Un respiro affannato. Un altro ancora. Due corpi si muovono veloci, salando da un albero ad un altro. Guardando i loro volti si direbbe siano inseguiti dal Diavolo in persona. La paura ha distorto i loro lineamenti. Corrono più veloci che possono, cercando di non lasciare tracce. Sanno che sono inseguiti e che dovranno pagare per ciò che sono. Questo era il problema: ciò che erano. Né del tutto Uchiha né altro. Erano a metà, qualcosa di storto che non andava bene ai primi. Gli Uchiha erano un Clan nobile e altezzoso. Amavano il sentirsi importanti e certamente il loro albero genealogico risaliva ai tempi della fondazione di Konoha. Il fatto che il loro sangue si fosse sporcato non andava affatto a genio ai vecchi del Clan. Così quelli come loro erano braccati come quaglie e non potevano far altro che fuggire. Se avessero varcato il confine, sarebbero stati salvi, almeno in parte. Per questo volavano da un ramo all’altro della foresta, fuggendo. Ma non sapevano che non si sfugge al Clan Uchiha.
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Muovevo i piedi uno dopo l’altro. Ascoltavo il silenzio intorno a me. Nulla di più bello. I miei occhi rosso sangue, con quelle tre tome caratteristiche del mio Clan, mi permettevano di vedere nella più oscura delle notti. Konohagakure era tranquilla ed ancor di più il quartiere destinato a noi Uchiha. Vedevo le sentinelle appostate ai loro posti di guardia, e diedi un saluto veloce, che ricambiarono con rispetto. Il mio grado e la mia fama sono qualcosa che il Clan porta con orgoglio. Inoltre, non ero certo un tipo che la lascia passare liscia. Già dal mio aspetto si poteva capire che il grado non era qualcosa dovuta al cognome Uchiha, quanto piuttosto al nome Kira.
Portavo una grossa spada di resistente lega, forgiata da antichi maestri del Villaggio delle Armi, da cui Konoha riceveva rifornimenti. L’avevo vinta in duello contro il suo vecchio proprietario, un fortissimo ninja della Sabbia. Benché per gli altri quella spada era un vanto per me secondo loro, poiché la portavo sempre appresso, per me era un’amica fidata, capace di aiutarmi in ogni situazione. Ne tenevo cura come un padre può prendersi cura di una figlia , o come un marito della propria moglie. Era parte di me ed avevo un gran rispetto per me stesso, cosa che mi aveva permesso di arrivare in alto, molto in alto. Quella sera era speciale: avevo rintracciato due mezzosangue, due traditori ai miei occhi. Io ero per il sangue puro, perché gli Uchiha sono una grande razza di guerrieri, nobili e fieri, e non potevo permettere che questo nome, che aveva fondato il villaggio insieme ai Senju, fosse diluito come una comune soluzione. Il sangue Uchiha doveva rimanere puro affinché tutto il potere dei geni diabolici rimanesse costantemente attivo. Gurdai la porta davanti alla quale mi ero fermato. Una casa come tante in quel quartiere, ma con all’interno un membro speciale che era stato scelto per la sua prima missione di omicidio. Dopo quella sera, Seito Uchiha sarebbe diventato a tutti gli effetti un membro del Clan, con tanto di grado ed potere proprio all’interno di esso. Sì, perché il Clan possedeva una rigida gerarchia, creata per fare in modo di obliviare i vecchi ricordi e concentrarsi solo sul presente. Benché una persona avesse le redini, in realtà era un consiglio a decidere le sorti del Clan. Consiglio guidato dai membri dell’organizzazione Occhio di Luna, di cui io ero parte. E questa sera avrei trasmesso al giovane come poter diventare grande, come poter diventare Uchiha. Sì, mi dissi fiero e felice nella parte del maestro – forse era anche l’ebbrezza del vicino omicidio – Seito avrebbe imparato ad usare lo Sharigan. Portai il pugno alla porta e battei con le nocche sul legno duro tre volte. Una porta si aprì: entrai. Guardai la donna di fronte a me: « Il ragazzo è pronto ? » dissi con voce dura e fredda. Fece cenno di sì, tremava. Feci cenno di mandarlo fuori appena sceso. Non volevo perdere tempo: i due mezzosangue erano in fuga e non volevo dargli troppo vantaggio. Appena questi fu uscito gli feci cenno di seguirmi e nel frattempo gli spiegai gli obiettivi della missione « Ascoltami, Seito. Questa sera capirai cosa il Clan vuole per te. Due traditori stanno scappando per vendere i nostri segreti al Villaggio delle Rocce. Dobbiamo intercettarli ed abbatterli. Non possiamo rischiare che il segreto del Clan Uchiha venga svelato. Dobbiamo riportare i loro cadaveri qui, affinché vengano sottoposti ad esami particolari. Non sarà una cosa facile, quindi presta attenzione ad ogni rumore e fidati solo del tuo istinto… » mi voltai a guardarlo negli occhi con il mio Sharigan « e di me. » . Detto questo proseguii verso i Cancelli Est di Konohagakure. Il viaggio sarebbe stato lungo ed avremmo dovuto viaggiare tanto e velocemente. Se avessimo fatto in tempo, avremmo potuto coglierli in una imboscata. Di sicuro si sarebbero fermati a riposare da qualche parte. Li avremo cacciati, li avremo stanati, li avremo uccisi. Nessuno osa sfidare il Clan. Feci un cenno al ragazzo « Tieniti dietro di me e corri senza alzare un fuscello. Non voglio sentir rumori. Dobbiamo essere ombre » dissi, pensando già al modo in cui intrappolare i due malcapitati. Aspettavo qualche domanda o qualche cenno del ragazzo, tenendo un passo veloce e sostenuto. Avremmo dovuto viaggiare a lungo. Possedevo la resistenza per fare ciò, ma il giovane Genin? Avrebbe tenuto il mio passo? E soprattutto avrebbe adempiuto ai suoi doveri? Quello era il mio modo per testarlo, per fare di lui l’Uchiha perfetto. Il Sogno del Nostro Clan.
~Gli ultimi bagliori della giornata erano scomparsi, inghiottiti dalle tenebre che con il suo diffondersi aveva placato gli schiamazzi ed il vociare dei cittadini. Seito non amava particolarmente la natura di quel villaggio, troppi sorrisi e forzate buone maniere che rendevano il tutto macchiato di putrida falsità. La situazione politica locale lo stava avvolgendo in una morsa letale: era diventato Genin da poco e già le prime beghe, derivate da una macchinosa burocrazia, si erano fatte sentire. Dovette incontrare l'amministrazione di Konoha con il futile pretesto di volerlo conoscere, cosa che si rivelò subito falsa: i rapporti con il clan si erano crinati e fu messo in guardia dalla scelte che avrebbe dovuto fare per il "bene" di tutti. In effetti la questione era abbastanza complessa e presentava risvolti di politica interna che Konoha stava provando ad attuare, sfruttando gli Uchiha. Il Clan negli ultimi tempi aveva conosciuto una fase di nuovo splendore, forse anche a causa dell' alleanza politica, ma mai ideologica, tra gli Uchiha mezzosangue e quelli puri. L’influenza politica dei due rami del clan, ora almeno politicamente congiunti, era divenuta rilevante ed il timore di una presa di potere improvvisa, o di un colpo di mano, o peggio ancora l’ipotesi probabile di una presenza in numero più esteso di esponenti e rappresentanti del clan nel consiglio di villaggio, aveva indotto il governo di Konohagakure ad adottare misure drastiche, sottraendo reclute dall’insegnamento privato voluto dal clan ed assegnandole agli istruttori dell'accademia. Seito era da sempre stato uno strenuo accusatore della degenerazione che gli Uchiha avevano subito, non riuscendo mai a riconoscersi in quello che il clan era divenuto. La sua idea era troppo elevata e nobile per accordarsi con quella utilitaristica e politica della quale era intrisa la vita di quel gruppo. Considerava gli Uchiha come ninja dal sangue purissimo, dal talento incommensurabile se paragonato a quello di qualsiasi altro shinobi, e soprattutto riteneva un Uchiha degno di questo nome solamente se avesse sbloccato l’abilità innata dello Sharingan. Un Uchiha, secondo Seito, avrebbe dovuto vivere solo per combattere: una utopia, un nostalgicismo dei tempi andati. Proprio per questo nacque anni prima, all'interno del clan, una corrente massonica che aveva come obiettivo quello di sbarazzarsi dei mezzosangue. In definitiva ciò che voleva l'amministrazione coincideva, in alcuni punti, con il volere di "Occhio di Luna": sbarazzandosi di una parte impura di Uchiha si sarebbe sì ripristinata una linea genetica immacolata, ma allo stesso tempo il gruppo si sarebbe indebolito. Il giovane precelto, così in molti oramai chiamavano Seito, aprì un’anta dell’armadio e poi l’altra, provocando un cigolio penetrante che disturbò la quiete nella quale si era immerso per cercare di dimenticare il tragico risveglio. Con gli occhi ancora deturpati dal sonno, interrotto bruscamente, cercò di scrutare l’interno delle ombre dell’armadio per rintracciare un vestito comodo e funzionale all’occasione. Scelse una calzamaglia elasticizzata, nera che indossò a fatica: essa aderiva perfettamente al suo corpo, lasciando intravedere la incredibile definizione dei suoi pettorali. L’Uchiha poi si rese conto di avere l’occasione di risparmiarsi ulteriori perdite di tempo ed estrasse con accuratezza, dallo scaffale più alto dell’armadio, tutto il vestiario che avrebbe indossato in occasione della missione odierna. Appoggiò tutto sul suo braccio destro: i pantaloni scuri, la giacca anbu bianca, i manicotti, le fasce da combattimento ed i calzari neri. Si era adagiato sul letto qualche ora prima, facendosi stringere dalle braccia Morfeo, ma fu trascinato indietro dalla visita di un membro anziano dell'organizzazione. Due fuggiaschi mezzosangue volevano vendere alcuni segreti del clan al Villaggio della Roccia e adesso erano ricercati. Kira, il suo sensei, li aveva rintracciati e si sarebbe presto recato da Seito per risolvere la questione. L'amministrazione aveva già dato il suo benestare per lo svolgimento della missione, confermando la teoria dell'Uchiha. Egli era convinto che quell'alleanza ufficiosa tra "Occhio di Luna" e Konoha non avrebbe portato a nulla di buono. La porta della stanza si aprì all'improvviso. Essa celava dietro di sè una ragazzina tredicenne. Reika non aveva nessuno: membro puro del clan era stata salvata da Seito un anno prima. Orfana e negata alle arti del combattimento era stata ripudiata dal clan. Fu in quel momento che il giovane Uchiha decise di prenderla con sè. In fondo anche lui era rimasto solo e pensò che avere qualcuno che si occupasse della casa sarebbe stato comodo. «La persona che stavi attendendo è qui» Disse con voce tremante. «Diamine, è la seconda volta che entri senza bussare.» Il ragazzo rinfoderò dietro la schiena la sua katana facendola roteare proprio davanti il volto di lei. «Sì lo so, ma quell'uomo... lui è... cioè lui ha...» L'Uchiha balzò fuori la stanza, spostandola. «Lascia stare.» Reika si coprì il volto con le mani, mentre Seito raggiunse velocemente l'ingresso di casa. Ad attenderlo c'era il suo senpai, con una grossa spada sulle spalle: prima di allora non l'aveva mai vista. I suoi occhi erano cremisi con tre tomoe nere ad incorniciarli: adesso capiva cosa volesse intendere Reika. «Sharingan.» Kira spiegò l'obiettivo della missione ed accenò al volere del clan. Il "prescelto" non capiva ancora bene la posizione del ninja: da una parte odiava i mezzosangue ed era membro di spicco dell'organizzazione segreta, ma allo stesso modo sembrava tenere ancora, in qualche modo, a quel clan corrotto. «Mi fido solo dei miei occhi Kira.» Detto ciò i due uscirono fuori dalle mura di Konoha dai cancelli posti ad Est. I Chuunin di guardia osservarono diffidenti quel ragazzo, l'invidia per gli Uchiha purosangue era risaputo e solo la fama e la forza di Kira la potevano superare, mentre il giovane Genin doveva ancora dimostrare il suo valore. Appena fuori dal villaggio il senpai ordinò al giovane Seito di essere la sua ombra, con passo veloce si sarebbero diretti verso Iwagakure no Sato. «Lascia che li faccia fuori io.» Pronunciò freddo quelle parole, come se volesse dimostrare di voler fare sul serio.
Sorrido. Il ragazzo risponde bene. Ma la sua aria da duro assassino deve essere testata: le parole non bastano per un Uchiha. Servono fatti. Veri. Reali. Compiuti. Le parole restano tali, i fatti no. Le parole volano nel vento, le azioni restano ancorate alla terra. Le prime sono il danno di tutti, le seconde la salvezza di pochi. Mi volto verso il ragazzo:
« Spero per te che ci riuscirai o saranno loro ad uccidere te »
Constato cercando di scorgere nei suoi occhi la paura per il possibile fallimento.
Corro rapido fiutando l’aria. La puzza del sangue misto è inconfondibile, anche se molto flebile. La cerco tra le migliaia di odori che l’aria porta con sé. Come un segugio. Sono sempre stato bravo nella caccia. Lascio alla mia preda abbastanza spazio per credere di essere riuscita a fuggire, ma le tengo sempre presenta la paura di essere cacciata. La paura è la mia arma preferita: incutere paura in una preda è una cosa senza eguali, perché se la preda non riesce a controllare la pressione, la paura degenera in panico e subito ci si rende conto che la preda è facile da cacciare, un persona senza spina dorsale, incapace di affrontare la vita reale e le situazioni in cui egli stessa si è cacciata. Ma se la preda riesce a controllare la paura, allora il gioco si fa interessante per me: è un tipo scaltro quello che ho di fronte, in grado di controllare emozioni. E chi riesce a controllarsi è forte. Reprimere ciò che si prova non è facile in situazioni particolari. Ci vuole presenza di spirito. Essere forti non significa non aver paura, ma dominarla. Non lasciare che essa ci impedisca di raggiungere ciò che vogliamo. Per questo sono eccitato. È una caccia del secondo tipo, perché Uchiha sono sempre addestrati bene, puri o mezzosangue che siano.
« Sono andati di là »
Vedo le impronte lasciate dal loro chakra nel tentativo di volare più veloci tra i rami. Chakra adesivo. Un controllo ottimo, ma non perfetto. Il chakra lascia sempre tracce, e chi è in grado di vederne ogni sfumatura può seguire queste tracce. Inoltre, il chakra non è uguale per tutti, ognuno ha un proprio chakra che lo differenzia da un altro. Sì, è la stessa forza vitale che hanno tutti, ma il chakra ha una natura diversa per ognuno. Siamo tutti esseri umani, ma non necessariamente uguali. Tranne i gemelli omozigoti, ovvio. Ma è comunque la diversità a renderci perfetti. La capacità di evolversi in qualcosa di migliore è la nostra più grande forza. La forza della vita.
I miei occhi rossi si soffermano su una scia azzurrina di tracce che vola verso nord-ovest tra gli alberi. Cerco di vedere quanto più lontano possibile, ma i due devono aver corso veloce e sono fuori portata. Ma non irraggiungibili: le tracce sono ancora fresche. Al massimo devono essere passati da un paio d’ore.
« Ragazzo, dobbiamo aumentare il ritmo. E tu sei ancora troppo lento. »
Lo guardo duro a sottolineare che quella debolezza dovrà in futuro essere annientata. Non bisogna mai trascurare l’allenamento del proprio corpo. Spero che il ragazzo comprenda questa importante informazione. Dalla sacca porta oggetti estraggo una piccola pillola rosa. È un tonico status. Molto utile, ma anche pericoloso. Avrebbe permesso a Seito di raddoppiare la sua velocità e quindi saremmo riusciti a raggiungere i due fuggiaschi in tempo. Glielo lancio.
« Mangia. Ti servirà per dare di più nella corsa. »
Una volta che il giovanissimo Uchiha avesse preso il tonico, i due si sarebbero lanciati all’inseguimento con più foga. Sono certo che entro un’ora li raggiungeremo, dico a me stesso, osservando il ragazzo viaggiare forte. Una grande prova lo aspetta, spero che ce la faccia. Improvvisamente, avverto un pericolo. Uno schiocco di dita sarebbe stato il mio segnale per dire a Seito di seguirmi e di saltare più in alto. Lancio uno shuriken a tagliare quel sottile filo di Nylon che la Luna mi aveva rivelato davanti a noi. Scrashhhhh! Un tronco parte velocissimo e si infrange contro l’albero. Se fossimo passati di lì, i saremmo spiaccicati al muro.
« Fa attenzione. Hanno piazzato delle trappole. »
Sono furbi penso, ma non troppo. Se hanno piazzato delle trappole, devono aver perso tempo per costruirle. E questo non fa che andare a nostro vantaggio. Significa che sono più vicini di quanto pensassi. Sorrido. La preda è astuta, ma il cacciatore lo è di più. Corriamo ancora. Veloci. Sento che non sono lontani. Purtroppo sento anche un altro pericolo. E probabilmente Seito prima di me, perché lui ha innescato involontariamente la trappola. Un serie di tronchi appuntiti del diamentro di 5 cm l’uno e di lunghezza pari a quella di una lancia, partono dal suolo come missili terra-aria. Non riesco ad avvisare in tempo il ragazzo. Ma gli ho detto di stare attento – spero per lui che sia in grado di reagire velocemente. Vedo quattro lance andare verso il ragazzo: viaggiano a triangolo di lato 50-60 cm all’incirca con una velocità a metà tra una energia verde ed una rossa, ma con una potenza da energia blu. Tre formano i punti del triangolo, mentre la quarta viaggia all’altezza dell’ortocentro. Ma non posso aiutarlo, devo pensare a me stesso: sono 6 le armi che mi vengono incontro. Non posso usare una carta bomba per distruggerle, altrimenti avvertirei i fuggiaschi che sono inseguiti. Spero che Seito abbia la stessa accortezza, o la missione sarà un fallimento.
Paramento Terrestre (Doton: Doryuuheki-Earth Type: Mudslide Barrier) Tipo: Ninjutsu Villaggio: Foglia Impastando il chakra, si fa uscire dalla bocca una grande quantità di fango, che assume la forma di un muro per difesa che può bloccare anche un fiume, ma può anche esser utilizzato in altri modi. (Livello: 3 / Consumo: Alto)
Vomitai dalla bocca una grande quantità di fango che si trasforma immediatamente in un muro nel quale le lance si infilzano con grande forza. Guardo nella direzione del ragazzo per vedere il suo risultato. Non rimango sorpreso.
Se la trappola riesce.
Osservo il corpo del giovane ragazzo squartato. Una fine impropria. Gli avevo detto di fare attenzione. Ma non aveva voluto darmi retta. Purtroppo non posso fare niente per lui al momento. Lo prendo e lo nascondo. Poi parto alla ricerca dei due fuggiaschi. Avrei recuperato il corpo del ragazzo al ritorno. La missione aveva la precedenza. Seito non era altro che un’altra vittima dell’odio tra la casata pura e quella mezzosangue.
Se la trappola fallisce
Faccio un cenno al ragazzo. Ottimo lavoro, penso. Continuiamo la nostra corsa, tempo mezz’ora e siamo al termine. Arriviamo al fiume Ryumar. Lo costeggiamo. Avverto con più chiarezza le tracce dei fuggiaschi. Si dirigono verso una radura al di là del fiume. Sento già i loro respiri affannati. Sono stanchi. Credono che le trappole ci avessero fermato, per questo si concedono il lusso di riposare per qualche minuto. Do istruzioni al ragazzo.
« Sono lì. Vedi quella radura? Ebbene sarà la loro tomba. Ma dobbiamo circondarli. Tu attraversa il fiume, senza farti notare. Vai da destra e inizia ad attaccare. Contemporaneamente, io entrerò da sinistra, facendo il giro lungo. Chiuderemo loro le vie di fuga. Ma attento: i topi in trappola si battono come tigri. »
Ci saremmo così separati. Seito a destra, io a sinistra. Sarei giunto molto prima del giovane Uchiha, ma sarei rimasto ad osservare nascosto. Non sarei entrato contemporaneamente a lui. Avrebbe dovuto duellare da solo all’inizio. Doveva cacciare fuori tutta la forza. Inoltre, il tonico che gli avevo dato gli avrebbe procurato forti dolori alle gambe per l’eccessivo sforzo. Si sarebbe trovato in situazione di svantaggio. In situazione di morte. E solo i suoi occhi potevano salvarlo. Egli avrebbe trovato i due ninja sdraiati l’uno contro la schiena dell’altro, ad ansimare al centro della radura. Tesi e spaventati. Guardandoli, Seito avrebbe capito che si trovava di fronte un Chunin ed un Genin ben addestrati. Avrebbe dovuto dare prova di coraggio a lanciarsi in quella radura. Speriamo che valga quanto il nome che porta.
~Il significato del destino è ignoto a coloro che cercano di manipolarlo come se fosse un oggetto qualsiasi. Due impuri, fuggiaschi dal sangue misto, provenienti da un'improba unione tra Uchiha e clan inferiori, si stavano allontanando da Konoha. Sul volto di Kira comparve un sorriso, benevolo, ma deciso. Era fermo nelle sue intenzioni di mettere alla prova l'allievo, quel ragazzo dalle belle speranze che stava addestrando già da qualche tempo. Sembrava cauto nei sentimenti, di certo lo stimava come shinobi, ma allo stesso modo il pensiero di Seito non poteva trascurare le vere intenzioni del suo sensei. L'avrebbe aiutato a risvegliare lo sharingan, ma a quale prezzo e soprattutto, con quale scopo? Gli obiettivi di Occhio di Luna conciliavano troppo con quelli dell'amministrazione e Kira sembrava non accorgersene o meglio sembrava voler soprassedere a quel tacito accordo. Egli, però, sembrava abituato a quel tipo di missione. Inseguire dei ricercati, dei mukenin o dei semplici traditori del clan non poteva essere considerata, in quel caso, una vocazione, ma piuttosto un susseguirsi di piacevoli azioni. Il senpai sembrava a suo agio, procedeva veloce, forse troppo ed adeguava la direzione della corsa alle indicazioni del suo fiuto. La foresta in quel tratto era molto fitta ed il gioco luce - ombra rendeva il tutto più faticoso. Ogni tanto alcune forti folate di vento spostavano la vegetazione, lasciando passare qualche innocuo raggio lunare, ulteriormente filtrato dalle nubi. Sicuro di sè, si azzardava ad eseguire movimenti ai limiti del suo livello per rendere la sua andatura fluida e spettacolare. Un ramo alto cedette sotto il peso del ragazzo, provocando un "crak", per usare un'onomatopea, secco e rumoroso. Brividi di paura non sembrarono attraversarlo; infatti con altrettanta naturalezza ne afferrò un altro posizionato appena sotto di esso e si ridiede un forte slancio in avanti. Era la prova della sua esperienza e della sua abilità nel reagire a situazioni impreviste. Kira procedeva con un'andatura forzata quasi a voler stremare il giovane Genin, ma sarebbe stato troppo presuntuoso pensarlo, in effetti il sensei era completamente concentrato ed assorto nel cogliere qualsiasi dettaglio. Lo osservò frugare nella sua sacca portaoggetti, estraendo una pillola rosa. «Tsk, ciò vuol dire che sono vicini.» Lo considerava lento, nonostante i suoi muscoli fossero al limite della rottura. Seito rimase impassibile, deglutì il tonico senza l'ombra della minima disapprovazione. La velocità era aumentata a dismisura, sentiva le gambe forti e continue esplosioni cellulari facevano dei suoi movimenti un fluire continuo di potenza. L'inseguimento continuava senza sosta, improvvisamente Kira con un gesto della mano allertò il ragazzo di un imminente pericolo. Un semplice shuriken sfrecciò davanti loro. Esso era stato lanciato dal sensei per recidere un sottile filo di nylon. Seito saltò più in alto, evitando un grosso tronco che fuoriuscì dal nulla. «Non era che la prima.» rispose al monito del senpai riguardo la presenza di trappole. Il numero delle insidie presenti era direttamente proporzionale al tempo perso dietro la loro realizzazione, pensò il Genin. Essi procedevano senza una formazione precisa. Dopo aver preso una direzione un paio di metri più alta, pestò con il piede una specie di sigillo. In lui scattò qualcosa, una sorta di riflesso anticipato ed involontario. Cinque tronchi appuntiti spuntarono dal nulla come nella trappola precedente. Formavano un triangolo immaginario di lato pari a circa sessanta centimetri di cui i vertici erano rappresentati da tre di essi, mentre il quarto viaggiava all’altezza dell’ortocentro. Grazie alla sua velocità avrebbe tentato una schivata improvvisa poggiando, durante la corsa, entrambi i piedi sulla parte laterale di un tronco e provando così a slanciarsi in diagonale verso sinistra. Decise questo movimento per due motivazioni. Se fosse andato in avanti, sarebbe andato incontro al primo "vertice", così allo stesso modo se avesse intrapreso una via di fuga laterale. Con un movimento così inusuale avrebbe di certo anche evitato una seconda probabile trappola posizionata più avanti. Il merito non fu solamente del tonico che di certo gli aveva permesso di superare in velocità le armi lignee, ma anche di una peculiarità di quel momento: era riuscito ad intuire le traiettorie delle armi. Il dubbio s'insinuò nella sua mente. Possibile che la pillola rosa avesse potenziato così i suoi occhi? Oppure la teoria giusta era quella più scontata: lo sharingan cominciava a dare segni della sua presenza. Respirava affannato su di un ramo semi spezzato. Kira aveva eretto un muro di terra sul quale si erano schiantate altre sei lance. Il sensei gli fece segno che era andato tutto nel verso giusto e senza indugiare oltre, ripresero il cammino. Circa una trentina di minuti dopo raggiunsero un fiume al di là del quale si estendeva una radura. Il ninja indicò i due traditori. Probabilmente si erano rilassati, convinti della buona riuscita delle trappole. «E questi sarebbero Uchiha? Seppur mezzosangue dovrebbero aver ereditato un po' della nostra genialità.» Disse freddamente il ragazzo. Il piano era semplice, li avrebbero circondati. Seito attraversò cautamente il fiume. Oramai per lui non era più un probelma impastare il chakra "repulsivo" per camminare sull'acqua. Alcuni alberi erano disposti in ordine sparso e dividevano Seito da i due fuggiaschi. Li osservava disgustato. Si avvicinò, facendo attenzione a non fare il minimo rumore. Gli occhi del ragazzo scintillarono, la sfida era finalmente entrata nel culmine, dalla teoria si sarebbe passati con decisione alla pratica. Un confronto che l’Uchiha aveva atteso a lungo, concependo un senjutsu incredibile. Lo sguardo risoluto, il Genin tremava solamente per l'eccitazione e la voglia di mettersi in gioco. I nemici erano due di cui uno ipotizzò fosse di grado pari al suo, mentre l'altro indossava il giubbotto caratteristico dei Chunin. Fremeva, in lui ardeva il desiderio di farli fuori entrambi, ma non era così sciocco da pensare di affrontarli insieme. Avrebbe scagliato un kunai al quale aveva preventivamente legato una sfera flash. Essi sarebbero dovuti arrivare a qualche metro di distanza dai due fino a conficcarsi nel terreno. Seito lo avrebbe attivato, chiudendo per un istante gli occhi, nel momento in cui i due avessero percepito e quindi osservato l'arma. Nell'istante successivo avrebbe iniziato a comporre dei sigilli, rapidissimo. «Topo, Tigre, Cane, Bue, Coniglio, Tigre.» Gli occhi scuri scintillarono nelle tenebre. Si sarebbe portato il più vicino possibile all’avversario sfruttando la sua probabile, momentanea cecità. Poi, il silenzio. La luce. E il fuoco. Dieci sfere infuocate: calde, bollenti, incandescenti. L’arte del fuoco da sempre elemento simbolo del Clan del Ventaglio sarebbero state fatte fuoriuscire con sapiente maestria dalla bocca di uno dei suoi esponenti migliori che la storia avesse mai conosciuto. Le mani giunte e i due indici all’insù, il sigillo tipico dei katon era lì nella sua monumentale spettacolarità. L’Uchiha avrebbe lanciato le dieci sfere a intervallo ridottissimo, correndo verso il nemico al massimo della sua velocità. Esse sarebbero state lanciate due a destra del Genin nemico, ossia in mezzo a loro, due a sinistra, due in alto con traiettoria parabolica, due in avanti, una in diagonale in profondità a sinistra e un’altra a destra e le ultime due verso destra, dirette all'esterno, precisamente al fianco del Chunin sia per costringerlo ad allontanarsi dal compagno mezzosangue e sia per mantenerlo impegnato. Praticamente ogni movimento avversario sarebbe risultato vano e incontrare una di quelle sfere di fuoco avrebbe significato dare vita ad una esplosione che avrebbe coinvolto l’intera pioggia di fuoco. Se tutto fosse andato come previsto, sempre pronto a difendersi da un eventuale contrattacco, avrebbe estratto un kunai dall’apposita tasca: l’arma luccicante nella fosca luce della luna si sarebbe illuminata di voglia di sangue, così come gli occhi di quel ragazzo. Seito avrebbe fatto roteare il kunai attorno all’anulare sinistro per una volta e poi sarebbe scomparso di netto. Sarebbe stato tanto veloce da non apparire visibile al parigrado: fulmineo, celere come il vento, letale come il fuoco. Avrebbe dunque provato a colpire sotto il mento l’avversario con forza. Il nemico sarebbe stato scaraventato in alto. Con l’utimo sforzo Seito avrebbe lanciato il kunai che aveva in mano, mirando direttamente allo stomaco del nemico e se egli fosse stato stordito dall’attacco, sarebbe con tutta probabilità stato colpito e anche ferito in maniera grave, senza tralasciare l'effetto del veleno. Riassumendo l'offensiva tramite l'ausilio del flash e delle sfere di fuoco avrebbe tentato di accecare e di dividere i due, per poter subito dopo attaccare il più debole, nel mentre che il Chunin si riprendesse e si difendesse da una parte dell'attacco katon. La mente diabolica e macchinatrice dell’Uchiha aveva previsto tutto nel minimo dettaglio?
La percezione che abbiamo di noi stessi è quella sensazione di coscienza che ci rende diversi dagli altri. Tutto simile, ma nulla è uguale. Siamo diversi in ogni cosa, poiché ognuno ha sensazioni diverse dall’altro. La struttura è la stessa, ma l’estetica no. Siamo figli di Dei onnipotenti che si divertono a spezzare la nostra anima, ed a vederci impazzire per ritrovarne l’altra metà. È questa ricerca – che viene impunemente scambiata per ricerca di gloria, soldi, potere – che ci spinge a fare di noi quello che vogliamo essere: completi. Avere quel senso di pienezza che ti fa apprezzare la vita in ogni sua piccola essenza.
L’Uchiha ha davvero un grande talento, mi dico. Non ho sbagliato. Non ha tradito la mia fiducia. È stata un’ottima scelta. Lo osservo mentre attacca, nascosto agli occhi di tutti. Sono un giudice imparziale di un Clan crudele, di una organizzazione segreta il cui obiettivo è purificare. Non c’è altro Nindo. Si tratta di scelte e ho scelto bene – mi dico osservando il ragazzo. La sua strategia è stato frutto di un’elaborazione accurata, sebbene fatta in pochissimo tempo. Il Chunin viene bombardato con una pioggia di fuoco, che lo mette a dura prova. Osservo i suoi seals: evoca un muro d’acqua. Ma ancoa non si rende conto che non è lui il vero obiettivo. Seito attacca rapido il Genin, forte della sua nuova velocità. Un rapido calcio dal basso ed il genin vola in aria spazzato via dalla forza dell’Uchiha. Ottimo, penso gustando quello spettacolo di morte. Un solo Kunai viene lanciato e si conficca nello stomaco del traditore mezzosangue, che stramazza al suolo. Il giovane purosangue può dirsi soddisfatto del suo lavoro. Ma ora si ritrova ad affrontare un Chunin, molto molto arrabbiato.
Quando il muro d’acqua cala giù, il Chunin si rende conto che il suo amico è morto e va su tutte le furie. Arrabbiato si lancia all’attacco del Genin. Non era sorpreso di trovare solo un Uchiha, di grado così basso, a seguirli. Il ragazzo aveva dimostrato di essere in gamba, ma il Chunin sapeva che c’era anche un altro motivo. I membri del Clan li consideravano spazzatura e quindi non c’era bisogno di scomodare gente in alto per ucciderli. Avevano commesso un errore e l’avrebbero pagata cara. Quel ragazzino per primo. Tre shuriken sfrecciano verso il ragazzo, seguiti dal Chunin che si lancia in una furiosa lotta corpo a corpo. Due mani sarebbero emerse dal suolo sotto il giovane Uchiha e gli avrebbero afferrato le caviglie immobilizzandolo, prima che potesse muoversi – cosa alquanto difficile visti gli effetti del tonico ingerito precedentemente. Il giovane Seito avrebbe realizzato che quello davanti a lui era un Kage Bushin, con la facoltà comunque di attaccare e fare male ed egli aveva a disposizione solo le braccia per difendersi. Un possente calcio frontale avrebbe colpito il ragazzo alla stomaco, procurandogli parecchio dolore. Poi un veloce montante destro avrebbe impattato la mascella purosangue, con una traiettoria da destra verso sinistra a parabola, facendo così fuoriuscire quel prezioso liquido rossastro, leggermente denso al contatto, che l’Occhio di Luna cercava di preservare. Ma non era finita lì. La copia avrebbe imperversato sull’Uchiha con una ginocchiata diretta allo stomaco ed infine con un potente diretto frontale al naso, per fargli entrare l’osso all’interno ed ucciderlo. Il Chunin sarebbe rimasto sotto terra a tenere fermo il ragazzo se fosse stato possibile. Altrimenti, si sarebbe dileguato sotto terra, attendendo il momento giusto per uscire ed attaccare. Avrebbe atteso che il ragazzo fosse tranquillo rilassato, poi sarebbe spuntato alle sue spalle - vivo o morto che fosse - e con la sua katana l'avrebbe infilzato, dritto al cuore. Chissà cosa il Genin avrebbe fatto per difendersi.
Io mi godo lo spettacolo dall’alto. So che il giovane Genin non mi avrebbe deluso ed avrebbe mostrato a quella sottospecie di Uchiha cosa significa davvero essere parte del Clan. La mia spada è comunque pronta ad intervenire. Anzi mi chiama: sente l’odore del sangue e lo vuole per sé.
« Non è ancora il momento, piccola mia. »
Sussurro alla grigia lama. I miei occhi rossi dall’alto già sanno l’esito del’incontro.
CITAZIONE
Death's Notes
Qui inizia lo sviluppo dell'Innata. Hai già fatto mostrare al tuo Pg alcuni riflessi migliorati, quasi a far riaffiorare lo sharigan. Il tuo Pg lo avverte, ma ancora non riesce a liberarlo, perché ha bisogno di una condizione necessaria e sufficiente chiamata pericolo di morte per essere evocato. Allora ecco cosa dovrai descrivere: il tuo Pg si trova - diciamo così - in trappola. Con il malus del tonico i suoi movimenti sono rallentati di parecchio, quindi l'unico modo per riuscire a tenere a bada il Chunin è prevedere le sue mosse. Ecco voglio che tu descriva che il tuo Pg vede nella sua mente gli attacchi prima che accadono, un po' come l'haki della preveggenza che usa Rufy nel combattimento contro Mihawk a Marineford. Seito vede nella sua mente l'attacco prima che accada in tutti i suoi particolari distaccando la mente dal corpo, poi quando ritorna in sé si rende conto di aver visto il futuro e agisce in anticipo ( ma non per questo più velocemente), rispetto alle mosse del Chunin. Stessa cosa per l'attacco successivo che spunta da dietro: i sensi di Uchiha di Seito ( sì, un po' come i sensi dell'uomo ragno ) gli mostreranno l'evento prima che accada e riuscirà a salvarsi, difendendosi. Non può attaccarlo mentre si difende, anche se ha previsto l'attacco, perché deve ancora ambientarsi alla nuova sensazione - e poi non dimenticare il malus alle gambe. Quando si troverà a fronteggiare il Chunin faccia a faccia i suoi occhi si trasformeranno, acquisendo la prima Tome. Da quel momento inizia il secondo round. E puoi portare il tuo attacco. Mi raccomando, divertiti!
~La morte: quell'attimo che dura un istante. Un confine sottile, tra una realtà e qualcosa di ignoto. Gli shinobi non devono avere emozioni di nessuna sorta. Togliere la vita è necessario per il buon esito di alcune missioni, delle guerre e dei combattimenti all'ultimo sangue. Mors tua vita mea. Alcuni la ritengono l'ultima scelta, mentre altri desiderano il sangue e non cercano altro che un pretesto valido. Seito non aveva mai ucciso, non aveva mai assaporato quel gusto aspro o dolce che si prova nel privare del soffio vitale, l'umana stirpe. L'offensiva aveva colto di sorpresa entrambi i nemici o almeno era quello che credeva l'Uchiha. Il kunai si era conficcato nell stomaco del primo avversario. Il suono della carne lacerata e della lama penetrata nelle viscere del mezzosangue giunse sino alle orecchie del Chunin, impegnato con le sfere di fuoco. «Fuori uno.» Il corpo esanime ricadde a terra, mentre le ultime sfere rimaste in aria terminarono la loro corsa sul suolo. Alcuni ceppi iniziarono ad ardere, rendendo l'atmosfera infernale. Il mezzosangue rimasto in vita si era protetto, sfruttando la maggiore esperienza derivata dal grado ed ergendo intorno a sè un muro d'acqua. Una tecnica che Seito conosceva bene. Osservò con i suoi occhi scuri la rabbia del nemico venire a galla, per quell'affronto. Essere sorpresi da un semplice Genin sarebbe stato considerato da molti un disonore. Seito ardeva della voglia di far comprendere la vera differenza tra lui che possedeva un perfetto corredo genetico e gli altri, semplici conseguenze di unioni impure. Tre shuriken partirono all'unisono dalla mano del Chunin, con una traiettoria prevedeibile e rettilinea. Forse anche troppo scontata. Accadde di nuovo, per un istante intuì la traiettoria di quel lancio, come era già successo la volta precedente. Un ghigno apparve sul volto del ragazzo il quale estrasse la katana e deviò quel semplice attacco con un fendente in diagonale, dal basso verso l'alto e da sinistra verso destra. «Troppo facile.» L'intuizione era giusta, non appena udì l'impatto con le armi, due mani spuntarono dal terreno immobilizzandolo. «Diamine. Davanti a me ho un Kagebunshin.» In quel momento si accorse del forte dolore che gli lacerava le gambe. Ruotò la lama con un movimento circolare, facendole disegnare un semicerchio immaginario. Avrebbe concentrato le forze rimaste impugnando l'elsa con entrambe le mani, per poi affondarla nel terreno. Facendo così avrebbe per lo meno dovuto allontanare l'originale. Se tutto fosse andato come previsto avrebbe avuto libertà di movimento, anche se sarebbe servito a poco, visto l'enorme malus derivato dal tonico. Intanto la copia stava sferrando un calcio frontale diretto al suo stomaco. Anche questa volte vide in anticipo la direzione del colpo, ma non ebbe la prontezza per evitarlo, così ponendo le braccia a croce parò il colpo. Fortunantamente non subì nessuna frattura se non una forte contusione sull'avambraccio destro. Il Chunin si preparò a sferrare un secondo colpo, un veloce montante destro diretto alla mascella del ragazzo, con una traiettoria parabolica da destra verso sinistra. Seito distinse quasi con assoluta chiarezza non solo la classica traiettoria, ma bensì lo spettro di chakra della mossa avversaria. Riuscì ad abbassarsi con perfetto tempismo, lasciando che le ginocchia si piegassero di qualche grado. Sentì il nemico sfiorargli i capelli. Una seconda ginocchiata fu indirizzata verso lo stomaco, ma essendo già in posizione semipiegata riuscì a compiere un balzo all'indietro che gli consentì di assorbire la foga del colpo. I suoi occhi si stavano adattando piano piano a quel processo consistente nel plasmare la previsione donata dai suoi occhi, alla prossima azione da compiere. Se non avesse avuto le gambe doloranti, sarebbe riuscito ad uccidere quel mezzosangue al primo colpo. A quel punto scartò verso sinistra, inclinando il busto. Il pugno diretto al naso sfondò l'aere. «Puoi fare meglio.» Sarebbe balzato all'indietro, per ottenere almeno un paio di metri di distanza dal clone. Nello stesso momento, si sarebbe accorto che l'orginale non era più sottoterra. Un misto tra deduzione, riflessi aumentati e preveggenza fecero estrarre la katana da terra, con un'agilità superiore rispetto l'avversario. Fece questo in pochissimi istanti, non fosse stato per i suoi riflessi prontissimi e la sua abilità di previsione, non avrebbe potuto presagire nulla di quella trappola. Grazie alla sua abilità nel destreggiarla, avrebbe deviato il fendente del Chunin diretto al cuore. Nella sua mente aveva visto tutto. La Kekke Genkai si era manifestata in tutta la sua grandiosità. I riflessi lo avevano aiutato come una sorta di sesto senso, mentre la preveggenza gli aveva indicato con ogni sorta di particolare la direzione dell'attacco nemico. In quello stesso momento, i suoi occhi cambiarono colore. Un rosso fuoco, dalle sfumature cremisi, con una tomoe nera ad abbracciare la pupilla, apparve sfolgorante. Lo sharingan era finalmente sbloccato. Quel potere ambito da molti che solo in pochi erano riusciti ad ottenere. Il momento era propizio, se voleva ucciderlo non poteva non cogliere quella grande opportunità. Avrebbe impastato un'importante quantità di chakra nelle gambe. Il rischio di un combattimento in inferiorità numeria era troppo grande. Eseguì il Tifone della Foglia: non era altro che un forte calcio ruotato di 360° a velocità doppia rispetto le sue capacità. Il raggio d'azione della tecnica era molto ampio, quindi probabilmente avrebbe colpito entrambi. Se fosse successo ciò, la copia sarebbe dovuta scomparire, mentre l'originale per lo meno avrebbe dovuto subire un forte trauma. Sempre attento a non subire un attacco alle spalle, sarebbe corso incontro al Chunin e sfruttando la sua abilità di preveggenza, avrebbe provato ad intuire la schivata nemica, per poterlo colpire con un fendente secco alla giugulare. «Non scherzare con questi occhi.»
I miei occhi osservano il giovane Seito. Finalmente sono allegro, come da tempo non lo ero. Guardo i suoi occhi ed in essi riconosco il Sangue Uchiha. Mi ricorda me da giovane, penso rivolto a me stesso. È tutto un fluire perpetuo: un ciclo. E noi incrementeremo questo ciclo, fino a renderlo un gorgo da cui nessuno scappa. Tutti i mezzosangue saranno eliminati e la stirpe pura tornerà a regnare. Solo che al momento alcuni sacrifici devono essere fatti. Da me e da tutti coloro che aspirano alla purezza. Seito sta compiendo i suoi doveri e si sta avvalendo dei suoi diritti. Sta facendo i conti con la vita. Sta pagando il prezzo del potere. Lo ha ottenuto, ma per lui non è ancora finita. Dall’alto del mio ramo, continuo ad osservare l’azione, aspettando il momento giusto per poter fare la mia teatrale entrata e mettere fine al mio ruolo di osservatore. Ho già acquisito abbastanza informazioni circa il ragazzo. L’organizzazione ne sarà contenta… .
Seito, grazie ad una veloce combinazione di parate e di schivate, è riuscito a salvarsi dal primo attacco del Chunin. Tuttavia è stremato. Il tonico gli procura forti dolori alle gambe, cosa che gli rende difficili i movimenti. Riesce a schivare i colpi portati dal Kage Bushin, parandone alcuni, altri schivandoli. È la preveggenza dello Sharingan. Si fa strada in lui più viva, più forte, più nitida. Vede le cose prima che accadano e questo gli permette di anticipare le mosse del suo avversario. Grazie al risveglio dei suoi geni, Seito evita la morte certa. Ma la battaglia è solo agli inizi. Il Chunin è ancora lì, pronto a controbattere, ma il giovane Uchiha sa che l’attacco è la miglior difesa e si lancia generosamente in un Taijutsu contro i suoi avversari. Sì, perché c’è quel Kage Bushin che non possiamo dimenticare. Il Tifone della Foglia è una tecnica molto utile ed in condizioni normali avrebbe sicuramente mandato al tappeto i vari avversari. Ma le condizioni fisiche del giovane Uchiha non permettono tale condizione. La copia, ad un ordine del suo evocatore, indietreggia di parecchi metri portandosi ad una distanza complessiva di dieci metri. Il giovane Chunin invece – molto vicino all’aggressore invece – è costretto a chiudersi su tesso in difesa, portando le braccia ad incrociarsi davanti al volto. La potenza del colpo lo fa indietreggiare di un metro, ma l’impatto viene assorbito bene, subendo al massimo sulle braccia una contusione pari a Lieve. Osservando i movimenti del giovane Seito, il Chunin estrae rapidamente due kunai, che usa – incrociandoli – per parare l’affondo alla giugulare. Scintille scoccano dalle lame quando cozzano violentemente tra di loro. Il mezzosangue, per quanto impuro, conosce bene i segreti dell’abilità del Clan, abilità che intravede negli occhi del ragazzo, in quella tome che lo fissa con aria di disprezzo. È tempo di ripartire con l’offensiva. Il Chunin avrebbe spinto i due suoi kunai a rilanciare la spada all’indietro facendo sbilanciare il Genin. Paf! Un esplosione di fumo avrebbe avvolto i due ed il Chunin sarebbe indietreggiato componendo vari sigilli: Ariete, Cinghiale, Bue, Cane e Serpente.
Tecnica della Sostituzione - Kawarimi no Jutsu Villaggio: Tutti Posizioni Magiche: Ariete, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente
Descrizione: Tecnica che permette un movimento accellerato tramite l'uso del chakra, lasciando al proprio posto un oggetto o un animale (animale che non dev'essere un essere richiamato o un compagno ninja, insomma, un animale che non sia in grado di controllare il chakra), con il quale si deve creare un tramite attraverso un sottilissimo filo di chakra invisibile (anche allo Sharingan e al Byakugan), oppure il classico ciocco di legno. Essendo un movimento accellerato e non un teletrasporto, non può essere usato per fuggire da uno spazio chiuso o da luoghi dove non vi è sufficiente spazio d'uscita per le proprie dimensioni corporee. Inoltre le correnti di chakra disturbano il processo di "sostituzione", quindi non è possibile apparire a distanza inferiore ai 3 metri da un essere vivente. Inoltre la distanza massima percorribile è pari a 20 metri. Può essere utilizzata solo una volta negli scontri di arena e una volta al giorno in missioni o quest.
Tipo: Ninjutsu (Livello: 5, Consumo di Chakra: Basso)
Il Chunin si sarebbe immediatamente sostituito alla sua copia, posta dieci metri più indietro alla sua destra. La copia agli ordini del padrone sarebbe avanzata contro il Genin. Grazie all’abilità dell’evocatore di poter combattere alla cieca, usando i sensi, la copia avrebbe individuato il nemico e vi si sarebbe lanciata contro per sferrare un unico pugno, diretto al volto del ragazzo. Nulla da dire tranne che è solo un’esca. Il vero scopo della copia è portarsi vicino al ninja per poter far detonare la carta bomba appiccicata alla schiena. Ma tutto ad un preciso istante. La copia avrebbe infatti tenuto a bada il giovane Seito nel frattempo che il Chunin finiva di comporre la sua seconda tecnica.
Palla di Fuoco Suprema - Katon:Goukakyuu no Jutsu Posizioni Magiche: Serpente, Tigre, Cinghiale, Cavallo, Tigre Villaggio: Foglia
Descrizione: Questa arte magica è la base per quasi tutte le tecniche di fuoco del villaggio della foglia. Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere un getto di fiamme che arriva anche a sei metri dall'utilizzatore, e raggiunge una larghezza non inferiore ai tre. Chi è colpito da questo jutsu riporta ustioni medio-gravi su tutte le parti interessate. All'inizio il difetto di questa tecnica è che ci vuole molto tempo per impastare il chakra da utilizzare e che il ninja deve rimanere fermo mentre la esegue, ma dal grado di chunin in poi questa carenza viene a cadere, compensata dall'esperienza dello shinobi.
Tipo: Ninjutsu (Livello: 4 / Consumo: Medio)
Un’enorme palla di fuoco si sarebbe diretta alle spalle del giovane Genin, che intrappolato nella nube di fumo non aveva sensazione dello spazio. Appena la palla di fuoco sarebbe entrata nella nube di fumo, il Chunin avrebbe rilasciato il chakra della carta bomba. L’esplosione combinata avrebbe disintegrato l’inseguitore. Sarebbe stato libero di proseguire il cammino e mettersi in salvo. Questa volta gli Uchiha sono stati stolti. Il traditore non mette in dubbio che il ragazzo sia bravo, ma un semplice Genin non avrebbe mai potuto batterlo. Un semplice Genin no forse, ma di certo uno Sp. Jonin sì. Ed anche con facilità. Ho visto con i miei occhi la palla di fuoco colpire il bersaglio, prima ancora che l’evento accada. Decido quindi di entrare in azione e salvare la giovane promessa del Clan. Eseguendo velocemente i seals, evoco una tecnica in grado di spostare il Seito dalla posizione in cui si trova.
« Doryuum Taiga »
Un fiume di terra appare sotto il giovane Uchiha purosangue, allontanandolo dalla zona di combattimento. Egli avrebbe avvertito la terra mutare sotto di sé, per poi trascinarlo impetuosa lontano dal punto in cui si trova. La copia è ancora un problema però perché è stata trascinata anch'essa dal fiume di terra e sarebbe esplosa coinvolgendo il giovane Seito nella sua onda di fuoco. La Katon sarebbe andata a vuoto invece, mentre il Chunin si sarebbe reso conto che qualcosa è successo. Qualcosa di imprevisto e terrificante. Davanti a lui si sarebbero avvicinati moltissimi corvi, che si sarebbero uniti a formare una figura solitaria, dall’aspetto tenebroso e demoniaco. Una lunga spada pende dalla sua schiena, mentre quegli occhi mostruosi – i miei occhi - fissano quelli della ormai chiara vittima. La preda è stata ipnotizzata e manipolata.
« Kamira’s Genjutsu »
Vedo chiaramente ciò che il Chunin sta vedendo. Lo spavento che la sua anima sta subendo. Il mio sharingan mi permette di scendere nei reconditi della sua mente e di vedere tutto ciò egli vede. Ormai è terrorizzato, paralizzato dalla paura. Dal mio Genjutsu non c’è scampo.
« Seito, vieni qui. » ordino in tono perentorio al giovane Uchiha, ormai ripresosi dallo spavento di essere spostato contro la sua volontà. Gli mostro il giovane Chunin inginocchiato a terra, paralizzato. « A te, l’onore. »
Quando il giovane Seito cala la sua lama, vedo chiaramente negli occhi del condannato gli oni uscire dal suo corpo ed azzannarlo. In quel momento avverto tutto il suo desiderio di morire. Un affondo netto e la spada affonda nella giugulare. La sua ultima volontà è stata esaudita.
CITAZIONE
Death Notes
Bene, direi che siamo quasi alla fine. Questo è il penultimo post. Qui dovrai descrivere come subisci la controffensiva del Chunin, come ti sforzi di prevedere i suoi attacchi, ma come lui ti blocca usando il fumogeno, rendendoti conto che il contatto visivo è essenziale per gli Uchiha. Infine descrivi l'arrivo di Kira, la difesa della copia-bomba e l'atto finale. Nel prossimo post parleremo del ritorno a casa e della consegna del cadavere al Clan. Infine darò le valutazioni e ricompensa e potrai così dedicarti ad altro, come all'imminente esame Chunin
~Definirlo un miracolo sarebbe stato fuori luogo, non perchè il potere della preveggenza non si avvicinasse a tale nome, ma semplicemente perchè Seito ne avrebbe potuto usufruire sempre d'ora in avanti. Eppure neanche tale abilità innata era priva di punti deboli e questo il Chunin lo sapeva bene. Poco prima che riuscisse a colpire la copia con il taijutsu, l'originale le aveva fatto segno di allontanarsi: e così fu. Il nemico, invece, subì in parte la tecnica che lo fece indietreggiare di un metro. Aveva parato il colpo, incrociando le braccia davanti al proprio volto. La contusione derivata fu leggera, ma a quel punto era chiaro che il ragazzo fosse stanco: conseguenza del tonico, dell'enorme dispendio di chakra e dello sharingan attivo. Il fendente che eseguì subito dopo impattò su due kunai che l'avversario aveva estratto all'ultimo momento. Era pur sempre un membro del clan e sapeva come contrastare gli occhi cremisi di Seito. «Maledetto.» disse il giovane ragazzo a denti stretti. Subito dopo indietreggiò ancora, facendo anche leva sulla lama dell'Uchiha, il quale ripose l'elsa nel fodero e si posizionò in difesa. Del fumo scuro avvolse nello stesso istante i due, molto probabilmente aveva usato un fumogeno. Il giovane Genin si voltò immediatamente in tutte le direzioni per memorizzare almeno le posizioni iniziali dei due. Lo vide compiere dei sigilli, prima che il fumo lo circondasse completamente. Tentò di lasciare lo sguardo fisso su di lui, pre predirne i movimenti, ma le condizioni visive erano pessime. Aveva appena compreso il primo limite del suo doujutsu. «Con questo fumo non riesco a distinguere niente. Se dovesse usare un ninjutsu sarei finito. Devo trovare il modo per spostarmi senza finire in trappola. Lo sharingan è inutile in queste condizioni.» Scartò sulla destra, con l'obiettivo di allotanarsi dal raggio di azione di un'eventuale tecnica, ma udì dei passi venirgli incontro. «Attaccarmi direttamente dopo aver usato un fumogeno? Dev'essere di nuovo la copia.» Pronto a difendersi, vide all'ultimo momento un pugno arrivare dritto al suo volto. Utilizzò più i riflessi che la preveggenza, ma comunque l'unione delle due cose permise a Seito di sbilanciarsi sulla sinistra e far andar a vuoto l'attacco nemico. Improvvisamente il suolo sotto i suoi piedì mutò composizione. Da solido che era cominciò a sciogliersi in un abbraccio di fango, per poi espandersi in un fiume di terra. La stabilità era compromessa, ma l'Uchiha fece di tutto per mantenersi in piedi. «E' questo il ninjutsu nemico?» Fu trascinato insieme al clone nemico, il quale anch'esso rimase attonito. «Non può essere opera del Chunin evidentemente. Forse Kira s'è deciso a scendere in campo.» Le successive azioni si susseguirono una dietro l'altra, distanziate da un battito d'ali. Riuscì a scorgere un lampo, una forte luce ed un rumore simile ad una deflagrazione. Avanti a sè anche il clone era in difficoltà nel mantenersi in equilibrio e così dovette ruotare il busto per bilanciarsi. L'Uchiha notò la carta bomba appiccicata dietro la sua schiena ed in un attmo realizzò tutto. Sempre grazie ai suoi riflessi, giunse le mani a formare il sigillo del serpente, mantenendo l'indice destro fuori. Accumulò parecchio chakra e diede prova di possedere un controllo invidiabile su di esso: era riuscito ad impastarlo in quelle avverse condizioni. Un muro d'acqua si eresse frontalmente e riuscì ad assorbire l'impatto dell'esplosione. Di fatti aveva utilizzato il jutsu non nella forma cilindrica, tipica invece delle situazioni in cui non s'era a conoscenza da dove sarebbe provenuto l'attacco, ma molto meno resistente. Il Genin respirava con affanno: in pochi attimi aveva esaurito più della metà della sua riserva di chakra. Quando il muro s'infranse a terra riuscì a scorgere Kira a qualche metro da lui. Il Chunin era in ginocchio davanti al suo senpai, tutto tremante. Probabilmente aveva utilizzato su di lui un qualche temibile genjutsu. Seito si avvicinò ai due e poco prima che ricevesse l'ordine di farlo fuori, estrasse la katana con velocità sublime e recise la gola di quel mezzosangue. Senza pietà, con il sudore sulle tempie, con il respiro affannato e con le gambe doloranti: una liberazione. Seito tremava di rabbia, osservò con i suoi occhi ancora invasi dal rosso innato, prima la vittima esanime, poi il suo esperto sensei. «Non era necessario che tu intervenissi. Lo avrei ucciso comunque.» S'era macchiato le mani con i due traditori. Non aveva mai ucciso prima d'allora e probabilmente la sua consacrazione a shinobi era giunta solo in quel momento.
Sempre contro gli ordini. Un animo ribelle quello di Seito. Prima che concludessi la mia frase, sgozza il Chunin, che privo di vita stramazza al suolo, formando una pozza di sangue.
« Non era necessario che tu intervenissi. Lo avrei ucciso comunque. »
Sorrido. Il ragazzo è stato bravo. Ma essere spavaldi e troppo sicuri di sé non è sempre una scelta positiva. L’eccesso in generale fa male, di qualsiasi cosa si tratti. Fatto sta che mi ha sorpreso: ha reagito bene Caccio un telo e vi pongo dentro il cadavere del Chunin. Ne lancio uno al giovane Uchiha.
« In quanto Capitano della squadra Inseguitrice e nuovo special Jonin del Villaggio, era mio compito preservare un membro del Villaggio – e ancor di più se dl Clan Uchiha. » dico volta dogli le spalle ed avviandomi sulla strada di casa. « Chiudi anche quello » indico il Genin « dobbiamo riportare i cadaveri a casa. »
Aspetto che il giovane abbia concluso l’operazione e prima di partire rapido « Non preoccuparti, me la prenderò comoda » dico riferendomi all’abisso tra le nostre velocità. Deciso, inizio il ritorno a casa. Questa missione è stata un vero successo: siamo riusciti ad abbattere due traditori, rendendo Occhio di Luna più vicina al suo scopo e, soprattutto, abbiamo acquisito a tutti gli effetti un altro membro del Clan. Non c’è nulla da fare: buon sangue Uchiha non mente!
Ma di certo non era finita lì. La strada di Seito è ancora lunga. Deve diventare più forte e veloce, deve imparare a padroneggiare nuove tecniche, deve capire quale sono le sue potenzialità e sfruttarle al massimo. Solo così può diventare un grande shinobi. Non il migliore, ovvio, perché quello sono io.
[ Qualche ora dopo ]
» Cancelli Segreti – Residenza Uchiha.
Siamo arrivati. Forse Seito non è al massimo delle condizioni, ma sta bene e soprattutto è un Uchiha e questo vale molto più di due semplice traditori. Siamo all’aria aperta, in una piccola piazza vicina alla casa di Seito. Si può vederne il retro se ci si arrampica sul palo dell’illuminazione pubblica, usando il chakra adesivo ed arrivando a qualche metro di altezza.
« Puoi lasciare a me il cadavere. Lì consegnerò io stesso a chi di dovere. » guardo il ragazzo « Hai fatto un buon lavoro oggi. Hai dimostrato di essere un’Uchiha. » mi carico anche il corpo del Genin in spalla « lascia che sia il tuo istinto a dirti come usare le tue capacità. » con un solo salto, svanisco alla sua vista. C’è un unico posto dove adesso devo andare. Arrivo di fronte ad una piccola abitazione, non troppo squallida, né sfarzosa – modesta è il termine giusto. Sembra una come tante, ma in realtà contiene uno scantinato segreto nel quale l’organizzazione gestisce i suoi traffici illeciti, che non può operare alla luce del sole e soprattutto davanti agli occhi dell’Amministrazione di Konoha. Busso alla porta appoggiando le nocche sul legno e battendo tre volte, con rintocchi di 3 secondi l’uno dall’altro. Quattro minuti dopo si apre uno sportellino. Un occhio rosso si affaccia e dopo un secondo la porta si apre velocemente. Entro mesto e senza nemmeno salutare seguo la via che porta in basso. I piedi guidano me, non io loro. Entro in una sala abbastanza grande, illuminata da grossi bracieri. Sulla destra ci sono due tavoli. Poggio i due cadaveri lì.
« Missione conclusa. Al momento non avremo più problemi. »
Sembra che qualcosa sia in atto o debba essere messo in atto ed il fatto che Kira si sia recato subito lì testimonia la sua diffidenza da Konoha ed il suo attaccamento al Clan. Nuove sorti stavano per essere decise, piani studiati e varati, trappole ingegnate e posizionate. Presto il potere avrebbe cambiato mano.
~Desiderio velleitario, meta oscura di divina certezza. Seito ascoltava il suo respiro, lo sentiva fluire dentro, fino all'anima. Nella sua mente un susseguirsi di immagini, nitide come se fossero reali, lo costrinsero a chiudere gli occhi. Dischiuse le palpebre mentre Kira scandiva le ultime parole di una frase che a malapana aveva ascoltato. Le sue pupille erano tornate scure. L'innato potere era di nuovo sopito. Il senpai stava sorridendo. Voleva che il suo messaggio arrivasse forte al cuore del ragazzo. Non era più uno shinobi qualsiasi, ma uno Sp.Jonin e capitano della squadra inseguitrice della Foglia. In quel momento Seito non potè far altro che rilassare la mente, un ghigno apparve sul volto, ora certamente più disteso. «Tsk, vuol dire che dovrò abituarmi a vederti con una maschera dalle sembianze animalesche.» In fin dei conti doveva molto al suo maestro. Con flemma soddisfatta tornò indietro a coprire con un telo il cadavere del Genin. Ripose la katana e raccolse dal campo di battaglia i due kunai. Terminò l'operazione in pochi istanti: la radura era completamente rovinata, tra i ceppi ancora ardenti, la zona distrutta, per via della terra rivoltata, dalla tecnica di Kira e quella bruciata dall'esplosione di qualche attimo prima. L'effetto del tonico stava oramai svanendo, le gambe avevano ripreso forze ed i muscoli del corpo, vigore. «Non di certo per colpa mia.» Rispose Seito, alla provocazione dello Sp.Jonin sul divario di velocità esistente tra i due, riferendosi al cadavere che doveva trasportare. La via del ritorno non presentò alcuno ostacolo, se non i pensieri del giovane Genin. Mentre balzava da un ramo all'altro, slanciandosi quel tanto che bastava da raggiungere l'appiglio successivo, rifletteva sulla battaglia di quel giorno. Kira incarnava sicuramente la figura del sensei autoritario che però spesso e volentieri si sostituiva alla figura paterna di quel ragazzo. Seito aveva frequentato l'accademia degli Uchiha e gli istruttori si erano limitati ad insegnare al ragazzo le basi della via del ninja, senza approfondire in alcun modo un rapporto interpersonale. L'Anbu, invece, oltre ad averlo fatto migliorare in poco tempo, aveva aperto le porte del dialogo, della conoscenza. Dall'altro lato v'era l'amministrazione del villaggio e l'organizzazione Occhio di Luna. I primi, sicuramente accondiscendenti alla sorte scontata di quella missione, favorivano i secondi, volenterosi di purificare il clan. I primi rossori dell'alba annunciavano che la notte stava volgendo al termine, come lo era del resto la missione di assassinio. Varcarono le soglie del villaggio, ancora addormentato e colto alla sprovvista dal rientro dei due. Le strade erano vuote e silenziose. La brezza fresca faceva ondulare i capelli del ragazzo, in un dolce ritmo alternato dalla posizione naturale a quella scompigliata dal soffio di Eolo. Una volta inoltrati nel quartiere riservato al clan, alcuni sguardi impauriti s'intravidero dalle finestre. Seito potè percepire alcune frasi, le voci dell'inseguimento avevano già fatto il giro tra i membri Uchiha. «Q..uello è Kira ed insieme a lui c'è un ragazzino.» disse una voce femminile, proveniente da dietro una persiana scura. «L'altro è Seito. Chissà se abbia risvegliato lo Sharingan.» Rispose l'uomo affianco. «Sono due sanguinari, presto torniamo dentro...ha...ha uno sguardo così freddo.» Il Genin si era voltato di scatto, inducendo i curiosi a rintanarsi come codardi. Loro non lo conoscevano affatto. Una volta giunti nei pressi della residenza del Genin, Kira si avventurò in un discorso a metà tra l'essere orgoglioso e l'essere il capitano senza scrupoli di quella squadra. Seito si voltò di spalle, lasciando cadere il cadavere a terra. «Qualcosa mi dice che non ci rivedremo presto.» Con la coda dell'occhio vide l'Uchiha scomparire. Rientrò in casa spogliandosi dell'equipaggiamento. Reika scese di corsa le scale, raccogliendo i vestiti e le armi con premura. «Sono stata così in pensiero. Ti sei fatto male sul braccio? E poi quel sangue...» Seito alzò il braccio in modo perentorio, voleva che non dicesse altro e così fu. «Oggi ho ucciso, ma l'ho dovuto fare. E' questo il mio destino.»
Allora, eccomi qui a valutare le prestazioni di questo nuovo Uchiha. La Quest è stata sviluppata in poco tempo e seguendo una trama molto ridotta. Lo scopo principale era far acquisire al Pg Seito Uchiha la consapevolezza della sua abilità innata, lo Sharingan. Il livello dei post è stato molto buono. Sei un ottimo player Shiryu. Gli obiettivi portati a termine sono tre su tre. COme già detto dal terzo post, possiedi a pieno titolo la tua abilità innata, quindi direi che lo scopo principale è stato rispettato.
Per l'assegnazione degli Exp e dei Ryo, userò un metodo di valutazione semplice. Assegnerò dei punteggi in base a queste caratteristiche: Qualità dei Post, Descrizioni e Realismo, Strategia.
Qualità dei Post: scrivi molto e bene. Sfrutti sempre le digressioni sul tuo Background per ricordare al lettore quella che è la storia del tuo Pg. Solo che molte volte ti limiti a descrivere oggettivamente quanto fatto dagli altri pg, senza approfondire il rapporto soggettivo del tuo Pg con l'azione eseguita dagli altri. Cercare la logica o l'insensatezza dietro le azioni degli altri. Ti basterebbe scendere di un minimo in più nella caratterizzazione psicologica, mostrando gli aspetti psicologici del tuo pg e non la semplice facciata da spavaldo Uchiha. Voto:8 e 1/2
Descrizioni e Realismo: Come già detto molte volte ti limiti a descrivere oggettivamente quella che è la scena, senza magari scendere nei particolari, non vivendo attraverso gli occhi del tuo Pg. Però sei molto realista: hai descritto bene gli effetti collaterali del tonico ed il modo in cui hai evitato le trappole nella foresta. L'unica pecca che non mi è piaciuta molto è stata la descrizione della previsione degli attacchi. Dovevi soffermarti di più su quei punti, focalizzarti sulla previsione, non descrivere oggettivamente gli attacchi - non credere che non mi sia piaciuto, hai dato un ritmo veloce e rapido, secco che mostra la freddezza del tuo personaggio, ma dovevi dare al tuo Pg, oltre alla risposta istintiva, anche il beneficio del dubbio e dell'esitazione, visto era una realtà nuova. Voto: 8
Strategia: Semplicemente ottima. Hai sfruttato subito i tuoi punti di forza, dati dal tonico e dai riflessi migliorati ed hai descritto bene gli attacchi, usando prontamente le tecniche giuste. Voto: 8+
Essendo una missione di Livello C - in base alle valutazioni - il compenso è 250 Exp e 500 ryo.
E' arrivatp, dopo diverso tempo, il momento in cui anche tu, Nami, riceva una ricompensa per questa Missione. Credo tu possa capire perfettamente che, non avendo utilizzato il tuo personaggio, come è solito fare nei corsi accademici, non possa darti esperienza, ma solo Ryo, in questo caso, in maggior quantità.
I post sono ben descritti e seguono una linea di condotta, se così la possiamo chiamare, ben precisa, sei riuscito a donare al personaggio che muovevi un ottima introspezione prsicologica, che si è mantenuta stabile per tutto il periodo della quest. Nei tuoi testi non si notano errori gravi, anche se qualche volta scappa un errore di battitura o distrazione, minimi ed ininfluenti per la valutazione. La trama che hai realizzato è ben salda, anche se non apprezzo molto le basi su cui è costruita, i soliti motivi futili di sangue sporco tra clan, che sono un po' banali, forse, per il risveglio di un innata come lo sharingan. (Sfortunatamente ammetto che anche io, diverso tempo addietro, utilizzai lo stesso stratagemma).
In conclusione sei riuscito a creare una quest molto buona, sia come struttura che come trama, facendo sviluppare al tuo gregario l'innata richiesta e facendogli sviluppare maggior introspezione nel suo personaggio. Ryo: 850
Per qualsiasi dubbio o domanda è possibile contattarmi in privato.