Hebi's Training

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view post Posted on 1/1/2010, 17:55

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Ichigo's Room <3

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Narrato
~Parlato
'Pensato'
*Parlato altri-passato*
-Parlato altri-presente-

Ch. no 1:First Day~Welcome to the Hell



Notte.Credo che è ancora notte,ma per esserne certa decisi di alzarmi.La mia camera era davvero enorme,ma d'altronde io ero la discendente diretta del capoclan,mio nonno.Io,Akasuna no Hebi stavo per diventare un ninja,magari la più rispettata e temuta di tutta Sunagakure no Sato.Eppure c'era qualcosa che mi fermava,come se qualcosa mi tenesse legata a quella stanza.Mi avvicinai alla finestra più vicina,poichè quella camera aveva parecchie finestre,ma la mia preferita era quella che dava sul deserto.Il mio deserto.A volte sapevo che era l'unico di cui potevo fidarmi,l'unico con cui essere me stessa.Ma io chi ero?Ero semplicemente quella ragazza così cattiva che tutti odiavano,oppure ero di più?Sorrisi amaramente,uno di quei soliti sorrisi tristi e vuoti che da sempre avevano circondato la mia vita.Sorridevo mentre guardavo il deserto di notte.Le ombre che correvano su quelle dune dalle cime ricurve perfette,ombre che nascondevano la verità,ombre che mi circondavano.Distolsi lo sguardo da quel panorama magnifico e mi voltai di nuovo verso la stanza.Come vi ho detto prima,era enorme,piena di giochi di quando ero ancora una bimba,una bimba che ha dovuto imparare in fretta a crescere.E poi lì,adagiato su se stesso,c'era il piccolo hebi,la mia prima marionetta.Mentre lo osservavo i ricordi passarono davanti ai miei occhi come se tutto fosse accaduto solo la sera prima e non circa sei anni fà.Quella notte,quella che vivevo adesso,non l'avrei scordata mai.Per la prima volta in sedici lunghi anni,i miei genitori si sono degnati di dormire a casa.Questa casa che alla fine sto cominciando ad odiare.Quanta falsità che c'è qui,quanta brama di potere che mi circonda e quanta gente vuole vedermi morta solo per prendere il mio posto.Era ancora presto e sicuramente dopo questi pensieri non avrei mai ripreso sonno e sicuramente stare lì non mi avrebbe aiutata.Così mi venne in mente di allenarmi un pò,così forse avrei ripreso sonno.Mi vestii in modo da non prendere freddo,perchè lì fuori mi sarei congelata con il solito kimono smanicato.Misi un piccolo maglioncino rosso e dei pantaloni appena sopra il ginocchio,infilai le scarpe e sgattaiolai fuori.Avevo intenzione di andare nella mia oasi,lì di sicuro mi sarei rilassa con il mio allenamento.Il problema era come arrivarci?Le porte di Suna venivano chiuse la notte e molti anbu perlustravano i confini fino a 12 metri di distanza dalle mura,ma dovevo riuscirci.Ricordo che una volta Kenshu,un ragazzino che,come me,condivideva la passione per le marionette,mi aveva mostrato un passagio tra le mura di Suna,ma a nord,il che ,considerando che l'oasi si trovava a sud,mi allungava la strada da percorrere ma era la mia ultima chance.Uscii dal cortile della casa e mi avviai verso la mia cosiddetta fuga.Ma non avevo calcolato che le guardie stavano anche all'interno delle mura.Mi sentivo una ladra ma non avevo altro modo,anche perchè il clan non mi avrebbe permesso di allenarmi fuori e per lo più da sola.Percorrevo le viuzze più sconosciute,addentrandomi in quelle case mai viste prima in tredici anni di vita a Suna eppure era l'unico modo per non farmi scoprire dalle guardie interne.Quella notte si gelava e,fortunatamente,avevo con me la sciarpa nera che mio nonno mi aveva regalato quando avevo cinque anni.Da quel giorno,non l'ho mai usata,per paura che si sgualcisse,che si rovinasse e non perchè non l'amavo.Ero distante dal mio obbiettivo ma sapevo che ci sarei riuscita.Mancavano pochi metri quando una guardia sentì i miei passi.Mi fermai dietro una casa e attesi.Sentivo quella sentinella avvicinarsi a me e ad ogni suo passo corrispondeva un battito del mio cuore.Più si avvicinava più il battito si faceva veloce.Sapevo che avrebbe guardiato dietro la casa così vidi delle casse messe in colonna e mi arrampicai sopra il tetto.Lo avevo già fatto una volta e non mi sarebbe stato difficile.Salii lassù appena in tempo per vedere il ninja guardare il restro della casa e allontanarsi.Sapevo che se non mi sbrigavo non avrei mai raggiunto la mia oasi.Ma mi venne una picola curiosità.Così decisi di guardare suna dal tetto di quella casa e vidi parecchie piccole luci,di sicuro provenienti da piccole lanterne,che si muovevano tutte allo stesso ritmo all'interno del villaggio.Non avevo capito perchè quei dannatissimi ninja fossero all'interno del villaggio ma erano davvero una gran seccatura.Una volta che vidi che avevo la strada libera scesi giù e uscii attraverso l'apertura tra le mura di Suna.Nessuno sapeva di quel foro apparte io e Kenshu.Una volta fuori,sentii l'ondata di freddo che proveniva dalle dune.Mi strinsi in quello che doveva essere un cappotto e fuggii attraverso quel deserto che mi era amico.Impiegai quasi un'ora buona per arrivare all'oasi e,vedendo che ero sola,decisi di riposarmi un poco prima di iniziare quell'allenamento notturno e abusivo.Mi ero ripromessa di tornare prima del sorgere del sole quindi,dopo essermi ristorata con un sorso d'acqua,cominciai quel "duro" allenamento.Non sapevo molto delle arti ninja così cominciai con un riscaldamento base di flessioni e addominali.Cominciando il mio riscaldamento decisi di togliere maggior parte di quegli indumenti che mi intralciavano ad esempio il maglioncino e altre cose simili.Una volta finito questo diavolo di riscaldamento,mi alzai da terra,tolsi i granelli di sabbia rimasti attaccati ai vesti e ai miei capelli e scelsi di concentrarmi su un allenamento sul controllo del chakra.Lì vicino c'era quel piccolo "laghetto",se così possiamo chiamarlo,e decisi di provare lì.Avevo visto tanti ragazzi dell'accademia di Sunagakure no Sato provarci e riuscirci e a volte seguivo di nascosto le lezioni accademiche.Diciamo che mi trovavo a metà del mio percorso,prima di iniziare l'accademia.Mi avvicinai al laghetto e ripensai alle parole del sensei di quei ragazzi che spiegava loro come utilizzare il chakra nel miglior modo possibile.

*Bene ragazzi per riuscire a camminare sull'acqua o su un albero,oppure muro scegliete voi,bisogna utilizzare il chakra.Come vi ho detto nella lezione precedente,bisogna saper controllare il proprio Chakra senza sprecarne troppo però,poichè è la nostra,diciamo,che una riserva vitale e che se si esaurisce siamo a dir poco persi.Quindi,ragazzi,questo serve non solo per imparare a camminare sull'acqua o sulle pareti ma anche per spendere il meno possibile il vostro chakra.*

Avevo visto quei ragazzi come si concentravano e come cercavano di "indirizzare" il loro chakra sui piedi in modo che avrebbero potuto camminare sull'acqua.E così feci io.Ma ero certa che non ci sarei riuscita subito.Il mio primo tentativo fu diciamo più una nuotata che altro.Avevo concentrato il mio chakra nei piedi,ma era troppo.Così affondai come un sasso.La seconda volta era troppo poco e affondai lo stesso.Cominciavo ad innervosirmi quando mi venne in mente ciò che ripeteva quel Sensei a quei ragazzi,ovvero di trovare un equilibrio e poi ci cercare di utilizzare il meno chakra possibile.Così chiusi gli occhi e sentii una stranissima sensazione.Come se qualcosa scorresse dentro me.Decisi allora di provare.Feci un passo e sentii l'acqua sotto di me,rendersi dura,solida,un piano rigido dove potevo correre e saltellare.Ma restavo ferma,non osavo andare avanti,però qualcosa mi spingeva ad andare avanti a correre lì come se fosse una radura immensa,piena di bellissimi fiori e dove potevo rotolare felice.Erano tutte illusioni,immagini che la mia mente creava per spingermi ad andare avanti,a tentare,ad aprire gli occhi per vedere che ero riuscita a camminare su quell'elemento inconstante come la luna.Decisi di assecondare quella mente sadica e appena aprii gli occhi vidi che ero sull'acqua,non affondavo ma restavo a galla come un pallone da spiaggia.Decisi di fare un altro passo ma persi il controllo del mio chakra e vidi che i miei piedi cominciavano a immergersi in quell'acqua limpida e pura.Tentai di riprendere la situazione che,infine,mi sfuggì di mano e caddi nuovamente in acqua.Andò così per molte e molte volte,finchè non vidi albeggiare e la mia espressione tradiva sicuramente il panico.Mi rivestii in fretta e corsi attraverso il deserto mentre quel traditore del sole,annunciava la fine di quel dannato periodo dove nascondevo il mio allenamento.Quando vidi le mura di Sunagakure no Sato mi affrettai ancora di più.Raggiunsi il foro segreto e corsi a casa.Le guardie erano rientrate al possente palazzo del Kazekage e io mi spingevo a raggiungere il palazzo del mio Clan.Salii sul tetto di una casa vicina alla mia finestra,appositamente lasciata aperta,ed entrai.Nessuno si era ancora svegliato,nemmeno Hiba piangeva e nemmeno i miei genitori si erano alzati per controllare.Tolsi velocemente i vestiti zuppi e li buttai in un angolo ben nascosto della stanza,misi il pigiama e mi recai nella stanzetta di Hiba.Dormiva beata abbracciata a quel suo orsacchiotto di peluche.Era tenera e indifesa,ed io dovevo difenderla da quel mondo che presto avrebbe conosciuto,ma lei non aveva fretta a crescere,non come la ebbi io.Ma la mia era stata una situazione particolare.Le sfiorai il visino con un dito per paura di rovinare quell'angioletto e le diedi un bacio sulla fronte.Poi ritornai in camera mia e mi sdraiai per recuperare un pò di forze.Mi sarei svegliata tra qualche ora e sarei scesa in cortile a continuare quell'allenamento che avevo intrapreso quella notte.Sì ormai mi ero decisa a portare avanti quell'impegno e non avrei deluso nessuno quella volta.Improvvisamente mi addormentai e capii che il mio allenamento era finito momentaneamente.Quando mi svegliai nuovamente erano le undici appena così,mangiai velocemente qualcosa e scesi in cortile.Non correvo per andare da qualcuno,correvo perchè dovevo ad ogni costo continuare l'allenamento di oggi.Questa volta però mi vestii moooolto leggera,ovvero il mio solito kimono color oro e rosso.Amavo i kimoni,mi facevano sentire...libera,diciamo.Avevo portato con me tutti i kunai,gli shuriken e gli spiedi che avevo in camera accuratamente nascosti.Per qualche ora buona mi sarei allenata a lanciare le armi.Anche quello era fondamentale se volevo diventare un anbu assassino.Presi i Kunai e costruii una specie di bersaglio,disegnando un cerchio al centro di questo.Il mio obbiettivo era piuttosto semplice,ma non avevo mai provato prima a lanciare un arma.Iniziai proprio con i Kunai,ne impugnai uno e lo tirai mirando al centro del cerchio,ma il risultato non fu quello voluto dalla sottoscritta.Centrai la "testa" del mio bersaglio.Beh mica potevo aspetarmi di riuscirci al primo colpo,no?Tentai tante volte quanti erano i Kunai,il puù vicino era a pochi centimetri del bordo del cerchio.Ma non potevo,non volevo arrendermi!Andai al bersaglio e tolsi i kunai per poi riposizionarmi al punto di prima e rilanciare.Questa volta però mi avvicinai di più al cerchio ma nessun kunai vi entrò dentro.Cominciavo ad innervosirmi e andai a recuperare i kunai.Sentivo che qualcuno mi osservava quando capii che mio padre si era degnato di venire a vedere che combinavo.

-Hebi,cosa combini?
~Niente padre,mi allenavo a lanciare le armi ninja,prima dell'inizio dell'accademia,se inizierà.
-Vuoi una mano?
~Oh,non si preoccupi,padre.Avevo quasi finito,un ultimo tiro e poi sarei rientrata.
-Suvvia Hebi,perchè queste usanze così formali con me.Via,ti aiuterò.

Sbuffai e mio padre prese un kunai dalle mie mani e lo lanciò,ma prima osservò bene il bersaglio e il cerchio al centro.Ovviamente,essendo un anbu non poteva sbagliare ed io rimasi sbalordita.Sarei mai stata capace di essere come lui?Mio padre mi guardò sorridendo ma,vedendomi parecchio frustrata,mi disse

-Non arrabbiarti.vedrai che con tanto allenamento ci riuscirai anche tu.Ti insegno un trucchetto per riuscirci.Devi fissare in mente il cerchio e quando ti enti pronta e sicura lanciare l'arma.Prova sù!

Impugnai il kunai fissai bene in mente il cerchio rosso.Dovevo concentrarmi e io lo facevo sempre chiudendo gli occhi.Ed ecco di nuovo quella sensazione ma questa volta sapevo che non era il mio flusso di chakra a muoversi dentro di me.Era più un istinto,se così possiamo definirlo.Tenni gli occhi chiusi ancora per qualche minuto e,senza riaprirli lanciai il pugnale che finì nello stesso punto dove si trovava quello di mio padre.Aprii gli occhi e vedendo il mio successo cominciai ad esultare e abbracciai mio padre che rimase un pò sconvolto,poichéio non ero mai esuberante in sua presenza.Per quella volta lo chiamai "papà" e lui sorrise teneramente quando sentii quella parole.Forse quelle barriere di formalità insegnatemi da mio nonno stavano per crollare con lui e ne fu felice.Mia madre ci chiamò per il pranzo.Entrambi sistemammo tutto ed entrammo in casa.Mangiai in fretta e poi riscesi ad allenarmi ancora con le armi.Imparavo in fretta ed inoltre vedevo un piccolo miglioramento nella mia mira.Sapevo bene che mi sarebbe servita per colpire i miei nemici.Passai tutto il pomeriggio tra lanci di kunai e corse per aumentare la mia resistenza oltre che alla velocità.Mi avevano detto che alla fine di ogni corso in accademia ci sarebbe stato un combattimento e io dovevo essere la più veloce,la mia "felina" di tutte e tutti.Quando cominciò a tramontare e vidi il crepuscolo decisi di fermarmi.Tanto sapevo che avrei continuato stanotte con l'allenamento per il controllo del mio chakra all'oasi.Così,mentre il rosso-arancio del sole dipingeva il cielo come un infermo pensai

'Eccomi qui.Come si dice...Beventuna all'inferno Hebi.'

Guardai il cielo e poi rientrai in casa.Sapevo che non sarebbe finita lì.Mi recai in bagno,feci una doccia veloce e poi scesi per la cena.Parlai a mio padre del miglioramento che avevo fatto nel pomeriggio e lui mi sorrise contento e io ricambiai allo stesso modo.Hiba rideva e mia madre era davvero felice.Insomma la classica famiglia aristocratica di suna.Ma sapevo che là fuori qualcuno covava odio nei miei confronti e che prima o poi l'avrei incontrato.Mi addormentai nel mio letto con questo pensiero nella mente mentre la brezza notturna del Deserto mi augurava un dolce riposo.

Ch. no. 2~Second day-Chakra training



Quella notte dormii senza riuscire a svegliarmi per la troppa stanchezza a causa del mio allenamento segreto.Ma la mattina sarei andata di nuovo alla mia oasi ad allenarmi.Sì dovevo riprendere quell'allenamento sul controllo del chakra o ne avrei sprecato troppo durante i combattimenti e non era ciò che volevo.Mi svegliai alle cinque del mattino e lasciai un biglietto a mio padre,nel quale dicevo dove mi ero recata e per quale motivo.Feci lo stesso percorso dell'altra notte e arrivai lì che erano quasi le sette e trenta e il sole cominciava ad albeggiare.Tolsi i vestiti pesanti,perché mi sarei inzuppata anche quella volta.Ovviamente,prima di iniziare,feci il mio solito riscaldamento e,con una mano,testai l'acqua che,fortunatamente,era leggermente calda.Quel giorno lo dedicai completamente al mio allenamento per il chakra.Impressi nella memoria le parole sia di quel sensei e sia di mio padre.Dovevo concentrarmi a fondo su ciò che volevo e ci sarei riuscita.Chiusi gli occhi e cercai di indirizzare nei piedi il mio flusso di chakra,dimentcando l'equilibrio che avevo già raggiunto e utilizzando troppo chakra.Feci un passo avanti e toccai l'acqua.Sentivo di riuscire a stare in equilibrio e tentai di poggiare l'altro piede sulla superficie del lago ma persi l'equilibrio e caddi in acqua.Ok il primo tuffo lo avevo fatto,ora bisognava vedere quante volte sarei finita in acqua.Uscii da lì e mi sedetti a terra lasciando le gambe ancora dentro l'acqua.Il sole si stava ancora svegliando dalla lunga notte ma già si poteva vedere la sua forma sferica nel cielo azzurro che sovrastava il mio Deserto.Uscii definitivamente dall'acqua e tornai a concentrarmi ad occhi chiusi.Poggiai nuovamente il piede destro con delicatezza sulla superficie e poi poggiai anche l'altro e,riaprendo gli occhi vidi che i miei piedi erano appena sotto la superficie,come se fossero sopra un gradino invisibile.Mi innervosii ancora di più e ciò mi fece perdere il controllo del mio chakra e puff,di nuovo in acqua.Ringraziavo il cielo che era ancora calda l'acqua.Rimasi ancora in acqua e successivamente vidi una foglia cadere nel lago.La osservai bene e poi mi venne in mente un lampo di genio.La foglia,per restare a galla,sfruttava la sua estensione e forse così dovevo fare anche io.Uscii nuovamente dall'acqua e mi concentrai seriamente stavolta,immaginando di essere sopra un piano rigido.Dovevo riuscire a creare una sorta di tavola sotto i miei piedi.E Così feci.Indirizzai il mio flusso di chakra ai piedi in una quantità media che mi permettesse di essere leggera rispetto all'acqua.Misi di nuovo il piede sull'acqua e sentii come se tutto fosse semplice,come se ancora camminassi tra le dune del Deserto.Aprii gli occhi e vidi i miei piedi perfettamente sopra la superficie limpida dell'acqua.Cominciai a camminare in quel lago piccolo,vedendo che non perdevo il controllo e che non affondavo.Fui così felice che mi dimenticai di tenere a bada il flusso e barcollai,ma tutto tornò come prima quando tornai a "dosare" il mio chakra.Una volta aver imparato a controllare il chakra non dovevo far altro che riuscire a creare dei fili di chakra che mi sarebbero serviti per la tecnica del clan.E chi poteva aiutarmi se non mio nonno?Però decisi che mi sarei allenata di pomeriggio con lui e che per ora dovevo continuare a saper camminare sulle acque.Quell'oasi era anche circondata da un bel pò di alberi e decisi di allenarmi lì,a salire su di essi,d'altronde anche lì bisognava avere un ottimo controllo di chakra e sapevo che sarebbe stato diverso rispetto all'acqua.Uscii dal laghetto e mi diressi verso un albero i cui rami più grossi davano sul laghetto,così,semmai fossi caduta,almeno sarei "atterrata" sul morbido.Il sole era diventato ormai alto e io ero ancora lì.Il primo tentativo fu,ovviamente,un gran fallimento poiché avevo rischiato di staccare la corteccia di quel povero albero.La seconda volta utilizzai sempre lo stesso flusso di chakra diminuendolo di pochissimo ma il risultato non cambiava.Mi sedetti a terra e osservai l'albero.L'acqua aveva una consistenza differente rispetto ad un albero e fino a qui ci sarebbe arrivata anche la mia sorellina,il problema era quanto chakra utilizzare ma non sapevo.Una sola cosa era ovvia:dovevo tentare e trovare un equilibrio ma dovevo anche sbrigarmi poichè il sole segnava l'ora più calda di tutto il giorno.Mi rialzai da terra e mi avvicinai all'albero,ci girai intorno e tentai di immaginare lo stesso piano rigido ma nelle mani questa volta poi sarebbe stato uno scherzo riflettere la stessa immagine a livello dei piedi.Tutto stava nel concentrare la quantità giusta di chakra e pian piano poi diminuirla.Poggiai la mano sul tronco e vidi una piccola luce azzurra che risplendeva intorno alla mia mano ma sentivo che utilizzavo troppo chakra e quando cercai di poggiare l'altra sentii la corteccia scricchiolare e allontanando la mano da questa una scheggia si conficcò nella mia mano provocandomi un dolore assurdo.Osservai la mia mano e la vidi sanguinare ma questo non mi avrebbe fermato anche se purtroppo non avevo capito ancora che "dose" di chakra utilizzare.Mi avvicinai al laghetto e mi ci tuffai dentro visto che il calore stava cominciando a diventare insopportabile.Dentro di esso vidi che il mio sangue si mischiava con l'acqua e riecheggiò nella mia mente le parole di mio nonno quando parlava ai ninja che erano nella nostra residenza al momento

*Se il vostro sangue puro viene mischiato a quello sporco vi ucciderò con le mie mani.Se una sola goccia del sangue dei miei figli e dei miei nipoti uscirà da quella pelle delicata non vi rimarranno lacrime per piangere nè a voi,nè alla vostra discendenza!*

Non ricordavo bene quale fosse il vero motivo di quelle parole e non volevo saperlo.Ricordo solo che avevo appena 5 anni e mia zia Junko era scappata con uno della casata discendente.Riemersi dal laghetto e osservai di nuovo l'albero che mi appariva come un nemico da sconfiggere,un ostacolo da superare,un muro da tirare giù e ci sarei riuscita anche a costo di rimanere tutto il giorno lì.Io non sarei mai stata un peso per la mia casata,per la mia famiglia.Uscii dall'acqua e corsi verso l'albero e arrivata a pochissimi centimetri concentrai il mio chakra sui piedi e poggiai il piede destro sulla corteccia e dopo pochi secondi seguì il piede sinistro ma dopo alcuni passi,circa a metà tronco,sentii i miei piedi scivolare per il troppo poco chakra utilizzato così uscii velocemente un kunai che avevo portato con me e segnai il tronco fin dove ero arrivata e poi caddi a terra.Ero assolutamente stanca ma dovevo continuare,non potevo smettere proprio ora.Mi rialzai e tornai vicino alla riva del laghetto riprendendo a correre verso l'albero e ripetei la stessa procedura e più provavo più i segni salivano ma comunque non riuscivo a trovare un equilibrio.Mi fermai per riprendere fiato e questa volta decisi di trovare quel maledetto equilibrio.Chiusi gli occhi e sentii dentro di me il solito flusso di energia che cresceva e capii che era troppo per provare a salire poichè avrei staccato la corteccia dell'albero.Provai a diminuirlo di tanto ma ancora era troppo e non sarei riuscita a salire.Improvvisamente sentii il flusso diventare quasi al minimo e provai a poggiare il piede ma non riuscivo a salire poichè era troppo poco questa volta.I nervi cominciavano a diventare a fior di pelle ma dovevo calmarmi o non avrei concluso nulla.Ormai era passato il mezzogiorno e sicuramente i miei genitori insieme alle guardie della casata mi stavano cercando ma non mi importava.Tornai a concentrarmi sul mio obbiettivo:controllare al meglio il mio chakra.Alzai di poco il livello che avevo utilizzato prima,poggiai il piede sul tronco dell'albero e finalmente riuscivo a stare in piedi su quel maledetto tronco!Mantenendo la stessa quantità di chakra poggiai anche il piede sinistro e non caddi per poco poichè avevo perso per un attimo la concentrazione ma tornai subito in perfetto equilibrio.Camminai piano sul tronco per capire se era la quantità giusta e,finalmente,la trovai.Non barcollai nemmeno una volta ma adesso dovevo provare a diminuire la quantità di chakra e rimanere in piedi ugualmente.Cominciai ad abbassare il flusso di chakra e ripresi a camminare su e giù per il tronco vedendo che non cadevo.Passai al livello successivo:abbassare ancora di più quel flusso finchè non fosse poca l'emissione di chakra.Ripetei la stessa cosa per più volte ma non riuscivo ad abbassare il flusso più di quel modo e c'era da dire che ero anche stanca.Ormai si era fatto pomeriggio inoltrato quando decisi di tornare a casa.Una volta giunta di fronte alle mura della residenza vidi tutte le guardie ninja sul tetto ad aspettarmi.Sentivo le urla della mia sorellina e quelle di mia madre che mi chiamava.Credo che l'unico che fosse tranquillo era mio padre perchè sapeva dove ero stata.Quando la guardia mi vide scese subito dal tetto e mi venne incontro

-Hebi-sama!La stavamo cercando ovunque.Presto tornate a casa prima che vostro nonno vi cerchi anche nel deserto.Sono tutti disperati,specialmente Kachiru-senpai!

~Grazie Hidaru-san!Posso chiederti una cosa in tutta confidenza?
-Dica pure Hebi-sama
~Sai se per caso hanno già pranzato in casa??ahahahahaha
Vedendomi ridere Hidaru,la guardia più giovane che era nella mia residenza,sorrise e fece segno di si come risposta alla mia domanda.Mi scortò personalmente fino alla porta e si inchinò appena Ojiisan-sama aprì la porta e mi abbracciò.Era la prima volta in sedici lunghi anni che mio nonno mi abbracciasse così.Improvvisamente,metti per la troppo stanchezza,mi addormentai tra le sue braccia con il viso di Hidaru-san che sorrideva ancora davanti agli occhi.

Ch.no.3~Phisical Test


Ero arrivata al terzo giorno del mio allenamento e speravo di migliorare.Lo avevo interrotto per poter andare a frequentare l'accademia e avevo affrontato un viaggio davvero duro,da Suna a Kiri e da Kiri di nuovo a Suna.Ero appena tornata a casa,finalmente.Non persi nemmeno un minuto e andai nella mia oasi ad allenarmi un pò.Durante il corso avevo utilizzato la tecnica che Ojiisan mi aveva insegnato e ricordavo ancora le sue parole di quel giorno

*Mia Piccola Hebi,devi usare questa tecnica solo quando serve e non per fare bella figura davanti al tuo sensei,l'hai imparata da poco e ciò può sfiancarti,anche se la usi per una volta sola.*

E così accadde.dopo aver utilizzato quella tecnica,avevo rischiato la pelle in quello stupido corso e ciò mi faceva arrabbiare come una matta.Le parole di Kiro risuonavano nella mia mente ma alzai la testa e guardai il nulla di fronte a me.Ormai era accaduto e nemmeno mordersi l'anima avrebbe cambiato i fatti.Sospirai e entrai in biblioteca a riprendere i rotoli dove vi erano scritte le tecniche di famiglia e del villaggio.Avrei trovato in quelle sacre pergamene quello che bravamo:la forza.Provavo ogni volta a diventare ciò che mio nonno sognava ma capivo che forse non ero all'altezza di quel ruolo e che forse non l'avrei mai meritato.Presi quei rotoli mi rintanai nel cortile dietro casa e,seduta a terra come una stundetessa qualsiasi,cominciai a studiare quelle parole,quei termini,quei disegni,tutto di quelle pergamene sarebbe diventato la mia arma per diventare una ninja formkidabile,una legenda.La prima tecnica era abbastanza semplice.Lessi attentamente gli effetti di quella tecnica e come utilizzarla.Bastava tenere la mano ben ferma sul terreno e avrei creato uno spuntone di roccia che avrebbe colpito il mio "avversario".Così,per aiutarmi un pò,decisi di posizionare ad una certa distanza,circa sette metri da me,un manichino per vedere se sarei riuscita ad utilizzare questa tecnica.Guardai fisso il bersaglio e componendo le posizioni del Drago, del Cavallo,del Ratto,della Lepre e del Cinghiale,poggiai la mano destra sul terreno cercando di tenerla ben salda al terreno altrimenti avrei interrotto la tecnica.Sentii come una scossa elettrica scivolare dal mio braccio e immettersi nel terreno,come una Serpe scivola avvistando la sua preda.Sotto il bersaglio che avevo posizionato,si creò una colonna dalla forma di una lancia di terra unita a sabbia e quel povero bersaglio andò in mille pezzi e immaginai che fosse il mio carissimo Kiro-sensei.Non rimase quasi nulla di quel pupazzo di paglia e legno,solo la testa e la osservai,era davvero un bellissimo spettacolo,trucidare le persone,rederele poltiglia da dare in pasto ai cani.Sì,decisamente quello di cui avevo bisogno,ovvero la voglia di tornare ad uccidere,la voglia di mettere sotto di me chiunque avrebbe messo in dubbio il buon nome della mia famiglia.Dalla porta dell'armeria,dove tenevamo le marionette di Ojiisan e quelle rotte,sentivo uno sguardo osservarmi,con la coda dell'occhio vidi che era una delle guardie che mi aveva visto crescere.Povero,aveva assistito ad uno spettacolo che avrebbe ripugnato qualsiasi abitante di Sunakagure no Sato.Qualcosa in me stava cambiando,dopo aver frequentato quel corso,come se un istinto da assassina si fosse risvegliato in me.Mi voltai verso quel ragazzo un pò troppo cresciuto e gli sorrisi,il mio sorriso preferito,più un ghigno malvagio,come se la mia mente avesse già programmato tutto.Bastava solo diventare più forte,sempre più forte ed avrei mostrato il mio vero lato,altro che piccola erede di questa famiglia.Le persone si sarebbero ricordate di me sicuramente.Mi voltai di nuovo verso la testa del pupazzo e fui soddisfatta.Quella tecnica si che era utilissima,magari l'avrei usata ai prossimi esami chuunin,se avrebbe funzionato.Vicino ai miei piedi vi era ancora il rotolo che stavo leggendo,lo ripresi tra le mani e ricominciai a leggere la prossima tecnica.Era,diciamo,una derivata della tecnica che avevo usato prima,solo che si trattava di una gabbia con all'interno delle lance capaci di uccidere oppure la gabbia avrebbe potuto rimpicciolirsi al solo schiocchiare delle mie dita,anche questa abbastanza utile.Avevo beccato il rotolo migliore in quella biblioteca polverosaeppure c'era ancora qualcosa che bramavo sempre di più.Imparare la tecnica dei marionettisti.Era sempre stato il mio sogno e lo avrei realizzato.Leggendo ancora,qualcosa saltò subito ai miei occhi...L'esotic Dance.Tutte le Kunoichi di Sunagakure no Sato,specialmente della famiglia Akasuna,erano specializzate in questo Jutsu e anche la sottoscritta l'avrebbe imparato.Mi servivano solo due katane.Andai di corsa nell'armeria e li trovai Juuigo-san,la mia allenatrice quando ero una bambina.Era strano vederla li,a guardare tra quelle lame,a spulciare tra quelle armi ciò di cui aveva bisogno.Mi recai immediatamente nella zona delle katane ed eccola lì,la più bella,la più leggiadra delle katane possedute dalla mia famiglia:Sode no Shirayuki.La katana destinata alla prossima capoclan donna,la ninja più forte del villaggio.Mia nonna aveva avuto quella spada e ricordo ancora i suoi racconti sulle origini di quella meravigliosa spada.Si narrava che lo spirito di una donna,Shirayuki, avesse venduto la propria anima ad un demone che le donò una spada così forte e bella da diventare il terrore di tutto il mondo ninja.La donna,bellissima,aveva lunghi capelli bianchi come la neve,cosa rara per il popolo di Suna e per questo il demone l'aveva accontenta.Ma,dopo aver compiuto il suo destino e il suo volere,l'anima della donna venne risucchiata all'interno della spada e da allora la lama,il fodero e l'impugnatura diventarono di un bianco candido,puro e immacolato,nonostante le barbarie che la donna aveva commesso.Quando morì,la spada non tornò al demone ma venne presa da sua figlia che, al contrario della madre, aveva dei lunghi capelli rossi ereditati dal padre.Così Nacque il clan Akasuna e così anche la tradizione che i capiclan donna si succedevano questa spada.Mia nonna era stata un ottima capoclan quando aveva la mia età,ma sposando mio nonno,dovette cedere a lui il comando perchè divenne troppo debole ammalandosi.Ritornai alla realtà quando Juuigo-san mi chiamò.Sapeva cosa pensavo di quella katana e sapeva che forse,un giorno, sarebbe spettata a me.La salutai con un profondo inchino,che lei mai aveva visto fare da parte mia, e la guardai attentamente.Il volto non era cambiato tranne per qualche ruga in più sulla fronte e vicino agli occhi.Quella donna era sempre stata accanto a me,anche quando era nata Hiba.Sapeva che avevo del potenziale e aveva fatto di tutto per rendermi un ottima kunoichi.La ammiravo molto.

-Hebi-sama!Vedo che state bene.Kioshin-sama mi ha parlato del vostro corso a Kiri e come vedo avete già preso il titolo di Genin.Manca poco al vostro sogno,ahahahaha-
~Juuigo-sama,vedo che ricordate ancora i miei desideri di bambina,beh temo che siano cambiati.Non voglio fermarmi ad essere un semplice Jounin,voglio diventare la migliore Kunoichi di tutta Sunagakure no Sato e portare alto il nome della mia famiglia e del mio onorevole clan.
-Uhm,vedo che la mentalità di tuo nonno ha preso il sopravvento.Ma dimmi,cosa ci fai qui nell'armeria e nel reparto katane?Non vorrai imparare l'Esotic Dance?
~Si,Juuigo-sama.Mi spiace ma Ojiisama non mi ha influenzato in alcun modo,semplicemente si cresce e i sogni e le ambizioni cambiano.Adesso vi ho fatto perdere troppo tempo prezioso,Juuigo-sama,meglio che vada a trovare due katane per imparare la tecnica.
-Tu hai mai tirato di scherma?Hai mai imparato a tenere in mano una katana?Hebi-sama,la Sode no Shirayuki è vostra di diritto,lo sapete bene,in quanto erede diretta di Haineko-sama,ma dovreste imparare prima a cosa serve una katana,come usare una katana e poi forse riuscirete a imparare solo una parte dell'Esotic Dance.Essa è un'arte,uno stile di combattimento,una danza tra lame veloci impazienti di uccidere il nemico,lame assetate di sangue.Non è un semplice Jutsu,ricordatelo.

Mi meravigliai di fronte quella descrizione così passionale di una semplice tecnica Rendan.Capii subito che avevo bisogno di lei per imparare la sottile arte delle katane,armi che sempre mi avevano affascinato,che sempre avevo amato,ma mai come le marionette.Mi inchinai nuovamente e corsi a prendere le prime due katane che vidi.Non sapevo scegliere le mie armi,lo avevano sempre fatto gli altri e ciò comportò un rimprovero da parte di Juuigo-sama

-Hebi-sama,vuole davvero usare quei due ferri vecchi?Bisogna scegliere con cura le proprie armi,sia per allenarsi,sia per uccidere e combattere.-
~Vi prego,Juuigo-sama.Insegnatemi l'Esotic Dance,insegnatemi l'arte delle katane,la prego

Qualcosa negli occhi di Juuigo-sama scattò.Forse ero riuscita a convincerla.Prese il mio polso e mi trascinò di nuovo nell'armeria.Mi mise davanti al tavolo delle katane,mi impose di scegliere.Guardai attentamente ogni lama,ogni impugnatura,ogni minimo dettaglio.Il mio pensiero correva alla candida lama che giaceva in fondo alla sala,ma prima di impugnarla dovevo imparare a convivere con quelle lame,con quelle fedeli compagne di battaglia.Dovevo convivere con loro rendendole parte di me stessa,del mio corpo...rendendole me.


~Ch.no.4: Esotic Dance-Rendan no Jutsu



Fino al giorno prima,Juuigo-sama mi aveva solo fatto scegliere delle katane.Ogni scelta,uno schiaffo.Non erano adatte a me.Troppo pensati,troppo leggere.L'impugnatura troppo larga,impugnatura troppo piccola e altri dettagli importanti per imparare l'arte delle katane.Non ricordavo che Juugo-sama fosse così severa,così pignola diciamo.Ma dopo circa 3 giorni di sola scelta di katane,3 giorni che non sembravano mai passare all'interno di quella stupida armeria,finalmente avrei cominciato ad imparare,ad allenarmi,a dedicarmi alle katane,alla tecnica che volevo imparare.Scesi in cortile velocemente,indossando il solito kimono corto,abbinato ai miei capelli,legati in una lunghissima coda da cavallo. Le mie katane legate al fianco.Juuigo-sama mi aveva detto di portarle sempre con me,per qualsiasi occasione. Mio padre mi guardava dalla finestra della sua stanza,sentivo il suo sguardo appigliato alle mia spella che diventavano sempre più forti,sempre più capaci di sopportare il peso della lotta,a reggere il peso del sacrificio che era nell'allenamento. Prima di iniziare le mie lezioni sulle katane, mi "riscaldai" con qualche esercizio come addominali e flessioni.I muscoli tiravano,protestavano per quel trattamento brutale,pesante per il corpo di una ragazza.Guardavo la porta dell'armeria che dava sul cortile ma ancora Juuigo-sama non arrivava,così decisi di impugnare le due katane e incrociai lo sguardo di mio padre. Era preoccupato,spaventato da quello che stava diventando la sua bella figlia,quella che sperava che si sarebbe solo sposata con qualche ninja di un alto clan di Sunagakure no Sato.Strinsi quelle katane nelle mie mani,per far vedere quanto ero determinata,quanto ero pronta a diventare il capoclan della mia Famiglia.Nello stesso istante che fissai il tronco che era stato messo in un angolo del cortile per allenarsi, Juuigo-sama arrivò alle mie spalle e mi toccò le spalle.

-Le spalle devono stare dritte,se vuole colpire a fondo nel corpo del nemico.-

Non ero sorpresa di vederla dietro di me,in qualche modo però sentivo il mio cuore che correva come un atleta impaziente di arrivare alla meta.Drizzai le spalle, diventando più alta di almeno 5 cm. Sorridevo all'idea che a breve avrei imparato una nuova tecnica. Mi voltai verso Juuigo-sama e mi inchinai,come facevo quando prendevo delle lezioni private da lei o come si fa con qualsiasi sensei.

~Buon giorno, Juuigo-sensei
-Ahahahahahaha, è strano sentirsi chiamata ancora Sensei da voi, Hebi-sama
~ Mi sembra giusto,visto che mi state insegnando una nuova tecnica. Comunque da cosa iniziamo oggi?

Vidi che Juuigo-sama reggeva una strana borsa e la cosa mi incuriosiva alquanto,visto che mi ero sempre allenata da sola per imparare le tecniche o per perfezionarmi.Per tutta risposta alla mia domanda, la donna fece cadere a terra la borsa dall'aria pesante e provocò un tonfo sordo e sollevò tantissima polvere da terra. Chiusi gli occhi per evitare che la sabbia finisse nei miei occhi e in quel breve istante vidi la borsa aperta e il suo contenuto. Pesi. Sgranai gli occhi. Credevo che avremmo cominciato ad imparare subito la tecnica ma a quanto sembrava il primo passo per imparare quella tecnica era la fatica. Mandai giù quel boccone amaro e Juuigo-sama sembrò leggermi in testa. Rise e mi spiegò che per usare quella tecnica bisognava essere più veloci del proprio nemico,perchè bastava schivare il primo colpo per evitare la tecnica al completo.Annuivo come un soldato davanti al proprio generale.

-Bene prima di impugnare qualsiasi arma dovresti imparare la differenza tra i varii pesi delle armi. Per esempio per capire quale arma riesci a maneggiare con più facilità dovresti sapere il suo peso che a prima vista non è facile capire.Prima di passare a qualsiasi "passo" della danza ti insegnerò a distinguere le armi secondo il loro peso,ti insegnerò ad essere veloce e a non sentire il peso della katana,in modo da usare qualsiasi tipo di arma,anche una mazza in acciaio.-

~Hai! Ma per essere veloce dovrò correre all'infinito.

Juuigo-sama rise di quella mia domanda e in quel momento mi sentivo ancora la bambina che chiedeva il "perchè?" di qualsiasi cosa. Vidi la donna uscire dei semplici scaldamuscoli e me li passò.Impressionata dalla semplicità dell'oggetto,appena lo presi in mano ecco che avvertii il peso di quei cosi diabolici. Sgranai gli occhi e mi immaginai correre con quei pesi ai piedi.La mia determinazione andò in frantumi e se mio padre mi avesse visto arrendermi sarebbe stato felice.Ma Ojiisan no. E io dovevo essere la futura capoclan della famiglia Akasuna. Sul mio viso si disegnò una grande forza che impressionò Juuigo-sama. Questa mi sorrise e ricambiai con un mio sorriso pieno di determinazione. Misi quei cosi ai piedi e già mi sentivo più pesante. Poi Juuigo-sama mi passò dei polsini,simili agli scaldamuscoli e senza fiatare li misi ai polsi ed ecco che non riuscivo più a sollevare nemmeno un braccio e per finire una cintura da legare alla vita,per stabilizzare l'equilibrio del mio corpo durante i combattimenti.Le prime indicazioni di Juuigo-sama furono di provare ad alzare le braccia finchè sono sarebbe stato quasi un movimento naturale,fino a sopportare il peso quasi a non sentirlo più.Così senza obbiettare come il mio solito, cominciai a provare ad alzare le braccia.La faccenda era più difficile di quel che pensavo.Inizialmente provai ad alzare entrambe le braccia ma Juuigo-sama le bloccò all'istante dicendomi che sarebbe stato impossibile per il mio corpo sopportare quel peso e che quindi dovevo iniziare solo un braccio. Annuii ed ecco che cercai di sollevare il braccio destro. La prima volta arrivai a sollevarlo fino a pochi centimetri dal mio corpo e la mia autostima crollò insieme al mio braccio. Con la testa bassa mi stavo arrendendo finchè non vidi mio padre affacciato alla finestra,sempre più preoccupato.

'Otousan riuscirò ad essere la migliore kunoichi di tutta Sunagakure no Sato.Riuscirò ad essere degna del nome che porto!'

Chiusi gli occhi per concentrarmi e ritentai di sollevare il braccio. Sentii che il freddo acciaio si distaccava dalla pelle delle mie cosce e sentivo la fatica del braccio che cercava disperatamente di salire.Il muscolo del braccio tirava da morire ma mi ripetevo "Sali,sali..Devi salire". Riuscii a porta il braccio a circa 45° per poi crollare di nuovo. Riaprii gli occhi e già avevo il fiatone,il braccio semi indolenzito e non avevo più sensibilità in tutta la mano a furia di stringerla per alzare il braccio.Juuigo-sensei si sedette a terra, in mezzo a tutta quella sabbia, tipica del villaggio. Mi osservava quasi sfidandomi e nella mia mente scattò immediatamente quella scintilla che risvegliava il mio orgoglio. Ripresi a rialzare il braccio, sollevandolo a circa 90° e contrassi ancora di più il muscolo, chiedevo di più dal mio corpo, più di quanto fosse normale per il corpo di una donna. Sentivo il braccio tremare come se ci fosse un terremoto dentro di esso, sentivo il dolore, la fatica e molte altre cose che la mia mente offuscata dalla fatica non riusciva a distinguere.Abbassai il braccio di colpo, come se mi avesse abbandonato ogni forza ma la volontà di diventare la miglior kunoichi di sunagakure non moriva certo di fronte a questo piccolo ostacolo. Gli occhi di quella donna mi spronavano sempre di più a continuare e forse quello sguardo era proprio il modo migliore per farmi continuare,senza proferire una singola parola,senza lamentele. Ripresi fiato e nuovamente rialzai il braccio destro superando il limite precedente, superando i 90°. Poco prima che il braccio cedesse, ecco che Juuigo-sensei si alzò di scatto e mi tenne il braccio per non farmi male ancora di più. Piccole gocce di sudore imperlavano il mio viso e soprattutto la mia fronte.

-Bene..ora passa al braccio sinistro...quando porterai entrambe le mani alla stessa altezza, forse cominceremo il primo passo della tecnica. Forza!
~Hai!

Impugnai l'altro peso e ordinai al mio braccio di alzare immediatamente quel peso.Mi importava poco del dolore,della fatica e di ciò che avrei provato il giorno successivo.Il mio obbiettivo era l'unica ragione per cui dovevo svegliarmi la mattina, per cui dovevo continuare ad allenarmi ogni giorno, per cui ero pronta a rompere ogni singolo osso dentro il mio corpo, a strappare ogni fibra muscolare che componeva questo corpo troppo debole per essere un abile assassino.Mentre il braccio saliva, ero capace quasi di sentire il muscolo gridare per la fatica a cui era sottoposto ma da diligente genin, ignorai quel dolore. Il primo tentativo fu lo stesso del braccio destro: 45°. Troppo poco ancora. Tentai nuovamente, dovevo raggiungere lo stesso livello del braccio destro, se non superarlo. Il muscolo tirava da morire ma raggiunsi i 90° e tentai di andare oltre ma il braccio cedette. Sbuffai allontanando dagli occhi una ciocca dei miei capelli, l'unica cosa che amavo di me, quel rosso stupendo che adornava il mio corpo. Tentai un ultima volta ad alzare il braccio e superai i 90° raggiungendo lo stesso livello del braccio destro ma questa volta riusci a non far crollare il braccio e a portarlo giù lentamente. Juuigo-sensei prese quattro polsini e subito pensai che mi spettava un altro sollevamento di pesi.Poggiai a terra i manubri in acciaio e rimasi a guardarla immobile, dovevo fidarmi di lei e del suo modo di allenarmi. Il mio pensiero di tradusse in verità e Juuigo-sama legò ai miei polsi e alle mie caviglie dei polsini con dei pesi di circa 5 kg. successivamente mi porse una katana, quella che avevo scelto per apprendere la rendan. Sfoderai la mia compagna e mi misi in guardia, aspettando un attacco e soprattutto la spiegazione del prossimo esercizio.

-Bene ora ti attaccherò in continuazione e tu dovrai, per questa prima fase, solamente schivare e parare i miei colpi. Dimenticavo...ora per me siete un nemico quindi non avrò pietà verso di voi-

Quell'idea mi intrigava tantissimo, tanto da far nascere sul mio viso il tipico ghigno che avevo quando qualcosa catturava la mia attenzione. Non avevo paura, solo adrenalina nel mio corpo e la mia mente viaggiava frenetica.Juuigo-sensei sfoderò la sua katana personale e mi attaccò subito. Non avevo mai testato la forza di quella donna e mi resi conto che adesso ero in piena difficoltà ma dovevo farcela. Sfuggire era difficile con quei pesi e dunque per sopravvivere dovevo parare assolutamente quei colpi così forti che avrebbero spezzato la lama.In realtà trovavo difficoltà anche a reggere quei colpi. Tentai a schivare il colpo dopo ma la sua lama riuscì a sfiorare la mia pelle ferendomi leggermente. Ok, dovevo essere più veloce di lei. Cominciai a schivare solamente i suoi colpi, riempiendomi di tagli, alcuni superficiali altri un pò più profondi ma non gravissimi. Riuscii a schivare il primo colpo e a pararne un secondo. Più schivavo o paravo i colpi, più il mio corpo si affaticava e i pesi alle caviglie e ai polsi non aiutavano. Compresi perchè quell'esercizio: per aumentare la velocità e la forza ma se non stavo attenta c'avrei rimesso la pelle. Al colpo successivo, riuscii a spostarmi di qualche metro e pensa che forse ero capace di attaccare ora, dovevo solo trovare un apertura. Mentre la cercavo continuai a schivare e a parare colpi con più facilità di prima ma ero stanca, troppo per riuscire a trovare quella dannata apertura ma improvvisamente compresi che il suo attacco era in due tempi: attaccava e ritirava la spada e dovevo attaccare proprio in quel momento. Attesi il suo attacco, parandolo senza problemi e quando tornò alla sua posizione contrattaccai ma il risultato non fu quello che immaginavo. La lama della katana si ruppe e rimasi con la sola impugnatura e ora si che potevo dichiararmi morta. Juuigo-sensei mirò al mio collo e velocemente mi abbassai e riuscì a tagliarmi solamente qualche ciocca dei miei capelli. Dentro di me si scatenò una sorta di furia cieca e mi avventai sulla mia sensei, combattendo con la sola impugnatura della katana, da vera kamikaze. Non sentivo più il peso alle caviglie e mi sembrava di essere quasi leggera con essi. Correvo come se fosse tutto normale, stringevo l'impugnatura come se niente turbasse i miei muscoli. Ero accecata dalla rabbia. Aveva osato tagliare i miei capelli. Cominciai a combattere usando anche gambe e braccia e lei continuava a difendersi con la katana, riempiendomi così di ulteriori tagli, ma alla fine vinsi io e la atterrai con un semplice calcio all'addome. La guardai attentamente e lei mi fissava con paura. Mi sedetti a terra per la stanchezza ma ero felice,felice di essere riuscita a combattere con dei pesi e di non averli sentiti minimamente cambiare l'equilibrio del mio corpo che prima ritenevo debole.

-Ama così tanto i suoi capelli da uccidere le persone? Comunque ha fatto grandi progressi in pochi minuti, non credevo che la sua forza di volontà potesse vincere la fatica e il dolore.Ora possiamo iniziare ad allenarci con la tecnica
~ Potrei avere un attimo di pausa? Magari poter mangiare qualcosa e poi riprendere durante il pomeriggio?
-Come desidera, Hebi-sama.

Mi alzai lentamente e mi diressi verso casa. Per quella mattina i lavori erano conclusi così decisi di farmi una bella doccia rilassante e poi fra poco si avrebbe pranzato con un pò di ramen e qualche onigiri. Salii in quella camera adornata di rosso e oro, presi tutto l'occorrente e mi recai al bagno. Qui, aprii l'acqua fredda per riempire la vasca e nel frattempo tolsi il kimono pieno di sabbia e sporcizia.Quando l'acqua raggiunse il livello giusto, entrai in vasca e l'acqua fredda pungeva sui tagli che Juuigo-sama mi aveva fatto. Non dovevo permettere al dolore di ostacolare il mio cammino verso la mia meta, il mio unico obbiettivo. Pensavo a cosa avrei fatto una volta finito questo allenamento, dopo questo incredibile richiesta al mio corpo.Sarei diventata più forte? Sarei riuscita a trovare Kiro-sensei e vendicarmi su di lui? Sarei diventata un capoclan giusto? Erano domande che frullavano dentro la mia testa ma a cui non riuscivo a trovare una risposta e tutto ciò mi faceva ribollire di rabbia. Misi la testa sott'acqua per tentare di cancellare tutto, per far andare via tutto ciò che mi distraeva dall'essere perfetta. Passò sicuramente qualche ora e mia sorella Hiba giocava nella stanza accanto. Non avevo la forza nemmeno di occuparmi di lei,di occuparmi degli affetti, della mia famiglia...dell'amore. No. Non era ciò che mi spettava, non era quello il mio destino. Non poteva essere quello perchè non volevo che fosse quello. Finito il bagno pettinai i lunghi capelli ancora bagnati, li legai mentre piccole goccioline d'acqua scendevano lungo la mia schiena bagnando il kimono rosa. Uscii da lì e una signora mi chiamò per dirmi che il pranzo era pronto.Scesi di corsa le scale e mi fiondai in cucina dove tutta la mia famiglia mi aspettava. Mia madre e mio padre parlavano contenti fra loro, mio nonno restava in "meditazione" con gli occhi chiusi e le braccia nascoste nelle maniche dello yukata e la mia piccola sorellina giocava già con la sua pappetta dall'odore strano. Mi sedetti e tutti in coro dissero "Itadakimasu, Hebi" e io risposi. Era un pranzo come tanti altri durante i giorni afosi di maggio.Mangiai la mia porzione di riso con del sushi e presi un pò di tè come bevanda. Successivamente presi le mie ciotole e le porsi alla cuoca che le posò nel lavabo, mi alzai ma mia madre mi fermò

-Hebi! Torna subito a tavola...noi non abbiamo ancora finito di pranzare!
~Ma Okasan devo andare ad allenarmi!
- Non se ne parla! Tu resti qui finchè tutti hanno finito, sono stata chiara?!
' Ghisha! Lascia andare tua figlia ad allenarsi! Lei ha un grande futuro davanti...a differenza di voialtri stupidi!'


Li guardai immobile e quando vidi che Ojisan aveva rimproverato mia madre, ecco che sgattaiolai in giardino per raggiungere la seconda parte del mio allenamento di quel giorno: imparare totalmente la tecnica. Ancora Juuigo-sensei non era arrivata. Mi sedetti a terra e osservai quel cielo di un azzurro così forte tanto da ricordare il mare,quello che avevo visto solo due volte, andata e ritorno da Kirigakure.Era strano guardare il cielo e pensare che forse un giorno qualcuno l'avrebbe guardato con me, insieme a qualcuno che magari mi avrebbe aiutato. I miei pensieri furono interrotti dai passi in lontananza di Juuigo-sensei, così mi alzai e rimasi sull'attenti, da perfetto soldato, da perfetta macchina da guerra. La donna si parò davanti a me e mi mise due katane nelle mani, mentre i suoi fianchi reggevano altre due armi, due katane diverse da quelle presenti in armeria, sembravano quasi cucite proprio sul suo corpo, come se fossero quasi parte di quella donna che era in posizione e che stava per insegnarmi ad essere una maestra delle katane. La guardavo senza battere ciglio, provavo una sorta di ammirazione ne suoi confronti... Juuigo-sensei cominciò ad estrarre le sue katane e mi spiegò pian piano i singoli passi della danza. Essendo una rendan, mi disse che se fosse stata evitata, tutta la tecnica sarebbe andata in fumo e quell'allenamento era sia per imparare i singoli "passi" sia anche per aumentare la mia velocità e non lasciare aperture, cosa che lei aveva in abbondanza. Il primo passo della rendan era un semplice attacco per far cominciare la "danza" e dunque cominciare a colpire l'avversario. Un attacco forte abbastanza da non lasciare il tempo all'avversario di allontanarsi o di schivare la parte iniziale della tecnica. Sembrava semplice ma forse avrei dovuto provare prima di parlare. Juuigo-sama sembrava sicura di se, sembra conoscere a memoria quelle spade così particolari, quasi come fossero delle persone, le sue migliori amiche. Ripetei insieme a lei quel passo iniziale e dopo qualche minuto vidi che il suo corpo ruotarsi quasi a 360° e colpire l'aria di nuovo. Eravamo come delle ballerine durante le prove del balletto, dello spettacolo più importante e dunque bisognava ripetere ripetere e ripetere ancora finchè fossero diventati dei movimenti naturali,come se il corpo si muovesse solamente in quel modo. Pian piano compresi il metodo per creare una rendan un pò più personale, per distaccarmi dalla solita tradizione di rotazioni e giravolte. Avrei creato una danza totalmente diversa. Mi avvicinai al tronco fissato nel terreno,quel tronco che aveva ricevuto calci e pugni fino al giorno prima, e decisi di allenarmi lì per il momento. Il tempo passava in fretta e sentivo le katane leggerissime e i pesi ai polsi e alle caviglie erano quasi spariti ma la fatica cominciava a farsi avanti nel mio corpo, tentava quasi di prendere il sopravvento ma io ero più forte,io avrei vinto, avrei imparato quella tecnica come se il mio corpo non dovesse conoscere altro che quella danza di spade. Iniziai con un piccolo attacco da sinistra a destra seguendo una diagonale immaginaria e cominciai a ruotare sulla mezza punta del piede mentre le mie braccia volteggiavano con quelle due katane, sentendo quasi che queste tagliavano l'aria intorno a me. Più continuavo quella strana danza più aumentavo la velocità e la forza con cui sferravo i colpi a quel tronco inerme. L'ultimo passo era un affondo, dovevo ferire con quell'affondo, avrei messo tutta la mia forza e immaginai un ipotetico nemico al posto di quel tronco. La mia furia fu tale che conficcai più della metà della katana dentro in tronco. Mi girai verso Juuigo-sama e lei mi guardò sorridendo, non capendo se fosse fiera o stesse ridendo di me.

-Bene, Hebi-sama. Ora provi a combattere contro di me, utilizzando ovviamente questa tecnica, non tenterò di schivarla una prima volta ma dopo ritenteremo e tenterò di schivarla.
~Hai!

Presi un attimo fiato e ripresi in mano quelle due katane, pensando che un giorno avrei stretto tra le mani la mia Sode no Shirayuki. Attaccai subito Juuigo-sensei che si lasciò colpire e io continuai la mia tecnica aumentando la mia velocità e la forza nei colpi. Non feci caso alle ferite che si creavano nel corpo della donna, pensavo solamente a non lasciare del tempo al nemico per sfuggire alla mia tecnica. L'ultimo attacco l'avrebbe ferita seriamente ma abilmente Juuigo-sensei parò il colpo per non farsi semi uccidere. Aveva gli occhi che le brillavano o forse era il sole che, tramontando, creava quest'effetto nei suoi occhi. La osservai attentamente con quel corpo sporco di piccole linee di sangue ancora fresco. Il mio viso non tradì emozioni, non doveva farlo. Ora sapevo che Juuigo avrebbe tentato di schivare il primo attacco, mandando in fumo tutta la tecnica. Mi fiondai su di lei con tutta la foga che avevo in corpo, cercavo un modo per non sentire la stanchezza del mio corpo, per portare oltre i miei limiti. Il primo colpo come mi aspettavo non andò a buon fine e dunque non potei continuare la mia tecnica ma mi fiondai nuovamente su di lei, sperando di colpirla e poter continuare ma furono vane speranze perchè Juuigo fu così veloce da evitarmi. Cominciavo a perdere la pazienza e attaccai di nuovo e di nuovo e ancora una volta senza riuscirla nemmeno a sfiorarla.Poggiai le braccia sulle gambe piegate per riprendere fiato e nel frattempo osservavo Juuigo-sama sperando in una sua distrazione, cosa che accadde improvvisamente e io l'attaccai. Non si aspettava questo attacco all'improvviso e non riuscì a parare bene il colpo così decisi di continuare con la mia tecnica e ogni tanto i miei colpi sfioravano il suo corpo, ma il colpo finale riuscì a stracciare il suo kimono e fu per me una grande soddisfazione. Ero esausta e mi sedetti a terra, ormai il cielo stava per inscurirsi e sapevo che tra un pò avrebbero chiamato per la cena. Dovevo assolutamente riprendere fiato e non sprecare tempo ma Juuigo mi precedette e mi tolse le katane dalle mani. La guardai con aria interrogativa e lei in silenzio tornò in armeria, dove posò le katane, tornò e si sedette accanto a me.

-Hebi-sama...siete riuscita ad imparare una tecnica in solo giorno. Sono davvero orgogliosa di voi. Sarete sicuramente un ottima capoclan quando Hisame-sama vi lascerà il suo posto. dovete solo migliorare ancora la tecnica ma questo è la cosa meno importante.
~Arigatou Gozaimasu Juuigo-sensei! Senza di voi non avrei apprezzato il mondo delle katane...spero presto di impugnare la mia katana e di rendere fiero tutto il mio clan.

Non scorderò mai lo sguardo che mi rivolse, quello sguardo di amica,madre e soprattutto maestra che mi dedicò. Mi alzai lentamente mentre decisi di lasciare i pesi. Da allora mi sarei allenata con quelli per migliorare sempre di più. Mi diressi verso casa, lasciando quella donna lì a guardare le poche stelle che stavano cominciando a spuntare nel cielo di suna.

Ch. no 5:~ Fifth day - Lookin' for a personal element



[Work in progress//Travaux en cours]

Edited by darkmoon94 - 4/5/2012, 19:24
 
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