| .:[Exanima]:. |
| | CITAZIONE † Narrato • Parlato • Parlato Esterno Pausa [...] † Controllavo con estrema cura ciò che accadeva attorno a me, non che vi fosse poi molto da vedere comunque; un’infinita distesa di granelli dorati copriva tutto, a partire dai miei piedi, fino a lontani chilometri, ogni tanto, si notava la sagoma di una cactus che lottava trattenendo la poca acqua che riusciva a catturare per vivere. Che monotonia, non un’ombra in giro eccetto la mia. Me ne stavo appoggiato ad un vecchio ed alto muro scrostato con le braccia conserte, lo sguardo vigile sorvegliava movendosi in ogni direzione. Ero chunin, e da tempo mi era stato affidato il compito di guardiano della Porta Ovest; era una tale noia, tutto il giorno con la schiena su una parete di blocchi e cemento a scorgere figure da perquisire per permettergli o no l’entrata nel Villaggio. Il brutto però, era che nessuno giungeva a Suna, non era una rinomata meta turistica, ma era un lavoro che andava fatto, ed il destino aveva scelto me per compierlo. Ma quel giorno sarebbe stato un pizzico diverso da tutti gli altri; avevo ricevuto la mattina stessa, una lettera la quale diceva che mi sarei dovuto recare appena finito il turno in Accademia; non poteva non essere che una richiesta d’insegnamento. Non che fosse il mio campo preferito allevare ragazzini per fargli diventare shinobi degni di tale nome, ma piuttosto che continuare a stare quasi mezza giornata a cuocermi sotto il rovente sole,che con troppa foga sfrecciava raggi a destra ed a manca, ero disposto ad accettare quell’incarico.
† L’orologio segnava le 18:00 spaccate, l’orario lavorativo era finito anche per quel giorno, un Chunin era già arrivato sul loco pronto a darmi il cambio per salvaguardare la Porta fino al mattino successivo. Di corsa, mi diressi verso l’Accademia Ninja sunese, saltavo a gran velocità di tetto in tetto, cercando di accorciare il più possibile il tragitto. Già da distante si scorgeva la figura della struttura, che imponente svettava fra le piccole case che caratterizzavano il Suna. Dopo poco viaggiare, mi si parò d’innanzi l’importante edificio; la sua grandezza sembrava quasi estranea, le abitazioni qui erano piccole e basse, condizionate dal basso reddito della gente. L’unica possibilità di guadagno sufficiente ad una vita normale era intraprendere la carriera ninja, cosa che ahimé non era possibile per tutti. Avanzai verso la porta, che si aprì dopo aver mosso la maniglia; nel frattempo pulii i calzari sullo zerbino antistante, che venne coperto parzialmente da un poca di sabbia portatami dietro dal deserto. Chiusi tirando, e con sguardo vago guardavo in giro; c’era solo uno shinobi nei paraggi, portava un pizzetto chiaro ed una carnagione piuttosto abbronzata, caratteristica dei ninja del posto che ricevono costanti stimoli alla melanina; la testa era coperta da una bandana. Mi apostrofò amichevolmente, mostrando un perfetto sorriso.
• Ti stavo aspettando, Tetsu Urokawa. Ti comunico che per ordini da parte del Kazekage sei stato inserito nella lista dei maestri del Villaggio. Purtroppo qui non sono molti quelli che hanno doti necessarie ad insegnare, e tu rientri in quei pochi. Non sarà un lavoro facile, ma comunque meglio di quello che hai attualmente, no? Il tuo corso partirà tra tre giorni, alle 8:30 del mattino, sii puntuale; esso si terrà nell’aula numero sei, al piano di sopra. Buona fortuna, e mi raccomando, che non ti salti in mente di far esplodere creature d’argilla in classe, ok? Vado, ci si vede.
Risi sentendo l’ultima frase, non ero così pazzo da usare certe bombe in un luogo di tale livello. La mia abilità innata era quella di impastare argilla per dare vita a creazioni dal potere esplosivo molto elevato; il tutto avveniva nelle due bocche situate nei palmi delle mia mani, che adesso erano serrate in riposo. Mi ero guadagnato una certa posizione grazie ad esse. Il chunin fuggì il un turbinio scuro, scaricando vento a 360°, che mosse la mia capigliatura ordinata di colore rosso scuro; i miei occhi smeraldini vennero coperti dai lunghi fili vermigli fino a quando la mia mano non andò a prenderli per portarli al loro posto. Ero felice, se mi ritenevano adatto ad insegnare significava che ero un buon ninja, che aveva tutte le carte in regola per svolgere la mansione affidatami.
† Uscii dal futuro luogo di lavoro, scattando rapidamente verso casa. Avevo voglia di riposarmi, di passare la serata sdraiato sul divano a non fare nulla con un bicchiere di buon saké in mano. Arrivato nella mia abitazione, slacciai la cintura con annessa una tasca porta armi e l’appoggiai sul primo mobile che capitava, poi mi diressi in bagno. Tolsi i miei vestiti inzuppati di sudore, pantaloni, maglia e la fascetta che portavo sulla fronte, ed infine i calzari. Entrai nella doccia, che nel frattempo era diventata abbastanza calda, e mi lasciai levigare dalla scrosciante acqua che dirompente usciva. Dopo minuti di totale relax, arrestai il flusso del liquido ed indossai un accappatoio; una nuvola di vapore mi catturò, aprii subito la finestra per permettere al gas di fuoriuscire; scappavo in camera infreddolito. Mi vestii “da casa” con una tuta leggera, e come un normale essere umano, mi dedicai alle faccende di casa, fino all’ora di cena. Come pasto preparai una ciotola di buon rame, dopo ciò arrivò l’ora del meritato riposo. Presi una bottiglia che conteneva il migliore liquore che avevo in casa, e ne versai fino a riempire un bicchiere di piccola portata. Lo gustavo lentamente, il suo sapore forte andava giù per l’esofago, lo sentivo bruciare, ma l’aroma che lasciava in bocca era davvero piacevole, e continuai a sorseggiare fino a quando non svuotai il piccolo recipiente vitreo, non ne rimase una singola goccia. Infine, come da copione, mi stesi sul comodo divano, pensando ed immaginando come sarebbe stato l’avvenire prossimo: io in classe, circondato da studentelli inesperti, a far apprendere loro le basi per renderli abili genin, M’addormentai, immerso in una battaglia fra me ed i miei allievi.
[…]
† I due giorni che separavano la comunicazione di promozione a sensei dall’inizio del corso volarono via come nulla, sembravano fossero passate poche ore. Il dì dell’inizio era arrivato. Mi svegliai assordato dal frastuono prodotto dalla mia sveglia; rigiravo nel letto senza voglia di alzarmi, e con la mano destra a tentativi cercavo di afferrare quell’aggeggio rumoroso, e quando lo imprigionai fra le mie dita, spinsi in tasto dell’avvio del suono. Mugugnavo, avevo un dovere da compiere ma la volontà quella mattina era sotto zero. Con sforzo mi imposi di alzarmi da quel soffice e caldo letto, ed a malavoglia mi diressi in cucina per fare un’abbondante colazione. Dopodichè andai in bagno dove curai l’igiene personale e mi pettinai; la mia criniera sembrava un puntaspilli, ogni capello era rizzato verso l’alto. Ultima tappa fu la camera da letto, nella quale mi vestii con abiti leggeri, accompagnando il tutto con l’abituale fascia sulla fronte. Per concludere, allacciai sulla coscia destra e attorno alla vita un paio di tasche porta armi. Ero pronto, per uscire dall’abitazione e recarmi nel luogo prescelto; ero un po’ teso, era la prima volta che mi cimentavo nell’istruire giovani e speranzosi ragazzi per creare un uomini che avrebbero aggiunto punti alla forza militare del Paese del Vento.
† Chiusi la porta di legno di bella fattura alle mie spalle, trascinandola verso di me tirando il pomello dorato che rifulgeva sotto i raggi mattutini. Erano circa le otto e venti, e già l’aria iniziava ad essere soffocante; tutto era intinto d’un bel giallo molto intenso, il metallo brillava e rifletteva la luce ovunque, il sole sembrava dare egli stesso il buongiorno bussando alle finestre, molte delle quali con gli scuri posti sui vetri, poca gente sembrava accoglierlo nelle proprie case. Balzai su un tetto, e cominciai a correre, attutendo il passo utilizzando la mia abilità “Movimenti Silenziosi” per non creare disturbo a chi ancora si era stretto fra le Braccia di Morfeo. Mi muovevo a buona velocità, non impiegai molto tempo prima di arrivare presso l’accademia di Suna. Entra affrettato, un orologio stava appeso al muro antistante l’entrata: mancava un minuto all’orario fissato. Non potevo arrivare in ritardo all’appuntamento, non sarei stato fonte di esempio, inoltre chissà cosa avrebbero pensato di me i miei allievi. Imboccai un corridoio, alla fine del quale stava una rampa di scale, che mi avrebbe portato al primo piano, ove era situata l’aula numero sei. Salii l’ultimo scalino , una goccia di sudore scivolò sulla fascetta, mancava pochissimo tempo alla mezza. Guardandomi a destra ed a sinistra, localizzai la mia classe, e di corsa raggiunsi la porta; poco prima di entrare mi sistemai i capelli specchiandomi su una finestra posta davanti. Cercai di non far vedere gli sforzi dovuti alla breve ma intensa corsa, quindi mi decisi ad entrare, facendo pesante la camminata, atta ad attirare l’attenzione dei giovani. M’accomodai senza pronunciare ancora parola; scrutavo i presenti da capo a piè, e mi accorsi che qualcuno non era venuto. Cominciamo bene, già due bocciati, ne erano rimasti cinque in tutto. Portai avanti la sedia aiutandomi con le mani, dopodichè decisi che era ora di parlare.
• Buon giorno, il mio nome è Testu Urokawa e sarò il vostro sensei durante questo corso. Coloro che non si sono presentati prima del mio arrivo sono considerati bocciati, dovranno aspettare l’apertura del gruppo sette per poter tentare di diventare Ninja. Direi di iniziare a conoscerci, quindi adesso, uno alla volta, rivelerete il vostro nome parlerete un po’ di voi. Infine, direte il perché della scelta di questo lungo e duro cammino. Siate sinceri.
Conclusi con una brevissima frase, mi misi un po’ più comodo ed assunsi un’aria di interessamento verso gli studenti, ero curioso di sentire i motivi di tale scelta, tra cui era probabile fosse presente il denaro e la vendetta. Avrei saputo presto se ci avevo azzeccato. Nell’aria si respirava un mix di stati d’animo: paura, gioia, determinazione, tensione. Quest’ultima poi, sembrava quasi palpabile, anche da parte mia ve ne era un pizzico; a fine esperienza avrei capito come mi ero comportato durante la permanenza con gli allievi. Io in primis volevo sapere se ero portato per questo genere di attività, ed in caso di esito positivo, avrei accettato altri incarichi da sensei nel caso me lo chiedessero. CITAZIONE Finalmente sono riuscito a postare xD allora, penso abbiate notato che per questa volta non ho deciso di mettere un limite minimo di righe; volevo capire come ruolate di vostro, senza imporre nulla. Qui sotto, esporrò i miei giudizi. Sasori Uzumaky: non c’è male, qualche errore probabilmente di battitura. Da adesso in poi, dovrai allungare il post della lunghezza minima da me decisa ^^ Bomba-sama2: non c’è male nemmeno per te, sei un po’ meglio di Sasori, il tuo modo di scrivere è buono. Per la lunghezza, vedi discorso sopra. ^^ Lugymi Nikagara: benissimo, post lungo e ben scritto, va bene ^^ Sangue Nero: non sei male nemmeno tu, questo post era un po’ corto, mi raccomando da adesso in poi allunga ^^ Cagnellone: fra te e lugymi c’è una bella gara. Anche il tuo post è lungo e scritto bene ^^
Ecco un indice di gradimento per questo turno: -Lugymi/cagnellone -Bomba-sama2 -sangue nero/sasori uzumaky
Lugymi e cagnellone ottengono l’energia gialla ^^ complimenti ^^
Rispondete scrivendo un minimo di 35 righe ^^
PS: Non disperate, l’accademia è appena cominciata, sono sicuro che riuscirete a migliorare ^^ Edited by .:[Lan Hikari]:. - 9/3/2008, 16:42
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