Suna S-6

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.:[Exanima]:.
view post Posted on 28/2/2008, 15:50




Salve a tutti, oggi Giovedì 28 febbraio, avrà inizio il corso S-6.

Lista Partecipanti

_Sensei: .:[Lan Hikari]:. --> Tetsu Urokawa

_Studenti:

-Gaara Riwerwind --> sangue nero

-Zoro Shiranui --> cagnellone

-Deidara Liccardo --> Bomba-sama2

-Akasuna Sasori --> Sasori Uzumaky

-Minashi delle Sabbie Nere --> Lugymi Nikagara

CITAZIONE
Allora, qui sotto vi enuncerò le regole che dovrete obbligatoriamente seguire onde evitare una bocciatura, e credo che a nessuno faccia piacere essere eliminato dal corso.
-Divertirsi è la prima cosa, senza divertimento manca la voglia e quindi la passione nel ruolare
-NON tollerò insulti di ogni genere fra gli utenti e fra i PG.
-Cercate di non far sembrare il vostro personaggio una macchina, ma un essere umano. Impegnatevi quindi nello descrivere le emozioni che egli prova.
-Più sarete bravi nello scrivere meglio è per voi, i punti exp guadagnati saliranno così come i ryo.
-L’energia gialla la concederò a chi dico io quando lo dirò io, potrei darla al primo post cos’ come a metà corso o anche alla fine. Se lavorerete bene da subito, non tarderò a darvela.
-Salvo avviso, avete 3 giorni di tempo per postare, eccezion fatta per il primo post, per il quale vi verranno concessi ben 5 giorni.
-Dovete sempre rispettare il numero minimo di righe che vi chiedo di scrivere, e per righe intendo RIGHE PIENE da bordo a bordo.
-Non potete editare un vostro post salvo permesso mio
-Le tecniche che userete dovranno essere messe in QUOTE od in SPOILER; i consumi di chakra dovranno essere sottratti dalla propria riserva solamente in caso di battaglia (sarete avvertiti da me comunque)
-NON dovete essere autoconclusivi, voi dovete narrare unicamente le azioni del vostro PG, non di quello altrui.
-Raccomando l’uso corretto dei vocaboli e della grammatica/ortografia.
-Per chiarimenti vari non lasciate spoiler nei post, ma chiarite sempre via mp
-Dovete mettere il alto (in quote o spoiler) la legenda, cioè i colori/stili di scrittura che userete nei post. Esempio:

CITAZIONE
Narrato Parlato Pensato

CITAZIONE
Allora, tre giorni prima dell’effettivo inizio del corso, avete ricevuto una lettera dall’accademia la quale informa che il corso S-6 partirà fra tre giorni. Dovete quindi postare l’arrivo della lettera, ed in secondo luogo l’arrivo all’accademia. L’aula scelta è la numero 6 al primo piano, l’orario è fissato per le 8:30. Io arriverò dopo di voi, quindi non ci sarò in classe, e nemmeno in accademia.
Avete 5 giorni, auguro buona fortuna e buon divertimento!



Edited by .:[Lan Hikari]:. - 9/3/2008, 16:05
 
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Sasori Uzumaky
view post Posted on 28/2/2008, 19:34




SPOILER (click to view)
narrato
Parlato
Pensato


Era ormai notte inoltrata a Suna, i rumori che si sentivano erano pochi ma mettevano un senso d'inquietudine ... Gli uccelli notturni cominciavano la loro caccia, le prede si affannavano per correre a nascondersi, i pipistrelli se ne stavano appollaiati a testa in giu in attesa che qualcosa succedesse. Faceva come sempre molto caldo e stranamente Sasori non riusciva a dormire; si svegliò definitivamente dopo qualche ora: era pressocchè l'alba. Nelle rosee nubi del mattino cercava di scrutare il volto dei suoi genitori, dopo un pò, come ogni mattina prima di ogni altra cosa si mise a girar per le stanze di casa sua in cerca di qualcosa che potesse ricordargli la sua famiglia, però poi scoppiò in un lungo pianto disperato e sommesso, visto che ogni giorno senza i suoi genitori era come un giorno senza sole.
Basta... ora devo smetterla... devo pensare ad allenarmi... speriamo che l'accademia mi accetti al più presto...
Ultimamente infatti Sasori aveva cercato di dare uno scopo a quella sua vita sterile e monotona: allenarsi e iscriversi all'accademia per diventare uno shinobi.D'improvviso si sentì pieno di energie, così andò in bagno si fece una lunga e tonificante doccia, si vestì con la sua divisa d'allenamento e si soffermò a gustare dei fragranti biscotti allo zenzero.
Quindi uscì di casa e guardò nella cassetta della posta dove c'era una lettera. Teso ed emozionato cominciò a strapparne lentamente i bordi ed estratto il foglio si accinse a leggere la notizia che avrebbe dato una svolta alla sua vita: era proprio così, il suo corso per l'accademia, il corso S-6, sarebbe cominciato fra tre giorni esatti.Eccitatissimo si diresse verso l'accademia. Non era la prima volta che la vedeva, ma ora per lui non era più solo un semplice edificio di addestramento ma era divenuto un vero e proprio idolo da adorare e rispettare. E proprio in quest'atteggiamento di adorazione si fermò a contemplarla. Molte persone si chiedevano cosa ci facesse quel ragazzo seduto su una pietra a guardare "come incantato" l'accademia; ma a Sasori non importava del parere degli altri, aveva imparato da tempo a lasciare che tutto gli scorresse addosso senza esserne minimamente intaccato, aveva costruito intorno a sè una corazza impenetrabile.Tutto il suo essere era ora proteso verso un unico obiettivo: l'accademia.Così assorto nei suoi pensieri tornò a casa e si fermò nel giardino che aveva adibito a zona di allenamento. Si allenò per un giorno intero ininterrottamente, senza sentire la fatica, la fame e la stanchezza, affinando le sue tecniche. Il secondo giorno distrutto dal duro allenamento crollò disteso al suolo e rimase lì per tutta la notte... Quando finalmente si svegliò, era l'alba del terzo giorno... Si lavò e si vestì con cura, si preparò la colazione e si diresse verso l'accademia.Era contentissimo, però cercava di non darlo a vedere visto che non era un tipo molto socievole, anche se sperava di stringere amicizia con qualcuno.
Ecco ci siamo... sono arrivato finalmente...
Erano ancora le 8.00, aspettò un po fuori, poi si decise a entrare...
Una volta al primo piano individuò subito la sua classe come se qualcosa lo avesse attratto in quell'aula dalle bianche pareti. Aprì lentamente la porta ed entrò mentre il cuore gli batteva forte. L'aula era vuota, lui era solo, rimase dritto con le braccia incrociate sul petto e lo sguardo immobile su una parte del pavimento, dove un raggio di sole entrando da una finestra alta, disegnava un quadrato di luce, tagliata a scacchi dalle grosse inferriate; pensando fra sè...
Speriamo che gli altri arrivino presto...

 
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Bomba-sama2
view post Posted on 28/2/2008, 23:18




CITAZIONE
Narrato
Parlato
Pensato

L'Inizio


Il lupo si aggirava nella notte, aspettando la sua dolce preda, ignara del pericolo che correva. Un rumore, un’ombra. Un uomo si allontanava sempre di più, o per meglio dire un ragazzo. Insofferenza, noia allo stato puro, rabbia, desolazione,sentimenti quotidiani provati ogni giorno da qualunque persona nei momenti più “scoraggianti”della loro vita . Pioveva,e le gocce della pioggia erano come aghi pungenti sulla pallida pelle del ragazzo. Pensieri in quel momento attraversavano il giovane…..sentimenti di odio, di disperazione, per una perdita cosi cara per lui. La stessa notte,due anni fa,accadde un omicidio che cambiò per sempre la vita del ragazzo. Era stato come spezzare parti della propria anima ,restando al posto solo un corpo inerme. Perchè…..perchè….a me….Fece un gesto. Con la mano sinistra chiuse il rispettivo occhio ,mentre,il destro, era aperto con la mano libera indicando qualcosa. Si immerse completamente nei più remoti angoli della mente ,affollati da una miriade di sensazioni diverse. Da quando aveva ricevuto la lettera per l’accademia,pensò molto su ciò che avrebbe compiuto nel periodo di quel percorso tortuoso. Incontrare amici,maestri,rendeva confortevole la vita di chiunque ,ma prima doveva seguire il suo credo,il suo nindo.Ci riuscirò,non importa se dovrò essere freddo e distaccato. Io mi sacrificherò per il “bene superiore”,la forza ora è la mia unica via di salvezza. La tunica nera ,bagnata dalla pioggia,sbatteva continuamente contro la gamba sfiancata e infreddolita. I capelli erano drizzati verso la direzione del vento. Il suo sguardo era posto sulla sua casa,sulla sua “fortezza della solitudine”. Cosi l’aveva soprannominata,dove egli nei momenti più sofferenti,passava a meditare sul destino. Era il momento. Doveva riposare perché doveva affrontare domani l’ “Inizio”della sua nuova vita. Così rientrò nella”fortezza”abbandonando tutti i suoi pensieri ,per il momento, e finalmente rientrare nei propri sogni dove aveva un momento di pace e serenità.Ma quella notte nemmeno i suoi sogni potevano lasciarlo “libero”. Tanti auguri a te,tanti auguri a te,tanti auguri a te,mio piccolo Deidara….sniff…sniff(indica che sta piangendo)…grazie mamma,grazie papà. E’ un bellissimo compleanno…….i suoi sogni lo avevano condotto tre anni addietro,durante il suo ultimo compleanno festeggiato. Figliolo,non vedo l’ ora che tu vada in accademia,cosi potrò finalmente impararti qualche trucchetto.Tu hai un grande “dono del cielo”,sfruttalo per il tuo motivo,che però sia giusto e sensato. Si padre…mormorava tra se durante il sonno. Le ore passavano,il vento si attenuava,il clima ritornò nella sua consueta quotidianità. Lo strillo dei corvi,fecero sobbalzare Deidara dal letto. Maledettissimi corvi,mi avete fatto prendere un grande spavento. Guardò con attenzione la sveglia.Le sei……mancavano due ore all’inizio dell’ accademia. Il tempo di preparasi,di vestirsi,di lavarsi, rubarono un oretta di tempo. Deidara iniziò ad avviarsi verso la sua nuova “casa”,verso il suo destino. Un angoscia lo pervase nel momento in cui vide il maestoso edificio eretto davanti a lui in quel momento. Era arrivato con un sorprendente anticipo,ma non volle assolutamente aspettare.Entrò nell’edificio,sali al 6 piano fino alla sua aula. Prese un profondo respiro ed entrò. La stanza era particolarmente spoglia. Solo il riflesso del sole la rendeva più confortevole. Si accorse però di non essere solo ma di intravedere un ragazzo dai capelli rossi. Sembrava strano,quasi quanto lui. Però quando il suo sguardo incrociò il giovane,si accorse che anche lui aveva un problema. Si sentiva confortato sapendo che non era solo,l’ “unico”.Gli stava simpatico ed mosse le labbra ,dicendo “Ciao,come ti chiami?”.Sembrò sciocco,per la prima volta aveva forzato ad aprire una conversazione.Ma non ne potè farne a meno,perché sembrava che lo conoscesse da una vita. Per la prima volta, dopo tanto tempo, era felice …………
Aspettò che gli rispose,e poi pensò al sensei.
Chi sa,forse posso aspettarmi delle sorprese
 
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Lugymi Nikagara
view post Posted on 3/3/2008, 12:34




SPOILER (click to view)
Narrato
Parlato Minashi
§ Pensato §
Parlato Luyd

Scheda Minashi delle Sabbie Nere

..:: La lettera ::..


Minashi da quando era arrivato al villaggio di Suna non aveva fatto altro che allenarsi perfezionando le sue tecniche ed i suoi stili di combattimento. La sua vita aveva preso una piega particolare, lui che era abituato a combattere per sopravvivere si ritrovava invece ad allenarsi per diventare più forte, perchè voleva far capire a chiunque si fosse messo sul suo cammino che di fronte non aveva uno Shinobi qualunque ma Minashi delle Sabbie Nere. Desiderava che il suo nome diventasse famoso in tutto il paese del vento in modo tale da poter rintracciare i suoi genitori e chiarire così la situazione. Nel profondo del suo cuore era convinto che la storia che il suo maestro gli raccontò fosse vera, i suoi cari erano perennemente in fuga a causa di un Signore feudale che gli dava la caccia per vendetta, se fosse stato così avrebbe voluto solamente sistemare le cose, ma per farlo sarebbe dovuto diventare più forte.
Come tutti i giorni uscì di casa molto presto per recarsi nel luogo dove amava allenarsi, un'oasi poco distante dal villaggio in cui al suo interno era stata ricavata un'arena di circa 100 metri quadri. Mentre chiudeva il portone diede uno sguardo alla posta e notò una lettera chiusa con il sigillo dell'accademia di Suna, non esitò ad aprirla.

CITAZIONE
Oggetto: Apertura corso S-6

Data: tra tre giorni

Orario: 8:30

Luogo: Accademia di Suna, primo piano, classe 6

Lesse il contenuto tutto di un fiato, erano giorni che aspettava quella notizia. L'inizio del corso per lui significava che finalmente si sarebbe potuto mettere alla prova. Era curioso di capire se gli allenamenti svolti avessero dato i frutti sperati. Conosceva a fondo la parola impegno, fino ad allora errando in continuazione da un villaggio all'altro aveva imparato cosa volesse dire stringere i denti e non arrendersi mai. Anche se ora la sua vita non era a rischio, un obiettivo molto importante era chiaro davanti i suoi occhi e non poteva permettersi di fallirlo.

§ Molto bene, se voglio diventare Genin e così iniziare la mia scalata verso gli alti ranghi ninja dovrò impegnarmi al massimo, tra tre giorni mi troveranno pronto. §

Ripose la lettera in una tasca del suo mantello e s'incamminò per le vie del villaggio, mentalmente cercava di farsi un programma di allenamento per i restanti tre giorni, ultimamente aveva lavorato molto sulla resistenza ed agilità così decise di migliorare i suoi Jutsu. Nel suo cuore non vi era più spazio per dubbi e recriminazioni, ma un unico obiettivo, quello di indossare il coprifronte di un vero ninja. Esponenzialmente la sua convinzione crebbe, in fin dei conti aveva fatto proprio bene a tornare nel suo villaggio natale.

..:: Il giorno prima ::..


Il sole impietosamente padroneggiava nel cielo e l'elevata temperatura rendeva sfocato il paesaggio. L'arena ricavata nell'oasi sembrava ribollire per il caldo. Minashi stava svolgendo il suo allenamento finale dato che il giorno seguente sarebbe iniziata ufficialmente l'accademia e non voleva farsi trovare impreparato. La fatica cominciava a farsi sentire anche per uno come lui abituato a resistere anche a condizioni sfavorevoli, ma il caldo di quel giorno era impressionante. Decise di fare una pausa, si avvicinò al pozzo in mezzo l'arena per potersi rinfrescare un po' quando un personaggio misterioso, alto circa come lui, robusto e avvolto completamente in un mantello nero fece la sua comparsa, la sua aria era minacciosa, non avrebbe portato sicuramente nulla di buono.

Ragazzo, sei sempre qui ad alzare continui polveroni e ti appropri dell’acqua che non è tua, devi pagare dazio per oggi e per tutti gli altri giorni che ne hai usufruito.

La situazione si fece critica, nell’aria si respirava un odore acre di combattimento, la risposta di Minashi non tardò ad arrivare.

Odio quando le persone iniziano a parlare senza nemmeno presentarsi. Io sono Minashi delle Sabbie Nere e sono qui in quanto amico degli abitanti di questo luogo che gentilmente mi hanno concesso questi privilegi, chi sei tu per vietarmelo?

La provocazione era ovvia, evidentemente tanti giorni di allenamento solitario avevano risvegliato in lui la voglia di combattere e di confrontarsi con un vero avversario. Il personaggio che aveva di fronte non sembrava essere un ninja, bensì un brigante, per farla breve un poco di buono.

Facciamo pure le presentazioni, io sono Luyd un predone del deserto e non permetto ad un moccioso come te di mancarmi così di rispetto, preparati ad essere punito.

Detto questo impugnò una sciabola e si mise in posizione. Minashi stava fremendo per l'eccitazione, non chiedeva di meglio, ma visto il livello dell'avversario sapeva bene che lo scontro sarebbe durato poco.

Non muoverti di lì, che vengo a prenderti.

Dopo aver provocato Luyd osservò minuziosamente com’erano posizionati per scegliere accuratamente la sua strategia d’attacco. Il caldo non cessava e quindi non avrebbe potuto sostenere un combattimento prolungato. Il predone si trovava a circa 8 metri da lui, alle sue spalle vi era una grande palma dal fusto più largo della sua sagoma. Il ragazzo capì subito quale tecnica utilizzare e compose i sigilli.

Tecnica Minore delle Sabbie

CITAZIONE
SPOILER (click to view)
Villaggio: Suna
Posizioni Magiche: 5 (medio)
Descrizione: Questa basilare arte illusoria fonda la sua applicazione nella profonda conoscenza che ogni ninja di Suna ha del deserto. Se l'onda di questo Genjutsu raggiunge il bersaglio, egli crederà di essere vittima delle sabbie mobili. Il realismo dell'illusione non è affatto influenzato dal tipo di ambientazione e di terreno, in quanto sembrerà che il ninja le abbia "evocate" modificando il campo di battaglia. Ovviamente, visto il basso livello della tecnica, essa non danneggerà la vittima in alcun modo, ma per tutta la sua durata gli dimezzerà il movimento e gli impedirà di attaccare con gli arti inferiori. Normalmente interrotta da Rilascio, o da un danno Medio, termina invece spontaneamente dopo tre turni completi. Il suo raggio invece è proporzionale al grado del ninja: uno Studente può cercare di ammaliare un bersaglio a dodici metri, un Genin a sedici metri (con un consumo bassissimo aggiuntivo), mentre un Chunin a venti (con un consumo basso aggiuntivo).
Tipo: Genjutsu
(Livello: 5/4 / Consumo: Medio-Basso)

Luyd fu colpito in pieno dal Genjutsu, aveva la sensazione di sprofondare come se fosse preda delle sabbie mobili e non si spiegava come questo potesse accadere.
Riusciva a muoversi con difficoltà così Minashi non perse altro tempo e si scagliò contro di lui lanciandogli due Kunai che gli trafissero entrambi i bicipiti e si conficcarono nel legno della palma impedendogli i movimenti. La sciabola cadde a terra e il dolore destò il predone dalla tecnica, ma oramai era troppo tardi, il ragazzo era proprio di fronte a lui, gli prese la testa con le mani e la scagliò con forza contro il suo ginocchio facendogli perdere i sensi. Era stata la degna conclusione di un allenamento massacrante.


§ Ora si che posso tornare a casa, voglio riposarmi per domani. §

Prese le sue cose e si avviò verso Suna.

..:: L'arrivo in Accademia ::..


Il fatidico giorno era arrivato. Minashi era sveglio già da un pezzo e tanti pensieri offuscavano la sua mente. Simulava le varie situazioni che avrebbe dovuto affrontare sapendo benissimo che si trattava solamente di pura fantasia. Decise di alzarsi e di prepararsi per il grande evento. Passeggiava per casa raccogliendo i vari oggetti che gli sarebbero serviti, si fermava ogni tanto ad immaginare come sarebbe stata la sua vita se ora fosse lì con i suoi genitori, tutti e tre insieme in quella casa come una volta. Erano solo pensieri che non portavano a niente, si disprezzava quando perdeva tempo a vagare con la mente. Quella mattina non poteva perderne altro, era già in ritardo. Presa l'attrezzatura necessaria ed uscì di casa sbattendo la porta dietro di sé lasciando i pensieri, per lui futili, dentro.

§ E' ora di svoltare pagina, una volta per tutte. Questo corso mi aiuterà a crescere, ne sono certo. §

Per la prima volta si rese conto di essere stato ottimista per lui era un grande passo avanti.
A quell'ora le strade di Suna erano già abbastanza affollate. A Minashi piaceva camminare in mezzo alle persone, lo rendeva indifferente a tutto e così poteva concentrarsi sui suoi pensieri.
Arrivò di fronte l'accademia poco prima delle 8:30, non gli piaceva attendere molto così aveva l'abitudine di spaccare il minuto. Quel giorno il cortile davanti l’ingresso era completamente vuoto, il grande portone lo stava aspettando così senza tentennare ulteriormente varcò la soglia ed entrò. La solita ragazza stava lavorando dietro la reception, questa volta Minashi non si disturbò a salutarla visto l'esito di quando tentò di essere educato il giorno che era venuto lì per l'iscrizione. Imboccò il corridoio centrale e svoltò sulla destra iniziando a salire le scale, doveva giungere al primo piano dell'edificio. I suoi passi rimbombavano nella sua testa, fu in quel momento che cominciò a chiedersi cosa avrebbe affrontato in quel corso.


§ Chissà come sarà il Sensei, spero che imparerò qualcosa di buono. Spero anche di incontrare compagni di corso forti e preparati altrimenti sarà una noia mortale non poter competere con nessuno. §

I dubbi del ragazzo erano legittimi, ma fino a quando non avesse iniziato il corso non avrebbe potuto rispondere a quelle domande. Giunto al primo piano trovò davanti a sè un corridoio lungo, a destra, indicate da un cartello sporgente, c'erano le classi numerate in ordine crescente. Proseguì fino alla numero 6 ed entrò, quello era il luogo dove si sarebbe svolto il corso Suna S-6. Dentro la stanza c'erano due ragazzi, il primo era alto circa 1,70, aveva i capelli castani e gli occhi azzurri ed era quasi sicuramente coetaneo di Minashi. Il secondo era biondo anch'esso con gli occhi chiari, un po' più alto del primo e sicuramente più piccolo d’età. Nessuno dei due poteva essere il sensei, questo voleva dire che aveva visto i suoi primi compagni di corso. Il ragazzo alzò la mano dando un cenno di saluto e si sedette sopra un banco in attesa dell’arrivo del Sensei.



Edited by Lugymi Nikagara - 9/3/2008, 17:03
 
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sangue nero
view post Posted on 3/3/2008, 15:08




SPOILER (click to view)
narrato
parlato
pensato
parlato da altri


Quel giorno mi svegliai presto.Non so con la precisione il perchè.Avevo fatto domanda di ammissione all'accademia da molto tempo ed ormai temevo di essere stato respinto.Ma quel giorni,la mia vita cambiò radicalmente.Erano le cinque.Un vento caldo,come al solito, passava per le strade di Suna e fastidiosi spifferi entravano dalla finestre.Forse erano stati quelli a svegliarmi,ma non credevo.Nell'aria c'era qualcosa di strano,ma non in senzo positivo,anzi.Mi lavai velocemente,mi vestii e come mio solito saltai la colazione.Alcuni dicevano che fosse il pasto più importante,io non ci credevo.Avevo voglia di dormire ancora,ma c'era qualcosa che mi impediva di farlo.Andai a letto e provai a chiudere gli occhi,ma qualcosa mi spinse a riaprirli.Ero davvero incuriosito.C'era qualcosa che mi guidava,forse il mio desiderio di diventare un ninja,oppure il fato. Infine mi alzai,nuovamente. Uscii e controllai la nuova posta.Era strano.Io non avevo MAI avuto posta,in tutta la mia vita,una vita un po' infelice da questo punto di vista.La lettera proveniva dall'accademia ninja.Lo sapevo,mi stavano per rifiutare.La gettai di lato e lì rimase per due giorni.Ma sapevo di dover affrontare i miei demoni,prima o poi.Così aprii la lettera.La lessi attentamente.Un espressione di stupore si disegnò sul mio volto.La lessi e la rilessi ancora,per controllare di non aver capito male,era tutto vero.
Ero stato accettato!! Per poco la mia testardagine non mi faceva perdere l'unica possibilità.Mi odiavo a dir poco per questo.

Dannazione a me! Per poco non fallivo! Non mi va proprio di fallire,non di nuovo! Io non posso più essere debole,mai più.

Mi accorsi poi che il corso sarebbe iniziato il giorno dopo.Ormai era tardi,mancavano meno di ventiquattro ore! Sapevo bene quanto fosse importante rilassarsi prima di fare qualcosa di importante,quindi passai quel giorno a leggere libri di teoria ninja.Poi andai a dormire,dopo aver letto per l'ennesima volta la definizione di chakra e i suoi impieghi. Andai a dormire.
Il giorno dopo mi svegliai alle sette di mattina e per la prima volta mangiai,anche se fuori.Infatti,dopo essermi lavato e vestito,decisi di recarmi al chiosco del ramen.Lì ordinai una ciotola dello stesso e un po' d'acqua.Andai con calma.Erano quasi le otto quando pagai il conto e mi diressi verso l'accademia.Rischiavo di arrivare in ritardo...ancora una volta.Doveva essere una peculiarità mia:spesso arrivavo tardi. Alle otto e venticinque arrivò davanti all'accademia.Il suo intuito lo portò nella classe giusta.L'intuito e un bel po' di fortuna.Sapevo solo che era al secondo piano,ma non sapevo altro.Dovevo cercare la classe S6.Entrai,per paura di essere arrivato tardi,in modo molto goffo e per poco non sfondai la porta.Non era di certo un bell'inizio.Quando entrai notai che c'erano già tre persone,ma non il sensei.Mi sedetti al primo banco a destra,senza guardare gli altri,che sarebbero state inutili distrazioni.Dunque mi misi a rimuginare.

Chissà come sarà questo sensei.Sarà intelligente,spietato,simpatico.Bravo oppure noioso.Saprà insegnare,o sarà il solito ninja che si crede un dio in terra.Spero solo che mi migliori molto.
Caspita,sono all'accademia e quasi nemmeno me ne sono accorto!Spero di stare più attento durante le lezioni,oppure sarà la mia fine!Ok,ora mi devo calmare,andrà tutto bene....


E mentre pensavo a ciò sentivo che il sensei sarebbe arrivato a momenti.Appena in tempo...
 
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cagnellone
view post Posted on 4/3/2008, 23:54




narrato
-parlato-
"pensato"



Quella mattina per Zoro si prospettava la solita giornata all’insegna della monotonia, come al solito in quel periodo, una situazione che non sembrava essere in procinto di cambiare: la vita era ripetitiva da quando il giovane era giunto in città, dopo il raptus di follia dei giorni antecedenti al suo trasferimento nel paese del vento; sembrava che dopo l’iscrizione all’accademia, per paradosso, le cose invece di animarsi sembravano dover restare stazionarie per sempre; tutto finche un evento non sconvolse la tranquillità creatasi.

Infatti come già detto quella mattina così nuvolosa e triste, che al solo uscir di casa metteva addosso una tristezza senza eguali, segnò la svolta, quando il ragazzo notò sotto la porta di casa una strana lettera, con su stampato bello in grande, lo stemma del villaggio della sabbia; Zoro sapeva bene cosa era contenuto in quella lettera, e non vedeva l’ora di aprirla per confermare quel pensiero che tanto aveva desiderato in quei cupi giorni; per fare ciò però aspettò di entrare in casa, chiudendo la porta alle sue spalle, poi si sedette su di una seggiola, aprì la busta con cautela, quasi a non volerla rovinare, magari per tenerla come ricordo da mostrare a dei figli che forse non avrà mai, se non per il fatto che sarebbe morto prima di trovare l’amore.

Quando finalmente si decise ad aprire la lettera, il suo contenuto fu più che chiaro:
“Caro Zoro Shiranui
Ci scusiamo per la lunga attesa ma dovevamo accertarci che tu fossi all’altezza del compito che ti sei prefissato, ovvero divenire, o almeno provare a divenire, un ninja di Suna; abbiamo comunque rilevato che tu sia un ottimo atleta alquanto predisposto all’attività ninja e proprio per questo, con la presente lettera, ti informiamo della tua partecipazione alla prossima sessione di lezioni per diventare shinobi, la quale si svolgerà tra tre giorni in sede di accademia ninja, alle ore 8.30 nella classe numero 6. Non mancare.
Il Kazekage”


Inevitabilmente un enorme sorriso si stampò sul volto di Zoro, che sull’onda dall’euforia portata dalla bella notizia, si mise ad esultare come un bambino quando ottiene qualcosa che desidera, e dopo aver posato la lettera sul tavolo, impaziente si mise a preparare le sue cose per l’accademia, pur mancando 3 giorni al suo inizio; poi però una volta conclusa questa prima operazione il ragazzo si ritrovò con le mani in mano, non sapendo più che diavolo fare.

§Potrei ricominciare ad allenarmi, d’altronde da quando sono arrivato qui non ho effettuato molti allenamenti, e non vorrei che il mio livello di preparazione si abbassasse compromettendo il mio rendimento all’accademia; cavolo ho aspettato tanto e non posso rischiare di fallire dimostrandomi non all’altezza.§

Ma nonostante questi pensieri pessimistici il giovane sapeva perfettamente che il suo livello di conoscenze e di preparazione, anche a distanza di settimane dall’ultimo allenamento, era quasi sicuramente superiore a quello della maggior parte dei neo studenti, questo perché Zoro aveva avuto modo di apprendere molte cose all’abbazia e di allenarsi duramente sulle stesse. Ora però era il momento di dimostrare di essere degno del titolo di shinobi.

§Ripensandoci però non alcun bisogno di allenarmi, tanto oramai il mio livello non è più migliorabile senza l’aiuto di un vero e proprio sensei, quindi rischio solo di stancarmi inutilmente nel ripasso di discipline che conosco come le mie tasche. Per questo è meglio se in questi giorni mi risposo in modo da arrivare all’esordio all’accademia fresco e preparato a tutto.§

Perciò i giorni successivi per Zoro furono dedicati al sonno e al riposo totale, sia fisico che psicologico, e alla consapevolezza che ciò che lo aspettava non sarebbe stato affatto semplice, ma nonostante ciò il ragazzo non si lasciò mai scoraggiare, poiché la sua fiducia in se era grande, così come la sua forza di volontà.

Finalmente poi il fatidico giorno arrivò: quella notte il ragazzo la passò in bianco, una notte infinita, sembrava che il sole non dovesse sorgere mai, come se la luna e le stelle avessero conquistato il monopolio del cielo, imprigionando il luminoso rivale nell’eterno buio. Ma poi, come tutti i giorni fin dal principio dei tempi, le luci dell’alba sbucarono all’orizzonte, riscaldando il panorama di Suna, che nella notte, come in ogni deserto che si rispetti, era dominato dal gelo, e ogni dì la luce solare era vista come una manna dal cielo, indispensabile per il riscaldamento del clima e, di conseguenza, per la sopravvivenza.

Con la testa piena di pensieri che si sommavano e vorticosamente si alternavano nella mente, il ragazzo, che non riusciva a ragionare perfettamente, fece un rapido resoconto e inizio a compiere le solite operazioni che svolgeva ogni mattina, in modo da ridurre la tensione e arrivare tranquillo alla sua prima lezione. Quindi, dopo la solita colazione, una rapida doccia, si vestì più comodamente possibile e uscì di casa, pensando di essere largamente in anticipo, dimenticandosi che quel giorno il sole era sorto leggermente in ritardo, ritardando le operazioni.

La conseguenza fu che al suo arrivo in accademia, dopo esser entrato e aver realizzato già in parte il suo sogno e aver placato l’euforia iniziale dovuta all’entrata in quel luogo, guardando l’orologio appeso al muro del corridoio si accorse di essere terribilmente in ritardo, e aumentò il ritmo delle operazioni, iniziando di fatto a correre per il corridoio, perdendo l’occasione di vivere quelle speciali emozioni tipiche del primo giorno di scuola, quali l’eccitazione dovuta alla nuova avventura, la paura di sbagliare, la freschezza che si respirava in quel nuovo luogo tanto desiderato, il sapore della vittoria.

E così alla fine il giovane Zoro arrivò finalmente all’aula designata, davanti alla quale si fermò un attimo prima di entrare.
§Speriamo che il sensei non sia già all’interno, sono sicuro che si arrabbierebbe infinitamente con me, e potrebbe escludermi già da oggi dalle lezioni…potrei sempre fingere che mi sia successo qualcosa di grave e raccontare una falsità, ma sono sicuro che nella sua infinita esperienza il sensei se ne accorgerebbe immediatamente, e si adirerebbe ancora di più. Vuol dire che improvviserò una volta dentro.§

E così dopo aver raccolto un po’ di coraggio si decise e spalancò la porta, poi subito buttò un occhio all’interno per capire se il sensei fosse già arrivato, e con grande soddisfazione si rese conto che la cattedra era vuota e vi erano solo studenti come lui; quindi, sollevato dalla scoperta appena effettuata, entrò e si sedette al primo banco libero.
 
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.:[Exanima]:.
view post Posted on 9/3/2008, 16:03




CITAZIONE
Narrato
• Parlato
• Parlato Esterno
Pausa [...]

Controllavo con estrema cura ciò che accadeva attorno a me, non che vi fosse poi molto da vedere comunque; un’infinita distesa di granelli dorati copriva tutto, a partire dai miei piedi, fino a lontani chilometri, ogni tanto, si notava la sagoma di una cactus che lottava trattenendo la poca acqua che riusciva a catturare per vivere. Che monotonia, non un’ombra in giro eccetto la mia. Me ne stavo appoggiato ad un vecchio ed alto muro scrostato con le braccia conserte, lo sguardo vigile sorvegliava movendosi in ogni direzione. Ero chunin, e da tempo mi era stato affidato il compito di guardiano della Porta Ovest; era una tale noia, tutto il giorno con la schiena su una parete di blocchi e cemento a scorgere figure da perquisire per permettergli o no l’entrata nel Villaggio. Il brutto però, era che nessuno giungeva a Suna, non era una rinomata meta turistica, ma era un lavoro che andava fatto, ed il destino aveva scelto me per compierlo. Ma quel giorno sarebbe stato un pizzico diverso da tutti gli altri; avevo ricevuto la mattina stessa, una lettera la quale diceva che mi sarei dovuto recare appena finito il turno in Accademia; non poteva non essere che una richiesta d’insegnamento. Non che fosse il mio campo preferito allevare ragazzini per fargli diventare shinobi degni di tale nome, ma piuttosto che continuare a stare quasi mezza giornata a cuocermi sotto il rovente sole,che con troppa foga sfrecciava raggi a destra ed a manca, ero disposto ad accettare quell’incarico.

L’orologio segnava le 18:00 spaccate, l’orario lavorativo era finito anche per quel giorno, un Chunin era già arrivato sul loco pronto a darmi il cambio per salvaguardare la Porta fino al mattino successivo. Di corsa, mi diressi verso l’Accademia Ninja sunese, saltavo a gran velocità di tetto in tetto, cercando di accorciare il più possibile il tragitto. Già da distante si scorgeva la figura della struttura, che imponente svettava fra le piccole case che caratterizzavano il Suna.
Dopo poco viaggiare, mi si parò d’innanzi l’importante edificio; la sua grandezza sembrava quasi estranea, le abitazioni qui erano piccole e basse, condizionate dal basso reddito della gente. L’unica possibilità di guadagno sufficiente ad una vita normale era intraprendere la carriera ninja, cosa che ahimé non era possibile per tutti. Avanzai verso la porta, che si aprì dopo aver mosso la maniglia; nel frattempo pulii i calzari sullo zerbino antistante, che venne coperto parzialmente da un poca di sabbia portatami dietro dal deserto. Chiusi tirando, e con sguardo vago guardavo in giro; c’era solo uno shinobi nei paraggi, portava un pizzetto chiaro ed una carnagione piuttosto abbronzata, caratteristica dei ninja del posto che ricevono costanti stimoli alla melanina; la testa era coperta da una bandana. Mi apostrofò amichevolmente, mostrando un perfetto sorriso.

• Ti stavo aspettando, Tetsu Urokawa. Ti comunico che per ordini da parte del Kazekage sei stato inserito nella lista dei maestri del Villaggio. Purtroppo qui non sono molti quelli che hanno doti necessarie ad insegnare, e tu rientri in quei pochi. Non sarà un lavoro facile, ma comunque meglio di quello che hai attualmente, no? Il tuo corso partirà tra tre giorni, alle 8:30 del mattino, sii puntuale; esso si terrà nell’aula numero sei, al piano di sopra. Buona fortuna, e mi raccomando, che non ti salti in mente di far esplodere creature d’argilla in classe, ok? Vado, ci si vede.

Risi sentendo l’ultima frase, non ero così pazzo da usare certe bombe in un luogo di tale livello. La mia abilità innata era quella di impastare argilla per dare vita a creazioni dal potere esplosivo molto elevato; il tutto avveniva nelle due bocche situate nei palmi delle mia mani, che adesso erano serrate in riposo. Mi ero guadagnato una certa posizione grazie ad esse. Il chunin fuggì il un turbinio scuro, scaricando vento a 360°, che mosse la mia capigliatura ordinata di colore rosso scuro; i miei occhi smeraldini vennero coperti dai lunghi fili vermigli fino a quando la mia mano non andò a prenderli per portarli al loro posto. Ero felice, se mi ritenevano adatto ad insegnare significava che ero un buon ninja, che aveva tutte le carte in regola per svolgere la mansione affidatami.

Uscii dal futuro luogo di lavoro, scattando rapidamente verso casa. Avevo voglia di riposarmi, di passare la serata sdraiato sul divano a non fare nulla con un bicchiere di buon saké in mano. Arrivato nella mia abitazione, slacciai la cintura con annessa una tasca porta armi e l’appoggiai sul primo mobile che capitava, poi mi diressi in bagno. Tolsi i miei vestiti inzuppati di sudore, pantaloni, maglia e la fascetta che portavo sulla fronte, ed infine i calzari. Entrai nella doccia, che nel frattempo era diventata abbastanza calda, e mi lasciai levigare dalla scrosciante acqua che dirompente usciva. Dopo minuti di totale relax, arrestai il flusso del liquido ed indossai un accappatoio; una nuvola di vapore mi catturò, aprii subito la finestra per permettere al gas di fuoriuscire; scappavo in camera infreddolito. Mi vestii “da casa” con una tuta leggera, e come un normale essere umano, mi dedicai alle faccende di casa, fino all’ora di cena. Come pasto preparai una ciotola di buon rame, dopo ciò arrivò l’ora del meritato riposo. Presi una bottiglia che conteneva il migliore liquore che avevo in casa, e ne versai fino a riempire un bicchiere di piccola portata. Lo gustavo lentamente, il suo sapore forte andava giù per l’esofago, lo sentivo bruciare, ma l’aroma che lasciava in bocca era davvero piacevole, e continuai a sorseggiare fino a quando non svuotai il piccolo recipiente vitreo, non ne rimase una singola goccia.
Infine, come da copione, mi stesi sul comodo divano, pensando ed immaginando come sarebbe stato l’avvenire prossimo: io in classe, circondato da studentelli inesperti, a far apprendere loro le basi per renderli abili genin,
M’addormentai, immerso in una battaglia fra me ed i miei allievi.

[…]

I due giorni che separavano la comunicazione di promozione a sensei dall’inizio del corso volarono via come nulla, sembravano fossero passate poche ore. Il dì dell’inizio era arrivato.
Mi svegliai assordato dal frastuono prodotto dalla mia sveglia; rigiravo nel letto senza voglia di alzarmi, e con la mano destra a tentativi cercavo di afferrare quell’aggeggio rumoroso, e quando lo imprigionai fra le mie dita, spinsi in tasto dell’avvio del suono. Mugugnavo, avevo un dovere da compiere ma la volontà quella mattina era sotto zero. Con sforzo mi imposi di alzarmi da quel soffice e caldo letto, ed a malavoglia mi diressi in cucina per fare un’abbondante colazione. Dopodichè andai in bagno dove curai l’igiene personale e mi pettinai; la mia criniera sembrava un puntaspilli, ogni capello era rizzato verso l’alto. Ultima tappa fu la camera da letto, nella quale mi vestii con abiti leggeri, accompagnando il tutto con l’abituale fascia sulla fronte. Per concludere, allacciai sulla coscia destra e attorno alla vita un paio di tasche porta armi. Ero pronto, per uscire dall’abitazione e recarmi nel luogo prescelto; ero un po’ teso, era la prima volta che mi cimentavo nell’istruire giovani e speranzosi ragazzi per creare un uomini che avrebbero aggiunto punti alla forza militare del Paese del Vento.

Chiusi la porta di legno di bella fattura alle mie spalle, trascinandola verso di me tirando il pomello dorato che rifulgeva sotto i raggi mattutini. Erano circa le otto e venti, e già l’aria iniziava ad essere soffocante; tutto era intinto d’un bel giallo molto intenso, il metallo brillava e rifletteva la luce ovunque, il sole sembrava dare egli stesso il buongiorno bussando alle finestre, molte delle quali con gli scuri posti sui vetri, poca gente sembrava accoglierlo nelle proprie case.
Balzai su un tetto, e cominciai a correre, attutendo il passo utilizzando la mia abilità “Movimenti Silenziosi” per non creare disturbo a chi ancora si era stretto fra le Braccia di Morfeo. Mi muovevo a buona velocità, non impiegai molto tempo prima di arrivare presso l’accademia di Suna. Entra affrettato, un orologio stava appeso al muro antistante l’entrata: mancava un minuto all’orario fissato. Non potevo arrivare in ritardo all’appuntamento, non sarei stato fonte di esempio, inoltre chissà cosa avrebbero pensato di me i miei allievi. Imboccai un corridoio, alla fine del quale stava una rampa di scale, che mi avrebbe portato al primo piano, ove era situata l’aula numero sei. Salii l’ultimo scalino
, una goccia di sudore scivolò sulla fascetta, mancava pochissimo tempo alla mezza. Guardandomi a destra ed a sinistra, localizzai la mia classe, e di corsa raggiunsi la porta; poco prima di entrare mi sistemai i capelli specchiandomi su una finestra posta davanti. Cercai di non far vedere gli sforzi dovuti alla breve ma intensa corsa, quindi mi decisi ad entrare, facendo pesante la camminata, atta ad attirare l’attenzione dei giovani. M’accomodai senza pronunciare ancora parola; scrutavo i presenti da capo a piè, e mi accorsi che qualcuno non era venuto. Cominciamo bene, già due bocciati, ne erano rimasti cinque in tutto. Portai avanti la sedia aiutandomi con le mani, dopodichè decisi che era ora di parlare.

• Buon giorno, il mio nome è Testu Urokawa e sarò il vostro sensei durante questo corso. Coloro che non si sono presentati prima del mio arrivo sono considerati bocciati, dovranno aspettare l’apertura del gruppo sette per poter tentare di diventare Ninja. Direi di iniziare a conoscerci, quindi adesso, uno alla volta, rivelerete il vostro nome parlerete un po’ di voi. Infine, direte il perché della scelta di questo lungo e duro cammino. Siate sinceri.

Conclusi con una brevissima frase, mi misi un po’ più comodo ed assunsi un’aria di interessamento verso gli studenti, ero curioso di sentire i motivi di tale scelta, tra cui era probabile fosse presente il denaro e la vendetta. Avrei saputo presto se ci avevo azzeccato. Nell’aria si respirava un mix di stati d’animo: paura, gioia, determinazione, tensione. Quest’ultima poi, sembrava quasi palpabile, anche da parte mia ve ne era un pizzico; a fine esperienza avrei capito come mi ero comportato durante la permanenza con gli allievi. Io in primis volevo sapere se ero portato per questo genere di attività, ed in caso di esito positivo, avrei accettato altri incarichi da sensei nel caso me lo chiedessero.


CITAZIONE
Finalmente sono riuscito a postare xD allora, penso abbiate notato che per questa volta non ho deciso di mettere un limite minimo di righe; volevo capire come ruolate di vostro, senza imporre nulla. Qui sotto, esporrò i miei giudizi.
Sasori Uzumaky: non c’è male, qualche errore probabilmente di battitura. Da adesso in poi, dovrai allungare il post della lunghezza minima da me decisa ^^
Bomba-sama2: non c’è male nemmeno per te, sei un po’ meglio di Sasori, il tuo modo di scrivere è buono. Per la lunghezza, vedi discorso sopra. ^^
Lugymi Nikagara: benissimo, post lungo e ben scritto, va bene ^^
Sangue Nero: non sei male nemmeno tu, questo post era un po’ corto, mi raccomando da adesso in poi allunga ^^
Cagnellone: fra te e lugymi c’è una bella gara. Anche il tuo post è lungo e scritto bene ^^

Ecco un indice di gradimento per questo turno:
-Lugymi/cagnellone
-Bomba-sama2
-sangue nero/sasori uzumaky

Lugymi e cagnellone ottengono l’energia gialla ^^ complimenti ^^

Rispondete scrivendo un minimo di 35 righe ^^

PS: Non disperate, l’accademia è appena cominciata, sono sicuro che riuscirete a migliorare ^^



Edited by .:[Lan Hikari]:. - 9/3/2008, 16:42
 
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Lugymi Nikagara
view post Posted on 11/3/2008, 00:59




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Narrato
Parlato Minashi
§ Pensato §

Scheda Minashi delle Sabbie Nere

..:: La Classe ::..


Minashi si rese conto che la pazienza non era proprio il suo forte. Era seduto su quel banco da pochi minuti e già freneticamente "ticchettava" una dopo l'altra le dita sulla superficie lignea sulla quale poggiava. Si guardò intorno, la classe era abbastanza spaziosa. Lui si trovava in seconda fila, sulla destra, vicino la parete. Alzò lo sguardo, qualche crepa s'intravedeva negli angoli in alto, questo gli fece ricordare il duro lavoro che dovette compiere per risistemare la sua dimora quando fece ritorno a Suna. Quando la quiete diventò abitudine si sentì un colpo provenire dalla porta di ingresso. Il ragazzo si alzò in piedi.

§ Finalmente è arrivato il Sensei? §

Entrò in modo goffo e disarticolato un altro studente, per poco non sfondò la porta. Era alto circa 170 cm, poco robusto e con i capelli di un rosso quasi ruggine. Sicuramente era più piccolo di Minashi. Senza dire o fare gesti si sedette nel banco davanti al ragazzo.

§ Cominciamo bene. Se sono tutti così mi divertirò ben poco. §

Una riflessione si fece largo nella sua testa. Ognuno di quei ragazzi aveva una motivazione per essere lì. Chissà quanti di loro sarebbero riusciti nell'impresa di diventare veri shinobi.
Cosa avrebbe fatto in caso di fallimento non se lo era mai chiesto. Non aveva minimamente valutato quella ipotesi.
Prima di risedersi si slacciò il mantello e con fare plateale lo sfilò facendolo ruotare da sinistra verso destra. Diede due colpi con la mano per far cadere i granelli di sabbia e lo appoggiò sopra un altro banco per evitare che si sgualcisse. Tirò indietro la sedia e si sedette. Teneva le braccia a penzoloni e stava in equilibrio solo sui due piedi posteriori.
La porta si spalancò nuovamente. Entrò un altro ragazzo totalmente diverso da quello precedente. Era alto circa come Minashi, ma sicuramente più grande di età. Indossava una bandana blu dalla quale precipitavano i suoi capelli biondi. Appena varcò la soglia diede uno sguardo alla classe e si posizionò nel primo banco libero.

§ Almeno questo sembra un po' più sveglio. Voglio vedere quando si presenterà questo misterioso sensei. §

Sbuffò spazientito. Adesso 5 ragazzi attendevano il loro destino. L'atmosfera era distesa, ma dai loro sguardi si percepiva un po' di tensione.
L'attesa finalmente fu interrotta dall'arrivo del sensei.
Minashi sentì improvvisamente dei passi pesanti e grazie ad un riflesso riprese per poco l'equilibrio.
Entrò nella classe e si accomodò senza proferire parola. Osservava i componenti del corso in modo minuzioso. Sembrava quasi fosse un po' affaticato. Probabilmente sentendosi in ritardo aveva forzato l'andatura.
Prima di parlare si portò avanti con la sedia come se avesse voluto aiutare le parole a fluire dalla sua bocca.

..:: La Presentazione ::..


L'attesa che intercorse tra il movimento delle sue labbra e il sonoro delle parole fu infinita. In quel momento Minashi si accorse che doveva fare sul serio. Non poteva permettersi assolutamente di fallire. Una volta terminata l'accademia avrebbe potuto continuare le sue ricerche.

CITAZIONE
Buon giorno, il mio nome è Testu Urokawa e sarò il vostro sensei durante questo corso. Coloro che non si sono presentati prima del mio arrivo sono considerati bocciati, dovranno aspettare l’apertura del gruppo sette per poter tentare di diventare Ninja.

Fissava attentamente il sensei dietro la cattedra. Cercava di capire che tipo fosse. Percepiva un po' di tensione anche in lui. Magari era il suo primo corso. Sapeva che per richiederne uno bisognava essere minimo chunin. Poteva anche capitare che dall'altra parte ci fosse un Jonin o addirittura un Anbu.

§ Già due bocciati. Questo Sensei non scherza per niente. Dovrò impegnarmi al massimo per passare questo corso. Non sarà un problema. Ho fiducia in me stesso. §

CITAZIONE
Direi di iniziare a conoscerci, quindi adesso, uno alla volta, rivelerete il vostro nome parlerete un po’ di voi. Infine, direte il perché della scelta di questo lungo e duro cammino. Siate sinceri.

La domanda fu chiara ed esplicita. Una semplice presentazione. Dal suo sguardo sembrava davvero che gli interessasse sapere chi fossero i suoi alunni. Magari era una semplice formalità.
Minashi si guardò attorno, non volava una mosca. Il caldo cominciava a farsi sentire e misto alla tensione creava una gabbia soffocante. Il timore di dire qualche stupidagine bloccava le lingue. Partire con il piede sbagliato avrebbe compromesso l'intero corso.


§ Non parla nessuno, ma di cosa hanno paura? §

Sensei buongiorno. Se permette inzio io.

Disse con voce sicura. Non temeva quella persona. In fin dei conti voleva solamente ottenere il grado di genin. Il resto non gli interessava. Ricordò il momento dell'iscrizione. Passò per caso da quelle parti e decise di entrare in accademia. Il fato non aveva alcuna responabilità. Ora si trovava lì e voleva arrivare fino in fondo.
Per quanto riguardava la presentazione avrebbe detto il minimo indispensabile.


Mi chiamo Minashi delle Sabbie Nere. Ho 15 anni e sono un cittadino di Suna. Anche se sono nato qui è da poco che sono tornato al villaggio.
Ho scelto la strada dello Shinobi per coronare anni di duro allenamento.


Nel suo cuore sapeva benissimo che non era quella la vera motivazione. Lui si era sempre allenato con la convizione che quella fosse la sua strada. Non si sentiva assolutamente in debito con la vita per i suoi sacrifici. Prese fiato e continuò.

La motivazione più profonda è la ricerca dei miei genitori. Non li ho mai conosciuti e vorrei diventare un ninja importante per ottenere le informazioni che mi servono.

Quanti dubbi sul suo passato. Ogni volta che provava a ricostruirlo esplodeva nella sua mente il ricordo del suo Maestro. Soprattutto delle sue ultime parole. Se fosse stato vero che i suoi genitori l'avessero abbandonato solamente per proteggerlo li avrebbe perdonati. Ma a quel punto la vendetta contro il Signore Feudale sarebbe stata imminente.

Sensei io ho finito. Non ho nient'altro da aggiungere.

Il giovane si sedette nuovamente e aspettò che gli altri facessero la loro presentazione. Non che gli interessasse molto, ma era l'unico modo per passare il tempo. Immergersi nuovamente nei suoi pensieri avrebbe significato uno stress psicologico notevole.

§ Ma quando iniziamo con qualcosa di più pratico. Comincio a perdere davvero la pazienza. §

Quando era piccolo, in quel di Tugai, trascorse la sua infanzia sopra i libri di teoria del mondo ninja. Il suo Maestro lo costringeva a passare ore in biblioteca a studiare. La noia di quel periodo era ancora vivida nella sua mente. Sperava profondamente che non avrebbe dovuto subire torture come domande su cosa fosse il chakra e sulla sua essenza.



 
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sangue nero
view post Posted on 11/3/2008, 14:36




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narrato
parlato
pensato
parlato da altri


.:Un Peso Di Meno:.



Improvvisamente sentii dei passi fuori dall'aula,probabilmente di un insegnante o di un allievo in ritardo.Improvvisamente si fermarono,proprio davanti alla stanza S6. Silenzio. Questo era tutto ciò che si "sentiva". Poi ecco che la porta si aprii, con un fruscio. Un ninja di Suna entrò con passo pesante, atto ad attirare l'attenzione degli allievi,probabilmente. Si incamminò senza proferire parola verso la cattedra,squadrando tutti i presenti,proprio come fa un serpente prima di ghermire una vittima. Si accomodò sulla sedia.
Mi guardai intorno:era importante sapere quanti avversari erano rimasti.Li contai,erano quattro. Quattro avversari da battere.Oppure quattro sconosciuti da farsi amici,ma sempre per raggiungere il mio scopo. Ero impaziente,prima si iniziava,meglio era. Potevano essere passati anche pochi secondi,ma a me parvero attimi.Ero molto insofferente.
Che pizza questo sensei.Quando si decide a comportarsi come tale.Sta lì,fermo,a squadrarci.Si muova!
Avrei voluto urlare.Avevo un terribile mal di testa.Anche la gola mi faceva male ed era secca. Avvenne tutto così,tutto in un lampo.Una serie di dolori che non fecero altro che rendermi più acido ed impaziente di quanto non fossi già.Finalmente il sensei si decise a parlare.
Buon giorno, il mio nome è Testu Urokawa e sarò il vostro sensei durante questo corso. Coloro che non si sono presentati prima del mio arrivo sono considerati bocciati, dovranno aspettare l’apertura del gruppo sette per poter tentare di diventare Ninja. Direi di iniziare a conoscerci, quindi adesso, uno alla volta, rivelerete il vostro nome parlerete un po’ di voi. Infine, direte il perché della scelta di questo lungo e duro cammino. Siate sinceri.
Si alzò subito un compagno.Aveva dimostrato un grande coraggio e per questo meritava di essere rispettato. Lo osservai attentamente. Era alto,di certo più di me.Almeno un metro ed ottanta. Aveva una lunga chioma di capelli biondi. Non riuscii a vedere bene gli occhi,notai solo che erano scuri.Ma non importava,non mi ci dovevo mica fidanzare!
Mi chiamo Minashi delle Sabbie Nere. Ho 15 anni e sono un cittadino di Suna. Anche se sono nato qui è da poco che sono tornato al villaggio.
Ho scelto la strada dello Shinobi per coronare anni di duro allenamento.La motivazione più profonda è la ricerca dei miei genitori. Non li ho mai conosciuti e vorrei diventare un ninja importante per ottenere le informazioni che mi servono.
Sensei io ho finito. Non ho nient'altro da aggiungere.

Che tenerezza.Quasi quasi mi fa piangere....QUASI. Meno male che non ha nient'altro da aggiungere:prima si finiscono le presentazioni,prima si diventa ninja,prima divento forte.
A questo punto mi alzai io.Prima mi guardai intorno,ma nessuno sembrava voler intervenire.Forse avevano bisogno di un altro incentivo.Fissai negli occhi il maestro.Gli volevo far capire che ci avrei messo anima e corpo per raggiungere il mio obbiettivo.
Il mio nome è Gaara Riverwind.Ho undici anni.Sono un cittadino sunese,ma non sono nato in questo villaggio.Non so niente dei miei genitori e sono stato soccorso da una coppia di ninja di Suna.Ho condotto una vita felice fino a quattro anni fa,quando il mio "neo-padre" venne scoperto da mia "madre" mentre stava con un altra donna.Quel giorno fu il più brutto della mia vita: la persona che avevo amato e considerato come un papà per tutto quel tempo mi abbandonò e la mia mamma morì d'infarto. Voglio diventare un ninja perchè se non fosse stato per un gruppo di chunin probabilmente mi sarei ucciso... non voglio mai più essere debole!
Tentai di nascondere il mio dolore,ma era difficile,terribilmente difficile.Mi ero aperto troppo? Non lo sapevo neanche io,ma il sensei aveva detto di essere sinceri ed io lo ero stato. Non mi ero mai confidato in questo modo con qualcuno. Mi sentivo in un certo senso più libero,più presente a me stesso. In effetti era da un po' che non parlavo seriamente con qualcuno. Mi sedetti.Poi rifeci un "giro paronamico",col mio sguardo,della classe.Ora le persone presenti non mi sembravano più dei semplici mezzi per raggiungere il mio obbiettivo,ma dei compagni,come sarebbero dovuti essere fin dal principio. Ma ce l'avevo con me.In fondo le leggi ninja imponevano agli shinobi di non mostrare nè sentimenti nè debolezze,perchè il nemico poteva far perno su di essi. Io odiavo quel credo. Imponeva ad un ninja di essere una semplice arma,non più un uomo. Ma la cosa bella della vita era il poterla vivere. Essere armi,invece,non lo permetteva.
Improvvisamente una goccia di sudore cadde sul banco. Mi accorsi solo allora del caldo incessante di Suna. Era oppressivo,mi sentivo mancare l'aria. Il mio mal di testa si trasformò in emicrania.La mia gola secca divenne un deserto. Naturalmente,quando tutto sembra andare per il meglio, c'è qualcosa, anche insignificante, che rovina tutto. Questo era il mio caso,più che altro perchè io ero (e sono tutt'ora) molto irascibile e bastava una minima cosa per farmi scattare.Cercai di pensare ad altro,non vedevo l'ora di iniziare. Ero anche curioso.Volevo saperne di più sul sensei.
Chissà se questo sensei sarà un bravo insegnante.Spero che mi faccia apprendere molte nuove tecniche. Poi,avrà delle "macchie" sul suo passato? Dopo questa giornata cercherò di informarmi il più possibile.In fondo,se noi gli dobbiamo dire,anche se a grandi linee,la nostra vita, dobbiamo pur sapere qualcosa su di lui!
 
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cagnellone
view post Posted on 14/3/2008, 19:08




narrato
-parlato-
"pensato"

Un guerriero della luce non ha mai fretta. Il tempo lavora a suo favore: egli impara a dominare l’impazienza, ed evita gesti avventati. Procedendo lentamente, nota la saldezza dei propri passi. Un guerriero non coglie mai il frutto ancora acerbo.

L’attesa per Zoro fu tutt’altro che spiacevole, anzi, era piuttosto soddisfatto di avere un po’ di tempo per scrutare i suoi nuovi compagni e ragionare sul futuro suo prossimo: innanzitutto capì che gli studenti non si conoscevano poiché ognuno si era seduto in posti abbastanza isolati dal resto degli apprendisti, senza contare che nella piccola aula regnava sovrano il silenzio più profondo; si sentiva solo il ticchettio delle dita di uno dei ragazzi che battevano sul banco. A Zoro passò per la testa l’idea di provare a rompere quel silenzio, attaccando bottone con il resto della classe, ma poi pensò giustamente che magari molti di loro non avessero alcuna voglia di parlare, almeno in quel momento così snervante che precedeva l’arrivo del sensei.
In effetti osservando i volti dei compagni la prima impressione fu che tutti fossero abbastanza preoccupati, sentimento abbastanza comprensibile data l’importanza che veniva attribuita dalle persone comuni ai giorni come quello.
§Poveri stupidi, probabilmente molti di questi sciocchi pensano che questo sia il giorno più importante della loro scialba vita; questo non può che essere il pensiero delle persone mediocri, che sia accontentano di piccole emozioni, portate da eventi che nella vita di quelli come me, ovvero quelli che puntano in alto, non sono altro che ordinaria routine.§

Intanto, proprio mentre Zoro ragionava sulla psicologia dei compagni, il sensei fece finalmente capolino dalla porta, risvegliando gli animi ormai annoiati della maggior parte degli studenti: le cose furono subito chiare, la superiorità dell’uomo appena entrato nella sala era evidente anche ad occhi meno esperti, si capiva a un primo sguardo che era un ninja vissuto, con un esperienza inarrivabile per la maggior parte di coloro che si trovavano in quel momento in classe; il chunin/jonin squadrò i giovani apprendisti con uno sguardo glaciale che fece salire un freddo brivido lungo la schiena di Zoro, e non solo probabilmente; poi fece qualche passo verso l’interno della classe ed iniziò a parlare: la sua richiesta fu semplice e prevedibile, voleva sapere, oltre ai nomi di coloro che gli stavano di fronte, cosa aveva spinto dei giovani così in erba ad intraprendere la carriera dello shinobi.

I compagni prima di lui parlarono, come prevedibile, senza problemi del loro passato, che si rivelò, come per ogni ninja che si rispetti, colmo di disavventure e tristi eventi; purtroppo Zoro non poteva parlare con una tale tranquillità del proprio passato e si limitò a dichiarare il proprio nome; perciò si alzò dal proprio posto deciso a prendere la parola:
-Il mio nome è Zoro Shiranui, non so da dove provengo e non mi interessa saperlo, sono orfano dalla nascita e ringrazio di ciò quei bastardi dei miei genitori, perché se non mi avessero abbandonato appena in fasce non avrei sicuramente vissuto le esperienze che mi hanno fatto diventare quello che sono.-

Dopo aver nascosto il più possibile la verità sul suo passato, Zoro rispose alla sua domanda sul suo credo ninja con estrema tranquillità, non avrebbe dovuto che dire la verità, anche se era rischioso parlare cosi apertamente dei segreti del manuale. Perciò la risposta fu molto ambigua:
-Benché abbia passato tutto quello che ho passato, non mi pento dei problemi che mi si sono parati dinnanzi, perche mi hanno portato dove volevo arrivare; porto con me i segni e le cicatrici dei combattimenti; sono la testimonianza di ciò che ho vissuto e le ricompense per quello che ho conquistato, la mia libertà. C’è stato un periodo in cui vivevo ascoltando storie di eroismo. C’è stato un periodo in cui vivevo solo per voglia di vivere. Ma adesso vivo perché sono un guerriero, e per esserlo a tutti gli effetti ho bisogno del suo aiuto, poiché la conoscenza a mia disposizione non è sufficiente per raggiungere i miei obbiettivi, ho bisogno di imparare a combattere.-
 
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Bomba-sama2
view post Posted on 14/3/2008, 20:56




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Narrato
Parlato
Pensato

La Premessa: I Capitolo



Un movimento,delicato,sottile. Si aprì la porta. Un ragazzo entrò spalancando la porta. Sembrava più grande di lui,ma accorgendosi meglio, notò che aveva all’ incirca la sua età. Il movimento della sua mano accennò ad un saluto. Rispose ,guardandolo negli occhi. Un gelido pensiero lo pervase. Non impossibile..sogno come sempre. Si guardò attorno. Se non foste stato per le persone presenti nell’ aula,gli sarebbe apparsa un “cimitero”.Un altro rumore seguito dall’apertura della porta. Uno studente era comparso sulla soglia. Ha un atteggiamento un po’ infantile,come se vorrebbe attaccare bottone…… Non era il momento di farselo nemico,ma l’ atteggiamento lo faceva davvero irritare. Guardò di nuovo lo “strano amico”di prima .Sembra come me un po’ impaziente. Ma non lo vedo per niente scoraggiato….si prospetta bene. Si voltò di scatto. Una figura era comparsa all’”orizzonte”.Un ragazzo alto incominciò a muovere le labbra
CITAZIONE
• Buon giorno, il mio nome è Testu Urokawa e sarò il vostro sensei durante questo corso. Coloro che non si sono presentati prima del mio arrivo sono considerati bocciati, dovranno aspettare l’apertura del gruppo sette per poter tentare di diventare Ninja. Direi di iniziare a conoscerci, quindi adesso, uno alla volta, rivelerete il vostro nome parlerete un po’ di voi. Infine, direte il perché della scelta di questo lungo e duro cammino. Siate sinceri.Non me lo sarei aspettato,pensavo fosse un po’ più vecchio”.L’animo era scosso dalle parole pronunciate.Raccontare la verità di ciò che è avvenuto durante la vita.Non rispose subito,pensò prima sul da farsi.Intanto già alcuni ragazzi incominciarono a parlare.Mi chiamo Minashi delle Sabbie Nere. Ho 15 anni e sono un cittadino di Suna. Anche se sono nato qui è da poco che sono tornato al villaggio.
Ho scelto la strada dello Shinobi per coronare anni di duro allenamento. La motivazione più profonda è la ricerca dei miei genitori. Non li ho mai conosciuti e vorrei diventare un ninja importante per ottenere le informazioni che mi servono

Un sogno,una motivazione ben valida per spingere una persona a diventare uno shinobi,e sembra pronto a tutto.
CITAZIONE
Il mio nome è Gaara Riverwind.Ho undici anni.Sono un cittadino sunese,ma non sono nato in questo villaggio.Non so niente dei miei genitori e sono stato soccorso da una coppia di ninja di Suna.Ho condotto una vita felice fino a quattro anni fa,quando il mio "neo-padre" venne scoperto da mia "madre" mentre stava con un altra donna.Quel giorno fu il più brutto della mia vita: la persona che avevo amato e considerato come un papà per tutto quel tempo mi abbandonò e la mia mamma morì d'infarto. Voglio diventare un ninja perchè se non fosse stato per un gruppo di chunin probabilmente mi sarei ucciso... non voglio mai più essere debole!

Urca deve fare male scoprire due genitori tradirsi,capisco che vuole essere forte,ma non ci arrivera certo cosi.Non voleva giudicare,soprattutto perché lui era il meno adatto per questo.Il ragazzo infantile parlò
CITAZIONE
: Il mio nome è Zoro Shiranui, non so da dove provengo e non mi interessa saperlo, sono orfano dalla nascita e ringrazio di ciò quei bastardi dei miei genitori, perché se non mi avessero abbandonato appena in fasce non avrei sicuramente vissuto le esperienze che mi hanno fatto diventare quello che sono.Prese un attimo di respiro per poi riparlare: Benché abbia passato tutto quello che ho passato, non mi pento dei problemi che mi si sono parati dinnanzi, perche mi hanno portato dove volevo arrivare; porto con me i segni e le cicatrici dei combattimenti; sono la testimonianza di ciò che ho vissuto e le ricompense per quello che ho conquistato, la mia libertà. C’è stato un periodo in cui vivevo ascoltando storie di eroismo. C’è stato un periodo in cui vivevo solo per voglia di vivere. Ma adesso vivo perché sono un guerriero, e per esserlo a tutti gli effetti ho bisogno del suo aiuto, poiché la conoscenza a mia disposizione non è sufficiente per raggiungere i miei obbiettivi, ho bisogno di imparare a combattere.

Forse mi sono sbagliato su di lui.Nonostante che il ragazzo non abbia avuto timore nel pronunciare le parole,nascondeva nel profondo una grande debolezza d’animo.Tutti nel proprio “io”nascondono un “fanciullo. La solitudine è il peggior dei mali.Respirò,poi alzò la mano per prendere la parola."Il mio nome è Deidara,sono figlio di due shinobi abili.La mia storia puo essere interpretata nel modo in cui volete.Può sembrare triste,ridicola,assurda.Non m' importa.

Prese un respirò profondo:
Tre anni fa i miei genitori sono stati assassinati da un ninja traditore. Il mio desiderio non è solo la vendetta ,ma anche desiderare una giustizia. Mantenere l’ ordine del villaggio è il mio scopo primario,per fare in modo che altri atti del genere non debbano più accadere. Userò qualsiasi arma acquisita per adempiere al mio nindo.La fronte era sudata,il volto in parte coperto dai capelli. Ora sono curioso di sentire l’ ultimo ragazzo che non aveva ancora parlato.Vide il volto del sensei,che faceva trasparire allegria e tranquillità.”Ci può insegnare molto questo qui”

 
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Sasori Uzumaky
view post Posted on 14/3/2008, 21:43




L'arrivo del sensei


SPOILER (click to view)
Narrato
Parlato
Pensato


Quando era arrivato in classe non c'era nessuno, si era seduto molto comodamente sulla sedia vicino la finestra del primo banco a destra, in quella piccola attesa che gli sembrava lunghissima cercava di trovare qualche passatempo, si mise a esaminare il banco, cercando di leggere qualcuna delle frasi che erano state scritte molto tempo fa forse con un taglierino, un kunai o qualcosa di simile, ma decifrare quelle strane scritte non era affatto semplice, questa infatti, era una cosa che richiedeva molta concentrazione, e, lui, in quel momento sentiva il bisogno di rimanere sciolto e di non fissarsi su una sola cosa, così cominciare a contare gli oggetti che si trovavano nella classe, prima le mattonelle poi il numero delle inferriate...
Queste piccole cose potevano sembrare giochi da bambini ma erano un'ottima arma per rimanere calmi...
Tutto ad un tratto però quei pochi banchi si riempirono, si accorse subito che mancavano due studenti.
Chissà come mai non si sono presentati, tanto meglio, due in meno, il corso finirà prima.
Sasori si era trovato seduto vicino ad un certo bomba-sama 2, non lo conosceva affatto ma già dalle prime occhiate gli sembrava una brava persona che un giorno sarebbe diventata qualcuno di molto importante.
Tra di loro c'era come una sorta di similitudine; come se avessero trascorso la stessa vita... Dopo qualche minuto si mise a scrutare un po gli altri...
Minashi delle sabbie nere si comportava in modo molto impaziente... nel vederlo Sasori sorrise, anche lui non ce la faceva più ad aspettare e in un certo senso si rispecchiavano a vicenda nel carattere.
Mentre continuava a guardare gli altri studenti entrò il sensei che si presentò subito in modo chiaro e imperativo, quasi per spezzare la tensione che era quasi palpabile...
CITAZIONE
Buon giorno, il mio nome è Testu Urokawa e sarò il vostro sensei durante questo corso. Coloro che non si sono presentati prima del mio arrivo sono considerati bocciati, dovranno aspettare l’apertura del gruppo sette per poter tentare di diventare Ninja. Direi di iniziare a conoscerci, quindi adesso, uno alla volta, rivelerete il vostro nome parlerete un po’ di voi. Infine, direte il perché della scelta di questo lungo e duro cammino. Siate sinceri.

Il Sensei si era presentato in modo chiaro e semplice, e si mostrava complice ad ascoltare le nostre storie...
Minashi cominciò subito a parlare e a raccontare di sè, anche lui ha avuto un'infanzia difficile, non aver mai conosciuto i propri genitori, ogni giorno con il pensiero di sapere se sono vivi o erano deceduti, per cause naturali o per omicidio.
CITAZIONE
Mi chiamo Minashi delle Sabbie Nere. Ho 15 anni e sono un cittadino di Suna. Anche se sono nato qui è da poco che sono tornato al villaggio.
Ho scelto la strada dello Shinobi per coronare anni di duro allenamento.
La motivazione più profonda è la ricerca dei miei genitori. Non li ho mai conosciuti e vorrei diventare un ninja importante per ottenere le informazioni che mi servono. Sensei io ho finito. Non ho nient'altro da aggiungere

Sasori lo capiva perfettamente, lui, li aveva conosciuti i genitori ma li aveva visti anche soffrire e morire mentre cercavano di difenderlo...
Poi c'erano Gaara Riverwind e Zoro Shiranui, che parlarono subito dopo Minashi. A differenza di Minashi loro erano evidentemente più calmi, ma erano anche un pò altezzosi, sembravano mostrare un senso di disprezzo per noi tre.
CITAZIONE
Il mio nome è Gaara Riverwind.Ho undici anni.Sono un cittadino sunese,ma non sono nato in questo villaggio.Non so niente dei miei genitori e sono stato soccorso da una coppia di ninja di Suna.Ho condotto una vita felice fino a quattro anni fa,quando il mio "neo-padre" venne scoperto da mia "madre" mentre stava con un altra donna.Quel giorno fu il più brutto della mia vita: la persona che avevo amato e considerato come un papà per tutto quel tempo mi abbandonò e la mia mamma morì d'infarto. Voglio diventare un ninja perchè se non fosse stato per un gruppo di chunin probabilmente mi sarei ucciso... non voglio mai più essere debole!

L'infanzia di Gaara era stata meno critica della nostra, ma cercava di rendere la storia più tragica forse per far colpo sul sensei che sembrava quasi non umano, non mostrava nessun'emozione.
Sasori stava proprio per parlare quando Zoro, con senso di superiorità volle parlare prima di lui.
CITAZIONE
-Il mio nome è Zoro Shiranui, non so da dove provengo e non mi interessa saperlo, sono orfano dalla nascita e ringrazio di ciò quei bastardi dei miei genitori, perché se non mi avessero abbandonato appena in fasce non avrei sicuramente vissuto le esperienze che mi hanno fatto diventare quello che sono.-
-Benché abbia passato tutto quello che ho passato, non mi pento dei problemi che mi si sono parati dinnanzi, perche mi hanno portato dove volevo arrivare; porto con me i segni e le cicatrici dei combattimenti; sono la testimonianza di ciò che ho vissuto e le ricompense per quello che ho conquistato, la mia libertà. C’è stato un periodo in cui vivevo ascoltando storie di eroismo. C’è stato un periodo in cui vivevo solo per voglia di vivere. Ma adesso vivo perché sono un guerriero, e per esserlo a tutti gli effetti ho bisogno del suo aiuto, poiché la conoscenza a mia disposizione non è sufficiente per raggiungere i miei obbiettivi, ho bisogno di imparare a combattere.-

Sasori non volle discuterne e lo lasciò parlare...
Ma chi si crede di essere? Meglio lasciar stare non voglio attaccare briga con nessuno, la faccenda si dovrà risolvere altrove con un duello...
A conferma di ciò che aveva pensato Sasori, Zoro sparlò in modo esagerato dei suoi genitori... Sasori dentro di sè stava per scoppiare anche se non lo dava a vedere...
Come si permette di sparlare in questo modo dei suoi genitori, anche se è stato abbandonato sono sempre le persone che ti hanno messo al mondo e poi avranno avuto i loro buoni motivi...
Ma se sei solo uno studente, non hai niente in più e niente in meno di noi... Basta ora... Meglio che mi presenti anch'io
Dopo questo Zoro si descriveva come un gurriero che avesse affrontato molte battaglie e che avesse gia temprato il suo carattere a differenza nostra...
Poi si accorse che anche Bomba-sama 2 stava per parlare e gli lasciò campo libero... Aveva un passato molto simile a quello di Sasori, anche lui era accecato dal desiderio di vendetta...

CITAZIONE
"Il mio nome è Deidara,sono figlio di due shinobi abili.La mia storia puo essere interpretata nel modo in cui volete.Può sembrare triste,ridicola,assurda.Non m' importa.
Tre anni fa i miei genitori sono stati assassinati da un ninja traditore. Il mio desiderio non è solo la vendetta ,ma anche desiderare una giustizia. Mantenere l’ ordine del villaggio è il mio scopo primario,per fare in modo che altri atti del genere non debbano più accadere. Userò qualsiasi arma acquisita per adempiere al mio nindo

Finalmente era giunto il suo turno, si alzò e cominciò a raccontargli la cupa storia del suo passato...

Buongiorno Sensei, mi presento, sono Sasori Hatake, ho 14 anni e vivevo nel centro di Suna. I miei genitori erano due shinobi abili nella creazione di marionette. Credo che lei abbia già avvertito il mio desiderio di vendetta, ma voglio raccontarvi la mia storia nei particolari. La mia famiglia è stata assassinata la notte del mio decimo compleanno quando il nostro villaggio fu attaccato da Oto. Da allora la mia vita ha preso un altra strada, avevo di fronte a me un bivio, o mi sarei dovuto rassegnare oppure allenarmi, diventare più forte e vendicare i miei genitori anche se non conosco l'identità degli assassini so che quando ce li avrò davanti me ne accorgerò...

Sasori era contento di aver potuto finalmente confidarsi con qualcuno, il Sensei gli sembrava forse la persona più adatta, anche se era una storia molto complicata e dolorosa per lui, ormai "aveva confessato".
A questo punto si sedette e aspettò la prossima mossa del Sensei.
 
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.:[Exanima]:.
view post Posted on 18/3/2008, 21:36




CITAZIONE
Narrato
• Parlato
Pausa [...]

Regnava un tombale silenzio in quell’aula, incessanti momenti si susseguirono dopo la conclusione delle mie parole. Una tensione comune aveva zittito tutti, nessuno sembrava volersi fare avanti e presentarsi alla classe. Non credevo che in loro covasse una gran timidezza, dopotutto fare il proprio nome e dire quattro cose di se era roba da nulla; che razza ninja sarebbero divenuti se avevano in corpo tal stupida paura? Oh, pardon, non sarebbero diventati shinobi, gente così non può che essere inutile al bene altrui e del villaggio. Era meglio non costringermi ad aprire di nuovo bocca, poiché le parole che sarebbero uscite non sarebbero di certo state d’incoraggiamento.
Quel non rumore iniziava a darmi veramente fastidio, ma finalmente, ad un certo punto, un prode e coraggioso studente si fece avanti. Un certo Lugymi, iniziò salutando cordialmente, poi proseguì enunciando due motivazioni: premiare i propri sforzi e ricercare i suoi genitori.
Vedendo che un primo studente si era offerto, la miccia accese tutti gli altri; il secondo si chiamava Gaara Riverwind, e da piccolo aveva recitato in una triste storia, adesso non ha ne padre ne madre, e voleva scappare dalla debolezza. Anche il terzo, Zoro Shiranui, puntava a diventare più forte, e per ciò disse che necessitava del mio aiuto. Deidara fu il quarto, anch’egli navigava sul mare della vendetta personale. Ultimo, ma di certo non meno importante, era un ragazzo che cercava potere e vendetta, si chiamava Sasori Hatake.
Le presentazioni erano finalmente concluse, si poteva passare alla prima prova.

[…]

Dunque, per attingere alla capacità pratiche, era necessario essere al corrente su quelle teoriche dei miei studenti. Decisi quindi, prima di uscire in cortile a sparare Seal ed a fare altro, di testare gli esordienti con una piccola interrogazione. Che sarebbe stata noiosa lo sapevo anch’io, però si sa bene che senza la conoscenza non si va da nessuna parte. Mi alzai, e presi un gessetto da un piccolo contenitore post sotto il bordo inferiore della lavagna. Scrissi cinque titoli, divisi secondo una lista; ogni frase era preceduta da un trattino. Posai il gesso sulla cattedra e mi apprestai a parlare.

• Prima di andare fuori ed iniziare la parte pratica che sicuramente non vedete l’ora di iniziare, devo sapere quali cose basilari conoscete. Adesso uno alla volta, vi alzerete, sceglierete un titolo e lo esporrete, poi alla fine io vi correggerò nel caso sbagliaste qualcosa.

Mi riaccomodai nuovamente, aspettando che qualcuno iniziasse a spiegare.


CITAZIONE
Scusate il post orrendo, ma essendo stato assente settimana scorsa da scuola, ade mi ritrovo una miriade di verifiche, che mi concedono poco tempo... passo ai giudizi. Questa volta siete stati tutti bravi, chi più come cagnelone e lugymi. che un po' meno come deidara e sangue nero. Bomba-sama male mi dispiace, forse non sapevi che il parlato altrui riportato nel proprio post non conta per arrivare al numero minimo di righe... per sta volta passi, ma che non succeda un'altra volta, poichè la prossima volta taglio le gambine ^^
ecco i titoli:
-Che cos’è il chakra..quindi di che cosa è composto e
-Usi del Chakra...mi sembra ovvio,che dovrete dire a che cosa serve..per il resto non ci sarà bisogno di spiegazioni:
-Circolazione del Chakra
-Tipi di Chakra
-Nature del Chakra.
Non siate troppo minuziosi, una semplice spiegazione esauriente sarà sufficiente ^^ PS: che non veda post ove il contenuto della risposta sia scopiazzato ed incollato da wikipedia o altri fonti simili; se scopro qualcuno, taglio le gambine ^^
fate un post di minimo 35 righe ^^ buon lavoro e scusate ancora

 
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Lugymi Nikagara
view post Posted on 19/3/2008, 20:16




SPOILER (click to view)
Narrato
Parlato Minashi
§ Pensato §

Scheda Minashi delle Sabbie Nere

..:: Motivazioni ::..


Il primo studente che si alzò in piedi per parlare fu Gaara Riverwind. Era il ragazzino che entrò in classe dopo Minashi che per poco non sfondava la porta. Prima di proferire parola si guardò attorno con aria timida. Dalla sua espressione si capiva che volesse una tacita approvazione per poter iniziare il suo discorso.

CITAZIONE
Il mio nome è Gaara Riverwind.Ho undici anni.Sono un cittadino sunese,ma non sono nato in questo villaggio.Non so niente dei miei genitori e sono stato soccorso da una coppia di ninja di Suna.Ho condotto una vita felice fino a quattro anni fa,quando il mio "neo-padre" venne scoperto da mia "madre" mentre stava con un altra donna.Quel giorno fu il più brutto della mia vita: la persona che avevo amato e considerato come un papà per tutto quel tempo mi abbandonò e la mia mamma morì d'infarto. Voglio diventare un ninja perchè se non fosse stato per un gruppo di chunin probabilmente mi sarei ucciso... non voglio mai più essere debole!

Non volersi mostrare debole. Questa era la sua vera motivazione. Così piccolo e già con le idee chiare. Almeno lui per un periodo della sua vita era stato curato e coccolato da due persone. Minashi fu addestrato creuntemente e finì con l'uccidere il proprio maestro. In fin dei conti ognuno aveva la sua storia.

§ Almeno lui ha vissuto un'infanzia felice. Bisogna esser grati per ciò che la vita ci ha donato. Che gesto stupido che stava commentendo. §

Lo studente dopo Gaara prese la parola in modo deciso. Aveva l'espressione un po' altezzosa e per questo Minashi lo osservò con aria dura. I tipi come quello lo innervosivano, avrebbe volentieri voluto dargli una bella lezione. Non era nè il luogo nè il momento adatto, così strinse i pugni e deglutì per rilassarsi.

CITAZIONE
Il mio nome è Zoro Shiranui, non so da dove provengo e non mi interessa saperlo, sono orfano dalla nascita e ringrazio di ciò quei bastardi dei miei genitori, perché se non mi avessero abbandonato appena in fasce non avrei sicuramente vissuto le esperienze che mi hanno fatto diventare quello che sono.

[...]

Benché abbia passato tutto quello che ho passato, non mi pento dei problemi che mi si sono parati dinnanzi, perche mi hanno portato dove volevo arrivare; porto con me i segni e le cicatrici dei combattimenti; sono la testimonianza di ciò che ho vissuto e le ricompense per quello che ho conquistato, la mia libertà. C’è stato un periodo in cui vivevo ascoltando storie di eroismo. C’è stato un periodo in cui vivevo solo per voglia di vivere. Ma adesso vivo perché sono un guerriero, e per esserlo a tutti gli effetti ho bisogno del suo aiuto, poiché la conoscenza a mia disposizione non è sufficiente per raggiungere i miei obbiettivi, ho bisogno di imparare a combattere.

Fece riferimento alle sue battaglie facendole passare come situazioni epiche. Cicatrici e segni trofei della sua libertà conquistata. Chissà se nel continuo dell'accademia avrebbe avuto il modo di dimostrare tanta forza. Uno Shinobi è molto di più che un buon combattente. Innanzitutto deve essere un grande stratega.

§ E' proprio fuori di testa questo ragazzo. Tutti abbiamo avuto un'infanzia difficile, non per questo stiamo qui ad agitarci contro il mondo. §

Non appena Zoro riprese il suo posto un ragazzo alzò la mano per prendere parola. Era uno dei due studenti che erano già in classe quando arrivò Minashi. Il suo atteggiamento era tranquillo e per questo non trasmise nessuna emozione particolare. Fece un bel respiro come se volesse buttare fuori la sua storia tutta d'un fiato.

CITAZIONE
Il mio nome è Deidara,sono figlio di due shinobi abili.La mia storia puo essere interpretata nel modo in cui volete.Può sembrare triste,ridicola,assurda.Non m' importa.

[...]

Tre anni fa i miei genitori sono stati assassinati da un ninja traditore. Il mio desiderio non è solo la vendetta ,ma anche desiderare una giustizia. Mantenere l’ ordine del villaggio è il mio scopo primario,per fare in modo che altri atti del genere non debbano più accadere. Userò qualsiasi arma acquisita per adempiere al mio nindo

La giustizia, che ideale rispettoso. Il passato forgiò nel suo cuore il desiderio di non assistere nuovamente a situazioni del genere. Spesso in questi casi la vendetta prende inesorabilmente il sopravvento, ma si vedeva che lui non era un tipo comune. Il suo senso del dovere lo spinse ad allenarsi per proteggere gli altri anzichè ricercare una vendetta personale.

§ Questo Deidara mi piace, la sua è una scelta onorevole. Diventerà un grande ninja. §

L'ultimo a parlare fu Sasori, l'altro ragazzo che arrivò in aula prima di Minashi. Fu l'unico che gli sorrise quando impazientemente attendevano l'arrivo del Sensei.

CITAZIONE
Buongiorno Sensei, mi presento, sono Sasori Hatake, ho 14 anni e vivevo nel centro di Suna. I miei genitori erano due shinobi abili nella creazione di marionette. Credo che lei abbia già avvertito il mio desiderio di vendetta, ma voglio raccontarvi la mia storia nei particolari. La mia famiglia è stata assassinata la notte del mio decimo compleanno quando il nostro villaggio fu attaccato da Oto. Da allora la mia vita ha preso un altra strada, avevo di fronte a me un bivio, o mi sarei dovuto rassegnare oppure allenarmi, diventare più forte e vendicare i miei genitori anche se non conosco l'identità degli assassini so che quando ce li avrò davanti me ne accorgerò...

Proveniva da una famglia di Shinobi abili nel creare marionette. Questa abilità era molto famosa a Suna e la rendeva unica in tutto il mondo ninja. La sua motivazione era chiaramente quella di potersi vendicare un giorno. Al contrario di Deidara non era riuscito ad incanalare quell'energia negativa in qualcosa di buono. Del resto neanche Minashi c'era riuscito del tutto.

§ Non sapevo che Suna fosse stata attaccata dal villaggio del suono. §

..:: La Prima Prova ::..


Il sensei stette tutto il tempo ad ascoltare i ragazzi e le loro storie. Rimase impassibile di fronte a racconti di vendetta, di assassini e di crudeltà varie. In fin dei conti era pur sempre un ninja di alto rango ed era sicuramente abituato a viverle in prima persona certe cose. Quando Sasori terminò la sua storia il sensei si alzò in piedi e prese in mano un gessetto.

§ Ecco, ci siamo. Inizia la prova teorica, non avevo dubbi. Che noia, sicuramente dovremo rispondere a qualche stupida domanda. §

Si avvicinò alla lavagna e stilò una lista con cinque argomenti riguardanti il Chakra. Una volta terminato posò il gesso sulla cattedra e spiegò ai giovani il compito.

CITAZIONE
Prima di andare fuori ed iniziare la parte pratica che sicuramente non vedete l’ora di iniziare, devo sapere quali cose basilari conoscete. Adesso uno alla volta, vi alzerete, sceglierete un titolo e lo esporrete, poi alla fine io vi correggerò nel caso sbagliaste qualcosa.

§ Come mi aspettavo. L'argomento più blasonato tra gli insegnanti: il chakra. Farò questo sforzo, a quanto pare dopo questa noia ci sarà da divertirsi con le prove pratiche. §

In attesa che qualcuno parlasse si sedette nuovamente nella sua postazione di fronte agli alunni. Come prima nessuno aprì bocca. Minashi senza neache guardarsi attorno si alzò in piedi e si avvicinò alla cattedra.

Sensei, se permette inizio io. Spiegherò le varie nature del Chakra.

Attese che l'insegnante facesse un qualche segno di approvazione e si diresse alla lavagna. Ad un certo punto si fermò e tornò indietro di qualche passo. Prese il gessetto e sorrise al sensei.

Questo mi servirà sicuramente.

Finalmente raggiunse il rettangolo scuro ed iniziò a spiegare l'argomento scelto.

Ogni Shinobi possiede una tipolgia di chakra con un'affinità elementale personale. Essa può essere di cinque tipi: acqua, fuoco, vento, terra o fulmine. Ovviamente questa affinità generalmente si ripercuote anche sul tipo di tecniche utilizzate. Se ad esempio uno Shinobi possiede un chakra elementale affine all'acqua sarà facilitato, appunto, nelle tecniche acquatiche.

Detto questo disegnò sulla lavagna i simboli dei cinque elementi. Il suono del gessetto che strideva sulla superficie lo riportava indietro nel tempo in quel di Tugai. Quanta teoria ninja aveva ripetuto davanti l'impassibile Maestro.

image


Li ho disegnati in forma circolare appunto per spiegare che ognuno di essi è contemporaneamente più forte e più debole di un altro. Ad esempio Il fuoco, è più forte del vento, ma più debole dell'acqua.
Alcuni Shinobi molto esperti riescono ad avere più affinità elementali, ma difficilmente riescono a combinarle per ottenere elementi unici, come il ghiaccio ottenibile unendo l'elemento acqua con l'elemento vento.


Osservò gli altri membri della classe, alcuni sembravano interessati, altri molto probabilmente stavano pensando a quale argomento scegliere e soprattutto a cosa dire. Diede un ultimo sguardo all'insegnante e terminò la sua discussione.

Non voglio dilungarmi oltre, perciò l'ultima cosa che spiegherò è come si attua una tecnica elementale.
Si impasta il proprio chakra, lo si modifica in base alle caratteristiche dell'elemento scelto e infine lo si proietta verso l'obiettivo controllandone la forma. Questi due processi vengono chiamati "ricomposizione fisica" e "ricomposizione spaziale".


Ripose il gesso sulla cattedra e si rimise a sedere.

§ Buonanotte Minashi, adesso arrivano le altre spiegazioni. §


 
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Bomba-sama2
view post Posted on 20/3/2008, 15:03




CITAZIONE
Io parlò degli usi del chakra per evitare confusione

 
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