CITAZIONE Ragazzi, sono entrato all'interno di questo allenamento per motivi di Bg. Contate che ho stilato un post autoconclusivo nei confronti di Bash per una questione di mera necessità! Ovviamente ci siamo messi d'accordo al riguardo. D'ora in poi ognuno ruolerà il proprio Pg. Ah, spero che, dato che scriverò sette post, un minimo di Ryo ed Exp vadano anche a me. Infine, solo per questo post non inserirò le armi (eccetto la Katana), dato che sto aggiornando la scheda, e le armi sono tutte da moddare. Buona lettura!
1° Capitolo:"Il rapimento!"
Nella sfuggevolezza della notte adorava insinuarsi. Vagava acceso da vecchi e nuovi rancori alla ricerca delle sue prede. Nel villaggio della foglia, nella sua inviolata foresta, quel ragazzo giocava a fare l'assassino. Furono le grida di dolore di un bambino ad attirarlo in quel luogo, mugolii di dolore. Si stava godendo da una buona distanza, celato nel manto di una nobile quercia, una gustosa tortura. Un uomo adulto voleva addestrare il suo pargolo, il quale con ostinazione non gettava la spugna. «Quell'uomo è un incapace, come pensa di far migliorare il moccioso picchiandolo in quella maniera. Però è da dire che il ragazzino non si arrende, non ha paura. Fammi vedere bene, sbaglio o nel gruppetto c'è anche un cagnolino, dunque davanti a me c'è una famigliola di Inuzuka! Interessante, mi piace quel moccioso, e se ci pensassi io ad addestrarlo alla mia maniera? Ho assoluto bisogno di un infiltrato, uno schiavo di preciso. Uno che obbedisca ciecamente ai miei ordini. Quando sarò fuori da questo schifoso villaggio quel ragazzino e il suo cane potrebbero farmi comodo dall'interno, lo farò diventare un perfetto assassino! Ma sarà in grado? Mha, se si rivelerà inadeguato, un incapace, lo ucciderò!», pensò dentro sé l'Uchiha. Egli stette ad osservare quel simpatico spettacolino per ancora molto tempo, sino a che i due non conclusero, tornando nella propria dimora poco dopo. Li pedinava da lunga distanza, doveva stare attento alla figura adulta, probabilmente si trattava di un Jonin.
Era immobile come un blocco di pietra. Da ormai parecchie ore Mitsurugi era appostato sulla cima di un arbusto in attesa che all'interno di quella casa non ronzasse neanche una mosca. Il cuore della notte pulsava con flemma, era il momento di agire. Aveva individuato molto facilmente la camera del bambino, l'arredamento ambiguo lo si denotava attraverso i vetri della finestra. Dunque con un leggero balzo planò sul freddo terreno, si guardò intorno con circospezione, e dopo tre silenziosi salti si ritrovo sul tetto del focolare. Sotto di lui la camera, non esitò ancora. Si sporse con il busto verso il vuoto, ancora i piedi sostavano sulle tegole. Dalla scomoda posizione a testa in giù afferrò un Kunai dalla sacca porta-oggetti, utilizzandolo per forzare il vetro. Era riuscito a scrostarlo quasi interamente, lacerandolo alle estremità. un gioco da ragazzi. Dopodiché lo afferrò, con la forza degli addominali tornò in posizione eretta sul tetto, ed infine appoggiò su di questo la vetrata. Come un ladro si insinuò all'interno della camerata, ma qualcosa non era andato secondo i piani. Il cucciolo del moccioso, sdraiato vicino la finestra, si stava svegliando, ed aveva visto l'Uchiha. Quest'ultimo dovette muoversi rapidamente, e proprio come una freccia, veloce ed efficace, colpì, con l'impugnatura della sua Katana, il cranio della bestiolina, facendola svenire. A quel punto con i suoi occhi oscuri prese a contemplare la piccola sagoma raggomitolata tra le morbide lenzuola, dunque dopo pochi passi si ritrovò dinnanzi essa. Puntò il Kunai, impugnato sulla mano destra, sulla gola del moccioso, svegliandolo grazie alla mano sinistra, posata sulla piccola bocca. Mitsurugi gli aveva impedito di respirare al meglio, in quel modo egli dovette svegliarsi subitamente, in più, sempre grazie a quella mano, evitava di farlo gridare dall'agitazione. «Ti avverto, se fiati con questa lama prima ti sgozzo e subito dopo ti riduco in brandelli, per poi spargere pezzi della tua carne in tutta la stanza, così quando i tuoi genitori verranno a darti il buongiorno non sapranno più dove guardare! Non ti sto prendendo in giro, non credo ti convenga mettermi alla prova per verificare l'attendibilità delle mie parole. Ora alzati, e prendi un foglio e una penna», sussurrò l'Uchiha non appena il pivello apri gli occhietti. A quel punto l'assassino sollevò la mano mancina dalla bocca del ragazzino, lasciando comunque il Kunai puntato sulla gola, mentre quest'ultimo si sollevò con calma, tremolante e impaurito, dirigendosi verso la sua piccola scrivania. Spalancò un cassetto e ne estrasse il materiale richiesto, per poi adagiarlo sul piano orizzontale di legno chiaro. «Devi scrivere una lettera a tuo padre. Dovrai dire di aver deciso di cimentarti in un allenamento solitario, che ne senti l'esigenza e che non deve venirti a cercare perché è una tappa fondamentale della tua vita. Assicuralo sul fatto che te la saprai cavare e che tornerai tra una settimana esatta. Ah, e aggiungi che hai smontato la finestra per esercitarti sulle azioni silenziose e che sei fuggito da essa per non far rumore appunto. Avanti, sbrigati!», ordinò Mitsurugi. Il bimbetto non mosse ciglio, eseguendo gli ordini come un bravo soldato. Durante l'operare di quest'ultimo il bellico non si fece sfuggire una parola scritta, doveva assolutamente controllare che non scrivesse nulla di compromettente. La lettera era finita. E proprio nel momento in cui l'Inuzuka stette per posare la penna sul tavolo l'Uchiha lo colpì con una gomitata dietro la nuca, facendo perdere i sensi anche a lui. «Perfetto. Possiamo andare», pensò dentro sé. A quel punto si caricò il moccioso sulla spalla destra, mentre con l'altra mano afferrò il cagnolino, per poi dileguarsi dalla finestra infine.
Si allontanò parecchio, inoltrandosi nel cuore della foresta del villaggio della foglia. Una volta arrivato adagiò i due corpicini sul terreno, vicino un albero, mentre lui si poggiò di spalle all'arbusto di fronte, in attesa che quelli si risvegliassero. Il primo fu il cane, che iniziò ad abbagliare, e proprio grazie a quel suo ululare ad intermittenza si allontanò dal mondo dei sogni anche il suo padroncino. Lo sguardo di questo risultava essere assai scombussolato a causa della botta presa, e l'Uchiha, onde evitare noiose e molteplici domande da par sua, decise di spiegare tutto in una volta. «Ragazzino, il motivo per cui sei qui è semplice, voglio addestrarti. Questo non perché mi sei simpatico ma perché ti ho visto ieri con tuo padre, e mi è piaciuto il tuo modo di comportarti. Sei debole, te lo dico subito. Sei eccessivamente impulsivo, e questa cosa non mi piace, e ti assicuro che qua fuori moriresti molto presto. Ovviamente vorrò qualcosa in cambio, non perdo tempo inutilmente. Io desiderò la tua cieca fedeltà, dovrai obbedirmi. Una volta che sarai divenuto forte ho intenzione di averti come soldato, questo è l'obiettivo, ed ecco il motivo delle due pretese precedenti. Devi sapere che molti pagherebbero oro per un opportunità simile, sai, sono molto conosciuto in questo villaggio, molto temuto. Dopo le prossime parole noi saremo uniti da una sorta di legame, tienilo a mente. Io ho ucciso già due Shinobi, te lo dico, sono pericoloso! Da questo momento in poi sei vincolato, almeno sino a quando vivrai all'interno di questo villaggio. Se qualcuno verrà a conoscenza di questa informazione io saprò che sarai stato tu. Ti verrò a cercare e poi ti ucciderò, facendoti soffrire atrocemente, e poi ucciderò tutta la tua famiglia. Bene. Dimmi che vuoi fare, accetti la preziosa opportunità di divenire un ninja potente e temuto? Accetti le mie iniziali condizioni, ragazzino? Se non sei d'accordo puoi benissimo tornartene a casa con la tua bestiola, tenendo sempre a mente quel famoso legame valente la tua vita, oppure possiamo iniziare l'allenamento. Incominciando a prendere un Kunai e infilzandoti la mano sinistra. Per poi fare venti flessioni solamente sulla mano ferita ed infine mostrarmi le tue abilità nel controllo del Chakra usufruendo dell'ambiente circostante. A te la scelta! Ah, un ultima cosa, un informazione che solitamente non conferisco a nessuno. Il mio nome è Mitsurugi, discendente del rinomato Clan Uchiha, una famiglia che certamente conosci alla perfezione!», affermò con tono freddo l'assassino. Il bambino era rimasto seduto per tutta la durata del monologo, mentre a cinque metri di distanza di stanziava il giovane Uchiha, il quale era intento a scrutare, con gli occhi ancora neri, il viso del ragazzino. La solita impassibilità colorava il suo venusto viso, incuteva timore. Attendeva la risposta del moccioso, questa volta la fretta non lo rincorreva, gradiva un rivolgimento abbastanza lungo e motivato, che fosse susseguito dall'esecuzione dei suoi ordini, conseguenza scaturita dall'accettazione dell'allettante proposta.
| Grado: Genin Energia: Verde Chakra: 200/200 Condizione Mentale: Gelido Condizione Fisica: Illeso Consumi:- Recuperi:- Slot 0/2:- Techiche 0/1:- Bonus:- Malus:-
~Armi ed Equipaggiamento
Katana 1/1 Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3 Custodia Porta Armi 1/1 |
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