| Londra 2012 - Abile o disabile, chi decide il confine?
E' giusto, a livello di logica, che un atleta disabile, che prende parte alle gare per normodotati, possa prendere parte anche alle gare per i diversamente abili?
E' da poco terminata la vendita dei biglietti per le Paralimpiadi di Londra 2012 che, a differenza di Pechino, dove le riprese delle gare avevano mostrato un triste deserto sugli spalti, dovrebbero ottenere un buon successo di pubblico. Assoluto trascinatore, quanto meno a livello di immagine, del movimento paralimpico è il corridore sudafricano Oscar Pistorius, che anche a Londra, così come in Cina, potrebbe essere uno dei grandi protagonisti dei Giochi Paralimpici. Ma come, non si era detto che adesso Pistorius poteva gareggiare con i normodotati? Si è già cambiata idea? No, niente affatto, la decisione della Iaaf è sempre valida, ma in effetti, a livello di regolamento, Pistorius piotrebbe gareggiare in entrambe le competizioni. Abile o disabile, chi decide dov'è il confine? La domanda non è mia, ma a chiederselo era poco più di due anni fa, Natalie Du Toit. Per chi non la conoscesse, si tratta di una nuotatrice sudafricana, attualmente specializzata nel fondo che ha preso parte ai Giochi Olimpici di Pechino e ai Campionati Mondiali di Roma 2009. A 17 anni ha subito l'amputazione della gamba sinistra fino al ginocchio e, da quel momento, vive con una protesi al posto del polpaccio. Se avesse fatto un qualsiasi altro sport il problema sarebbe stato insormontabile, ma Natalie nuotava, e nuota tuttora, e in acqua si può, evidentemente, essere competitivi anche se si nuota con una gamba solo a metà. Natalie è stata la seconda atleta disabile a qualificarsi per un'Olimpiade nella storia della manifestazionea cinque cerchi, ma l'impresa del suo predecessore, il ginnasta americano George Eyser, va considerata nell'ottica di un'Olimpiade svoltasi nel 1904, quando il blasone dei Giochi era molto minore, la possibilità degli atleti di raggiungere una determinata zona del mondo limitata e, di conseguenza, la concorrenza inferiore. Ciò che ha fatto Natalie è qualcosa di unico e rappresenta, questo penso che ormai tutti lo sappiano, il sogno di Oscar Pistorius, sogno che il velocista probabilmente riuscirà a realizzare ai prossimi Giochi di Londra. Non sto per chiedere se sia giusto che un atleta disabile prenda parte alle gare dei normodotati. La domanda che pongo, invece, è se sia giusto o meno che un atleta disabile che prende parte alle gare per normodotati, come nel caso di Natalie e Pistorius, possa prendere parte anche, alle gare per disabili. Per fare un esempio pratico, ha senso che un Pistorius possa gareggiare sia alle Olimpiadi che alle Paralimpiadi di Londra 2012? Regolamento alla mano la risposta è una, è chiara, e non lascia spazio alle interpretazioni. Sì. Sì perché, in primo luogo, gareggiare tra i normodotati non rende una persona normodotata, le protesi, o qualsiasi altra forma di disabilità, rimangono anche se si vince la medaglia d'oro tra i normodotati, per cui è giusto che un atleta disabile possa poi gareggiare fra i disabili. Si potrebbe, però, pensare anche il contrario, visto che le Paralimpiadi, così come tutte le competizioni sportive riservate ai disabili, sono state create per far si che le persone non normodotate avessero la possibilità di competere tra di loro e non con atleti dotati di diverse possibilità fisiche, in modo di poter gareggiare ad armi pari. Ha senso, in quest'ottica, che un atleta seppur dotato di protesi, che ha le capacità di gareggiare con i normodotati, prenda parte alle competizioni per disabili, creando così quella disparità di livello che le Paralimpiadi, così come tutte le gare dedicate agli atleti non normodotati, dovrebbero evitare? E in più, ma questa è solo una considerazione di pura logica, può una persona far parte di due categorie che in un certo senso si trovano una all'antitesi dell'altra? A voi la risposta...
+++++++++ Francesca Galluzzo / Eurosport
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