Takeshi Fujiwara Vs Ronin khayne, Corso KR-10: Test Finale

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xyz10
view post Posted on 18/4/2009, 14:36 by: xyz10




¬ The Final ¬
¬ Legenda ¬
Narrato
Pensato
Parlato

¬ Post Attivo 1 ¬
Si trovavano faccia a faccia, a meno di due metri di distanza l’uno dall’altro. Erano entrambi arrivati alla prova finale, che sarebbe iniziata a momenti: lo scontro diretto. In realtà, quello era l’incontro valevole per l’assegnazione del terzo posto, se così possiamo dire, visto che i due migliori studenti, ovvero Ren e Kengah, si stavano scontrando presumibilmente in quello stesso momento, ma in un'altra sede. Lì, in quell’arena circolare, il cui terreno era costituito in parte da terra e, soprattutto nelle immediate vicinanze del ruscello che la attraversava obliquamente, da erba, proprio lì, si sarebbe svolta la quarta ed ultima prova che, se superata, avrebbe assegnato a Takeshi ciò che più bramava di avere: la promozione a genin. L’aveva sognata per molto tempo, e ora aveva la possibilità di concretizzare il suo desiderio.

Ci siamo. Questo è il test finale. Non posso perdere. Non posso deludere il sensei.

Sapeva che Akihiro credeva nelle capacità di tutti i suoi allievi. Anche se non l’aveva mai detto espressamente, il ragazzo era conscio del fatto che il suo maestro era come tutti gli altri insegnanti: voleva solo far sì che loro diventassero dei buoni shinobi, e prepararli al difficile mondo dei ninja, dove le battaglie si susseguono ininterrottamente. Per questo era sempre duro e gelido nei confronti dei propri studenti. Ma torniamo a quei momenti iniziali la battaglia. La calma prima della tempesta, si sarebbe detto. Takeshi stava scrutando il proprio avversario: era Ronin Khayne, il suo compagno di corso, proveniente da Oto. Il quindicenne si avvicinò al proprio opponente, fino ad una distanza di meno d’un metro. Gli porse la mano, in un gesto che di norma augurava buona fortuna. Se l’avesse stretta, avrebbe detto le seguenti parole:

Buona fortuna, Ronin Khayne. Io sono determinato a raggiungere la promozione a genin. Non mi limiterò. Spero che neanche tu ti trattenga troppo. Voglio un combattimento memorabile.

Dopo aver detto ciò, si sarebbe allontanato, permettendo al sensei di dare il via alle ostilità. Pensava davvero ciò che aveva appena proferito. Non si sarebbe trattenuto. Voleva imprimere bene nella testa di Akihiro il proprio nome. Desiderava che egli si ricordasse del suo studente anche quando il corso fosse terminato. Takeshi sicuramente non avrebbe mai dimenticato quella sfida.

Il chuunin si frappose tra i due contendenti e li distanziò di una decina di metri, o forse più. Proferì soltanto una parola, dopo aver controllato che tutti e due i suoi allievi fossero pronti: "cominciate".

Eh no, non ti lascerò l’occasione di compiere la prima mossa!

Con un rapido guizzo, avrebbe portato la mano destra alla tasca posteriore, dove era solito tenere le stelle ninja. Avrebbe preso due shuriken e li avrebbe impugnati, uno tra l’indice ed il medio, l’altro tra le due dita sottostanti, ovvero il medio e l’anulare. Avrebbe corso in avanti, avvicinandosi a Ronin di due metri, così da ridurre la distanza che v’era fra di loro e che poteva limitare la precisione delle armi lanciate dal ragazzo. In quel momento, Takeshi si ricordò delle parole che il sensei aveva proferito il giorno precedente, al termine della prima prova. "Un ninja di Kiri combatte solo per uccidere. Mira sempre ai punti vitali." Uccidere. Ninja di Kiri. Punti vitali. Uccidere. Esse rimbombavano nella sua testa e lo studente non avrebbe avuto modo di non ascoltarle.

Io sono un ninja della Nebbia! E, come tale, lancerò le mie armi con il solo scopo di eliminarti!

Ormai quelle parole lo avevano temprato profondamente. Non sarebbe più stato gentile, almeno non nei combattimenti. Perciò avrebbe scagliato i due shuriken uno all’altezza del petto, e l’altro poco più in alto, dove era situato il capo del ragazzo che aveva di fronte. Ovviamente, quella mossa era solo un modo per testare le capacità del proprio sfidante. Si potrebbe dire che sarebbe stato un diversivo, anche se molto probabilmente gli avrebbe dato poco filo da torcere. Ma il bello sarebbe venuto più tardi. Quelle non erano le sue vere intenzioni. Infatti, subito dopo aver lanciato le due stelle ninja, si sarebbe fermato, di colpo, e avrebbe cominciato ad eseguire dei sigilli. Anche se essi erano ben cinque, praticamente infiniti per un ninja alle prime armi quale era lui, contava di non metterci più di sei, massimo otto secondi, per compiere la tecnica. Il jutsu che avrebbe eseguito sarebbe stato un Genjutsu. Più precisamente, sarebbe dovuto essere l’arte magica chiamata “Servitori di Nebbia”. Sarebbero comparse sette copie di sé stesso e si sarebbero disposte in un ampio cerchio, dal diametro di una trentina di metri, e avrebbero dovuto stringesi velocemente, sino ad arrivare a circa cinque metri, ognuno, dall’avversario. Fatto ciò, il ragazzo sarebbe scomparso alla vista del proprio ex compagno di corso, ora opponente, grazie all’illusione creata dal jutsu. Il suo avversario, essendo di un altro paese, non avrebbe distinto l’arte magica, e avrebbe probabilmente creduto, a meno che non fosse stato più che scaltro, che si trattasse di una Kage Bunshin no Jutsu, di fatto non eseguibile da uno studente, in quanto essa era una tecnica talmente complessa che solamente chuunin e jonin erano in grado di compiere.

È meglio se mi allontano e lo attacco dalla distanza, per queste prime fasi della battaglia. Uscire troppo allo scoperto potrebbe essere la causa della mia sconfitta.

Se tutto fosse andato come aveva pianificato, Takeshi avrebbe portato la mano sinistra alla tasca, posta sulla medesima gamba, e ne avrebbe estratto un kunai. Anche i suoi cloni, posizionati nel raggio di circa cinque metri dal ninja di Oto, avrebbero dovuto compiere la medesima azione. Tutti, sia il ragazzo, sia le sue controparti fasulle, avrebbero lanciato le loro armi in direzione dell’avversario, che, per colpa delle copie illusorie, si sarebbe trovato a dover schivare ben otto pugnali. Ovviamente, solo uno di essi era quello vero e, se il colpo fosse andato a segno, avrebbe inflitto danni reali. Infatti, le altre sette armi, avrebbero causato all’avversario danni fasulli, ovvero dolori mentali. Sicuramente, però, Ronin li avrebbe avvertiti come se fossero stati reali, quindi essi avrebbero contribuito a mettere non poco in difficoltà il ragazzo del Suono. Lo shinobi di Kiri sarebbe rimasto al riparo, nascosto tra la chioma fogliosa di un cespuglio che cresceva nelle vicinanze, osservando attentamente ogni mossa che il suo nemico avrebbe compiuto. Se per caso egli avesse capito la sua posizione, lo studente della Nebbia si sarebbe preparato, incrociando le braccia in modo da formare una ics, a difendersi da eventuali attacchi.


¬ Status ¬ Takeshi Fujiwara ¬
Grado: Studente
Energia: Gialla
Chakra: 85/100
Condizione Mentale: Concentrato
Condizione Fisica: Illeso
Consumi: 15
Recuperi: //
Tecniche Utilizzate:
¬ Servitori di Nebbia ¬ Villaggio: Kiri (Orig. Nebbia)
Posizioni Magiche: Ariete; Scimmia; Cinghiale; Scimmia; Serpente (medio)
Descrizione: Quest'arte illusoria genera un alto numero di cloni che si dispongono in un'area circolare con diametro di 30 metri. Le copie fingeranno quindi di attaccare l'avversario o gli avversari presenti nella loro area di effetto (un attacco da ogni clone a portata, una sola volta per turno). I danni subiti da tale tecnica non sono reali. Essendo un Genjutsu, gli evocatori della tecnica scompariranno davanti all'avversario che in balia della stessa si troverà solo con i cloni. L'evocatore della tecnica può inoltre far scomparire i compagni con un consumo aggiuntivo di un Bassissimo. L'utilizzatore e i suoi compagni possono attaccare di nascosto (solo a distanza) senza svelare dunque la propria posizione. I cloni imiteranno l'attacco a distanza del loro padrone come se fosse lui stesso a lanciare un attacco, facendo uscire eventualmente dai loro corpi di pece le armi utilizzate dal padrone per l'attacco. I cloni sono di colore nero, e quando vengono colpiti con attacchi fisici non scompaiono, rispondendo all'urto come fossero fatti di pece. Al termine dell'attacco avversario possono rigenerarsi o addirittura duplicarsi. Il numero di copie create dipende dal grado raggiunto dal ninja che esegue la tecnica. La tecnica dura fino all'esaurimento del chakra dell'utilizzatore o al rilascio della stessa. Per essere mantenuta ha bisogno di un consumo Basso per ogni turno escluso il primo.
L'unico modo per sfuggire a questa tecncia è utilizzare la tecnica del rilascio 1.
Tipo: Genjutsu
(Livello: 5 - Consumo: Medio-Basso)
[Massimo copie: Studenti 7]


¬ Equipaggiamento Svelato ¬
Shuriken x2
Kunai x1

¬ Note ¬ Mi scuso in anticipo per la scarsa lunghezza del post, ma descrivere solamente il combattimento, senza tener conto delle cose successe prima, si è rivelato molto più difficile del previsto. :P

 
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11 replies since 16/4/2009, 14:07   344 views
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