Londra 2012

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Drak94
view post Posted on 7/9/2011, 11:49




Road to London - Martina Grimaldi, obiettivo Londra


La nuotatrice di Bologna, che proprio oggi si è laureata campionessa europea nella 10 km, racconta quello che sarà il suo anno pre olimpico tra gare, collegiali e avversarie sempre più competitive da battere.


Sarà una delle atlete su cui l’Italia dovrà puntare all’Olimpiade di Londra 2012, ha al suo attivo un oro, un argento e un bronzo mondiali e dal 2008 è andata a medaglia in tutte le gare internazionali a cui abbia preso parte. Nella vita di tutti i giorni, quando non è impegnata con gli allenamenti, studia statistica all’Università di Bologna.
Parliamo oggi di Martina Grimaldi e del nuoto in acque libere, una disciplina che da anni, ormai, regala all’Italia risultati di altissimo profilo internazionale, ma che ancora fatica a prendere piede tra un pubblico di non addetti ai lavori.
Con il pass per Londra già in tasca grazie all’argento conquistato agli scorsi Campionati Mondiali di Shanghai, Martina ha un anno davanti a se’ per prepararsi alla 10 km in acque libere delle prossime Olimpiadi.
Per il momento quello della Grimaldi è il solo nome certo per la nazionale azzurra visto che l’atleta che prenderà parte alle gare maschili è ancora da definirsi “Per l’Italia saremo solo in due –ha spiegato la nuotatrice di Bologna, che abbiamo incontrato a Lerici mentre si trovava in ritiro con il resto della nazionale di fondo- tra le donne si sa già che ci sarò io in forza del risultato di Shanghai, dove le prime dieci qualificate ottenevano di diritto il pass per Londra, mentre per quanto riguarda gli uomini verrà tutto deciso in una gara a Setubal, in Portogallo. Per quanto mi riguarda il fatto di aver già ottenuto la qualificazione mi permette di poter affrontare più serenamente la preparazione in vista dell’Olimpiade. Per questa stagione l’obiettivo in assoluto è la gara del 9 agosto, a cui mi preparerò con molti collegiali e con alcune gare, per vedere come va il confronto con le altre vedere come va anche in stato di lavoro.”
A Londra Martina, che a settembre compirà ventitrè anni, non sarà alla sua prima esperienza olimpica, visto che nel 2008 scese in acqua nei Giochi di Pechino. “In quell’occasione arrivai decima, ma fu in ogni caso un’esperienza veramente importante. Dell’Olimpiade ricordo in modo particolare la cerimonia di apertura e il momento in cui noi atleti abbiamo sfilato nello Stadio Olimpico. Avevo l’impressione che, rispetto ad un Mondiale, fosse tutto molto più grande, visto che c’erano atleti di tutte le discipline. La gara, invece, mi è sembrata molto simile a quella del Mondiale anche perché le avversarie erano a grandi linee le stesse.”
Cosa si aspetta di trovare questa volta l’azzurra, che proprio oggi ha ottenuto una splendida vittoria nella 10 km ai campionati Europei di Eilat, in Israele, e che poche settimane fa si è aggiudicata il test eventi proprio nel Serpentine Lake di Londra? “Il campo gara è un circuito di 1600 metri da effettuare per sei volte. Si tratta di un campo molto stretto, che dà poche possibilità di fuga, l’acqua sarà probabilmente intorno ai 19° gradi, che per me è molto meglio rispetto ai 30° di Shanghai. Le avversarie saranno molte, in modo particolare l’inglese Keri-Anne Payne e la tedesca Angela Maurer Di più non dico per scaramanzia.”
Un' ultima battuta sulla situazione attuale degli sport acquatici, che trascinati dalla popolarità assunta dal nuoto in questi ultimi anni, sempre di più stanno prendendo piede nelle pagine della cronaca sportiva nostrana. “Per quanto riguarda noi del fondo, quello che ci interessa è far parlare di noi per i risultati che riusciamo ad ottenere e speriamo che, una vittoria dopo l’altra, la gente inizi ad accorgersi di noi.”

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Francesca Galluzzo / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 14/9/2011, 19:31




Road to London - Ci servirà davvero una nuova Pellegrini?


la quattordicenne Giorgia Biondani ha battuto il record italiano di categoria dei 100 stile libero che apparteneva a federica e già si parla di una nuova Pellegrini, ma certi paragoni possono davvero avere un senso?


Il momento non è ancora arrivato, ma potrebbe non essere così lontano. Di che momento si tratta, viene da chiedersi. Del momento in cui, per arrivare ad una medaglia mondiale o olimpica nel nuoto femminile l’Italia non sarà costretta a fare affidamento sulle imprese sportive della solita Federica Pellegrini.
La nuova speranza azzurra viene da Verona, ha quattordici anni (classe 1997) e si chiama Giorgia Biondani. Nella sua ancora breve carriera oltre a qualche titolo italiano di categoria (e già non è poco) può adesso vantare di aver battuto il primato nazionale di categoria nei 100 stile libero che apparteneva proprio alla Pellegrini. Solo due centesimi separano il tempo di Giorgia, 56.86 da quello fatto registrare da Federica ormai più di qualche anno fa 56.88, ma tanto è bastato per far parlare di nuovo fenomeno dello sport nostrano.
E qui, però, è necessaria qualche precisazione. Sul talento della ragazza non si discute, ma da qui a parlare di una nuova Pellegrini il passo è molto lungo. Chi conosce un po’ il nuoto non può non rendersi conto di come questo sport si sia evoluto nel corso dell’ultimo decennio, e non soltanto a livello di tecnologia con i tanto chiacchierati costumoni, ma proprio dal punto di vista della tecnica. Una cosa su tutte, senza volersi perdere in discorsi accessibili soltanto agli addetti ai lavori; si guardino le subacquee, al giorno d’oggi considerate quasi il quinto stile e fino a 10 anni fa praticamente inesistenti, senza contare la track start, cioè la partenza con un piede avanti e uno indietro e altri dettagli su cui, appunto, non val la pena soffermarsi. Con dei mutamenti così profondi, quindi, ha davvero senso paragonare un tempo nuotato oggi con uno realizzato nove anni fa? Può reggere un confronto fra la prestazione di Giorgia e quella di Fede, che sul blocco di partenza si posizionava con i piedi uniti e che, uscita dalla virata, iniziava subito a nuotare, come era di buon uso nel decennio scorso?
Senza contare quello che può aver significato per la carriera dell'atleta di Spinea, il fatto di “essere la Pellegrini”. Mi spiego. Piaccia o non piaccia, la si consideri simpatica o spocchiosa, l’azzurra ha cambiato l'immagine del nuoto portandosi sulle spalle buona parte delle aspettative di popolarizzazione di questo sport, che prima del suo irrompere sulla scena internazionale appariva nella cronaca sportiva solo in occasione di Olimpiadi e Mondiali e che adesso è innegabilmente uno degli sport più seguiti dal grande pubblico. Il “fenomeno Pellegrini”, quindi, non è solo una questione di tempi, record e medaglie, ma anche di immagine di uno sport che oggi non è più quella di qualche anno fa.
Ha senso, quindi, parlare adesso di una nuova Pellegrini? Ma soprattutto, all’Italia del nuoto, e all’Italia in generale, serve davvero una nuova Pellegrini, o sarebbe meglio trovare un’atleta, e speriamo che sia proprio Giorgia, capace di interpretare quello che sarà il nuoto nei prossimi anni, senza rimanere attaccati al mito dei giorni nostri?

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Francesca Galluzzo / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 22/9/2011, 19:13




Londra 2012 - Damiani, pugni d'acciaio e cuore d'oro


L'ex campione di pugilato, ora allenatore della nazionale azzurra, si racconta in esclusiva ad Eurosport. Una chiacchierata a 360° tra ricordi e speranze per la nazionale azzurra in vista di Mondiali e Olimpiadi. Con una piccola parentesi romantica


Alla vigilia della partenza della nazionale italiana di pugilato alla volta di Baku dove si svolgeranno i Mondiali, abbiamo intercettato Francesco Damiani, allenatore dei nostri boxeur e grande campione di questo sport. Parlando con lui, abbiamo scoperto un uomo dai pugni di acciaio, ma dal cuore d’oro, innamorato di sua moglie e legato da profondo affetto ai suoi atleti per i quali rappresenta qualcosa di più di un allenatore, ma un vero esempio da seguire.
Già, perché Damiani è un uomo che di vittorie se ne intende, un uomo che ha preso parte alla sua prima Olimpiade appena 22enne. Mosca 1980, un’edizione dei Giochi molto particolare, esattamente come quella di 4 anni dopo, Los Angeles. Ma che ricordi ha di quelle Olimpiadi, svolte in clima di piena Guerra Fredda? “Sono state un po' strane - risponde - perché i Paesi che rappresentavano i due blocchi non si sono presentati nè a Mosca nè a Los Angeles, ma dal punto di vista sportivo sono state belle come sempre. Anche a Pechino 2008 la situazione non era delle più semplici dal punto di vista politico, ma l'atmosfera è stata straordinaria”. Segno che i valori sportivi, quelli che le Olimpiadi si promettono di celebrare, esistono ancora.
La lunga tradizione pugilistica italiana è stata confermata da Damiani nel 1984, anno in cui si è regalato e ha regalato all’Italia un prezioso argento olimpico, battuto in finale da Biggs. Un’emozione straordinaria, la classica ciliegina sulla torta perché “Già andare alle olimpiadi è qualcosa di straordinario per qualsiasi atleta, mettere una medaglia al collo è qualcosa in più. Una vittoria olimpica non ha paragoni con nessun'altra competizione, Certo, ci sono stati altri momenti indimenticabili come la vittoria del Mondiale contro Stevenson nel 1982 a Monaco di Baviera o gli ori europei del 1981 del 1983”.
Qualcuno scriveva che dietro un grande uomo, c’è sempre una grande donna. E quando Damiani parla di sua moglie, la voce si fa dolce e la risata diventa ancora più spontanea. Perché ogni attimo della sua vita è stato diviso con sua moglie, in ogni ricordo, bello o brutto, lei c’è. E’ commovente vedere “a distanza di 32 anni l'amore che ci lega. Se mi aveste fatto questa domanda tempo fa, probabilmente non avrei risposto così; oggi, invece, ho capito quanto sia stata importante la presenza di una donna come lei nella mia vita”.
Ora Damiani ha deciso di mettere la sua esperienza a disposizione delle nuove leve. La vita da allenatore, però, non è più semplice di quella da atleta, anzi. “Da atleta vivi la cosa in maniera più personale, sei protagonista dal punto di vista agonistico. Ci siete tu, il ring e il tuo avversario. Da allenatore sei protagonista in modo diverso, c'è maggiore emotività, soffro di più a vedere i ragazzi combattere e non poter dare il mio contributo. Mi piacerebbe, talvolta, salire sul ring e dare qualche cazzotto, come tanto tempo fa...”.
Bisogna ammettere che ha fatto un buon lavoro e i nostri pugili se la cavano bene anche da soli. Inutile nascondere che le aspettative per i Mondiali, ma soprattutto per le Olimpiadi sono tante. “Andiamo con 2 campioni del mondo come Valentino e Cammarrelle, che devono confermare il titolo iridato del 2009 di Milano. Sono favoriti ma non sarà facile confermarsi per loro. Poi c'è Picardi che, dopo il bronzo agli Europei di Ankara, va lì con buone prospettive e voglia di fare il colpaccio. E poi ci sono i giovani che stanno emergendo e hanno voglia di farsi notare: Mangiacapre, Podda, Parrinello... I nostri atleti di punta,Cammarelle, Russo, Valentino e Picardi, stanno bene, si sono allenati con costanza e impegno. Purtroppo in competizioni così importanti contano anche altri fattori, bisogna avere un po’ di fortuna perché la competizione inizia già al momento del sorteggio”.
Clemente Russo è sicuramente un grandissimo atleta, ma anche un personaggio molto esposto da un punto di vista mediatico. Ha partecipato a un reality, ha recitato in un film diventando un personaggio dello show-biz, spesso al centro di numerose polemiche. Vietato, però, pensare che Clemente abbia trascurato la sua attività di pugile perché lui “è un atleta serio che ha continuato ad allenarsi con professionalità e dopo il fattaccio si è ripreso alla grande”, chiarisce Damiani e in questo momento, per la prima volta, la sua voce di fa più tesa. Perché sono i suoi ragazzi e guai a chi glieli tocca...
Damiani conclude la sua intervista con una chicca: ci consiglia di seguire con attenzione Vincenzo Mangiacapre, un giovane di bellissime speranze. Tutto questo con la promessa di risentirci dopo i Mondiali per fare il punto della situazione e magari per festeggiare insieme qualche successo iridato!

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Caterina Camerlengo /Andrea Distaso / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 26/9/2011, 16:07




Londra 2012 - Incerti, Console e Straneo qualificate


Quinta, sesta e settima alla maratona di Bertlino: Anna Incerti, Rosaria Console e Valeria Straneo strappano tre pass (il massimo consentito) per la gara olimpica di Londra 2012


Le azzurre dell'atletica conquistano tre pass olimpici. Anna Incerti, Rosaria Console e Valeria Straneo hanno infatti centrato la qualificazione per Londra grazie ai tempi fatti registrare nell'odierna maratona di Berlino, tutti al di sotto dal limite fissato dal Consiglio Federale, in accordo con il Coni.
L'Italia ha ottenuto così il massimo di pass consentito dai criteri per la XXX edizione dei Giochi Olimpici: ogni nazione può infatti iscrivere fino ad un massimo di tre atleti per ogni prova.
Nella gara di Berlino, dominata dalla keniana Florence Kiplagat in 2h19:44 (terza la britannica Paula Radcliffe, 2h23.46) Anna Incerti (nella foto Ap/LaPresse) si è piazzata al sesto posto con il primato personale portato a 2h25:32 (aveva 2h27:33, corso a Osaka il 31 gennaio di quest'anno), Rosaria Console al settimo, in 2h26:10 (anche per lei primato personale, il precedente era il 2h26:45 di Berlino 2009) e una sorprendente Valeria Straneo in ottava piazza (35 anni di età, emersa ai massimi livelli solo quest'anno), in 2h26:33, demolendo il 2h41.15 (Carpi 2009) che costituiva il suo primato precedente.
In fatto di statistiche, la Incerti (la medaglia di bronzo degli Europei di Barcellona 2010) si piazza al terzo posto nella lista italiana di sempre, scavalcando nell'ordine la stessa Rosalba Console, Maria Guida, e Bruna Genovese.
In testa alla graduatoria, il 2h23:47 del record italiano di Maura Viceconte (Vienna 2000). Nella maratona maschile aveva già ottenuto il pass Ruggero Pertile, in virtù dell'ottavo posto ottenuto nel Mondiale di Daegu. I qualificati azzurri per Londra 2012 salgono così a quota 88.

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Drak94
view post Posted on 27/9/2011, 15:27




Londra 2012 - Gioca con i Giochi sul sito del C.I.O.


Il C.I.O. ha creato dei minigiochi ispirati agli sport olimpici con le due mascotte di Londra 2012 come protagoniste


Uno dei tanti volti delle Olimpiadi è quello buffo di Wenlock e Mandeville, le due mascotte dei Giochi di Londra 2012. Stando alla "storia" ufficiale i due esserini sarebbero stati creati con l'acciaio avanzato dall'ultima trave dello Stadio Olimpico. Dalla forma sembrerebbero degli alieni, ma non lo sono.
Sono di due colori diversi, Mandeville è arancione ed è il simbolo delle Olimpiadi, Wenlock è blu è sarà l'immagine delle Paraolimpiadi. Portano il nome di due località della Gran Bretagna e hanno vinto la concorrenza di simboli più celebri come il Big Ben o le tazze da tè.
Il loro scopo sarebbe quello di invogliare i giovani e i bambini a tenersi in forma praticando sport e per questo motivo a partire dalla loro creazione, nel 2010, attori travestiti da mascotte hanno iniziato a girare per le scuole della Gran Bretagna.
Fin qui tutto normale, o almeno nulla di diverso dalle iniziative lanciate per promuovere le passate Olimpiadi attraverso le Mascotte, a partire dal bassotto di Monaco 1972, Waldi, o dal celebre orso Misha di Mosca 1980.
Per Wenlock e Mandeville il Comitato Olimpico Internazionale ha pensato ad una promozione diversa, mettendo online sul proprio sito dei giochi che vedono protagoniste le due mascotte e che, non sarebbe potuto essere altrimenti, si ispirano alle discipline olimpiche.
Due sono i minigiochi resi disponibili fino a questo momento, uno sul nuoto e uno sul trampolino elastico. L'iniziativa, però, non si fermerà qui, visto che nelle prossime settimane saranno messi online altri giochi con adulti e bambini si potranno cimentare per meglio entrare nello spirito olimpico.
Insieme ai giochi sportivi è stato creato anche un giochino musicale ispirato alla canzone "On a Raimbow" che accompagnerà Wenlock e Mandeville in giro per il mondo fino all'estate 2012.

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Francesca Galluzzo / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 29/9/2011, 07:16




Londra 2012 - Roma2020: villaggio olimpico a costo zero


Il Villaggio Olimpico di Roma 2020 sarà costruito nel quartiere di Tor di Quinto, come proposto da Gianni Alemanno: sarà completamente eco-sostenibile, perché gli appartamenti potranno poi essere rivenduti al termine dei Giochi


Gianni Alemanno ha annunciato che, se Roma dovesse aggiudicarsi i Giochi del 2020, il Villaggio Olimpico verrà costruito a Tor di Quinto, e non a Tor Vergata, come invece aveva proposto il Pd, riprendendo il vecchio sogno dell’ex-sindaco Walter Veltroni. Anche il Coni si schiera sulla stessa linea di Alemanno, perché da Tor di Quinto sarà poi facile raggiungere le strutture che ospiterebbero le gare, come lo stadio Olimpico e il Foro Italico.
“Il progetto del Villaggio - ha illustrato il sindaco di Roma - si estenderà per 26 ettari da un lato e 8 dall’altro a Nord dell’ippodromo militare Pietro Giannastasio che non verrà assolutamente toccato dalle strutture residenziali e dagli impianti. I valori paesaggistici, storici, sportivi e militari saranno tutelati. Per ora, ovviamente, è solo un progetto: una volta approvato lo presenteremo al Comitato olimpico e se sarà scelta Roma, quindi se avremo l'assegnazione, se ne parlerà dopo il 7 settembre 2013''.
La zona individuata ospita già alcuni impianti sportivi (ad esempio un poligono di tiro), e se il progetto dovesse andare in porta, allora verranno costruiti alloggi per gli atleti, palestre, aree pubbliche e sarà bandito un concorso per la progettazione. La particolarità del Villaggio è il “costo zero”, dunque una struttura completamente eco-sostenibile: al termine dei Giochi, infatti, gli appartamenti costruiti potranno essere rivenduti ai privati.

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Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 29/9/2011, 15:17




Road to London - Djokovic-Ivanovic e tutte le altre...


Quali coppie potrebbero partecipare nel doppio misto a Londra 2012? Federer sogna di giocare in coppia con Martina Hingis, Serena Williams ha già fatto sapere di voler gareggiare con Andy Roddick. Nadal su chi potrebbe puntare? Dite la vostra


Dopo 88 anni di assenza, i Giochi Olimpici sono pronti ad accogliere nuovamente il doppio misto di tennis. Correva l'anno 1924 quando le Olimpiadi di Parigi salutarono per l'ultima volta il tennis, prima di riammetterlo, almeno in singolare e in doppio, a Seoul nel 1988. Ora, però, anche il doppio misto ha ritrovato il suo posto nei cinque cerchi, per di più nell'anno in cui le Olimpiadi si svolgeranno a Londra e le racchette si agiteranno a Wimbledon. Nel tempio del tennis con la "T" maiuscola, dove ogni tennista ambisce a giocare (e a vincere).
Ancora non si sa nulla sulle coppie che parteciperanno al tanto atteso evento, evento che cadrà nel periodo estivo, un mese dopo che sarà calato il sipario sui Championship. Ma la fatica non sarà un ostacolo per i tennisti che già ora si stanno preparando alla manifestazione. Abituati a giocare praticamente ogni settimana, uno sforzo in più potranno farlo proprio per le Olimpiadi i cui match si decideranno tutti al meglio dei tre set, a parte la finale maschile che si giocherà al meglio dei cinque. Per quanto riguarda il doppio misto, invece, nel terzo set è previsto un tie break: se l'aggiudicherà la coppia che per prima arriverà a dieci punti.
Dunque, dicevamo, ancora non si sa nulla sulle coppie che giocheranno, anche se negli ultimi tempi ha tenuto banco Roger Federer e il suo desiderio di giocare a Londra in coppia con Martina Hingis. Un sogno che in molti vorrebbero diventasse realtà per poter godersi lo spettacolo di due campioni che al tennis hanno dato tanto. Ma la partecipazione della Hingis è in forte dubbio, soprattutto per l'assenza della svizzera dai campi da gioco dal 2007. In attesa di sapere se il desiderio di re Roger si avvererà, abbiamo pensato alle possibili coppie che potranno sfidarsi sull'erba verde inglese.
Partiamo con la Serbia del numero 1 del mondo Novak DJokovic. Posto che Nole scenderà sicuramente in campo a difendere i colori nazionali, chi sceglierà tra Jelena Jankovic e Ana Ivanovic, due ex numero 1 del mondo oggi un po' appannate? Si mormora che sia la Ivanovic la sua futura compagna di gioco, ma forse la Jankovic, attualmente, potrebbe offrire maggiore sicurezza.
E il numero 2 del mondo, Rafael Nadal, con chi si esibirà? La Spagna non ha tenniste di vertice e la scelta potrebbe ridursi tra Anabel Medina Garrigues e Maria Josè Martinez Sanchez.
Lasciando da parte il numero 3, Federer, che Hingis a parte non può contare neanche su Patty Schnyder a sua volta fresca di ritiro, passiamo al numero 4 del mondo, Andy Murray, che davanti al pubblico amico potrebbe presumibilmente fare coppia con la giovane promessa britannica Laura Robson.
La Russia può contare su numerose tenniste di vertice, a partire da Maria Sharapova e Vera Zvonareva. Tra gli uomini il prescelto dovrebbe essere Mikhail Youzhny e pensiamo che sia la siberiana a vincere il ballottaggio. Difficile che Masha si lasci scappare un'occasione come quella di Londra 2012.
Gli USA, che in quanto a doppio, comunque, non hanno problemi, hanno già la loro coppia. Serena Williams ha fatto, infatti, sapere nei giorni scorsi di voler gareggiare insieme all'ex numero 1 del mondo Andy Roddick. E anche la Repubblica Ceca può contare su una coppia degna di nota: Tomas Berdych e la vincitrice di Wimbledon Petra Kvitova.
E l'Italia? Francesca Schiavone è la numero 1 azzurra, vero, ma Flavia Pennetta in doppio dà il suo meglio. Puntiamo sulla brindisina in coppia con Fabio Fognini che si sta dedicando ultimamente alla specialità con Simone Bolelli. E, comunque, un doppista di tutto rispetto in Italia è anche un certo Potito Starace che, magari, potrebbe far coppia, come già accaduto quest'anno in Hopman Cup, con Francesca Schiavone.
E voi quali coppie vedreste bene a Londra 2012? Dite la vostra qui sotto, come sempre nel rispetto delle norme della buona educazione.

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Lorenza Teti / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 30/9/2011, 14:14




Atletica - Di Martino "Londra grande responsabilità"


L'atleta azzurra fa bilanci sulla stagionee sui Mondiali di Daegu e intanto pensa alle Olimpiadi di Londra 2012.


E' il momento di fare dei bilanci. Si analizza la stagione appena conclusa e, da lì, si fanno progetti per l'annata futura. Alle spalle ci sono i Mondiali di Daegu, dove Antonietta di martino è riuscita a conquistare l'unica medaglia iridata per l'Italia, nel futuro prossimo ci sono i Giochi di Londra, l'obiettivo che ogni atleta mette in cima alle sue priorità
"Ho sempre avuto una carriera molto difficile, quest'anno sembrava che andasse tutto bene, ma a maggio mi sono fatta male. Difficile è stata la ripresa, ero al top della forma e sono crollata a livello nervoso. Questo infortunio mi ha dato più forza per affrontare la gara ai Mondiali, volevo salire sul podio ed è andata bene". Lo ha detto Antonietta Di Martino, bronzo ai Mondiali di Daegu nel salto in alto femminile, ospite in studio a Sky Sport 24. "Londra 2012? Sento grande responsabilità ma i Giochi sono ad agosto, c'è tempo. Ci sono tanti miei colleghi della nazionale che durante l'anno e all'Olimpiade potranno vedere il loro valore. Noi italiani siamo sfortunati, ci facciamo male spesso. Crisi dell'atletica azzurra?
Il ricambio generazionale c'è, ci sono atleti forti ma sono molto piccoli. Atleti forti, come me, che sono quasi a fine carriera. C'è un buco in queste due situazioni, per questo c'è difficoltà. Ci sono ragazzi juniores, bisognerà aspettare altri due anni", ha concluso l'azzurra.

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Italpress
 
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Drak94
view post Posted on 30/9/2011, 16:04




Londra 2012 - Abile o disabile, chi decide il confine?


E' giusto, a livello di logica, che un atleta disabile, che prende parte alle gare per normodotati, possa prendere parte anche alle gare per i diversamente abili?


E' da poco terminata la vendita dei biglietti per le Paralimpiadi di Londra 2012 che, a differenza di Pechino, dove le riprese delle gare avevano mostrato un triste deserto sugli spalti, dovrebbero ottenere un buon successo di pubblico. Assoluto trascinatore, quanto meno a livello di immagine, del movimento paralimpico è il corridore sudafricano Oscar Pistorius, che anche a Londra, così come in Cina, potrebbe essere uno dei grandi protagonisti dei Giochi Paralimpici.
Ma come, non si era detto che adesso Pistorius poteva gareggiare con i normodotati? Si è già cambiata idea? No, niente affatto, la decisione della Iaaf è sempre valida, ma in effetti, a livello di regolamento, Pistorius piotrebbe gareggiare in entrambe le competizioni.
Abile o disabile, chi decide dov'è il confine? La domanda non è mia, ma a chiederselo era poco più di due anni fa, Natalie Du Toit. Per chi non la conoscesse, si tratta di una nuotatrice sudafricana, attualmente specializzata nel fondo che ha preso parte ai Giochi Olimpici di Pechino e ai Campionati Mondiali di Roma 2009. A 17 anni ha subito l'amputazione della gamba sinistra fino al ginocchio e, da quel momento, vive con una protesi al posto del polpaccio. Se avesse fatto un qualsiasi altro sport il problema sarebbe stato insormontabile, ma Natalie nuotava, e nuota tuttora, e in acqua si può, evidentemente, essere competitivi anche se si nuota con una gamba solo a metà. Natalie è stata la seconda atleta disabile a qualificarsi per un'Olimpiade nella storia della manifestazionea cinque cerchi, ma l'impresa del suo predecessore, il ginnasta americano George Eyser, va considerata nell'ottica di un'Olimpiade svoltasi nel 1904, quando il blasone dei Giochi era molto minore, la possibilità degli atleti di raggiungere una determinata zona del mondo limitata e, di conseguenza, la concorrenza inferiore. Ciò che ha fatto Natalie è qualcosa di unico e rappresenta, questo penso che ormai tutti lo sappiano, il sogno di Oscar Pistorius, sogno che il velocista probabilmente riuscirà a realizzare ai prossimi Giochi di Londra.
Non sto per chiedere se sia giusto che un atleta disabile prenda parte alle gare dei normodotati. La domanda che pongo, invece, è se sia giusto o meno che un atleta disabile che prende parte alle gare per normodotati, come nel caso di Natalie e Pistorius, possa prendere parte anche, alle gare per disabili. Per fare un esempio pratico, ha senso che un Pistorius possa gareggiare sia alle Olimpiadi che alle Paralimpiadi di Londra 2012? Regolamento alla mano la risposta è una, è chiara, e non lascia spazio alle interpretazioni. Sì.
Sì perché, in primo luogo, gareggiare tra i normodotati non rende una persona normodotata, le protesi, o qualsiasi altra forma di disabilità, rimangono anche se si vince la medaglia d'oro tra i normodotati, per cui è giusto che un atleta disabile possa poi gareggiare fra i disabili.
Si potrebbe, però, pensare anche il contrario, visto che le Paralimpiadi, così come tutte le competizioni sportive riservate ai disabili, sono state create per far si che le persone non normodotate avessero la possibilità di competere tra di loro e non con atleti dotati di diverse possibilità fisiche, in modo di poter gareggiare ad armi pari. Ha senso, in quest'ottica, che un atleta seppur dotato di protesi, che ha le capacità di gareggiare con i normodotati, prenda parte alle competizioni per disabili, creando così quella disparità di livello che le Paralimpiadi, così come tutte le gare dedicate agli atleti non normodotati, dovrebbero evitare? E in più, ma questa è solo una considerazione di pura logica, può una persona far parte di due categorie che in un certo senso si trovano una all'antitesi dell'altra? A voi la risposta...

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Francesca Galluzzo / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 30/9/2011, 17:47




Londra 2012 - C.O.N.I. E' ora di tagliare le spese


Il presidente Gianni Petrucci annuncia i tagli nell'organico. Via i comitati provinciali, meno revisori dei conti e meno consiglieri federali (FOTO AP/LAPRESSE)


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L'italia intera, e insieme a lei l'Europa e tutto il mondo occidentale si trova ora nella situazione di dover affrontare una crisi economica che probabilmente non ha eguali nella storia e la soluzione più comune all'ormai drammatica rescissione è quella di effettuare ingenti tagli sulle spese. Lo fanno i governi, e questo si sa, e ora ha scelto di farlo anche il C.O.N.I. La decisione di ridurre le spese del Comitato Olimpico Italiano è stata comunicata oggi dal suo presidente Gianni Petrucci, che si è anche soffermato a spiegare in che modo verranno ridotte le spese. L'intervento principale sarà quello che prevede l'abolizione dei comitati provinciali, il cui presidente verrà inserito all'interno dell'organico dei comitati regionali. In più verrà tagliato il numero dei revisori dei conti da 5 a 3 e la riduzione dei consiglieri federali.
"Questa misura è pesante perchè dobbiamo renderci conto che serve una struttura più snella per risparmiare e tutti hanno apprezzato l'indirizzo che abbiamo dato. Abbiamo ampiamente informato chi ci governa, sono contento che la Giunta abbia approvato il documento programmatico. Quando un processo è partito non si può tornare indietro"
I tagli, secondo il progetto esposto da Petrucci, servirebbero per risparmiare dalla burocrazia dei soldi che potranno servire per lo sviluppo e la crescita delle attività sportive nazionali. "Il Governo accoglie con favore questa iniziativa, che tra l'altro non lede l'attività agonistica in vista delle Olimpiadi di Londra. Si tratta di una ottimizzazione delle risorse nel senso del contenimento delle spese".

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Drak94
view post Posted on 5/10/2011, 17:39




Road to London - Sensini, ai Giochi da protagonista


La campionessa mondiale e olimpica di windsurf è pronta per la sua 6a olimpiade. Il prossimo anno sarà a Londra. "I risultati degli ultimi periodi mi fanno sperare di arrivare a Londra da protagonista - dichiara Alessandra che ha un sogno -.Essere portabandiera? Magari. Mi darebbe tanta carica"


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Il piacere di stare all’aria aperta, di ascoltare il rumore del mare, di assaporare il profumo della salsedine. La capacità di emozionarsi per un tramonto, per lo spettacolo della natura che si rinnova sempre. Non sono frasi fatte, ma è quello che prova quotidianamente Alessandra Sensini (foto C. Borlenghi), campionessa mondiale e olimpica di windsurf. Due bronzi, un argento e un oro è il suo bottino nelle competizioni olimpiche.
E proprio in vista di Londra 2012, abbiamo fatto una chiacchierata con lei che il prossimo anno gareggerà nella capitale inglese in quella che sarà la sua sesta olimpiade. Niente male per una come Alessandra che a 41 anni possiede una grinta da fare invidia ad una ragazzina. "E' un'impresa importante – ammette emozionata -. Sono trascorsi molti anni da quando ho iniziato a praticare questo sport e rimanere ai vertici non è sempre facile. Ci sono sempre nuove difficoltà da affrontare, ma i risultati degli ultimi periodi mi fanno sperare di arrivare a Londra da protagonista".
Da Barcellona 1992 a Londra 2012: sono passati vent’anni da quando la Sensini (foto E. Giolai) ha partecipato per la prima volta ai Giochi. "E sono cambiate moltissime cose, soprattutto gli strumenti utilizzati, a partire dalle tavole – ci spiega Alessandra –. A Barcellona usavo una Lechner, una tavola che aveva molto volume ed era difficile rimanere in equilibrio".
"Poi sono passata alla Mistral, più lunga e stretta, più veloce e maneggevole – prosegue –. Inoltre c’è stata una grande novità, l’introduzione del pompaggio, cioè quell’azione che compi con la vela per aumentare la velocità. Il pompaggio è diventato libero, mentre prima era proibito. Dunque la regata era molto più fisica e cambiava anche il tipo di allenamento. In questo modo ho partecipato a tre olimpiadi".
"Infine, sono passata ad una tavola più corta, più larga, più prestante con il vento forte ma più difficile da utilizzare con il vento leggero", dice Alessandra (foto C. Borlenghi) che l’ha utilizzata anche nel circuito professionistico dove ha gareggiato per tre anni. Ha spaziato la versatile campionessa olimpica che ama le sfide e che ricorda con particolare emozione l’oro conquistato a Sidney nel 2000. "Ero sicura, determinata, sentivo che era il mio momento – racconta –. Vincere un oro è qualcosa di speciale, vuol dire raggiungere il massimo nello sport, un’impresa, un sogno che si avvera, fatto di tante piccole cose".
E se Sidney è legata all’oro ed è simbolo di gioia, il ricordo di Atene provoca un po’ più di amarezza in Alessandra. "E' stata un’olimpiade un po’ particolare, ho girato le spalle all’oro – spiega –. Avevo diversi punti di vantaggio sulla seconda e sulla terza, ma all’ultimo giro, forse presa dal panico, bè… tante cose non hanno funzionato".
A Londra, l’esperienza e la consapevolezza dei propri mezzi saranno sicuramente un'arma in più, ma le avversarie sono toste, in particolare la Polonia può contare su atlete forti. "C’è una ragazza polacca che ha fatto molto bene negli ultimi ani e ha già disputato un’olimpiade, sarà una delle osservate speciale", dice la Sensini (foto C. Borlenghi) che coltiva anche un sogno, essere la portabandiera per l'Italia. "Magari, mi darebbe davvero tanta carica e poi nel mio sport non c’è mai stato nessuno che abbia avuto quest’onore. Ma anche altri sport, e soprattutto quello femminile, stanno andando molto bene in questi ultimi anni – aggiunge –. Ci sono tante atlete che potrebbero ambire a questo ruolo".
Infine, un pensiero è rivolto alle nuove leve del windsurf. Alessandra ci spiega che si sta formando un nutrito gruppo di giovani che potrebbe regalare molte gioie ai colori azzurri. In particolare, tra le donne c'è una ragazzina da tenere d'occhio che gareggia tra gli juniores ed è originaria di Castiglione della Pescaia, vicino a Grosseto, dov’è nata proprio Alessandra. Un luogo, una garanzia.

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Lorenza Teti / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 6/10/2011, 15:15




Londra 2012 - Dopati a Londra: porte aperte?


Chi ha scontato squalifiche anche superiori ai 6 mesi potrà partecipare ai Giochi: il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna ha dichiarato ''non valida e inapplicabile'' la norma del CIO che escludeva gli atleti già fermati per doping


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Una decisione destinata a far discutere quella odierna del Tas di Losanna, che ha annullato la norma del CIO secondo cui gli atleti che in carriera avevano già scontato una squalifica per doping superiore ai 6 mesi non avrebbero potuto partecipare ai Giochi Olimpici. Il Tribunale sportivo elvetico ha definito tale regola ''non valida e inapplicabile''.
La questione si può rappresentare sostanzialmente come un bivio: da un lato il pensiero di chi vuole dare un'immagine totalmente pulita alle Olimpiadi, ideale che deve prescindere dagli atleti che in passato hanno avuto a che fare con il mondo del doping; dall'altra parte, però, la presunzione di innocenza nei confronti di chi ha già pagato per il suo errore e dopo di che non è stato più pescato con le 'mani nella marmellata'.
Proprio per questo, secondo il Tas, la regola "viola il principio (ne bis in idem) secondo cui non si può essere puniti due volte per lo stesso reato". Una decisione giusta oppure uno schiaffo in faccia alla WADA e al CIO?
Intanto c'è chi gode per la "grazia" ricevuta, come l'ostacolista statunitense LaShawn Merritt (oro a Pechino nei 400), la martellista russa Tatyana Lysenko e diversi ciclisti, tra i quali spicca il nome di Alejandro Valverde.


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Luca Stacul / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 7/10/2011, 14:37




Londra 2012 - Rogge "Era una legge per tutelare i puliti"


C'è amarezza al CIO per la decisione del TAS di Losanna di abrogare la legge secondo cui atleti con più di sei mesi di squalifica per doping alle spalle non possono partecipare ai Giochi Olimpici. Il Coni, invece, non si scompone "Noi andiamo avanti per la nostra strada" commenta Petrucci


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Non si fa attendere la reazione al provvedimento del TAS in merito all'abolizione della norma secondo cui un atleta con più di sei mesi di squalifica per doping all'attivo non avrebbe potuto partecipare ai Giochi Olimpici.
Si aprono le porte quindi a tutti gli atleti in attività, lasciando l'amaro in bocca ai membri del Cio, de da sempre collaborano a stretto contatto con la commissione antidoping internazionale per mantenere un severo controllo su chi viola le regole della lealtà sportiva passando dalla farmacia.
"Siamo delusi, perché questa regola era stata pensata per proteggere gli atleti puliti - dichiara Jacques Rogge, presidente del CIO - E siamo sorpresi, visto che avevamo chiesto una consulenza alla Corte dell'arbitrato e il responso era positivo".
Adesso che un'altra commissione ha invalidato la norma, il Comitato Olimpico tenterà di correre ai ripari. "Proveremo a cambiare il codice antidoping della Wada nella sua revisione del 2013 per stabilire una regola che abbia lo stesso effetto di quella che è stata appena annullata", conclude Rogge.
Il Coni, tuttavia, ha deciso di seguire la propria linea di principio, noncurante di quello che ha deciso la corte di Losanna. "Per noi non cambia nulla - assicura Gianni Petrucci - Abbiamo iniziato una politica seria, corretta e decisa e andiamo avanti per la nostra strada. I principi etici valgono piu' di qualsiasi normativa. Certo, rispettiamo le leggi ma la linea resta quella di non convocare chi e' incorso in pesanti sanzioni".
Pugno di ferro dunque contro i trasgressori, almeno in Italia. "Siamo additati come un Comitato Olimpico serio e vogliamo andare avanti per la nostra strada - continua Petrucci - Come può un atleta che ha screditato lo sport italiano poter indossare di nuovo la maglia del nostro Paese? Si può anche non vincere una medaglia ma avere un'immagine bella e pulita come l'abbiamo noi. Noi vogliamo stare a posto con la coscienza, la nostra è una posizione logica e seria. Voglio proprio vedere se le altre nazioni hanno il coraggio di mettere in campo certi atleti.... Non vogliamo essere eroi, ma persone serie e corrette".Il desiderio di Petrucci sarebbe un altro: "Che ogni Comitato Olimpico imponesse a ogni Federazione lo stesso numero di controlli - ricordando a tal proposito che nel calcio in Italia vengano eseguiti 6000 test - Possibile che non esca mai un caso di doping nelle altre nazioni? Sembra un Eden, ma è poco realistico".
"Noi andremo avanti con la nostra mentalità, con la nostra concretezza - conclude Petrucci - Abbiamo in ballo la candidatura di Roma2020 e anche con l'immagine pulita si può vincere oltre che con il lavoro dei nostri organizzatori".

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Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 11/10/2011, 14:14




Londra 2012 - Dietrofront, West Ham perde l'Olimpico


Lo stadio che ospiterà i Giochi rimarrà pubblico dopo la rassegna. In precedenza, gli Hammers avevano vinto la concorrenza del Tottenham. Decisione che arriva dopo la minaccia degli altri club londinesi di ricorrere alla Commissione Europea


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Saranno contenti i nostalgici sostenitori del West Ham, legati affettivamente al “vecchio” Upton Park, lo stadio in cui si esibiscono i giocatori allenati da Sam Allardyce. E probabilmente accoglieranno favorevolmente pure i dirigenti del Tottenham, che avevano reagito male all’assegnazione agli Hammers dello Stadio Olimpico di Londra (80.000 posti a sedere) dopo la conclusione dei Giochi della prossima estate.
La decisione con cui l’Olympic Park Legacy Company, la società che gestisce l’assegnazione degli spazi all’interno del villaggio olimpico, smentisce un precedente pronunciamento suona tanto come un’ottima maniera per stemperare i toni ed evitare problemi diplomatici tra i vari club della Capitale.
Il West Ham si era visto assegnare lo stadio in un primo momento, in virtù della migliore offerta economica presentata rispetto alla concorrenza. Ma il timore che la società presieduta da Daniel Levy o un’altra formazione londinese presentassero un ricorso presso la Commissione Europea per annullare la decisione hanno spinto il comitato organizzatore a fare un clamoroso passo indietro. Il Governo inglese ratificherà presto questa novità e la conseguenza più immediata è che lo Stadio Olimpico rimarrà pubblico dopo le Olimpiadi, in attesa dell’eventuale offerta di qualche altra società interessata a un affitto pluriennale. Le richieste dovranno pervenire entro il prossimo gennaio.

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Andrea Distaso / Eurosport
 
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Drak94
view post Posted on 14/10/2011, 19:13




Londra 2012 - Chechi "La Pellegrini ci pensi bene"


Il pluricampione degli anelli e portabandiera dei Giochi 2004 dà un consiglio a Federica Pellegrini "Portare la bandiera azzurra è una delle emozioni più belle e forti che ho vissuto nella mia vita sportiva, paragonabile ad una medaglia olimpica. Fossi in lei ci penserei bene prima di dire no"


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“Federica pensaci bene prima dire no”. E’ questo il consiglio che Juri Chechi, pluricampione degli anelli e portabandiera azzurro dei giochi del 2004, si sente di dare a Federica Pellegrini che due giorni fa a precisa domanda ha spiegato il suo no alla candidatura a portabandiera olimpico:
"Sentire le dichiarazioni della Pellegrini un pochino mi è dispiaciuto - ha dichiarato Chechi a Sky Sport 24 - ma comprendo comunque il timore di Federica di riposare bene prima di una gara. Fare il portabandiera è una cosa molto importante, ho avuto la fortuna di farlo ad Atene e l'indomani mattina alle ore nove avevo la gara. Comprendo i timori di Federica Pellegrini ma l'avrei fatto in qualsiasi modo, è uno dei più grandi onori che uno sportivo possa ricevere. Secondo me organizzando bene un trasferimento dopo la cerimonia potrebbe farcela".
Chechi comunque è convinto che a portare il tricolore debba essere una donna: “E’ giusto così. Anche perché ci sono delle alternative meravigliose dalla Vezzali alla Sensini. Federica credo che sia la candidata più logica per un discorso di palmares, di vittorie, anche su una specialità importante e difficile come il nuoto. La storia della Pellegrini, l'età, credo che sia una rappresentante notevole. Portare la bandiera azzurra è una delle emozioni più belle e forti che ho vissuto nella mia vita sportiva, paragonabile ad una medaglia olimpica. Quando si entra allo stadio e ascolti l'inno italiano provi una grande emozione. Consiglio a Federica di prendere la scelta opportuna ma con la consapevolezza che perderebbe una cosa meravigliosa".

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Italpress
 
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22 replies since 7/9/2011, 11:49   130 views
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