| Il rovescio della medaglia - Djokovic: a New York un solo favorito
Da Fab Four a Fab One. Nadal, Federer e Murray sono, per ora, fuori dai magnifici quattro. Il serbo è l'uomo da battere agli US Open e le quotazioni degli altri tre si sono notevolmente abbassate
Se le vittorie di Novak Djokovic non fanno più notizia, ultimamente anche le sconfitte degli altri due appartenenti al circolo dei Fab Four non creano più scalpore. Venerdì fatale per Rafael Nadal e Roger Federer quello del 19 agosto. Entrambi escono di scena dal Masters 1000 di Cincinnati. E se lo spagnolo può consolarsi con il fatto di aver raggiunto i quarti di finale come nella scorsa stagione quando fu eliminato da Marcos Baghdatis, lo svizzero ha la consapevolezza di perdere un bel po' di punti, essendo lui il campione in carica. Ma, in realtà, c'è ben poco da consolarsi per entrambi le cui sconfitte, pur maturate diversamente, rimangono comunque delle sconfitte e a una settimana dall'inizio degli US Open non possono non destare dubbi e interrogativi. Dicevamo di Nadal che lo scorso anno è stato sconfitto ai quarti a Cincinnati per poi vincere, comunque, gli US Open. Ma il Nadal del 2010, pur con i suoi limiti e pur non apprendo il guerriero imbattibile del 2008, era sicuramente una spanna sopra il Rafa attuale che non convince nè sul piano del gioco nè su quello mentale. Due aspetti che sono legati, soprattutto in uno sport come il tennis, individuale e che richiede concentrazione ai massimi livelli. Il maiorchino fino a poco tempo fa era il re della tenuta mentale e della sicurezza, ma le sconfitte maturate nel corso della stagione contro Novak Djokovic paiono aver minato il muro di certezze eretto dal campione spagnolo. Il nostro esperto, Patrick Mouratoglou, nel suo blog spiegava che il problema di Nadal era di non aver mai imparato a perdere (potete leggere il contenuto nel primo link sotto la foto). E' giovane Rafa, ha appena 25 anni, ma è nel circuito da una vita e ha vinto tanto in carriera, da subito. Forse troppo presto. E se vinci e non trovi avversari in grado di giocarsela al tuo livello, nel momento in cui inizi a perdere non sei abituato e sei costretto a fronteggiare una situazione a te insolita. E' quello che è capitato al fuoriclasse iberico ed è forse la situazione in cui si è trovato Federer qualche anno prima proprio con Nadal. Lo svizzero, abituato a vincere sempre contro tutti, ha dovuto capitolare sulla terra contro lo spagnolo, poi sull'erba di WImbledon, il suo regno, infine sul cemento australiano. E adesso sembra quasi essersi rassegnato a prenderle ogni volta che affronta Nadal. Due ex numero 1 del mondo che hanno trovato la propria nemesi: Roger in Rafa e Rafa in Nole. Per la proprietà intransitiva ci si chiede chi sarà la nemesi del serbo: Federer, forse? Il tennista di Basilea è l'unico giocatore in grado di batterlo nel corso della stagione sulla terra rossa di Parigi? Difficile a dirsi, soprattutto in questo momento dove, più che la condizione fisica è quella mentale a lasciar perplessi per quanto riguarda l'elvetico. A Montreal non era in condizione e non aveva sensazioni positive, è stato lo stesso Federer ad ammetterlo nella conferenza stampa rilasciata dopo l'ottavo di finale vinto contro Blake. A Cincinnati, però, sembrava un altro Federer, soprattutto contro Juan Martin Del Potro, sconfitto al secondo turno con autorevolezza. Al cospetto di Berdych, il suo carnefice ai quarti, però, è tornato il Federer svogliato, in ritardo nel rispondere e poco reattivo, soprattutto per una mancanza di voglia che per motivi legati alla tenuta fisica. Discorso diverso per Nadal che all'atteggiamento remissivo aggiunge un gioco corto, poco solido e troppo falloso che l'ha portato a cedere per la prima volta in sette incontri a un Mardy Fish in stato di grazia e in grande forma, fresco numero 7 del mondo e finalista la scorsa settimana a Montreal. Solamente un mese e mezzo fa l'iberico aveva eliminato in quattro set il numero 1 statunitense a Wimbledon e aveva proseguito la sua corsa fino all'ultimo atto dello slam londinese. Ora, però, la situazione è cambiata, non siamo più sull'erba comunque gradita da Rafa e a lui consona, ma sul cemento statunitense che non è certamente la superficie preferita dello spagnolo. Le premesse, sia nel caso di Nadal che in quello di Federer, non sono delle migliori, soprattutto a una settimana dall'inizio dell'ultimo slam della stagione. Fino a poco tempo fa si parlava di Fab Four, un circolo a cui appartenevano oltre ai due di cui sopra, anche Djokovic e Murray. Lo scozzese potrebbe essere la sorpresa a New York, ma è troppo discontinuo per fare pronostici su di lui ancora a secco negli slam. Rafa e Roger sono piuttosto appannati. Rimane solamente Djokovic, l'invincibile, che su 57 partite giocate in questo 2011 ne ha vinte 56. Contro Monfils ai quarti in Ohio ha mostrato qualche piccola crepa. Ha perso il primo set, ma ha saputo raddrizzare la partita nel secondo, ritrovando concentrazione e alzando il livello di gioco. Negli ottavi contro Stepanek ha vinto con un doppio 6-3 ma il match, al di là del risultato, non è apparso irresistibile. Contro Fish in finale a Montreal ha faticato e non poco per conquistare il quinto Masters 1000 della stagione. Poco importa! Inutile nasconderlo, da Fab Four a Fab One, il circolo si è ridotto e a New York il favorito rimane solamente uno.
++++++++++ Lorenza Teti / Eurosport
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