ciò lo si carpii dall'agghiacciante sguardo che lanciò in quella direzione. Assieme alle iridi si inarcarono violentemente le sopracciglia, facendo si che sulla fronte comparirono delle lievi rughe, manifestazione evidente di un ipotetico pensiero deviato, venutosi a creare nella sua mente. Cosa stava passando per la sua testa era pressapoco immaginabile, le sue intenzioni facilmente deducibili, ma i dettagli ancora dissimulati. Compiere un omicidio, strappare ingiustamente la vita di una creatura, umana o animale, non recava dispiacere o rimorso entro il suo animo, ma solo beatitudine. La violenza malsana che l'eletto imprimeva in ogni suo colpo faceva scalpore, ogni duello, seppur di carattere amichevole, lo considerava di vitale importanza per imporre la sua superiorità. Subire una lieve ferita, come un taglio oppure un leggero ematoma, avrebbe simboleggiato il disonore, la perdita del proprio orgoglio, che avrebbe portato irrimediabilmente al risveglio di una bestia ancor più prava. Quindi il docile animale era in procinto di portarsi all'altezza del capo del giovane, mancavano pochi fugaci attimi, gli ultimi della sua vita. L'Uchiha era pronto, con lo sguardo ancora latente, gelido come il ghiaccio, i muscoli caldi e tesi e la veste appena svolazzante al richiamo del vento. Non appena la distanza tra i due si limitò ad un esiguo metro, egli portò rapidamente la mano destra sull'elsa della Katana, ansioso di sguainarla con irruenza assassina. Un tintinnio lacerante seguito dal rumore dell'infrangersi di un osso segnò il distaccamento abusivo di un altra anima dal proprio corpo. Zampilli purpurei lordarono il viso del purosangue, ignei e copiosi, strappati dal messaggero dell'armonia. A seguito di un tonfo, le sudicie tegole divennero terra santa delle carcasse della vittima, sezionata in due parti: la testa, oramai quasi del tutto prosciugata, e il restante busto, grondante come una fontana. Il capo dell'animale era stato troncato di netto, senza pietà, per mano di un giustiziere preda dei propri impulsi virulenti. Silenzio. Nei secondi che seguirono gli occhi del giovane non smisero di contemplare profondamente l'ennesimo caduto per mano della sua spada. Poi tutto d'un tratto, senza previo suggerimento, egli si dilettò in una sadica risata, diabolica ed altisonante, perdurante per un tempo indefinito, mentre, con fare flemmatico si accinse a riporre la mortale lama nel corrispettivo fodero.

Questa volta gli dei lo avrebbero castigato, oppure, ancora una volta, Marte,il Dio della guerra e l'Innominato Dio della morte, avrebbero preso le parti del genio, preservandolo dalle punizioni da egli stesso attirate?


CITAZIONE
~Status

Grado: Genin
Energia: Gialla
Chakra: 100/100
Condizione Mentale: Sadico
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:-
Recuperi:-
Slot 0/2:-
Techiche 0/1:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Katana 2/2 (Collocate a croce sulla schiena)
Shuriken 3/3
Kunai 5/5
Guanti 1/1
Flash 1/1
Lancia fukibari 1/1
Fukibari 10/10
Kakute 1/1 (Collocato sul dito medio della mano destra)
Lama interna 1/1 (Collocata sul polso sinistro, in apertura esterna)
Bomba carta 1/1
Fumogeno 2/2

Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1



Edited by Dirge - 18/10/2009, 12:40
 
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~The illusionist~
view post Posted on 27/9/2009, 11:47




Preludio alla battaglia

narrato
parlato
pensato


Il Signore è lento all'ira,
ma grande in potenza
e nulla lascia impunito.
(Naum, 1, 3)



I petali di ciliegio frusciavano svolazzando fra i tetti delle case, piroettando e danzando in armoniosi balletti infiniti nella fresca aria di una notte di primavera. L'aria stessa sembrava addolcirsi e cambiare colore, un amorevole sorriso al cielo di Konoha.
Ostentatamente rosa e fottutamente smielati, ecco cos'erano in realtà.
Erano una melensa macchia rosa in un mondo che non chiede altro che essere nero, di dare sfogo alle sue pulsioni di recondite e animalesche, di tingere quel rosa di rosso scarlatto. Perchè piantare ciliegi nella terra dei ninja, gli assassini per eccellenza? Quel barlume di estetica che chi li aveva piantati voleva creare aveva generato solo un ironico controsenso; in fondo a che serve cercare di coprire di petali la pece dell'anima? Renderci graziosi e gentili, innocui persino, per poi andare ad ammazzare le stesse persone alle quali sorridevamo per qualche ryo? La natura dei ninja era violenta perchè violenta era la loro occupazione. Ed ecco perchè Mogrim non inzuccherava quell'ipocrita smorfia che chiamano sorriso o riempiva le strade di petali rosati, ma faceva ciò di cui la società aveva veramente bisogno: un Dio in terra, a giudicare le bestie che erano i suoi simili.

Una sadica risata quarciò il tombale silenzio della notte, ridestando il ragazzo dai suoi pensieri. Era opportuna un sopraluogo: chi diavolo rideva sopra i tetti della Foglia ad un'ora prossima alla mezzanotte?
Uno, due, tre salti. Una svolta a destra, una corsa, un'altro salto sopra un comigliolo. Un ultimo salto, per vedere meglio alla luce della luna. Ed eccolo finalmente. Spavaldo ed irritante erano un eufemismo per quella scura figura che, avvolta nella sua casacca, troneggiava come un principe stagliandosi contro la luminosa sagoma della luna in cielo. Ma non era un principe, solo un ragazzo che giocava: a terra l'ultimo giocattolo ormai rotto, giaceva come una bambola di pezza alla quale venga strappata la testa.
Un assassino in piena regola dunque. Gli rivolse la parola, avvicinandosi di qualche passo.
"L'ira del cielo cala su di te. Per l'azione che hai compiuto e per gli innumerevoli peccati della tua misera esistenza, io ti Ucciderò!"

-Chakra: 100%
-Status Fisico: Pronto a scattare.
-Status Mentale: Preparato al suo compito.
-Equipaggiamento:
Kunai: x4 (di cui 1 munito di flash)
Shuriken: x2
Flash: x1
-Consumi: //
-Tecniche Utilizzate:


Tecniche



 
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Dirge
view post Posted on 10/10/2009, 20:04





Narrato
Parlato






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.: 2° Capitolo:"Odio" :.



Un villaggio oscurato per decisione di qualcuno di più importante. Mentite spoglie contornavano un quadro dal contenuto labile. Le strade erano deserte, desolate, qualche foglia degnava la sua presenza su di esse, ed un debole vento le accompagnava verso quella noiosa impresa. Tutte identiche tra loro erano le case, quale monotonia, ma come sempre, in ogni luogo, società, sussisteva la fantomatica gerarchia, motivo per cui l'unico costrutto che si differenziava dal resto era il palazzo dei saggi. Menzionati come degli esseri superiori, migliori di qualunque altro, ma la verità albergava nel sapere di pochi occulti, nascosti tra la folla. Il popolo era ignorante, quindi facilmente corruttibile ed influenzabile, e quegli uomini al comando lo sapevano bene, indi per cui sfruttavano quella debolezza per i loro lucrosi fini: acquisire il potere. Quindi il villaggio del fuoco era in qualche modo sottomesso a questa trasparente monarchia, ma quei pochi singoli erano disposti a rischiare la vita per non avere le medesime limitazioni del resto della gente, e ciò integrava anche la possibilità, senza rimorso, di uccidere un proprio compagno.

Su di un tetto, che imperava autonomo l'intero villaggio, si stanziava un'inquietante figura, raffigurata come una delle maggiori esponenti della succitata cerchia. Immota da tanto tempo, con il capo chino e le braccia nascoste all'interno dell'elegante tunica. Sembrava come in attesa di una qualche risposta dal cielo, una sorta di punizione per il demotivato omicidio appena compiuto. Classificabile come un autolesionista oppure come un presuntuoso? Il significato dei suoi comportamenti era stato sempre avvolto nel più occulto mistero, dettato da un principio indefinibile. Era una creatura nata per un solo scopo, infliggere dolore. Era ancora un ragazzo, ma assolutamente precoce, già pensava in grande, anche se talvolta le sue convinzioni potevano essere fraintese totalmente. La colpa non era sua, d'altronde sin dai primi anni di vita era stato abituato ad assistere alla pura arte del combattimento, addestrato per risultare sempre il migliore, in qualsiasi attività nel quale egli si cimentasse. L'odio era la sua maledizione e il suo talento.

Tutto d'un tratto un movimento nella notte catturò la sua attenzione, non sapeva di cosa si trattasse così decise di aspettare il suo ospite senza muovere un passo. Allora, poco dopo, apparse innanzi a se una piccola sagoma, in quel momento un poco oscurata. Voleva nascondersi nell'ombra ma non conosceva i poteri del giovane sanguinario che, grazie ad i suoi occhi, riusciva a vedere discretamente nel buio. Fu così che le iridi corvine presero a squadrare con fare flemmatico l'intera sagoma dello sconosciuto, sino a che non fissarono il suo volto. A quel punto una smorfia rabbiosa distorse le sue labbra, erano bastati quelle iridi bianche per farlo innervosire, lo aveva riconosciuto, era uno squallido Hyuga.

Da secoli era in atto una grande rivalità tra il clan del ventaglio e quello degli occhi bianchi, probabilmente per un importante contesa di potere, oppure per altre motivazioni a tutti anonime. Nonostante ciò qualcosa legava indubbiamente queste due grandi famiglie, si trattava di una virtù non apprendibile, ma prettamente sanguigna: L'onore.
D'altronde da un grande potere ne derivano grandi responsabilità. Il talento che i componenti delle suddette famiglie avevano era unico nel suo genere, quindi difendere il nome della propria casata era obbligatorio.

Dopo aver compiuto un ulteriore passo in avanti, lo sconosciuto accorciò la distanza dal sanguinario a soli quattro metri, per poi proferire parola e minacciare il giovane Uchiha di una precoce morte per sua mano. Egli si sentiva in obbligo di fare giustizia come un Dio in terra, e queste parole non fecero altro che far suscitare ingente sorpresa e divertimento nella mente del deviato. Non appena il disturbatore concluse il suo monologo, Mitsurugi lo squadrò nuovamente, rendendosi perlopiù conto del fatto che lo stolto non possedeva un copri fronte, deducendo che il suo livello era fermo a quello di studente. Silenzio. L'Uchiha contemplava la sua futura vittima con fare divertito, mentre con la mano destra, occultato dalla grande casacca, stava afferrando tre Shuriken. Il primo stretto tra il pollice e l'indice, il secondo tra il medio e l'anulare, e l'ultimo tra l'anulare e il mignolo. A quel punto, tenendo sempre le mani velate entro la grande manica, decise di rivolger un piccolo pensiero allo sbadato:

Povero sciocco, se solo fossi minimamente consapevole di chi hai innanzi a te, stenteresti a pronunciar parola. Subdolo essere, così stupido ed innocente, la mamma non ti ha mai spiegato che non si deve mai dare confidenza agli sconosciuti, soprattutto ad un'ora così tarda? Poppante, dovresti dormire nel tuo lettino, e invece girovaghi indisturbato per le strade di Konoha. Se sino ad adesso hai pensato che nel proprio villaggio si è del tutto al sicuro, quest'oggi verrai smentito. Devi sapere che di tutti voi a me poco importa, siete tutti della stessa specie, deboli ed insignificanti, ed io vi disprezzo. Povero occhi bianchi, dovresti incominciar a tremare, lo sai? Fra qualche ora, quando i tuoi cari parenti si accorgeranno della tua scomparsa, ti verranno a cercare, e sai che troveranno? Tuoi brandelli di carne sparsi per le strade del villaggio. Comunque non disperare definitivamente, forse non ti ucciderò. Dipende solo da te, da quanto mi farai divertire”.

Non appena fu pronunciata l'ultima parola, con grande rapidità, l'eletto portò avanti il braccio destro, facendo si che le armi, strette nella sua ferrea morsa, furono liberate. Le tre stelle avevano obiettivi differenti, una verso il capo, e le restanti in direzione delle piccole spalle. Nel medesimo frangente in cui le suddette vennero sguinzagliate, l'Uchiha effettuò un rapido scatto, ovviamente non intralciando la traiettoria delle armi da lancio, afferrando nel contempo, con ambedue le braccia, entrambe le Katane. Il suo intento era di effettuare con la spada, stretta nella mano destra, un taglio netto dello stomaco del nemico, da destra verso sinistra, mentre con l'altra lama, tenuta con la mano mancina, aveva intenzione di tentare un affondo al torace.

Erano pochi attimi, fugaci ma nel contempo lenti. Forse il piccolo studente avrebbe incontrato le Dea della morte, in tutta la sua crudeltà, oppure in caso avverso avrebbe conosciuto per la prima volta il dolore, così intrigante e spietato. Non era uno scontro epico, ne tanto meno degno di esser in qualche modo ricordato in un prossimo futuro, esso era uno dei tanti passatempi del principe maledetto, che amava dilettarsi in un arte a lui tanto fedele e vicina: quella del combattimento.


CITAZIONE
~Status

Grado: Genin
Energia: Gialla
Chakra: 100/100
Condizione Mentale: Crudele
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:-
Recuperi:-
Slot 0/2:-
Techiche 0/2:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Katana 2/2 (Collocate a croce sulla schiena)
Shuriken 3/3
Kunai 5/5
Guanti 1/1
Flash 1/1
Lancia fukibari 1/1
Fukibari 10/10
Kakute 1/1 (Collocato sul dito medio della mano destra)
Lama interna 1/1 (Collocata sul polso sinistro, in apertura esterna)
Bomba carta 1/1
Fumogeno 2/2

Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1
*Edit: Grafica



Edited by Dirge - 18/10/2009, 12:41
 
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Dirge
view post Posted on 11/12/2009, 22:58






"Ancora una vittoria!""



Perché i bambini la sera non vogliono dormire? Quella notte per la distrazione dei genitori, un piccolo lattante dagli occhi eburnei stava rischiando la propria vita. Proprio così, l'insonnia è una brutta bestia, ma ancor peggiore è incontrare una persona tanto malvagia per puro caso, e la cosa più grave di tutte è insultarla non conoscendone le potenzialità. Quale pena faceva quel ragazzino gracile, composto da deboli ossa e pochi brandelli di carne fresca. Sostava con aria presuntuosa innanzi la sagoma del giovane Uchiha, non lo temeva, questo era da riconoscerglielo, ma era da considerare che la sua inesperienza e la sua stupidità erano assai manifeste. Il suo piccolo visino era rimasto lo stesso dopo aver ricevuto la controbattuta di Mitsurugi, ma d'altro canto non ebbe neanche la possibilità di mutare, a causa dell'improvvisa azione del suddetto. Esattamente, il discendente del clan del ventaglio era poco paziente, odiava le inutili perdite di tempo, per questo non esitò a chiudere il più rapidamente possibile quella noiosa faccenda. Tre shuriken erano partiti dalle sue mani, sufficienti per decretare la sua vittoria. Quattro metri separavano i due fogliosi, una distanza esigua, che non aiutò di certo lo sbadato. Quest'ultimo tentò di abbassarsi, evitando due lame, ma la terza lo ferì alla spalla sinistra, poiché l'arto colpito non fece in tempo a stare al passo del resto del corpo. Un piccolo zampillo di sangue svolazzò nella fredda aria, e nel contempo si evidenziò una smorfia nauseante del viso puerile. Ma non c'era da dimenticare che l'offensiva partita dall'Uchiha era in piena esecuzione, quegli shuriken erano solo un diversivo, rivelatosi infine significativo. Egli era pronto a fare a fettine il corpicino nemico, pronto a dividerlo in due parti, ma decise di risparmiarlo. Strano, non avrebbe mai agito in questo modo prima d'ora. La colpa era della sua razionalità, che in un breve lasso di tempo aveva preso il sopravvento. Il giovane aveva immaginato le conseguenze di quell'atto, si era reso conto che se fosse stato in qualche modo scoperto la sua fuga sarebbe stata anticipata di molto. Doveva divenire un Chuunin prima di compiere quel significativo gesto, e non sarebbe stato un inetto a scombinare i suoi piani perfetti. Dunque bloccò la lama diretta verso il petto avversario a pochissimi centimetri da questo appunto, mentre l'altra spada, incaricata di troncare in pieno il suo torace si appoggiò appena sulla pelle, poco sotto la spalla destra. Il viso del bambino divenne tutto d'un tratto allucinato, finalmente si era reso conto dell'entità del pericolo nel quale si era addentrato, gli occhi erano sbarrati, rossi ai bordi, mentre la bocca prese a tremare, intenta a balbettare qualcosa di assolutamente incomprensibile. A quel punto l'Uchiha ripose le armi nel loro corrispettivo fodero, per poi avvicinare la mano destra in prossimità della spalla ferita dello Hyuga. Estrasse violentemente il Kunai, facendo riecheggiare nell'aria un duetto di suoni: la carne lacerata e le urla sommesse del ragazzino. Dagli occhi suoi uscirono delle lacrime, le iridi erano gonfie e socchiuse, mentre il resto del piccolo corpicino restava a stento in equilibrio, probabilmente alcune reazioni scaturite dal quell'incessante ripetersi di urti.
«Non vale la pena ucciderti. Puoi considerarti salvo, ma fai tesoro di questa esperienza, insignificante bambino», asserì con tono gelido l'Uchiha.
Un altro colpo, quello definitivo. Un semplice pugno nella bocca dello stomaco, da parte del bellico, efficace per far crollare in ginocchio il piccolo Hyuga, e farlo svenire. A quel punto gli occhi di Mitsurugi si soffermarono per qualche secondo a contemplare quella misera figura. Sempre disprezzo, questa volta pullulato da quel noioso scontro, era possibile mai che ogni suo avversario si rivelasse debole al suo cospetto, ancora nessuno era riuscito a far divertire il ragazzo, nessuno. Prese a camminare, con passi sordi e lenti, diretto vero le armi prima lanciate. La prima si trovava a dieci metri di distanza, incastonata su una tegola, mentre l'altra due metri più avanti, ma nella parte opposta del tetto, anch'essa affondata sulla base. Le raccolse tutte e due, una alla volta, rimettendole al loro posto, per poi effettuare un piccolo salto e trovarsi davanti all'uscio di quella dimora, mentre in alto, inermi, si stanziavano le membra del patetico presuntuoso. Uno sbuffo, emesso dalle sinuose labbra dell'Uchiha, quel piccolo getto di aria calda era andato a mescolarsi con il gelido respiro della notte, quello severo e crudele che simboleggia le oscure macchinazioni tramate dietro il volto pacifico del villaggio della foglia.

Grado: Genin
Energia: Gialla
Chakra: 100/100
Condizione Mentale: Gelido
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:-
Recuperi:-
Slot 1/2:-
Techiche 0/1:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Katana 2/2 (Collocate a croce sulla schiena)
Shuriken 3/3
Kunai 5/5
Guanti 1/1
Flash 1/1
Lancia fukibari 1/1
Fukibari 10/10
Kakute 1/1 (Collocato sul dito medio della mano destra)
Lama interna 1/1 (Collocata sul polso sinistro, in apertura esterna)
Bomba carta 1/1
Fumogeno 2/2

Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1


 
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~ K a i
view post Posted on 14/3/2010, 10:47




Sicuramente uno scontro breve e poco interessante, Dirge vince a causa della mancata risposta dell'avversario. Devo farti notare che nel primo (e unico) post di combattimento affermi di lanciare 3 shuriken (diretti alla testa e spalle) mentre nel post successivo affermi di estrarre un kunai dalla spalla. Perlomeno riguardati il precedente post quando devi rifarti ad un'azione presente. Ah, dimenticavo di dirti che se inizi lo scontro con un layout è bene che tu lo finisca con quello.
Exp: 30 Ryo: 50
 
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5 replies since 5/5/2009, 20:10   357 views
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