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| | CITAZIONE Narrato "Pensato" -Parlato- CORSO K-18, POST N°2 – Sanji Mugiwara Erano le 9.20 circa al villaggio di Konoha, e tre ragazzi aspettavano l'arrivo di una persona, che ormai era in ritardo di cinque minuti. Si trattava di tre apprendisti ninja, che, seduti sul prato del campo di allenamento numero 7, attendendo il loro maestro, ancora sconosciuto, che si sarebbe dovuto presentare lì a momenti. Uno di questi ragazzi era Sanji Mugiwara, che se ne stava seduto a circa dieci metri dagli altri due, osservando ora i compagni, ora l'ambiente, ora il cielo. “Il sensei comincia ad essere in ritardo. Eheh! I ninja non dovrebbero essere precisi e impeccabili? Cominciamo bene! Ahah! Chissà quanto sarà forte!”, pensava. Il tempo continuò imperterrito a passare, e il sole ad compiere il suo giro, spostandosi sempre più in alto nel cielo e aumentando a poco a poco il calore. Dalle 9.15, ora in cui Sanji era arrivato lì, alle 9.25 Sanji aveva avuto modo di constatare il caldo non trascurabile che si innalzava da quella mattina, come normale (il ragazzo, inoltre, soffriva particolarmente il caldo, e ciò di certo non lo aiutava). Si alzò, cercando di muoversi il più normalmente possibile per non dare nell'occhio in nessun modo, e si spostò all'ombra di un albero dalle ampie frasche, alla ricerca di un poco di riparo dai raggi del sole. Si tolse anche la felpa, che si legò attorno alle spalle come era solito fare. Cominciò a pensare a come sarebbero stati gli esercizi da affrontare, e soprattutto a chiedersi quanto gli altri studenti fossero potenti: lui si era confrontato con un genin tenendogli testa, ma loro erano in grado di fare altrettanto? Magari erano anche più forti di lui, l'unico modo per saperlo era aspettare. Ciò di cui era certo era che avrebbe dato il massimo in ogni momento.
Tra un pensiero e l'altro, si fecero le 9.30. “Uffa! Comincio proprio ad annoiarmi! Ma quando arriva questo tizio? Voglio cominciare! E scommetto che anche gli altri non stanno più nella pelle.”, pensò il ragazzo, lanciando un rapido sguardo verso gli altri studenti. Dopo pochi secondi, rigirò gli occhi, e, guardando verso la porta che si trovava a circa otto metri da lui, vide una figura umana entrare nella struttura, con un sorriso forzato stampato in faccia. Non sembrava essere tanto più anziano di lui, anche se ciò non poteva essere detto con sicurezza: sul volto portava una maschera che lo ricopriva in parte. Alto grosso modo 1m 80 cm, sembrava ben irrobustito e atletico. Vestito tutto di nero, il ninja portava un discreto numero di borse addosso, tra cui una bisaccia particolarmente grande. “Chissà cosa ci sarà là dentro!”, pensava Sanji. Intanto, il ninja si era avvicinato ai ragazzi. Sanji si alzò in piedi, e lo raggiunse, con un sorriso a trentadue denti in faccia, pronto a presentarsi. Tuttavia, ciò non fu necessario. Il maestro, mantenendo sulle labbra il sorriso forzato e la finta espressione incoraggiante, disse: -Ragazzi, io sono Torune Aburame, il vostro sensei per oggi e per il tempo necessario a decidere se bocciarvi o promuovervi. Eviterò di farvi perdere altro tempo in chiacchiere, quindi direi di iniziare subito la prima parte del corso. Vi prego di ascoltare con attenzione tutto ciò che vi dirò, tentando di assorbire il più possibile. Adesso andremo ad eseguire un esercizio che vi permetterà di scalare superfici verticali senza l’utilizzo delle mani, e vi farà camminare sulla superficie dell’acqua con l’ausilio del chakra. Per far questo dovrete richiamare a voi il chakra e convogliarlo nelle piante dei piedi senza eccedere nella quantità. Dovrete trovare la quantità adatta voi stessi, perché a seconda della presa che vorrete fare vi servirà uno sforzo maggiore. Fate attenzione a non utilizzare ne poco chakra ne troppo, altrimenti potrete subire delle brutte sorprese, e dovrete stare particolarmente attenti a non rilasciare il chakra durante l’esercizio, altrimenti perderete il controllo e cadrete. Vi consiglio di iniziare subito sulle cortecce degli alberi, quindi sparpagliatevi ed iniziate a fare il lavoro. Un consiglio, iniziate correndo, così avrete maggiori possibilità di presa e troverete più facile completare l’esercizio. Non smettete fino a quando non avrete un controllo perfetto.-.
“E così”,pensò Sanji, “niente presentazioni. Ciò può voler dire solo due cose: o non ha nessuna intenzione di sapere nulla di noi, cosa che ritengo improbabile visto che almeno dei nomi associati ai volti avrà bisogno, oppure ha già raccolto informazioni sul nostro conto, informazioni che magari gli sono pure state procurate dal villaggio. Beh, ciò renderà la faccenda indubbiamente più rapida. Ora, concentriamoci sull'esercizio. Certo, nello scontro con Natsu mi sarebbe stato comodo saper impiegare il chackra in questo modo: schivare gli attacchi diretti sarebbe stato molto più facile. Al lavoro!”. Notando che anche gli altri studenti si mettevano all'opera, Sanji cercò un albero adatto allo scopo: abbastanza robusto e con la superficie del tronco su cui avrebbe camminato piana ma con molti rami ai lati in modo da avere un appiglio in caso di caduta. Trovata la pianta ideale, il giovane si mise subito al lavoro. Si posizionò a circa tre metri dall'albero. “Bene. Non devo apportare poco chackra e devo mantenerlo. Direi che non è certo un esercizio banale. L'unica cosa da fare è tentare.”, pensò il giovane. Rilassandosi, richiamò il chackra, e lo fece convergere nelle piante dei piedi: era pronto. Spiccò una corsa estremamente rapida, pronto per saltare e in seguito appoggiare il piede destro sul tronco emanando chackra per farlo aderire all'albero. Stava per arrivare alla pianta, mancava un metro. “Ora!”, pensò. Aumentando la quantità di chackra emanato dai piedi, saltò. Pensava di farcela, ma le cose non andarono come previsto: il salto non fu alto un metro come doveva essere, ma Sanji, senza aspettarselo, spiccò un salto elevatissimo, raggiungendo almeno i due metri e mezzo, e andò a sbattere la faccia contro il tronco; gemendo di dolore, ricadde di schiena sul morbido manto erboso. Si rialzò e, passato il dolore, si mise a ridere: -Ahah! Fantastico!-, disse. Certo, non era il risultato sperato, ma la possibilità di impiegare il chackra in quel modo lo esaltava. “In ogni caso,”, pensò, “ci ho messo troppo chackra.”. Si predispose per un nuovo tentativo e, quando fu pronto, spiccò la corsa. Saltò controllando che il chackra emesso non fosse esagerato, e solo quando fu in aria cominciò a farne fuoriuscire. In ogni caso, era sempre troppo: dopo neanche un passo, Sanji venne sbalzato indietro e fu costretto a fare una capriola per atterrare in piedi, senza danni.
“Accidenti, non è per niente facile. Il problema è individuare la giusta quantità di chackra, cosa che non sono ancora riuscito a fare. Ne emetto sempre troppo. Cosa posso fare?”. Il giovane guardò la felpa che aveva annodata attorno alle spalle, poi osservò l'albero di fronte a lui, e gli venne un'idea. “Perfetto! Così avrò tutto il tempo di calibrare il chackra!”, pensò esultante. Sciolse il nodo delle maniche e ne prese una nella mano sinistra, lasciando penzolante il resto dell'indumento. “Certo, la felpa si rovinerà, ma questo è un prezzo modico da pagare per imparare.”. Cominciò a correre e, arrivato a un metro dall'albero, emise una gran quantità di chackra dalle piante dei piedi per imitare il movimento di prima, possibilmente arrivando anche più in alto. Saltò, e riuscì a raggiungere i tre metri d'altezza. A due metri e mezzo vi erano due rami robusti, uno attaccato sul lato sinistro del tronco, uno sul lato destro, diametralmente opposti. Con un repentino movimento della mano sinistra, sfruttando la felpa quasi come una corda, fece girare l'indumento attorno all'albero e lo riprese per la manica destra con la mano corrispettiva, mantenendo la presa su tutte e due le maniche. La felpa era avvolta al tronco e sostenuta dai rami che si trovavano sotto di essa. Se lui avesse emesso troppo chackra, tenendo salda la presa sarebbe riuscito a non essere sbalzato via, se ne avesse fatto fuoriuscire poco, sempre attaccato alla felpa sarebbe rimasto appeso all'albero grazie ai rami che avrebbero fatto da gancio. Era la situazione ideale: sarebbe riuscito a rimanere ancorato all'albero sia con l'emissione di troppo chackra sia di troppo poco. Appoggiò i piedi al tronco, e si sentì sbalzare via (come aveva previsto), ma la felpa lo trattenne. Trovato un equilibrio, Sanji cominciò gradualmente a diminuire l'emissione. Ad un certo punto, non sentì più il bisogno di tenere la felpa per rimanere attaccato all'albero: aveva raggiunto la quantità giusta. Tuttavia, la sensazione durò poco: il chackra emesso divenne quasi subito troppo poco, e il giovane si sentì cadere. Come secondo i piani, la felpa e i rami fermarono la caduta, e lui, facendo forza sui muscoli di tutto il corpo, si ritirò su e si issò di nuovo con i piedi aderenti al tronco, ricominciando a emettere chackra. Continuò a variare le emissioni, talvolta sentendosi respingere via, talvolta cadendo come prima. Dopo un poco, aveva compreso bene quale fosse la quantità di chackra giusta, ma non riusciva a mantenerla. “Questa posizione comincia a farsi ostica, meglio scendere e cercare di rendere omogenea l'emissione di chackra comodamente seduti per terra.”, pensò. Lasciò la presa con la mano destra e, sentendosi respingere dall'albero, tenendo la felpa con la sinistra, fece un'altra capriola (come aveva fatto prima) e atterrò in piedi.
Guardando la felpa e rilegandosela poi attorno alle spalle, pensò: “E' ancora indossabile, per fortuna. Bene, ora devo concentrarmi e imparare a emettere la stessa quantità di chackra costantemente.”. Si sedette per terra , e cominciò. Ci mise circa quaranta secondi a imparare a mantenere costante l'afflusso di chackra: non era difficile farlo da fermi e da seduti, ma il giovane era pronto a scommettere che farlo correndo sarebbe stato un altro bel paio di maniche. “Beh, posso solo provare”, pensò. Si preparò, posizionandosi, come al solito, a tre metri dalla pianta. Partì, e dopo essere arrivato ad un metro dall'albero saltò, cominciando a emettere la quantità di chackra adatta. Funzionò. Il piede aderì, e Sanji rimase attaccato all'albero. Felice, cominciò a urlare: -Ce l'ho fat...-, ma non finì la frase. Infatti, il chackra era improvvisamente venuto meno dopo due passi, e Sanji cadde di nuovo. Rialzatosi, rise di felicità: non era riuscito a eseguire del tutto l'esercizio, ma i suoi progressi erano stati notevoli. “Bene,”, pensò, “è ora di completare l'esercizio!”.CITAZIONE STATUS
Grado: Studente Energia: Bianca Chakra: 50/50 Condizione Mentale: Contento Condizione Fisica: Perfetta Consumi: / Recuperi: / Slot impiegati: 0/1 Techiche impiegate: 0/1 Bonus: / Malus: /
ARMI ED EQUIPAGGIAMENTO
Shuriken 2/2 Kunai 3/3 Flash 2/2 Sacca porta shuriken 1/1 Custodia porta armi 1/1
EQUIPAGGIAMENTO SVELATO
Sacca porta shuriken 1/1 Custodia porta armi 1/1
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