La Clausura del Santo/Demone, Qualcuno vuole liberare un mostro?

« Older   Newer »
  Share  
SakurinaChan
view post Posted on 17/4/2009, 23:17 by: SakurinaChan





Narrato
* Pensato *
♥ Parlato ♥



image

Strani suoni tormentavano la mente di Sasame,impedendole di rimanere calma e costringendola a chiedersi che cosa fossero e da dove provenissero. Non sapeva dove e perchè si trovasse in un posto come quello,riusciva solo a provare la forte sensazione della stanchezza,della spossatezza e della confusione. Voleva fermarsi,riposare eppure non le era possibile,dato che qualcosa di inconscio la spingeva a continuare incessantemente. Se stava camminando,se stava correndo,non era in grado di definire neppure quello. Rumore,trambusto,caos. Forse stava accedendo qualcosa lì intorno,ma cosa? Colpi,forti colpi,grida,pareti che venivano ammaccate. Che cos’era tutto ciò? Provò ad aprire gli occhi per tentare di vedere,e constatò che anche la vista era fuori uso: alternava fasi di buio totale ad immagini deboli,sfuocate ed annebbiate. L’unica cosa che riconobbe furono le mani,che toccavano qualcosa di solido e liscio. Voleva saperne di più! Provò a sforzarsi,raccogliendo le briciole di energia che ogni tanto si facevano vive. Probabilmente aveva ottenuto un qualche successo,in quanto i cinque sensi sembravano funzionare un pochino meglio rispetto a pochi istanti prima,sempre che fossero solo istanti: il tempo,così come lo spazio,non avevano forma né regolarità; continuavano a dilatarsi e contorcersi inesorabilmente. Di una cosa era certa: vicino a dove si trovava c’era qualcuno,il quale stava urlando; se di ira o di dolore rimaneva momentaneamente un punto interrogativo,che in ogni caso turbava l’ego della Fuuma. Magari era per questo motivo che non poteva fare a meno di continuare a muoversi: aveva bisogno di rispondere a molti,troppi perchè. Fece qualche piccolo passo,tenendo sempre premute mani e corpo a quella che doveva essere una parete,in quanto le dava un lieve senso di protezione benché possedesse delle stranezze: in alcuni punti sembrava più salda e resistente,mentre in altri era addirittura irregolare nella forma. Ad un tratto le sue dita giunsero ad una piccola parte vuota,non più grossa di due pugni,identificata subito dopo come un foro. La ragazza fece per osservare,o meglio spiare,l’interno: era sicura che il fulcro della situazione fosse contenuto là dentro. Ancora non aveva la facoltà di sfruttare pienamente i suoi organi,tuttavia essi continuavano sensibilmente a progredire,nonostante dentro di sè lo stordimento aumentasse sempre di più. Dapprima socchiuse le palpebre,poi riuscì a spalancarle ed a mettere a fuoco: un ragazzo,sembrava fuori di testa da quanto urlava; gli unici lineamenti chiari erano quelli del fisico,mentre del volto solo un flebile contorno. Chi era? Che cosa stava facendo? Picchiava,spaccava,era una furia che si scagliava contro tutto ciò che incontrava davanti a sé,lasciando indelebili tracce di sangue. Sussultò: il ragazzo si era voltato dalla sua parte. Si era accorto di lei? Sicuramente: si stava precipitando proprio lì. Il cuore prese a batterle rapidamente e sonoramente: doveva scappare,ma come se adesso sembrava avere le gambe bloccate? Il panico la avvolse ed i dolori alla testa presero ad innalzarsi bruscamente,causandole la perdita di tutte le forze accumulate fino a quel momento: tutto prese a vorticarle intorno,inghiottendola senza permetterle minimamente di reagire. Perchè? Stava impazzendo?

* No,ancora una volta… *

Era tutto apposto. Ormai era la quinta notte di fila che aveva lo stesso incubo,ed ogni sera aggiungeva un nuovo pezzo al puzzle: se non altro,stavolta era riuscita a confermare l’ipotesi che qualcuno si trovava dentro lo strano edificio e che era la medesima persona a provocare tutto quel baccano. Le restava sempre da scoprire chi era quella persona e la causa per cui stava urlando in quella maniera. Scosse la testa e richiuse gli occhi,sbadigliando e sprofondando la faccia nel morbido cuscino: non ne sarebbe mai venuta a capo; era una faccenda troppo complicata,di cui non conosceva neppure le origini. Avrebbe tanto voluto scordarsi di tutto,ma parallelamente provava una grande curiosità che non glielo consentiva; ecco perchè il solito sogno si ripeteva da giorni. Sbuffò e si tirò su dal letto,tanto il sole era già alto nel cielo e figuriamoci se avrebbe ritrovato il sonno. Dopo una doccia fredda,passò un’altra mezz’oretta a pettinarsi i lunghi capelli rossi ed a scegliere cosa mettersi quest’oggi,optando infine per una soluzione semplicissima: shorts di jeans e cannottiera bianca con scollo a V,entrambi perfettamente aderenti alle rispettive parti del corpo che ricoprivano; ovviamente,poi,non poteva mancare né il coprifronte,stavolta legato alla vita come cintura,ed i due fermagli tra i capelli,simbolo del clan Fuuma e,ancora più importante,del suo legame con il defunto cugino Arashi. Prima di uscire di casa,legò alla parte posteriore dei pantaloncini la Sacca Porta Armi,assicurandosi di avere tutto con sé. A dire la verità,adesso che aveva sviluppato ed imparato a padroneggiare la sua abilità innata,non aveva bisogno di oggetti ninja,ma era un’abitudine che voleva continuare a portare avanti,in quanto poteva anche riservarsi utile per qualche strategia combattiva. Si specchiò un’ultima volta e,dopo aver compiuto una piroetta sul posto,concluse che era perfetta,pronta per svolgere l’incarico che le era stato affidato quel giorno: andare a liberare un prigioniero della Squadra di Caccia di Oto. Sinceramente,non riusciva a comprendere la necessità di scomodare un Chuunin per un incarico così semplice,quando sarebbe bastata una comune guardia carceraria per adempiere alla funzione. Per altro,le celle in questione,si trovavano in una zona periferica della città: che aveva mai di speciale questo tizio rinchiuso? Doveva essere pericoloso,forse,eppure non le era stato detto nulla riguardo al tenerlo d’occhio o pedinarlo,addirittura non sapeva nemmeno chi fosse. Sarebbe stata all’erta,dall’inizio alla fine,donde evitare inutili problemi. Si incamminò che erano circa le undici,con la luce del sole che riscaldava l’ambiente e creava bellissimi giochi di colore con i fermagli della Kunoichi. Stranamente,aveva un leggero mal di testa e di certo stare sotto il sole cuocente non era proprio l’ideale a farlo passare. Decise,perciò,di aumentare il passo: voleva eseguire la commissione il prima possibile,non solo per il piccolo problemino di salute,ma anche perchè non si sentiva per niente tranquilla. Come si aspettava,il luogo era deserto ed incuteva quasi terrore,inoltre Sasame iniziava ad avere la nausea; forse avrebbe fatto meglio ad avvertire che non stava bene,facendo affidare l’incarico a qualcun altro,tuttavia non volle fermarsi: ormai era lì e poi era curiosa di vedere il prigioniero.

*Mmm…che succede? Questa sensazione l’ho già provata,ma quando?!*

Qualcosa puzzava,doveva andare avanti per scoprire che cos’era. Ricevuto un grosso mazzo di chiavi all’ingresso,venne indirizzata verso la meta,ma non accompagnata. Il cuore iniziò ad accelerare il suo battito man mano che si avvicinava,superando sbarre su sbarre,fino a giungere in una zona oscura ed appartata,in cui vi era una ed un’unica cella. Un brivido le percorse la schiena per un istante,facendola sobbalzare,non appena vide le condizioni di essa: era deformata in più parti,ed era quasi tutta percorsa da crepe,ad eccezione di un buco abbastanza stretto,da cui filtrava la luce solare. No,non era possibile,questi elementi li aveva già visti,ma non riusciva a ricordare dove. La testa pulsava di dolore. Il cuore batteva forte. Ignorò quelle tremende sensazioni,doveva rimanere concentrata. Cercando di non fare rumore,si fermò di fronte alla porta di accesso; ecco perchè le era stato consegnato un intero mazzo di chiavi e non solo una: dodici serrature diverse dovevano essere sbloccate per aprirla. Non aveva alcuna voglia di cercare ogni combinazione chiave-serratura,però doveva essere l’unica azione possibile: sfondare una cella di isolamento,persino con un Jutsu potente,era impossibile al suo attuale livello. Così,nel fare il primo abbinamento,notò che su ciascun oggetto erano presenti dei simboli ben precisi,il che le facilitò notevolmente il compito. Arrivata a girare l’ultima chiave nell’ultima serratura,indugiò: si sentiva terribilmente stanca,e aveva bisogno di riprendere fiato; che cosa le stava succedendo? Paura di ricevere un agguato non appena avesse compiuto il primo passo? No,per quello era preparata,anche grazie all’abilità di Percezione del Chakra. Socchiuse gli occhi per un istante,dando un ultimo profondo respiro,poi si concentrò sull’ambiente circostante: nessuno,al momento,stava emettendo energia. Così,ci fu un sonoro “Clak” e fu dentro. Non riuscì a fare a meno di non sussultare: da dentro,la stanza faceva ancora più effetto,a causa delle crepe molto più marcate e le tracce di sangue sparse ovunque; ed infine lui,un ragazzo alto e robusto,con indosso solamente degli stracci...e quegli occhi familiari…Ci aveva messo molto poco a capirlo: tutto quello che stava intorno a lei,era ciò che aveva dominato i suoi sogni per quasi una settimana. La testa sembrava esploderle da un momento all’alto,così come il cuore: che cosa doveva fare oltre a rimanere impalata sull'uscio?

* Non ci credo…non può essere! *

♥ Cia-Ciao…mi hanno chiesto di venire a liberarti e…quindi,eccomi qua. Il mio nome è Sasame Fuuma,Kunoichi di questo villaggio. ♥


 
Top
3 replies since 14/4/2009, 15:46   309 views
  Share