La maschera e le Tenebre [Cit.], Allenamento Energia Verde.

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Vik.
view post Posted on 22/9/2010, 10:03 by: Vik.

Anbu

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CITAZIONE
La morte ti lecca le ferite, vero, ma solo perché ti vuole tutto intero nel momento in cui sarà lei a tagliarti la gola. Capitolo IV

Giovedì, Gennosuke era arrivato fino a quel giorno; all’inizio non avrebbe mai pensato di riuscirci, ma quello non era un ragazzo come un altro, non avrebbe mai mollato, per nessun motivo, non era affatto nel suo DNA: si era preso un impegno e aveva tutte le intenzioni di mantenerlo; perciò anche se nei giorni precedenti aveva dato tutto e in quel pomeriggio di mezzo avrebbe potuto riposarsi e recuperare forze per poi dare il meglio nelle ultime sessioni, decise di allenarsi su forse la cosa più difficile da allenare, la resistenza fisica, la capacità di continuare nel combattimento anche se si sono subiti diversi colpi e la lotta persiste da diverso tempo.

Innanzitutto bisognava migliorare la resistenza dei polmoni, ovvero riuscire ad immettere più aria in loro, in modo da avere più ossigeno in corpo e non andare in crisi. E l’unico modo per migliorare il fiato è correre, e il giovane lo sapeva, e anche se sapeva anche benissimo che correre non è una delle sue attività preferite, ma come sempre, se quella era una cosa che gli sarebbe servita, l’avrebbe fatta, nessun dubbio.
Almeno però avrebbe voluto svolgere quell’ingrato compito in un bel luogo, di quelli che ti fanno passare la fatica con i suoni calmi e i vari versi degli animali che erano presenti, con sfondi che farebbero invidia alla migliore delle cartoline. E il posto designato su cui cadde la scelta fu il fiume che scorreva non lontano dal rifugio, quello su cui si era allenato anche per il controllo del chakra: decise che l’avrebbe percorso tutto, fino alla fonte o alla foce, a seconda di che direzione avesse seguito; la scelta fu a dir poco azzardata, infatti non conoscendo quei luoghi non poteva sapere dove finisse il suo corso quello specchio d’acqua, o nemmeno se finisse; d’altro canto però in quel modo non avrebbe corso il rischio di perdersi, infatti per tornare alla base non avrebbe dovuto far altro che seguire il letto del fiume.

Perciò prese con se un po’ di provviste nel caso in cui i luoghi che avesse visitato non avessero avuto risorse necessarie al suo sostentamento: infatti quei luoghi non erano caratterizzati da una uniformità, ma al contrario non avevano nulla in comune l’uno con l’altro, si andava dal più arido dei deserti alla più fredda steppa. Oltre al cibo prese anche con se le poche armi che possedeva, infatti non poteva sapere chi o che cosa avrebbe incontrato nel suo cammino. Quindi dopo aver raccolto il necessario e lasciato il superfluo, partì alla volta dell’orizzonte, dove il sole era da poco sorto e ancora non riscaldava a pieno quei luoghi così lontani dal mondo.
Inizialmente Basilisk mantenne il ritmo della corsa abbastanza basso, per scaldarsi ma soprattutto perché non aveva ancora spezzato il fiato e se avesse corso subito a velocità sostenuta si sarebbe stancato, poiché i polmoni non avevano avuto ancora modo di dilatarsi a pieno e abituarsi ad un battito cardiaco così anomalo e rapido. Inoltre mentre correva il ragazzo iniziò a fare esercizi con le gambe e le braccia, per scaldarsi, a fare piccoli scatti per spezzare il fiato. Quando finalmente la fase di preparazione fu ultimata, lo shinobi aumentò notevolmente la velocità, ora era una vera e propria corsa, sempre più veloce, fino al limite delle sue possibilità; ora doveva mantenere il più possibile il suo scatto, la fatica si faceva sentire sempre di più, la milza bruciava come mai prima d’allora, le gambe si facevano pesanti, la respirazione era sempre più affannosa e l’aria sembrava quasi non voler raggiungere i polmoni, i quali si dilatavano fino al loro limite per racchiudere più aria possibile e facilitare l’esercizio.
Il ragazzo era al limite delle forze, si sentiva mancare, come se tutto ciò non bastasse la stanchezza provocava al giovane alcuni conati di vomito, che rendevano ancora più ostica la prova; ma nonostante le infinite difficoltà il ninja non aveva alcuna intenzione di mollare, e si fermò solo quando le sue gambe smisero praticamente di funzionare, bloccandosi di colpo.

A quel punto Gennosuke decise saggiamente di riposare e riprendere le forze; si stese a terra e a quel punto la vera stanchezza si fece avanti: infatti finché continuava a correre le fatiche erano represse dall’adrenalina e dalla concentrazione. Fortunatamente non impiegò molto tempo a riprendersi, probabilmente perché gli effetti positivi dell’allenamento cominciavano a farsi vedere; prima di ripartire per il viaggio di ritorno, il ninja decise di allenarsi anche nella resistenza ai colpi subiti e quindi ad incassare gli attacchi avversari, e l’unico modo per farlo era lasciarsi cadere da altezze ragionevoli, per migliorare l’atterraggio e ad attutire i colpi dovuti alla caduta.

Una volta trovato un alto albero, vi si arrampicò, raggiungendo i rami più alti, dove il vento soffiava impetuoso, e scuoteva le cime e le fronde superiori, rendendo difficile più del dovuto la sosta su quelle superfici; da lassù lo strapiombo era a dir poco preoccupante e al ragazzo più volte passò per la testa di abbandonare quell’insana idea; ma la voglia di migliorare era troppo forte e ormai da diversi giorni guidava ciecamente le azioni del ragazzo, che ne era schiavo assoluto: perciò prese coraggio e si lasciò andare a peso morto verso il vuoto di almeno 10 metri; l’atterraggio fu un disastro, cadde di spalla che si lussò, poi rotolò per alcuni metri; a quel punto chiunque avrebbe abbandonato, ma non Basilisk, che tutt’altro, prima si curò con le “scorte mediche” a sua disposizione, poi ricominciò la salita, e si rilanciò, questa volta un poco meglio, infatti all’impatto col suolo riuscì a rotolare e salvare la situazione dal peggio, senza evitare però di farsi male; almeno questa volta non aveva avuto bisogno di utilizzare alcunché per recuperare le forze, e questa era già di per se un passo avanti enorme: infatti da li in poi gli atterraggi furono sempre migliori, a parte qualche situazione in cui la situazione sfuggiva di mano al ragazzo, che finiva col capitolare al suolo rovinosamente, anche se la cura era sempre più veloce e semplice con l’aumentare delle cadute, come se la sua ossatura si stesse gradualmente abituando a quei colpi, che erano sicuramente più potenti di un normale colpo ricevuto in battaglia; il risultato alla fine fu più che rassicurante, infatti non vi erano problemi per il giovane nel cadere da quelle altezze, e involontariamente il ragazzo aveva allenato, oltre che la resistenza agli urti, anche l’agilità nella scalata, infatti alla fine si può dire che quasi andasse più veloce a salire che a scendere in caduta libera.

Dopo essersi riposato ancora un poco il ninja decise che era giunto il tempo di ripartire alla volta della base; per il viaggio di ritorno aveva in mente una bella idea per movimentare l’allenamento: avrebbe percorso tutto il tragitto correndo non sulla riva, ma proprio dentro al letto del fiume, all’altezza delle ginocchia, in modo che la corsa fosse rallentata almeno del 50%, senza contare che nel viaggio di ritorno la corrente sarebbe stata a sfavore, avrebbe ulteriormente rallentato il ragazzo.
Quest’ultimo però non si perse d’animo e subito balzò in acqua e iniziò a correre, o almeno a provarci, infatti quella che stava facendo non si poteva definire una corsa, ma più una semplice camminata: sembrava di avere un masso attaccato ai piedi che impedisse il normale movimento, le ginocchia erano pesanti, i movimenti poco fluidi, una tortura in poche parole: ma col passare del tempo i muscoli del giovane si abituarono alla situazione e la camminata prima si trasformò in una marcia, poi verso la fine in una vera e propria corsa, a velocità inferiore rispetto alla corsa su un normale terreno; questo significava che la sua velocità su terraferma era aumentata esponenzialmente, anche se in quel momento non aveva assolutamente le energie necessarie per testare se le sue supposizioni fossero vere, aveva prosciugato ogni più piccola risorsa energetica, e se non fosse tornato all’accampamento in pochi minuti senza sforzarsi ulteriormente sarebbe di certo svenuto a dir poco. Fortunatamente ciò non accadde e l’accampamento fu raggiunto prima che facesse buio, e anche se la sera non era ancora giunta lo shinobi decise di coricarsi, in modo da recuperare quelle energie che aveva utilizzato in quell’estenuante sessione d’allenamento, che però aveva dato enormi frutti, migliorando in un sol giorno velocità e resistenza fisica.

SPOILER (click to view)
Status:

Grado: Genin
Energia: Gialla
Chakra: 100/100
Condizione Mentale: Nel mondo dei sogni.
Condizione Fisica: Semplicemente distrutto dall'allenamento.
Consumi:-
Recuperi:-
Azione 0/2:
Techiche 0/1:-
Bonus: Udito perfetto(100%+25%)
Malus: Vista Assente

Armi mostrate:
Katana legata alla vita.


OT// :plis: \\





 
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8 replies since 3/9/2010, 21:11   172 views
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