narrazione
§pensiero§
-parola-
Tokaji in quei giorni stava sempre a trastullarsi la mente su come fare per poter migliorare le sue abilità di ninja, il suo carattere brutale e distruttivo aveva bisogno di trovare sfogo nel combattere cercando di trovare sempre nuove vittime da immolare.
La sua infanzia era trascorsa nell’odio e nella guerra, i suoi occhi violacei avevano visto solo morte e distruzione e la sua tragica infanzia aveva avuto ripercussioni sul suo carattere cupo e misterioso, aveva avuto molti problemi nella sua breve vita e molte volte aveva pensato di farla finita....
Lui aveva visto la morte dei suoi genitori quando aveva solo 4 anni e subito dopo essere andati via da Oto, il suo unico ricordo di loro era la frusta con la quale il padre gli insegnava la vita ed il modo di vivere, aveva deciso di vivere odiando e solo uccidendo chiunque si fosse messo contro di lui, i suoi genitori erano morti in circostanze misteriose, non si sa se sia stato Tokaji ad ucciderli l’odio che provava per loro era immenso e illimitato...inconsciamente forse era stato realmente lui.
Non aveva mai conosciuto l’amore e l'amicizia ed alla morte dei suoi genitori aveva vissuto sempre solo vagando per i villaggi piu sperduti, perdendosi molto spesso e lasciandosi andare alle piu gravi e basse tendenze nere ed oscure...
Aveva partecipato a riti profani ed aveva molte volte partecipato a sette infernali, era un ragazzo dall’animo nero e la sua vita era trascorsa male, troppo male per un bambino, era stato martoriato e torturato sempre, prima dai suoi genitori, poi dalle varie persone che lui aveva incontrato e che si erano approfittate di lui.....aveva ucciso tutti di notte senza pietà...
Si dice che a dimostrazione di ciò egli Portava con se sempre delle penne nere che, si dice, egli abbia preso dai corvi che banchettavano sui cadaveri delle persone che uccise da lui...
Era tornato ad Oto tutto solo e questo aveva fatto crescere le legende popolane su di lui, c’è chi dice che sia impossessato da un demone oscuro, chi dice sia un cuore nero, chi dice che sia un essere spregevole, nessuno ha compassione per lui e tutti lo considerano un reietto da eliminare.
quando la mattina esce di casa per andare in accademia tutti gli occhi di Oto erano puntati su di lui, le persone curiose stavano nascoste dietro i vetri delle loro case e stavano attente a non farsi notare, era molto strano vederlo in giro e quando lo si vedeva si cambiava strada....Quel giorno Tokaji girava tranquillamente sempre col suo vestito nero che lo faceva sembrare un corvo e con i suoi capelli ed occhi viola che premonivano lutto e morte;
aveva le mani in tasca e mentre camminava, vedeva con la coda dell’occhio che la gente lo evitava
§mmm...questi sguardi richiudono i miei pensieri e non riesco a concentrarmi, sono solo dei fifoni senza speranza, non li degnerei nemmeno di uno sguardo§Ma non ci faceva caso piu di tanto e continuava il suo cammino a testa bassa senza cercare di intimorire ulteriormente le persone, non voleva che succedessero storie il primo giorno di accademia, soprattutto non voleva succedessero in quel paese che gli somigliava molto per cupezza, ambiguità e mistero...Quando arrivò davanti l’accademia, si fermò a guardare l’edificio e notò che era molto trasandato e malandato, si avvicinò e con una mano spostò pian piano il portone scricchiolante, dentro c’era una puzza di chiuso e di fetido marciume....Si avviò all’interno e si accorse che nel lungo e buio corridoio non vi era nessuno, nemmeno un sensei....sapeva la sua classe e non avrebbe avuto grandi problemi a trovarla, visto che era l’unica ad avere una luce tenue e soffusa...entrò e non vide nessuno li, decise di attendere un po sedendosi nel posto piu buio e sperduto della classe, aveva quasi timore di farsi riconoscere....
§speriamo che il sensei venga subito, ho vogli di imparare quante piu cose possibili! Non farò brutta figura con lui e spero che con la sua presenza potrò almeno avere l’illusione di avere un amico, spero non sia come tutti gli altri§incrociò le braccia, chiuse gli occhi e stette in silenzio, traballando sulla sua sedia antiquata...