Crisi, Tremonti: "Epoca finita, serve rigore" Napolitano a Roma, vedrà Berlusconi

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view post Posted on 11/8/2011, 10:38




CITAZIONE
ECONOMIA
Crisi, Tremonti: "Epoca finita, serve rigore"
Napolitano a Roma, vedrà Berlusconi
Il ministro dell'Economia davanti alle commissioni parlamentari per illustrare la strategia anti-crisi del governo: "L'articolo 81 va cambiato, non funziona". "Serve spirito costituente". Nel pomeriggio incontro tra il capo dello Stato e il premier. Il segretario del Pd Bersani: "Chi ha di più deve fare di più. Pronti a fare la nostra parte ma niente balletti e che la cura sia equa"

Crisi, Tremonti: "Epoca finita, serve rigore" Napolitano a Roma, vedrà Berlusconi
ROMA - Tocca a Tremonti. Alle 11 il ministro dell'Economia ha preso la parola davanti alle commissioni parlamentari per illustrare la strategia anti-crisi 1 del governo dopo che dal confronto fra esecutivo e parti sociali 2di ieri non sono emersi dettagli sulle misure urgenti che saranno adottate la prossima settimana. La situazione è seria al punto che Giorgio Napolitano è rientrato in anticipo dalle vacanze a Stromboli. Nel pomeriggio il capo dello Stato vedrà Berlusconi per fare il punto sulle misure che il governo intende mettere in campo per fronteggiare la crisi.

Tremonti. "L'articolo 81 della Costituzione (che disciplina le regole del bilancio dello Stato ndr) non costituisce un caso di successo e va cambiato anche perché c'è un vincolo europeo. Ora abbiamo il terzo quarto debito pubblico nel mondo - dice il ministro davanti alla commissioni - La situazione del debito pubblico Italiano e' oggettivamente straordinaria". Per questo, continua Tremonti l'introduzione del vincolo obbligatorio del pareggio di bilancio è "necessaria". Una scelta che segna "la fine di un'epoca nella quale l'Occidente poteva piazzare titoli ai valori che voleva". Oggi viviamo in un' epoca, continua il ministro, "che costringe a scelte di maggior rigore: non puoi spendere più di quello che prendi soprattutto se con riluttanza prendono i tuoi titoli". Un lavoro che necessita "di uno spirito costituente" e un "disarmo unilaterale". Partendo dalla proposta di riforma dell'articolo 81 dell'ex parlamentare del Pd Nicola Rossi.

Il ministro, poi, torna a legare l'accelerazione della crisi al brusco cambiamento delle mosse del governo. Passato dal varo della manovra alla necessità di correre ai ripari in tempi brevissimi: "Il decreto che pone il pareggio di bilancio al 2014 è stato votato a metà di luglio scorso. Da allora tre fatti nuovi, successivi e concatenati hanno modificato il corso delle nostre attività: il primo è la intensificazione verticale della crisi".

Le ipotesi in campo. Al momento l'unico punto fermo sembra essere la decisione del governo di convocare un consiglio dei ministri la prossima settimana per varare un decreto con gli interventi per anticipare il pareggio di bilancio al 2013. Nessuna indicazione certa ancora nel merito dei contenuti del provvedimento, ma difficilmente si riusciranno a recuperare le risorse necessarie soltanto con l'accelerazione di alcune norme previste dalla manovra varata a luglio. Le ipotesi che si rincorrono sono tante. A partire da un'eurotassa 3per i redditi al di sopra dei 60-100mila euro. Le più contestate sia dai sindacati che da alcune parti della stessa maggioranza sono l'eventuale nuova stretta sulle pensioni e l'introduzione della tassa patrimoniale ("roba di sinistra" per Berlusconi e Bossi). Si parla poi dell'aliquota unica al 20% sulle rendite finanziarie con l'esclusione dei titoli di stato.

L'opposizione. Ad ascoltare il ministro, d'altronde, ci saranno tutti i big dell'opposizione e della maggioranza. E dal leader del Pd Pier LuigI Bersani arrivano i primi messaggi al ministro: "A un governo non deve tremare il polso. Poi noi faremo nostra parte, ma il governo deve decidere. Ieri il governo non ha detto nulla alle parti sociali, come aveva fatto prima in Parlamento. Spero che oggi Tremonti venga con qualche definizione in più. Per noi chi ha di più deve dare di più". Bersani legge così la genesi della tempesta economica che sta colpendo l'Italia: "Non posso non notare che noi non dovremmo essere in questa situazione: non c'era ragione che l'Italia finisse in questa situazione anche perchè tre anni fa, quando e iniziata crisi, il debito era in calo, la spesa sotto controllo e l'avanzo primario sopra il 3%: con maggiore controllo della spesa ritengo che noi non saremmo stati nel cuore della bufera. Se andiamo a vedere l'attacco alle borse, noi siamo 'sul fronte', siamo al pari della Spagna e forse l'abbiamo superata". Nonostante questo, per Bersani, che rilancia la lotta all'evasione fiscale, "con una cura equa noi possiamo metterci in zona di sicurezza ma a furia di non far nulla si è creato l'allarme". Chiaro anche l'atteggiamento verso il governo: "Se dobbiamo discutere di cose e proposte sì, se dobbiamo fare dei balletti comunicativi, questo non è il mio mestiere". Antonio Di Pietro chiede al governo cosa voglia fare "di concreto". "Noi siamo disponibili ad aiutare il governo senza preconcetti, ma castelli di sabbia non ne vogliamo più vedere" dice il leader dell'Italia dei Valori.

Fonte: La repubblica.

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