Le Coccole dopo le Botte

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Giso
view post Posted on 7/3/2013, 20:45




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Oh, per bacco! Gliel'aveva suonate di santa ragione a quel Genin di Konoha, ringraziando il Cielo si era fermato abbastanza prima di ammazzarlo completamente. Infatti, riassumendo nella propria testa i fatti avvenuti nel loro scontro, Fujio si ricordò di aver colpito l'altro con un fusto del suo Mokuton e che questo bastò a metterlo fuori gioco. Non servì l'ulteriore colpo che il Senjuu aveva in serbo per il suo avversario e perciò, una volta accertatosi che l'altro aveva perso i sensi, lo aveva liberato dai fusti e dagli spuntoni di legno che gli trafiggevano il corpo in vari punti. Dato che era tutta opera del suo Mokuton non gli fu difficile liberare l'altro Genin, quindi lo fasciò alla ben'e meglio con i suoi indumenti, e infine, infilatosi il coprifronte di Kiri in tasca e caricatosi in spalla l'avversario, cominciò a seguire il corso del fiumiciattolo: sicuramente avrebbe portato ad un centro abitato. O almeno sperava.
Camminando da solo si ritrovò a pensare a quali erano i motivi che lo spingevano a fare ciò per uno sconosciuto, uno sconosciuto con il quale non aveva avuto neanche un granché di relazione finora. Forse proprio a causa del rispetto che provava per questo ragazzo, che era come lui, forse un po' più borioso nei modi, ma non avrebbe anche lui rotto le scatole ad uno straniero, un ninja straniero tra parentesi, che si trovava nel Paese dell'Acqua? Senza alcun dubbio, solo che al tipo di Konoha le cose erano andate male, si era scontrato con un Senjuu dopo tutto, il miglior Genin di Kiri, alla pari anche con qualche Chuunin.
Camminò ancora per un po' con l'altro ninja sulla spalla come un sacco di patate, stringendo i denti per il dolore che gli provocavano i danni che comunque gli erano stati inflitti. Dopo un'oretta abbondante tenuta a buon passo arrivò ad un piccolo villaggio di coltivatori di riso: era perfetto. Già, perfetto per dare le prime cure al tipo malconcio e abbastanza anonimo per permettere pochi problemi al Senjuu.
Pensò ad un'ultima cortesia nei riguardi del suo avversario, lo pose a terra e andò al fiume sia per dissetarsi che per prendere un po' d'acqua per l'altro. Gliela lanciò in faccio senza troppe cerimonie dandogli poi qualche schiaffo sul viso per farlo riprendere.

Se hai un minimo di orgoglio ti consiglierei di svegliarti.


Lo annunciò senza alcuna ostilità nel tono o superiorità, semplice constatazione, che per quanto amara, era addolcita da un tono affabile. Non sembrava che i due stavano per ammazzarsi poco prima. Ma perché lo fece? Semplice: sarebbe stato un bel disonore per il ninja arrivare privo di sensi da quei contadinotti.

CITAZIONE
Commento FinePost:
Ah, quando ruolare è semplicemente un piacere. Post rapido per Dani e per instaurare la nostra amicizia On. Temporalmente questo post è da prendersi come successivo al combattimento tra i nostri PG (lo dico non per lui ma per qualche impiccione che si impiccia). A te Dani!

PS: scusa se ti ho fatto svenire ma era necessario u.u

 
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¬Kob
view post Posted on 7/3/2013, 22:03




Vecchi Amici, Nuove Occasioni !
Ryosuke Mikawa

La giornata era trascorsa senza alcun evento particolare, e le ore passavano segnate dal lento scorrere del sole sul soffitto del cielo, sospinto da una leggera brezza che accarezza le foglie sui rami rinvigoriti degli alberi. Nonostante le giornate non fossero le stesse che si potevano ammirare nel pieno della stagione, per essere nei pressi della grande foresta di Konoha, quei 18 gradi facevano quasi sudare, sotto ad una luce cocente che risplendeva tutt'attorno. Ryo, ormai di ritorno da un lungo periodo sabbatico, si era prefissato di passare ancora una volta presso la grande capitale del mondo dei Ninja, che non era riuscito ad ammirare a pieno nel suo viaggio di andata, aveva fatto un salto al centro di Konoha il pomeriggio precedente, e dopo aver visto addormentarsi la città, si era trovato un piccolo rifugio al di fuori delle mura, attendendo il sorgere della grande Madre. Aveva dormito forse un po' troppo quella mattina, ma d'altro canto si era promesso di recuperare tutte le energie che nei mesi precedenti aveva speso, in combattimenti, allenamenti e chissà cos'altro. Aveva aperto gli occhi verso le nove del mattino, quando il sole ancora era oscurato dalle fronde degli alberi sotto cui era rintanato, ma si era crogiolato all'ombra di quelle verdi dimore per diverso tempo, prima di riprendere con molta calma il cammino verso casa. Non era passato troppo tempo da quando si era rimesso in marcia che quel sole leggero lo aveva iniziato a far sudare, non più abituato a condizioni climatiche mutevoli, soprattutto per un ninja di Kiri come lui, che si trovava a suo agio con non più di un paio di gradi. Certo, questo non pregiudicava la sua condizione fisica in alcun modo, era sempre pronto a tutto, soprattutto da quando aveva intrapreso il cammino per Kiri, che aveva restaurato il suo corpo in una sorgente termale, premio per il lavoro svolto nell'ultimo periodo.

[...]



La Strada di casa era ancora lontana, non si era preoccupato di lasciare la terra del fuoco così velocemente, e questo lo aveva portato ad incontrare quello che una volta era stato un suo vecchio compagno di battaglia, in una delle Missioni che più aveva ritenuto inutili nella sua vita. Certo, non aveva stretto un rapporto così forte con quel ninja, ma dopo una lunga permanenza all'estero una faccia conosciuta quasi lo rallegrava. E notare che si era appena dato da fare in un incontro lo rallegrava ancor di più, lo stimava quel ragazzo, e dalla prima volta che lo aveva visto lo aveva ritenuto un degno avversario, anche se mai era riuscito a confrontarsi con lui, almeno aveva la certezza che durante quel periodo che li aveva separati non era rimasto a dormire sugli allori. Aveva appena poggiato il corpo di un Konohano svenuto a terra, dopo averlo trasportato, probabilmente, lungo lo scorrere del fiumiciattolo presso cui si erano soffermati. Il tempo di dissetarsi e per far rinvenire il proprio avversario, e poi il giovane Chunin si sarebbe fatto vedere. Era rimasto a distanza, come soleva fare in quelle situazioni, usando quelle abilità che lo celavano il più possibile a tutti i sensi, ormai diventate abitudine per il Mikawa, che nemmeno più si accorgeva dei suoi movimenti furtivi. Anche l'odore non era cambiato, nonostante qualche goccia di sudore, la brezza leggera lo aveva spazzato via senza problemi, facendo si che fosse assolutamente invisibile, a quella distanza, dagli altri due ninja. Così, rimanendo sempre nell'ombra, con uno scatto fulmineo, la sua velocità era, come sempre, allarmante, si ritrovò accovacciato sulla riva del fiume, a pochi metri dalle spalle del suo compaesano, intento a schiaffeggiare il viso del giovane della foglia. Congiunse le mani a coppa, e dopo un breve sorso d'acqua si permise di rivolgere un cordiale saluto.

«L'hai trattato bene il tuo amico, eh?»

Sospirò rivolgendo un fugace sguardo al Senjuu, allargando leggermente gli angoli della bocca in un sorrisino sghembo, appena percettibile. Diede al suo compagno il tempo di riconoscerlo, non era cambiato molto, si era sviluppato in altezza e aveva delineato i suoi muscoli, ma per il resto rimaneva il solito viso inespressivo di sempre.




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CITAZIONE

OT: Perdonate l'intromissione, ma avevo qualche linea da buttar giù ;D



Edited by ¬Kob - 10/3/2013, 15:45
 
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~Daniele
view post Posted on 7/3/2013, 23:18




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Parlato Kakashi
Pensato Kakashi


Alphonse versava in uno stato di confusione totale: era quasi sicuro di essere in movimento, ma non erano le sue gambe a causare tale spostamento, no, quelle erano penzoloni, inermi e tremendamente doloranti. Ma questo non era che un eufemismo, Alphonse provava dolore in ogni suo muscolo, in ogni suo osso, nella totalità delle sue membra.
Con uno sforzo enorme, il ninja tentò di aprire gli occhi, mettere a fuoco il luogo in cui si trovava, fissare dei punti di riferimento chiave, in modo da potersi orientare al meglio in un posto che gli sembrava sconosciuto: si trattava dell'ABC delle arti che uno shinobi doveva conoscere ed eccellere, ma le condizioni di salute del Genin gli impedivano di compiere anche questa banale operazione. Lo sguardo era sfocato, le immagini sbiadite e offuscate, non gli si mostravano corpi nitidi nella loro tridimensionalità ma macchie di informe colore, l'ambiente sembrava un immenso ed intrigante acquarello impressionista.
Osservò il proprio corpo: le sue braccia erano poste intorno alla sagoma di un ragazzo, di un uomo, che a fatica riconobbe come il ninja di Kiri con cui aveva combattuto. Tentò di ribellarsi ma i suoi muscoli non si mossero di un millimetro, anzi, quasi come forma di protesta gli stessi inviarono simultaneamente impulsi nervosi che l'encefalo tradusse come dolore, tremendo dolore. Tentò allora di parlare, sperando che questa azione gli riuscisse. Si illudeva!

Lasciami..stare..

Ma più che delle parole sensate fuoriuscì uno biascico insensato dalla sua gola, insieme alle sue ultime energie, tant'è che perse nuovamente i sensi.

[...]

Alphonse spalancò gli occhi a causa del contatto con dell'acqua gelida e a causa di sonori scapaccioni infertigli dal Kiriano.

Ma che ca...

Il Genin tossì, ed ogni espirazione forzata gli costò delle fitte di dolore insopportabili. Lo aveva massacrato, quello straniero, ed il pensierodi aver subito danni permanenti e debilitanti lo terrorizzava. A fatica si sedette, stringendo con un braccio il costato tentando, attraverso una leggera compressione, di alleviare il dolore. Si trovano non troppo distanti da un fiume, giudicando il modo carino con cui era stato svegliato. Inoltre poteva scorgere delle abitazioni di un piccolo villaggio, lo stile architettonico ricordava le costruzioni del Paese del Fuoco, dunque non era stato rapito. Ma la sorpresa maggiore non era vedere il proprio avversario, che lo aveva vergognosamente sconfitto, e che presentava una serie di ferite e lesioni fresche ed arrecategli dal Foglioso, e questo lo rallegrava non poco, ma soprattutto era la presenza di un altro uomo, muscoloso, pericoloso. Un guaio.

Sembra un suo alleato... Adesso che faccio?

Dove mi hai portato? Che intenzioni hai?

Se la sua intenzione era di essere arrogante, minaccioso, probabilmente il tono di voce che intonò lo tradì, rivelando la già evidente fragilità della sua condizione fisica.
 
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Giso
view post Posted on 9/3/2013, 14:17




CITAZIONE

Narrato
Parlato


Il Konohano stava andando riprendendosi dallo svenimento provocatogli dalle ferite dello scontro. Per fortuna. Non che al Senjuu pesasse così tanto sulla coscienza avere un Genin della Foglia morto, ma, parliamoci chiaro, quella del ragazzo sarebbe stata una morte veramente inutile: avevano cominciato il loro scontro per motivi futili, anche se il Senjuu non dubita che se avesse perso sarebbe stato portato in fretta a Konoha per essere interrogato. Che cosa poteva succedere altrimenti? Era uno shinobi di un villaggio straniero in una terra non sua, era ovvio che qualche ninja della Foglia gli avrebbe dato rogne se l'avesse visto. Ringraziando il cielo era solamente un Genin e non al livello del Senjuu, per quanto, e questo Fujio lo doveva ammettere, parecchio abile.
Un movimento improvviso alle sue spalle, la mano buona, quella che non aveva risentito dei colpi dello scontro, andò alla sacca e cacciò un kunai mentre l'occhio andava ad analizzare la figura che si era appena accovacciata al suo fianco. Ci mise un po' a riconoscerlo ed ad abbassare l'arma riponendola nella sacca dalla quale l'aveva presa. Un pensiero ramingo gli passò nel cervello portando devastazione e sconforto: possibile che Ryo, questo era il nome del nuovo arrivato, fosse diventato così abile da passare inosservato ai sensi del Senjuu? Fujio accantonò il cattivo pensiero dandosi come scusante il fatto che era reduce da uno scontro, non volendo indagare sul reale divario che c'era tra i due ninja di Kiri.

Non peggio di come mi avrebbe trattato lui.


Alla risposta aggiunse una scrollata di spalle noncurante che, unita al tono leggero, dava una perfetta idea di quanto, finito lo scontro, contasse poco l'accanimento verso il Konohano.

Su, su, non ho cattive intenzioni. Ho solo pensato che se ti avessi lasciato appeso lì saresti bello che morto prima che qualcuno ti trovasse. Se ti può far sentire meglio siamo ancora nel Paese del Fuoco e più avanti c'è un villaggio di contadini, ho pensato che preferissi arrivarci con le tue gambe.


Quanta gentilezza verso il ninja della Foglia, altri non gliel'avrebbero concessa, e Fujio, in aggiunta a ciò, passò il braccio sinistro sotto il fianco del ferito facendosi passare il braccio destro di questi sulla nuca.

Così dovresti farcela a camminare, stiamo entrando nel villaggio che abbiamo entrambi bisogno di qualche cura.


Prima levò il coprifronte della foglia dal corpo del ninja che sta sorreggendo, era meglio non far sapere che sono shinobi di villaggi diversi, quindi si avviò in direzione dell'abitato. Infine si volta in direzione del Mikawa.

Se vuoi venire anche tu nascondi il coprifronte.

 
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¬Kob
view post Posted on 9/3/2013, 14:55




L'importanza di un Cognome.
Ryosuke Mikawa

Il giovane Kiriano si passò una mano tra i capelli, osservando la scena accovacciato a ridosso del fiumiciattolo limpido, si permise di darsi una rinfrescata, si alzò in piedi e si avvicinò ai due ragazzi. Nonostante non avesse alcun rapporto particolare con entrambi, un po' di compagni gli avrebbe giovato, ed inoltre era incuriosito dal comportamento del suo compaesano. A kiri non si insegnavano le buone maniere, e la gentilezza mostrata dal giovane Fujio era degna di nota, soprattutto dopo uno scontro che aveva messo entrambi in precarie condizioni. Quei due genin, però, erano comunque particolarmente abili. Il giovane Senjuu si era sempre distinto, e se Ryo non avesse saputo che la sua permanenza nel grado di Genin fosse solo burocratica, si sarebbe certamente sorpreso della sua condizione. Era a tutti gli effetti un Chuunin, ed il Mikawa non avrebbe saputo dire se era pari o superiore a lui in abilità. Il giovane Konohano non era senz'altro da meno, era riuscito a danneggiare il suo compagno, e nonostante avesse avuto la peggio, immaginava che fosse stato un combattente assai ostico. Era un bel quadretto. Un altro sorrisino sghembo si allargò e si spense subito dopo sul viso del Chunin, mentre rifletteva sulla proposta del compagno di accompagnarli all'interno di una cittadina non troppo distante, per le prime cure mediche. Era un po' sorpreso, non si era mai interessato ad altre persone, se non per motivi strettamente lavorativi, e in altre circostanze non si sarebbe nemmeno preoccupato di quei due, ma quel comportamento così anomalo del Kiriano lo aveva colpito. Passò un attimo in silenzio, alla fin fine non era mai stato un grande parlatore, forse anche perché mai aveva avuto amici con cui parlare, fece qualche passo in avanti alle spalle dei due Shinobi, rivoltando il coprifronte sul braccio verso l'interno, in maniera da celarne la targhetta identificativa, ed avvicinandosi ancora un po' ai due prese il braccio del Konohano, con delicatezza ma decisione.

«Va bene, ma di questo me ne occupo io»

Disse sostenendo il giovane con le sue spalle, alleggerendo il peso del Senjuu, leggermente malandato.

«A proposito, io mi chiamo Ryo»

Aggiunse con semplicità, celando, come era solito fare, il suo cognome. Non se ne era preoccupato più di tanto, ma a ripensarci erano poche le persone che conoscevano il nome completo del Lampo Nero, forse nemmeno il Senjuu lo aveva mai sentito. Non manteneva questa distanza per un motivo particolare, per diffidenza o altro, forse solo perché era spaventato dal suo cognome, più di qualunque altra cosa. Dopotutto non sapeva quali fossero le sue origini, quale storia terribile e sanguinosa, come era giusto definire, aveva caratterizzato la sua nascita ed il motivo della sua particolare abilità innata, che forse nascondeva ancor più del suo nome.




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Edited by ¬Kob - 10/3/2013, 17:53
 
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~Daniele
view post Posted on 9/3/2013, 20:52




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Pensato Kakashi


Stare seduto sulla dura terra provocava un dolore atroce al Foglioso, fitte che percorrevano tutte le sue membra, viaggiando velocemente attraverso quelle condutture costituite dai nervi. Trovare una posizione comoda, che non gli provocasse sofferenza risultava arduo, se non impossibile.

Pagherei per un antidolorifico..

Il Kiriano cui aveva rivolto alcune domande rispose con relativa cordialità, una gentilezza solitamente estranea fra ninja stranieri. Eppure non sapeva ancora se fidarsi di quello straniero, non ne conosceva il suo nome, né le sue intenzioni, se si trovasse nella terra del Fuoco per un congedo o se dovesse svolgere un particolare incarico su commissione del proprio villaggio. La cosa più giusta da fare era collaborare, stare al gioco e vedere cosa avesse in serbo il fato per quell'insolito trio. Si era infatti aggiunto un terzo uomo, presentatosi come Ryo e che sembrava conoscere il suo avversario.

Sarà probabilmente un suo compaesano. Ad occhio e croce mi sembra anche lui un ninja, ed anche potente, forse più dell'altro.. potrebbe essere un problema.

I due lo aiutarono ad alzarsi, e Ryo, offrendogli la propria spalla, lo sosteneva lungo il tratto di strada che li separava dal villaggio.

Non ho colto il tuo nome, ad ogni modo.. E io non mi sono presentato, quindi siamo pari.. sono Alphonse, ma puoi chiamarmi Al.. Immagino ti debba ringraziare, dopotutto..

A fatica i tre guadagnarono l'entrata del piccolo centro abitato, affacciandosi nell'arteria principale del luogo. Nonostante avessero celato le proprie identità di shinobi, togliendosi i propri coprifronte, Al stava immaginando e costruendo una storia credibile per rispondere ad eventuali domande scomode che alcuni locali avrebbero potuto avanzare.
Nella piazza principale del paesino si affacciava un piccolo locale, un costrutto in legno pittato interamente con vernice bianca, con disegnata sulla facciata principale una grossa croce rossa.
Date le dimensioni, Al ipotizzò che la struttura non potesse essere un ospedale, il locale non avrebbe potuto ospitare le apparecchiature necessarie e fondamentali alla struttura sanitaria. Più probabilmente il foglioso si trovava dinanzi ad un ambulatorio o ad una guardia medica, luogo perfetto per ricevere le cure essenziali per stabilizzare la sua condizione fisica, prima d un vero e proprio ricovero.
Senza dover dire nulla, i due stranieri intuirono la sua volontà di volersi far visitare dal medico. A pochi passi dall'ingresso Alhonse si bloccò, catturando l'attenzione dei due.

Immagino capirete la necessità di inventare una storia plausibile alla nostra situazione, il medico farà delle domande, gli abitanti del villaggio sparleranno circa la nostra presenza. Se veniamo scoperti, voi verrete assassinati, senza offesa, prima di poter muovere un passo, ed io sarò considerato traditore, quindi mi godrò qualche minuto in più di vita..
 
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Giso
view post Posted on 10/3/2013, 16:10




CITAZIONE

Parlato
Parlato


I tre si erano dunque addentrati nel villaggio e, ignorando gli sguardi di tutti, proseguirono in direzione della piazza principale. Subito il konohano individuò ciò che cercavano, una postazione medica che, seppur non sembrava granché, avrebbe fornito le cure necessarie alle sopravvivenza. Prima di giungervi cominciarono le presentazioni; Fujio già conosceva l'identità del Chuunin della Nebbia, anche se non il cognome. Avevano portato a termine insieme una missione molto rocambolesca in passato, ma non si può dire che avevano stretto qualcosa di più che un rapporto di lavoro. Invece per il Genin di Konoha questa era la prima volta che s'incontravano, un incontro più che memorabile. Si chiamava Alphonse, abbreviato in Al. Che nome inusuale.

Io sono Fujio.


Sbrigativo nei confronti dei due, anche perché la sua mente, come quella dell'altro Genin, stava già formulando una copertura per il loro arrivo. Se fossero stati solo loro due, i feriti, non ci sarebbero stati molti problemi. Invece la presenza di Ryo era una bella gatta da pelare: come spiegare il fatto che lui, al contrario degli altri due, era completamente illeso? Il piano originale del Senjuu era dire che erano stati aggrediti da dei banditi lungo il tragitto, ora andavano apportate delle leggere modifiche. Il trio si era fermato dinanzi all'ingresso dell'ambulatorio, anche quello era sospetto, tre tipi, di cui due feriti, che si fermavano dinanzi ad un ambulatorio a complottare invece che entrare diretti? Non molto plausibile.

Quanto sei catastrofico. Piuttosto, fingi di avere una fitta acuta di dolore che ci costringe a fermarci. Ecco come faremo: Ryo prendi senza farti vedere il coprifronte della Foglia e fingiti un ninja di Konoha che ci ha salvato dall'attacco di alcuni banditi. Li hai messi in fuga e hai preferito accompagnarci invece che inseguirli.


Le indicazioni sussurrate, che potremmo anche chiamare ordini senza alcun problema, furono precise per entrambi e, soprattutto, non ammettavano repliche di sorta. I tembi erano corti e a quanto pare stava a Fujio fare le veci del capo.

Al, amico mio! Stai bene?!


Stavolta il tono di voce era bello alto per farsi sentire da tutti e fare in modo che quella sosta non destasse sospetti.

Accasciati.


Appena un mormorio nelle orecchie del ninja di Konoha quando Fujio lo abbracciò per sorreggerlo meglio in quello che, per tutti gli spettatori, sarebbe dovuto essere un gesto di viva amicizia e non una messinscena.

Per favore, Shinobi-san! Chiama il medico!


Stavolta sfoderò proprio tutte le sue doti da attore pregando Ryo, che nello spettacolo era il ninja che li aveva salvati, di chiamare il medico. Nel mentre fece sdraiare Al sul terreno dinanzi all'ingresso dell'ambulatorio aspettando l'arrivo del dottore e stando vicino al suo "amico" come avrebbe fatto un amico vero.
 
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¬Kob
view post Posted on 10/3/2013, 17:54




Un certo Interesse!
Ryosuke Mikawa

I passi irregolari e lenti dei tre ragazzi si avvicinavano sempre più verso l'edificio principale di quello che doveva essere uno dei villaggi minori del paese del fuoco, probabilmente dotato di ridotte attrezzature belle e sprovvisto di una vera e propria gerarchia sociale. I cittadini all'interno delle mura sembravano essere particolarmente spensierati, dotati di una certa leggerezza nel vivere le proprie vite senza un compito preciso, stabilito, che nemmeno loro conoscevano a pieno. Ryosuke non potè non pensare a come sarebbe stata la sua vita se solo le sue scelte non lo avessero portato a diventare quello che era, se al posto di esser lasciato sui gradini della casa di due contadini di Kiri fosse stato lasciato tra le braccia di Mercanti di Konoha, e se avrebbe saputo vivere in un mondo come quello. Allontanò i pensieri, non era abituato a distrarsi in questo modo, e nonostante tenesse bene a mente quello che stava succedendo, preferì focalizzarsi sull'attuale condizione in cui si trovava. La scia di impronte che partivano dalle colonne principali delle mura del villaggio si estendevano fino all'arteria principale del villaggio, caratterizzate da un edificio di modeste dimensioni che sembrava all'apparenza un'ambulatorio o un centro medico e si fermarono a pochi passi dalle grandi porte chiare color acero, spalancate. Già da fuori era possibile vedere che quel centro non era poi così fornito, ma d'altro canto doveva essere particolarmente raro riscontrare ferite e malattie di un certo tipo all'esterno del nucleo della regione, e poi si sarebbero sempre potuti occupare in seguito del trasporto di feriti e malati. Per quello che serviva ai due ragazzi al suo fianco, però, tutto quello che c'era bastava ed avanzava. Se non avesse voluto mantenere un minimo di distacco da loro, visti i suoi recenti comportamenti cordiali e gentili e le condizioni non troppo catastrofiche dei suoi nuovi conoscenti, si sarebbe potuto occupare lui stesso delle ferite riportate dai due studenti, ormai ne aveva le capacità necessarie, e gli sarebbe servito solo da allenamento. Così, arrivati a pochi metri dall'entrata, si soffermò a sentire le direttive del suo compaesano, che con il carattere di un vero leader si era preoccupato di fornire una spiegazione plausibile per l'accaduto. Ascoltò attentamente le direttive, sussurrate a mezzavoce, e mostrando uno dei suoi soliti sorrisini sghembi si premurò di eseguire le indicazioni ricevute. Con un movimento fulmineo, e appena percettibile da pochi ninja addestrati, aveva estratto il coprifronte del Konohano dalle sue tasche, e con un movimento altrettanto fluente e veloce lo aveva indossato al di sotto dei ciuffi ispidi di capelli neri, per poi sparire, come era suo solito fare, dalla vista dei suoi compagni. Il piano che era stato ideato dal suo compaesano non era affatto male, riusciva a conciliare la presenza di tutti e tre i ragazzi, costruendo una storia credibile. Pensava in fretta il giovane Senjuu, non che il Mikawa non si fosse preparato a dare qualche spiegazione, sperava di poter fare qualcosa di meno plateale, ma visto che ormai si era messo in gioco, gli conveniva continuare a giocare, alle regole dell'altro Kiriano.
In un attimo il Chuunin aveva raggiunto l'interno dell'ospedale, scavalcando tutte le procedure burocratiche e le infermiere tedianti, tentando di approcciarsi direttamente con un medico competente che si potesse occupare dei ragazzi all'esterno.

«Dottore, una coppia di ragazzi sono stati aggrediti pochi minuti fa a distanza di qualche chilometro dall'entrata del villaggio. Mi sono occupato degli aggressori, ma i due giovani hanno bisogno di cure mediche. »

Disse in tono formale ad uno dei medici apparentemente più esperti del reparto, incitandolo a raggiungere l'entrata per soccorrere quei due shinobi litigarelli e squadrandolo al di sotto di quel coprifronte apparentemente temuto e rispettato.
Un altro attimo, un altro salto, ed il Mikawa era di nuovo dove era prima, a sorreggere il Genin di Konoha che aveva lasciato pochi secondi prima, per occuparsi dei suoi compiti.

«Sta arrivando un medico.»

Esordì Ryosuke ai due ragazzi, quasi prima che essi potessero accorgersi della sua presenza.

[...]



Il Mikawa aveva aiutato i medici e gli infermieri a portare i due ragazzi all'interno dell'ospedale, e si era preoccupato che questi non trovassero materiale bellico, come l'armamentario dei ragazzi, tra i loro effetti personali, aveva assistito alle operazioni eseguite dai medici con un certo interesse, come se volesse imparare qualcosa di nuovo, mostrando, forse, un po' troppo interesse, e qualcuno lo avrebbe potuto notare. Fu incuriosito particolarmente da alcune delle ferite riportate dal Konohano, per per lo più presentavano superfici frastagliate e schegge di un certo materiale ligeneo di cui non conosceva la provenienza. In un certo senso, non ne era sorpreso. Sapeva bene che il suo compaesano aveva doti nascoste che non gli avrebbe fatto piacere divulgare, e questo lo interessò particolarmente, soprattutto poiché il giovane Mikawa non riusciva ad immaginare come il Konohano si fosse alcune ferite particolarmente bizzarre.

"Sei un esemplare curioso, Fujio Senju."




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~Daniele
view post Posted on 14/3/2013, 00:03




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La piazza del villaggio era deserta e calde folate di vento la colpivano, producendo quel rumore sinistro propri di luoghi solitari e disabitati. Apparentemente sembrava una città fantasma, colpita da chissà quale sciagura che sembrava averne decimato la popolazione, oppure, più semplicemente, gli abitanti erano affaccendati nelle loro mansioni quotidiane, ed essendo quella una località basata essenzialmente sull'agricoltura, gli stessi dovevano trovarsi nei campi, a curare le loro terre, affinché queste prosperassero e producessero messi in abbondanza. I tre avevano mutato la loro identità, come fa il rettile con la vecchia pelle: da essere tre shinobi provenienti da paesi differenti, teoricamente nemici, in quanto non erano stati stipulati rapporti diplomatici, o almeno Al non ne era al corrente, si sarebbero finti due giovani sventurati, aggrediti da una banda criminale, mentre Ryo avrebbe impersonato il ninja della Foglia che, eroicamente, li aveva salvati da una fine miserabile.

Potrebbe funzionare, ma forse sarebbe meglio cambiare il nostro aspetto con una semplice Henge no Justu, anche in queste condizioni potrei mantenerla attiva..

Niente da fare, Ryo aveva sfilato il suo coprifronte dalla tasca dove era riposto e lo aveva indossato, ed altrettanto rapidamente era entrato nella struttura medica, probabilmente organizzando il ricovero dei due giovani. Nel frattempo Fujio lo aveva iniziato a sorreggere con drammatica verosimiglianza, inscenando uno spettacolo altamente realistico. La parte di Alphonse non si discostava molto dalla realtà, dovendo impersonare il ragazzo ferito e sofferente. In un attimo il medico, insieme a Ryo, li accolse e, aiutato da delle infermiere, li fece accomodare sulle barelle e li portò nel piccolo pronto soccorso, l' unico reparto presente , se così si poteva chiamare.
Mentre alcune infermiere eseguivano le prime medicazioni, rimuovendo le bende di fortuna utilizzate da Fujio e sostituendole con delle nuove, sterili ed impregnate di unguenti disinfettanti e fattori cicatrizzanti, alcuni medici di primo pelo eseguivano dei test diagnostici di base, obbligatori per ogni paziente di traumatologia.
In men che non si dica, Alphonse fu ricoperto quasi interamente di garze e bendaggi, stretti al punto da limitarne fortemente la mobilità: questo effetto, tuttavia, era indotto prevalentemente dal mix di farmaci che il medico strutturato aveva preparato e che gli stava infondendo per via endovenosa. Al osserva tali procedure mediche con vivo interesse: la medicina era una branca della scienza che ammirava e rispettava, ma che sembrava non avere spazio nella sua vita, votata al combattimento e alla scienza alchemica. Ciò nonostante, il suo interesse era tangibile, e non sembrava l'unico ad apprezzare tali metodiche e tecniche curative: Al aveva riconosciuto il Ryo lo stesso interesse che pervadeva lo spirito dell'Alchimista, i suoi occhi lo tradivano, poichè illuminati dallo stesso scintillio che Al provava durante lo studio delle sue trasmutazioni.
Il Genin passò molto tempo ad osservare le proprie ferite: in combattimento non aveva avuto tempo di ragionare razionalmente sull'abilità del tutto particolare del suo avversario, ovvero la capacità di controllare la vegetazione, potendo generare e modellare fusti lignei come lo scultore fa con la pietra e la creta, ma adesso, sdraiato su un lettino, in una condizione di incolumità e sicurezza, godeva di quel tempo necessario per analizzare il suo nemico.

Questa abilità è straordinaria, neanche con il mio Sharingan sono riuscito ad anticiparne i movimenti, a carpire le intenzione di Fujio prima che queste potessero manifestarsi concretamente.

Questi pensieri affascinavano ed inquietavano il Foglioso, questo perchè aveva constato la sua inferiorità rispetto al Kiriano in prestanza fisica e nella conoscenza dei Justu, ed anche se aveva commesso qualche leggerezza nelle sue strategie offensive, era conscio di non poterlo, almeno per il momento, sconfiggere.
Fujio era dunque il primo grande avversario che aveva messo alle strette Al, il quale era solito spiccare fra i suoi parigrado per abilità, spiccando nella massa per abilità, intelligenza e furbizia. Questa consapevolezza non aveva minimamente abbattuto l'ego del giovane, che, invece, sembrava ardere di una nuova luce e di una nuova forza: essere incappato in uno ostacolo incitava il ninja a migliorarsi, a superare se stesso, di, sostanzialmente, crescere, maturare.
Il ragazzo posò lo sguardo sull'altro straniero.

Sei anche tu un medico? Ho notato come osservavi i dottori curare le mie ferite, eseguire test,,

Gliela buttò così, campando una mezza frase per aria, una sorta di ancora, il preludio di una conversazione a cui Ryo avrebbe deciso se prendere parte o dissociarsene, ignorando lo
 
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Giso
view post Posted on 19/3/2013, 22:37




CITAZIONE

Narrato
Parlato


A quanto pare il suo piano era andato in porto senza troppe complicanze, l'unica nota dolente fu quando Ryo si premurò di nascondere tutto l'equipaggiamento ninja dei due shinobi che non dovevano però apparire tali. Nella foga di escogitare uno stratagemma che fosse sia utile che sufficientemente divertente, non v'è da dubitare sul fatto che il Senjuu se la sia spassata ad inscenare quella piccola recita con annesso appellativo di "Shinobi-san" nei confronti del compaesano, Fujio si era dimenticato di togliere quelle tracce così elementali. I medici avrebbero avuto più di una domanda lecita da porre se avessero visto che tutti e tre portavano armamentario ninja, ma la domanda più pericolosa, quasi più ovvia che lecita, sarebbe stata questa: come mai, se tutti e tre hanno l'equipaggiamento ninja, solo uno si è dichiarato come tale? Dubbi di siffatta sorta non avrebbero portato a nessun lieto fine; e invece adesso il finale sembrava indirizzato verso binari sicuri, tutto merito del Chuunin di Kiri. Il Genin si stese sul lettino portandosi la mano illesa al volto come ad esorcizzare quei cattivi pensieri, sapeva di essere al livello della maggior parte dei suoi coetanei, ma quella bega burocratica del suo passaggio a Chuunin lo assillava. Perché era ancora rilegato a quel maledettissimo rango di Genin? La cosa lo torturava più di quanto fosse disposto ad ammettere e l'episodio dell'armamentario ninja non aveva di molto migliorato il suo umore, anzi, l'aveva reso ancor più funesto, tant'è che il Senjuu ringraziò mentalmente il fatto dell'esser separato dagli improvvisati compagni a causa delle cure mediche.

Alla fine dei bendaggi vari Fujio si era bello che rilassato e aveva avuto il proprio tempo per metabolizzare quella che, nel suo strano e competitivo modo di vedere la vita, era una sconfitta bella e buona. Lanciò uno sguardo al suo ex-avversario notando che erano servite parecchie più garze per bendarlo e, se da un lato la cosa gli dispiacque un po', non era un tipo freddo se non in combattimento, da un altro lato gli trasmise un bel po' di autostima, non tutti erano in grado di conciare così un avversario. Se ne stava lì, in silenzio a rimirare il proprio operato, quando Ryo gli si avvicinò uscendosene in maniera un po' criptica. Il Senjuu lo fissò un attimo prima di rispondere.

Un esemplare curioso, dici? Può essere, spero solo che la curiosità ci porti sempre buone nuove.


Che cosa voleva dire con ciò? Una risposta ancor più criptica dell'affermazione del Chuunin, anche perché Fujio non aveva ben capito in cosa consisteva questo suo 'essere curioso', e perciò aveva deciso di rimanere sul vago anch'egli. L'altro ninja avrebbe potuto interpretarla in qualsiasi modo, anche perché le 'buone nuove' di cui sopra non erano derivate dalla semplice curiosità del Mikawa, ma dalla curiosità in generale. Non ebbero comunque modo di disquire oltre sull'argomento, perché al duo vi si aggiunse anche l'ultimo tassello: Al. Questo se n'esordì con una frase che lasciò sorpreso il Genin di Kiri e lo costrinse a voltarsi istintivamente verso Ryo; quindi, dopo uno sguardo fugace riportò l'attenzione di nuovo su di Alphonse.

Però, amico, che Occhio!


Enfatizzò leggermente la parola 'occhio' lanciando al contempo un'occhiata allo shinobi della Foglia, fortunatamente Ryo non l'avrebbe potuta vedere perché doveva dare le spalle al compaesano per volgersi all'altro. L'occhiata era eloquente e il Senjuu sperò che fosse anche chiara, era intesa ad informare l'altro che era a conoscenza del suo Doujutsu, come probabilmente l'altro aveva intuito la natura del Mokuton. Si trovavano quindi nella medesima posizione, se ognuno teneva lo bocca bella cucita sull'argomento tutti ne avrebbero giovato; dopo tutto erano ninja, la capacità di mantenere segrete le proprie tecniche era prioritaria.
Si voltò come se il suo fosse solo un mero commento gioviale, al contempo fece spazio ad Al nel circolo così che tutti e tre si potevano guardare in volto.

Se sei davvero un medico potevi curarci lì per lì invece di costringerci a questa farsa...


Rimbeccò il Chuunin bonariamente, non che gliene fregava molto di essere curato da chicchesia o di passare inosservato in un paesino che con ogni probabilità non vedrà più per il resto della sua vita. La sua era semplice curiosità, curiosità che avrebbe sicuramente registrato nelle sue carte ninja.

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Commento FinePost:
Scusate il ritardo ma tra un impegno e un altro mi ero proprio dimenticato che toccava a moi. A voi barbinelli!

 
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view post Posted on 27/3/2013, 20:56
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Jounin

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Parlato


In mezzo alla foresta si sentiva un piccolo fruscio di foglie e rumori quasi impercettibili dei rami che venivano usati come appiglio per lo slancio,un giovane genin del villaggio della sabbia stava attraversando quella zona a velocità sostenuta,balzando di albero in albero per proseguire il suo tragitto. La destinazione finale era il ritorno al suo paese natale,dopo che era rimasto lontano per qualche settimana,tra allenamenti,combattimenti poco entusiasmanti e piccole risse con qualche brigante di passaggio aveva ritenuto opportuno fare ritorno a casa. E' vero che si trovava nel paese del Fuoco,lontano ancora quasi tre giorni di cammino. Ma non era un problema,un po' di sano movimento non faceva mai male a un aspirante chunin come lui. Anche se al momento non gli andava molto a genio il paesaggio,troppi alberi e poche distese,lui prediligeva luoghi ampi,pieni di sabbia in ogni dove,quest'ultima era un elemento troppo importante per lui,la si poteva considerare parte integrante della sua vita. La giara che portava sulla schiena infatti era piena di quei granellini marroncini che lo proteggevano da tutto e al tempo stesso potevano essere letali per altri. Tornando al viaggio,mentre si spostava di ramo in ramo,notò in lontananza,a non più di cento metri,un piccolo villaggio dedito all'agricoltura,più specificatamente alla coltivazione di riso. Era dal giorno prima che non si fermava per riprendere fiato e quel luogo sembrava adatto. Così decise di aumentare l'andatura,per raggiungerlo più velocemente. La giornata non era niente male,anche se Gaara era abituato a climi un po' più caldi di questo,ma non era un grosso problema.

Vediamo se trovo un chiosco o una piccola pensione dove ristorarmi e riposare quel che basta per riprendere le forze.

Mentre stava per entrare nel piccolo villaggio pensò al fatto che la sua giara e soprattutto il suo coprifronte potevano dare qualche fastidio,ma in quel momento non se ne curò molto,dopotutto quello era un minuscolo luogo abitato,che a prima vista sembrava persino vuoto. Non appena tocco il suolo,una piccola nube di polvere si alzò,per le vie non vi era quasi nessuno,come se tutti fossero a lavoro o chiusi nelle proprie abitazioni. Proseguì con passo sicuro,la parte metallica del coprifronte rifletteva un po' della luce del sole,nessuno sembrava fare caso a quel giovane che stava camminando per la via principale. Non appena raggiunse la piccola piazza principale,trovò anch'essa vuota o quasi. Si guardò intorno in cerca di un chiosco,ma non ne vide neanche uno,così decise di cercare una piccola pensione,iniziando a muoversi per la piazzola,alla sua ricerca. Notò che avevano un pronto soccorso per le emergenze,qualche negozietto,ma poco altro.


CITAZIONE
Come kob mi sono intromesso pure io,vedendo che è l nica ruolata attiva,come pg interessanti.

 
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10 replies since 7/3/2013, 20:45   139 views
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