Duro allenamento?, Allenamento energia verde

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Bash.
view post Posted on 10/2/2010, 17:10




CITAZIONE
Questo è il primo post per l'energia verde. Ringrazio anticipatamente tutti coloro che vorranno leggere il mio allenamento. Se tutto va come prestabilito in separata sede, dovrebbe fare la sua apparizione un personaggio attualmente giocante. Spero si possa perchè sarebbe importante per il BackGround del mio pg. Ci tengo a sottolineare che non inserirò gli stats del mio pg a meno che non si tratti di cose particolari poichè li ritengo superflui nell'allenamento. Enjoy green!





Walkin' DisasterE ra pomeriggio e il sole illuminava le ripide rocce e i cristallini specchi acquatici. Il vento soffiava dolcemente sotto i rami degli alberi mentre piccoli uccellini svolazzavano canterini in ogni dove, accompagnati dalle forti, e delicate nello stesso tempo, correnti calde. I fiori venivano letteralmente assaliti dai piccoli insetti ghiotti di nettare, mentre piccoli mammiferi mattinieri camminava ancora intontiti dal lungo sonno. La primavera era inoltrata e sembrava che i giorni durassero molto più di ventiquattro ore, permettendo a chiunque di riflettere sul da farsi. Tutti approfittavano di quelle giornate per andare con gli amici o i parenti a fare delle belle scampagnate o picnic in compagnia, sotto il sole occasionalmente coperto dalle candide nuvole del mattino, ma c’è anche chi ne approfitta per allenarsi senza sosta con l’intento di migliorare sempre più. Il giorno sorrideva al giovane pupetto Inuzuka che pronto ad intraprendere un duro allenamento, non stava più nella pelle, credendo che si trattasse del fatidico addestramento in cui avrebbe finalmente appreso la leggendaria tecnica che il suo clan tramanda a tutte le generazioni. Era eccitatissimo all’idea e quando il padre uscì finalmente dalla loro dimora per posizionarsi di fronte a lui, non riuscì a trattenere le parole.
«Padre, per quale motivo oggi ci alleniamo?» chiese fingendo di non sospettarlo «forse il clan vi ha dato l’ordine di insegnarmi una qualche tecnica?» domandò nuovamente alludendo alla fantastica tecnica che desiderava ardentemente. Gli occhi gli si illuminarono quando vide la bocca del genitore muoversi, tuttavia quelle parole lo delusero non poco. Era un semplice allenamento, uno dei tanti che aveva sostenuto anche da piccolo. Non ne poteva più. Lanciò una occhiata al piccolo cucciolo, e poi ritornò a fissare gli iridi del padre, scocciato.
«Per quale motivo non mi addestrate per apprendere la tecnica di famiglia? Perché? Non sono forse ancora pronto? Ho sostenuto decine e decine di allenamenti, duelli su duelli e ancora non volete assecondare le mie richieste ed insegnarmi il nostro jutsu?» il padre chiuse gli occhi con un sorrisino compiaciuto, poi li riaprì. I suoi non erano più occhi normali, anzi, avevano un che di animalesco, di selvaggio, e li posava sulla figura del figliolo, così impaziente da quasi fargli provare un innato piacere.
«Vedi…» incominciò il padre «la tua impazienza è ammirevole, nonché mi sembra di capire che ti ritieni sufficientemente all’altezza per apprendere il justsu…Lo vedremo. Se porterai a buon fine anche questo allenamento senza dubbio ti addestrerò finché non avrai appreso la tecnica alla perfezione. Preparati, perché non ci andrò affatto leggero con te. Anzi.» asserì deciso il padre dagli occhi turchini, stanchi. Poi sparì in una nube di fumo bianco. Non c’era più nulla di lui, era completamente scomparso. Natsu si mise in posizione, consapevole che il padre sarebbe spuntato da un momento all’altro per attaccarlo. Fokushi si mise ad abbaiare e saltò dentro al cappuccio del giovine brizzolato, giusto in tempo per distrarlo, permettendo al padre di spuntare dal terreno, accompagnato dal potente rumore della terra che si infrange, e affondare un potente pugno sullo stomaco del figlio. Il braccio muscoloso si estese completamente e il giovane, stordito rimase piegato per quasi un minuto, sbavando e lamentandosi. Che scena pietosa.
«Troppo lento e ti distrai per qualsiasi cosa. In un vero duello saresti già morto. Se io avessi usato un’arma di te sarebbe rimasto solamente un cadavere distrutto in mille pezzi. Ora, tira un pugno, qui.» disse puntando l’indice sulla sua guancia destra. «Con tutta la potenz…» il figlio non attese momento alcuno, e in un qualche modo irato, sganciò un potentissimo mancino sotto allo zigomo del genitore, che rimase interdetto pochi secondi. Accennò un sorriso e scostò l’ossuta mano del figlio dalla gota appena colpita. La massaggiò delicatamente come si con un delicato fiore di campo e senza permettere al figlio di parlare, alzò la mano, aperta, e schiaffeggiò il figlio, scaraventandolo via. Il piccolo cucciolo, accortosi delle intenzioni del genitore del padroncino saltò fuori e salì sulla spalla di Kaikezen, il padre di Natsu, che lo accarezzò dolcemente.
Il figlio si rialzò rintontito dal poderoso ceffone subìto, e guardo con occhi di fuoco il padre e riparti alla carica non curandosi del metallico sapore di sangue che aveva nella bocca. Il genitore sorrise ancora e vedendo il pugno del figlio mirare nuovamente alla guancia destra, afferrò la mano del piccolo guerriero e lo fece volare sopra la propria testa, scattò in aria e con una rovesciata da goleador colpì in pieno lo stomaco del figlio, facendolo sbattere gravemente a terra, ove la soffice erba raggruppata in pochi punti, attutì chiaramente la caduta. Coff! Era il rumore che continuava a tormentare le orecchie di Kaikezen. Il figlio, distrutto da quell’allenamento che aveva appena avuto inizio, si voltò verso il genitore, irato.
«Qual è lo scopo di questo allenamento? Non faccio altro che prenderle! Mi stai massacrando di botte…» non riuscì nemmeno a concludere il discorso che il padre ripartì più veloce della luce contro la prole, nel tentativo di colpire con un potente destro il volto della piccola vittima. Gli occhi del pupetto si chiusero dallo spavento, ma poi si riaprirono immediatamente.
“Non posso sempre stare fermo dalla paura quando mi sta per colpire, ma devo reagire. Reagisci. REAGISCI!” il pugno era a pochi centimetri, ma il giovane non si fece trovare impreparato, e mai più sarebbe successo. Portò celermente i due braccini all’altezza del volto e parò così il colpo che nonostante tutti i suoi sforzi per rimanere immobile, lo fece arretrare di alcuni metri. Prima che lo strascichio si concludesse e il padre eseguisse una qualsiasi altra mossa, il giovane fece leva sul braccio del genitore, sufficientemente robusto da sostenerlo, e sferrò un poderoso calcio a metà dello sterno, poi, notando di averlo fatto arretrare un pochino, appoggiò entrambe le mani a terra e provo con un doppio calcio a sforbiciata dal basso all’alto, e riuscì ancora una volta a colpire il padre. Si volto e purtroppo della sagoma del genitore era rimasto solamente Fokushi che lo guardava seduto circa un metro da lui. Si accorse che era troppo tardi ormai, nonostante avesse capito tutto quanto. Tutto. Il genitore apparve da sotto il terreno accompagnato nuovamente da quel fragoroso rumore e sferrò una potente spazzata al figlio che cadde, fin poco sorpreso, e si spostò alla sua destra concludendo l’esercitazione con un leggerissimo pugno sulle costole del pupetto, che gemette sottovoce.
«Per oggi abbiamo finito con il duello, ora ti insegnerò a combattere solo con il kumite. Preparati perché il karate si impara con l’esperienza e poi sei tu che devi interpretarlo. Ricorda» appoggiò il dito indice sulla fronte del figlio «le arti marziali sono tutto quello che più prezioso hai nel mondo dei ninja. Senza le arti marziali non esiste ninja che tenga. Ora rispondi a questa domanda.» il pupetto annuì «Tra due guerrieri armati qual è quello che avrà la meglio?» il giovane, capendo che si trattava di un tranello rispose con sicurezza. «Quello più bravo con le arti marziali!» Il padre scoppiò a ridere e lo guardo con amore «Idiota! Vince chi ha l’arma più affilata! Vedi. Non sei capace di spaziare rapidamente con i pensieri toccando altri argomenti. Imparerai con il tempo, ma prima apprendi ciò, meglio sarà per te. Ed ora fai cento giri della casa in verticale. Rinforzerai il tuo corpo!» poi si voltò ed entrò in casa, mentre il giovane e il suo cucciolo rimasero fuori.
Il ragazzino fece i giri della casa e quando ebbe finito si era già fatto tardi. Il cielo stellato lo fissava dall’alto mentre una opaca luna illuminava fiocamente tutto ciò che incontrava con il suo sguardo. Era stanco tremendamente stanco e il solo pensiero che il giorno seguente sarebbe stato ancora più duro di quello corrente si sentiva ancora più stanco. «Fokushi, torniamo dentro. Domani sarà una giornata molto, molto lunga.» Foku abbaiò e insieme, uno affianco all’altro rientrarono nell’ospitale dimora dove consumarono un rapido pasto a base di pesce e andarono a dormire, in parte eccitati dall’allenamento, in parte spaventati. Quando furono entrambi avvolti dal mondo di Morfeo, il padre premuroso, aprì leggermente il tatami scorrevole e guardò sorridente il figlio e il suo cucciolo.
«Sarà una settimana intensa, povero me…»




 
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Dirge
view post Posted on 28/2/2010, 19:31







CITAZIONE
Ragazzi, sono entrato all'interno di questo allenamento per motivi di Bg. Contate che ho stilato un post autoconclusivo nei confronti di Bash per una questione di mera necessità! Ovviamente ci siamo messi d'accordo al riguardo. D'ora in poi ognuno ruolerà il proprio Pg. Ah, spero che, dato che scriverò sette post, un minimo di Ryo ed Exp vadano anche a me. Infine, solo per questo post non inserirò le armi (eccetto la Katana), dato che sto aggiornando la scheda, e le armi sono tutte da moddare. Buona lettura!

1° Capitolo:"Il rapimento!"




Nella sfuggevolezza della notte adorava insinuarsi. Vagava acceso da vecchi e nuovi rancori alla ricerca delle sue prede. Nel villaggio della foglia, nella sua inviolata foresta, quel ragazzo giocava a fare l'assassino. Furono le grida di dolore di un bambino ad attirarlo in quel luogo, mugolii di dolore. Si stava godendo da una buona distanza, celato nel manto di una nobile quercia, una gustosa tortura. Un uomo adulto voleva addestrare il suo pargolo, il quale con ostinazione non gettava la spugna.
«Quell'uomo è un incapace, come pensa di far migliorare il moccioso picchiandolo in quella maniera. Però è da dire che il ragazzino non si arrende, non ha paura. Fammi vedere bene, sbaglio o nel gruppetto c'è anche un cagnolino, dunque davanti a me c'è una famigliola di Inuzuka! Interessante, mi piace quel moccioso, e se ci pensassi io ad addestrarlo alla mia maniera? Ho assoluto bisogno di un infiltrato, uno schiavo di preciso. Uno che obbedisca ciecamente ai miei ordini. Quando sarò fuori da questo schifoso villaggio quel ragazzino e il suo cane potrebbero farmi comodo dall'interno, lo farò diventare un perfetto assassino! Ma sarà in grado? Mha, se si rivelerà inadeguato, un incapace, lo ucciderò!», pensò dentro sé l'Uchiha.
Egli stette ad osservare quel simpatico spettacolino per ancora molto tempo, sino a che i due non conclusero, tornando nella propria dimora poco dopo. Li pedinava da lunga distanza, doveva stare attento alla figura adulta, probabilmente si trattava di un Jonin.

Era immobile come un blocco di pietra. Da ormai parecchie ore Mitsurugi era appostato sulla cima di un arbusto in attesa che all'interno di quella casa non ronzasse neanche una mosca. Il cuore della notte pulsava con flemma, era il momento di agire. Aveva individuato molto facilmente la camera del bambino, l'arredamento ambiguo lo si denotava attraverso i vetri della finestra. Dunque con un leggero balzo planò sul freddo terreno, si guardò intorno con circospezione, e dopo tre silenziosi salti si ritrovo sul tetto del focolare. Sotto di lui la camera, non esitò ancora. Si sporse con il busto verso il vuoto, ancora i piedi sostavano sulle tegole. Dalla scomoda posizione a testa in giù afferrò un Kunai dalla sacca porta-oggetti, utilizzandolo per forzare il vetro. Era riuscito a scrostarlo quasi interamente, lacerandolo alle estremità. un gioco da ragazzi. Dopodiché lo afferrò, con la forza degli addominali tornò in posizione eretta sul tetto, ed infine appoggiò su di questo la vetrata. Come un ladro si insinuò all'interno della camerata, ma qualcosa non era andato secondo i piani. Il cucciolo del moccioso, sdraiato vicino la finestra, si stava svegliando, ed aveva visto l'Uchiha. Quest'ultimo dovette muoversi rapidamente, e proprio come una freccia, veloce ed efficace, colpì, con l'impugnatura della sua Katana, il cranio della bestiolina, facendola svenire. A quel punto con i suoi occhi oscuri prese a contemplare la piccola sagoma raggomitolata tra le morbide lenzuola, dunque dopo pochi passi si ritrovò dinnanzi essa. Puntò il Kunai, impugnato sulla mano destra, sulla gola del moccioso, svegliandolo grazie alla mano sinistra, posata sulla piccola bocca. Mitsurugi gli aveva impedito di respirare al meglio, in quel modo egli dovette svegliarsi subitamente, in più, sempre grazie a quella mano, evitava di farlo gridare dall'agitazione.
«Ti avverto, se fiati con questa lama prima ti sgozzo e subito dopo ti riduco in brandelli, per poi spargere pezzi della tua carne in tutta la stanza, così quando i tuoi genitori verranno a darti il buongiorno non sapranno più dove guardare! Non ti sto prendendo in giro, non credo ti convenga mettermi alla prova per verificare l'attendibilità delle mie parole. Ora alzati, e prendi un foglio e una penna», sussurrò l'Uchiha non appena il pivello apri gli occhietti.
A quel punto l'assassino sollevò la mano mancina dalla bocca del ragazzino, lasciando comunque il Kunai puntato sulla gola, mentre quest'ultimo si sollevò con calma, tremolante e impaurito, dirigendosi verso la sua piccola scrivania. Spalancò un cassetto e ne estrasse il materiale richiesto, per poi adagiarlo sul piano orizzontale di legno chiaro.
«Devi scrivere una lettera a tuo padre. Dovrai dire di aver deciso di cimentarti in un allenamento solitario, che ne senti l'esigenza e che non deve venirti a cercare perché è una tappa fondamentale della tua vita. Assicuralo sul fatto che te la saprai cavare e che tornerai tra una settimana esatta. Ah, e aggiungi che hai smontato la finestra per esercitarti sulle azioni silenziose e che sei fuggito da essa per non far rumore appunto. Avanti, sbrigati!», ordinò Mitsurugi.
Il bimbetto non mosse ciglio, eseguendo gli ordini come un bravo soldato. Durante l'operare di quest'ultimo il bellico non si fece sfuggire una parola scritta, doveva assolutamente controllare che non scrivesse nulla di compromettente. La lettera era finita. E proprio nel momento in cui l'Inuzuka stette per posare la penna sul tavolo l'Uchiha lo colpì con una gomitata dietro la nuca, facendo perdere i sensi anche a lui.
«Perfetto. Possiamo andare», pensò dentro sé.
A quel punto si caricò il moccioso sulla spalla destra, mentre con l'altra mano afferrò il cagnolino, per poi dileguarsi dalla finestra infine.

Si allontanò parecchio, inoltrandosi nel cuore della foresta del villaggio della foglia. Una volta arrivato adagiò i due corpicini sul terreno, vicino un albero, mentre lui si poggiò di spalle all'arbusto di fronte, in attesa che quelli si risvegliassero. Il primo fu il cane, che iniziò ad abbagliare, e proprio grazie a quel suo ululare ad intermittenza si allontanò dal mondo dei sogni anche il suo padroncino. Lo sguardo di questo risultava essere assai scombussolato a causa della botta presa, e l'Uchiha, onde evitare noiose e molteplici domande da par sua, decise di spiegare tutto in una volta.
«Ragazzino, il motivo per cui sei qui è semplice, voglio addestrarti. Questo non perché mi sei simpatico ma perché ti ho visto ieri con tuo padre, e mi è piaciuto il tuo modo di comportarti. Sei debole, te lo dico subito. Sei eccessivamente impulsivo, e questa cosa non mi piace, e ti assicuro che qua fuori moriresti molto presto. Ovviamente vorrò qualcosa in cambio, non perdo tempo inutilmente. Io desiderò la tua cieca fedeltà, dovrai obbedirmi. Una volta che sarai divenuto forte ho intenzione di averti come soldato, questo è l'obiettivo, ed ecco il motivo delle due pretese precedenti. Devi sapere che molti pagherebbero oro per un opportunità simile, sai, sono molto conosciuto in questo villaggio, molto temuto. Dopo le prossime parole noi saremo uniti da una sorta di legame, tienilo a mente. Io ho ucciso già due Shinobi, te lo dico, sono pericoloso! Da questo momento in poi sei vincolato, almeno sino a quando vivrai all'interno di questo villaggio. Se qualcuno verrà a conoscenza di questa informazione io saprò che sarai stato tu. Ti verrò a cercare e poi ti ucciderò, facendoti soffrire atrocemente, e poi ucciderò tutta la tua famiglia. Bene. Dimmi che vuoi fare, accetti la preziosa opportunità di divenire un ninja potente e temuto? Accetti le mie iniziali condizioni, ragazzino? Se non sei d'accordo puoi benissimo tornartene a casa con la tua bestiola, tenendo sempre a mente quel famoso legame valente la tua vita, oppure possiamo iniziare l'allenamento. Incominciando a prendere un Kunai e infilzandoti la mano sinistra. Per poi fare venti flessioni solamente sulla mano ferita ed infine mostrarmi le tue abilità nel controllo del Chakra usufruendo dell'ambiente circostante. A te la scelta! Ah, un ultima cosa, un informazione che solitamente non conferisco a nessuno. Il mio nome è Mitsurugi, discendente del rinomato Clan Uchiha, una famiglia che certamente conosci alla perfezione!», affermò con tono freddo l'assassino. Il bambino era rimasto seduto per tutta la durata del monologo, mentre a cinque metri di distanza di stanziava il giovane Uchiha, il quale era intento a scrutare, con gli occhi ancora neri, il viso del ragazzino. La solita impassibilità colorava il suo venusto viso, incuteva timore. Attendeva la risposta del moccioso, questa volta la fretta non lo rincorreva, gradiva un rivolgimento abbastanza lungo e motivato, che fosse susseguito dall'esecuzione dei suoi ordini, conseguenza scaturita dall'accettazione dell'allettante proposta.


Grado: Genin
Energia: Verde
Chakra: 200/200
Condizione Mentale: Gelido
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:-
Recuperi:-
Slot 0/2:-
Techiche 0/1:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Katana 1/1
Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1


 
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Bash.
view post Posted on 20/3/2010, 16:54






Il giorno Peggiore.

Le anguste foreste che figuravano come luoghi della sua sceneggiatura erano vuote, prive di qualsiasi rumore che potesse attirare l’attenzione su di esso, prive di odori che facessero collassare esili corpi a causa delle forti emanazioni, nulla pareva essere in grado di fermare quel senso di inorganicità che aleggiava su quelle ombrose e spoglie fronde. Sagome indecifrabili proiettavano la loro macabra ombra sul suolo erboso e una figura calma camminava tra le cortecce putrefatte saltellando e canticchiando inquietanti canzoncine di morte. Il giovane si guardava attorno attonito, cercando di carpire il motivo per cui si trovasse in quel luogo angusto. Non aveva idea di come fuggire e sapeva non sarebbe riuscito a farlo. Sarebbe morto nel mondo della debolezza e della incapacità poiché nessuno si sarebbe sprecato per farlo uscire da quelle tenaglie che lo tenevano legato inesorabilmente a quel luogo, e sapeva anche che non avrebbe mai appreso nessuna tecnica segreta del suo clan poiché era troppo un incapace e nessun membro della casata si sarebbe sprecato ad insegnargli le nozioni fondamentali del combattimento dello stile Inuzuka.
Una sagoma però si avvicinava fredda diradando la fitta nebbia, una figura nera come l’ebano e dagli occhi scarlatti come il fuoco si stava avvicinando alla sua persona, probabilmente lo avrebbe ucciso ma che importava, dopo gli eventi di quella mattina sapeva che non poteva migliorare più di tanto.
Si svegliò, una mano a serrargli la bocca e mentre sudava incessantemente per il tremendo spavento, guardava con gli iridi azzurri la nera sagoma che si stagliava sopra al suo letto. Un coltello alla gola per evitare che il bimbo facesse passi falsi, che non avrebbe fatto, mentre la sagoma estranea sussurrava con parole forti
«Ti avverto, se fiati con questa lama prima ti sgozzo e subito dopo ti riduco in brandelli, per poi spargere pezzi della tua carne in tutta la stanza, così quando i tuoi genitori verranno a darti il buongiorno non sapranno più dove guardare! Non ti sto prendendo in giro, non credo ti convenga mettermi alla prova per verificare l'attendibilità delle mie parole. Ora alzati, e prendi un foglio e una penna»
Il giovane Inuzuka sudava freddo, aveva paura di quell’individuo nonostante ignorasse chi esso fosse, e così, per evitare che il pazzo dagli occhi d’ebano realizzasse ciò che aveva minacciato di fare pochi attimi prima, il pupetto afferrò una penna e un foglio e cominciò a scrivere ciò che l’aggressore gli suggeriva.
“Chi diavolo è questo stronzo?” non riuscì a trattenersi, e lanciò una fugace occhiata all’uomo che aveva osato metterlo alle strette. Tuttavia non notò solo la figura, ma anche la piccola sagoma di Fokushi stesa a terra, forse svenuto: digrignò i denti.
“Ok, basta che io faccia quello che mi dice, e se non è un pazzo maniaco dovrei riuscire a cavarmela con poco. Non è detto che sia più forte di me, ma non mi conviene molto mettere alla prova le sue capacità.” Gli tremava la penna mentre incideva sul foglio quelle parole che gli avrebbero rovinato la settimana.
«Padre, madre sono partito per un piccolo allenamento in solitaria con Foku. Non preoccupatevi e non venite a cercarmi poiché questo allenamento sarà fondamentale per la mia crescita. Me la caverò quindi non dovrete stare in pensiero, tornerò più o meno fra una settimana, perciò non sentite la mia mancanza, mi raccomando. Per quanto riguarda la finestra, ho messo alla prova le mie doti di scassinatore e del movimento silenzioso, e ovviamente fa parte del mio allenamento che inizierà questa sera stessa. Addio.»
Quelle parole gli fecero intuire che l’intruso non lo avrebbe eliminato, tuttavia non fu affatto quella scoperta che lo fece stare meglio poiché continuava a tremare come un bamboccio, mentre la sua mente gli imponeva di stare fermo, in più ad aumentare la tensione c’era quello sguardo corvino che pareva non si facesse scappare nulla. Quando ebbe finito tentò di voltarsi verso l’intruso quando un colpo lo fece crollare e l’ultima cosa che sentì era l’uomo che lo caricava nelle spalle e afferrava il piccolo cane per poi fuggire dalla finestra scassinata.

Mattino seguente.



«Chiunque abbia rapito nostro figlio dev’essere uno stolto. Come poteva pensare di intrufolarsi in casa nostra senza che noi ce saremmo accorti.» annunciò la madre del giovane Inuzuka che era stato rapito durante la notte.
«Fatto sta che ha rapito nostro figlio e la cosa imperdonabile è che noi ce ne siamo accorti solo adesso, entrando nella camera di Natsu, mentre avremmo dovuto accorgercene già ieri notte. Si vede che l’intruso non è un tipo normale. Aspetta…questo è odore di Uchiha. E’ inconfondibile.” Il padre concluse attonito. «Si sono portati via anche Foku tuttavia non credo che li ucciderà, non avrebbe avuto senso, perché se avesse voluto compiere un omicidio lo avrebbe fatto già ieri notte, quindi credo davvero che al nostro Natsu aspetterà un allenamento tosto.»
«Non hai intenzione di seguirli e andare a salvare nostro figlio?» Chiese la madre, stupita. «Assolutamente no! Se torna a casa vorrà dire che sarà pronto per apprendere le arti segrete del nostro clan, mentre se non tornerà vorrà dire che andrò a raccogliere i suoi resti. È pur sempre un ninja, non scordarlo.» concluse il padre stracciando il foglio che aveva lasciato il figlio la notte precedente.

Durante la notte precedente.



Guaiti confusi rimbombavano come tuoni nella sua testa, mentre la visuale offuscata andava a farsi via via sempre più nitida. Cominciò a ruotare lentamente la testa da destra verso sinistra e vice versa, per poi portare una mano a massaggiarsi la testa. Di fronte a lui ancora quella figura che avrebbe a lungo odiato.
«Ragazzino, il motivo per cui sei qui è semplice, voglio addestrarti. Questo non perché mi sei simpatico ma perché ti ho visto ieri con tuo padre, e mi è piaciuto il tuo modo di comportarti. Sei debole, te lo dico subito. Sei eccessivamente impulsivo, e questa cosa non mi piace, e ti assicuro che qua fuori moriresti molto presto. Ovviamente vorrò qualcosa in cambio, non perdo tempo inutilmente. Io desiderò la tua cieca fedeltà, dovrai obbedirmi. Una volta che sarai divenuto forte ho intenzione di averti come soldato, questo è l'obiettivo, ed ecco il motivo delle due pretese precedenti. Devi sapere che molti pagherebbero oro per un opportunità simile, sai, sono molto conosciuto in questo villaggio, molto temuto. Dopo le prossime parole noi saremo uniti da una sorta di legame, tienilo a mente. Io ho ucciso già due Shinobi, te lo dico, sono pericoloso! Da questo momento in poi sei vincolato, almeno sino a quando vivrai all'interno di questo villaggio. Se qualcuno verrà a conoscenza di questa informazione io saprò che sarai stato tu. Ti verrò a cercare e poi ti ucciderò, facendoti soffrire atrocemente, e poi ucciderò tutta la tua famiglia. Bene. Dimmi che vuoi fare, accetti la preziosa opportunità di divenire un ninja potente e temuto? Accetti le mie iniziali condizioni, ragazzino? Se non sei d'accordo puoi benissimo tornartene a casa con la tua bestiola, tenendo sempre a mente quel famoso legame valente la tua vita, oppure possiamo iniziare l'allenamento. Incominciando a prendere un Kunai e infilzandoti la mano sinistra. Per poi fare venti flessioni solamente sulla mano ferita ed infine mostrarmi le tue abilità nel controllo del Chakra usufruendo dell'ambiente circostante. A te la scelta! Ah, un ultima cosa, un informazione che solitamente non conferisco a nessuno. Il mio nome è Mitsurugi, discendente del rinomato Clan Uchiha, una famiglia che certamente conosci alla perfezione!»
Clan Uchiha, Mitsurugi, quelle informazioni non le avrebbe scordato molto facilmente, tuttavia quella drammatica decisione che Uchiha gli imponeva di compiere avrebbe condizionato per sempre la sua vita. Che fare? Diventare un ninja rispettato e temuto oppure rimanere un ragazzino impulsivo incapace di combattere come un vero guerriero dovrebbe saper fare? Quale via scegliere? Gli occhi di quello che ora aveva capito trattarsi né di un uomo né di un ragazzo, erano gli occhi freddi ed inorganici di colui che si ritiene un dio della morte, un sovrano in terra e probabilmente solo quelle parole avevano fatto capire al giovane ragazzino Inuzuka l’inclinazione psicologica di quello che avrebbe successivamente chiamato sensei. Ormai era chiaro, il potere a cui tanto ambiva e che Uchiha gli aveva proposto corrispondeva al male, mentre l’incapacità e la debolezza andavano irrimediabilmente ad abbracciare il bene. Che fare? Diventare un cattivo temuto o rimanere un buono incapace?
“Che aspetti? Non puoi farlo attendere così tanto! Io credo sia meglio fare ciò che dice, perché a dire la verità non mi dispiace come figura, incute timore, questo è vero, ed è vero anche che probabilmente è un pazzo che abbraccia le tenebre, tuttavia credo che riuscirebbe davvero a farci diventare una coppia invincibile” esclamò Fokushi telepaticamente.
Allora Natsu afferrò il kunai che Mitsurugi gli aveva posto davanti e lo conficcò con violenza nella mano sinistra. Provava un dolore acutissimo mentre dalla mano tremolante sgorgava copioso quel nettare rosso che tanto odiava veder uscire dal suo corpo. Digrignò i denti e rivolgendosi a Mitsurugi asserì «Devo dire che non è affatto piacevole…» tentando di mascherare con quelle parole di indifferenza il forte dolore che sentiva.
Poi si appoggiò lentamente a terra pronto ad eseguire l’esercizio fisico. Inizialmente poggiò entrambe le braccia poi levò la destra per portarla dietro alla schiena, ora solo la mano sinistra rimaneva a separare lui dal manto erboso che toccando la profonda ferita sul palmo gli faceva patire le pene dell’inferno. Iniziò ad eseguire i piegamenti, il primo gli uscì abbastanza incerto poi i seguenti continuarono sullo stesso andazzo, e lui stesso rischiò più di una volta di cadere a terra a causa dello scarso equilibrio. Ogni flessione era come un pugno nello stomaco: doleva moltissimo e sentiva che sarebbe crollato da un momento all’altro.
“Non ne posso più, sono solo a tredici e sento che già non ce la faccio.” Esclamò nella sua mente.
“Lo so ma ora svuota la tua mente e concentrati sull’esercizio, non manca molto, solo altre sette, poi devi far vedere a Uchiha cosa sappiamo fare con il controllo del chakra.” Lo incoraggiò il cucciolo peloso.
Digrignò i denti e non rispose e continuò così ad eseguire quelle che gli parevano le flessioni più lunghe di tutta la sua vita. Dopo alcuni minuti dalla prima, finalmente riuscì a risalire dal ventesimo piegamento e si alzò in piedi scrutando gli occhi di Mitsurugi senza proferire parola alcuna, poi si voltò e guardò il tronco solido che si stagliava a pochi metri dalla sua figura. Portò il chakra sui piedi e scattò rapidamente in avanti tentando di scordarsi del dolore alla mano sinistra; poggiò il mancino sulla corteccia, poi in rapida successione portò avanti il destro e poi di nuovo il sinistro, cominciò così a correre sull’albero poi, quando era in procinto di arrivare chioma verdeggiante, schizzò lateralmente appoggiandosi così su un altro albero. Poi su un altro ancora e su un altro ancora, per poi atterrare sull’erba soffice. Fokushi cominciò ad abbaiare allegramente nel vedere che il suo piccolo padroncino ci stava riuscendo, così in preda all’euforia cominciò a correre anche lui saltando da un ramo all’altro con rapidi balzi che coprivano lunghe distanze. Natsu si dimenticò in fretta della ferita che si era apportato alla mancina e iniziò ad inseguire il cucciolo nel tentativo di afferrarlo, intimandogli ridendo di arrestarsi. Quando i due notarono di essersi divertiti un po’ troppo ritornarono di fronte a Mitsurugi e Inuzuka si rivolse verso di lui.
«Penso di averti dato una dimostrazione sufficiente sulle mie capacità di controllo del chakra, sensei. Ora attendo ulteriori ordini. E nel caso in cui non fosse ancora ben chiara la linea che ho deciso di prendere, diventerò tuo allievo affinché tu mi insegni a diventare un grande guerriero, poiché desidero ardentemente il potere. Seguirò ciecamente i tuoi ordini poiché sentiamo entrambi, io e il mio compagno che tu sarai in grado di farci maturare come ninja.» poi allungò la mano sinistra dalla quale sgorgava ancora un po’ di sangue e disse «Ritengo che questa sia una prova della mia fedeltà.»





Stats

Slot Azione: 1° // 2° //
Slot Tecnica: 1° //
Condizione Psicologica: Impaurito. Stressato. Affannato.
Condizione Fisica: Ferita Media [mano sinistra]
Chakra: 95/100
Consumi: 5 [Chakra Adesivo]
Tecniche utilizzate: //

Equipaggiamento svelato://
Note: Non sono riuscito a ricontrollarlo tutto quindi può darsi che ci siano dei piccoli o grandi errori anche se spero di no. Ovviamente. Auguro al mio collega un buon allenamento.





°Edit° : Ho rimpicciolito il font.
 
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Dirge
view post Posted on 5/4/2010, 12:02





Edit A quanto pare dovrò esser spesso autoconclusivo per far quadrare tutto bene. Ovviamente sono d'accordo con Bash.

"La punizione e gli occhi rossi!"



Piacere. Questa sensazione lo invadeva appieno, attraversava le sue membra naturalmente, come il flusso bollente del sangue. Vedere una scena tanto patetica lo rendeva pieno di gioia. La consapevolezza che quel ragazzino da quel momento in poi avrebbe eseguito ogni suo ordine non poteva che farlo sorridere. Lo avrebbe addestrato, lo avrebbe reso un completo guerriero. Sapeva di non poter plasmare quella ridicola mente, o forse si, ma non ne aveva voglia, non gli interessava fondamentalmente. Il ragazzo dopo pochi secondi di titubanza, senza batter ciglio, con un inconsueto gesto masochistico si trafisse la mano sinistra con un affilatissimo pugnale. Il sangue zampillò caotico, e sul suo viso si scorse la pura sofferenza, quella che riuscì ad appagare un poco la mente sadica del torturatore. Stava procedendo bene, il moccioso eseguiva ogni ordine alla lettera. Aveva fatto le flessioni richieste, per poi applicarsi nel controllo del chakra, stava andando tutto bene. Si aspettava di peggio. Tutto d'un tratto una scena disgustosa si prostrò ai suoi occhi, i quali si socchiusero appena, mostrando delusione commista ad odio. Il bimbo incominciò a saltar da un ramo all'altro con il suo cucciolo, sghignazzando come un poppante. Che cosa si era messo in testa? Assumere certi atteggiamenti innanzi l'Uchiha? Non aveva capito niente, non si rendeva conto della situazione che stava vivendo. Sarebbe stato punito con crudeltà. Dopo qualche secondo i due si fermarono, e si avvicinarono all'oscura figura di Mitsurugi. Il moccioso incominciò un esiguo monologo, dichiarando, dopo diversi giri di parole la sua scelta, l'intento di voler essere addestrato dall'eletto. Infine allungò quella sua mano lordata di sangue, motivando il gesto come prova di fedeltà. Un sorriso inquietante si incise sulle labbra del purosangue.
«Questa sarebbe la tua prova? Stupido. In questa settimana comprenderai il vero significato della parola dolore. Inoltre, ti do un consiglio, non provare mai più ad esibirti in tristi scene come quella vista poc'anzi. Mi hai fatto innervosire parecchio, ed apprenderai che ogni volta che mi innervosisco divento violento, e indovina un po' che ci rimetterà? Tu!», sibilò gelido l'Uchiha.
I suoi occhi mutarono colore, si tinsero di un rosso intenso, facevano rabbrividire. Tutto d'un tratto la sua mano destra scattò verso quella tesa e ferita del bambino. Ovviamente si avvalse delle sue doti di veggente per far si che non fallisse. Con una manovra impercettibile andò ad infierire sul mignolo di quella manina, rompendoglielo. Subito grida di dolore si riversarono sull'aria, urla che durarono per molti secondi, voleva godere di quel canto malinconico. Poi si stufò e portò una gomitata, sempre con il braccio destro, dietro la nuca dell'allievo, facendolo svenire sul momento. Il suo corpicino collassò in avanti, afferrato con molta semplicità dal polso sinistro dell'Uchiha.
«Idiota. Ecco la tua punizione!», sentenziò Mitsurugi.
Il cagnolino rimase immobile senza abbaiare. Ovviamente sapeva che non avrebbe potuto lasciarlo con un dolore tanto lancinante per tutta la durata dell'addestramento, non avrebbe reso. Dunque, seppur non fosse un medico, tentò di sistemare quella piccola frattura con un lieve tiraggio, per poi applicargli un piccolo tronco, lavorato con il Kunai al fine di bucarlo all'interno, facendo si che sarebbe rimasto immobile. Alla fine di tutto lo avrebbe fatto curare da uno Shinobi medico. Trascorse un lungo giorno, nel quale il bimbo non fece altro che riposarsi. L'Uchiha invece, come il cane, stette in pieno silenzio, pensante, nuovamente tornato a guardare con i suoi occhi oscuri. Arrivò la mattina successiva. Mitsurugi osservava nervoso la piccola sagoma del proprio allievo, doveva svegliarlo. Dunque si avvicinò con cautela ad egli, si chinò lentamente verso il suo visino, ed infine, con la mancina, gli diede una sberla sulla rispettiva guancia. Di soprassalto il piccolo aprì gli occhi, per poi prendere ad urlare per qualche secondo, ovvia conseguenza del piccolo intervento avuto. Non appena quella cantilena morbosa si concluse, l'Uchiha, decise di rivolgergli le ulteriori indicazioni.
«Ben svegliato mocciosetto. Alzati subito, e non farmi perdere tempo! Come potrai ben vedere ti ho curato parzialmente la ferita, non per bontà, ma per necessità. Quella è stata la tua punizione, e mi sono risparmiato. Ora, piccolo idiota, potrai usare per tutta la durata dell'addestramento solo la mano destra, date le circostanze, a meno che saprai stupirmi utilizzando comunque il resto delle dita, ma ne dubito, quindi non lamentarti. Ora ascolta i miei ordini. Innanzitutto fammi vedere come sai difenderti dal mio lancio di armi. Dopodiché fai settantacinque flessioni sulla mano destra, ottanta addominali, e poi arrampicati sul ramo più vicino, sempre con la mano che puoi utilizzare, per poi fare quindici trazioni. Infine, ultimo compito, attaccami, senza limitarti, dovrai tentare di uccidermi! Crea un ottimo senjutsu, altrimenti non avrai speranze di sfiorarmi!», affermo il violento.
Subito portò le sue mani all'interno della nera casacca, afferrando tre Kunai con la sinistra. Non perse tempo. Con un celere movimento lanciò prima i tre pugnali, diretti rispettivamente al collo, al petto e all'inguine. Un attacco banale, ma utile per valutare il livello del suo debole allievo, l'altra mano, rimasta all'interno, sarebbe servita in un secondo tempo.

~Status:

Grado: Genin
Energia: Verde
Chakra: 190/200
Condizione Mentale: Gelido
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:- 10 [Attivazione Sharingan]
Recuperi:-
Slot armi: 1/2:-
Slot techiche 1/2:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Katana 1/1
Shuriken 15/15
Kunai 12/15
Accendino 1/1
Guanti 1/1
Flash 3/3
Lancia fukibari 1/1
Fukibari 10/10
Kakute 1/1 (Collocato sul dito medio della mano destra)
Lama interna 1/1 (Collocata sul polso sinistro, in apertura esterna)
Bomba carta 7/7
Fumogeno 3/3
Filo d'acciaio 60/60 m
Fuuma shuriken 2/2
Uchiha shuriken 2/2
Tonico rosa 2/2
Tonico azzurro 2/2
Bomba scoppiettante 2/2

Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1

 
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3 replies since 10/2/2010, 17:10   118 views
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