| ~Sangue~ |
| | Parlato/Scritto da AltriParlatoPensatoPensato dalla Mente IrrazionaleOnomatopee
~Una Curiosa Iniziativa
»Sunagakure. Ore 6:30 a 8:40.
Lacrime amare scorrevano lungo il suo viso, rigando la perfezione che sembrava essere racchiusa in esso. Gli occhi, semi iniettati di sangue, guizzavano a destra ed a manca, alla ricerca di un conforto che paia umano. Perché la sua mente, al solito, aveva ideato un terribile scherzetto, che l’aveva fatta destare con un notevole mal di testa. Le memorie obnubilate erano tornate.
[…]
Una ragazza intorno ai quattordici hanni guarda, spaesata, la figura divina che le si para dinnanzi. E’ così bello, aitante, che non è in grado di concepirlo. Doveva essere l’ente perfetto rappresentativo di un’idea ancor più elevata e trascendente. E lei non è ad un livello di sviluppo intellettivo tale da esser degna di lui. Scoppia in lacrime, poiché la sua mente irrazionale ha ripreso il sopravvento, e cerca il conforto del caldo corpo del sensei. Ma nulla arriva. Ah, quant’è stata sciocca a credere che un tale eroe si possa interessare di uno sgorbio. Si alza con quel po’ di dignità che le resta, abbandonando ogni pensiero ed ogni amore lì, sul posto. Torna a casa, dove spera nel conforto del padre, ma sa che non potrà più amare persona altra del maestro che ha risvegliato nel suo cuore la gentilezza.
[…]
Un moto di disperazione soffocò la ragazza, accompagnato da un giramento di testa ed un conato di vomito. Si era alzata troppo in fretta. I piedi nudi soffrivano il freddo del pavimento washitsu, caratterizzato da otto tatami, tappeti soffici dalle dimensioni di 180x90 centimetri. Il colore era di un anormale colore beige, scelto proprio perché non comune. L’infelice era dotata di un carattere particolare, che le forniva una naturale predisposizione per tutto ciò che è lunatico, strano o, quantomeno, particolare. Aveva cambiato casa, separandosi dal suo sene, sperando in tal modo di non procurargli più dolore. Mai scelta fu più sbagliata ed impopolare, causando nel vecchio padre un dolore al cuore che era risultato quasi insopportabile. Fortunatamente era intervenuta una nuova donna a soddisfare le sue voglie, la quale faceva funzione di moglie e figlia contemporaneamente. La sunese era conscia che si trattava di un ripiego, ma era stato anche il passo fondamentale per troncare i rapporti con quello che riteneva la figura di riferimento, il faro della sua vita. E dunque eccola, sola, sconsolata e piangente nel suo grande appartamento, ultimo regalo del padre, mentre trascinava i piedi intirizziti verso il bagno. Questa doppia stanza, almeno questa, era in linea con lo stile giapponese: era composta da due luoghi fondamentali, la toilette e l’ofuro. Quest’ultimo era il bagno vero e proprio, caratterizzato da una cabina impermeabile monoblocco, dotata del sistema di erogazione e riscaldamento dell’acqua. Entrò nel primo ambiente ed aprì la calda doccia, con i capelli rossi che le arrivavano fino alle cosce. Quant’era stata stupida nella sua vita, aveva abbandonato così tante occasioni che lo stesso fato si era rifiutato di fornirgliene di nuove. Era fuggita dal suo amore, poi dal suo sogno, poi dal suo punto di riferimento. Purtroppo non c’era modo di sfuggire alla sua immanente mente, divisa in due parti, alternativamente sveglie o dormienti. Chiuse con un movimento lento e stanco l’acqua, dopo aver riflettuto una decina di minuti. Ricoprì in fretta il suo corpo ignudo con vestiti da grande occasione, maglietta e jeans, per intenderci, rosso-sabbia, pieni di spirito nazionalista, con sopra una scritta a dir poco ridicola: Io amo Suna. La parola “Amo” era scritta sotto forma di cuore, secondo ogni regola del cattivo gusto e costume. Inoltre, la T-shirt era di un paio più misure più grande del normale, cosicché sembrava una sfollata che aveva passato la notte sotto la pioggia. Avrebbe scommesso un’ingente somma di denaro, ed avrebbe vinto, sul fatto che il suo aspetto era in grado di mettere paura anche allo shinobi più intraprendente. Toc Toc Udì bussare alla porta una, due, tre volte, ma rimase immobile, pallida, perché dalla lussuosa finestrella di legno bianco che dava sulla strada, aveva facilmente visto chi si era avvicinato. Aveva una divisa blu, un cappello stile vigilante ed una borsa da lavoro che pendeva da una spalla, sbattendo ritmicamente ad un’anca.
Kawazu, ehi Kawazu? -Che c’è?!? Postino!
Le battute di un divertente siparietto comico le erano riaffiorate, o meglio, erano state letteralmente trascinate, in mente. La sua più grande paura, ciò che le poteva fare più male, aveva bussato sulla porta di casa. L’ennesima occasione o delusione? Forse dipendeva solo dalla sua volontà, in fondo, ma non avrebbe risposto presente. Non lì, non in quelle condizioni, non in quel momento. Cercò di vestirsi il più rapidamente possibile, batté ogni record, ma l’uomo in divisa era ormai lontano. Eppure, dalla camminata, dal saltellare, sembrava più leggero, privato di un peso. Per un attimo le riportò alla mente il padre… E fu allora che la vide: la lettera, lanciata sotto la porta, che sbucava appariscente in quel micro-universo monotono. La lesse e la rilesse, più volte, pensando a ciò che era il passato. Aveva detto, un tempo, che era necessario pensare solo al presente [ciò che è stato, è stato, non ha senso rivangare, ciò che sarà, è futuro e viene deciso nel presente, che è dunque l’unica cosa su cui dobbiamo riflettere] ed ora aveva deciso di riprendere la sua filosofia. La lettera citava le seguenti parole di un messia salvatore:
Nonostante la recidività mostrata nel fallire gli appuntamenti importanti, l’Accademia di Suna ha deciso di darle l’ennesima opportunità, sperando di raccoglierne, un giorno, i frutti. Pertanto, il suo Senpai ed i sui compagni l’attendono nell’Aula 12 dell’Accademia del Sunagakure, alle ore otto in punto, in data diciannove Marzo. Suna Ninja Training School.
Ed alle 8, ella, naturalmente, non era presente. Nella sua mente il ritardo era presenza fondante, tanto che neanche alle 8:20 era presente. In volata, veloce come una quasi- kunoichi, percorse i vari kilometri che separavano la sua casa, nella periferia del villaggio, al margine protetto dalle mura, dall’accademia. Dopo dieci minuti di corsa giunse trafelata e disperata. Quale strano scherzo del destino o, più probabilmente, della fatica, le fece apparire l’immagine del vecchio padre, che parlava con un Jonin del villaggio. Entrambi camminavano rapidi ed ella era ormai troppo stanca per inseguire un’ingannevole visione. Attese altri cinque minuti, in modo tale da potersi ricomporsi e presentarsi in modo decente all’ennesima cacciata dall’accademia. Arrivò di fronte all’aula, bussò timidamente varie volte, finchè capì che non c’era nessuno con un’ autorità tale da poter urlare “avanti” dall’altra parte. Preso coraggio, entrò, trovandosi di fronte un giovane. Doveva avere circa tre anni in più di lei, era molto alto, le sembrava strafottente e fumava come neanche un adulto doveva fare. In realtà l’ultima riflessione era dovuta ad una sua intolleranza al gas nocivo emesso dalle sigarette e la penultima era una logica conseguenza della successiva, secondo il suo tipico schema mentale del caos. Lo guardò negli occhi appena poté, fulminandolo con uno sguardo di rimprovero che era più eloquente di mille parole. Avrebbe disapprovato, però, in altre occasioni, non di certo in un’accademia dove ormai doveva essere nota per le sue trasgressioni. Dunque, si sedette, con la chioma rossa che toccava quasi terra, causando sommo ribrezzo della giovane, ed attese il sensei, sperando di non incappare nel suo amore.CITAZIONE ~Status
Grado: Studente Energia: Gialla Chakra: 100/100 Condizione Mentale: Pronto Condizione Fisica: Illeso
~Armi ed Equipaggiamento
Shuriken 3/3 Kunai 2/2 Flash 1/1 Pugnale di Idate 1/1
†Edit: Come detto ieri, oggi ho aggiunto gli HTML, per tre volte visto che mi si chiude internet. La parola era ufficialmente "recidività". Spero di non dover usare altre proroghe, anche se il 14 parto e quindi la dovrò utilizzare quasi sicuramente. Detto questo, mi scuso per il ritardo. Buon Corso. Edited by ~Sangue~ - 22/3/2010, 15:15
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