"Stop attacchi, il decreto è anche tuo".

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N3ss1
view post Posted on 29/8/2011, 09:13




CITAZIONE
Tremonti al telefono con il Cavaliere
"Stop attacchi, il decreto è anche tuo"

L'ultimo colloquio tra i duellanti alla vigilia del summit di Arcore per decidere gli emendamenti alla manovra. Resta il gelo, ma il ministro non farà le barricate. Per il ministro dell'economia unico punto non modificabile sono i saldi di CARMELO LOPAPA

ROMA - L'ultima, algida telefonata intercorsa tra la dimora di Arcore e il rifugio di Lorenzago non ha sciolto il gelo di questa vigilia. Così, il premier Berlusconi e il suo ministro Tremonti si presentano all'appuntamento decisivo di questa mattina con lo stato maggiore della Lega senza uno straccio di accordo preventivo tra loro due che sarebbero pur sempre i firmatari della manovra da 45 miliardi.

Al Cavaliere il responsabile dell'Economia si è ritrovato a chiedere conto degli attacchi frontali e ormai senza sosta dalla sponda pidiellina. Un fuoco di fila al quale lui ha opposto solo il silenzio, come ha fatto notare al premier, e dal quale come al solito il premier ha preso le distanze. Tremonti ripete quel che sostiene da giorni e cioè che tutti tirano al piccione della manovra "come se il decreto fosse solo mio", come se non fosse stato approvato da tutto il Consiglio dei ministri all'unanimità.

Il professore le sue carte intende giocarsele in prima persona e de visu questa mattina al tavolo di Arcore. Se qualcosa trapela, alla vigilia, è che non si immolerà a questo punto per la difesa a oltranza dell'Iva, sebbene l'innalzamento di un punto preferirebbe rinviarlo alla riforma fiscale. Né per una riapertura del capitolo pensioni, né insisterà sui tagli ai Comuni.

L'unica linea del Piave che difenderà a spada tratta sarà il mantenimento dei saldi invariati. E dei tempi celeri. Ma farà presente tanto al Senatur quanto al Cavaliere, ancora una volta, che la manovra varata il 12 agosto è stata "apprezzata" da Bruxelles e cambiarle i connotati aprirebbe a nuovi scenari, imprevedibili.

Detto questo, le perplessità sul florilegio di ipotesi e di modifiche maturate nel partito, ma anche dal Carroccio. Ecco, sullo spettacolo al quale si sta assistendo da una settimana a questa parte, una volta tanto non la pensa diversamente dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che ha parlato di "gara a chi inventa la tassa più esotica".

Isolato, forse. Ma non sconfitto, giurano i suoi. Comunque per nulla disposto a gettare la spugna. Un isolamento anche fisico che ha voluto frapporre con Roma e le mediazioni di questi giorni. Dopo l'intervento al Meeting di Cl Tremonti è tornato a Lorenzago di Cadore dove si è rifugiato dopo Ferragosto. Le dimissioni, raccontano, non sono un'ipotesi che abbia mai preso in considerazione. E quando lo sottolinea lo fa ancora con una punta di velenosa presunzione, convinto com'è che il presidente del Consiglio non potrebbe permettersi di dimissionare il ministro dell'Economia che è "l'unico interlocutore credibile per l'Europa".

Berlusconi non sarebbe in grado di reggere l'impatto, nel pieno di una crisi finanziaria che è anche di sistema. Come dire, i due, segnati dalle rispettive debolezze, si reggono a vicenda. Schivato lo scoglio della manovra, Tremonti dovrà affrontare nel giro di poche settimane quello legato al voto alla Camera sull'arresto del suo ex braccio destro Marco Milanese, sul quale in molti nel partito si preparano a consumare la loro vendetta. E, a seguire, la partita non meno delicata della nomina del nuovo governatore che dovrà prendere il posto di Draghi in BankItalia, nella quale si ritrova ancora una volta sul fronte opposto rispetto all'asse Berlusconi-Letta.

Ma è il vento che spira nel partito di Alfano a soffiare sempre più in direzione opposta al professore. E anche la solita sponda leghista questa volta sembra vacillare. Calderoli e Maroni hanno condotto le trattative sulla manovra col segretario Pdl senza coinvolgere Tremonti, tirato fuori dai giochi. Anche se il ministro della Semplificazione sostiene di essersi mosso "tenendo conto della sensibilità di Giulio e delle sue esigenze rispetto all'Europa". Ma è soprattutto nel suo partito che l'inquilino di via XX Settembre vive ormai da separato in casa.

L'ultimo affondo in ordine di tempo - e non è certo una novità - l'editoriale del Giornale della famiglia Berlusconi con cui ieri ci si chiedeva appena perché, "se il ministro è così bravo, ci ritroviamo in questa situazione", per etichettare poi Tremonti come "il commercialista" che "ha poco a che fare con la maggioranza". E comunque "ha poco da stare tranquillo se si pensa che tra poche settimane tornerà alla ribalta la vicenda del suo ex braccio destro Marco Milanese".

Per non dire del sottosegretario Daniela Santanché che sempre ieri ipotizzava (su Repubblica) lo spacchettamento delle deleghe del suo dicastero per dimezzare i poteri del "super uomo" Tremonti. Tira questa aria. Il vertice di oggi, oltre che decisivo sulla manovra, segnerà la resa dei conti.

Fonte: La repubblica
 
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