Corso misto Kr-15

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Haku No Ichin
view post Posted on 13/3/2013, 00:31 by: Haku No Ichin




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Narrato
"Parlato"
"Parlato altrui"
# Pensato #

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Verso un nuovo mondo

Otogakure no Sato. Da poco il sole era sorto oltre la collina che sovrastava casa Akadou, e già piccole nuvolette di vapore si alzavano dalle foglie e dall’erba. La rugiada del mattino stava evaporando al riscaldarsi dell’aria. Il nostro giovane protagonista era intento ad ascoltare l’anziano parente che gli spiegava i fondamenti delle arti marziali. Era già da un’ora che Ikkaku era costretto a sorbirsi le lunghe ed interminabili nozioni di biomeccanica accoppiata a filosofia spirituale. Un’arte è una disciplina che viene dall’anima. Creatività e intelletto, rigorosità e vivacità sono tutte caratteristiche opposte, ma che insieme concorrono all’equilibrio dell’individuo. È quell’equilibrio personale che il cultore dell’arte deve perseguire al fine di poter valicare i propri limiti, oltre i quali si trova il potere e la forza e la gloria.
Potere e forza. Questi erano i desideri di Ikkaku, il cui animo era orgoglioso e ambizioso. Nel suo profondo si nascondeva anche una nota di crudeltà, nonostante la sua età fosse ancora così acerba. E quella nota era già stata vista da suo nonno Yamamoto, che la sfruttava per farlo crescere, per dargli quella spietatezza necessaria a sopravvivere nel duro e corrotto mondo di Otogakure No Sato. Allo stesso tempo però temeva quella nota, perché avrebbe potuto portare il nipote ad una spietatezza tale da uccidere anche la sua stessa famiglia per il potere.

Ikkaku, sveglia! Non – mi – stai - ascoltando!” disse l’anziano, portando il suo bastone di legno a colpire la spalla del ragazzo per ogni parola, bastone snello e flessibile ma duro come la pietra.
Il giovane ragazzo sobbalzò dal dolore. “ Ahio Nonno!!” disse strofinandosi la zona rossa per la botta. Il ragazzo era sicuro che di lì a qualche ora, nonostante la sua pelle coriacea, gli sarebbe spuntato un bel livido su ogni zona colpita. A furia di mazzate il giovane sarebbe diventato di pietra…oppure sarebbe crepato prima, chi lo sa!

Fatto sta che quella mattina gli era proprio difficile concentrarsi. La sua mente vagava ancora a quella busta bianca che era poggiata sul tavolo della cucina. Una lettera consegnata da una fattorino accademico. All’interno la sua chiamata all’Accademia di Otogakure per compiere il suo corso Genin. In strane parole formali c’era l’invito a presentarsi presso il Cancello Est del Villaggio con provviste per affrontare un viaggio di 5 giorni, ad attenderlo ci sarebbe stato il suo sensei.



# 5 giorni? Chissà dove si svolgerà mai questo corso...#



Con questi pensieri in mente, Ikkaku proseguì la giornata dimostrando poca concentrazione in ogni cosa che fece. La madre che lo osservava da casa sorrideva, mentre il Nonno lo rimproverava duramente ad divagazione.
Fu al tramonto, che il Vecchio congedò il ragazzo.

Ikkaku, nipote mio. Tieni sempre la guardia alta, non ti fidare di nessuno e picchia sempre duro” disse dando uno sguardo serio al nipote. Nei suoi occhi si leggeva orgoglio per quello che vedevano.

Il giovane Akadou guardò il Vecchio. Due generazioni di ninja a confronto. Eredità che passava da Nonno a Nipote.
Puoi contarci, vecchio. Non ne lascerò vivo nessuno “ disse sorridendo. Poi si voltò per rientrare in casa.



[…]




Trovò il Sensei già lì. Era un tipo dalla faccia bruta, sembrava uscito dalla prigione più infida e pericolosa del mondo e sembrava odiare qualsiasi cosa fosse sotto il suo sguardo. Inoltre aveva sei braccia. Sembra una cosa strana, sovrumana, ma quell'uomo aveva proprio sei braccia. Inoltre sembrava avere un terzo occhio, chiuso, fermo così come le braccia, ma i pensieri che affollavano la mente del giovane Akadou erano molto spinti.

# Mi hanno affidato all'Uomo Ragno? Invece di parlare, sputa ragnatele? Come è strano! #

Non sapeva come comportarsi, ma cercò di iniziare con il piede giusto: “Sono Ikkaku Akadou, studente dell'Accademia. Mettiamo le cose in chiaro prima di iniziare: quali occhi devo guardare e quale mano devo stringere?

Probabilmente non ci sarebbe stata nessuna mano da stringere, ma il sensei si presentò comunque a modo suo. Le sue parole successive furono piuttosto dure: “La prima cosa che devi sapere è che tutto ciò che dico per te è un ordine incontestabile. Viaggeremo lungo il confine sudorientale che separa il territorio del Paese del Suono da quello del Paese del fuoco, vedi di non avventurarti lì dentro per errore, neanche per pisciare. Tra circa tre giorni e mezzo dovremmo arrivare a un porto, lì noleggeremo un’imbarcazione. La meta è la pacifica isola di Nagi, ma questo dovresti già saperlo

# A dire la verità non mi è stato niente, ma ormai sono qui! #

Il giovane marmocchio guardò il Chunin navigato davanti a sé, che si era voltato ed aveva iniziato a correre. Ikkaku gli tenne dietro, cercando di mantenere il passo. Il "Ragno" era indubbiamente più veloce di lui, e con il peso dello zaino sulle spalle, Ikkaku dovette viaggiare al massimo del suo sforzo fisico. Poco male, era tutto addestramento. Mentre correvano, il giovane si rivolse all'altro: “Va bene, signore, farò attenzione quando devo ed eseguirò i suoi ordini senza indugiare. Sono qui per imparare dopotutto non per ciarlare” disse Ikkaku tenendo lo sguardo fisso in quello dell'uomo. E proseguirono il viaggio in silenzio. L'Akadou osservava i movimenti dell'altro, la muscolatura e la corporatura diversa.

# Saranno i geni....apparterà a qualche specie o qualche esperimento? Avevo sentito parlare di creature bizzarre ad Otogakure, ma non ne avevo mai visto una. Certo deve essere forte avere sei braccia. Sai quante cose in più si potrebbero fare? #

Durante tutto il percorso intorno al confine con il paese del Fuoco, Ikkaku fece ben attenzione a non valicarlo per evitare di far scattare allarmi e/o trappole che avrebbero potuto compromettere la sicurezza del loro viaggio. Gli ordini erano chiari ed un ninja esegue perfettamente gli ordini. Ci vollero tre giorni per raggiungere il litorale. In quei tre giorni, corsero molto e parlarono ancora meno. Alla sera, durante la sosta notturna per il riposo, Ikkaku evitava di parlare perché era stanco morto. Mangiava veloce per poter riposare di più. I muscoli delle gambe gli dolevano, spesso e frequenti durante la notte gli sovvenivano crampi a causa dello stress muscolare a cui il maestro sottoponeva le sue gambe. In quei casi svolgeva degli esercizi di defaticamento e di allungamento volti a sciogliere i muscoli e rilassarli. Ma il sonno indubbiamente si rovinava. E la mattina era ancora più stanco. Ma non per questo il dodicenne demordeva.
Quando arrivarono al porto da cui sarebbero salpati per l'isola di Nagi, Ikkaku si trovò di fronte ad uno spettacolo mozzafiato. Giunsero a notte fonda, e le stelle erano alte nel cielo. Erano fittissime, si diffondevano sullo sfondo blu scuro proprio come una goccia di latte si diffonde sul pavimento una volta caduta. Il sensei pagò l'armaiolo e così si imbarcarono. Posò lo zaino e saltò nella piccola barca a remi, prendendone uno. Il motore di quella nave sarebbero stati loro. Una remata ciascuno e la barca sarebbe dovuta avanzare in linea retta, ma alla prima remata del sensei Ikkaku si accorse subito della differenza abissale di forza che li distingueva. Per questo doveva compiere più remate per ogni pagata del maestro.



[…]



Due giorni dopo erano arrivati. Finalmente l'Isola di Nagi. Lasciarono la barca ancorata alla spiaggia e rapidi si dissero verso il folto dell'isola. Lì in una radura c'era un casolare che sarebbe stato il luogo dove avrebbero compiuto l'addestramento. Quando Ikkaku lo vide gli sembrò veramente una baracca dismessa. Erano arrivati da una decina di minuti, quando poi alle loro spalle sopraggiunse una sorpresa. Almeno per il giovane Otese. Tre kiriani infatti emersero dal folto della foresta. Il più anziano tra i tre si avvicinò all'uomo ragno e pose la mano. “Keita Mikawa, piacere di conoscerla” disse. L'otese non strinse la mano ma si limitò a rispondere “Takashi Kinchou” .

Nel frattempo Ikkaku guardava gli altri due ragazzi, quelli al seguito del Mikawa che in un primo tempo erano stati ignorati visto la presentazione dei sensei. Sembravano due tipi strani. Entrambi si presentarono e Ikkaku fece lo stesso

# Quindi questo è un corso misto. Seguirò con i Kiriani... non male, apprenderò qualcosa di più sul loro conto #

L'Otese avrebbe salutato i neo compagni di corso con un cenno del capo “Ikkaku Akadou, piacere!” avrebbe detto con una strizzata d'occhio ai loro saluti. Non era freddo come il Kinchou, era cordiale, così gli aveva insegnato sua madre. Ma non per questo era meno combattivo del suo accompagnatore. Per Ikkaku le cose iniziavano a farsi interessanti
Quello era l'inizio di una nuova ed entusiasmante avventura.



Edited by Haku No Ichin - 14/3/2013, 10:28
 
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