Steve Jobs getta la spugna e lascia la guida della Apple., Ma tiene in borsa.

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N3ss1
view post Posted on 25/8/2011, 12:15




CITAZIONE
Steve Jobs getta la spugna
e lascia la guida della Apple

L'amministratore delegato e fondatore della società scrive una lettera agli azionisti ed ai dipendenti: "E' venuto il giorno in cui non posso più rispettare i miei compiti di Ceo". Al suo posto è stato nominato Tim Cook. Giù il titolo nelle contrattazioni del dopo Borsa dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI

Steve Jobs getta la spugna e lascia la guida della Apple Steve Jobs durante un keynote Apple
NEW YORK - Il momento tanto temuto per Apple è arrivato: si apre l'èra del dopo-Steve Jobs. L'annuncio ufficiale è arrivato ieri dopo la chiusura dei mercati, alle 18.30 di New York: il fondatore e chief executive della più grande azienda informatica del mondo (in termini di capitalizzazione di Borsa) si dimette dalla sua carica. Resterà presidente, ma il ruolo esecutivo passa al numero due Tim Cook che già rivestiva la carica di chief operating officer, direttore generale. Nonostante Wall Street avesse concluso la seduta ufficiale, nel dopo-Borsa le azioni Apple sono subito cadute del 4,4%.

"Se non riesco più ad assolvere alle mie funzioni, vi avevo promesso che sareste stati i primi ad apprenderlo", ha scritto Jobs nella email di ieri ai dipendenti. A 56 anni, colpito dal cancro al pancreas già nel 2004, nonostante l'apparente riuscita di un trapianto di fegato nel 2009, Jobs era apparso sempre più magro e affaticato. Già da tempo la sua effettiva posizione di comando nell'azienda era in dubbio, la sua presenza al quartier generale di Cupertino (nella Silicon Valley
californiana) era rarissima. Già il 17 gennaio di quest'anno Jobs aveva dato un pre-avvertimento sotto forma di una email ai dipendenti del gruppo. Come un dipendente qualsiasi, quel giorno Jobs informava di avere "chiesto e ottenuto dall'azienda un permesso malattia" per il bisogno di "concentrarsi sulla propria salute", senza fornire ulteriori dettagli.

A differenza dal 2009, quando annunciò che sarebbe stato assente per sei mesi, nella email del 17 gennaio Jobs non aveva fatto previsioni sulla data del rientro. La conclusione del messaggio - "amo così tanto Apple e spero di tornare appena posso" - era parsa un brutto presagio. Tuttavia in questi mesi era riuscito a impegnarsi ancora in uno dei suoi ruoli favoriti: "venditore" numero uno. Era stato ancora lui a lanciare pubblicamente i nuovi prodotti di Apple, le ultime generazioni
di iPad e iPhone, in quegli happening-spettacolo che lo hanno reso celebre, hanno contribuito al fascino della sua azienda, e hanno fatto di Jobs quasi un "guru" con un seguito mondiale di ammiratori.
E proprio grazie al successo di questi prodotti, Apple di recente ha scalato la classifica di Borsa fino a issarsi al primo posto assoluto, superando non solo altri giganti hi-tech come Microsoft e Google ma perfino un big del petrolio come Exxon. Ora però sul futuro di Apple incombe un interrogativo: riuscirà a sopravvivere all'uscita di scena del suo fondatore e capo carismatico? Che Jobs fosse ormai avviato verso l'uscita, pochi lo dubitavano. Le incertezze non erano sul "se", ma sul "quando". Eppure, per quanto il management di Apple e i mercati abbiano potuto prepararsi a questo evento, solo il test della realtà darà una risposta sulla tenuta dell'azienda.

La storia di Jobs si identifica con almeno due ondate di rivoluzioni tecnologiche partite dalla Silicon Valley. Nel 1976, data di fondazione di Apple, lui inizia dal prodotto-simbolo di un'èra nuova, il personal computer. Ha intuizioni geniali, ma è schiacciato in mezzo a tanti altri giganti del settore. Ci sarà anche un divorzio dalla sua Apple, un lungo esilio in cui Jobs si dedicherà alla creazione di Pixar (cinema d'animazione), infine il ritorno nel ruolo del "salvatore".

E' il "secondo Jobs" quello che mette a segno i trionfi più significativi. Ogni volta, i suoi avversari diranno di lui che non inventa nulla di nuovo. Però trasformando prodotti e idee già esistenti, li lancia sul mercato in una "veste" (dal design alla seduzione culturale) che li rende rivoluzionari. E' il caso dell'iPod che insieme al negozio digitale iTunes trasforma il nostro modo di consumare musica. Poi viene l'iPhone, un vero terremoto nel mercato dei telefonini. Infine l'iPad, il lettore digitale che dischiude una nuova èra nel modo di leggere e consultare l'informazione.
Nel frattempo anche la sua linea di computer, iMac, ha conquistato una quota di mercato fatta di
fedelissimi (soprattutto tra i giovani) che ne adottano il design leggero e il software proprietario. Il successo mondiale dell'iPhone accelera la "fine dell'epoca del computer", perché sempre più numerose sono le applicazioni disponibili sul cellulare, ben più leggero e maneggevole. A tal punto che Google è costretto a riadattare le sue strategie per inseguire Apple su quel terreno: così tutti hanno interpretato la recente acquisizione Google-Motorola.

Fonte. Repubblica.

CITAZIONE
Jobs, Apple tiene in borsa
"Non c'è solo Steve"

L'addio del fondatore e amministratore delegato per motivi di salute. Il titolo in borsa perde un punto percentuale, ma per gli analisti il subentro di Cook non danneggerà l'azienda. Il Financial Times: "Insostituibile, ma non poteva lasciare l'azienda in condizioni migliori"

Jobs, Apple tiene in borsa "Non c'è solo Steve" Tim Cook e Steve Jobs
LOS ANGELES - Il colpo è di quelli pesanti, ma la borsa lo sta assorbendo bene: l'addio di Steve Jobs, che si è dimesso ieri da Chief operating officer della Apple 1 per motivi di salute, fa calare il titolo della mela nella borsa di New York. Dopo aver perso il 7% nelle contrattazioni afterhours e aver aperto con un -3%, il titolo si è attestato intorno al -1 per cento, un calo tutto sommato contenuto.

SONDAGGIO Ora cosa accadrà ad Apple? 2
LE IMMAGINI Una carriera di successi 3

Come Ceo al posto di Jobs, che rimarrà presidente, arriva Tim Cook, da tempo secondo in comando e - durante le assenze per malattia di Jobs - unico leader del gigante di Cupertino. Nonostante il valore di Cook non sia in dubbio, i mercati e i fan della mela tremano 4 al pensiero dell'assenza di un uomo visionario in grado di 'creare' oggetti rivoluzionari come il Macintosh, l'iPod, l'iPhone e infine l'iPad.

"È ragionevole preoccuparsi su Apple dopo Steve Jobs - dice il Financial Times - è insostituibile come pochi altri uomini d'affari. Jobs non poteva lasciare Apple in una condizione migliore. Lui non è l'intera società ma è lui che la definisce, prendendo decisioni correte, ispirando, con una mente capace di anticipare i desideri di massa".

L'analisi del FT non è esagerata: oltre a essere il creatore - insieme a l'altro Steve, Wozniack - della Apple, Job è anche l'uomo che l'ha resuscitata nella seconda metà degli anni '90, dopo che nell'85 ne era stato allontanato e l'azienda era finita sull'orlo del fallimento. Ma l'azienda, nonostante il passo indietro di Jobs, non rischia nell'immediato, continua il quotidiano pubblicato a Londra: "La linea di prodotti di telefoni e computer è abbastanza lunga per durare un anno o due. Tim Cook è un buon successore ma anche se si dimostrerà grande, Apple potrebbe essere vicina a raggiungere qualcosa come la maturità della società: anche i leader che più ispirano non possono eliminare la concorrenza".

Se la reazione dei mercati è comprensibile, secondo gli esperti non è quindi del tutto motivata: "Direi agli investitori: 'Non andate nel panico, rimanete calmi, è la cosa giusta da fare. Steve rimarrà presidente e Cook è Ceo", dice Colin Gillis, consulente della BGC Financial. Sulla stessa lunghezza d'onda l'analista Richard Windsor: "È una transizione graduale, con un leggero rischio per l'immagine se i prossimi prodotti non fossero perfetti. I concorrenti stanno alla finestra, e Htc è l'azienda che può trarne i maggiori vantaggi".

E ancora: "Le dimissioni di Jobs segnano la fine di un'era per Apple, ma è importante ricordare che Apple è più di una singola persona anche di Steve Jobs". A parlare è Michael Gartenberg, direttore Ricerca di Gartner. "Continuando la sua opera come presidente, Jobs continuerà a lasciare il segno sia sulla società che sui prodotti, anche trasferendo il comando a Cook".

Nonostante le rassicurazioni, i mercati tengono ma continuano ad avere dubbi. In attesa dei prossimi passi e prodotti in arrivo da Cupertino.

Fonte: La repubblica

Edited by N3ss1 - 29/8/2011, 10:00
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 25/8/2011, 12:32




Ho sentito il suo discorso ai laureati di non so quale università e devo dire che per la vita che ha avuto s'è guadanto il mio rispetto. Comunque penso che semmai un crollo ci debba essere nella Apple non ci sarà adesso,al massimo tra un paio di anni,ma hanno ancora tanti progetti da portare avanti,tra l'altro Jobs può comunque mettere il suo estro creativo al servizio dell'azienda

Poi vabbè personalmente non compro nulla dalla Apple,hanno costi troppo elevati,fornendo servizi che altre sottomarche possono darti a prezzi nettamente inferiori. E' una delle tante mega aziende capitaliste che non concepisco proprio
 
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1 replies since 25/8/2011, 12:15   25 views
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