| † K y u b i » |
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≈ Konohagakure No Sato.
~ La conversazione si era sbloccata egregiamente. Tutto stava andando per il meglio, magari i fatti salienti si stavano sviluppando più veloce del normale ma a Kisuke non destava il minimo interesse. Da parte sua il ragazzo Hatake non sembrava minimamente preoccupato o stupito da quella perentoria domanda, anzi tutt’altro, era entusiasta e piuttosto interessato a quella singolare ricerca. L’unico problema adesso era superare il statuto marcio del villaggio della foglia. Complicazioni burocratiche, permessi, archiviazioni, menzogne, tradimenti. Tutto inglobato nella parola “politica”. Comunque erano cose che dovevano essere superate egregiamente prima di intraprendere qualsiasi missione. Successivamente, il discorso si sarebbe portato sul lavoro di squadra, questo era ovvio. Il resto della conversazione poteva sembrare vana ma non era così. Sebbene fossero due chunin, quindi ninja con un peso di vita abbastanza alto e con un grado di esperienza elevato, non dovevano assolutamente dare per scontate le proprie abilità. Per questo bisognava parlarsi per mettere in atto piani, mosse etc..Ovviamente tutto questo ragionamento doveva essere fatto prima dell’inizio della delegazione, per fare in modo che potessero sapere di essere compatibili con il loro modo di combattere. Entrambi sapevano bene che il gioco di squadra all’interno della missione era di vitale importanza. Ambedue conoscevano appieno la difficoltà degli incarichi segreti a cui si richiedeva pieno successo, un semplice errore poteva costar loro la vita o peggio, la reputazione. Nella piovasco più totale, il ragazzo di grado chunin con la coda corvina attendeva di sentire il punto di vista del suo “nuovo compagno”. Sapeva che egli era favorevole nel intraprendere quella nuova avventura ma voleva sapere anche il suo pensiero prima di fare richiesta alla sede parlamentare di Konohagakure. Sebbene non capisse se il ragazzo lo era o ci faceva e basta, Kisuke rispose tranquillamente, assecondando perlopiù certe frasi del suo assistito.
• Beh.. Sasame – chan… Scusa, non ti ho chiesto se mi posso permettere questo tono confidenziale.. Non sono molto pratico in queste cose. Comunque sia, Akira è stato un mio vecchio compagno. So abbastanza cose su di lui più di quante tu possa immaginare, questo però non mette indubbio che anche tu lo conosca bene. Lo so che non sarà facile ma c’è qualcosa che devo dargli prima che se ne vada dal mondo terreno. Non ha niente a che fare con la sua abilità nel far innervosire le persone, credimi, e poi non sono quel tipo di persona.
~ Per superare lo scoglio del rumore prodotto dalla pioggia il Nara fu costretto ad alzare la voce di diversi toni rispetto al normale. Sebbene ne fosse l’ideatore, adesso la pioggia più che una sensazione piacevole stava diventando una scocciatura. Per fortuna che sapeva come farla smettere, dopotutto era una sua tecnica personale. Sebbene non potesse ancora definirla completa al 100% era comunque molto utile a volte. Formando l’unico sigillo richiesto per stoppare l’acquazzone situato oramai su tutta la zona del villaggio. Dopo aver raccolto la concentrazione necessaria, Kisuke alzò le mani al celo. L’oscurità si stava dileguando, la luce del sole stava pian piano sovrastando i tetti fradici del villaggio segreto di Konoha. Le nuvole si dissolsero come d’incanto, dietro il cielo azzurro iniziò a risplendere luminoso. Una patina acquatica copriva il tetto su cui riemergevano i due ragazzi. Stessa sorte era toccata alle altre abitazioni. Le gente timorosa per la pioggia appena passata stava uscendo alla spicciolata per le vie della cittadina. Il Nara abbassò le braccia, portandole parallele al corpo. Come un dio, egli poteva fare il bello e il brutto tempo. Volgendo lo sguardo verso il suo collega, la bestia nera sorrise.
• Eccoci qua. Mi sembra che la situazione climatica sia migliorata. Adesso possiamo parlare con più tranquillità. La mia idea è questa: Coprire la ricerca di Akira Uchiha con una caccia a dei delinquenti con taglie cospicue. Parliamo di cifre superiori ai millecinquecento ryo Sasame - chan. Non penso che questo compito sarà così difficile, invece per quanto riguarda la ricerca di Akira sarà tutt’altra cosa. Le alte sfere del villaggio ovviamente non dovranno sapere nulla sulle nostre intenzioni. Le pratiche burocratiche lasciale a me, intanto vediamo se possiamo trovare qualche indizio a casa sua. Non so se rimembri la sua abitazione, non è molto lontana da qui, ci metteremo poco.
~ Detto fatto. Appena concluse la frase si lasciò andare giù per il tetto come se si stesse tuffando in un grande mare situato poco sotto di lui. Anche se erano passati parecchi mesi dall’ultima volta che aveva visto la casa dell’Uchiha, rammentava ancora perfettamente l’itinerario per raggiungerla. Saltò di tetto in tetto, di palo in palo senza mai fermarsi. Passarono circa cinque minuti da quando erano partiti. Sasame gli era sempre stato affianco ed assieme, costeggiando la spalla dell’uno all’altro raggiunsero presto la casa del loro vecchio amico e compagno Uchiha Akira. La casetta era a schiera. Un tempo doveva esser stata molto accogliente. Ora di fronte a loro si mostrava una casa trascurata ed abbandonata. Le finestre bagnate per via della pioggia mostrava comunque un pesante strato di polvere celato all’interno dell’abitazione. Ragnatele spuntavano sotto l’intercapedine di quest’ultime e dell’ingresso. Era palese che lì non ci abitava nessuno da parecchio tempo. Facendo un cenno al suo compare, Kisuke si spinse in avanti fino a toccare la maniglia incrostata. Spalancata la porta un odore di umidità penetrò le sue narici. L’oscurità era padrona della casa. Gli spiragli di luce erano pochi ed inutili. La prima cosa da fare era quella di vedere se l’odore di Akira Uchiha era ancora presente in quei pochi metri quadrati. Portandosi la mano sinistra alla bocca vi posizionò il pollice fra i canini fino a creare un taglio abbastanza profondo da cui fuoriuscisse sangue. Appena vide il liquido carminio coprire gran parte del suo palmo capì che l’ingrediente primario per la tecnica del richiamo era pronto ad essere usato. Con una memoria infallibile compose i sigilli per richiamare la bestia con cui aveva stipulato il contratto qualche giorno prima. Il solo pensare che avesse imparato quella tecnica in così poco tempo era ancora più sorprendente del fatto stesso che avesse trovato un animale con cui suggellare un patto di sangue. Concentrato il chakra nella mano sinistra la posò con una forte intensità sul pavimento. Un denso fumo bianco riempì la stanza in cui stazionavano i due chunin della foglia. Probabilmente stranito, l’Hatake avrebbe capito solo una volta che si sarebbe dissolto il fumo dalla sua visuale. La voce se si sentì risuonare nell’aria era bassa e tenebrosa. Kisuke, che teneva già da prima lo sguardo verso il terreno non si sorprese di sentirsi chiamare.
» Kisuke... Dimmi.
~ Ai piedi dei due ragazzi adesso si poteva vedere un cagnolino stile bassotto, che a contrario di tutti gli altri cani poteva parlare, anzi l’aveva appena fatto. Sulla schiena possedeva un mantello blu scuro marchiato da un simbolo piuttosto allegorico. Di corporatura era molto esile e piuttosto minuta. A prima vista poteva sembrare un cane del tutto inutile ma non era così. Egli possedeva un fiuto fuori dal normale, anche tra i cani, e i suoi denti erano affilati come rasoi. Kisuke lo guardò con un misto di interesse e speranza.
• Pakkun, voglio che cerchi un qualsiasi oggetto al quale sia collegato l’odore di Akira Uchiha. La casa è in disuso da parecchio,sta attento.
~ Facendogli un cenno con la testa, il Nara congedò il cucciolo. Il manipolatore d’ombre guardò il compagno. La fortuna ora stava per avere un ruolo decisivo. Il ritorno del cane con qualcosa stretto nella mascella sarebbe stato più che soddisfacente.
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