| Lugymi Nikagara |
| | CITAZIONE Narrato * Parlato * / Pensato /
.:: First Chapter::. Il sensei non aprì bocca. Si limitò ad assumere un'espressione pensierosa. Aveva deciso di esaudire la richiesta del ragazzo. Da quel silenzio il giovane genin comprese che anche il suo maestro non possedeva molte informazioni sul demone della sabbia. Improvvisamente fece un cenno con la mano ed invitò Minashi a seguirlo. Uscirono fuori dall'accademia ed attraversarono buona parte del villaggio. Il ragazzo seguiva Deidara senza fiatare, notò che più di una persona si voltò a fissarlo, sentì addirittura pronunciare il suo nome. Evidentemente qualche notizia era trapelata dall'ospedale e la voce che un possessore di Shukaku era al villaggio, stava circolando velocemente. Altre due persone si zittirono letteralmente al passare dei due ninja, qull'ennesimo gesto innervosì parecchio il genin, che strinse i pugni quasi a ferirsi le mani. Deidara capì immediatamente il suo stato d'animo e gli rivolse un sorriso che lo incoraggiò ad andare avanti senza farsi troppi problemi. La sensazione che fosse lui a causare quel silenzio tombale stava diventando quasi una certezza, la gente lo osservava con un'espressione spaventata. Però, in fin dei conti, provava piacere ad incutere quel timore. Percepiva una certa forma di rispetto da quella situazione e per lui era già una grande conquista, si convinse che fosse il primo vantaggio di quella possessione. Per qualche secondo, una strana idea gli passò per la mente, l'istinto di compiere una strage in quella via lo portò quasi a sguainare la sua wakizashi avvelenata./ Temetemi insulse creature, sono tornato a Suna per prendere possesso del villaggio e ci riuscirò, siatene certi. Non appena controllerò i miei poteri sarò incontrastabile e a coloro che mi disprezzeranno regalerò la morte. Non osate guardarmi così, non capirete mai la mia indole. Quando diventerò Kazekage assicurerò al villaggio la giusta protezione e tirerò su un esercito inarrestabile. /Quel ragazzo dagli occhi castani stava letteralmente entrando in un'altra dimensione. Sparlava del suo futuro, credeva già di poter essere un Kage, il ninja più forte di tutto il villaggio. Sognava ad occhi aperti, ma avrebbe fatto meglio a tornare alla realtà. Se voleva imparare a controllare i suoi poteri doveva pensare al suo allenamento, senza altre turbe mentali che lo avrebbero distolto solamente dal suo vero obiettivo. Alla fine della via, dopo parecchi minuti di cammino, arrivarono di fronte i grandi cancelli di marmo del Palazzo del Consiglio di Sunagakure. Dal movimento interno, molto probabilmente, era in corso una conferenza molto importante, magari avrebbe incontrato qualche pezzo grosso della regione del vento. Minashi socchiuse le labbra per parlare, ma il sensei lo zittì subito con un gesto molto eloquente, da quel momento in poi non avrebbe più potuto aprire bocca. Proseguirono salendo delle scale fino ad arrivare ad un maestoso portone in bronzo, si trattava dell'ingresso principale. Minashi si limitò a seguire Deidara che dopo essere entrato si diresse, senza esitare, verso un cartello contenente delle indicazioni. Trovò subito l'informazione che stava cercando e sempre senza dire nulla si diresse verso il luogo indicato. Attraversarono parecchi corridoi incontrando vari personaggi illustri che chiesero informazioni su quello strano ragazzo che seguiva Deidara. Il sensei fu vago, non volle assolutamente svelare l'identità del suo pupillo. / E' inutile che fanno finta di non conoscermi, lo leggo nei loro occhi, sanno benissimo il mio segreto e stanno lì, come pupazzi, a guardarmi. Mi temono, e fanno bene. Non mi controlleranno mai, metterò il potere al servizio solo di me stesso. Se Suna avrà bisogno di un'arma potrà affidarsi a me, ma solo alle mie condizioni. Detterò legge e mi farò rispettare. /Arrivarono al terzo piano dell'ala B e dopo pochi passi raggiunsero la biblioteca centrale di Sunagakure no Sato. Deidara, dopo aver messo sull'attenti due guardie, entrò in quel paradiso di storia del Villaggio della Sabbia. Sovrastati da tanti scaffali si ritrovarono, con eccitazione, a cercare l'area giusta. Il sensei fece l'ennesimo segno al suo allievo per indicargli la zona proibita. Entrarono in un piccolo corridoio molto angusto, lì a pochi passi, si ergeva un triclinio di legno. Su di esso riposava, adagiato, un libro impolverato. La verità su Minashi era custodita su quei fogli. Deidara aprì il libro con molto rispetto soffiando via la polvere che si era adagiata su di esso con il tempo. Guardò il suo allievo e quando le sue labbra si aprirono, nella mente del genin apparì un mondo nuovo. Stava per scoprire la realtà, gioie e dolori, potere e sottomissione, tutto in un'unica parola: Shukaku.CITAZIONE ~ Shukaku ad Una Coda o per meglio dire Ichibi no Shukaku. La forma di questo demone ricorda molto quella di un tasso, non si hanno informazione sui precedenti possessori di questo demone, ma si ritiene che siano deceduti senza lasciare traccia. Come gli altri demoni, rabbia innata e sete di sangue influenzano il suo comportamento. È solito uccidere chiunque si trovi a portata di tiro. Grazie a questo potere l'uomo oppure la donna che lo ospita è in grado di muovere a proprio piacimento la sabbia. Però devo dire a chiunque abbia questo dentro di se patirà una terribile insonnia, e non potrà mai più dormire tranquillo, perchè appena il possessore avrà chiuso gli occhi il demone non farà altro che divorare la sua anima. Questi sono i primi sintomi Misashi, visto che non sembra passato molto tempo da quando hai riscontrato questo possiamo volgere la situazione a tuo vantaggio. Questo è tutto quello che sappiamo, ora vieni è il momento di apprendere il controllo della sabbia. Lesse tutto d'un fiato, senza pause o inutili commenti. Il contenuto era chiaro, maledettamente esplicito. Non si sapeva nè chi fossero stati i precedenti possessori e nè chi avesse introdotto quella mostruosa creatura all'interno del corpo di Minashi. La sete di sangue era la parola chiave presente in quella spiegazione, l'istinto di uccidere si stava espandendo, come un fiume in piena, nell'animo del giovane. Fu turbato da una frase che Deidara lesse con la stessa tonalità, ma che avrebbe condannato il ragazzo ad una vita di sofferenza. Il possessore dello Shukaku non poteva dormire, altrimenti rischiava di essere totalmente posseduto e logorato nell'animo dal demone. Ma non era quello il momento per piangersi addosso, così invitò il ragazzo a non abbattersi, ma ad impegnarsi per apprendere l'arte del controllo della sabbia che lo avrebbe reso unico nel suo genere. Il sensei appoggiò la mano sulla spalle del ragazzo per trasmettergli fiducia, ma Minashi era già immerso completamente nei suoi pensieri./ Ecco cosa comporta possedere il demone tasso. Non m'importa nulla, anche se non dormirò mai più, non mi farò distruggere dallo Shukaku. Sarò io che controllerò lui e ne sfrutterò i suoi poteri. E per quanto riguarda la voglia di uccidere non sarà un problema mio, ma di coloro che si metteranno sulla mia strada. Non voglio più perdere tempo qui. /Senza indugiare oltre tornarono indietro fino ad uscire completamente dal palazzo. Da come procedeva, Deidara, stava dando l'impressione di essersi scocciato di tutti quei discorsi, evidentemente aveva voglia di mettere alla prova quel ragazzo. Con grande stupore, Minashi, vide apparire due bocche sul palmo delle mani del maestro. Sicuramente doveva trattarsi di un potere innato. Non impiegò molto a creare davanti a sé un'aquila composta di argilla che prese vita proprio sotto gli occhi del ragazzo. Salirono sulla creatura che, senza indugiare, spiccò il volo. Deidara ne guidava con estrema maestria i movimenti. Dopo pochi minuti erano già oltre le mura del villaggio. Il genin rimase aggrappato alla tunica del jounin tutto il tempo, evidentemente non apprezzava molto volare. Atterrarono sopra uno spiazzo e dopo essere scesi dall'aquila percorsero qualche metro in direzione di un luogo più esteso. Tutta l'area circostante era ricoperta di sabbia, non avrebbe potuto scegliere un sito migliore per l'allenamento. Fu lì che Deidara spiegò al suo allievo cosa avrebbe dovuto fare.CITAZIONE ~ Bene Misashi kun per ora questo sarà il nostro luogo d'allenamento. Come vedi siamo circondati da sabbia, proprio quella che tu ora dovrai cercare di controllare. Risveglia quella determinazione che ho letto prima nei tuoi occhi. So che c'è la puoi fare, l'allenamento è duro e visto che sei ancora un novellino alle prime armi prova a concentrare il chakra nelle mani e nei piedi e poi prova a spostare i granellini che hai sotto i tuoi piedi. Questo è solo il primo esercizio base appena riuscirai a spostare una considerevole quantità di sabbia proveremo ad utilizzarla in qualche tecnica particolare. Ora vai ragazzo mostrami che non ho sbagliato a puntare su di te. Come quando sostenne l'allenamento con Mahil si ritrovò a dover eseguire le istruzioni di un ninja dalle grandi qualità. Questa volta, però, nessuno gli avrebbe mostrato come avrebbe dovuto fare, l'unico che potesse controllare la sabbia era lui. Cercò di trasmettere chakra, dai piedi e dalle mani, alla sabbia circostante. Concentrò il flusso in un piccolo quadrato di terra spostandone una minima quantità come se una leggera folata di vento fosse passata proprio di lì. Sentiva lo sguardo del sensei vegliare sui suoi tentativi, ma non ci fece molto caso. Tentò nuovamente di spostare la sabbia sotto di lui alzandola di qualche centimetro. Non andava assolutamente bene, ne spostava quantità piccole creando strati non uniformi. La rabbia cominciò a far fluire più velocemente il sangue nel suo corpo. Fece una strana smorfia e riversò una quantità maggiore di chakra nel terreno, una colonna sabbiosa si alzò di fronte a lui, con le mani la spostò in avanti, ma dopo aver percorso qualche centimentro ricadde miseramente a terra.* Sensei è difficile, non riesco ad imprimere la giusta forza allo strato sabbioso. Mi dia qualche consiglio in più, la prego. E' complicato equilibrare la giusta quantità di chakra, non è come utilizzare le tecniche doton, tipo la zanna rocciosa, in cui devo solamente ergere lance di roccia, qui devo controllare di precisione minuscoli granelli. E' completamente diverso. *Ascoltò attentamente la risposta di Deidara. Finalmente comprese come poteva riuscire nel suo intento. Per l'ennesima volta accumulò del chakra nelle mani e nei piedi, ma questa volta in quantità molto maggiori. Compose un arco immaginario con le mani, come se avesse voluto raccogliere qualcosa; uno strato enorme di sabbia si alzò in cielo ricoprendolo compeltamente. Aveva esagerato, con tutta quell'energia immessa nel terreno non aveva fatto altro che creare un grande polverone. Capì che doveva dosare meglio il flusso energetico. Nei tentativi successivi migliorò l'uniformità della colonna sabbiosa e dopo un po' riusciva addirittura a fargli compiere dei minimi spostamenti. Sentiva di essere sulla strada giusta, qualche altro tentativo e sarebbe riuscito a controllare per piccoli tratti la sabbia./ Merda quanto è difficile. Non appena perdo il controllo del mio chakra la sabbia cade a terra. Devo continuamente pensare di mantenerla compatta, se manco di concentrazioe per qualche secondo perdo totalmente il controllo su di essa. E' simile all'allenamento per camminare sull'acqua, ma molto più complicato. Forza devo riuscirci, non posso mollare proprio ora. /Guardò Deidara come per dirgli che quella sarebbe stata la volta buona. Dai tentativi precedenti aveva capito più o meno quale fosse la quantità ideale di chakra da impiegare per lo spostamento. Accumulò la sua energia interiore nei punti critici, mani e piedi e la rilasciò con cautela. Una piccola piramide stilizzata di sabbia si era compattata tra le mani del ragazzo. Mantendendo la concentrazione spostò la massa polverosa avanti a sè fino a qualche centimetro, poi rivolgendo lo sguardo verso il Jounin rilasciò più chakra portando la piramide fino a due metri di distanza. A quel punto i granelli ritornarono a terra. Si asciugò il sudore dalla fronte attendendo il verdetto del suo maestro.
| | |
| |
|