Il caccia mukenin, Allenamento di Sanji Mugiwara

« Older   Newer »
  Share  
tom93f.mk
view post Posted on 8/11/2010, 22:58




SPOILER (click to view)
Questo è un allenamento di un solo post riguardo alla tecnica personale, in cui succederà qualcosa di importantissimo per il mio pg. Godetevelo


IL CACCIA MUKENIN
ALLENAMENTO SULLA TECNICA PERSONALE DI SANJI MUGIWARA

SPOILER (click to view)
Narrato
"Pensato"
-Parlato-


Era ormai passata una settimana dal ritorno di Sanji a Konoha, dopo la missione al confine, la prima missione del genin. Prima di riprendere gli allenamenti, il biondo si era riposato per qualche giorno, in modo da riprendere le energie impiegate nell'ultimo impegno. Recuperate le forze, Sanji aveva si era ulteriormente allenato con lo Sharingan, che aveva imparato ad impiegare in battaglia durante la sua missione, migliorando per gradi. Sapeva, comunque, che le abilità che quell'occhio gli metteva a disposizione erano ancora in gran parte da far emergere e sfruttare al meglio. Dopo dei giorni interi passati ad allenarsi da solo con il doujutsu, una mattina ricevette un biglietto di Mitsugi, trovato nella buca delle lettere, che recava questa scritta: “Ciao Sanji! Sono tornato dalla missione un paio di giorni fa. Devo comunicarti delle notizie e voglio anche allenarti ancora un po' in vista di un importante evento che fra non molto potresti dover affrontare. Ci vediamo alle 10.30 al solito posto: il campo di addestramento numero 7. Nel caso possano servire, porta la katana e qualche arma da lancio, ma non appesantirti troppo, mi raccomando. A fra poco! Mitsugi.”. Con un gran sorriso, Sanji cominciò a prepararsi nel modo suggeritogli dal maestro. Dopo un'ora, si trovava già al luogo designato per l'incontro. Come sempre, gli sovvennero vari ricordi della sua ancora breve carriera, che lì avevano sede: il corso per diventare genin superato brillantemente, la prima settimana di allenamento con Mitsugi e anche il giorno in cui aveva perso per sempre il suo occhio destro, che sarebbe stato rimpiazzato dallo Sharingan che ora possedeva. Non si immaginava i terribili avvenimenti che si prospettavano nel suo prossimo futuro. Sanji di sedette in mezzo al campo pratica, attendendo paziente il maestro, e affinando l'olfatto come d'abitudine quando attendeva il suo maestro (con Mitsugi non bisognava mai abbassare la guardia). Ad un tratto, un lieve odore si manifestò a Sanji, che subito capì la locazione del maestro: si trovava alla sua destra, proprio nella zona del punto cieco del suo allievo, causato dalla benda che copriva l'occhio con lo Sharingan. Sorridendo, Sanji pensò: “Tsk... Maledetto... Vuole mettermi alla prova”. Si girò di scatto, giusto in tempo per vedere un kunai in volo verso di lui. I suoi riflessi potenziati gli permisero di evitarlo facilmente, di afferrarlo al volo e di scagliarlo a sua volta contro la figura umana che si trovava vicino agli alberi al confine del campo: la sagoma di Mitsugi sfoderò la katana e parò il dardo che si stava dirigendo verso di lui. “Vuole uno scontro di ben ritrovati eh? E sia!”, pensò Sanji, portando la mano alla sua benda, sfilandola e sfoderando il suo Sharingan attivo. Rapidamente si ficcò la garza in tasca, e attese l'attacco del chunin che si trovava a circa dodici metri di distanza da lui. Quello gli disse: -Ben ritrovato, Sanji. Fatti sotto!-. Con una velocità a dir poco impressionante, Mitsugi si mosse verso la propria destra, afruttando la tecnica delle propulsioni di sua invenzione. Tuttavia, il movimento non era sfuggito all'occhio vigile di Sanji. Mitsugi, forse credendo di aver fatto perdere le sue tracce, si diresse con un balzo potentissimo verso Sanji, a spada sguainata. Tuttavia, l'allievo era ben preparato, e aveva seguito il movimento dell'avversario. Sguainò a sua volta la spada e menò un violento fendente verso Mitsugi, proprio mentre questo gli stava arrivando addosso: ciò costrinse il chunin a eseguire un altro balzo repentino verso l'alto, rinunciando all'offensiva corpo a corpo. Tuttavia, non si fermò lì: una volta arrivato a circa sette metri di altezza grazie alla propulsione, compose alcuni sigilli, e dalla sua bocca dodici lapilli di fuoco si indirizzarono verso Sanji, che seppe bene come difendersi; infatti, utilizzando due sigilli, creò un muro d'acqua, pensando: “Suiton, Suijinheki!”. Le fiammelle di Mitsugi si spensero contro la difesa della tecnica di Sanji, che subito passò al contrattacco. Senza neanche aspettare che la tecnica si arrestasse, cominciò a comporre altri sigilli, questa volta cinque, per creare la palla di fuoco suprema da lanciare contro il maestro che cominciava in quel momento la sua parabola discendente. Il tempismo fu perfetto: il muro d'acqua svanì, un secondo dopo la tecnica fu attivata e la grossa sfera dardeggiante colpì l'obiettivo. Sanji, comunque, sapeva fin troppo bene che quell'attacco non sarebbe stato sufficiente. Appena smise di soffiare fuoco, si accorse che al posto di Mitsugi c'era solo più un ciocco di legno che cadde a terra con un tonfo. Sanji si mise a ridere e disse: -Tecnica della sostituzione! Ne ho sentito parlare, ultimamente. Ma in ogni caso, l'avevo previsto.-. Voltandosi, con lo Sharingan individuò subito Mitsugi alle sue spalle, a circa cinque metri di distanza. Sanji aveva già in mano due Fuuma shurikan pronti all'utilizzo. Lanciandoli in sincrono verso l'avversario, uno nell'ombra dell'altro, Sanji pensò: “Tecnica dello shuriken d'ombra”. Mitsugi sorrise, dicendo: -Lento-. Parò con facilità il primo shuriken con la katana, non avvedendosi però del secondo, che lo colpì diretto al basso ventre. Sanji quasi si spaventò, ma invece che cominciare a sanguinare il corpo di Mitsugi si dissolse in una nuvola di fumo. Subito un odore consueto si fece sentire dal lato sinistro di Sanji, che, voltandosi, riuscì appena in tempo a estrarre la spada e a parare l'affondo del chunin. Mentre i due duellavano a colpi di katana, Sanji disse: -Questa non l'avevo prevista proprio...-. Ad un tratto, il genin portò molto chakra ai piedi, fece un balzo indietro di tre metri riponendo rapidamente la katana e si preparò ad utilizzare un'altra tecnica: l'entrata dinamica. Il chakra concentrato nelle gambe cominciò a consumarsi, e la tecnica partì con grande velocità e potenza. Tuttavia, Mitsugi fu altrettanto veloce, e schivò il corpo di Sanji con un salto. Già la situazione del genin non era delle migliori: si trovava parallelo al terreno con il corpo parzialmente fuori controllo a causa della tecnica appena usata; essa, inoltre, peggiorò ancora a causa dell'occhio destro, che cominciò a dolere e, inaspettatamente, si disattivò. Il ragazzo fu costretto a chiudere la palpebra, e Mitsugi se ne accorse di certo: girando su se stesso, sferrò un potente calcio al fianco dell'allievo, che venne sbalzato via dalla traiettoria e finì a terra con un impatto piuttosto violento. Il breve scontro era finito. Mitsugi disse: -Ah ecco, mi sembrava che tu fossi diventato un tantino troppo bravo troppo in fretta con questo Sharingan. Invece, come credevo, hai ancora difficoltà ad immettere altro chakra per eseguire le tecniche e a mantenere nello stesso tempo il doujutsu attivo. Ce l'hai fatta per le prime tecniche, ma poi, una volta usato molto chakra, la situazione è precipitata. Sbaglio?-. Sanji, rialzandosi e ansimando rispose: -Proprio no...-. Mitsugi sorrise: -Comunque, sono proprio fiero di te. Non ci siamo visti per poco tempo ma ti sei dato da fare eh? Ho dovuto usare praticamente metà delle mie capacità complete per metterti al tappeto. Lo stai usando proprio bene quell'occhio. Continua così. Ora, ingoia questo e e siediti: dobbiamo parlare.-. Il maestro gli porse una pillola. Sanji la buttò giù, e subito si sentì ricaricato di tutto il suo chakra. Recuperando la benda, se la rifasciò attorno alla testa in modo che coprisse l'occhio. Poi, andò a riprendersi tutte le armi impiegate in quel breve scontro. Quando tutto fu a posto, Mitsugi cominciò a parlare: -Abbiamo un bel po' di cose di cui conversare, Sanji. La tua missione, dunque, passerà in secondo piano. Me la racconterai un'altra volta. Innanzitutto, devo dirti che ho fatto delle ricerche sui fuggiaschi di qualche tempo fa, quelli di cui dovevo riferire a Kiri, ricordi? In particolare, ho scoperto che Mitsurugi Uchiha, come anche l'altro, aveva partecipato da poco ad un esame chunin. E sai che ho scoperto? Il primo possessore dell'occhio che ora è tuo aveva combattuto contro il suo consanguineo, e non ne è uscito sconfitto. Pare che l'incontro sia stato fermato per ragioni di tempo, questa parte non l'ho compresa molto bene.-. Sanji lo interruppe: -Ahah! Beh, un bell'aneddoto... Ma se devo dirti la verità, non mi interessa più di tanto... Io odio entrambi quegli shinobi, se tali possono essere definiti. Se poi una parte di me ha già affrontato quel mukenin, tanto meglio. Non trovi?-. Mitsugi, quasi in disappunto, disse: -Già, appunto. Era proprio quello che volevo dire...Beh, se non ti interessa, passiamo ad altro. Voglio spiegarti una cosa importante: come avrai già immaginato, il fatto che tu possieda quell'occhio non andrebbe molto a genio al clan Uchiha, se venisse a saperlo. E' probabile che ti lascerebbero vivere, ma chissà che non ci siano dei fanatici del sangue puro che non ti vogliano addirittura molto. Stai molto attento, Sanji, e non mostrare quell'occhio a nessuno. E' vero, non ti nascondo che è possibile che la voce di un ninja con una benda bianca che nasconde lo Sharingan potrebbe essersi già diffusa per qualche via, anche perché tu stesso hai cominciato a farti un nome, dati i tuoi brillanti risultati. Non hai fatto colpo solo su di me, insomma. In ogni caso, proprio per questo potresti essere già più esposto di quanto non sperassi. Inoltre, ora che il tizio che ti ha trapiantato l'occhio e ti ha salvato è morto (non chiedermi come, non ne ho idea), la situazione potrebbe essere addirittura peggiorata. Stai attento, capito?-. Sanji, sorpreso e quasi compiaciuto dal discorso del chunin, annuì. Quest'ultimo continuò: -Bene. Altro argomento. E' ora per te di mettere a punto una tecnica personale, una tecnica che conoscerai e userai solo tu. Ciò in vista di un evento a cui forse, se sarai al livello adatto, ti converrebbe partecipare. Sto parlando dell'esame chunin. Non ti montare la testa e non parlarne con nessuno: è off-limits, e neanche io so quando avverrà di preciso. So solo che il tempo dall'ultimo esame è trascorso ormai in gran quantità, e che c'è aria di nuovi esami. Non ti so dire altro, non faccio parte del gruppo di shinobi che se ne occupano. E' una mia supposizione, ma immaginiamo che sia corretta: non vorrai arrivare impreparato!-. Sanji rimase molto stupito e compiaciuto: l'esame chunin era qualcosa che vedeva come lontanissimo e raggiungibile solo a patto di enormi fatiche, mentre invece forse avrebbe potuto prendervi parte di lì a poco! Comunque, Mitsugi aveva detto di non montarsi la testa, e lui così fece. Chiese: -Bene! Subito al lavoro con questa tecnica. A cosa avresti pensato?-. Mitsugi lo guardò strano, e dichiarò: -Ah no eh! Questa è la tua tecnica, tua soltanto. Spetta a te crearla e metterla a punto. Io posso solo aiutarti a svilupparla. Scusa, non hai nemmeno un' idea?-. Sanji rispose: -In effetti, è da un po' che ho pensato ad una bozza di tecnica, ma sicuramente mi servirà il tuo aiuto per darle forma. Di recente mi sono accorto di un miglioramento della mira a Sharingan attivo. Pensavo di sfruttarlo per creare una tecnica a distanza di veloce esecuzione in modo da poter aumentare la distanza a cui posso combattere. Sai che preferisco evitare il corpo a corpo se posso, o comunque usare la lama in quel caso. Ciò aiuterebbe, non trovi? Inoltre, usando la base di questa tecnica in futuro potrò sviluppare altri metodi di utilizzo.-. Mitsugi sorrise, dicendo: -Bene, è esattamente ciò che speravo di sentirti dire. Se tutto va bene, penso di poterti aiutare. Ti devo insegnare ad affilare il chakra per impiegare l'elemento vento. E' in effetti forse quello più veloce, più adatto all'uso della tua mira potenziata. Come vorresti sviluppare questa tecnica?-. Sanji rispose: -Pensavo a dei dischi di varie dimensioni, velocità e resistenza che possono viaggiare in linea d'aria per una lunga traiettoria e che siano in grado di tagliare l'obiettivo, come un kunai, o magari anche di più. Parlavi di chakra del vento. Che caratteristiche ha?-. Mitsugi cominciò a spiegare: -Il chakra del vento è difficile da maneggiare, ma per uno shinobi dotato di buon controllo del chakra come te non è un impresa affatto impossibile, se con i giusti aiuti. A differenza del fulmine, contro cui il vento è forte, l'elemento che ti propongo di utilizzare non mira ad un'ampia zona di bersaglio, ma ad un obiettivo il più possibile vicino ad un punto. Più il colpo è concentrato a colpire un solo punto più risulterà potente. Non devi usarlo, però, contro il fuoco, perché ti sarà soltanto dannoso. Per il resto, tutto sta a come decidi di impiegarlo. E' in non plus ultra per il combattimento veloce a distanza. Vedrai come ti troverai a tuo agio se lo dominerai. Allora, ti va di tentare? Non hai nulla da perdere: se non riuscirai nell'impresa, avrai comunque migliorato il tuo controllo del chakra, facendolo arrivare a dei livelli che fanno la differenza in battaglia.-. Sanji esultò, felicissimo della nuova sfida che gli si parava davanti: -Certo che ci provo! Avanti, cominciamo subito! Che devo fare?-. Mitsugi lo frenò: -Calma, ragazzo. Ora come ora meglio spiegarti come attueremo l'allenamento per apprendere l'arte del vento, cosa di per sé già difficilissima. Normalmente, ci vorrebbe un mucchio di tempo per apprendere il controllo del vento, talvolta addirittura alcuni mesi, se non anni! Tuttavia, tu sei eccezionalmente dotato sotto questo punto di vista, e ciò va tutto a tuo vantaggio. Certo, anche nelle tue condizioni ci vorrebbero almeno quattro mesi per arrivare ad una padronanza completa. Comunque, io non sono qui per bighellonare. Ho creato un metodo, con il quale si può imparare a controllare il vento in qualche giorno di durissimo allenamento, qualora portati come te.-. Detto ciò, estrasse un foglio con scritti da ogni faccia dei sigilli, e lo mostrò all'allievo, riprendendo poi a parlare: -Questo pezzo di carta è una sorta di catalizzatore di chakra del vento, che svolge la sua funzione grazie ad una tecnica particolare da me inventata. Fondamentalmente, questo pezzo di carta affina il chakra del vento in questo modo: se tu ne immettessi in forma grezza, non accadrebbe niente; tuttavia, basta una lieve tendenza all'affilamento del chakra del vento, ed ecco che esso lo assorbirà e lo migliorerà istantaneamente ed esponenzialmente, reimmettendolo subito dopo nel tuo sistema di circolazione del chakra, teoricamente pronto all'uso. In questo modo, potrai capire in fretta il tuo obiettivo, sentirai come dovrà risultare il tuo chakra alla fine dell'elaborazione e saprai correggere i tuoi errori molto più in fretta di quanto non faresti di solito. Ti renderai conto anche dei miglioramenti, in quanto mentre migliora la qualità del vento che produci tu, migliorerà ancora di più quella del vento che la carta ti reimmetterà nelle mani (almeno finché non giungerà ad uno stato ottimale). Bene, poche ciance. Devi richiamare il chakra alle mani e far sfregare due fronti di energia, in modo da affilarli. Questo è il modo per creare chakra del vento. Tieni tra le mani unite la carta, in modo che faccia il suo effetto. Quando avverti dei miglioramenti, posa la carta e prova ad usare il chakra del vento su una foglia cercando di tagliarla. Dopodiché, riprendi la carta e ricomincia da capo. Al lavoro!-.

Erano passati sette giorni, sette faticosissimi cicli del sole si erano compiuti sulla testa del genin alle prese con il suo allenamento sfiancante. E solo allora, solo dopo quelle circa centosessantotto ore egli era riuscito finalmente a padroneggiare del tutto il chakra del vento, a scalare quella montagna. Finalmente, Sanji era riuscito a fare uno squarcio nella corteccia di un albero tenendosi a quattro metri di distanza e usando solo l'elemento del vento. Ansimava, si reggeva in piedi a fatica e si sentiva completamente prosciugato... E anche incredibilmente felice, felice come non mai. Per la prima volta lo riempiva la sensazione di essersi sudato una conquista, di aver rischiato di abbandonare e di aver ripreso coraggio più volte, fino al raggiungimento tanto sospirato dell'obiettivo. Cadde a terra. Guardò verso oriente, dove il pigro sole si era alzato da circa un'ora da dietro le montagne. Poco distante, Mitsugi stava sorridendo felice, anche lui molto stanco (era rimasto sveglio in ogni momento dell'allenamento di Sanji) , ma contento dei successi del suo allievo. Sanji, a terra, cominciò a pensare ad ogni singolo istante dell'addestramento appena affrontato, ripercorrendolo integralmente con gli occhi della mente. Il primo giorno aveva fatto molta fatica, ed era appena riuscito a comprendere il meccanismo di attivazione della carta. Il giorno successivo conseguì qualche risultato extra, riuscendo per la prima volta a ricevere dalla carta la primissima piccola quantità di chakra del vento, anche se pochissimo e di bassa qualità. Dal terzo giorno, Sanji si sentì abbastanza sicuro da provare anche con la foglia: dapprima ne increspò a malapena la superficie, ma con un incredibile miglioramento la tagliò nel giro di due giorni. La carta era miracolosa: portava a miglioramenti esponenziali nel giro di pochi giorni, in quanto faceva capire perfettamente il meccanismo di creazione del chakra del vento; con un controllo del chakra come quello di Sanji, l'allenamento si era accorciato tantissimo. Nel sesto giorno arrivò a scalfire la corteccia di un albero da due metri di distanza. Poi, con un miglioramento pazzesco nel giro di ventiquattro ore senza interruzione, conseguì il risultato finale. Mitsugi disse: -Bravo, bravo. Ma non pensare che sia finita. Praticamente non abbiamo quasi dormito in questi giorni, ma hai raggiunto solo una piccola parte del tuo obiettivo. Ovviamente, l'utilizzo è da potenziare e perfezionare moltissimo, e poi c'è da creare la tecnica. Comunque, per ora dormiamo e recuperiamo la fatica. Immagino che non riuscirai neanche a muoverti, dunque stiamo qui.-. Il genin non se lo fece ripetere due volte: nel giro di qualche minuto cadde nel sonno, seguito dopo poco dal maestro. Quale risveglio spiacevole avrebbe atteso i due! Tuttavia, per dieci ore circa ebbero la meritata quiete.

Era ormai sera, quando i due ninja si svegliarono sull'erba, decisamente anchilosati, un po' doloranti, ma riposati. Dal canto suo, Sanji sentiva soprattutto un grande vuoto nello stomaco. I due si svegliarono insieme, per puro caso. -Buonasera...Chissà quanto abbiamo dormito eh?-, disse Sanji. Mitsugi dapprima sorrise, poi cambiò improvvisamente espressione, e cominciò a voltare la testa a destra e a sinistra, come preoccupato. Di colpo, rispose con un sibilo: -Evidentemente troppo. Qui non siamo soli. Prendi la katana e stai assolutamente in guardia.-. Sanji sentì il suo cuore cominciare a battere fortissimo. Afferrò l'arma e si alzò velocemente; gli shinobi si misero schiena contro schiena, ed affinarono i sensi al massimo. Dopo qualche secondo, Mitsugi disse: -Non temere. E' dal mio lato. Rimani in questa posizione. Credo che se ha intenzioni ostili attaccherà lui. Ormai si sarà accorto che lo abbiamo percepito. Infatti, pochi secondi dopo una figura uscì allo scoperto dagli alberi, camminando con fare sicuro. La poca luce impediva a Sanji di vedere l'umano. Mitsugi urlò: -Chi è là?!-. Una risatina raggiunse le orecchie degli shinobi, una risata piuttosto fredda, seguita da queste parole: -Maledetto Mitsugi Kagayame. Ti sei accorto subito della mia presenza eh? E' da te. A Questo punto, tanto vale presentarmi. Sono Shintaro Aburame, mi conoscerai di sicuro.-. Mitsugi chiese: -E che cosa vuoi da noi?-. Il ninja, in tutta risposta, rise, e d'improvviso lanciò un kunai verso i due: legata all'arma bianca vi era una bomba carta. Mitsugi fu rapido come il fulmine: usando una propulsione raggiunse il kunai e lo fermò con il manico della sua katana, e subito sparì di nuovo con una seconda propulsione, per ricomparire dietro al nemico, con la katana puntata sulla sua nuca. Subito dopo ci fu l'esplosione. Dissipatosi il fumo, Sanji, che nel frattempo aveva estratto la propria spada e si era messo in posizione di guardia, vide che la situazione era rimasta immutata. Mitsugi stava chiedendo di nuovo a Shintaro: -Allora, cosa vuoi da noi?-. L'uomo, le cui fattezze erano ancora nascoste al genin, rispose: -E va bene, posso dirtelo. Tanto fra poco morirai insieme al tuo pargolo. Io me ne sto andando da Konoha. Quello che voglio è il tuo cadavere, per riscuotere la taglia di 6.000.000 di ryo che c'è sulla tua testa al mercato nero, e l'occhio di quel ragazzino.-. Sanji ebbe un tuffo al cuore: dunque si sapeva già che lui possedeva uno Sharingan! Inoltre, quel tizio aveva appena detto di voler diventare un mukenin! Il giovane pensò, seduta stante: “Guarda caso, è un membro del clan Aburame, un purosangue di uno dei clan più antichi e nobili del villaggio.”. Mitsugi disse: -Beh, non avrai nessuna delle sue cose.-. Affondò la katana nella nuca dell'uomo, ma non si vide nemmeno una goccia di sangue: l'unica cosa a cadere a terra fu un ciocco di legno piuttosto pesante. Fu un attimo: Sanji si ritrovò davanti, ad un metro, il nemico. Era un uomo di media altezza, abbastanza robusto. Indossava un cappotto, con un cappuccio che gli copriva la testa ed un paio di occhiali scuri sul naso. Incuteva timore solo a guardarlo. Sanji non era pronto, ma Mitsugi lo fu per entrambi. Usando due propulsioni incredibili, Mitsugi si precipitò addirittura dietro all'allievo, e frappose da dietro le sue spalle la katana fra il genin e l'avversario. Dopodiché, da quella posizione mollò un veloce fendente, che il nemico evitò con agilità, ma non del tutto. Sanji fu schizzato di sangue, il sangue di Shintaro che proveniva da una ferita abbastanza profonda alla mano. Mitsugi si portò davanti a Sanji, a circa quattro metri dall'Aburame. Disse: -Non toccherai questo ragazzo, se non passando sul mio cadavere.-. Lo scontro iniziò, da subito violentissimo. Il sangue dei due contendenti, incredibilmente abili, si sparse per tutto il campo di battaglia. Shintaro sfoderò anche i suoi insetti durante lo scontro, usati come armi da tutto il clan Aburame di Konoha. Ad un tratto, Mitsugi tentò un affondo con la katana, che, evitato, fece sì che l'avversario avesse circa un secondo di tempo di manovra. Sanji attendeva con il cuore in gola, e aveva anche sfoderato lo Sharingan, ma il movimento che seguì non fu colto ugualmente dal giovanissimo genin. Shintaro si avventò infatti non su Mitsugi, ma proprio su Sanji, con un kunai in mano. Sanji sarebbe morto di certo, qualora quel colpo l'avesse raggiunto. Tuttavia, non fu così: Mitsugi arrivò dal lato destro con incredibile velocità, spingendo via l'allievo e usando il proprio corpo come scudo, subendo una ferita letale al ventre. Con uno sforzo incredibile, affondò la katana nel fianco del nemico. I due caddero a terra in un bagno di sangue, e furono spinti dall'impatto con il terreno in due direzioni diverse, a circa due metri di distanza fra loro. Erano immobili. Sanji, inorridito, corse verso il suo maestro, e si gettò su di lui, con gli occhi che già cominciavano a tradire tramite un fiume di lacrime il presentimento di ciò che ormai stava per compiersi. Mitsugi respirava a fatica, con gli occhi aperti. Guardò Sanji, accasciato vicino a lui, disperato, e con un grande sforzò sussurrò: -Ragazzo, non prendertela a male. E' finita, scusami se non potrò più seguirti. D'ora in poi dovrai fare da solo.-. Sanji cominciò a piangere ancora di più, dicendo: -Scusa! Scusa se sono maledettamente debole! Ti sei impegnato con me, ma non è servito! Sono un fallimento totale!-. Il cuore di Sanji pareva doversi fermare per lo sforzo, quasi il genin sperava che lo facesse, ma ciò non accadde. Mitsugi riuscì ancora a rispondere: -No. Non lo sei affatto. Tu sei il miglior allievo che potessi desiderare, e sono contento di aver lavorato con te e di essere morto per permetterti di crescere e di vivere. Tu puoi portare luce in questo mondo, che come avrai notato è pieno di tenebre. Diventa un grande ninja, il più grande che si sia mai visto. Porta l'ordine, induci i popoli alla fedeltà, ferma il male. Tu puoi farlo, lo sento, anche se sono a malapena un chunin. La mia storia finisce qui, ma da qui si apre la tua. E sono convinto che essa sarà parte integrante della storia di questa epoca. Addio, Sanji, grazie!-. I suoi occhi si chiusero, i suoi muscoli si afflosciarono, la sua bocca si chiuse per sempre. Sanji urlò, urlò con tutte le sue forze, urlò fino allo sfinimento. Pianse quanto neanche da bimbo aveva mai pianto, si arrabbiò quanto mai nella vita da adulto si sarebbe arrabbiato. Era colpa sua, era tutta colpa sua. Era sempre dipeso da qualcun altro, in quel mondo in cui nessuno era mai al sicuro. Non seppe mai quanto passò, ma ad un tratto dalla sua mente piena di dolore, un barlume di ragione si fece strada. Mitsugi lo aveva perdonato, aveva riposto in lui la sua fiducia, e gli aveva detto di fare da solo. Così avrebbe fatto, lo decise in quel momento. Con la coda dell'occhio, vide Shintaro muoversi lentamente, strisciare verso gli alberi al confine del campo. Si avventò su di lui, e con due violente pedate lo immobilizzò. Disse: -Tu sei il primo, tu sei il peggiore. Hai ucciso un grande uomo, e tu non sai altro che feccia, e tale sempre rimarrai. Muori nella vergogna.-. La katana di Sanji si fece strada nelle carni del nemico, spezzandogli la spina dorsale. Era finita.

Erano passate ormai due settimane. Il sangue dei due chunin morti sul campo pratica numero sette era ormai seccato e piano piano sparito. Il funerale di Mitsugi si era compiuto, i rapporti sull'accaduto erano ormai stati compilati. Sanji sfregò le mani, e produsse tre dischi taglienti che, viaggiando a gran velocità, andarono a squarciare i tronchi di tre alberi davanti a lui. Il genin era riuscito a controllare la tecnica. Il suo Sharingan mandava riflessi rossi, il suo animo era ormai sereno. Era una persona diversa ormai, era un adulto. Era cambiato, fisicamente e mantalmente. Era un vero ninja, pronto ad affrontare una prova seria per diventare un chunin. Ne era degno, ora. Il provare quel secondo tipo di dolore lo aveva iniziato al mondo degli adulti. Stanco, si incamminò verso casa, dai suoi genitori e da sua sorella, ancora punti fermi nella sua vita, l'unico appiglio che faceva sì che lui non fosse solo. Da tempo, ormai, aveva preso la suo decisione sulla strada da seguire. Non c'erano più dubbi di sorta. Avrebbe provato a cambiare quel mondo, diventando il più forte in assoluto, e difendendo il bene fino alla fine, sua o del male. Qualora non fosse morto prima, Sanji sapeva che sarebbe diventato lo shinobi noto come Sanji Mugiwara, il caccia mukenin.
 
Top
¬Kob
view post Posted on 8/11/2010, 23:37




Tom, il tuo allenamento è veramente interessante, tratta una storia molto carina che combacia perfettamente con il tuo stile di scrittura ed il Pg che ruoli. Non è ancora perfetto come post, devi concentrarti molto, molto di più sulla caratterizzazione del personaggio che, pur non essendo assente, è limitata e descritta troppo semplicemente. Avresti potuto aumentare la parte finale, che potevi ampliare con ulteriori descrizioni del tuo stato d'animo, ma per un allenamento del genere, non obbligatorio, è già un buon risultato.
Devi stare molto attento per quel che riguarda la lingua, che presenta diversi errori, quali ripetizioni (soprattutto nelle prime righe, rileggile e te ne accorgerai subito pure te), errori di battitura e distrazione, che potrebbero ridursi sempre di più. Inizia, per questo, a rileggere i tuoi post a fine stesura, in maniera da limitare questi errori che, sono sicuro, puoi far sparire completamente dal testo.

Ricevi 35 Exp e 150 Ryo.

 
Top
1 replies since 8/11/2010, 22:58   45 views
  Share