S-8Bis, Sensei: Hiroshi Senju

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~Daniele
view post Posted on 26/11/2008, 15:02




Corso S-8 Bis



SPOILER (click to view)

Corso Chiuso



CITAZIONE

Elenco Studenti:

Kazuko Kawaku (~Sangue~) +


Salve, giovani aspiranti ninja del Sunagakure, sono ~Daniele, e mi è stato affidato il compito di formarvi, per portarvi ad un livello tale da essere promossi Genin, cosi da poter essere ninja ufficiali e riconosciuti nel proprio villaggio.
Quindi io ricoprirò il ruolo di sensei, in questo corso, utilizzando il mio PG Hiroshi Senju; anche essendo il mio primo corso, quindi il mio primo ruolo di rilevanza e responsabilità, sarò severo, e pretenderò post di buona qualità, quindi mi raccomando impegnatevi, e il corso non vi sembrerà cosi duro.
Per i novizi, e per chi non avesse mai scritto un post: ruolare vuol dire esprimere, attraverso parole, descrizioni e narrazioni, lo svolgersi delle azioni del proprio PG, dei propri compagni e dei nemici. Questo è composto in buona parte anche da descrizioni, di persone, luoghi, emozioni, che caratterizzeranno il vostro PG, rendendolo interessante, e creando, cosi, un post emozionante e coinvolgente. Altra parte importante di un post sono le riflessioni, i pensieri ecc..
Questa è l'essenza di un post, e voglio che tutti e tre i punti sopra indicati vengano citati ed argomentati nelle vostre ruolate.
Altro importante fattore, è la correttezza grammaticale dei post: badate bene alla genuinità dell'italiano che utilizzerete nel vostro scrivere, anche questo determinerà promozione o bocciatura.
Attenzione quindi agli errori di ortografia, di battitura e di distrazione: l'unica soluzione è leggere, rileggere ed ancora rileggere.
Altra cosa che non tollererò sono le abbreviazioni stile "sms", del tipo "k", "nn" e via discorrendo... cerchiamo di utilizzare la nostra lingua nazionale al meglio.
Ultima premessa sulla forma e sui contenuti dei post: ad inizio del primo post(e anche negli altri, se volete) dovete assolutamente mettere una legenda, assegnando uno speciale carattere o colore ad una particolare azione, seguendo lo stile che più vi aggrada, per esempio:

CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato

Cercate di scrivere post corposi (io vi indicherò una lunghezza minima), che racchiudano tutto ciò sopra detto, evitando discorsi inutili, ed evitando le ripetizioni, che a lungo andare rendono il post pesante e non scorrevole.
Il limite di tempo sarà 5 giorni, ma se mi avviserete prima, potrò concedervi delle proroghe di 2 giorni. Il limite lo stabilirò di post in post, alla fine della mia ruolata.
Evitate CATEGORICAMENTE l'autoconclusività, cioè le vostre azioni offensive non dovranno essere certe, ma ipotetiche. Per capire meglio guardate questo esempio:

CITAZIONE
Naruto lanciò un kunai contro Sasuke e lo colpì nel petto” SBAGLIATO
“Naruto lanciò un kunai contro Sasuke tentando di colpirlo al petto” GIUSTO

Come potete vedere, nell'esempio corretto, il lancio del kunai è certo, quindi espresso nel modo indicativo, mentre la riuscita di esso, è espresso in condizionale, poichè non è certo che il colpo riesca. Bisogna usare quindi il periodo ipotetico.


Parliamo del post che dovrete fare: inizierete tutti con l'Energia Bianca, quella base degli studenti; il post dovrà essere lungo almeno una pagina di word, bordo bordo, carattere 12, senza intervallature quali spazi ecc..

CITAZIONE
Giovane di Sunagukure,
La sua richiesta di essere stato ammesso all'accademia è stata accettata. Dovrà recarsi fra 3 giorni in accademia nell'aula numero 7 alle ore 8:00. Il vostro sensei sarà Hiroshi Senju, Genin del Sunagukure.
A presto

Il mio Pg non sarà in classe, al vostro arrivo, quindi non scrivete che mi trovate alla cattedra, o roba simile. L'aula sarà quella stile Konoha, insomma quella nella quale Iruka assegna Naruto ad un team. Sui banchi troverete un foglio, con su scritto:

CITAZIONE

Programma Corso Suna S-8:
1. Presentazione.
2. Test teorico, compito.
3. Interrogazione sul Chakra, con relativa applicazione.
4. Esercitazione di Taijutsu/Ninjutsu.
5-8. Test Pratico - Combattimento.
9-10. Conclusione.


Detto ciò, vi auguro buon post.
Ps: Vi metto sotto spoiler alcune regole principali, che valgono "universalmente" in tutti i corsi, e alcune personali, che agevoleranno il nostro.

SPOILER (click to view)
Regole Principali:

- Chi non l’ha fatto deve obbligatoriamente leggere il regolamento ed iscriversi al Gruppo Gdr Member.
- Lo stile narrativo può essere in prima persona o in terza, al passato o al presente, a vostra discrezione, e prevede l'inserimento, in ogni post, di una legenda in quote o in spoiler che indichi il vostro metodo di scrittura e quindi come suddividete il vostro Narrato-Pensato-Parlato. Sono concessi ovviamente l’uso dei colori, del grassetto, corsivo ecc. Inoltre se usate il parlato di persone estranee, segnalatelo comunque nella vostra legenda, donde evitare fraintendimenti.
- Il post deve essere lungo secondo un numero minimo di righe che vi dirò io alla fine di ogni mio post, e dovrà contenere non solo parte narrativa, ma anche riflessiva e descrittiva, quindi prestate bene attenzione a leggere i post precedenti ai vostri per evitare che vi contraddiciate a vicenda.
- Non ci sono turni, tenete solo presente che non dovrete scrivere più di un post dopo il mio.
- Il limite di tempo per chiunque non mi avvisi prima è di cinque giorni, salvo diversa indicazione.
- E’ assolutamente vietato l’insulto agli utenti o l’utilizzo di parolacce in maniera inappropriata.
- E’ assolutamente vietato editare i vostri post senza chiedermi prima il permesso via Mp, e dopo aver fatto ciò siete obbligati a lasciare una motivazione.
- E’ assolutamente vietato lasciare singolarmente Spoiler/commenti/critiche/consigli ecc nel topic: per chiedere info e chiarimenti o ricevere un aiuto contattatemi via Mp.
- L’energia Gialla si riceve solo ed esclusivamente quando lo dico io, se vi riterrò degni di averla. Non si acquisisce appena si entra in accademia.
- Le tecniche che userete dovranno essere inserite in QUOTE od in SPOILER; mentre i consumi di chakra dovranno essere sottratti dalla propria riserva solamente in caso di battaglia ( sarete, ovviamente, avvertiti da me ).
- Non siate autoconclusivi: ognuno può far muovere, pensare e parlare solamente il proprio Pg.
- Non fate gli invincibili/supereroi perché siete solamente studenti.
- Le citazioni del parlato di altri utenti non servono ad aumentare le righe del post.

Regole Personali:

- Ad ogni turno farò un mio indice di gradimento personale che lo potrete vedere a seguito dei vari giudizi, in base al quale potrò regolarmi per dare Ryo ed Exp alla fine del corso, quindi cercate di postare bene per essere ai vertici perché troppe volte ultimi potrebbe segnare la bocciatura. I colori con cui scriverò i nomi dei personaggi rappresenteranno lo stato del giudizio [ Nome ( verso la promozione ), Nome ( circa sufficiente ), Nome ( verso la bocciatura ) ].
- Posso bocciare benissimo in qualunque momento nel caso non vengano rispettate le regole o che non si sia raggiunto un livello tale da poter ricoprire la carica di genin, quindi impegnatevi e cercate di fare tutto ciò che vi dico.


Edited by ~Daniele - 2/3/2009, 22:50
 
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Sir_Leonhart
view post Posted on 30/11/2008, 16:22




SPOILER (click to view)
Narrato
Parlato
* Pensato*
< altre voci>



~ Capitolo I ~ The Ninja Creed




Un nuovo inizio...


Una nuova luce incombeva sul villaggio del Vento; si espandeva a vista d’occhio travolgendo qualsiasi cosa e tutto sembrò cambiare aspetto: il terreno si illuminava facendo riflettere deboli bagliori per via della sua composizione sabbiosa; una brezza investiva le poche piante che si trovavano nei pressi degli edifici e alcuni uccelli canticchiavano allegramente nel limpido cielo azzurro. Le strade erano ancora deserte e i cittadini, probabilmente, poltrivano sotto arroventi coperte all’interno delle proprie abitazioni. Tutto filava liscio. Il sole ormai cominciava ad innalzarsi sempre più finché un raggio di luce non giunse a risplendere sul candido viso di Ryuzaki. La sveglia a quel punto iniziò a suonare, facendo irritare il giovane ragazzo. Le lancette dell’orologio segnavano le 7:00 e il ninja del Sunagakure buttò uno sguardo alla svelta fissando quell’oggetto con disprezzo.
Non è possibile ... sono stufo di alzarmi ogni volta alla stessa ora, vorrei poter dormire in eterno rimanendo sotto le mie calde coperte!
Ma sapeva benissimo che la sua istruzione non poteva aspettare e per’altro i suoi genitori continuavano a richiamarlo in continuazione per la colazione. Un po’ a malincuore scese giù dal letto. Indossò le ciabatte e iniziò a dirigersi verso la porta del bagno. Mentre lo faceva continuava a strofinarsi la testa e a sistemarsi i capelli permanentemente. Nei movimenti era ancora un po’ attrappito e strusciava i piedi anche negli spostamenti. Era evidente che per il ragazzo, il risveglio, non era uno dei momenti più salienti della giornata. Ryuzaki era un tipo un po’ pigro e di buona forchetta. Tuttavia questi fattori non facevano del ragazzo una persona corpulenta ma bensì un tipo molto magro. Questo era l’unico suo “difetto” non gradito dagli altri, perciò cercava sempre di non pensarci anche perché lui lo considerava un vero e proprio vantaggio; ovvero, avrebbe avuto la possibilità di abbuffarsi e di attingersi a tutto il cibo che desiderava, senza poi preoccuparsi delle conseguenze fisiche. Riusciva a pensare al cibo anche nei momenti meno opportuni e molto spesso, questo succedeva nelle ore di studio; Questo fatto non faceva di lui un asino o qualcuno che non si concentra nel lavoro che svolge. Ryuzaki è considerato da tutti un vero genio ed è molto fiero di portare il nome dei Lawliet, una delle famiglie più nobili e benestanti di tutto il villaggio. Fin dalla più tenera età fu costretto dai genitori a frequentare scuole un po’ particolare che servivano per lo più a sfruttare al massimo l’intuito nel combattimento e ad agire sempre con sangue freddo e molta calma. Tutte le regole e le nozioni imparate alla scuola, a Ryuzaki, sarebbero tornate utili in futuro, perciò non doveva dimenticarle per nessun motivo al mondo. Comunque continuò il suo cammino verso le scale e sceso giù notò i genitori che preparavano il pasto. In quel momento una densa ondata di odore passò delicatamente sotto il suo naso e come stregato si sedette a tavola aspettando impazientemente la colazione. L’attesa era estenuante ma ne fu valsa la pena, visto che il suo stomaco alla fine era bello che pieno; ora si che si sentiva divinamente. Alzandosi da tavola avanzò a passo lento verso l’uscita di casa. Spalancò la porta e notò una lettera cadere giù. Su di essa c’era riportato il seguente messaggio:
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CITAZIONE
Giovane di Sunagukure,
La sua richiesta di essere stato ammesso all'accademia è stata accettata. Dovrà recarsi fra 3 giorni in accademia nell'aula numero 7 alle ore 8:00. Il vostro sensei sarà Hiroshi Senju, chounin del sunagukure.
A presto !

Ryuzaki lo lesse con calma, dopodiché, entusiasmo corse velocemente verso l’accademia senza dare la notizia ai suoi genitori i quali rimasero un po’ scemati vedendo il proprio figlio correre in quel modo. Ad ogni passo in più acquistò sempre più velocità e quasi non riusciva più a controllare i suoi piedi o ad accorgersene della gente che oltrepassava per strada. Infatti molti lo salutarono dandogli il buongiorno.. ma il ragazzo era troppo preso da quel messaggio da non rendersene conto. Per lui era un sogno che si realizzava. Dopo alcuni minuti raggiunse il posto prestabilito, restando così la sua avanzata. Ora bisognava solo entrare all’interno dell’edificio … un edificio che poteva soltanto sognare, ma adesso niente impediva a Ryuzaki di fare quel passo decisivo che avrebbe cambiato la sua vita per sempre. Si era preparato molto a questo evento ed ora era lì a due passi da esso. Perciò prese coraggio, levò quel sorriso compiaciuto che aveva in volto e con un passo signorile oltrepassò prima il cancello e dopo la porta d’ingresso. All’interno c’erano molti ninja che aspettavano che arrivassero i propri sensei, seduti comodamente nelle rispettive aule. Ryuzaki prese il foglio dalla tasca e cominciò a riguardarlo un po' meglio; il numero dell’aula era la 7. Continuò per altri due-tre passi ed ecco che infine la raggiunse.
Dovrebbe essere questa!
Poggiò delicatamente la mano sulla maniglia e aprì piano la porta. All’interno non c’era nessuno ... probabilmente era ancora presto perciò, rimase lì ad aspettare che qualcuno entrasse. Ma la sua curiosità fu colta da dei documenti situati su ogni banco della classe. Non cercò in nessun modo di raccoglierli per vedere cosa ci fosse scritto perché non credeva fosse opportuno impicciarsi di cose che non lo riguardavano pur non sapendo esattamente di cosa si trattasse.


Edited by Sir_Leonhart - 12/12/2008, 15:14
 
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~Sangue~
view post Posted on 30/11/2008, 23:32




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Scusa, devo chiedere più tempo, visto che ho una serie infinita di compiti. Se a te va bene, posso postare quello che ho scritto fino ad ora e poi editare. Scegli te.
 
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~Daniele
view post Posted on 1/12/2008, 12:47




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Non ti preoccupare, ti do altro tempo... magari via mp o msn mi dici quanto tempo ti serve ancora^^
 
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~Sangue~
view post Posted on 1/12/2008, 22:16





Parlato da Altri
Parlato
Pensato
Voci nella testa


~Un sogno pieno di incubi



»Sunagakure. Ore 12:24. Tre giorni prima dell’Accademia


Suna. Villaggio di sole, sabbia e tanto, tanto caldo. Eppure la gentil donzella che camminava inquieta avanti ed indietro, su e giù, sembrava quasi non patirlo. Lo scherzoso fato le aveva fatto mettere in testa di diventare una Kunoichi rispettata ed importante. Per tal motivo, fiera del nome che portava e delle sue qualità a dir poco dilettantistiche, aveva inviato una lettera, che pareva superba e prosopopeica già dalla grafia, all’accademia Ninja del Sunagakure. Ed ora, ingenuamente, aspettava la risposta. Lei era fatta così, buona buonissima, fetente fetentissima, allegra allegrissima. Tutto stava nelle mani di chi osava interloquire con ella, già a causa di questo, antipatico. Le era stato insegnato il rispetto, l’obbiettività, la correttezza. Ma l’aspirante Kunoichi era ben consapevole, almeno in cuor suo, che tali utopie non esistevano realmente nel mondo. Si trattava di parole vane, pronunciate in un contesto spesso deprimente ed ipocrita. Quante volte aveva sentito persone pretendere rispetto e correttezza per sé, quando loro erano le prime che, come avvoltoi che si avventano su una preda, aggredivano moralmente i ceteri? Quante volte aveva visto guerrieri noti per la loro potenza, predicare correttezza e vincere slealmente? Questo, solo questo rappresentava realmente la vita in un mondo in cui tutto ciò che è positivo è altresì utopico, in cui tutto ciò in cui si crede, è destinato ad essere calpestato, in cui, se possiedi buoni propositi, vieni tacciato d’ipocrisia.
Eppure, lei non si identificava in questa realtà, non poteva, o forse, semplicemente, per una pura manifestazione di egoismo, non voleva. Tormentata da mille e più dubbi, tutti atroci e esistenziali, al punto che i più grandi filosofi non erano riusciti a trovarvi risposta, passava le giornate rimuginando e ruminando altrettante possibilmente impossibili risposte. In fondo, perché complicarsi la giornata? Meglio prendere la vita per com’è, piuttosto che protestare nulla a nessuno. Anche condurre un’esistenza noiosa e monotona era comunque dignitoso, comunque sempre meglio di morire. Compiere ogni giorno gli stessi gesti, metterci sempre lo stesso tempo per fare ogni cosa, soppesare le solite parole, anche quando sono state dette mille migliaia di volte, percorrere sempre la stessa distanza ad ogni passo… l’insieme di queste cose non poteva far altro che rendere la vita più semplice. Per questo, forse, aveva deciso di iscriversi all’accademia, inutile mascherarsi dietro la debole scusa del nome o dell’ancor più debole scusa del diventare più forte.
Nome, forza, concetti, idealizzazioni che portavano a nulla più che alla creazione di una personale immagine, che, in quanto tale, non rappresentava affatto la cruda realtà. Ci vuole più coraggio ad affrontare la vita, a farsi un esame di coscienza che a combattere, a guardare in faccia la morte. Perché? Perché? Perché tutte le cose apparentemente facili, dovevano essere così fottutamente difficili?
Sconsolata, la donna guardò fuori dalla finestra. Interessante come si potessero notare cose che difficilmente si vedevano in altre situazioni. Gli infissi in truciolato si stavano staccando, come rosicchiati da una colonia di termiti. Il vetro, opaco e polveroso, lasciava passare ben poca luce, eppure permetteva di vedere all’esterno, come se i principi fisici non valessero per esso. Il maniglione arrugginito e ossidato era ben fermo al suo posto e intenzionato a restare in quella situazione, come animato di vita propria. Dalla limitata visuale posseduta da un essere umano, che di certo non era in grado di cogliere ciò che era, magari, colta da un insetto, poteva osservare che numerosi buchi penetravano nel legno umidiccio e semi-marcio. Doveva di certo far ristrutturare la casa, costruita e sudata pezzo per pezzo dall’unica figura esistente per cui provasse quella strana sensazione denominata Amore. Si trattava del padre, del suo faro nella notte tempestosa che lei tentava, invano, di vedere come vita. Questo perché essa non è giusta ed una cosa non corretta deve essere cancellata e rifatta meglio. Era, dunque, forse possibile, togliere e ridare il soffio Divino a chicchessia, migliorando la sua vana esistenza? Eccola, tornava, instancabilmente, perpetuamente, la domanda esistenziale che, un’ora sì ed un’ora pure, tendeva a venirle in mente, in molteplici forme, anche se era possibile ridurla a due parole e due segni di interpunzione: Vita, Morte. Ossimori così vicini, contrapposti e gemelli, come gli omonimi numeri primi, l’uno a breve distanza dall’altro, ma troppo distanti per toccarsi. Inconsapevolmente, mosse le gambe snelle e sode, una dopo l’altra, dirigendosi verso uno straccio asciutto, posto su un mobile dell’appartamento. Lo afferrò, rinchiudendolo fra le sue spire, sentendo la ruvidità al tatto, le fessure che dovevano catturare gli acari e la polvere. Era costituito da tre strisce di colori, due uguali uguali identiche, di color “Griso”, interrotte da una coloratissima zona rosa. Lo portò con sé, come si porta un cane a passeggio, lo passò sul polveroso vetro, che pian piano era obbligato a diventar splendente, carino e coccoloso. Tentò di scrutare, ora che poteva, oltre il candore del vetro, ma ciò che vide, la spinse a barricare gli occhi dietro le palpebre e le folte ciglia. Il suo viso era stato riflesso e questo non andava bene. Si era ripromessa di non farsi distrarre dal proprio aspetto, dai propri fluidi e lisci capelli rossastri, dal suo seducente corpo, dalle sue labbra carnose, dalle folte sopracciglia, dal viso ormai semi-adulto, che sembrava urlarle “amami, curami come è consono e giusto fare”. Ecco, i suoi pensieri erano tornate su di lei, ma doveva mantenere la promessa fatta alla sua prima Sensei, doveva diventare una ninja. Assorta nei suoi pensieri, nella sua diagnostica, a malapena notò lo Shinobi Postino, che le aveva recapitato una missiva dell’accademia. Era, invero, giunto il momento. L’aprì con gesti solenni, la lesse e si rese conto di aver appena eseguito il suo primo esame di coscienza. Era passata per l’inferno, aveva fatto un giro turistico in esso ed era tornata, completamente bruciata, ma non distrutta. Ed ora, poteva sfogare i suoi sentimenti, poteva abbandonare la maschera che portava sul volto. Poteva piangere. E questo fece, pianse, pianse, pianse ancora ed ancora. Strana risposta a ciò che era giunto inaspettato ed insperato nella sua buia vita.
CITAZIONE
Giovane di Sunagukure,
La sua richiesta di essere stato ammesso all'accademia è stata accettata. Dovrà recarsi fra 3 giorni in accademia nell'aula numero 7 alle ore 8:00. Il vostro sensei sarà Hiroshi Senju, Genin del Sunagakure.
A presto





»Sunagakure. Ore 5:30. Primo giorno di Accademia.



Tra il primo pensiero di un’impresa terribile, e l’esecuzione di essa, l’intervallo è un sogno pieno di fantasmi e paure.
L’aspirante Kunoichi si svegliò all’improvviso da un vortice di incubi neri, incomprensibili e, proprio per questo, terribili. Le gocce di sudore le imperlavano la fronte, dandole un’immagine quasi spaventosa e virile. Curioso l’intelletto umano, così variabile, così imprevedibile. Da quando aveva ricevuto la lettere aveva fatto solo due cose: piangere e disperarsi. Ciò che aveva ardentemente voluto, ora era tra le sue mani, ma come un’anguilla viva, sembrava dover scivolare dalle sue mani, allontanarsi irrimediabilmente. Proprio per questo era triste. Non l’emozione del primo giorno di scuola, non la consapevolezza della pericolosità della carriera che voleva percorrere, ma l’idea che ogni cosa desiderasse, se ne andasse via, ad un passo dalla cattura, la distruggeva. Svogliatamente si avviò verso la doccia. Aprì l’acqua, che iniziò a ricoprirle il volto, il seno, il corpo che pareva esser privo di vita. Il sudore e il liquido, che usciva dallo strano marchingegno che veniva usato ogni giorno per lavarsi, prima l’uno, poi l’altro, poi insieme, si fondevano con le salate lacrime.
Così piacevole era esser lì sotto, senza preoccupazioni, senza alcun pensiero sgradevole. Finalmente si sentiva libera. La mente era vuota e viaggiava, immaginava, sognava. E non era un sogno pieno di fantasmi e paure, ma un "quod" (un qualcosa) di indefinito, sconosciuto, che ti dava la possibilità di crogiolarti, come una lucertola sotto la luce. Le ore passavano, le scivolavano addosso, come la sostanza trasparente ed allo stato semi-liquido, semi-gassoso. Si fecero ben presto le sei, una sveglia, in lontananza, suonò. Era un rumore forte, acuto, irritante. Sentiva la testa esploderle, le domande esistenziali tornare a galla. Aveva senza dubbio alcuno, necessita di uno psicologo. Si mise il viso tra le mani, scuotendolo violentemente, come per riprendersi da un duro colpo.
Perchè siamo qui? Perchè esistiamo? Perchè l'uomo è uomo e non pinguino? Come mai ogni persona si sviluppa in modo diversi?
E in tal modo continuavano, insistenti, persistenti, perpetue. Uscì sconsolata dalla doccia, il passo insicuro, debole. Solo con l'asciugamano addosso, si presentò al padre, per dargli l'addio. Così critico era dire "ciao, ci potremmo non rivedere più", a qualcuno. Eppure, tutto poteva accadere in un attimo. Un sorriso, una parola interpretata male, un gesto di stizza in un momento di ira feroce. Questa cose e molte altre potevano portare alla morte di una o più persone. In piena consapevolezza di ciò, lasciò l'unico genitore che aveva, affranto eppure così allegro. Quando varcò la porta, si accorse di due cose: il villaggio era sveglio. C'era infatti quel brulichio, quel ronzio che si sente in un paesello, sulla sera o sul sorger del sol, e che, dopo pochi momenti, dà luogo alla quiete solenne della notte. Le donne venivan dal mercato, portandosi al collo i bambini e tenendo per la mano i ragazzi più grandini, ai quali facevan dire le divozioni della mattina. Gli uomini venivan con le vanghe e con le zappe sulle spalle [cit. necessaria]. Il secondo ed assai più importante fatto, era che, al solito, stava arrivando in ritardo.
Corse. Corse a perdifiato, sputando sudore, sangue e anima. Forse anche il latte con cui aveva fatto colazione, il giorno prima, alle 2:30 del mattino. Amava distinguersi dalla massa, nutrendosi ad orari differenti. Così si giustificava, non volendo dargliela vinta a nessuno. La gente intorno a lei, la fissava torva, incattivita. Perchè il mondo la odiava? Perchè nessuno sembrava poter scrutare nel suo animo? Forse era meglio così, perchè ne sarebbe rimasto scioccato, oppure intontito. Improvvisamente l'imponente edificio dell'accademia apparve davanti a lei. Come lo vide, in ella comparve un senso di impotenza, di riverenza, ma anche un'enorme paura. Sentiva gli occhi farsi lucidi, le lacrime pronte a sgorgare, a fiotti. Ma ciò non doveva accadere. Si fece coraggio, entrò e misurò i passi, al solo fine di calmarsi. Lentamente, ma, proprio come il tempo, inesorabilmente, avanzò. Prima un piede, poi l'altro, prima un piede, poi l'altro e così via, fino all'arrivo nell'aula numero 7, come dal foglio illustrato. Respirò, respirò a fondo, respirò molto a fondo, per poi entrare. Non c'era nessuno shinobi di altro livello, solo uno studente, a cui rivolse appena uno sguardo. Non perchè non lo voleva conoscere, ma semplicemente perchè era fatta così. Quei legami erano così fragili, eppure la loro rottura causava la morte interiore. Ecco un'altra causa di morte. Si guardò intorno. L'aula era su più livelli, banchi uno sotto all'altro, a mò di scalinata. Sulle lucide e lisce superfici erano presenti dei fogli, che decise di non degnare nemmeno di un pensiero, fino all'arrivo del sensei. Era curiosa, allegra, spaventata, triste, timorosa. Una serie infinita di aggettivi, participi passati, presenti ed anche futuri, poteva essere associata al suo stato d'animo. Ma quello che più la definiva, era uno solo. Questa era lei, un nome, una definizione, una certezza: Kazuko Kawaku.



Edited by ~Sangue~ - 3/12/2008, 23:19
 
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~Daniele
view post Posted on 1/12/2008, 22:40




CITAZIONE
Approvato edit di SSangue, per cambiare le info nella missiva, che, mea culpa, non avevo editato, inserendo il nome del mio PG; sollecito anche Sir a editare suddetta parte del messaggio

 
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~Sangue~
view post Posted on 3/12/2008, 23:25




SPOILER (click to view)
Orsù, ho fatto. La seconda parte è peggiore della prima, perchè fatta in fretta [20 minuti scarsi]. In compenso sono rientrato in quei due giorni di proroga ^_^
Comunque informo che domani parto e torno Lunedì, quindi vai con calma, Dani xD
 
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Sir_Leonhart
view post Posted on 12/12/2008, 15:15




SPOILER (click to view)
Editato...
 
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~Daniele
view post Posted on 12/12/2008, 22:22




CITAZIONE
Correzioni:
Sangue: Post molto carino, un inizio niente male, complimenti. La caratterizzazione della tua Pg è forte e chiara, molto filosofica e apparentemente "stramba" Vi sono rapidi flash sul suo passato, che permettono di capire la ragazza meglio, e naturalmente se ne aspettano altri, che si colleghino ai primi e completino il suo passato.
Errori rari, anzi quasi inesistenti, tranne alcune ripetizioni, ma che non rendono pesante il post. Stile sintattico molto interessante, che rende "veloce" e scorrevole la lettura e lunghezza del post ben superiore al limite imposto, molto bravo. Siamo all'inizio, quindi mi contengo con la votazione, ma un 7 e mezzo non te lo nega nessuno. Continua cosi

Sir: Anche te hai stilato un post discreto, rispettando i miei limiti, ma allungando di poco il post. Comunque la sua lunghezza è sufficiente, ma ambisco a post più linghi, quindi sii più descrittivo, ogni piccolo evento può essere descritto in modo sublime, rendendo il post accattivante. Ricordatelo in combattimento, descrivere tutto può salvarti la vita.
la grammatica italiana è rispettata in gran parte, tranne rari errori sintattici, e più frequenti errori di punteggiatura.
Ma passiamo all'errore più grave, che, per tua fortuna, nel corso, e solamente nel primo post, non viene molto considerato: nella missiva c'era scritto di presentarsi in aula 3 giorni dopo l'arrivo della lettera, ma te ci vai subito... stai attento la prossima volta.
Voto --> 7-

Da Allievo a Maestro



SPOILER (click to view)
Narrato
Pensato
Parlato
Altri PG


Responsabilità. Prima o poi arriva, e quando meno te l'aspetti, ti fotte, caricandoti di impegni e doveri, e sottoponendoti a lavori a cui non vorresti lontanamente sottoporti.
La volontà del Vento, il testimone, che era solito viaggiare di generazione in generazione, era arrivato nelle mani del giovane Hiroshi Senju, come una patata bollente, dalla quale non poteva allontanarsi. Era il tempo del giovane, il momento durante il quale il ragazzo doveva mettersi in gioco, insegnando ad altri ciò che aveva appreso dai suoi diversi sensei.
Questo suo percorso era come diviso in tappe predefinite: per ottenere la possibilità di essere promosso a rango superiore, doveva percorrerle tutte, completandole, nonostante queste lo annoiassero.
La prima tappa si poteva definire quella della scoperta, e comprendeva il suo corso all'Accademia, scoprendo cosa fa e come è un ninja, imparando le basi. La seconda fase, che, a quanto sembrava, stesse finendo, era quella della competenza o dell'esperienza: partecipando alle missioni il ragazzo aveva imparato molto, da sé stesso e dai suoi compagni di squadra, incrementando sempre più le sue abilità. Ed infine l'ultima ed onerosa tappa: la Responsabilità.
Dopo aver capito la vita da ninja, ed averla vissuta, adattandosi a questa, era il momento di divulgare il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze, plasmando piccole e giovani menti al servizio militare che il villaggio necessitava.

Immerso in una serie intricata di pensieri, che si sviluppavano a ragnatela, legandosi ad altri concetti, fino a formare un pensiero immenso, ragionato su tutti i fronti, il ragazzo era entrato in aula professori. Lì lo aspettava il suo sensei, Gami, che aveva il compito di fargli un piccolo tirocinio, o comunque dargli qualche consiglio prima delle lezioni.
Inoltre doveva supervisionare il programma di studi che il ragazzo avrebbe dovuto stilare a casa, migliorandone gli aspetti peggiori.
Quindi il Senju porse il fascicolo che teneva in mano al chuunin, che, a malavoglia, lo sfogliò, pensando a chissà cosa.
Poi disse:
La tua scarsa intelligenza ti ha permesso di stilare un buon programma... forse on ho fatto tutta questa cavolata a promuoverti.. bè, posso dirti solo una cosa: insegnagli tutto quello che sai e magari plasmerai 2 nuovi Genin. bada bene: anche se sei giovane sii duro, ma soprattutto non fare sconti. Se promuoverai immeritatamente degli studenti te la vedrai con me..
Girò sui tacchi, ed uscì, lasciando il Genin solo, con il suo registro, con su scritto il programma. Che non avrebbe fatto sconti a nessuno ne era certo e convinto, ma non sapeva se sarebbe riuscito ad essere severo come il suo vecchio sensei.
Il vecchio orologio della sala di ristoro segnava le 8.10. Era tempo di entrare in classe e camminare cosi attraverso le infime vie dell'ultima tappa del suo percorso.
L'aula 7 era prossima a quella in cui si trovava, cosi in 5 minuti la raggiunse, e tratto un respiro profondo, entrò, facendo scorrere la porta.
L'aula si presentava spoglia, i grossi banchi a scalinata erano vuoti, tranne la prima fila, che contava due studenti.
Tranquillamente, senza salutare i sottoposti, si mosse verso la sua cattedra, sedendosi sul tavolo, a gambe penzoloni.
Squadrò i 2. Erano un ragazzo e una ragazza. Una coppia di geni, o 2 perdenti? Solo il tempo poteva rispondere a questo filosofico quesito.
Si voltò, prese un gesso e scrisse sulla lavagna alle sue spalle.
Hiroshi Senju. Sono un Genin e sarò il vostro insegnante. Anche se sono poco più grande di voi, esigo rispetto.
Cominciamo a conoscerci: voglio sapere i vostri nomi, cosa vi piace e cosa no, e le vostre ambizioni, i vostri sogni. E soprattutto perché volete diventare shinobi, e nel tuo caso, kuinochi.
Su di me imparerete qualcosa con il tempo. Senza indugi, parlate liberamente. prima finiamo e prima avrete, forse la possibilità di divenire Genin
.
Terminato di parlare si risedette come prima, attendendo una risposta.

CITAZIONE
Scusate il post orrendo, ma il tempo giusto questo mi permette di fare, e poi sono anche in turno di quest, e devo privileggiare quella.
Parlate di voi, descrivendo il più possibile tutto quello che desiderate: voglio vedere come ve la cavate con poco materiale narrativo. Dato che anche io mi sono dilungato, avete una settimana di tempo, ma accetterò proroghe senza riserve. A voi^^

Scadenza: venerdì 17/12 alle 22.30

 
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~Sangue~
view post Posted on 12/12/2008, 23:32




io, in queste condizioni, senza tastiera, non posso certo ruolare. scusate
 
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Sir_Leonhart
view post Posted on 17/12/2008, 15:04





L'attesa fu estenuante e il giovane ninja cercò di stringere i denti e ingannare in qualche modo le lancette dell'orologio o il corso degli eventi. Per quanto assurdo sembrasse, la sua pazienza aveva superato ogni limite immaginabile e, ora come ora, il ragazzo avrebbe dovuto trovare una maniera per distrarsi un attimino o fare qualcosa di stupido pur se questo significava cader vittima nel tranello del tempo. Non è così che gli insegnarono di fare; non è questa l'educazione che aveva ricevuto; non era certo questo il modo migliore per domare il suo autocontrollo. Calma e pazienza … tanta pazienza. Erano queste le nozioni fondamentali di cui un aspirante ninja come lui non si sarebbe dovuto disfare né ora né mai. Ryuzaki credeva fermamente in tutto questo senza alcun rimorso o genere di ripensamento e aveva una nota distinzione tra cosa fosse bene o male. Tuttavia la tentazione era troppa ed ella lo scostò altrove, ove, prima, l'attenzione ricadde. Un'ardua lotta stava per affliggersi dentro di lui e un'imminente scontro oltrepassò la barriera della razionalità, infrangendola e disperdendola in tantissimi frammenti di enigma e di domande quali si o no?! giusto o sbagliato?! In questo momento la sua mente era come un flusso di pensieri; mille concetti, idee, ricordi e credenze trovavano in lui un punto centrifugo nel quale essi piombarono senza sosta e, in modo continuo, scuotevano il povero ragazzo. L'impatto era decisivo ormai, niente lo avrebbe fermato e niente gli avrebbe fatto cambiare idea. La sua volontà contro quella del tempo. Per quanto insignificante e insensata fosse stata la cosa, il ragazzo si fece sottomettere ingenuamente al fato e alla sua incredula innocenza. Ora era lì che sbirciava tra le bianche pagine di quel fascicolo predisposto su ogni banco dell'aula. Non era riuscito a resistergli e alla fine tutto questo prese il sopravento, illudendo così qualsiasi aspetto della sua personalità. Purtroppo questo avvolte poteva rivelarsi un altro dei tanti difetti di Ryuzaki. Il giovane ninja per quanto intelligente, non riusciva ancora a domare i suoi istinti da piccolo bastardo. La distanza che lo separava dal senso di giustizia era fortemente ampia e disgiunta ma di certo non era un concetto che il ragazzo ignorava. La sua sapienza e la conoscenza del mondo era assai vasta, più di quanto si potesse immaginare o di qualunque altro shinobi all'interno di quel villaggio. La sua fonde culturale era tremendamente confluente con le altre e in continuo aggiornamento. A lui piaceva molto leggere e scrivere ma amava di più poter insegnare a coloro che ignorano il sapere, ovvero gli ignoranti. Sì, era così che Ryuzaki preferiva chiamarli, era questo il termine da associarli. Certo non poteva dire diversamente di se stesso; in cuor suo era cosciente del fatto che non poteva non considerarsi tale anche lui. Questo perché aveva ancora molto da imparare, tante cose da scoprire e da provare. La strada ninja poteva offrirli tutto questo, ma ovviamente doveva mostrarsi all'altezza di questo compito e lottare per raggiungere il suo obbiettivo. Mentre sfogliava le pagine del fascicolo, iniziò a leggere per benino tutto ciò che vi era riportato sopra.
CITAZIONE
Programma Corso Suna S-8:
1. Presentazione.
2. Test teorico, compito.
3. Interrogazione sul Chakra, con relativa applicazione.
4. Esercitazione di Taijutsu/Ninjutsu.
5-8. Test Pratico - Combattimento.
9-10. Conclusione.

*Beh sui primi due punti niente da obbiettare, credo di potermela cavare bene, ma non so se riuscirò a usare il chakra … insomma non l'ho mai fatto prima d'ora anche se i miei mi avevano già spiegato a cosa serviva grazie anche ad una dimostrazione pratica. Spero solo di non annoiarmi troppo, odio la pratica!*
Mentre era su di pensieri, Ryuzaki intuì che qualcuno stava per avvicinarsi alla porta. Era un passo risoluto e avanzava sempre più, finché non raggiunse la soglia dell'aula. Probabilmente era un uomo a giudicare dai passi ma non poteva dirlo con precisione finché, dopo un po', quella camminata si stoppò, sostando ora davanti l'entrata dell'aula. Ecco che l'atmosfera divenne tesa esattamente come quando cercava di ammazzare il tempo, solo che questa volta non era lui l'artefice della situazione, bensì il soggetto che avrebbe oltrepassato quella porta. Il silenzio invase quella stanza e ora i rumori sembravano essersi ampliati ancora di più; Ryuzaki riusciva perfino a contare i battiti del suo cuore indomabile e impavido. Ma ecco che si attingeva ad aprire... meno tre … meno due … meno uno … La porta si apriva leggermente, ad una velocità rallentava. Rimanendo di stucco, Ryuzaki notò che invece era un ragazza … e che ragazza … Ora il suo cuore sembrò battere ancora di più rispetto a prima ma allora stesso tempo si sentiva impotente difronte a simile bellezza. il sangue ribolliva all'impazzata, senza controllo e le guance diventarono di un color rosso mattone, nonostante il suo viso un po' pallido e spento. Quasi non respirava e il corpo sembrò essersi pietrificato. L'unica cosa che riusciva a dire era: WOW! Per il resto le uniche parole che riusciva a gestire erano quelle nella sua testa testa, ovvero i suoi pensieri.

*MA COSA MI STA SUCCEDENDO? PERCHE' NON RIESCO A MUOVERMI? E COS'E QUESTA PIACEVOLE SENSAZIONE!?*

Erano sentimenti che Ryuzaki non aveva mai provato prima d'ora, quella ragazza era riuscita a mandarlo in tirt. Contrariamente dallo shinobi, la ragazza non lo degnò neanche di uno sguardo. Un po' ci rimase male e per la prima volta si sentiva umigliato come non mai, così tanto da abbassare la testa non appena la fanciulla gli passò accanto. Essa aveva lasciando dietro di sé un soffice e delicato profumo, risucendo in una maniera o nell'altra a stregare il povero e timido ragazzo. La ragazza si prestò a sedersi su uno dei banchi della prima fila, in un modo di fare quasi nobile e divino. I suoi occhi erano limpidi e immensi come il mare e con essi poteva illuminare qualsiasi cosa, dandole vita e formando una sorta di legame dipendente, perfino con l'ormai fragile cuore di Ryuzaki. Non c'era più niente da fare, il legame si formò, veloce come un fulmine e senza preavvisi, da adesso in poi il suo cuore apparteneva soltanto a lei. L'imbarazzo che provava in quel momento sembrò dileguarsi nel nulla quando ecco che dalla porta si sentirono udire altri tipi di rumori. Il ragazzo a quel punto prese il suo posto, sedendosi lontano dal banco della ragazza per via della sua timidezza. Nel aula vi entrò un tipo strano che portava uno strano cappuccio in testa con le orecchia a punta di gatto, persino il viso aveva dei strani segni. Inizialmente sembrava un fenomeno da baraccone, ma chissà se presto qualcosa gli avrebbe fatto cambiar idea. Esso avanzò verso la cattedra e vi poggiò i piedi sopra a gambe penzoloni. In seguito dopo essersi girato, mostrandoci le spalle, iniziò a scrivere qualcosa sulla lavagna... Era il suo nome; Hiroshi Senju. Poi iniziò a parlare:

Sono un Genin e sarò il vostro insegnante. Anche se sono poco più grande di voi, esigo rispetto. Cominciamo a conoscerci: voglio sapere i vostri nomi, cosa vi piace e cosa no, e le vostre ambizioni, i vostri sogni. E soprattutto perché volete diventare shinobi, e nel tuo caso, kuinochi.
Su di me imparerete qualcosa con il tempo. Senza indugi, parlate liberamente. prima finiamo e prima avrete, forse la possibilità di divenire Genin.


*Hiroshi-sensei?! Ma non sarà troppo per un Genin come lui? Insomma secondo me avrà appena superato l'esame per diventare Genin, certo non c'è proprio da fidarci di nessuno... purtroppo il villaggio di Suna per motivi credo finanziari è sempre stato così... sono davvero poco seri in questo villaggio e direi anche poco professionali! Tuttavia mi conviene fare come dice lui se voglio arrivare in cima dove mi sono promesso d'arrivare...*

Così, Ryuzaki, prese da solo l'iniziativa e iniziò ad interagire con il proprio sensei:

Mi chiamo Ryuzaki Lawliet, ma per gli amici L (èru) e vivo a Suna con i miei genitori. Ho 12 e già da piccolo aveva frequentate delle scuole ninja molto prestigiose. Mi piace mangiare molto, e non odio niente in particolare. A dire la verità non ho molte ambizioni, mi basta soltanto “conoscere” le cose provandole anche sulla mia stessa pelle. Temo che ho ancora molto da imparare e non sono quasi mai soddisfatto di quello che mi insegnano... è per questo che ho scelto di seguire la strada del ninja. Comunque sia... sono sicuro che con Lei sensei, sarò in ottime mani!

Finito di parlare, Ryuzaki riprese il proprio posto aspettando così che si facesse vanti il prossimo, ovvero la ragazza di cui probabilmente aveva perso la testa.
 
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...ItachI...
view post Posted on 6/1/2009, 00:02




Narrato
Pensato
Parlato
Parlato da Altri

Il sole spiccava nel Villagio gli uccellini cantavano e potevi cominciare a sentire i rumori che venivano dalle strade. Si passava dal silenzio notturno hai primi bisbigli del giorno. Gaze era un giovan
e ragazzo ancora alle prime armi e pieno di fiducia in se stesso, il suo sogno era uno soltanto diventare un grande ninja per la sua famiglia e per i suoi cari. Si alza come tutte le mettine dal suo letto ormai caldo, si veste e apre la finestra e una brezza di vento lo accarezza e una leggera vampata di caldo gli fa capire che oggi è una splendida giornata. Apre il suo frigorifero e un brivido gli percorre la schiena dal gelo che vi è dentro, come al solito dentro non vi è nulla per ciò prese quei pochi spiccioli sulla mensola sopra il suo letto uscì di casa e andò al chioso, il suo preferito.Li aveva conosciuto una ragazza stupenda che era la figlia di colui che serve e prepara le ricette , insomma la figlia del direttore del chioso. Come sempre Gaze prese una bella zuppa di ramen lui dice che è la migliore del villaggio infatti la cucina di quel chioso era molto apprezzata e degustata da ogni tipo di turista o persona che veniva per gustare le sue prelibatezze. Alla fine della sua abbondante colazione pagò con i suoi soldi e con la coda dell'occhio Zumaki la ragazza che a Gaze piaceva tanto.Però stavolta lui era convinto poso il piatto e andò da lei e gli disse cosa provava per lei e mentre si stavano baciando Gaze si trvò per terra difianco al suo letto e disse: Accidenti era solo un sogno, quindi era finzione totale.

Gaze arrabbiato uscì di casa per andare sotto la quercia che era il suo posto dove lui si rilassava e pensava a tutti le cose fatte in passato e cercare di dimenticare anche le cose brute fatto in passato.In quel posto resto ore e ore finche non si fece sera e quindi dovette tornare a casa deluso ancora per la storia del sogno. Mentre stava aprendo la sua porta di casa vide con l'occhio una piccola lettere nella buchetta quasi una piccola cartolina. Lui so avvicinò vicino la buchetta la prese e vi era scritto : Signore Gaze siamo lieti di informarla che lei deve andare all'accademia fra tre giorni nell'aula A1. Spero che non venga in ritardo. Grazie arrivederci.
Gaze rimase per un attimo perplesso non riusciva a capire perchè lo avessero invitato al'accademia chiuse la letterina e pensò : Se mi hanno invitato vuol dire che mi vogliono e che mi considerano questa è la grande occasione che aspettavo...Si io ce la farò
Continuava a ripetersi questa frase nella testa però poi si rese conto che doveva ancora aspettare 3 giorni e sono sicuro che sono stai i 3 giorni più lunghi della sua vita.Nel letto non riusciva a dormirer era sempre dell'idea che ce l'avrebbe fatta, ma una parte del suo cervello diceva che doveva mettercela tutta per diventare un vero ninja.

1 Giorno
Il primo giorno dei 3 era il rpimo passo verso quell'aula , la famosa aula , l'aula A1, li dove (secondo lui) avrebbe appreso teoria e pratica. Lui cercava in tutti i modi di distrarsi per non pensare a quel giorno perchè più ci pensi e mai arriverà.Quindi Gaze doveva trovarsi un passatempo.Pensò ad una stradegia del tipo: Faccio finta che nessuno mi abbia chiamato così non ci penso e poi al terzo ed ultimo giorno scarico tutta la mia tensione.
Il piano di Gaze sembrava funzionare infatti sembrava tranquillo e sembrava anche che non pensasse più al 3 giorno ma si vedeva che nella sua testa un pò di ansia e impazienza c'era.La notte era molto difficile addormentarsi ma Gaze aveva molta convinzione in se stesso e se aveva preso una decisione doveva portarla a termine doveva portare a termine il piano.


2 Giorno
Gaze si alzò dal suo letto caldo la sua faccia sembrava non pensare a niente di niente..Aprì la finestra per far entrare aria e luce.Aprtì e davanti hai suoi occhi apparve un cartello con scritto: Venite nella nostra Accademia per diventare veri Ninja
La testa e la faccia di Gaze cambiò e subito gli venne in mente L'aula A1 il suo "incubo peggiore" in questi giorni. Finalmente si era riuscito a cavarsela dalla testa ma poi con quel cartello la mente gli si riapri di nuovo. Se ne andava in giro avanti e indietro sotto la quercia pensando: Io devo resistere, io devo resistere ,io devo resistere
E continuava così avanti e indietro fino a sera. Si addormentò nel suo letto tranquillo e sereno però sapendo che domani doveva scaricare tutta la sua tensione visto che era arrivato il 3 giorno.



3 Giorno

Gaze si alzò dal suo letto ed emise degli urletti per scaricare la tensione. La giornata passò in fretta per lui perchè dormì per tutto il tempo mattina e sera di fila.Non sapeva neanche lui come aveva fatto. Ma il fatidico Giorno era Arrivato.


Arrivo in Accademia

Gaze si alzò senza pensarci un attimo si vestì prese un pezzetto di pane e lo mangiò.Andava tutto di fretta, ma non per andare all'accademia ma per andare a salutare Zumaki la donna che a sempre amato e sempre amerà andò li e gli spiego, anche molto da sbruffone che diventerà un grande ninja.Poi le dette un bacio , ma non era un sogno era la pura realta. Ora camminava piano per le strade voleva godersi i suoi ultimi attimi di tranquillità e pace prima di andare al'accademia nell'aula A1.
Ecco arrivò all'ingresso dell'accademia in confronto essa era 40 volte più grande di lui lui messo a confronto era una briciola. Gaze non era abituato a vedere un edificio così grande e ben piazzato. Entro mise un pide sulla soglia e pensò : Ok questo è il momento della verità devi dimostrare che sei un vero NINJA!!!!!!!
Dopo queste parole impresse nella tesa entro nell'accademia era pieno di preoccupazioni e di terrore vedeva ragazzi che correvano per andare a lezione altri che facevano i compiti, si stupiva perchè lui non era abituato a fare quella vita, quella dei ninja ma per lui significava tutto essere un ninja. Di folata vide che aveva delle briciole sulla bocca così andò in bagno a pulirsi e a darsi una rinfrecata. Uscì dal bagno e disse : Ho mio Dio
Davanti hai suoi occhi vi era l'aula A1 quella dove doveva andare lui.Esso si era irrigidito davanti a essa era come una statua immobile.
Però prese coraggio ed entrò.....Vide Un genin che probabilmente era il maestro e poi vide 2 allievi che per lui pensavano che secondo Gaze pensavano:Chi è costui che interrompe?
I due allievi facevano buona figura mentre Gaze portava subito rispetto al Maestro. Balbettando disse: S.Salve sono Gaze un nuovo studente mi è arrivata la lettere dell'accademia..
Però vedeva che la lezione era già cominciata, forse era capitato nella sezione sbagliata eppure era quella Aula A1. Gaze sudava tutto e gli cominciava a tremare il ginocchio e poi tutte e due le gambe.
Gaze era impaurito ma si sedette dove vide un posto libero con la testa chinata e disse:
Salve Maestro io sono Gaze sono del Villaggio Suna e sono cui per diventare un ninja e per imparare tutto quello che sa lei e anche di più se vuole..
Gaze era convinto delle sue parole, i due allievi non aprirono bocca erano come sull'attenti pronti a seguire gli ordini..Gaze fissava per terra la tensione saliva e aspettava qualsiasi riposta..




SPOILER (click to view)
Allora io sn nuovo sn ho già parlato con daniel e dovevo esserci anche io in questo corso ma il mio pc si è rotto e non ho potuto essereci per molti mesi quindi daniel mi a messo lo stesso xkè siamo molto amici. Spero che non vi dispiaccia. Perchè sennò posso sempre andare via


Edited by ...ItachI... - 6/1/2009, 13:18
 
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~Daniele
view post Posted on 6/1/2009, 11:24




SPOILER (click to view)
Allora: l'errore più grave è l'autoconclusività: il sensei non ti dice nulla, e gli studenti non pensano nulla. magri puoi ipotizzare che pensano ciò.
Tu al massimo apri la porta e chiedi di essere ammesso.

Riguardati il post che è pieno zeppo di errori grammaticali. Hai ancora 2 giorni almeno, sfruttali, e fai un buon post

PS: ma io appena ti conosco xD come faccio ad essere molto tuo amico xD... e poi non servono raccomandazioni o amicizie per entrare, eri ancora in tempo..
 
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...ItachI...
view post Posted on 6/1/2009, 13:18




SPOILER (click to view)
Modificato
 
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~Sangue~
view post Posted on 13/1/2009, 21:25





Parlato da Altri
Parlato
Pensato
Voci nella testa


~Guardo il mondo da una finestra



»Sunagakure. Ore 8:10. Durante l’accademia.


Se si chiedesse cosa più di ogni altra, attirava una ragazza ad un essere senziente del sesso opposto, quest’ultimo probabilmente avrebbe risposto in modo banale, con frasi del tipo “la bellezza” o “la mente”. Nulla di più errato. Una sadica donna desiderava solo ciò che più era difficile ottenere, disprezzava quei miseri inni alla stupidità definiti maschi comuni, o anche Homo Demens. E dunque il disinteresse più totale rappresentava il massimo raggiungibile per una ragazza. E per tutti questi motivi, ed anche altri, come ad esempio l’odio istintivo, l’avversione verso le prede facili, il fastidio che le provocava vedere un uomo strisciarle ai piedi, non degnò di uno sguardo l’unico compagno di classe, che sembrava, che anzi, era oggettivamente imbarazzato. Mala cosa nascer povero, timido ed indifeso, perché il sesso femminile poteva in pochi attimi piombare addosso al malcapitato, ghermirlo con i suoi artigli e strappargli di dosso ogni briciolo di sicurezza, di speranza, togliergli la maschera che portava, al solo fine di smascherare il vero essere che si celava dietro essa. Dunque lo sorpassò, con sguardo fiero e nobile e si sedette al primo banco. Poggiò il gomito perfetto sul legno compensato, mano stretta a pugno, a tirarsi un cazzotto in faccia, sulla guancia destra, precisamente. Dimenticando ciò che la circondava, guardò fuori dall’angusta sala, guardò il mondo, guardò il mondo da una finestra. Oh, che straordinario spettacolo l’ordinarietà della vita, la costanza delle azioni, la buona vecchia monotonia. In quel momento si godeva tutto ciò che c’era da godere, con un solo senso, la vista. Ma non la vista normale, no, quella può essere ingannata, sconfitta, perfino offuscata. No, lei era solita vedere con un altro tipo di occhi, e non gli occhi del cuore, come molti banali poeti li definivano, ma con gli occhi dell’obbiettività, della freddezza, gli unici veri occhi in grado di comprendere appieno ciò che gli si parava dinnanzi. Poteva notare pochi alberi, anzi, quasi nessun albero, poteva notare le nuvole basse in lontananza e quelle che, contemporaneamente, si allontanavano, poteva notare un bambino per strada, che piangeva.
Perché piangi, oh bambino? Cosa ti più causare tanto sconforto? Cosa può e cosa deve, in effetti, causare sconforto? Una caramella caduta? Una sbucciatura al ginocchio? No, no, no, dannazione, no! Solo la follia poteva poter portar a pensare una cosa del genere. Lo sconforto era non conoscere mai la propria madre, perché questa è morta mentre eri nella culla. Lo sconforto nasceva quando vedevi una donna che amavi, l‘unica donna che hai mai considerato come parte integrante della famiglia, morire, davanti a te, e non poterle dire niente, solo scriverle una lettera, con su scritto: “Ti voglio bene“. E allora, perché adesso ridi, oh bambino? Cosa ti può causare tanta ilarità? Una nuova caramella? Una cura per quel ginocchio sbucciato? No, no, no, dannazione, no! E stavolta non è follia a muovere il tuo piccolo corpo, ma è l‘ipocrisia di questo mondo così materialista. Sii felice per quello che hai, perché hai ancora una madre, perché hai una persona a te cara sempre vicina, perché non hai visto morire nessuno. E allora, perché prima piangi, poi ridi? Oh, bambino, tu sei il futuro del villaggio, noi siamo i tuoi mezzi, ma siamo animati di vita nostra, possiamo disubbidire ed anche rivoltarci, quindi assicurati di crescer bene, perché nemmeno l‘intervento di chi si trova lì in alto, il Dio, come viene chiamato, ti darà la possibilità di sfuggire al fato. Ed ora piangi, ridi, fai ciò che vuoi, perché crescerai in fretta, ma senza accorgertene e noi ti plasmeremo come meglio crederemo. Oh bambino, ci rivedremo quando tu sarai un adolescente ed io un‘adulta. Ma alla fine una cosa ci accomunerà sempre. Addio bambino, buona strada verso la morte.

La mano sinistra fece da cambio alla destra. L’emicrania era tornata, nessuna di quelle frasi sarebbe mai uscita volontariamente dalla mente della giovane. Ora poteva però osservare la classe. Le pareti erano di colore marrone chiaro, qua e là pezzi di intonaco erano caduti ed il muro crepato. Un flash, come una visione, si fece largo nella testa della giovane. Era lì, la poteva sentire, la poteva toccare, era Lei, la casa materna, dove era nata e cresciuta. E cosa c’era, lì seduto, affianco ad una culla di legno grezzo, fatta a mano? Sembrava un essere umano. Era un essere umano. Un maschio sulla trentina, portava barba e capelli lunghi e neri. Sotto gli occhi borse ed occhiaie, profonde, nere. La cosa più interessante era però il suo sguardo. Era idilliaco, quasi, osservarlo. Felice, illuminato, grato al mondo per ciò che aveva ricevuto. Un regalo, sembrava, un dono del cielo. Sì, doveva trattarsi di questo.
Veloce com’era arrivata, l’immagine sparì, insieme a tutto ciò di piacevole che aveva portato. Era di nuovo lì, sola. Solo cinque minuti erano passati, quando si destò dal suo torpore. Sotto di lei un foglio intonso, che non volle nemmeno toccare. La sorpresa aveva un suo fascino perverso. Un fruscio portò l’attenzione alla porta scorrevole, la quale, spostandosi di lato, aprì la scena ad un tipo strano, particolare. Si sentiva invasa da un fuoco. Era una sensazione strana. Le gote non arrossarono, gli occhi non si illuminarono, le pupille non si allargarono, eppure, dentro di lei, nasceva qualcosa ed era ben più profondo della semplice cotta. Dopo tutto ciò che aveva pensato, dopo aver creato le regole del suo Karma interno, l’equilibrio venne rotto da un’interferenza. Un ragazzo, un ragazzo molto, molto attraente, dal suo punto di vista. Non era bello, non era nulla di eccezionale, e proprio per questo lei si era legata in modo indissolubile a lui. Era un amore profondo, anche se l’aspirante Kunoichi non se ne rendeva realmente conto. Era quell’amore che può nascere solo per la propria anima gemella. Propria e di nessun altro. Purtroppo, la cosa non poteva valere da ambo le parti. Però sarebbe stato interessante pensare un po’ a lui, fantasticare un po’ su di lui. Lui, il suo viso segnato da una tinta color magenta. Un curioso copricapo dalle orecchie a punta gli ornava la fronte e formava un tutt’uno con il malandato vestito color nero. Aveva un coprifonte, era dunque lui il sensei? Dunque era così? Che delicata situazione, che deliziosa complicazione! Con la nobiltà di un fiero cavallo di color argenteo, si avviò verso la cattedra, con passo fermo e sicuro. Che meravigliosa creatura!

Sono un Genin e sarò il vostro insegnante. Anche se sono poco più grande di voi, esigo rispetto. Cominciamo a conoscerci: voglio sapere i vostri nomi, cosa vi piace e cosa no, e le vostre ambizioni, i vostri sogni. E soprattutto perché volete diventare shinobi, e nel tuo caso, kunoichi.Su di me imparerete qualcosa con il tempo. Senza indugi, parlate liberamente. prima finiamo e prima avrete, forse la possibilità di divenire Genin.Come può esser accaduto? Così superficiale è il genere umano? Ma rimane il fatto che mi sento attratta da lui, non posso far altro che rimanere stregata dal suo sguardo penetrante, dalle sue ridicole esigenze.
Il solitario compagno si alzò, pronto ad aprire la bocca ed a darle fiata. Non lo ascoltò, si limitò ad ignorare cotanta dimostrazione di volgare semplicità, banalità. Aspettò solo che finisse le parole vuote, senza significato. Dunque, senza concedere fiato alla nuova ardente fiamma, si alzò, elevando il corpo verso il soffitto.
E’ così importante conoscere tanto su un potenziale nemico? Se lei, in questo momento, dopo aver carpito informazioni riguardo a noi, riguardo ad ogni studente dell‘accademia, raccogliesse le sue cose e se ne andasse, pronto a venderci al miglio offerente? In fondo, essere ninja è anche questo. Essere un ninja vuol dire essere colui che ne segue la strada, i concetti. Non c'è onore, non c'è gloria, non ci sono regole. Anche i Mukenin più pericolosi sono ninja. E noi, come uomini, li riconosciamo come tali, solo che li chiamiamo traditori. Tutto questo non perchè hanno abbandonato la via del guerriero ninja, ma perchè hanno tradito il villaggio. Questo vuol dire tradire, per quelli come voi, perchè la mentalità degli shinobi è ristretta, molto ristretta. Ci sono offerte in continuazione possibilità, direzioni diverse, che ognuno sceglie in base alla propria coscienza. Io ho scelto questa strada per via del passato, di un’antica promessa. Lei che scelta ha preso, quale strada ha deciso di seguire? Io sono qui, sono un essere vivente che ha stabilito una via fatta di lealtà e di pericolosi patti. Quest’essere umano sono io, niente di più, niente di meno. Per questo non ho sogni, non ho desideri, se non quelli sfuggevoli del cuore.
Detto ciò, non si sedette ed in tal modo poté gustarsi la buffa apparizione di un piccolo, insignificante, ragazzetto. Una nuova ondata di odio la percorse, bruciando momentaneamente anche l’amore che provava per il sensei. Si sedette, col suo solito fare disinteressato, attendendo.

 
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39 replies since 26/11/2008, 15:02   763 views
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