Where Is Your God?, He's Here, Behind You.

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† F e F F e †
view post Posted on 29/10/2010, 18:54 by: † F e F F e †




Celestiale Discesa sulla Terra del Puro Elemento.



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Una goccia. Finissima nella sua essenza, rapida nello scagliarsi come un proiettile sul terreno, perdendo consistenza poi. Era il segnale del meteo odierno, nere nuvole danzavano nell’aere, distorcendo la tranquillità che s’era materializzata a partire dall’Aurora. Si stava scatenando una tempesta, ruggiva potente il Cielo cupo espandendo la propria collera, intimidendo i poveri mortali con lance di tuono che s’abbattevano su Gaia, scaricandosi. Ma Lui non temeva l’armi di Zeus Onnipotente, stava fissando quello spettacolo naturale con interesse, con sguardo di sfida verso quella Figura mitologica; i lineari Raiton rifulgevano nella concentricità delle ferree iridi. Impassibile, ascoltava la melodia aritmica dettata dal rombante sconquasso emesso, nel mentre si dipingevano vampe lucenti su sfondo d’oscurità tetra. Alzò le braccia, le liquide e sottili particelle gli bombardavano il viso, ma non di scuoteva: Keita voleva un diretto confronto con il Re dell’Olimpo. « Concentra qui la tua Collera, non ti temo. Il Prescelto non verrà ucciso nemmeno da Te, io sono il nuovo Dio e presto prenderò il tuo posto. » Distese le dita, disegnandosi una maschera di sicurezza in volto; le labbra leggermente corrucciate, gli occhi spalancati, il tono di voce nemmeno minimamente intaccato dalla Paura. Fato volle che un’aurea serpe scattò, ricadendo però su di un albero alle spalle del Ninja; il destino, come Egli aveva previsto era dalla sua parte, la Dea Bendata lo proteggeva sotto la sua ala, Lui doveva ancora lasciare un Segno incancellabile in quel mondo di peccatori. La saetta che spezzò in due l’aria applicò lo stesso effetto all’obelisco di legno, che si stava apprestando a schiantarsi fragorosamente al suolo. Istintivamente e con il supporto dei propri sensi migliorati, scattò il necessario per non essere coinvolto dalla caduta del cilindro fiorito.

Sorrise, mostrando un lieve angolo di bianca dentatura, la sua presunzione aveva ancora trionfato. Si ricompose, schiaffeggiando gli abiti leggermente impolveratisi nel contemporaneo che la pioggia si faceva più intensa, lampi gialli occasionalmente segnalavano la loro presenza con accecanti bagliori. Acqua, ve n’era ovunque, il lago era ancora più colmo, le pozzanghere macchiavano qua e là prato e terra, infangandola. Il mutevole elemento era alla Base delle Ninjutsu della Giovane Speranza, cosi come lo erano gran parte delle Tecniche del Villaggio della Nebbia. Decise quindi, ispirato dalle catinelle, di applicarsi al loro ripasso, ritenuto tappa obbligatoria in quanto era da tempo non indifferente che esse non veniva sfoderate; da parecchio non aveva avuto occasione di servirsene.

Nel frattempo che s’era denudato la parte superiore del corpo, cercava di rimuovere un tarlo che gli stava rosicchiando la mente: era ancora intento a cercar di capire da dove provenissero le tre creature uccise il giorno precedente. Erano comuni bestie che avevano subito mutazioni insolite, palesemente non di derivazione naturale. Un loco tanto conservato e curato era impossibile potesse essere causa di malformazioni e/o cambiamenti genetici di tale genere, c’era sicuramente di mezzo l’Uomo. Decise però di archiviare la discussione a tempo avanti, aveva tutta l’intenzione di dedicarsi e concentrarsi solo sull’Arte idrica. Posò gli indumenti al riparo assieme alla nuova coperta, cui nascose al suo interno pure il proprio arsenale di cui non avrebbe avuto bisogno per quell’allenamento, indi sgranchì le ossa della colonna vertebrale finendo con le varie articolazioni. Era finalmente pronto.

Non v’era nemmeno stretto bisogno di porsi a pochi passi dal bacino, la pesante precipitazione stava fornendo tutto il territorio d’acqua che sarebbe bastata ed avanzata per lo scopo lavorativo che s’era imposto, ma decisi di avvicinarvisi comunque. Il suo viso era bersaglio di piccole perle, che s’infrangevano dolcemente scorrendo poi le sue guancie per abbandonarsi al prato infine. Dunque primariamente compose in veloce successione tre sigilli, per dare origine ad altrettanti cloni sfruttando la modica quantità di 75 litri di trasparente liquido che riposavano entro una decina di metri dai suoi piedi. Spicci prendevano forma e colore, ergendosi nella loro bellezza unica, mostrando ad astri e natura la loro perfezione fisica. Furono ognuno equipaggiati con un paio di Shuriken del Vento Demoniaco, oggetto assai apprezzato dal futuro Re, cui vennero presto dispiegate le lame. « Bene, mostrate al vostro padrone le vostre capacità.» ordinò freddo ai sottoposti, esseri senza un briciola di chakra causa assenza di sistema circolatorio. Senza indugio la prima copia scattò e dopo un poderoso balzo scagliò la propria arma, che aggressiva di foga andava a ledere una corteccia posta ad una quindicina di metri di distanza. Coraggiosamente la seconda eseguì la medesima manovra, con la differenza che il suo Mulino andò a conficcarsi sotto di quella precedente, separandosi d’un scarso metro. Ultima ma non inferiore alle altre, la terza lanciò l’enorme stella che andò a collocarsi veemente sopra la succitata. Un esibizione d’alta classe, le movenze delicate e leggiadre che l’Originale aveva donato alle sue creazioni erano uno spettacolo per gli occhi; da non dimenticare, la precisione dei dardi scaraventati in linea retta.

Compiaciutosi delle gradevole gesta, Keita richiamò le sue immagini a rapporto, che si presentarono all’istante al suo cospetto. Gettò loro uno sguardo di fiducia, di assenso, ma rimembrava anche che Lui poteva fare molto meglio. Se c’erano riuscite loro, figurarsi il vero Divino. Esse ricambiarono con un rispettoso inchino. Fu la loro fine. Repentino con una gomitata al capo distrusse il clone alla sua sinistra, quello a destra venne trafitto da un Kunai impugnato durante il segno di riverenza. Con la mancina quindi braccò la testa dell’ultima, quella centrale, applicando una salda presa al volto ed alle tempie: trascorse una frazione di secondo che la suddetta venne vorticosamente sciolta per attuare la genesi di un’altra Jutsu di Kiri: la Prigione Acquatica. L’inamovibile sfera blu era una trappola mortale per chiunque, persino per Ninja di grado superiore era ardua liberarsi da quella parete; una volta imbrigliatisi, si era condannati ad una fine certa in quanto impossibilitati a difendersi. La mantenne per qualche attimo, indi la sciolse scostando il palmo dal quella bagnata struttura. Sospirò, dopotutto aveva consumato più di un quarto della total quantità di energia che possedeva in breve tempo; decise quindi di riposarsi in poco, era appena trascorso il pomeriggio ed era solo a metà dell’opera.

[…]

Nuovamente tornato sul campo di gioco dopo una sosta, Keita stava per aprire il sipario per dar mostra delle proprie capacità affini al Suiton. Amava quell’arte, la riteneva piuttosto azzeccata per la propria Persona, con essa si trovava a proprio agio. Un accoppiamento davvero perfetto. L’acquazzone era drasticamente calato, quasi cessato, ma il grigiume lassù obbligava l’ultimo sprazzo di Sole a non regalare la sua presenza, impedendogli di benedire l’umanità con i suoi raggi finali. Ma il Famelico non dispensava di quel beneficio, dall’interno del suo enigmatico spirito s’irradiava una Luce ben più forte che contrastava con le oscure ombre celate nel giovane cuore. Le tenebre calarono calmamente come di consueto, il freddo era ancora più pungente, aghi acuminati gli punzecchiavano le sane membra tartassandole con intensi e concentratissimi dolori. La placida Luna era dove era solita giacere e rispecchiarsi.

Stavolta s’era posto a riva del laghetto poiché il terreno aveva già drenato abbastanza, calpestava piccole rocce e aveva i piedi immersi, le caviglie gli gelavano. Impastava una buona dose di chakra e contemporaneamente tratteneva le mani nella posizione del Serpente con l’indice destro alzato. L’elemento che lo dominava si stava incrociando con il contenuto del piccolo bacino, che aveva in tal maniera limitato il dispendio energetico ad un Medio [20]. Una potente barriera s’innalzava verso gli astri, difesa potente ed unilaterale. Un feroce scroscio continuo accompagnava l’imponenza del Muro che poteva resistere per qualche secondo se non meno, quella era la protezione di base dei Genin del Kirigakure. Mai mancava nelle conoscenze dei Locali, in quanto la sua enorme versatilità prevedeva una copertura - sebbene meno resistente – su ambo i lati e le spalle. Ottima, rapida ed utile, qualità da non sottovalutare.

Dietro la parete si stava formando tramite innesto di altro miscuglio psico-fisico e di un altro Seal, una medesima figura a quella che stava per essere stroncata, che venne però sfruttata per il secondo atto. Inizialmente il Demone venne accerchiato d’azzurro limpido, poi una grossa bestia venne plasmata con l’ausilio del precedente dispiego di forze; un enorme Squalo dalla potenza d’impatto parecchio alta mostrava le fauci affamate mentre si dirigeva a tutto vigore verso le rocce antistanti all’Imperatore. Un sonoro botto segnò il contatto con le pietre su cui la cascata si schiantava, enormi schizzi volarono ovunque infradiciandolo più di quanto non lo fosse prima. L’enorme proiettile aveva l’efficacia di una carta bomba circa, con la differenza di non provocare ustione ma solamente danno contusivo e da urto. I rumori terminarono, il silenzio ripiombò a comandare incontrastato.

Si sciolse dalla posa di concentrazione che aveva assunto, si passò il dorso della mano sulla fronte come ad asciugarsi il sudore che si confondeva con il bagnato. Voltò le spalle allo scenario utilizzato per testare le proprie Ninjutsu, conducendosi ove aveva deposto gli abiti. Con un vecchio e lacero panno s’asciugò un po’ ovunque, indossò in seguito la canotta e la mantella. Respirava faticosamente con il naso, un raffreddore lo stava mirando ma a Lui non tangeva. Non sarebbe stata di certo una causa così stupida ad interrompere il lungo cammino d’ascesa di un aspirante Supremo, nulla era in grado di riuscirvi. Niente e Nessuno.

Era tutto sommato contento dei propri progressi, avvertiva dentro di sé il miglioramento conseguito da duri pomeriggi passati ad allenarsi. Era faticoso ma Egli doveva ad ogni costo divenire migliore. L’aveva promesso ad una persona che l’aveva selezionato per entrare a far parte dei membri di una cerchia ristretta; già il fatto d’essere ancora un novello lo irritava, due dei compagni che conosceva e che sarebbero stati anche’essi componenti della Setta era d’un rank maggiore e pretendeva di eguagliarli in breve tempo. E non si sarebbe posto limiti per farcela, era ciò che desiderava al momento. Non importavano metodi e/o mezzi, il fine era uno ed uno solo e non si accettavano giustificazioni d’alcun genere. Non voleva deludere chi aveva deciso di puntare su di Lui.

S’era ricoperto della folta pelliccia che ancora era impregnata dello sgradevole odore, pensando a dove e quando avrebbe incontrato ancora quel bastardo di Mitsurugi Uchiha. Aveva ancora legato al dito il fatto che gli avesse spezzato un ginocchio, sperava di poter rendere al più presto il regalo ricevuto, con dovuti interessi. La mente caotica ed in subbuglio dai vari pensieri presto si spense, abbandonando il Demone ad un sonno profondo, ad un incoscienza vicina al Purgatorio.


Edited by † F e F F e † - 1/11/2010, 13:58
 
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