Attack to the half blood Uchihas, Allenamento di Sosuke Uchiha

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Kobayn
view post Posted on 24/4/2009, 18:29




CITAZIONE

Post-it
Questo allenamento composto da sette (7) post concorre al raggiungimento degli obbiettivi richiesti per il power-up. ogni post rappresenta uno scontro o un avvenimento speciale che serve a sviluppare sia fisicamente sia psicologicamente il personaggio di Sosuke Uchiha. Inoltre questa avventura non mette in discussione il regolamente tenendo conto di tutte le caratteristiche di un Genin Gialla tra cui Tecniche, Abilità, Slot e recuperi. Tra un post e quello successivo il recupero è completo. l'allenamento inizierà tempisticamente dopo l'esito dell'esame all'accademia e possederà tutte le armi comperate in armeria dopo la promozione. Inoltre questo allenamento servirà per sviluppare il mio stile di scrittura, cioè verranno fatte alcune prove con la narrazione. I primi tre post hanno un narratore Omodiegetico, ovvero interno e sono narrati al presente indicativo, mentre i post successivi sono narrati da un narratore eterodiegetico onniscente al passato remoto, con focalizzazione zero.




Edited by Kobayn - 12/10/2009, 14:44
 
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Kobayn
view post Posted on 24/4/2009, 19:56





«Nella mia fine vedo il principio della vita.»
T. Visci




«Sosuke Uchiha, in seguito alle valutazioni ottenute dopo aver conseguito il corso per la carica di Genin, siamo lieti di consegnarle a pieno titolo la carriera di shinobi. Inoltre, viste le richieste esplicite, narrate nel testamento di suo padre, abbiamo il diritto di consegnarle le chiavi dello studio privato del suo Avo. A nome di tutto il consiglio, è un onore che lei abbia intrapreso questo mestiere, e siamo sicuri riuscirà a portare onore al Clan. I miei più cordiali saluti, e complimenti per la promozione.»
Parole vuote. Prive di alcuna emozione suscitata dal cuore. Le mie orecchie non giovano sentendo il trattamento sgradevole e privo di sentimento a me riservato, ma è la giusta decisione. Aspetto, e mi libero il prima possibile da ogni tipo di aggressore per tornare ad occuparmi di qualcosa di ugualmente terribilmente noiosa. Il pomeriggio lo passo tra tetti e lande erbose di Konoha. Come mi è stato annunciato la mattina ho il giorno libero e ciò mi rende molto nervoso. Non riesco a godermi una bella giornata da tempo, temo che questo sia sintomo di zizzania. lascio quindi scivolare via lentamente ogni singolo pensiero malevolo, mi rilasso il più possibile. Le lancette del tempo girano ancora lentamente, troppo secondo mio giudizio, fino a fermarsi in una sosta quasi terribilmente insorpassabile. Incontro tra le tasche dei pantaloni uno strano oggetto liscio e geometrico, lo traggo fuori con arcan solennità. Lo osservo meglio. Un brivido di disperazione sale sulla mia schiena e m’invade. Mi sono labilmente scordato di aver ricevuto effetti personali dal committente degli Uchiha. Oltre al classico coprifronte targato dal simbolo della foglia, prendo un ulteriore oggetto strambo secondo me. Mi spiegano essere una chiava, di un qualche studio familiare. Sbuffo, non penso di non aver ricevuto alcune chiavi. Come sono solito fare non torno a casa troppo tardi, poi, dopo aver mangiato, mi distendo sulla poltrona nello studio e riposo e palpebre assonnate e stanche. Un’immagine mi scaturisce terrore nella mente e sobbalzo. Sono caduto a detta, mi duole il bicipite sinistro. Nella caduta sono andato a battere contro la scrivania, l'ho fatta cadere a terra. Sul pavimento ritrovo ogni singolo elemento precedentemente posto ordinatamente sulla superficie ligenea della scrivania. Trovo con gli occhi una piccola fessura geometrica, qualcosa a cui non ero stato minimamente attento in precedenza e osservo nuovamente l'oggetto geometrico nella mia tasca. le estremità combaciano. Spingo dentro l'oggetto e giro la chiave nella serratura. Si odono rumori meccanici, marchingegni arrugginiti si sono messi in moto, sento una nuova sensazione nel mio petto. Inadeguatezza, disagio. Vedo un filo metallico alle estremità della porta, una trappola forse, sto attento e non lo calpesto, lo supero a grandi falcate. Ci sono due piccoli piatti contenenti una sostanza oleosa e nera, petrolio suppongo, con un fiammifero accendo le linee delineate con l'oro nero, e attendo di illuminare tutta la stanza.
“Ingegnoso. Efficace. Andiamo avanti."
Mi muovo, a grandi passi percorro il corridoio illuminato dalle linee infuocate ai lati, sbocco in un' altra apertura più ampia e luminosa. Le rocce sulle pareti sono affrescate da strani disegni raffiguranti l'origine del doujutsu più temuto delle lande conosciute. Non li noto molto, o almeno credo. Sono conservati bene, l'usura del tempo non si nota ad occhio nudo, sono stati dipinti molti anni prima. Sono tra i rigagnoli sotterranei delle residenze Uchiha, i rigagnoli sono sporchi di menzogne e di crudeltà. Sento puzza di cane morto. Sento dei rumori meccanici. Ho fatto uno sbaglio lo sento. Marchingegni arrugginiti si muovono. Le mani si muovono velocemente, poi capisco. Ho i piedi bagnati, c'è dell'acqua sul pavimento. Delle armi gallegiano sopra al liquido chimico, sono armi. Armi bianche.
"Cazzo!"
Una goccia di sangue scende dal mio viso. Mi hanno tagliato lo zigomo destro. il resto delle armi si è impalato contro un muro d'acqua creato pochi attimi prima di cadere in qualche trappola.
"Adesso devo trovare anche un medico. Mi serve un medico."
Prima di cadere nella trappola ho sentito dei rumori bizzarri, non ero io, non sono solo. Qualcuno è entrato nei tunnel sotterranei, stupido, ha pestato il filo. Lascio passare, prima o poi mi raggiungerà. Ascolto l’incostante ritmo dei passi silenziosi e fugaci dell’ospite inaspettato. Le luci pian piano si affievoliscono, l’accelerante si sta consumando velocemente. Arrivo finalmente ad una porta. E’ metallica, molto spessa e non vi sono tracce di ruggine. Sembra sia stata stranamente “trattata” con soluzioni anormali, forse per via della sicurezza o dell’ostinatezza del cane. Estraggo dalla tasca la chiave geometrica usata in precedenza ed infilo l’oggetto nella toppa. Apro facilmente la porta, entro e la socchiudo alle mie spalle. Do la possibilità al mio inseguitore di entrare anch’esso dalla porta. Strano. Dietro la porta metallica mi aspetta qualcosa che non immaginavo. Le pareti sono tappezzate di enorme librerie colme di oggetti cartacei, come libri e pergamene. La stanza è ampia, stuccata di bianco e al centro possiede una scrivania vecchio stile ordinata quasi maniacalmente. Molto strano. la parete è completamente immersa nella polvere, da anni non vi si dà una pulita, eppure qualcuno è entrato da poco. Impronte di scarpe da uomo macchiano il pavimento impolverato. Troppo strano. Avanzo di un passo in direzione della scrivania e mi fermo. Dietro di me, qualcuno, apre la porta. Mi giro facendo asse sul piede sinistro e mi volgo faccia a faccia verso l’intruso. Lo osservo per poche frazioni. Noto che ha una maschera, brutto segno, i capelli lunghi gli ricadono sulle spalle, fuoriuscendo dal passamontagna, sono rossi. Gli occhi sono innocenti, troppo innocenti, ma non mi fido. Alza velocemente il braccio destro, ha un kunai stretto tra le dita. Estraggo repentinamente la mia arma bianca da dietro le schiena e blocco il suo attacco. Con l’altra mano afferro il braccio con cui tiene l’arma e sferro velocemente un calcio nello stomaco, allontanando così l’intruso dalla soglia della porta e facendolo cadere all’indietro sulle natiche. Non mi scompongo. Rimango vigile. “Altezza media, muscolatura debole, nessun coprifronte visibile. Ci sono molte ipotesi da verificare. Potrebbe essere uno studente, si potrebbe spiegare la forza e l’assenza di coprifronte, oppure potrebbe essere qualcuno di estraneo al villaggio. Molto improbabile. Impossibile invece che questa esimia persona sia un mercenario, o comunque qualcuno assoldato per qualche affare illecito. Nessuno sceglierebbe qualcuno di così debole, sempre che questi non abbia problemi economici, ma è poco probabile. Vediamo che fa adesso.”
Lo guardo meglio, poi capisco. Gli parlo.
«Identificati e spiegami che ci fai qua dentro. Non è posto per te.»
Mi guarda negli occhi. Capisco. E’ innocente. Vacilla, è un po titubante. poi si apre, si toglie la maschera e mostra i lineamenti perfetti e femminei celati prim’ora. Le porgo una mano. Poi mi risponde.
«Mi chiamo Hayumi Hitsury , studente accademico della foglia. Da sempre i miei parenti hanno cercato di entrare in questo luogo, ma mai hanno terminato l'obiettivo. Fortunatamente, alcune fonti, mi hanno riferito che quest’oggi avresti ricevuto le chiavi dello studio ed ho pensato di sfruttare quest’occasione a mio favore. Lei mi ha scoperta con facilità, chiedo umilmente perdono per l’intrusione e per la deludente prestazione effettuata. Sono un disonore per l’intero clan Hitsury.»
Voce squillante, da ragazzina. Cerca di incantarmi, forse vuole farmi pena. Non ci casco. Ascolto in parte le sue parole, sono curioso di conoscere le sue fonti. Devo pensare. Rifletto qualche istante, non devo essere troppo diretto.
«Devo porti alcune domande ragazzina. Rispondi con sincerità o sarai pasto per cani randagi. Qualcuno è a conoscenza della tua venuta qui? »
Annuisce timida. una complicazione in più temo. Se qualcuno riesce a trovare l’entrata potrebbero esserci complicazioni.
«Sfortunatamente entrando hai attivato un meccanismo di chiusura e non mi pare di aver notato maniglie o serrature per poter uscire. Temo dobbiamo trovare un altra uscita.»
Temo di aver utilizzato parole dure. Non mi interessa.
«Come sai che esiste un altra uscita. Non ci sei mai stato ed io non vedo nessuna informazione che ci può assicurare ciò che hai detto. Penso sia meglio tornare indietro.»
Parole vuote. Non la considero, ma non la devo fare allontanare. Le parlo.
«Una serie di impronte sono impresse nella polvere. Sono fresche e nessuno si è assicurato di cancellarle. Vedi per caso una linea di ritorno? No. C’è da escludere inoltre che il nostro intruso sia tornato sui propri passi viste le evidenti tracce.»
Sono ancora più duro.
«Sono un uomo di poche parole, non pensare ed esegui solo ciò che ti dico. Potrei innervosirmi».
Squittisce silenziosamente e mi segue ammaliata dai monumenti conservati nella grande sala. Rientrando i miei occhi accusano un leggero dolore. Mi muovo con passi felpati verso la scrivania. Poso lo sguardo su un quadrante a tasselli posto sulla superficie liscia della struttura ligenea. Un semplice rebus. Sposto i tasselli velocemente ed elaboro le possibili combinazioni possibili. Devo riuscire a muovere le tavolette in modo da formare una frase. Ricordo. Poche parole rivolsi a mio padre. Poche ore passai con lui, ma se decise di lasciarmi la chiave probabilmente mi diede la soluzione allora. “Nella mia fine vedo il principio della vita.”
Una lieve brezza scorre alle mia spalle. Nella roccia si apre una scanalatura rettangolare. Mi mostra una serie di ripide scalette in roccia calcarea. Scendo passo dopo passo e cautamente controllo la giovane ragazza dietro di me. Un bivio si presenta davanti a me. Sento il suono inconfondibile della voce femminile della ragazza.
«E adesso? dove andiamo? Se prendiamo la strada sbagliata rischiamo di finire intrappolati qui.»
«Semplice. Andiamo alla nostra destra. Non mi chiedere come lo sò. Se ti sforzi ci puoi arrivare.»
Rispondo distaccato ed intanto mi avventuro nel corridoio oscuro come la notte. Il rumore dell’acqua scrosciante aumenta sempre di più. Una cascata. Non ci ho pensato prima. I confini della residenza Uchiha confinano con una cascata appena fuori dal villaggio, uno dei luoghi più adatti per costruire un'entrata segreta della tenuta. Una piccola caverna ci distanzia dall’acqua scrosciante. Esco dal tunnel e richiudo segretamente l’uscita. La ragazza, dietro di me, impaurita. Penso abbia capito. Non posso permettere che vada a spifferare ai quattro venti ciò che quest’oggi ha appreso. estraggo dalla sacca porta oggetti del filo di nylon. La lego stretta. Si lamenta. Probabilmente stà già perdendo sensibilità alle mani. Non dovrebbe mancare molto. La faccio tuffare nell’acqua, poi la seguo. Velocemente mi alzo sulla superficie liquida del lago. La trascino a terra. Non penso conosca l’utilizzo del chakra adesivo.
«Ehi signorina... ci sono problemi? Ma che..?! Tu. Lasciala stare o te la dovrai vedere con noi. Ti avverto siamo due degli Hyuuga prediletti del villaggio.»
Complicazioni. Hyuuga oltretutto. Mi volto. Nei miei occhi rabbia. Li squadro, sono a circa tre metri da me, un niente. Gli parlo.
«Ho già combattuto il Byakugan ragazzi, scappate finché siete in tempo.»
Ostinati i giovani. Mollo il laccio della ragazza e repentinamente mi ritrovo sotto il mento del primo dei due. Un calcio dal basso verso l’alto impatta sul flebile corpo del giovane Hyuuga e scaglia la complicazione in aria. Estraggo velocemente due Kunai e li dispongo su ambe le mani. Uno di essi lo scaglio verso il giovane ormai in aria, colpendo la zona lombare della schiena, mentre con l’altra mano rivolgo l’arma bianca verso il compagno. Trema, poi scappa. Ha paura. Noto ora che non portano coprifronte. Male. Molto male. Troppo male.
«Due Hyuuga prediletti eh? Mpf... Cazzate. Meglio tornare alla tenuta ora. Rinchiudiamo questa giovane donna nella stanza interrogatori. Domani le andrò a parlare.»
Parlo da solo. Non sono pazzo, non credo. Mi carico sulle spalle il corpo sinuoso della ragazza e mi muovo velocemente verso la fortezza Uchiha. Lascio a terra il corpo esanime del giovane Hyuuga, è ricaduto ormai nell’acqua da un salto di qualche metro, si sarà fatto male. Non m’interessa. Adesso sono stufo.
“Voglio chiarezza in questa faccenda. Cosa c’è di così importante la sotto da dover infiltrare e corrompere qualcuno affinché questi sottragga effetti dallo studio? Qualunque esso sia io lo scoprirò e non lascerò rivelare niente alla ragazza”

«Tre persone possono tenere un segreto, se due di loro sono morte».
Benjamin Franklin




Chakra: 55/100
Condizione Mentale: Inquieto
Condizione Fisica: Ferita lievissima sullo zigomo destro.
Consumi: [30] Muro d'acqua ; [15] Alzata della foglia.
Slot utilizzati:
Techiche utilizzate: Muro d'acqua; Alzata della foglia.
Bonus: /
Malus: /
Equipaggiamento: 10 Kunai; 10 Shuriken; 3 Flash; Katana; 40m di Filo d'acciaio; 2 Tonici azzurri.
SPOILER (click to view)

Alzata della Foglia - Konoha Tounyuu
Posizioni Magiche: Nessuna
Villaggio: Foglia
Descrizione: Servendosi di questa tecnica il ninja, usando tutta la velocità di cui dispone, sparisce letteralmente, ricomparendogli sotto. Nell'istante successivo sferra un calcio ascendente che cercherà come bersagli il corpo o la testa avversaria. Se il colpo raggiunge il nemico, egli verrà scagliato in aria, raggiungendo un'altezza di almeno quattro o cinque metri. In questo caso l'avversario dovrà affrontare un leggero stordimento, mentre il danno subito non sarà poi così ingente (pari in realtà ad una ferita lieve).
Tipo: Taijutsu
(Livello: 5 / Consumo: Medio-Basso)

Muro d'Acqua
Villaggio: Konoha
Posizioni Magiche: Serpente con indice destro fuori.
Descrizione: Tramite questa tecnica il ninja crea davanti a se un resistente muro d'acqua, che gli permette di preteggersi da attacchi di fuoco e dalle armi da lancio. A seconda delle necessità il muro può assumere una forma cilindrica e proteggere il ninja a 360°, in quel caso però la sua robustezza risulterà indebolita. Il consumo varia da Medio in presenza di una consistente quantità d'acqua (almeno 20 litri concentrati entro 3 metri dall'utilizzatore) ad Alto in assenza della suddetta condizione.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo di Chakra: Variabile)



 
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Kobayn
view post Posted on 25/4/2009, 10:16





«L'ebbrezza della rabbia, come quella del vino, ci mostra agli altri, ma ci nasconde a noi stessi. Noi danneggiamo la nostra stessa causa nell'opinione del mondo quando la difendiamo troppo appassionatamente.»
Charles Caleb Colton




Ombre tra i suburbi nella notte. Qualcuno si aggira tra i rigagnoli della città, e i rigagnoli sono sporchi di sangue. In lontananza una voce stona nel silenzio dell’oscurità. Scosto le coperte dal busto e lascio scivolare i piedi nei calzari posti sotto al letto. Non prendo altro. Non penso sia necessario. Avanzo scaltro, come un ladro nella notte, verso la grande libreria nello studio. Tornato a casa ho messo a posto ciò che sfortunatamente avevo spostato ed inserisco l’oggetto geometrico nel posto predestinato. Come previsto si aprono le grosse porte laterali, rivelando ancora una volta la strada tortuosa celata. Attraverso cautamente le porte e mi volto subito dopo aver attraversato il filo metallico nuovamente teso. Attendo qualche secondo di fronte all’apertura nella parete. Il meccanismo della porta è complesso. Le ante sono divise in due parti che vengono differentemente attivate a seconda di come viene chiusa l’apertura del tunnel. Se il filo si tende muove alcune rotelle che tendono a schiacciare la porta su se stessa e a ricoprire i pannelli su cui potrebbe essere inserita la chiave geometrica. L’industrioso meccanismo aveva inoltre una manovella che mossa all’apertura della porta lasciava scivolare lungo i corridoi pietrosi, il liquido infiammabile. Non mi soffermo ad osservarlo allungo, ma chiudo le porte dietro di me e mi dirigo verso lo studio privato in cui poche ore prima ho fatto la conoscenza della giovane intrusa, ormai relegata e tenuta sotto osservazione da ninja degni di nota. Apro la porta con l’oggetto geometrico ancora nella mia mano e resto fermo ad osservare il grande salone pieno di libri. Faccio un giro, do una rapida occhiata ai contenuti dei libri. In alcuni sfoglio anche qualche pagina, poi lo rimetto a posto. Ci sono per lo più libri pieni di tecniche di ninjutsu, taijutsu e genjutsu ed altri libri contenenti segreti sul chakra. Attraverso in pochi minuti tutta la stanza, quando il mio occhio cade su una teca di vetro impolverato. Un libro è custodito all’interno del reliquario. E’ chiuso, eppure si notano nei pressi della serratura segni di scasso, come se qualcuno avesse cercato di aprirla a forza. Provo a vedere se ancora una volta la chiave geometrica mi risolva i problemi. Sarebbe troppo facile. Niente. Non mi resta che trovare la chiave. Se non degli intrusi non sono riusciti ad aprire questa teca io non mi avvicinerei nemmeno lontanamente all’intento. Mi dirigo velocemente verso la scrivania e mi siedo a cercare qualcosa che mi possa aiutare. La scrivania è in ordine, tutto ciò che si nota sono due cassetti serrati con una strana e familiare forma geometrica. Inserisco ancora una volta la chiave che apre simultaneamente i cassetti. Tra le cianfrusaglie riposte nella scrivania, riesco a trovare un paio di oggetti particolari, ma niente che possa assomigliare ad una chiave. Cerco ancora e trovo finalmente uno strano oggetto quadrato su cui è inciso il segno geometrico della chiave. Pongo arcanamente l’oggetto sulla superficie liscia della scatola che rivela uno scompartimento segreto al suo, interno. Una chiave ed un ciondolo sono racchiusi da chissà quanto tempo. Osservo stranamente il ciondolo e lo metto semplicemente al collo, mentre raccolgo la chiave e mi dirigo verso la teca di vetro. Inserisco la chiave nella toppa e giro l’oggetto metallico aspettando un risultato da parte della bacheca rinforzata. Si apre con un suono vuoto e s’innalza dal libro una polvere di usura. Il libro ha delle rifiniture d’orate sul dorso, e le pagine hanno il margine del medesimo colore delle stelle. Raccolgo con ambe le mani, il libro. Non pesa troppo ma date le dimensioni del libro non è normale. Lo porto sulla scrivania e mi siedo dietro di essa a leggere. Le prime due pagine sono bianche.
“ Caro figlio mio. Se stai leggendo questo libro vorrà dire che sono morto…”
Le solite parole stonate di un ricordo lontano. Vado avanti. Inizio più noioso non poteva esistere.
“Ho scritto questo diario per poterti informare di ciò che ti aspetta nel mondo esterno. Se hai ricevuto questo libro vorrà dire che sei ormai diventato uno shinobi a tutti gli effetti del villaggio della foglia. Sono fiero di te figliolo. Sfortunatamente però, devi sapere che le tue preoccupazioni non sono ancora finite. Devi sapere figlio mio alcune faccende del nostro clan. Ai tempi della seconda guerra ninja, il nostro clan era uno dei più potenti mai visti sulla soglia di Konoha. Tanti erano invidiosi del nostro potere, tanto da tramare alle nostre spalle per distruggerci. Misero in atto un complotto a cui solo una piccola frazione di Uchiha riuscì a sopravvivere e a mantenere alto il nome della famiglia. Sfortunatamente alcuni di questi non riuscirono mai ad acquisire l’arte che si tramanda di padre in figlio nel nostro clan, bloccando così l’arte oculare dei loro figli e nipoti. Questi Uchiha sono tuttora chiamati Uchiha mezzosangue, anche se è difficile distinguerli dai normali purosangue. Figliolo, questa partizione del clan non giovò molto ai rapporti familiari. Infatti gli Uchiha purosangue iniziarono a vantarsi, mentre gli Uchiha mezzosangue dovettero sentirsi umiliati agli occhi di tutto il villaggio. Solo pochi al giorno d’oggi sono riusciti ad acquisire il dono dello sharingan, e sono sfortunatamente bersagliati da ingiurie di gente invidiosa dei loro poteri. Tu figlio mio sei di sangue puro, proprio come lo sono io ed altri pochi. Di generazione in generazione si cerca di far nascere sempre più sharingan. Così come facciamo noi anche gli Uchiha mezzosangue cercano di accoppiarsi con donne di sangue puro in modo da riuscire a fornire l’arte oculare alla propria prole. Questi Uchiha mezzosangue hanno però intenzione di decimare il clan ed ogni sharingan che non sia sotto il loro controllo. Sfortunatamente io e pochi altri eravamo a conoscenza del complotto e siamo riusciti a fare ben poco per evitare che succedesse. Pian piano sempre meno ragazzi riescono ad acquisire il doujutsu più temuto di tutta la storia ninja. Cerco di arrivare al punto figliuolo. Qualche tempo prima della tua nascita il consiglio del clan mi affidò un libro con tutte le informazioni per risvegliare lo sharingan e comprendere tutte le tecniche derivate da esso. Questo libro fu tenuto in gran segreto per evitare che gente come gli Uchiha mezzosangue se ne appropriasse e lo utilizzasse in malo modo. Questi ninja ormai decimati dall’odio e della vendetta non saprebbero utilizzare diligentemente il loro potere e finirebbero per essere distrutti o per distruggerci. Pochi anni dopo qualcuno venne a sapere del libro tenuto in gran segreto e cercarono di appropriarsene entrando in questo luogo tenuto segreto a molti. Il libro che mi diedero non esisterà più figliolo. Ho deciso di distruggerlo per impedire agli Uchiha mezzosangue di rinascere. Tu, figlio mio, sarai sfortunatamente bersagliato da questi Uchiha. Probabilmente ti minacceranno o peggio, ma tu non devi cedere. Io credo in te. Sappi figlio mio, che in tutta la vita mi sono fidato solo di una persona. Sfortunatamente ho perso notizie di questo caro amico da qualche anno, se tu dovessi riuscire a trovarlo sappi che è uno dei più potenti Uchiha mai esistiti. Il suo nome è Koji Uchiha ragazzo. Anche lui per tutta la vita cercò di combattere gli Uchiha mezzosangue…”.
Smetto di leggere. Basta così. L’orgoglio m’impedisce di continuare. Rumori sospetti m’insospettiscono. Alzo gli occhi velocemente, giusto in tempo per indietreggiare e trarre in salvo il diario tanto segretamente custodito.
«E così hai trovato il caro diario di Papà».
Ruggisce umoristicamente un giovane dal bell’aspetto. Ritrovo in lui le caratteristiche tipiche di un giovane ragazzo di circa diciannove anni. Alto, lineamenti perfetti, occhi profondi ed ingannevoli ed una bionda chioma selvaggia. Estrae dalla tasca porta oggetti un’arma bianca. Un kunai dalla punta arrotondata. Lo lascia librare nell’aria, come stesse volteggiando acrobaticamente in un’esibizione.
«Ti dispiacerebbe darmi un attimo qual piccolo ed insignificante diario?»
La voce altisonante e sicura di se risuona nella stanza.
“Cazzo… Non posso assolutamente permettermi di combatterlo qui. Non sarei in grado di utilizzare alcune delle mie migliori carte per evitare di danneggiare questi manufatti. Devo riuscire a portarlo fuori di qui. Speriamo di riuscire a fare in tempo.”
Cerco alla mia cinta il mio equipaggiamento. L’ho lasciato sfortunatamente e stupidamente alla tenuta. Muovo velocemente i tasselli sulla scrivania sperando di fare in tempo a sorprendere il giovane intruso. La porta dietro di me si apre e scatto all’interno della cavità rocciosa. Con la coda dell’occhio noto il giovane scattare verso di me, cercando di acciuffarmi prendendomi per la maglia. Nella sua mano un pugno di mosche. Riesco a raggiungere finalmente l’uscita nella cascata, dove i primi raggi del sole iniziano a farsi vedere. Il rumore silenzioso dei passi dietro di me mi sta raggiungendo. Una spinta alla schiena mi sorprende. Lascio la presa del libro che si libra nell’aria, poi lo perdo di vista. Cerco di riprendere l’equilibrio. Sospeso nell’aria, mi rigiro e mi reggo con le braccia per qualche secondo, giusto il tempo di rialzarmi e prepararmi per il combattimento. Nella mia mente non riesco a pensare ad altro che al libro. Non so, dove è andato a finire. Devo cercare di finire in fretta con questo giovane e riuscire a recuperare il diario prima di perdere ogni possibilità. Mi metto in posizione di combattimento, intimando al mio avversario di iniziare ad attaccare. Non lascio questo privilegio a molti. Si mette in posizione da combattimento anche lui, e senza tralasciare tempo invano estrae dalle sacche porta armi, poste dietro la schiena, uno shuriken gigante e lo lancia violentemente verso di me. Lo schivo senza difficoltà e lo lascio schiantarsi contro la parete rocciosa della caverna. Lo vedo tirare dei fili di nylon, non me ne sono accorto, lo shuriken è truccato. Blocco la mia corsa precedentemente iniziata per schivare l’arma lanciatami contro. Con un saltello mi giro e mi ritrovo davanti all’arma ormai smontata e pronta a scagliare armi contenute al suo interno.
“Diamine non farei mai in tempo a schivarle o a pararle manualmente, non posso far altro che utilizzare un muro d’acqua.”
Muovo velocemente le mani componendo i sigilli necessari a richiamare l’acqua già presente nelle vicinanze e a formare un muro circolare attorno a me. Sento gli schizzi d’acqua provocati dal contatto con le armi ostili. All’interno di quello scudo circolare formato d’acqua mi giro, in modo da non dare le spalle all’avversario e rilascio, appena lo ritengo necessario, la tecnica e scatto repentinamente verso il giovane dai capelli biondi. Lo colgo di sorpresa e riesco a scagliare contro di lui uno shuriken raccolto da terra. Lo cerca di schivare facilmente, ma riesco a colpirlo comunque sulla spalla di striscio, lasciando gocciolare a terra il liquido vermiglio avversario. Quasi fosse saltata in mente ad entrambi la stessa idea, facciamo entrambi qualche passo indietro, e simultaneamente eseguiamo i sigilli necessari a scagliare contro l’avversario la palla di fuoco suprema. Le tecniche si scontrano, producendo un aumento di calore nella grotta ed un fenomeno raro. Le sfere di fuoco scontrate avevano formato un grosso ammasso incandescente che pian piano si riduceva vicendevolmente. Stranamente usciamo dalla grotta entrambi, per andare a scontrarci con la cascata ed uscire finalmente sul laghetto sottostante. Siamo perfettamente uno di fronte all’altro. Alzo lo sguardo verso la sua faccia, ho paura che quest’individuo possegga lo sharingan. Ultimamente ha eseguito le mie medesime azioni alla lettera. L’iride cerulea ed opaca mi fissa instancabilmente. Non è un possessore di sharingan, eppure appartiene al clan. Un’espressione disgustata si forma sulle mie labbra. Un Uchiha mezzo sangue si è presentato davanti a me. Colto da un impeto improvviso mi scaglio contro l’intruso cercando di colpirlo più e più volte. Scaglio infine un calcio dal basso verso l'alto, va a segno e lo lascio librare nell’aria come fosse il suo compito. Un salto verso il nemico, ed un ultima combinazione di colpi sancisce la fine del combattimento. Il ragazzo rimbalza a terra, inarcando la schiena dal dolore. L’attacco lo ha portato sulla terra ferma. Mi avvicino con passi lenti e solenni a lui. La faccia del giovane è impaurita. Pone le mani avanti, come per arrendersi intimando parole pusillanimi.
«Ragazzo sono anch’io un Uchiha… sono un tuo parente. Perdonami, non mi uccidere. Giuro che non metterò più bocca riguardo a ciò che è successo, non dirò a nessuno del tuo nascondiglio. Ti prego non uccidermi.»
Le parole cagionevoli di un uomo labile mi attraversano come fossero l’anima di un fantasma. Niente mi tocca del suo discorso, ed ancora più odio provo verso i suoi confronti.
«Sei un agnellino travestito da lupo, e non hai ben che minima idea di cosa voglia dire appartenere al clan Uchiha. Non hai onore. Sei solo un guscio di paura e di rimpianti. Non sei un Uchiha giovane uomo, sei solo feccia della peggior specie.»
Rispondo altisonante, poi alzo il braccio su cui tengo, salda, la presa di un Kunai estratto al ragazzo dalla sacca porta oggetti e violentemente trafiggo la docile trachea nemica. Zampilla il sangue sui miei vestiti ed osservo il flebile flusso di vita negli occhi stanchi e moribondi del giovane dalla bionda chioma.
«Mpf… Se il livello di questi infimi mezzosangue è pari a quello di questo agnello sacrificale non dobbiamo nemmeno preoccuparci del loro pericolo.»
M salta in testa qualcosa cui poco mi ero ricordato. Sobbalzo un attimo e corro verso il laghetto. L’ombra scura ed inconfondibile del diario rettangolare risiede tra le rocce impregnate d’acqua del fondo del lago, ed i rilievi dorati rispecchiano la luce solare da poco completamente sorta. C’è poco da fare. Ormai il libro è andato, non ci posso fare più nulla. Mi ricompongo e correndo mi dirigo verso la stanza in cui prigioniera si trova la ragazza che il giorno precedente mi aveva accompagnato a scoprire i suburbi sotterranei del nascondiglio.


« Chi cerca la verità dell'uomo deve farsi padrone del suo dolore.»
Georges Bernanos




Chakra: 40/100
Condizione Mentale: Arrabbiato
Condizione Fisica:
Consumi: [20] Sfera di fuoco suprema; [20] muro d'acqua; [5] Chakra adesivo; [15] Alzata della foglia.
Techiche utilizzate: Palla di fuoco suprema; Muro d'acqua.
Bonus: /
Malus: /
Equipaggiamento: //
SPOILER (click to view)

Palla di Fuoco Suprema
Posizioni Magiche: Serpente, Tigre, Cinghiale, Cavallo, Tigre
Villaggio: Foglia
Descrizione: Questa arte magica è la base per quasi tutte le tecniche di fuoco del villaggio della foglia. Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere un getto di fiamme che arriva anche a sei metri dall'utilizzatore, e raggiunge una larghezza non inferiore ai tre. Chi è colpito da questo jutsu riporta ustioni medio-gravi su tutte le parti interessate. All'inizio il difetto di questa tecnica è che ci vuole molto tempo per impastare il chakra da utilizzare e che il ninja deve rimanere fermo mentre la esegue, ma dal grado di chunin in poi questa carenza viene a cadere, compensata dall'esperienza dello shinobi.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio)

Muro d'Acqua
Villaggio: Konoha
Posizioni Magiche: Serpente con indice destro fuori.
Descrizione: Tramite questa tecnica il ninja crea davanti a se un resistente muro d'acqua, che gli permette di preteggersi da attacchi di fuoco e dalle armi da lancio. A seconda delle necessità il muro può assumere una forma cilindrica e proteggere il ninja a 360°, in quel caso però la sua robustezza risulterà indebolita. Il consumo varia da Medio in presenza di una consistente quantità d'acqua (almeno 20 litri concentrati entro 3 metri dall'utilizzatore) ad Alto in assenza della suddetta condizione.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo di Chakra: Variabile)

Alzata della Foglia
Posizioni Magiche: Nessuna
Villaggio: Foglia
Descrizione: Servendosi di questa tecnica il ninja, usando tutta la velocità di cui dispone, sparisce letteralmente, ricomparendogli sotto. Nell'istante successivo sferra un calcio ascendente che cercherà come bersagli il corpo o la testa avversaria. Se il colpo raggiunge il nemico, egli verrà scagliato in aria, raggiungendo un'altezza di almeno quattro o cinque metri. In questo caso l'avversario dovrà affrontare un leggero stordimento, mentre il danno subito non sarà poi così ingente (pari in realtà ad una ferita lieve).
Tipo: Taijutsu
(Livello: 5 / Consumo: Medio-Basso)



 
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Kobayn
view post Posted on 25/4/2009, 11:32




CITAZIONE

Post-it
Questo post non è propriamente un episodio di allenamento. E' più un ponte per sviluppare la vicenda successiva, ovvero il viaggio. Questo post è infatti il più corto ed è anche l'ultimo che utilizza un narratore Omodiegetico



«L'anima non porta niente con sé nell'altro mondo tranne la propria educazione e cultura; e questo si dice che sia il più grande servizio oppure il torto più grande che si possa fare ad un uomo morto, proprio all'inizio del suo viaggio.»
Platone




Un tonfo assordante annuncia la mia venuta alla ragazza. Sbatto in preda alla rabbia la porta d’entrata senza pensare alla figura che sto facendo presentandomi in quel modo e con quell’abbigliamento sudicio e bagnato. Il tempo è denaro. La ragazza timida ed impaurita mi guarda attraverso le fredde e resistenti sbarre d’acciaio della cella. Non ci sono buone notizie per lei. Evitai tutti i convenevoli e arrivai al punto. Lei era l’unica persona a conoscere il nascondiglio e a sapere come accedervi. Feci aprire al secondino la porta di ferro e avvicinandomi alla ragazze le intimai violentemente di parlare.
«A chi hai detto cosa è successo ieri?! A chi? Dillo donna oppure andrai in contro ad una fine peggiore dell’invecchiamento tra le sbarre. Non sono dell’umore adatto a sentire stupidi lamenti di piccole e deboli ragazzine viziate!»
La ragazza lascia rigare il suo viso da una lacrima salata di paura e risponde con voce flebile.
«Un Uchiha mi ha fatto visita, chiedendo la causa della mia prigionia. Mi ha assicurato che se gli avrei detto dell’entrata segreta del tuo nascondiglio mi avrebbe lasciata libera. Ti prego perdonami.»
Disse tutto singhiozzando e con le lacrime agli occhi. La scena non mi impietosì.
«Zitta… Qui c’è sotto qualcosa di molto grosso.»
Attesi e chiamai il secondino velocemente. «Tu… Dimmi chi è venuto a fare visita alla ragazza? E dov’è ora?»
«Signore a farle visita è venuto solo Lara Thomson. Dopo averle parlato, ha lasciato il villaggio ed è partito per Oto, il paese del suono.»
E’ appena sorto un problema. Se veramente Lara Thomson è un infiltrata, non mi posso più fidare di nessuno. Inoltre lo devo trovare, non posso permettere che dica a nessuno come si accede allo studio. Non posso nemmeno lasciare qui la ragazza per evitare che qualcuno le venga a fare visita e la costringa a rivelare qualcosa di cui poi si pentirebbe. Devo portarla con me.
«Alzati, dobbiamo partire.»
«Mi spiace ma non possiamo farla uscire» insinua una guardia.
«Cosa vuol dire ciò?»
«Abbiamo ricevuto ordini precisi, dobbiamo neutralizzarvi. Vi preghiamo di non opporre resistenza.»
Mi volto completamente verso il secondino e gli rivolgo uno sguardo agghiacciante, torvo. Gli faccio capire che sono pronto a combattere. Il ragazzo cerca di estrarre velocemente la katana dal fodero posto dietro la schiena. Mi avvicino prima che possa completare l’azione e sfilo delle sue mani la presa dall’arma, appropriandomi dell’elsa con cui repentinamente affondo sul corpo dello sfortunato ragazzo. Altre due guardie accorrono sentendo un gemito lieve del compagno ed estraggono anch’essi le spade. Uno scontro impari. Sono nettamente più abile di loro nell’utilizzo della katana. Cercano di colpirmi più e più volte. Svento facilmente i loro attacchi piroettando da ogni parte senza dargli una soddisfazione, per poi disarmarli velocemente dopo appena un paio di affondi. Con un colpo feroce all’elsa delle katane faccio mollare la presa ai miei aggressori ed acquistando un ulteriore spada faccio perno su un piede girandomi completamente tagliando come se fosse burro il busto dei due ragazzi. Lascio a terra le spade ed afferro la presa sul muscolo poco allenato della ragazza spingendola fuori dall’edificio. Le altre guardie non mi notano molto. Probabilmente di quel luogo solo poche persone erano a conoscenza dell’incarico assegnato ai precedenti tre Uchiha. Usciamo velocemente dalle prigioni ed imbocchiamo il più veloce sentiero di casa dove ritiro repentinamente ogni oggetto interessato come equipaggiamenti e soldi. Prendiamo il primo percorso selciato che porta ad Oto, varchiamo le porte del villaggio di Konoha senza dare troppi sospetti ed infine iniziamo una lunga corsa per il paese del suono.

«Ciascuno chiama idee chiare quelle che hanno lo stesso grado di confusione delle sue.»
Marcel Proust



Chakra: 100/100
Condizione Mentale: Confuso
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:
Techiche utilizzate: //
Bonus: /
Malus: /
Equipaggiamento: 10 Kunai; 10 Shuriken; 3 Flash; Katana; 40m di Filo d'acciaio; 2 Tonici azzurri.
SPOILER (click to view)

Maestria in un’arma: Base. [Katana]

Lo shinobi che possiede questa abilità è in grado di utilizzare un’arma con particolare destrezza, essendo capace di prodursi in attacchi particolarmente complicati o coreografici.
L’arma, che deve essere unica, nella quale lo shinobi si specializzerà deve essere dichiarata e inserita in scheda con annesso riferimento alla specializzazione nel suo utilizzo.
Per agilità nell’utilizzo di un’arma si intende la rapidità nello sfoderarla, e nel brandirla, ovvero destreggiarsi con essa.
Per forza di un arma aumentata si intende l’incremento del potenziale offensivo di suddetta arma: taglierà più a fondo, opporrà maggiore resistenza agli urti, vincerà più facilmente i confronti lama a lama.
Per precisione di un arma si intende la capacità di colpire un bersaglio nel punto esatto nel quale si mira con maggiore o minore possibilità di successo. Più la precisione è alta, meglio si potrà mirare, spesso anche centrando particolari punti di un corpo.
Per gittata di un’arma si intende la massima distanza dall’utilizzatore alla quale essa può arrivare.

Le armi nelle quali è possibile specializzarsi sono le seguenti e comportano i seguenti vantaggi:

• Arma da corpo a corpo [Katana, Wakizahi, ecc.]: Aumento del 15% dell’agilità d’uso e del 10% della forza dell’arma.
• Armi a distanza [Kunai, Shuriken]: Aumento della precisione con quell’arma del 15% e aumento della gittata massima del 10%.




 
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Kobayn
view post Posted on 25/4/2009, 19:15





«La gentilezza consiste nel rispettare la gente più di quanto essa non meriti.»
Joseph Joubert




Le prime luci dell’alba sorsero all’orizzonte, tingendo il paesaggio addormentato di rosso ed arancione. Sosuke e la sua accompagnatrice avevano appena aperto gli occhi su un paesaggio mozzafiato che aveva dolcemente cullato la vista ai giovani. La schiena del ragazzo si estendeva sulla superficie ligenea di un albero al limite del bosco e della regione del fuoco. I giovani ninja avevano, la sera prima, optato per riposarsi dopo aver viaggiato per poco più di una giornata di viaggio. Avevano infatti intrapreso un cammino verso il villaggio di Oto, vicino alla regione del riso che sarebbe durato appena altri due giorni. Per quanto l’Uchiha fosse freddo e inesperto su come comportarsi con una ragazza cercò di trattarla con il massimo rispetto possibile.
«Sei sveglia?» disse.
«Si…»
«Presto partiremo, sbrigati a lavarti. Appena arriveremo ad una locanda compreremo del cibo per rifocillarci. D’accordo?»
«D’accordo.»
Stranamente il ragazzo usò un tono di voce meno duro del solito e finì di installare accuratamente il proprio equipaggiamento alla cintura. Si lavarono entrambi al ruscello poco distante da dove avevano dormito e ripresero il cammino di buon passo. Trovarono una locanda attiva dopo appena un ora di cammino e si rifocillarono laidamente per poi ripartire. Stranamente però, mentre mangiavano, il giovane ragazzo spezzò la routine e inizio a parlare con la giovane donna.
« e così sei un’accademica del villaggio della foglia?»disse
«Si… Ho iniziato appena sei mesi fa a frequentarla e secondo il sensei entro un paio di anni dovrei riuscire a diplomarmi. E tu?»
Io ho finito l’accademia in appena un anno e precedentemente ho studiato le arti ninja presso il villaggio di Kii insieme ad un sensei. Adesso mi sto preparando per gli esami Chunin che ci saranno a breve.». Vedendoti combattere ho notato che sei molto agile ed hai una certa flessibilità ed inoltre conosci bene le tecniche di taijutsu e ninjutsu. Io invece preferisco il combattimento a distanza con Genjutsu.»
I due si scambiarono alcune battute sul mondo che li circondava. Parlarono giusto il tempo di mangiare e poi ripresero il cammino sulla fangosa superficie del terreno. Passarono la prima mattinata tranquillamente sul terriccio umido e delle strade più veloce per il paese, e poi passarono alle superfici ligenee dei grossi ed alti rami degli alberi possenti. I rauchi suoni provocati dai calzari dei giovani a contatto con il secco legno avevano lasciato una traccia da seguire ad aggressori che i due giovani non si erano immaginati. Per l’appunto una squadra di quattro Uchiha mezzosangue, della stessa compagnia di Lara Thompson stava percorrendo il sentiero stesso che la coppia aveva precedentemente attraversato e stavano a poco a poco guadagnando terreno su di loro. I giovani inseguitori marciavano con una formazione triangolare, ed un ninja separato dal gruppo in modo da guardare le spalle ai propri compagni. Distavano circa un pomeriggio di distanza dalla coppia, e con il loro andamento li avrebbero recuperati verso sera. All’imbrunire la foresta stava pian piano diventando meno fitta fino a quando la coppia di ragazzi non sbarcò in una valle rocciosa su cui si librava nell’aria una parete acquatica di alte dimensioni ed una coppia di statue alte all’incirca venti metri. La cascata da cui fluiva l’acqua era uno dei punti per cui la coppia sarebbe dovuta passare obbligatoriamente per arrivare al villaggio del suono. Le gambe dell’Uchiha si fermarono lungo il cammino verso sera, quando questi riuscì a percepire che qualcosa li stava seguendo. Avvertì repentinamente la ragazza, che si andò a nascondere dietro un’ albero, ed intanto estrasse da dietro la schiena la propria katana, dalla lama lucente e letale con la quale era stato abituato a combattere. Aspettò poche decine di secondi e due aggressori lo assalirono con le wakizaki pronte in mano. Iniziarono ad attaccare con un fendente preciso, che il ragazzo riuscì a neutralizzare ponendo la propria arma in una difesa alta, reggendo la parte opposta al manico per evitare che la forza dei due lo soverchiasse. Questi alzò quindi la gamba sinistra e con un movimento fluido e aggraziato colpì al ventre il primo dei due, facendolo cadere all’indietro, mentre con l’altro fece scivolare la propria lama sulla spada avversaria, e colpì all’intestino l’altro facendo un movimento a “Z”, sporcando terribilmente la lama del giovane del sangue del povero malcapitato. Un ultimo aggressore arrivò, anch’esso munito di wakizaki, ed iniziò ad attaccare con qualche affondo facilmente schivabile e con qualche fendente. Iniziarono quindi a scambiarsi battute di spada e pian piano si mossero dalle superfici ligenee dei rami degli alberi, fino ad arrivare al terreno erboso e poi sulle zone rocciose della cascata. Mentre ciò succedeva il ragazzo che era stato spinto via dall’Uchiha si era rimesso in piedi e stava rincorrendo i due armati di spade per poter partecipare, e l’ultimo della squadra d’inseguimento si stava godendo lo scontro, ipotizzando una possibile entrata di scena. La ragazza aveva intanto iniziato a combattere, e si era schierata contro il ragazzo che si era appena rialzato, rendendolo vittima di un potente genjutsu, che lo fece restare immobile, quasi terrorizzato, davanti alla giovane donna. Mentre Sosuke ultimava ormai il combattimento con l’altro aggressore, piroettando di qua e di là, schivava e parava gli attacchi dell’avversario, proprio quando l’ultimo aggressore si avvicinò. Estrasse anch’esso la sua arma e saltò dall’alto ramo in cui si trovava verso il compagno in difficoltà. Non riuscì a contare i secondi del contatto con la terra che qualcuno già lo aveva attaccato. Si accucciò a terra e sputò una quantità elevata di sangue sulle steppe di nuovo verdi del terreno. Anche per Sosuke era stato difficile notare l’attacco che aveva subito il ninja. Era stato talmente veloce da non lasciare quasi traccia. Il giovane Uchiha fece un movimento fluido e leggiadro facendo asse su un piede e girandosi di 360° (trecentosessanta gradi) su di esso, portando il colpo con la katana al collo dell’avversario che rimase impalato, come stupito vedendo concludere l’azione. Così si girò di scatto e puntò la propria arma, in tutta la sua bellezza verso colui che aveva osato abbattere l’ultimo dei suoi avversari. Era un vecchio, coi capelli d’un bianco avorio ed un sorriso ampio e lucente, con una fila di denti bianchi come le perle. Era vestito in modo bizzarro, con un paio di sandali infradito ed un coprifronte “alternativo” su cui vi era rappresentato l’ideogramma di “Olio”. Aveva una strana tintura cremisi sul viso, che risaltava i lineamenti femminei del vecchio. Di corporatura era possente, molto più di Sosuke ed avevano circa la stessa statura. Mentre il giovane restava in guardia, la il vecchio manteneva la stessa espressione felice e la ragazza iniziava a perdere il controllo della tecnica. Mantenere il genjutsu attivo richiedeva una certa quantità di chakra , e lei era ormai al limite. L’Uchiha si mosse velocemente e scagliò la propria arma verso il petto del giovane che cadde sulla nuda pietra provocando un suono di impalamento.
«Chi sei?» disse scontrosamente l’Uchiha «e perche ci hai aiutato?» aggiunse.
«Ahah… pensavo vi servisse aiuto» rispose il vecchio, rivelando una voce radiosa.
«Non avevo bisogno del tuo aiuto, ce la avrei fatta benissimo da solo».
«Come vuoi, ma un grazie sarebbe gradito».
«Mpf… Comunque sia adesso puoi andare».
«No… ho intenzione di muovermi verso Oto domani mattina, perciò penso che mi accomoderò qui per la notte. Piuttosto, voi dove vi dirigete?»
«Oto… anche noi.»
«Che coincidenza… mi sembrate poco preparati ad un viaggio, suppongo non abbiate del cibo in quei piccoli zainetti, suppongo voi vogliate mangiare a quest’ora della sera, guarda caso ho un paio di porzioni di riso in più… ne volete approfittare?»
La coppia accettò volentieri il cibo offertogli dal vecchio ed iniziarono a parlare durante la cena. «Mi chiamo Yahiko Hyaruga e sono un eremita. Vengo dal villaggio della foglia, anche se ormai non vi faccio ritorno da qualche tempo. Dal coprifronte suppongo voi siate del mio medesimo villaggio natale. Inoltre mi pare di notare dal marchio del tuo vestito che tu sia un discendente del nobile clan, il prediletto del villaggio. Una volta ebbi un brillante allievo degno del suo cognome da Uchiha.»
«Io sono Sosuke Uchiha, e questa è Hayumi Hitsury. Ci dirigiamo ad Oto per cercare Lara Thompson Uchiha. Sembra stia creando qualche problema al clan.».
«Siete stati mandati in missione da soli, non sarete nemmeno degli Jonin. Cosa pensa di poter fare il villaggio?»
«E’ una questione personale, e sono preparato a combattere»
«non lo metto in dubbio ragazzo, ma… bhè per quel che ricordo Lara Thompson è un anbu potente e possiede anche l’occhio cremisi.»
«E’ questo quello che mi preoccupa… Da quel che ho capito è un Uchiha mezzosangue.»
«Ahah… esistono ancora gli Uchiha mezzosangue? Pensavo si fossero estinti dopo la guerra.»
«Si sono solo assimilati agli altri, ma non sono mai stati eliminati completamente…»
«bhè… questioni di famiglia queste…»
«Si…» rispose flemmatico Sosuke «Ma dimmi vecchio, come hai abbattuto l’aggressore di prima?»
«Ah… è una tecnica potente e utile quella utilizzata da me. Si basa sulla potenza dell’utilizzatore e sulla precisione del colpo per far cadere l’avversario ai propri piedi. Si colpisce con un ginocchio lo sterno avversario e se questo attacco va a segno ci sono buone probabilità di vittoria. Se domani sarai disposto ad impararla ti aiuterò volentieri…»
L’Uchiha accettò volentieri l’aiuto offertogli dal vecchio e, finita la cena, si mosse verso uno degli alberi vicini e si mise comodo, seduto al fianco della ragazza.
«Sosuke… tu possiedi lo Sharingan?» disse fugacemente
Quella domanda meritava uno sguardo vacuo che la ragazza accettò aspettando ansiosamente la risposta.
«Vedendoti combattere mi è sorto questo dubbio, non hai subito ne danni ne ti sei trovato in difficoltà, come mai?»
«Mpf… non ci vuole un genio per sopraffare un paio di avversari poco preparati. Sono un Uchiha, uno di quelli veri, e quindi quell’abilità innata è nel mio DNA.»
Una risposta un po’ lacunosa. Infatti il giovane non aveva fornito molte informazioni alla ragazza. Si girò su un fianco e chiuse gli occhi su un terreno erboso ed un cuscino di foglie e ramoscelli, e intimò alla ragazza di dormire.
«Dormi adesso, domani ci prepareremo a penetrare nel villaggio del suono.»
«Ok…» rispose dolcemente la ragazza, addormentandosi pian piano sul terreno.

«CSe un eremita vive in uno stato d'estasi, la sua mancanza d'agi diventa il benessere supremo: deve abbandonarla.»
Jean Cocteau



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Maestria in un’arma: Base. [Katana]

Lo shinobi che possiede questa abilità è in grado di utilizzare un’arma con particolare destrezza, essendo capace di prodursi in attacchi particolarmente complicati o coreografici.
L’arma, che deve essere unica, nella quale lo shinobi si specializzerà deve essere dichiarata e inserita in scheda con annesso riferimento alla specializzazione nel suo utilizzo.
Per agilità nell’utilizzo di un’arma si intende la rapidità nello sfoderarla, e nel brandirla, ovvero destreggiarsi con essa.
Per forza di un arma aumentata si intende l’incremento del potenziale offensivo di suddetta arma: taglierà più a fondo, opporrà maggiore resistenza agli urti, vincerà più facilmente i confronti lama a lama.
Per precisione di un arma si intende la capacità di colpire un bersaglio nel punto esatto nel quale si mira con maggiore o minore possibilità di successo. Più la precisione è alta, meglio si potrà mirare, spesso anche centrando particolari punti di un corpo.
Per gittata di un’arma si intende la massima distanza dall’utilizzatore alla quale essa può arrivare.

Le armi nelle quali è possibile specializzarsi sono le seguenti e comportano i seguenti vantaggi:

• Arma da corpo a corpo [Katana, Wakizahi, ecc.]: Aumento del 15% dell’agilità d’uso e del 10% della forza dell’arma.
• Armi a distanza [Kunai, Shuriken]: Aumento della precisione con quell’arma del 15% e aumento della gittata massima del 10%.


 
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Kobayn
view post Posted on 27/4/2009, 21:37




CITAZIONE

Post-it
In questo post descrivo l'allenamento della tecnica: Colpo di ginocchio, ma non bisogna essere tratti in inganno da questa mossa.Il mio pg la impara, ma viene ripetuto più volte che deve aumentare la propria massa muscolare prima di utilizzarla, ciò vuol dire che il mio pg non la utilizzarà fino a quando non avrà l'energia verde convalidata.



«Il caos spesso genera la vita, laddove l'ordine spesso genera l'abitudine.»
Henri Adams




Il sole che avvezza sorgere su quei boschi spettrali aveva ormai compiuto il suo quotidiano movimento, scacciando l’oscurità della notte ancora una volta. L’impellente bisogno del ragazzo di proseguire per il suo viaggio riscosse in lui desiderio d’apprendere. S’alzò di scatto ed andò a svegliare il vecchio che ormai dormiva beatamente nel suo letto di terra e fango.
«Sveglia vecchio, mi ha promesso che mi avrebbe insegnato la tecnica da lei utilizzata ieri…»
«Si… ma penso possiamo procedere velocemente con gli allenamenti. Non mi pare che tu sia incolto, perciò possiamo passare subito all’ultima parte del programma.»
L’eremita si alzò e si posizionò nel lato più in ombra della vallata, iniziando intanto a spiegare al ragazzo la teoria sulla tecnica.
«Devi concentrarti sui muscoli del ginocchio ed allenare entrambi gli arti inferiori. Il movimento della gambe deve essere agile e sinuoso, e deve essere eseguito con facilità, senza perdere l’equilibrio. Detto ciò penso tu possa iniziare a prendere mano con il movimento. Non è troppo difficile, ma è molto utile come tecnica. Eserciti su questo.»
L’eremita finì di parlare e intanto compose tre sigilli tra i quali il sigillo appartenente al richiamo dell’elemento della terra. Dal terreno spuntò fuori un manichino di legno, delle stesse dimensioni di Sosuke ed intimò al ragazzo di cominciare. Questi non fece domande, ne riguardo alla tecnica, ne riguardo al manichino di legno, eppure dentro di se rimase stupito. Non si preoccupò di ciò che aveva visto ed iniziò ad esercitarsi colpendo allo sterno la sagoma ligenea. Ogni colpo che infliggeva al bersaglio era un dolore sulla propria gamba. Ad ogni colpo che sferrava, un altro colpo gli veniva inflitto. Quell’esercizio era distruttivo, ed aveva la peculiarità di essere eseguito su una superficie più solita del normale, in questo modo i muscoli del giovane si sarebbero presto abituati all’impatto con il corpo estraneo.
“Cazzo, in questa maniera mi distruggo i muscoli e le ossa del ginocchio, devo trovare un modo per non sentire il dolore. Potrei provare a far fluire il chakra attraverso le ossa, in modo da rafforzarle, oppure ad anestetizzare momentaneamente i muscoli con il chakra.”.
Un altro colpo, troppo masochista si andò a portare nello stomaco del manichino, producendo invariati risultati. Un suono rauco e vuoto provenì dal fantoccio di legno quando un quarto colpo del ginocchio fu scagliato verso la superficie ligenea. Il manichino si spezzò davanti agli occhi dell’eremita che fu stupito dalla velocità dell’esercizio. «Bene… adesso che conosci il movimento penso tu possa imparare a calibrare la potenza e la velocità con cui si esegue il colpo. Ho notato che hai rotto dopo poco il manichino, ciò indica che hai impresso molta forza nei colpi. Devi sapere però che per ottenere buoni risultati da quest’esercizio devi fare molti esercizi fisici di struttura muscolare, ed inoltre non sempre riuscirai ad abbattere il nemico. Ci sono dei casi in cui l’avversario è nettamente più forte di te, con ciò non riuscirai ad abbatterlo con questo colpo. Probabilmente non sarai in grado di utilizzare questa tecnica fino a quando non avrai aumentato la tua massa muscolare, ed io non ti posso aiutare in quell’esercizio. Adesso creerò due manichini, uno sarà statico, ed avrà resistenza ridotta rispetto al manichino precedente, mentre l’altro scapperà e sarai tu a doverlo abbattere con la nuova tecnica da te imparata. Sei pronto?»
Il vecchio compose nuovamente i sigilli di prima e dal terreno spuntarono fuori altri due manichini di legno. Uno di essi, come gli era stato preannunciato si muoveva da ogni parte cercando di evitare L’Uchiha. Questi si concentrò su esso ed iniziò a rincorrerlo. Il manichino saltò repentinamente sulla superficie ligenea dell’albero più vicino e continuò la sua gara senza fermarsi. L’Uchiha lo iniziò a rincorrere e creò velocemente una copia che continuò a seguire il manichino, mentre il vero guerriero si muoveva velocemente al di sotto delle alte e ligenee appendici. Riuscì a superare in corsa il manichino, e salì velocemente sugli alberi per scontrarsi finalmente con il fantoccio. Caricò la gamba destra per il colpo e saltò nella traiettoria del bersaglio che stupì l’Uchiha, facendo fuoriuscire dalle proprie falangi un kunai di legno e scagliandolo nella traiettoria del giovane. Questi ebbe pochi secondi per difendersi, ma per ultimare l’attacco decise di subire il colpo facendosi colpire di striscio allo zigomo destro, ma continuò costantemente ad avanzare scagliando facilmente il proprio attacco contro il fantoccio che si sfaldò davanti agli occhi dell’Uchiha. Il giovane raccolse il corpo ligeneo privo di movimenti e lo pose sulla propria spalla, rilasciò la tecnica della moltiplicazione e tornò dall’eremita.
«Non mi avevi avvertito dell’eventuale offensiva del manichino…» disse in tono d’accusa.
«Non credevo ce ne fosse bisogno, con un avversario reale davanti non chiedi a questo se utilizzerà o no armi o quant’altro. Comunque ho notato che ti sei mosso egregiamente, ciò vuol dire che sei pronto ad utilizzare la tecnica in combattimento, ma solo non’appena avrai aumentato la tua massa muscolare. Adesso sveglia Hayumi, voglio partire presto.»
Sosuke ubbidì ed andò a svegliare la giovane addormentata, poi iniziarono il cammino verso le porte della città. Secondo il programma sarebbero arrivati presso l’entrata di Oto ai primi del pomeriggio, e sarebbero potuti entrare poco dopo. Si fermarono solamente per una piccola sosta per rifocillarsi e riprendere le forze, che non durò più di mezz’ora, poi ripartirono spediti verso Oto. I passi veloci e scattanti dei giovani seguivano la strada mostratagli dall’eremita, che viaggiava davanti a loro di una decina di metri. Però, per quanto Sosuke si sforzasse, non riusciva a raggiungere il vecchio che era nettamente più veloce di lui.
«A… i giovani d’oggi sono dei rammolliti, persino un vecchio come me riesce a superarli.» Sosuke sentì dire al vecchio di tanto in tanto. Arrivarono alle porte del villaggio verso le tre del pomeriggio, come era stato previsto dall’eremita e varcarono i pilastri di pietra, incisi da immagini rupestri, con un semplice stratagemma. Si fermarono poco dopo aver varcato la soglia della cittadina, in un piccolo parco pieno di alberi e poco fangoso, chiedendosi come trovare Lara Thompson Uchiha.
«Adesso come ci muoviamo?» disse l’Uchiha al vecchio.
«Mha… io vi seguirò fino a quando non avrete completato la missione, la vostra testardaggine potrebbe farvi cadere in semplici trabocchetti, ed essendo tu uno dei pochi Uchiha ancora puri, la tua incolumità mi interessa. La strada, però la dovete trovare voi, non possiamo muoverci alla cieca, dobbiamo trovare un anello e sfruttarlo» rispose flemmaticamente
Il trio si era ormai fermato, attendeva una soluzione al loro problema, e per pura fortuna, o per sfortuna divina, la risposta arrivò gratuitamente davanti a loro. Il filo di Arianna si presentò, scattando fuori dal terreno. Non era molto alto, avrà avuto all’incirca quattordici anni, ma sembrava essere preparato sia psicologicamente, sia fisicamente. Aveva una folta pelliccia di capelli castani, ed una divisa che apparteneva ai ninja del villaggio in cui i giovani ed il vecchio stavano facendo visita. Il coprifronte era targato da una nota, simbolo distintivo del villaggio di Oto, con cui dichiarava di essere uno shinobi a tutti gli effetti. Alzò, pochi attimi dopo essere spuntato fuori dal terreno, le braccia e la testa, mettendo in mostra due fori circolari sulle sue mani. A Sosuke non piacevano per niente quelle cavità sui palmi delle mani. Repentinamente Sosuke impastò il chakra nella laringe e compose alcuni sigilli molto conosciuti nel suo clan. Sputò, fuori dalle labbra, dodici sfere di fuoco che traghettarono verso il ninja di Oto in linea retta. Il ninja non si mosse minimamente, ma fece fuoriuscire dai propri fori sulle mani un onda impercettibile che neutralizzò l’attacco avversario. Sosuke si spostò dalla linea dell’attacco e riuscì a notare l’effetto della tecnica sul terreno. Le steppe si alzarono in aria, come fossero state tagliate di netto, e le zolle di terreno presentavano una conca che partiva dai piedi del ninja fino ad arrivare a qualche metro di distanza dalla posizione originaria del Konohano.
“Dannazione, non sono riuscito nemmeno a vedere l’attacco. Essendo un ninja di un altro villaggio non posso nemmeno contare sulle sue tecniche. Inoltre sembra essere molto preparato, non penso riuscirò a batterlo utilizzando ninjutsu, posso provare a fare affidamento sui taijutsu, sperando che sia meno preparato di me.”
Prima che Sosuke potesse muoversi il ninja di Oto lanciò ancora una volta l’onda precedentemente lanciata, questa volta riuscendo però colpendo il giovane Uchiha, che sobbalzò indietro cadendo sul terreno. Una goccia di sangue gli fuoriuscì dalla bocca e gli rigò la guancia. Intanto la giovane donna e il vecchio aspettavano che l’Uchiha finisse il combattimento, come era giusto che facesse. Il combattimento era suo, e doveva risolverlo lui.
«Stai per terminare di esistere Uchiha, non saresti dovuto venire qui ad Oto. Sei un debole uomo, che vive in un debole villaggio. Io Zaku Abumi ti ucciderò e ti venderò per fare soldi a chi cerca disperatamente di acquisire lo sharingan.» disse l’aggressore.
Sosuke vacillò, non poteva assolutamente perdere adesso, quell’estraneo aveva appena fornito al ragazzo la ragione di vincere. Zaku alzò le braccia nuovamente e lanciò un grido seguito da un ulteriore onda talmente potente da alzare una gran quantità di polvere dal terreno.
«L’ho disintegrato eheh…» gridò l’Otohano non vedendo più il corpo del giovane Uchiha.
«Hai disintegrato chi?» rispose da dietro le sue spalle Sosuke.
L’Uchiha si era mosso velocemente ed aveva iniziato a correre velocemente verso le spalle del ninja, sfruttando anche la polvere alzata per evitare di essere visto. Da li dietro gli tirò un pugno ben assestato sull’attaccamento della mascella che lo fece volare via di qualche metro. Si rialzò velocemente, il colpo non era stato molto incisivo, ma il giovane fu nuovamente bersagliato dagli attacchi di Sosuke. Questi infatti lanciò verso l’abitante di Oto tre shuriken a cui era attaccato un Flash che scattò e rese cieca la vista dell’alterigioso sfidante. Questi si parò ponendo le braccia ad X, subendo però i tagli provocati dalle armi da lancio. Mentre il giovane restava in quella posizione Sosuke si era scagliato subito contro di lui, e con un Kunai lo aveva colpito alla schiena, facendolo cadere sulle ginocchia, per poi aggrapparsi ai polsi dell’avversario e porre il proprio piede sulla schiena nemica. Sosuke aveva intrappolato il giovane Abumi nella sua morsa, e lo teneva tanto forte da spezzargli quasi le braccia.
«Dimmi Zaku Abumi… Dove si trova l’acquirente a cui mi avresti venduto? Le tue braccia sono in gioco, le perderai se non mi dici ciò che voglio.» disse Sosuke preso dalla rabbia.
«Non lo so, lo giurò…Aaaaaaaaaaaaaah» un grido di dolore fuoriuscì dalla bocca sanguinosa del ragazzo. Le braccia gli erano state rotte con un gesto netto dell’Uchiha.
«Sono… sono sistemati fuori dal centro del paese. SI entra da una porta metallica posta sotto uno strato di terra ed erba, a circa 2 Km a nord da qui. Ve lo giuro… lasciatemi in pace adesso, io sono solo un mercenario mal pagato. Non mi rivedrete più.. Vi prego…»
Qualche attimo di silenzio sanzionò l’esito dello scontro. Sosuke aveva vinto, e Zaku si era ritrovato senza braccia da utilizzare. I tre scattarono subito via, non avevano il tempo da perdere con il giovane disteso sull’erba e picchiato a sangue.

« Negli immensi misteri del tempo e dello spazio io sento le tue braccia intorno alle mie spalle e non ho paura.»
Carl W. Brown



Chakra: 75/100
Condizione Mentale: Impaziente
Condizione Fisica: Ferita lieve sullo zigomo; 3 ferite lievi sul virus.
Consumi: [25] pioggia di fuoco.
Techiche utilizzate: Pioggia di fuoco.
Bonus: /
Malus: /
Equipaggiamento: 10 Kunai; 10 Shuriken; 2 Flash; Katana; 40m di Filo d'acciaio; 2 Tonici azzurri.
SPOILER (click to view)

Pioggia di Fuoco
Villaggio: Foglia
Posizioni Magiche: Topo, Tigre, Cane, Bue, Coniglio, Tigre.
Descrizione: Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere parecchie sfere di fuoco (12) dalle dimensioni di due pugni uniti, che arrivano anche a venti metri dall'utilizzatore. Chi è colpito da questi proiettili riporta ustioni medio-leggere su tutte le parti interessate. All'inizio il difetto di questa tecnica è che la singola sfera non è in grado di danneggiare molto un avversario, e lanciarle tutte in un unico punto potrebbe vanificare completamente il jutsu. Dal grado di chunin però, il ninja è in grado di lanciare all'interno delle sfere fino a sei shuriken, che verranno quindi occultati completamente dalle fiamme: in questo modo il potere offensivo del singolo proiettile è almeno raddoppiato. Inoltre, dal grado jonin in su, l'utilizzatore può eseguire questo jutsu di counter, ad esempio appena dopo un salto atto a schivare una carica nemica.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio-Alto)




Edited by Kobayn - 12/10/2009, 14:36
 
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» • G i a c o ~
view post Posted on 28/4/2009, 13:13




Per il momento ti convalido l'Energia Verde.

Exp e Ryo ad allenamento terminato.
 
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Kobayn
view post Posted on 15/10/2009, 19:16




CITAZIONE

Eccomi qui, di nuovo, per completare finalmente il mio allenamento dell'energia verde.
Yuppie !



«Molti uomini sono fatti come il vasellame nuovo, che si impregna del primo odore, buono o cattivo che sia.»
Baltasar Graciàn




Era passato quasi un giorno da quando Sosuke e il vecchio eremita avevano scoperto qual’era il nascondiglio dove speravano di trovare la giovane donna che gli aveva provocato tanti danni. Si erano preparati bene, avevano trovato i modi per entrare senza far scattare nessun allarme, avevano sorvegliato le grosse porte metalliche al limitare del villaggio e si erano organizzati per partire il giorno seguente. La ragazza che li seguiva se ne era andata durante la notte, era stata congedata dall’Uchiha, lei non serviva più, era solo un peso da portarsi dietro. La notte ormai era giunta, e le stelle brillavano nel cielo luminose. Nell’accampamento dove si erano stanziati i due ninja regnava il silenzio assoluto, portando con se consiglio. In quei letti di foglie, i corpi degli uomini riposavano, attendendo la giornata successiva con tanta bramosia di vendetta. Eppure, anche se ormai il sonno si doveva essere posato su di loro, il giovane Sosuke non voleva addormentarsi. A poche ore di distanza doveva essere pronto a combattere contro chissà quali e quanti avversari e per questo, doveva essere in gran forma. Durante la notte, però, mentre osservava le stelle nel cielo scuro, tornava a pensare al perche di tutto quello che gli stava succedendo, perche qualcuno avrebbe dovuto rubare quel vecchio libro, che per loro non aveva nessun valore? Sotto, doveva esserci qualcosa di più. Erano le sei del mattino quando il vecchio smise di russare e si alzò. Si prepararono insieme per partire, si lavarono al ruscello che distava da loro appena poche decine di metri e fecero colazione con una pagnotta di pane avanzato dal giorno precedente e si misero in cammino per il laboratorio. Entrarono senza problemi attraverso le grosse porte sotterranee e le sigillarono nuovamente dall’interno, poi si avventurarono nei meandri sotterranei di quella struttura. Doveva essere l’entrata di una vecchia tubatura, le pareti puzzavano ed erano incrostate di sporcizia e spazzatura, e mentre il clima era umido e freddo si poteva sentire in lontananza il rumore di uno scroscio d’acqua. La sorveglianza era minima, solo di tanto in tanto si incontrava qualche coppia di guardie che venivano facilmente neutralizzate dalla katana del giovane Genin. La strada che stavano percorrendo si stava sporcando di sangue, le guardie e le persone che si trovavano sulla strada di questi due individui finivano per perire. Percorsero all’incirca mezz’’ora di cammino, all’interno del labirinto fognario, prima di trovare qualcosa di interessante. Era una porticina di legno, piena di tarli ed ammuffita da tanti anni d umidità. I cardini cigolavano e la serratura era ormai rotta. All’interno vi era una piccola stanzetta piena di fogli di carta e di rapporti di laboratorio e di missioni.
«Questo dev’essere l’archivio degli esperimenti e degli omicidi architettati da questa fazione. Sapevo che agivano da tanti anni ma non mi sarei mai aspettato questo.» disse il vecchio sconcertato dall’innumerevole quantità di documenti. «Bruciamoli!» rispose freddo il giovane.
«D’accordo, ma stiamo attenti.» Pochi minuti dopo quella stanzetta brulicava di fiamme e di scoppietti che allarmarono le guardie, che velocemente si diressero a vedere l’accaduto, ma sfortunatamente mancarono di pochi minuti i due ninja. Eppure le sorprese, per loro, non erano finite. Il giovane genin aveva piazzato un ultimo regalino che a poco sarebbe stato scartato. Mentre i due correvano via, sempre più lontano da quella stanzetta, una grossa esplosione riempì i corridoi sotterranei.
«L’idea di piazzare quella carta bomba è stata geniale ragazzo.» esclamò il vecchio, prima di sentire le urla dei soldati accorsi in aiuto.
«Sabotatore, abbiamo un sabotatore!» Esclamò in lontananza qualcuno. In pochi attimi, l’allarme risuonò in tutti i rigagnoli del sistema fognario, eppure i due ninja erano ben disposti a finire il lavoro.
«Dobbiamo continuare!» disse l’Uchiha al vecchio.
«Non credo proprio, Uchiha Sosuke! La vostra corsa finisce qui.» esclamò una voce alle spalle dei due. L’uomo che aveva parlato era una persona alta, muscolosa e dall’aria inquietante.
«Ci penso io ragazzo» disse il vecchio «Tu vai!» aggiunse.
«No, è una mia faccenda, inoltre è lui quello che si spacciava per Lara Thompson , a quanto pare.» disse freddo il genin. «Iniziamo!»
«Ahahah… Sei brillante ragazzo, ma dimmi, come hai fatto a capirlo?» chiese l’uomo dall’aria inquietante.
«Il tuo copri fronte presenta una crepa, proprio nello stesso punto in cui ce l’aveva il copri fronte di Lara Thompson, la statura e la forma fisica sono pressappoco uguali e i tuoi occhi ti hanno tradito.» rispose fermamente Sosuke.
«Hai fatto tanta strada da quando sei uscito dall’accademia, peccato che tu non possa dimostrarlo ad altre persone.»
Con velocità ed una certa destrezza prese quindi un kunai dalla tasca posteriore della cintura e lo scagliò contro il giovane, scattando quindi in avanti verso di lui. Questo, con estrema agilità, estrasse dal fodero la katana, deviò il Kunai con la lama e si preparò a fronteggiare l’avversario. Però, con estrema sorpresa del ragazzo, il suo avversario deviò i suoi colpi con la katana e scagliò un pugno sullo zigomo destro del ragazzo, che cadde a terra barcollando.
“Cazzo, è veramente veloce, e anche a forza mi supera, devo trovare un modo per batterlo, oppure potrei non uscire da questo corridoio.”
Sosuke si alzò scattando dal suolo freddo e umido, riposizionò la spada e con particolare agilità estrasse fuori dalla tasca della cinta una bomba flash che lanciò a terra per disorientare il nemico. Questi chiuse gli occhi repentinamente restando in posizione di combattimento. Sosuke, intanto, che non aveva ancora rilasciato il flash, colse l’occasione per colpire con la katana l’avversò. Indirizzò il colpo all’altezza del fegato, sperando di cogliere di sorpresa l’avversario, che schivò, con grande sorpresa di Sosuke, il colpo e rispose calciando ripetutamente l’Uchiha all’addome fino a farlo indietreggiare.
«Credevi che anche ad occhi chiusi non riuscissi a fermarti? Patetico, sei solo un novellino, e pensi già di battere uno come me» disse borioso l’avversario. Mentre diceva ciò, però, il giovane genin aveva già caricato il colpo successivo. Compose i sigilli velocemente ed emise una grossa fiammata che riempì l’angusto corridoio, costringendo l’avversario ad una difesa veloce. Si ustionò leggermente alcune parti del corpo. L’ira scaturiva da ogni singolo poro del suo corpo, gli occhi erano iniettati di sangue e sporgenti, e la pelle era in parte ustionata. «La Mia FACCIA!» urlò rabbiosamente verso il genin, che colse l’occasione per rilasciare finalmente il Flash che precedentemente aveva lanciato, ed approfittandosene per scagliare un calcio dal basso verso l’alto al mento dell’avversario, che gli fece battere la testa al soffitto. Poi il buio affiorò nuovamente tra i pensieri del giovane. Tutto fu nuovamente nero.


« Il fuoco migliore non è quello che brucia più in fretta.»
Charles Eliot



Chakra: ??/100
Condizione Mentale: ??
Condizione Fisica: Ferita lieve sullo zigomo destro ; Dolori addominali.
Consumi:
Techiche utilizzate: Sfera di fuoco suprema; Alzata della foglia.
Bonus: /
Malus: /
Equipaggiamento: 10 Kunai; 10 Shuriken; 2 Flash; Katana; 40m di Filo d'acciaio; 2 Tonici azzurri.
SPOILER (click to view)

Palla di Fuoco Suprema
Posizioni Magiche: Serpente, Tigre, Cinghiale, Cavallo, Tigre
Villaggio: Foglia
Descrizione: Questa arte magica è la base per quasi tutte le tecniche di fuoco del villaggio della foglia. Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere un getto di fiamme che arriva anche a sei metri dall'utilizzatore, e raggiunge una larghezza non inferiore ai tre. Chi è colpito da questo jutsu riporta ustioni medio-gravi su tutte le parti interessate. All'inizio il difetto di questa tecnica è che ci vuole molto tempo per impastare il chakra da utilizzare e che il ninja deve rimanere fermo mentre la esegue, ma dal grado di chunin in poi questa carenza viene a cadere, compensata dall'esperienza dello shinobi.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio)

Alzata della Foglia
Posizioni Magiche: Nessuna
Villaggio: Foglia
Descrizione: Servendosi di questa tecnica il ninja, usando tutta la velocità di cui dispone, sparisce letteralmente, ricomparendogli sotto. Nell'istante successivo sferra un calcio ascendente che cercherà come bersagli il corpo o la testa avversaria. Se il colpo raggiunge il nemico, egli verrà scagliato in aria, raggiungendo un'altezza di almeno quattro o cinque metri. In questo caso l'avversario dovrà affrontare un leggero stordimento, mentre il danno subito non sarà poi così ingente (pari in realtà ad una ferita lieve).
Tipo: Taijutsu
(Livello: 5 / Consumo: Medio-Basso)


 
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Kobayn
view post Posted on 15/10/2009, 19:49





«Adesso c'è soltanto il sentimento di un buio in cui stiamo sprofondando.»
Federico Fellini




Quando Sosuke riprese i sensi, ormai era sera. Accanto a lui un fuoco era acceso e l’odore che circondava l’aria sapeva di cibo. Si trovava esattamente nell’accampamento del giorno precedente e, seduto accanto a lui, il vecchio cucinava della carne di selvaggina. La vista del giovane era ancora offuscata ed i muscoli gli dolevano, ma si decise ad alzarsi.
«Cos’è successo?» chiese con un tono misto tra curiosità e terrore.
«La specialità innata di quel ragazzo era quella di assorbire il chakra solamente con il contatto fisico, dopo aver subito il tuo taijutsu ha assorbito più energia possibile dal tuo corpo e sei svenuto.» rispose il vecchio senza rivolgere nemmeno uno sguardo al giovane. «Ho sistemato la faccenda.» ci fu un attimo di pausa «Domani partirò nuovamente, questa è l’ultima cena che passiamo insieme» Aggiunse.
«Ti ringrazio, Eremita. Spero che questo non sia il nostro ultimo incontro, sei un buon maestro, e combatti bene.» Rispose l’Uchiha.
«Ci incontreremo nuovamente, non disperare. Adesso mangia, penso che domani dovresti tornare al villaggio prima che qualcuno faccia troppe domande.»
Il cielo era sereno quella sera, e le stelle brillavano nell’etere, eppure la luna era di quel colore rosso sangue che tormentava il giovane Uchiha, ricordandogli sempre qual’era il suo scopo. Presto, molto presto, l’Uchiha avrebbe raggiunto il suo scopo. Quel doujutsu che tanto aveva bramato, sarebbe stato suo. I segreti dello sharingan sarebbero presto appartenuti a lui. Così, Sosuke si addormento pensando a questo, pensando al momento in cui avrebbe finalmente completato i suoi progetti e sognò, come mai aveva fatto prima. Quando il mattino dopo venne svegliato da quel freddo pungente, si trovava nuovamente solo, accanto ad un focolare ormai spento, così si alzò, preparò i bagagli e ritornò finalmente in quella cittadina, che ancora per poco avrebbe dovuto chiamare casa. Il cammino fu più veloce e spedito dell’andata, e le strade ed i boschi che attraversava gli ricordavano sempre di più ciò che era successo in quella settimana stancante. Ma, arrivati finalmente alle grosse ed alte porte che segnalavano l’entrata della città del fuoco, tutto fu di nuovo normale, come era sempre stato. Nessuno sembrava essere al corrente ci ciò che era accaduto, nessuno sapeva che cosa aveva passato l’Uchiha in quella situazione problematica. Tutto era stato ripulito, quindi tutto andava per il verso giusto.



«Normalità altro non é che la media d'infinite anormalità.»
Tito Baldan



Chakra: 100/100
Condizione Mentale: rilassato
Condizione Fisica: Ferita lieve sullo zigomo destro ; Dolori addominali.
Consumi:
Techiche utilizzate: /
Bonus: /
Malus: /
Equipaggiamento: 10 Kunai; 10 Shuriken; 2 Flash; Katana; 40m di Filo d'acciaio; 2 Tonici azzurri.


 
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~ K a i
view post Posted on 13/3/2010, 14:07




Finalmente sono riuscito a guardarmi sto dannatissimo malloppone , gli errori che hai fatto te li ho spiegati su msn quindi non li ripeto qui. Detto questo ti assegno il premio: Exp: 60 Ryo: 500

Chiudo.
 
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9 replies since 24/4/2009, 18:29   253 views
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