...I'm Back...

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~DaTTe~
view post Posted on 7/4/2010, 16:20




CITAZIONE

Narrato
Ω parlato Ω
# pensato #
¬ Parlato altri ¬


.:I'm Back:.

S
i dice che il tempo cambi le persone e il loro modo di porsi davanti alle situazioni che la vita gli pone davanti, ma non sempre ciò accade. A volte la vita cerca di suggerirti inconsciamente la strada da prendere ma riuscire a cogliere quel sottile messaggio non è sempre facile. Posso dire che la mia vita aveva preso da tempo una piega diversa, si potrebbe quasi definirlo: un nuovo inizio. Erano ormai passati quasi due lunghi ed interminabili anni da quell'esame che mi aveva permesso di raggiungere il tanto ambito livello di chuunin del konohagakure. Avevo raggiunto il mio obiettivo, ma nonostante tutto la mia performance mi aveva deluso profondamente. In quell'occasione, infatti, non ero stato in grado di dimostrare quel che valevo veramente facendo una pessima figura durante la semifinale contro quel ragazzo del villaggio di Oto: Takashi Kinchou. Si era rivelato un avversario straordinario con cui avrei potuto fare un combattimento memorabile, ma la mia stupidità e distrazione avevano reso l'incontro una grossa delusione per me e per il mio avversario. Uscii ferito nel corpo e nell'animo e solo poco prima delle finali riuscii a farmi dimettere dall'ospedale. Ero ancora debilitato dalle ferite, ma per nulla al mondo mi sarei perso l'occasione di salutare il mio compagno d'avventura che mi aveva salvato la pelle e per cui avevo un rispetto incommensurabile. Dovevo vederlo a tutti i costi per poterlo spronare e per potergli dire qualche ultima parola prima di sparire. Si, perchè avevo deciso che era il momento di partire. Dovevo assolutamente cambiare aria, trovare nuovi stimoli, diventare più forte, ma soprattutto continuare la ricerca di mio fratello che ancora non aveva dato i suoi frutti. Così partii per un lungo viaggio che mi fece crescere come shinobi, ma soprattutto come uomo. Ed ora all'età di 20 anni sono di ritorno, più sicuro e più forte. Nutrivo nuove speranze e il viaggio era servito a ritrovare me stesso. Ero cambiato. Mi fermai appena fuori il portone principale del villaggio ed alzai gli occhi in direzione del grosso emblema che sormontava l'arcata. Un fievole sospiro uscì dalle mie labbra ed immagini, persone, parole, ricordi ed emozioni mi affiorarono alla mente come d'incanto.

# Ne è passato di tempo... Chissà se le cose sono cambiate tanto... #



E
ra incredibile come l'ambiente circostante fosse pressoché lo stesso, sembrava quasi che il tempo si fosse fermato. Gli alberi intorno a me erano rigogliosi ed imponenti, le loro fronde venivano scosse dal vento producendo un suono rilassante e festoso che si armonizzava con gli altri rumori della fauna locale. Tutto sembrava in festa quasi come se lo stesso villaggio fosse felice di rivedermi. Questo potrebbe sembrare stupido, ma il mio stato d'animo leggeva questi segni con gioiosità. Era giunto il momento di varcare quella porta e quindi concretizzare il mio ritorno. Un passo dietro l'altro mi avvicinai lentamente fino a raggiungere finalmente l'interno delle mura, nulla era cambiato. I chuunin di guardia all'entrata mi guardarono per un attimo sospettosamente, poi mi girai verso di loro e i loro volti cambiarono istantaneamente: mi avevano riconosciuto.

¬ Hatake-sama! Finalmente è tornato! Credevamo non facesse più ritorno! Com'è andato il viaggio? ¬



N
onostante il mio sorriso fosse celato dalla maschera che mi arrivava fin sopra il naso si poteva intuire la mia felicità nel vedere delle facce conosciute. Mi diressi verso di loro con la mia solita andatura pacata ed alzando il braccio in segno di saluto. Sarebbero state tante le cose da raccontare, ma non era il momento per intortare di parole due shinobi al lavoro e quindi mi limitai spendendo poche parole.

Ω Giorno a voi! Il viaggio è stato lungo e faticoso... ora non desidero altro che andare a farmi un bel ramen da Teuchi e poi andare a casa a riposarmi... so già che non appena si saprà del mio ritorno mi verrà affidato qualche compito.. quindi vi saluto! Ω



M
i voltai ed iniziai a camminare lentamente in direzione opposta a quella dei due uomini e con un cenno della mano li salutai. Sembrava quasi impossibile che stessi di nuovo camminando tra le strade trafficate di konoha, il villaggio era vivo come al solito. Mercanti al lavoro, donne in giro a far compere e bambini scatenati che giocavano come pazzi per le strade alzando un polverone degno di una tempesta di sabbia del villaggio di Suna. Era bello essere a casa. In lontananza finalmente scorsi l'insegna del chiosco di Teuchi che vicino al nome del proprietario esibiva un'immagine del tanto agognato ramen che ormai non potevo gustare da troppo tempo. Feci una corsa per gli ultimi metri che mi separavano dall'ambito premio che mi spettava e arrivato a destinazione mi fermai e lentamente scostai le tendine e subito vidi il mio amico. Era ancora girato di schiena, stava cucinando per un altro cliente e non si era ancora accorto della mia presenza. Così con tono scherzoso mi rivolsi a lui.

Ω Ma in questa topaia è possibile avere del ramen?? Ω



T
euchi con un iniziale tono sgarbato si girò verso di me per poi accorgersi che quel cliente maleducato non era altro che uno dei suoi migliori clienti tornato alla base.

¬ Senta non vede che sto lavor.... Oh mio dio!! Sasame-kun!! Sei tornato! Che piacere vederti!! Scommetto che non vedi l'ora di sbafarti una mega porzione di ramen! Te la preparo subito!! Ed ovviamente è offerta dalla casa! Son contento che tu sia tornato.. ¬



R
ingraziai il mio amico per la gentile offerta ed aspettai con ansia e con la bava alla bocca che quella celeberrima ciotola mi fosse portata. Il profumo era inebriante e non stavo più nella pelle, mi sfregavo le mani con ansia quando finalmente mi si parò davanti una scodella gigantesca trasbordante di ramen, ero la persona più felice del mondo. Sbranai quel piatto in un battibaleno come se non mangiassi dal giorno in cui ero nato. Gli altri clienti mi guardavano esterrefatti ed erano quasi schifati dalla mia foga, ma non m'importava era da troppo tempo che non gustavo tale prelibatezza, nulla mi avrebbe fermato. Il buon Teuchi se la sghignazzava allegramente vedendomi mangiare con tutta quell'energia e si vedeva bene dal suo volto che era contento di vedermi. Una volta finito di mangiare mi ritenni assolutamente soddisfatto e feci un grosso sospiro di sollievo e mi battei la pancia con la mano in segno di sazietà. Dopodiché posando le mani sul tavolo mi alzai dallo sgabello su cui ero seduto e salutai il mio amico che ricambiò. Un'altra visita non sarebbe di certo tardata. Una volta tornato in strada continuai la mia passeggiata in direzione della mia dimora. Una volta arrivato nel mio quartiere i miei vicini mi riconobbero e mi salutarono con gioia, sembravano tutti felici di rivedermi. Mi potevo definire un buon vicino, quando ce n'era stato bisogno avevo sempre aiutato ed ero sempre disponibile, ero una persona molto rispettata. Ed ecco che finalmente giunsi finalmente davanti alla mia abitazione, non era una reggia, ma la trovavo accogliente. Dopo una rapida occhiata in giro non ebbi alcun dubbio sul da farsi, era il momento di rilassarsi e non c'era niente di meglio che sdraiarsi sul tetto della mia casetta e stare a guardare il cielo in una giornata così stupenda. Così con un balzo felino raggiunsi il tetto della mia abitazione e mi sdraiai mettendo le mani dietro la testa ed accavallando la gamba destra sulla sinistra. Guardai il cielo e subito un senso di relax mi pervase, poi chiusi gli occhi per un attimo e sospirai, un fievole venticello mi accarezzò il viso.

Ω ….Sono tornato.... Ω



SPOILER (click to view)
Ecco il mio “fantastico” post di rientro... si vede che non posto da 2 anni... ma vedrò di rifarmi più avanti... se entro 10 giorni da ora nessuno posta questo post si può chiudere
 
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† K y u b i »
view post Posted on 9/4/2010, 11:52





..:: ۞ Genius At Work ۞ ::..


~ Narrato
Pensato
Parlato
» Parlato Altri



~ ..:: ۞ ::.. ~




≈ Konohagakure No Sato.


~ Una mente lavorava senza sosta. Un personaggio oscuro e dall’animo crudele stava architettando piani contorti e pericolosi che avrebbero sconvolto il mondo intero. Il primo della lista era senza “Ombra” di dubbio il suo villaggio natio al quale riservava un profondo rancore. Ogni tassello si stava formando nella sua mente deviata. I mezzi per il tradimento stavano per concretizzarsi di lì a qualche giorno. Stemperare le idee all’aria aperta non poteva fargli che bene. Basandosi su questo effimero pensiero si era ritrovato disteso sotto il cielo intento ad osservare le nuvole. Ogni tanto il vento gli spostava la lunga coda bruna. I rami degli alberi, forti e robusti, ad ogni sferzata lasciavano cadere delle foglie troppo deboli per restare attaccate. Il ragazzo non ci faceva molto caso, anzi tutt’altro. Da quando vide la prima fronda cadere iniziò a vaneggiare facendo pensieri macabri. Egli si era visto in quella prima lamella verdastra. Aveva abbandonato la sua culla per nuove sfide. Nel vedere ciò il genin sapeva che anche lui stava per intraprendere un nuovo viaggio, proprio come quella piccola parte dell’albero. Pure lui stava per staccarsi definitivamente dal grembo materno che l’aveva cresciuto per quasi vent’anni. Ma invece di finire a terra per poi morire consumata dal tempo, Il Nara sapeva bene cosa l’avrebbe aspettato una volta libero e senza le catene dell’opressione. Avrebbe continuato a volare senza trovare frontiere attorno a sé. Invece le altre gemelle cadenti non erano altro che vittime del carnefice. Dopo la ventesima foglia che era caduta sul manto erboso della collina decise di smettere. La sua spada sapeva.. Essa gongolava nel fodero pregustando di vedere nuovamente la luce brillante del sole. Ogni cosa era collocata nel posto prestabilito. Avrebbe aspettato ancora un po’ di tempo. Tempo. Maledizione. Un tempo i fantasmi dei morti vagavano sulla terra come lui, affliggevano l’umanità con malattie guaribili solo con dei sacrifici umani. Barbarie che anche Kisuke era disposto a fare pur di ottenere il potere per dominare il prossimo. Con il progresso però sempre costante della collettività certe tradizioni andarono smarrite ma non per questo si consumarono nel dimenticatoio più totale. I dotti, o meglio, coloro con il sapere nel sangue non avevano scordato quei tragici roghi, quelle donne sacrificate per proteggere il resto della popolazione dai collettori degli inferi. Oramai al giorno d’oggi queste storie si possono vedere solo nei libri di testo. Racconti di favole fantasiose o di romanzi. Erano rimasti pochi libri secolari che documentavano quegli avvenimenti passati. Che tristezza. La sua vita si basava solo sulla vendetta. Era diventato un vendicatore. Per molti era un pazzo, per altri un perfetto modello di shinobi senza sentimenti. Secondo il parere del sottoscritto, egli si trovava nel mezzo. La sua routine giornaliera da quando aveva preso quella pesante e incontrovertibile decisione si rifaceva solo al piano da organizzare. Mangiava poco, dormiva poco, stava sempre chiuso nella sua stanza a pensare. La gioia, la felicità erano state scalzate dalla morte e dalla paura. Le occhiaie che portava in viso, il fisico magro e la pelle bianca ne erano la prova. Kisuke non era altro che un fantasma. Il ritmo con cui lavorava era fuori controllo, l’ossessione nel vedere ogni minuzioso dettaglio sotto la lente d’ingrandimento l’avrebbe ucciso prima ancora di terminare il lavoro. Forse doveva scaricare un po’ di compiti ad altri, ad esterni che non vedevano l’ora di affondare il villaggio di Konohagakure No Sato. Se non fosse stato per quel suo orgoglio adesso poteva essere già fuori di lì. Ma il voler lavorare sempre da solo era un peso che era disposto a portare. Non si fidava di nessuno. Dote che nel mondo ninja era considerata una virtù per certi e sbagliata per altri. Ancora una volte egli si considerava nel mezzo. Non aveva ancora trovato qualcuno degno di fiducia e sapeva per certo che non l’avrebbe mai trovato. Un suono profondo tagliò l’aria. Un lungo sbadiglio venne prima della classica espirazione. La noia regnava sovrana nel suo corpo, proprio come un parassita che aveva trovato rifugio in un ambiente sicuro e confortevole. Con flemma si alzò dal manto erboso. Quel tempo atmosferico proprio non gli andava a genio. Era giunto il momento di porre fine alla gioia che caratterizzava il villaggio di Konohagakure. Formò i tre sigilli che caratterizzavano quel suo particolare jutsu. Sebbene incompleta nella parte offensiva questa tecnica poteva vantare una buona dote difensiva. Contro tutti i Katon no Jutsu l’aveva vita facile. Essendo una mossa Suiton era piuttosto evidente che il fuoco non poteva nulla contro di lei. Peccato che mancasse quell’ultima parte che dava vita alla tecnica vera e propria. Il tempo limpido si fece di colpo grigiastro e le prime avvisaglie nuvolose si stavano abbattendo sulla parte nord del villaggio. Le prime goccioline di acqua limpida iniziarono a stamparsi come colla sul terreno molle della collina. Il tempo ideale per poter tornare a casa. Calpestando erba bagnata, fango e sassolini scivolosi il ragazzo intraprese la discesa della collina. Ogni suo respiro veniva trasformato in condensa. Alle porte del villaggio le guardie posizionate all’interno della vedetta si stavano lamentando.



» E
hi.. Raido - san, hai visto che tempo?i



» H
ai ragione Kiosuke - Kun. E pensare che poco fa non c’era manco una nuvola in cielo.



» D
evo dire che il ritorno dell’Hatake non è stato dei più propizi.



~
Kisuke, che stava camminando davanti alla sentinella non fece molta difficoltà a sentire la loro conversazione. In un primo momento si sentii orgoglioso del suo risultato poi sentendo il nome Hatake rimase interdetto sotto la pioggia. Un cognome che aveva già sentito in passato. Un personaggio che aveva visto nel primo esame chunin al quale pure lui aveva partecipato prima di quell’infame risultato. Alla fine con l’Uchiha era riuscito a vincere la prova a coppie, ma appena si era trovato da solo ci mise poco tempo per perdere. Debole. Dopo l’umiliazione il ragazzo possessore del Byakugan non si era fatto più vedere, ed eccolo che dopo tanto tempo era tornato a casa. Ipocrita. Truce in volto si avvicinò al posto di guardia con fare indomito. Subito i due uomini smisero di parlare. Lo squadrarono al di là del vetro di pioggia creatosi pocanzi. Gelido, il Nara gli interloquì.


• D
ove posso trovare l'Hatake?



~
Schietto e sincero. Voleva incontrare il pivellino a cui era stato regalato il titolo di chunin sebbene avesse fatto una prova mediocre e prima di senso. Una cosa che gli faceva ribollire il sangue nelle vene. L’ingiustizia e la burocrazia gli avevano rovinato la vita. Mentre ad altri l’aveva migliorata. Si sapeva da tempo immemore che il piccolo Hatake era molto fortunato. Grazie a questo suo “talento” era ancora in vita.


» E'
tornato a casa. Lo potrai trovare in fondo alla strada.



~
Disse con un po’ di timore nella voce. Dal canto suo, Kisuke non rispose. Si voltò e tornò a camminare sotto la pioggia. Per strada c’erano poche persone che avevano osato imbattersi nel maltempo da lui creato. Così poche che si potevano contare sulle dita di una mano. Sebbene fosse un villaggio molto grande, Kisuke non vi si era mai perso. Conosceva ogni strada, ogni angolo, ogni centimetro a memoria. Anche se non sapeva la locazione precisa della casa in cui albergava; dal tetto più alto in cui si trovava, egli vide una figura oscura su un comignolo non molto lontano da lui distesa a prendere la pioggia. Anche se l’aveva visto tanto tempo fa e per giunta da lontano di certo non poteva dimenticare quella chioma argentata. Saltellando qua e la per i tetti fradici si avvicinò senza preoccuparsi di rendere cieca la sua presenza. Una volta giunto sul comignolo, guardandolo dall’alto in basso parlò senza mostrare sentimento ne paura.


Sasame Hatake? Hai notizie dell’Uchiha?



~
Ed ora silenzio..




~ ..:: ۞ ::.. ~




 
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~DaTTe~
view post Posted on 21/6/2010, 16:42




SPOILER (click to view)
We marchino... prima o poi ti rispondo promesso... ora voglio prima terminare la quest XD
 
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† K y u b i »
view post Posted on 22/6/2010, 09:02




Tranquillo Datte. Ho aspettato fino ad ora non mi pesa aspettare ancora un po' XD
 
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~DaTTe~
view post Posted on 25/6/2010, 14:12




CITAZIONE
Tadaaa! non ci speravi più eh marchino! spero di non aver scritto troppe boiate, se vuoi dai prossimi post si può diminuire ulteriormente la lunghezza dei post XD e non fare troppo il cattivo con Sasame!!

CITAZIONE

Narrato
Ω parlato Ω
# pensato #
¬ Parlato altri ¬


.:Who are you?:.

P
ace. Non esisteva altra parola più azzeccata che potesse definire meglio il mio stato d'animo. Dopo tanto, troppo tempo mi sentivo nuovamente in pace con me stesso. I fantasmi del passato erano scomparsi ed ero pronto a ricominciare da capo. Avevo diversi progetti per la mente ed il primo della lista era sempre quello di ritrovare mio fratello, sapevo che un giorno l'avrei sicuramente incontrato e l'attesa aveva smesso di logorarmi. Sarebbe stata solo questione di tempo. Nell'attesa di ricevere nuovi ordini non mi restava che starmene lì, spaparanzato sul tetto della mia casetta ad ammirare quel favoloso miracolo della natura chiamato cielo, con i suoi colori splendenti e le sue nuvole candide e spumose. Ma ad un certo punto vidi raggrupparsi molto velocemente una gran quantità di nuvoloni grigi, ben presto il cielo fu plumbeo e goccia dopo goccia iniziò a piovere. Pioggia. Non era la forma del cielo che preferivo, ma il rumore che essa provocava aveva qualcosa di molto rilassante. Non mi mossi di un solo millimetro nonostante il pesante scroscio d'acqua, chiusi gli occhi e mi misi in attento ascolto, le piccole goccioline facevano risuonare in modo differente i vari materiali su cui precipitavano creando una sorta di orchestra naturale. Fantastico. Ad un certo punto udii un rumore anormale: qualcuno stava saltando da un tetto all'altro e sembrava avvicinarsi a me. Aprii gli occhi e volsi la testa nella sua direzione. Era un ragazzo molto alto dai capelli corvini, aveva un aria familiare ma non avevo idea di chi fosse. Con un balzo mi si parò davanti e chinando la testa per rivolgere il suo sguardo verso il mio mi disse.

¬ Sasame Hatake? Hai notizie dell’Uchiha? ¬



S
enza dubbio un personaggio assai cupo. Aveva capelli ispidi legati con una sorta di codino alto sulla nuca. Quel viso, quei lineamenti mi ricordavano qualcuno, ma non riuscivo a ricordare chi. Il suo atteggiamento era stato molto sgarbato: era piombato dal nulla sulla mia proprietà facendomi domande su un Uchiha, che si trattasse di Akira? Sarebbe stato deluso della mia risposta. Era ormai parecchio tempo che non avevo notizie del mio compagno di squadra alle selezioni dei chunin, non avevo idea di che fine avesse fatto. Ormai zuppo a causa della pioggia mi alzai in piedi in tutta la mia altezza. Ero poco più alto di lui e questa sarebbe stato lui a dover alzare lo sguardo verso di me. Non ero assolutamente il tipo da prendersela per così poco, quindi con il mio solito fare allegro gli risposi.

Ω In persona! Comunque se con “l'uchiha” intendi Akira mi dispiace deluderti ma non ne ho la più pallida idea... è sempre stato un mistero quel ragazzo e ormai è parecchio tempo che non si fa vedere in giro... Non mi hai detto il tuo nome però.. con chi ho il piacere di parlare? Ω



F
eci intendere un sorriso, celato però sotto la mia solita maschera. Poi protesi una mano in avanti in segno di saluto in attesa di una stretta. Sapevo che probabilmente sarebbe stata ignorata, ma questo non mi avrebbe fermato. Avevo già avuto a che fare con tipi tenebrosi, lo stesso Akira era un ragazzo intrattabile, ma il mio fare scherzoso era riuscito a far breccia nella dura corazza dell'uchiha guadagnandomi il suo rispetto.

# Chissà che fine hai fatto testardo di un capelli blu! #


 
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† K y u b i »
view post Posted on 18/7/2010, 12:27





..:: ۞ B.Y.O.B ۞ ::..


~ Narrato
Pensato
Parlato
» Parlato Altri



~ ..:: ۞ ::.. ~




≈ Konohagakure No Sato.




~ Silenzio. Tra i due ragazzi c’era solo quella sottile barriera a separarli. La pioggia che cadeva pesante sulle loro teste sembrava non farsi sentire minimamente. Il neo chunin con la coda corvina, oramai fradicia per via della pioggia incessante, guardava il bulbo oculare del suo collega con fare indomito. Aveva udito strane voci su quel personaggio che nascondeva la propria faccia sotto quella benda scura. Essa copriva tutto: Bocca, naso, mento, tranne uno dei due occhi. Per quanto riguarda il gemello, quello nascosto, si vocifera che contenesse l’innata degli Hyuuga. Il Byakugan. Sopranominato “occhi bianchi”, un arte oculare talmente potente da spaventare li stessi possessori dello Sharingan. Kisuke continuava a squadrarlo, le sue pupille restavano ferme e fisse sulla benda che copriva l’occhio “maledetto”. La storia dell’Hatake doveva essere proprio singolare. Prima di tutto non possedeva lo stesso cognome della casata che aveva forgiato quell’innata, e già qui qualcosa non quadrava, come poteva possedere un’innata talmente potente senza aver un collegamento di sangue diretto con il D.N.A. Hyuuga?. Basandosi su questa teoria, egli poteva essere un figlio illegittimo venuto alla luce da un tradimento. Un meticcio, un bastardo, un qualcosa di sporco che non meritava di poter forgiarsi di quel cognome pregiato. La seconda ipotesi che era spuntata alla mente del Nara nel giro di pochi secondi poteva considerarsi più veritiera e plausibile o forse no… Egli poteva aver ricevuto in dono da un amico di vecchia data, ovviamente Hyuuga, un occhio bianco prima che questi potesse passar a miglior vita. Storia toccante e da voltastomaco. Quelle vicende smielate sull’amicizia e sui bei ricordi, non potevano che far incavolare il ragazzo delle ombre. Quelle cose, quei sentimenti non esistevano. Cose effimere che rendevano le persone credenti dei vermi senza coraggio che si limitavano ad andare avanti appoggiandosi solo su nuvole di fumo.


» Uccidilo. Uccidilo.

~ Il sibilo tagliò la pioggia e lo spazio circostante. Kisuke si voltò verso la sorgente da cui era partito quel suono sinistro. Sapeva bene che quell’azione agli occhi del collega poteva sembrare strana e senza senso. Era ovvio, lui non poteva vederlo. Quella non era altro che una marionetta creata dalla sua mente degenerata. Senza pronunziar parola fulminò con lo sguardo il suo alterego. Quello non era il momento ne il luogo per intromettersi. Girandosi nuovamente di 90° verso il suo primo interlocutore, il suo sguardo fece intendere che se voleva dire qualcosa poteva farlo. Quello che aveva appena fatto il Nara non era niente di nuovo, ma per l’Hatake che non l’aveva mai conosciuto di persona, quell’azione poteva averlo bloccato prima di dire qualcosa. Ma non sembrava essere così. Infatti egli anche se non aveva ancora risposto alla sua domanda impertinente, non sembrava disposto a starsene in silenzio. Per quanto riguarda il suo modo di presentarsi non sembrava essersi offeso più di quanto non avrebbe fatto il Nara a posizioni invertite. Un personaggio stravagante, non c’è che dire. Quello che disse successivamente glielo si poteva leggere tranquillamente in faccia. Stravagante si.. ma anche troppo prevedibile. Il discorso che tirò fuori, Kisuke, se lo aspettava ancora prima di sentirselo dire. Akira Uchiha, quel maledetto era sparito dal villaggio prima di prendere una batosta secolare dal sottoiscritto. Mentre era perso nei suoi vecchi progetti di conquista, si accorse solo in un secondo momento che il ragazzo si era fatto avanti con il braccio teso in segno di benvenuto domandandoli precedentemente con chi aveva l’onore di parlare. Kisuke guardò per un instante la mano completamente bagnata del ragazzo. Avrebbe dovuto stringerla, era così che si faceva fra persone civili, no? Prima di dire qualsiasi cosa allungò a sua volta il braccio copiando il movimento fatto pocanzi dall’Hatake. C on la mano sinistra levata si accinse a stringere quella del suo collega. Poi rispose.


• Kisuke. Kisuke Nara. Grado chunin. Penso basti come prima presentazione, non saprei cosa ti interesserebbe sapere della mia vita o dei miei gusti. Casomai più avanti, non so se posso fidarmi ancora completamente di te. Scusa ma è una deformazione professionale.

~ Fece un mezzo sorriso facendo capire che non c’era niente di trascendentale nelle sue parole. Una battuta sagace che rispecchiava il suo modo di pensare, e poi sotto sotto sapeva che pure l’Hatake non si fidava di lui completamente. Quel mondo ninja in cui erano nati aveva strappato loro le bellissime gioie della vita: Come la fiducia incondizionata e l’amicizia per qualcuno e altre cose effimere come i sentimenti. Stranamente quel ragazzo era, per adesso, l’unico a cui non avrebbe tolto nemmeno un capello. Forse a ispirarli fiducia era lo sguardo o il sorriso abbozzato sotto la maschera, ma sembrava una persona degna di fiducia. Che il paradosso del mondo degli shinobi non potesse esser spazzato via proprio da quel loro incontro fortuito?.. Il tempo avrebbe dato un verdetto approssimativo e poi definitivo. Nello trascorrere del tempo, Kisuke, abbandonò i suoi modi bruschi e intolleranti per sembrare quasi normale. Quel ragazzo sembrava ispirargli discorsi su discorsi. Il primo fu ovvio ma venne fuori prima che potesse articolare un pensiero contrastante.

• Hatake, pensavo di richiedere una missione per cercare Akira, magari collegandoli qualcosa. Del tipo ricerca di criminali per ritirarne una cospicua taglia. Ho visto che ci sono molti avvisi in giro. Cosa ne pensi? Non dovrebbe essere molto difficile per due chunin.


~ Anche se si era aperto più del dovuto non si era lasciato trasportare dalla parlantina. Infatti non aveva usato ancora il TU ma si era limitato a usare un tono e un modo di fare personale o professionale. Era troppo presto per interagire da “amici” sempre se si poteva definire così quella situazione. Ora si poteva tranquillamente dire che il mondo ninja pretendeva di avere in dietro la sua bomba. Quello che era appena nato su quei tetti del Konohagakure era una di quelle storie idilliache che avrebbero portato nel villaggio una leggenda dopo l’altra. Leggenda lui lo era già ma al suo ego non c’era mai fine e chi più ne ha.. più ne metta.




~ ..::۞ ::.. ~




 
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~DaTTe~
view post Posted on 19/7/2010, 21:35




CITAZIONE

Narrato
Ω parlato Ω
# pensato #
¬ Parlato altri ¬


.:We Are Strange:.

L
a pioggia continuava a cadere incessantemente senza dare una minima tregua al villaggio. Per le strade erano già numerose le pozzanghere che venivano continuamente increspate dalla scroscio d'acqua. Le grondaie ricolme d'acqua straripavano facendo colare a terra l'acqua in eccesso. Sembravamo due pazzi, rimanere fermi ed impassibili sotto quel diluvio universale non era una cosa del tutto normale, ma evidentemente non lo eravamo affatto. La mia eccentricità era ormai conosciuta in tutto il villaggio, ed evidentemente anche quel ragazzo che ancora non si era presentato era senz'altro un tipo particolare. Me ne stavo lì impalato e sorridente con la mano tesa verso quello che poteva essere definito un mio coetaneo, quando ad un certo punto fece qualcosa che confermò la mia ipotesi. Come se avesse udito chissà quale suono o voce si voltò di scatto con un certo nervosismo, era senza dubbio un tipo strano. Ma quel movimento inconsueto non mi scosse, ero abituato ad avere a che fare con personaggi di ogni tipo, quindi rimasi impassibile e sorridente. Da come si era presentato ero quasi certo che non fosse un tipo molto socievole e che la mia mano tesa versa di lui sarebbe rimasta ignorata, invece con grande sorpresa allungò la sua e ci fu una vigorosa stretta di mano seguita da una presentazione.

¬ Kisuke. Kisuke Nara. Grado chunin. Penso basti come prima presentazione, non saprei cosa ti interesserebbe sapere della mia vita o dei miei gusti. Casomai più avanti, non so se posso fidarmi ancora completamente di te. Scusa ma è una deformazione professionale. ¬



L
a mia prima impressione si risultò errata, sembrava un ragazzo socievole. Mai giudicare un libro dalla copertina. Sta di fatto che il suo approccio era cambiato, probabilmente non percependo alcuna minaccia dalle mie parole, aveva risposto positivamente ai miei modi di fare. Quell'ipotetico muro che si era venuto a creare durante le sue prime parole era andato scemando fino alla distruzione totale. Era ovvio che non si fidasse ancora di me, e lo aveva detto esplicitamente, ma sembrava molto più rilassato. Abbozzò anche un mezzo sorriso. Inoltre a sentire il suo nome, più precisamente il nome del suo clan, mi venne in mente chi mi ricordava: Shin Nara. Erano entrambi di quel clan la cui abilità innata era il controllo dell'ombra, inoltre la somiglianza era evidente. Prima che potessi dire nulla ricominciò poi a parlare.

¬ Hatake, pensavo di richiedere una missione per cercare Akira, magari collegandoli qualcosa. Del tipo ricerca di criminali per ritirarne una cospicua taglia. Ho visto che ci sono molti avvisi in giro. Cosa ne pensi? Non dovrebbe essere molto difficile per due chunin.
¬



A
kira. Quanti ricordi mi tornavano alla mente sentendo il nome di quel borioso di un Uchiha. Era proprio da lui sparire nel nulla senza dire niente a nessuno, chissà che fine aveva fatto, se era ancora vivo. Si ne ero certo, nessuno avrebbe potuto eliminare quel pazzo scellerato, era una testa calda ma avrebbe venduto cara la pelle a chiunque si fosse trovato di fronte. Cercarlo poteva essere un'idea. Ma non subito, avevo alcune questioni da sbrigare, ero tornato solo da poche ore. Comunque mi sorprese ancora il comportamento del ragazzo, non mi conosceva nemmeno e già voleva partecipare ad una missione con il sottoscritto. Poco male, per me non ci sarebbe stato alcun problema. Ero solito socializzare molto velocemente e partire per una missione con un perfetto sconosciuto non mi preoccupava affatto. Quindi continuando con il mio fare allegro e spensierato ripresi la parola.

Ω Difficile trovarlo? No, per niente mio caro Kisuke... posso chiamarti per nome vero? Si.. si.. posso hehe... comunque sia, un tipo come lui non passa inosservato... sicuramente avrà fatto saltare i nervi a tanta gente... hehe... quindi racimolare informazioni non dovrebbe essere affatto un problema... ma conoscendolo, se è andato via, non sarà facile farlo tornare! Ma tu perchè lo cerchi? Sei uno di quelli che ha fatto innervosire? Hahaha... non me ne stupirei affatto! Ω



E
ra una domanda che mi balenava fin dalla sua prima richiesta. Che intenzioni aveva questo Nara? Cosa voleva dall'uchiha dai capelli blu? Non ero ancora certo di potermi fidare di questo ragazzo dai capelli corvini, ma come al solito non potevo fare a meno che comportarmi con tranquillità e spensieratezza finchè la situazione non richiedesse un cambio di atteggiamento. Per ora tutto era tranquillo.

# Posso fidarmi di te.. Kisuke Nara? #

 
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† K y u b i »
view post Posted on 23/7/2010, 14:52





..:: ۞ Sad Statue ۞ ::..


~ Narrato
Pensato
Parlato
» Parlato Altri



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≈ Konohagakure No Sato.




~ La conversazione si era sbloccata egregiamente. Tutto stava andando per il meglio, magari i fatti salienti si stavano sviluppando più veloce del normale ma a Kisuke non destava il minimo interesse. Da parte sua il ragazzo Hatake non sembrava minimamente preoccupato o stupito da quella perentoria domanda, anzi tutt’altro, era entusiasta e piuttosto interessato a quella singolare ricerca. L’unico problema adesso era superare il statuto marcio del villaggio della foglia. Complicazioni burocratiche, permessi, archiviazioni, menzogne, tradimenti. Tutto inglobato nella parola “politica”. Comunque erano cose che dovevano essere superate egregiamente prima di intraprendere qualsiasi missione. Successivamente, il discorso si sarebbe portato sul lavoro di squadra, questo era ovvio. Il resto della conversazione poteva sembrare vana ma non era così. Sebbene fossero due chunin, quindi ninja con un peso di vita abbastanza alto e con un grado di esperienza elevato, non dovevano assolutamente dare per scontate le proprie abilità. Per questo bisognava parlarsi per mettere in atto piani, mosse etc..Ovviamente tutto questo ragionamento doveva essere fatto prima dell’inizio della delegazione, per fare in modo che potessero sapere di essere compatibili con il loro modo di combattere. Entrambi sapevano bene che il gioco di squadra all’interno della missione era di vitale importanza. Ambedue conoscevano appieno la difficoltà degli incarichi segreti a cui si richiedeva pieno successo, un semplice errore poteva costar loro la vita o peggio, la reputazione. Nella piovasco più totale, il ragazzo di grado chunin con la coda corvina attendeva di sentire il punto di vista del suo “nuovo compagno”. Sapeva che egli era favorevole nel intraprendere quella nuova avventura ma voleva sapere anche il suo pensiero prima di fare richiesta alla sede parlamentare di Konohagakure. Sebbene non capisse se il ragazzo lo era o ci faceva e basta, Kisuke rispose tranquillamente, assecondando perlopiù certe frasi del suo assistito.

• Beh.. Sasame – chan… Scusa, non ti ho chiesto se mi posso permettere questo tono confidenziale.. Non sono molto pratico in queste cose. Comunque sia, Akira è stato un mio vecchio compagno. So abbastanza cose su di lui più di quante tu possa immaginare, questo però non mette indubbio che anche tu lo conosca bene. Lo so che non sarà facile ma c’è qualcosa che devo dargli prima che se ne vada dal mondo terreno. Non ha niente a che fare con la sua abilità nel far innervosire le persone, credimi, e poi non sono quel tipo di persona.

~ Per superare lo scoglio del rumore prodotto dalla pioggia il Nara fu costretto ad alzare la voce di diversi toni rispetto al normale. Sebbene ne fosse l’ideatore, adesso la pioggia più che una sensazione piacevole stava diventando una scocciatura. Per fortuna che sapeva come farla smettere, dopotutto era una sua tecnica personale. Sebbene non potesse ancora definirla completa al 100% era comunque molto utile a volte. Formando l’unico sigillo richiesto per stoppare l’acquazzone situato oramai su tutta la zona del villaggio. Dopo aver raccolto la concentrazione necessaria, Kisuke alzò le mani al celo. L’oscurità si stava dileguando, la luce del sole stava pian piano sovrastando i tetti fradici del villaggio segreto di Konoha. Le nuvole si dissolsero come d’incanto, dietro il cielo azzurro iniziò a risplendere luminoso. Una patina acquatica copriva il tetto su cui riemergevano i due ragazzi. Stessa sorte era toccata alle altre abitazioni. Le gente timorosa per la pioggia appena passata stava uscendo alla spicciolata per le vie della cittadina. Il Nara abbassò le braccia, portandole parallele al corpo. Come un dio, egli poteva fare il bello e il brutto tempo. Volgendo lo sguardo verso il suo collega, la bestia nera sorrise.

• Eccoci qua. Mi sembra che la situazione climatica sia migliorata. Adesso possiamo parlare con più tranquillità. La mia idea è questa: Coprire la ricerca di Akira Uchiha con una caccia a dei delinquenti con taglie cospicue. Parliamo di cifre superiori ai millecinquecento ryo Sasame - chan. Non penso che questo compito sarà così difficile, invece per quanto riguarda la ricerca di Akira sarà tutt’altra cosa. Le alte sfere del villaggio ovviamente non dovranno sapere nulla sulle nostre intenzioni. Le pratiche burocratiche lasciale a me, intanto vediamo se possiamo trovare qualche indizio a casa sua. Non so se rimembri la sua abitazione, non è molto lontana da qui, ci metteremo poco.

~ Detto fatto. Appena concluse la frase si lasciò andare giù per il tetto come se si stesse tuffando in un grande mare situato poco sotto di lui. Anche se erano passati parecchi mesi dall’ultima volta che aveva visto la casa dell’Uchiha, rammentava ancora perfettamente l’itinerario per raggiungerla. Saltò di tetto in tetto, di palo in palo senza mai fermarsi. Passarono circa cinque minuti da quando erano partiti. Sasame gli era sempre stato affianco ed assieme, costeggiando la spalla dell’uno all’altro raggiunsero presto la casa del loro vecchio amico e compagno Uchiha Akira. La casetta era a schiera. Un tempo doveva esser stata molto accogliente. Ora di fronte a loro si mostrava una casa trascurata ed abbandonata. Le finestre bagnate per via della pioggia mostrava comunque un pesante strato di polvere celato all’interno dell’abitazione. Ragnatele spuntavano sotto l’intercapedine di quest’ultime e dell’ingresso. Era palese che lì non ci abitava nessuno da parecchio tempo. Facendo un cenno al suo compare, Kisuke si spinse in avanti fino a toccare la maniglia incrostata. Spalancata la porta un odore di umidità penetrò le sue narici. L’oscurità era padrona della casa. Gli spiragli di luce erano pochi ed inutili. La prima cosa da fare era quella di vedere se l’odore di Akira Uchiha era ancora presente in quei pochi metri quadrati. Portandosi la mano sinistra alla bocca vi posizionò il pollice fra i canini fino a creare un taglio abbastanza profondo da cui fuoriuscisse sangue. Appena vide il liquido carminio coprire gran parte del suo palmo capì che l’ingrediente primario per la tecnica del richiamo era pronto ad essere usato. Con una memoria infallibile compose i sigilli per richiamare la bestia con cui aveva stipulato il contratto qualche giorno prima. Il solo pensare che avesse imparato quella tecnica in così poco tempo era ancora più sorprendente del fatto stesso che avesse trovato un animale con cui suggellare un patto di sangue. Concentrato il chakra nella mano sinistra la posò con una forte intensità sul pavimento. Un denso fumo bianco riempì la stanza in cui stazionavano i due chunin della foglia. Probabilmente stranito, l’Hatake avrebbe capito solo una volta che si sarebbe dissolto il fumo dalla sua visuale. La voce se si sentì risuonare nell’aria era bassa e tenebrosa. Kisuke, che teneva già da prima lo sguardo verso il terreno non si sorprese di sentirsi chiamare.

» Kisuke... Dimmi.

~ Ai piedi dei due ragazzi adesso si poteva vedere un cagnolino stile bassotto, che a contrario di tutti gli altri cani poteva parlare, anzi l’aveva appena fatto. Sulla schiena possedeva un mantello blu scuro marchiato da un simbolo piuttosto allegorico. Di corporatura era molto esile e piuttosto minuta. A prima vista poteva sembrare un cane del tutto inutile ma non era così. Egli possedeva un fiuto fuori dal normale, anche tra i cani, e i suoi denti erano affilati come rasoi. Kisuke lo guardò con un misto di interesse e speranza.

• Pakkun, voglio che cerchi un qualsiasi oggetto al quale sia collegato l’odore di Akira Uchiha. La casa è in disuso da parecchio,sta attento.

~ Facendogli un cenno con la testa, il Nara congedò il cucciolo. Il manipolatore d’ombre guardò il compagno. La fortuna ora stava per avere un ruolo decisivo. Il ritorno del cane con qualcosa stretto nella mascella sarebbe stato più che soddisfacente.









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~DaTTe~
view post Posted on 23/7/2010, 20:41




mi sa che ora dovrò fermarmi per un po'.. xk inizia per me un periodo inguaiatissimo... devo lavorare e studiare per il test d'ingresso... e convivere con tutti gli altri apuntamenti mondani che l'estate richiede... quindi ti chiedo scusa ma ci fermeremo per un po' XD se troverò del tempo utile andremo avanti^^
 
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8 replies since 7/4/2010, 16:20   190 views
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