Corso misto Kr-14

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Dave!
view post Posted on 11/3/2012, 14:04 by: Dave!




CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato da Heidar
Altre voci


Beh.. Non è stato male..
Pensò Heidar mentre giaceva disteso a terra. La prima prova era stata abbastanza impegnativa e faticosa, ma non aveva particolarmente messo alle corde il ragazzo di Kiri, anzi, lo aveva stimolato.
Heidar aprì gli occhi, lo sguardo perso nel cielo azzurro. Batté le palpebre un paio di volte per abituarsi alla luce e girò lo sguardo in direzione del sole. Era ancora abbastanza alto nel cielo.. Saranno state circa le sedici e trenta del pomeriggio: era quindi evidente che l'allenamento appena compiuto non sarebbe stato certamente l'ultimo della giornata.
Ruotò e alzò lentamente la testa verso destra, Kinoris era in quella direzione, disteso come Heidar.. Sembrava esausto e la sua fronte era coperta da un leggero velo di sudore; in ogni caso lo studente di Kiri non dubitava che il suo compagno sarebbe stato pronto per un'altra prova. Il suo entusiasmo, la sua spontaneità come la sua semplicità nel fare ogni cosa testimoniavano molto bene anche la sua forza d'animo.
A quel punto i pensieri di Heidar si soffermarono su quanto stava facendo: era giusto ingannare, con mutevoli tipologie di comportamento, una persona così pura? No, Heidar non era certo una persona incline all’aperta fiducia ne alle a mostrare la sua vera faccia, sempre ammesso che gli fosse possibile riconoscerla fra le sue variegate mutazioni.
Ad ogni modo il ragazzo di Kiri abbandonò queste riflessioni molto presto, infatti pochi secondi dopo rilassò la tensione accumulata sul collo appoggiando nuovamente la testa sul prato e chiudendo gli occhi.
In quel momento la previsione di Heidar si realizzò: il Sensei di Konoha arrivò alle spalle dei due ragazzi ordinandogli in modo pacato, che tuttavia non prevedeva repliche, di alzarsi e seguirlo.
Senza fretta lo studente del paese dell'acqua eseguì il comando.. Si alzò muovendo un arto alla volta, tentando di rendere evidente una stanchezza che non gli era propria in quell'istante. Inutile esplicitarne nuovamente il proposito.
Una volta in piedi diede un ulteriore sguardo verso Kinoris, aspettandosi magari qualche accenno per la prova appena superata e per la probabile successiva; in ogni caso Heidar gli avrebbe indirizzato un sorriso rilassato tralasciando ulteriori risposte.
Intanto il Sensei si era già incamminato e i due ragazzi si dovettero affrettare nel seguirlo. Continuarono così, a passo sostenuto, per pochi tempo prima di arrivare al margine della foresta.
A quel punto l'Anbu di Konoha si dissolse nel nulla: era una copia... Heidar sentì un ben noto brivido risalirgli lungo la schiena mentre un nodo gli serrava la gola; la somiglianza di quella situazione con un'ipotetica trappola era evidente. L'unica cosa che lo trattenne immobile nella sua posizione, con i muscoli rigidi, fu il pensiero della facilità con cui avrebbero potuto eliminarlo molto tempo prima.
Uno sguardo nella posizione in cui il vero Sensei era, o cosi almeno sperava, aiutò a mitigare la sua sensazione di pericolo. Abbandonò quindi le braccia contro i fianchi, permettendo alle mani di infilarsi nelle tasche dei pantaloni e assumendo un'espressione quanto più neutra possibile in direzione della gelida maschera del maestro.

Adesso dovrete imparare a conoscere e controllare il vostro chakra. Nessuna tecnica potrà riuscirvi se non riuscirete a sfruttare in maniera adeguata il potenziale che avete nei vostri corpi. Pertanto vi allenerete a direzionare il chakra sulle piante dei vostri piedi in proporzione fissa: emettendolo con il giusto quantitativo potrete aderire perfettamente alla corteccia di questi due alberi e scalarli fino alla loro sommità. Quando ci sarete riusciti avrete nuove informazioni.

A beneficio di tale spiegazione il maestro Mikawa diede una dimostrazione supplementare dell'esercizio. Ciò risultò davvero strano per il ragazzo del villaggio della nebbia: i rapporti che aveva avuto che il Sensei di Kiri gli avevano lasciato un'immagine di orgoglio e disciplina, non certo affini a quanto stava accadendo. Che Heidar dovesse riconsiderare le sue opinioni era evidente.
Ad ogni modo il Sensei compose il sigillo della Pecora e, appoggiando il piede destro all'albero più vicino, spiegò che era necessaria una quantità di chakra equilibrata per riuscire a risalire l'albero senza scivolare a causa della mancata aderenza o della rottura della corteccia.

Come avrete capito non sarà un esercizio semplice, dovrete emettere in continuazione chakra in misura costante. Buona fortuna. Avete due ore a disposizione. Non trascurate l’importanza del riposo.

Questa ulteriore e superflua spiegazione confermò la preoccupazione del ragazzo di Kiri di aver considerato male il suo maestro. Per qualche secondo la sua mente volò sul comportamento dei due Sensei: intrighi politici, collaborazione con sconosciuti che erano spesso e volentieri nemici... Per un momento Heidar ammirò davvero ciò che le persone che gli stavano davanti compivano, poi la sua costante allerta prese il sopravvento sulla sua mente.
Annuì risolutamente a quanto era stato appena detto e si pose immediatamente di fronte all'albero da lui scelto.
Non trascurate l'importanza del riposo...
Il significato di questa frase era un avviso al fatto che questa prova non sarebbe stata l'ultima o era semplicemente un consiglio relativo alla modalità con cui compiere l'esercizio?
Heidar non ne aveva idea. Quindi lasciò per il momento questa domanda latente nel suo subconscio, deciso in ogni caso a sfruttare quanto ne aveva tratto.
Alzò lo sguardo verso la cima dell'albero respirando profondamente... No, non si sarebbe comportato come nella precedente prova, adesso avrebbero riflettuto sin dall'inizio, non si sarebbe distrutto le ossa tentando di correre come un disperato verso l'alto.
Prima però volse la testa in direzione di Kinoris, si profuse nell'ennesimo sorriso e disse:

Ehi!.. Buona fortuna.

Detto ciò attese un paio di secondi per un'eventuale risposta quindi ritornò a fissare l'albero che aveva davanti.
Era un albero dalla corteccia bianca tendente al giallastro, di una tipologia che non gli era mai capitato di vedere nell'ambiente umido e tetro del Paese della Pioggia; ma questo non era certo il momento di dedicarsi alla botanica.
Heidar chiuse gli occhi e compose con le mani il sigillo della Pecora come aveva fatto il Sensei di Kiri poco prima.
Il primo passo per completare la prova era quello di riuscire ad emettere in maniera uniforme il chakra dai piedi: il ragazzo della nebbia dedicò i primi quarantacinque minuti a questo scopo. Rimase infatti immobile cercando di distribuire, in modo quanto migliore, il chakra sulle piante dei piedi. Quando ritenne di essere in grado di farlo con facilità e naturalezza si bloccò e aprì gli occhi. Tutto era rimasto identico a prima ma lo turbò il fatto di aver perso così tanto la cognizione di ciò che aveva intorno. Con la coda dell'occhio controllò che i Sensei fossero ancora al loro posto e poi, più tranquillo, si avvicinò all'albero, fino ad arrivare ad una distanza di circa mezzo metro. A questo punto alzò la gamba destra e la appoggiò sulla superficie del tronco. Ricompose il sigillo della Pecora, scoprendo di avere le braccia irrigidite a causa del tempo in cui erano rimaste contratte nella medesima posizione. Il ragazzo Kiriano era giunto alla seconda fase della procedura che aveva in mente: questa fase consisteva nel riuscire a capire quale fosse la quantità di chakra più adatta per risalire l'albero e fissarla nella mente. Non era qualcosa di molto difficile ed infatti nel giro di una quindicina di minuti riuscì nel suo intento.
A quel punto alzò anche la gamba sinistra aumentando il flusso di chakra per compensare l'aumento del peso; sembrava che tutto andasse bene. Quando appoggiò il piede si rese conto di quanto fosse instabile quella posizione: il suo busto era piegato verso terra dalla forza di gravità e il suo peso rendeva il tutto più gravoso. Si accucciò contro il tronco appoggiando anche la mani per riacquistare l'equilibrio quindi, con la spinta di tutti i suoi arti, scattò verso l'alto rialzandosi gradualmente mentre saliva.
Quando la cima non era che a pochi metri tentò di aumentare la velocità; nel farlo, però, aumentò troppo anche la quantità di chakra.
Idiota.. riuscì a pensare prima di sentire la corteccia cedere in un punto particolarmente sottile. Il suono ovattato della sua schiena che colpiva il terreno venne accompagnato da un gemito soffocato.
Heidar respirò affannosamente un paio di volte mentre si raggomitolava in attesa che il dolore scemasse; una serie di colpi di tosse lo scossero per pochi secondi prima che si riprendesse. Si alzò sulle braccia mentre guardava il sangue, fuoriuscito dalla sua bocca, che sporcava il verde brillante dell'erba, quindi si erse in tutta la sua altezza spostandosi dal viso i lunghi capelli dorati.
Fece un lungo respiro, riportò rapidamente alla memoria tutte le informazioni apprese nell'ora precedente e, mentre i suoi muscoli gli mandavano ancora eloquenti messaggi di dolore, si slanciò verso l'albero. Lo risalì fino alla sua metà quindi fece una capriola all'indietro e atterrò sull'erba inginocchiandosi per assorbire il colpo. Senza tregua ripeté l'azione raggiungendo questa volta i tre quarti circa dell'altezza complessiva dell'albero. A questo punto si fermò, si sedette a gambe incrociate e rimase a riflettere su come poteva variare l'intensità del chakra per permettere una corsa più fluida o una camminata più sicura e meno faticosa.
Quando si stiracchiò e si rimise in piedi la prova era iniziata da circa un'ora e venti: non gli rimaneva molto tempo. Mosse un passo lento verso il candido tronco, sorrise e si mise a correre. Un passo, due, tre... Il ritmico suono dei piedi che colpivano il legno aumentò di frequenza man mano che la cima si avvicinava. Una volta arrivato alla fine del tronco Heidar saltò all'indietro come le altre volte, ma questa volta atterrò su di un grosso ramo. Per evitare di scivolare, il ragazzo di Kiri innalzò il flusso di chakra emettendolo anche dalle mani.
Il sole lentamente declinava verso ovest mentre il vento spirava leggero... Il panorama era magnifico da lassù: da un lato si stendeva la massa verde scuro del bosco, se invece spingeva il suo sguardo oltre poteva osservare il blu intenso del mare. Sarebbe voluto rimanere ancora un po' su quel ramo, ma vi era ancora molto da fare.
Limitando l'uso del chakra fece in modo di scivolare lungo il tronco e arrivò, di conseguenza, velocemente a terra. A questo punto impiegò il resto del tempo allenandosi a salire e scendere dall'albero camminando, ovviamente preoccupandosi di non utilizzare troppa energia.
Erano infine giunte le diciannove ed Heidar si sentiva parecchio stanco; sperò vivamente di aver mal interpretato le parole del Sensei Mikawa. Quando, dopo aver concesso qualche minuto di riposo, i due Sensei comunicarono che ci sarebbe stata un'altra fase della prova, Heidar reagì come al solito: mascherando il suo stato reale.
Trascinando i piedi si alzò, e, dopo essersi stiracchiato ed aver sbadigliato voluttuosamente, si mise al seguito dei due maestri.
In non molto tempo giunsero sulla spiaggia dove i due Kiriani erano approdati la mattina; più in la si scorgeva la barca che avevano tirato in secca. Di fronte a loro si delineava l'orizzonte, dal quale un sole morente mandava i suoi ultimi bagliori, mentre il cielo accompagnava il suo cammino variando dal blu profondo all'arancione.
In quel momento i Sensei spiegarono quale sarebbe stata l'ultima prova della giornata: consisteva nell'imparare a camminare sull'acqua; essendo però questa acqua marina la difficoltà sarebbe stata evidente. Infatti il vento e le onde avrebbero complicato ogni cosa.
Heidar era stanco ed era sua intenzione terminare questa fase nel più breve tempo possibile. La sua concentrazione doveva essere totale. Finita la spiegazione ignorò quindi chiunque avesse vicino, nonostante lo sentisse come un rischio, e si incamminò fino a quando non ebbe l'acqua a lambirgli le cosce, in modo da evitare, almeno per le fasi iniziali, l'acqua decisamente troppo in movimento vicino alla battigia.
A quel punto iniziò con i tentativi, all'inizio davvero disastrosi, che lo videro cadere in acqua diverse volte. Il problema che non riusciva a risolvere era di abituarsi ad avere qualcosa in movimento continuo sotto i piedi. Circa mezz'ora dopo l'inizio della prova credeva di essere riuscito ad abituarsi ma, in quell'istante, il chakra che fuoriusciva dal piede sinistro vacillò facendolo scivolare all'indietro.
Ormai fradicio e infreddolito (anche se la temperatura stava gradualmente salendo) riuscì soltanto un'ora dopo a rimanere immobile sull'acqua. Era però tardi e, nonostante la luna rischiarasse la superficie marina, la visibilità era davvero compromessa; in lontananza vide la sagoma scura di Kinoris che tentava, come lui, di completare la prova. Il ragazzo di Kiri gli si avvicinò lentamente, tentando di bilanciare le onde che giungevano sempre più forti e alte alla spiaggia. Quando era a meno di tre metri da Kinoris un'onda lo sorprese e, solo con molta fatica, riuscì a rimanere in piedi.

Tutto bene?

Chiese Heidar all'indirizzo dello studente di Konoha, preparandosi anche ad un eventuale discorso al quale si sarebbe approcciato nel modo più gentile e simpatico possibile.
Terminata la conversazione si allontanò per tentare di andare un po' più al largo allo scopo di allenarsi con le onde più alte.
Scoprì, a suo discapito, che la quantità di chakra che doveva emettere in quelle condizioni doveva essere molto più alta di prima; prima di abituarsi cadde diverse volte, inzuppandosi nuovamente dalla testa ai piedi.
Una volta che ritenne di aver espletato le richieste dei Sensei nel modo più corretto ritornò alla spiaggia con la consapevolezza che, nonostante ci fosse riuscito, la strada del miglioramento era davvero molto lunga.
Raggiunse la battigia. Aveva un aspetto orribile: era completamente fradicio e la sua pelle presentava i caratteristici segni di essere stata immersa in un fluido contenente più minerali del suo corpo. Con l'aggiunta della stanchezza, il giudizio che ebbe di se stesso in quel momento era quello di un naufrago.
In ogni caso tutto ciò non lo interessava; diede un veloce sguardo verso i Sensei quindi si accucciò sulla sabbia con lo sguardo perso nel buio.

Off-Gdr
Mi scuso per non aver colto prima il fatto che potevo scrivere io per primo. In ogni caso spero di non aver limitato molto Ray nella libertà di movimento del suo personaggio.




Edited by Dave! - 19/3/2012, 20:03
 
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