La Clausura del Santo/Demone, Qualcuno vuole liberare un mostro?

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Funkymonk_86
view post Posted on 14/4/2009, 15:46






.::::| L'Attesa |::::.



Narrato
*Pensato* (Juugo Sano)
*Pensato* (Juugo Psicotico)
"Parlato" (Juugo Sano)
"Parlato" (Juugo Psicotico)

Una goccia di condensa cade dal soffitto dritta sulla pelle che elasticamente ricopre i muscoli, i tendini e le ossa che compongono la faccia di Juugo, lo stimolo di un impatto freddo viene catturato dai recettori sottocutanei che trasportano tramite gli assoni, ai gangli corticali alla base del midollo allungato, per poi risalire fino al cervello ed essere trasformati in una percezione tattile, che stimola il nervo simpatico svegliando l'uomo steso a terra.

Juugo apre gli occhi, nella semioscurità, è steso di pancia su un freddo pavimento di cemento, piano piano l'iride si contrae e la lente oculare prende la forma corretta per mettere a fuoco allineando i fotoni che penetrano nell'umore vitreo in modo che colpiscano correttamente la retina.

La stanza è piccola, i muri sono tutti pieni di crepe e vi sono segni di impatto ovunque coperti di sangue, sembrava che vi fossero state sparate tante palle di cannone, su un lato, una porta di metallo seriamente bombata, vi erano una dozzina di serrature a tenerla chiusa, probabilmente il blocco d'acciaio da cui era composta era spesso una decina di centimetri, e le pareti più di un metro.
Dall'altro lato vi era un buco da cui entrava la luce, ci entravano al massimo due pugni chiusi, e la luce sembrava provenire come se incanalata in quel buco, come se fosse un piccolo tunnel.

Il ragazzo voltò la testa e fece per alzarsi, era tutto coperto di calcinacci ed indossava degli stracci ridotti a brandelli coperti pure di sangue.

*Che diavolo è successo...l'ultima cosa che ricordo è quel combattimento...poi avevo perso il senno...da quanto sono qui?!!*

A
fatica si mise seduto contro la parete, si guardò le braccia erano coperte di morsi e lacerazioni, e le sue mani erano una spessa crosta di sangue rappreso, il pavimento e tutta la stanza erano come se avessero subito anni di colpi di mazzafrusto, era tutto sbriciolato.

*Sono stato io?.....*

Juugo non poteva saperlo ma dopo l'incontro non si era calmato, era stato catturato dalla squadra di cacciatori speciali di Oto che lo avevano immobilizzato con un genjutsu, l'avevano legato e l'avevano rinchiuso nella cella di isolamento speciale, li si era dimenato per otto mesi e aveva subito un sacco di esperimenti, avevano provato a tenerlo in stato di collera più a lungo possibile iniettandogli delle sostanze reagenti diverse, ma ora finalmente avevano trovato l'enzima che lo manteneva in quello stato, ora Juugo la cavia aveva servito il suo scopo.

Ora poteva tornare a vivere una vita da genin, in quanto si sarebbe rivelato un ottima arma speciale per il villaggio, ma nessuno si era ancora accorto del suo risveglio, forse qualcuno sarebbe venuto ad aprirgli, oramai era una settimana che avevano interrotto la somministrazione dell'enzima reagente...gli studiosi avevano calcolato che in questi giorni si sarebbe ripreso...

Attendendo nella cella ora Juugo stava facendo stretching...



Edited by Funkymonk_86 - 18/4/2009, 02:10
 
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SakurinaChan
view post Posted on 17/4/2009, 23:17





Narrato
* Pensato *
♥ Parlato ♥



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Strani suoni tormentavano la mente di Sasame,impedendole di rimanere calma e costringendola a chiedersi che cosa fossero e da dove provenissero. Non sapeva dove e perchè si trovasse in un posto come quello,riusciva solo a provare la forte sensazione della stanchezza,della spossatezza e della confusione. Voleva fermarsi,riposare eppure non le era possibile,dato che qualcosa di inconscio la spingeva a continuare incessantemente. Se stava camminando,se stava correndo,non era in grado di definire neppure quello. Rumore,trambusto,caos. Forse stava accedendo qualcosa lì intorno,ma cosa? Colpi,forti colpi,grida,pareti che venivano ammaccate. Che cos’era tutto ciò? Provò ad aprire gli occhi per tentare di vedere,e constatò che anche la vista era fuori uso: alternava fasi di buio totale ad immagini deboli,sfuocate ed annebbiate. L’unica cosa che riconobbe furono le mani,che toccavano qualcosa di solido e liscio. Voleva saperne di più! Provò a sforzarsi,raccogliendo le briciole di energia che ogni tanto si facevano vive. Probabilmente aveva ottenuto un qualche successo,in quanto i cinque sensi sembravano funzionare un pochino meglio rispetto a pochi istanti prima,sempre che fossero solo istanti: il tempo,così come lo spazio,non avevano forma né regolarità; continuavano a dilatarsi e contorcersi inesorabilmente. Di una cosa era certa: vicino a dove si trovava c’era qualcuno,il quale stava urlando; se di ira o di dolore rimaneva momentaneamente un punto interrogativo,che in ogni caso turbava l’ego della Fuuma. Magari era per questo motivo che non poteva fare a meno di continuare a muoversi: aveva bisogno di rispondere a molti,troppi perchè. Fece qualche piccolo passo,tenendo sempre premute mani e corpo a quella che doveva essere una parete,in quanto le dava un lieve senso di protezione benché possedesse delle stranezze: in alcuni punti sembrava più salda e resistente,mentre in altri era addirittura irregolare nella forma. Ad un tratto le sue dita giunsero ad una piccola parte vuota,non più grossa di due pugni,identificata subito dopo come un foro. La ragazza fece per osservare,o meglio spiare,l’interno: era sicura che il fulcro della situazione fosse contenuto là dentro. Ancora non aveva la facoltà di sfruttare pienamente i suoi organi,tuttavia essi continuavano sensibilmente a progredire,nonostante dentro di sè lo stordimento aumentasse sempre di più. Dapprima socchiuse le palpebre,poi riuscì a spalancarle ed a mettere a fuoco: un ragazzo,sembrava fuori di testa da quanto urlava; gli unici lineamenti chiari erano quelli del fisico,mentre del volto solo un flebile contorno. Chi era? Che cosa stava facendo? Picchiava,spaccava,era una furia che si scagliava contro tutto ciò che incontrava davanti a sé,lasciando indelebili tracce di sangue. Sussultò: il ragazzo si era voltato dalla sua parte. Si era accorto di lei? Sicuramente: si stava precipitando proprio lì. Il cuore prese a batterle rapidamente e sonoramente: doveva scappare,ma come se adesso sembrava avere le gambe bloccate? Il panico la avvolse ed i dolori alla testa presero ad innalzarsi bruscamente,causandole la perdita di tutte le forze accumulate fino a quel momento: tutto prese a vorticarle intorno,inghiottendola senza permetterle minimamente di reagire. Perchè? Stava impazzendo?

* No,ancora una volta… *

Era tutto apposto. Ormai era la quinta notte di fila che aveva lo stesso incubo,ed ogni sera aggiungeva un nuovo pezzo al puzzle: se non altro,stavolta era riuscita a confermare l’ipotesi che qualcuno si trovava dentro lo strano edificio e che era la medesima persona a provocare tutto quel baccano. Le restava sempre da scoprire chi era quella persona e la causa per cui stava urlando in quella maniera. Scosse la testa e richiuse gli occhi,sbadigliando e sprofondando la faccia nel morbido cuscino: non ne sarebbe mai venuta a capo; era una faccenda troppo complicata,di cui non conosceva neppure le origini. Avrebbe tanto voluto scordarsi di tutto,ma parallelamente provava una grande curiosità che non glielo consentiva; ecco perchè il solito sogno si ripeteva da giorni. Sbuffò e si tirò su dal letto,tanto il sole era già alto nel cielo e figuriamoci se avrebbe ritrovato il sonno. Dopo una doccia fredda,passò un’altra mezz’oretta a pettinarsi i lunghi capelli rossi ed a scegliere cosa mettersi quest’oggi,optando infine per una soluzione semplicissima: shorts di jeans e cannottiera bianca con scollo a V,entrambi perfettamente aderenti alle rispettive parti del corpo che ricoprivano; ovviamente,poi,non poteva mancare né il coprifronte,stavolta legato alla vita come cintura,ed i due fermagli tra i capelli,simbolo del clan Fuuma e,ancora più importante,del suo legame con il defunto cugino Arashi. Prima di uscire di casa,legò alla parte posteriore dei pantaloncini la Sacca Porta Armi,assicurandosi di avere tutto con sé. A dire la verità,adesso che aveva sviluppato ed imparato a padroneggiare la sua abilità innata,non aveva bisogno di oggetti ninja,ma era un’abitudine che voleva continuare a portare avanti,in quanto poteva anche riservarsi utile per qualche strategia combattiva. Si specchiò un’ultima volta e,dopo aver compiuto una piroetta sul posto,concluse che era perfetta,pronta per svolgere l’incarico che le era stato affidato quel giorno: andare a liberare un prigioniero della Squadra di Caccia di Oto. Sinceramente,non riusciva a comprendere la necessità di scomodare un Chuunin per un incarico così semplice,quando sarebbe bastata una comune guardia carceraria per adempiere alla funzione. Per altro,le celle in questione,si trovavano in una zona periferica della città: che aveva mai di speciale questo tizio rinchiuso? Doveva essere pericoloso,forse,eppure non le era stato detto nulla riguardo al tenerlo d’occhio o pedinarlo,addirittura non sapeva nemmeno chi fosse. Sarebbe stata all’erta,dall’inizio alla fine,donde evitare inutili problemi. Si incamminò che erano circa le undici,con la luce del sole che riscaldava l’ambiente e creava bellissimi giochi di colore con i fermagli della Kunoichi. Stranamente,aveva un leggero mal di testa e di certo stare sotto il sole cuocente non era proprio l’ideale a farlo passare. Decise,perciò,di aumentare il passo: voleva eseguire la commissione il prima possibile,non solo per il piccolo problemino di salute,ma anche perchè non si sentiva per niente tranquilla. Come si aspettava,il luogo era deserto ed incuteva quasi terrore,inoltre Sasame iniziava ad avere la nausea; forse avrebbe fatto meglio ad avvertire che non stava bene,facendo affidare l’incarico a qualcun altro,tuttavia non volle fermarsi: ormai era lì e poi era curiosa di vedere il prigioniero.

*Mmm…che succede? Questa sensazione l’ho già provata,ma quando?!*

Qualcosa puzzava,doveva andare avanti per scoprire che cos’era. Ricevuto un grosso mazzo di chiavi all’ingresso,venne indirizzata verso la meta,ma non accompagnata. Il cuore iniziò ad accelerare il suo battito man mano che si avvicinava,superando sbarre su sbarre,fino a giungere in una zona oscura ed appartata,in cui vi era una ed un’unica cella. Un brivido le percorse la schiena per un istante,facendola sobbalzare,non appena vide le condizioni di essa: era deformata in più parti,ed era quasi tutta percorsa da crepe,ad eccezione di un buco abbastanza stretto,da cui filtrava la luce solare. No,non era possibile,questi elementi li aveva già visti,ma non riusciva a ricordare dove. La testa pulsava di dolore. Il cuore batteva forte. Ignorò quelle tremende sensazioni,doveva rimanere concentrata. Cercando di non fare rumore,si fermò di fronte alla porta di accesso; ecco perchè le era stato consegnato un intero mazzo di chiavi e non solo una: dodici serrature diverse dovevano essere sbloccate per aprirla. Non aveva alcuna voglia di cercare ogni combinazione chiave-serratura,però doveva essere l’unica azione possibile: sfondare una cella di isolamento,persino con un Jutsu potente,era impossibile al suo attuale livello. Così,nel fare il primo abbinamento,notò che su ciascun oggetto erano presenti dei simboli ben precisi,il che le facilitò notevolmente il compito. Arrivata a girare l’ultima chiave nell’ultima serratura,indugiò: si sentiva terribilmente stanca,e aveva bisogno di riprendere fiato; che cosa le stava succedendo? Paura di ricevere un agguato non appena avesse compiuto il primo passo? No,per quello era preparata,anche grazie all’abilità di Percezione del Chakra. Socchiuse gli occhi per un istante,dando un ultimo profondo respiro,poi si concentrò sull’ambiente circostante: nessuno,al momento,stava emettendo energia. Così,ci fu un sonoro “Clak” e fu dentro. Non riuscì a fare a meno di non sussultare: da dentro,la stanza faceva ancora più effetto,a causa delle crepe molto più marcate e le tracce di sangue sparse ovunque; ed infine lui,un ragazzo alto e robusto,con indosso solamente degli stracci...e quegli occhi familiari…Ci aveva messo molto poco a capirlo: tutto quello che stava intorno a lei,era ciò che aveva dominato i suoi sogni per quasi una settimana. La testa sembrava esploderle da un momento all’alto,così come il cuore: che cosa doveva fare oltre a rimanere impalata sull'uscio?

* Non ci credo…non può essere! *

♥ Cia-Ciao…mi hanno chiesto di venire a liberarti e…quindi,eccomi qua. Il mio nome è Sasame Fuuma,Kunoichi di questo villaggio. ♥


 
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Funkymonk_86
view post Posted on 18/4/2009, 01:59





Da lontano, nelle viscere del corridoio nascosto dietro la porta echeggiavano dei passi lontani, confusi tra i riflessi sonori persi nei meandri del labirinto di corridoi sotterranei...stava arrivando qualcuno, qualcosa, il suo liberatore?
All'interno della cella non vi era concezione del tempo, da quando si era svegliato li su quel freddo inospitale pavimento, saranno passati, minuti, ore, giorni?, l'orologio biologico era totalmente sfasato, e i ricordi dei giorni, mesi passati erano confusi e sfarfallanti. Sfocati, parevano, provenivano forse dal suo lontano passato? Oppure erano dei sogni, o meglio, incubi?

Seduto con la testa in mezzo alle gambe, accovacciato in un angolino muoveva lentamente la testa, ancora gli girava e la sensazione di dolore pareva come un puntaspilli conficcato nelle tempie, le mani tese a massaggiarle infatti si muovevano frenetiche.

*Ma forse questi passi sono la mia immaginazione?*

I ricordi della cella si mischiavano con quelli del suo passato precedente all'arrivo ad Oto, già più volte si era fatto spontaneamente rinchiudere, per mesi e mesi era stato in quella caverna a leccare l'umidità dalle pareti, a ingoiare a malavoglia il muschio che cresceva sotto alle rocce.

*Fidati è tutto un sogno, puoi fare quello che vuoi, puoi ammazzarlo si ti piacerebbe squartarlo!*

"Vattene sono qui solo per colpa tua!!!"

*Io sono te stesso, e se mi hai creato sarà perchè vorresti essere come me, su, lasciati andare*

*Se non la smetti subito mi spacco il cranio contro il muro, cosi la facciamo finita tutti e due, e libererò il mondo da te*

"Non ce l'hai il coraggio di farlo!, non te lo permetterò...e adesso se entra una donna l'ammazzo...no...meglio un uomo..."

*Non ci credi che lo farei eh?*

Juugo tirò una violentissima testata all'indietro un rigolo di sangue gli fuoriuscì da un bernoccolo apertosi sulla zona colpita, poi si morse un braccio, fino a strappare un piccolo frammento di cute, lasciando lo strato di epidermide inferiore pieno di capillari in bella vista e sanguinante.

*Adesso vedi che stai zitto eh, credi che non ho il coraggio? dovresti saperlo bene visto che vivi dentro di me, ma sembra che te lo dimentichi eh?!*

I passi fuori dalla cella erano cessati, si sentiva uno sfarfallio di chiavi, era ancora davvero un sogno?, attorno a lui si era formata una piccola pozza di sangue, si era rannicchiato il più possibile tenendosi adesso la ferita alla testa cercando di fermare l'emorragia con la pressione delle dita.

I chiavistelli si erano mossi, uno ad uno si slacciavano, sembrava che non finisse più l'attesa, ma questa volta sarebbe riuscito a trattenerlo meglio, l'altro suo ego che aveva sterminato il suo stesso villaggio...

*Non devo preoccuparmi, ci penseranno qui ad Oto a tenerlo d'occhio...*

La porta finalmente si aprì...per quanto non fosse particolarmente luminoso il corridoio, a Juugo pareva accecante quindi si ritrasse nascondendo gli occhi a quella sagoma che era entrata nella cella.

La sagoma parlò, ma una voce che non conosceva, una voce che non si aspettava, una femmina?
Juugo a fatica tentò di osservare quella sagoma strizzando gli occhi per difenderli dal cambio di luminosità, Sasame Fuuma diceva di chiamarsi, pareva una voce gentile...

"Mhh...cough cough sput!", Juugo tossendo un po di sangue e sputando in terra il pezzetto di braccio che si era staccato con il morso, si pulì dal sangue la faccia con la manica e rispose con voce profonda e rauca per gli eccessivi urli che avevano riempito quelle mura nei mesi precedenti..."...Sono...Juugo, piacere...", Juugo a fatica e reggendosi con una mano al muro si era alzato e si era avvicinato alla kunoichi, tendendo la mano insanguinata...ma per poi ritrarla accorgendosi che la ragazza magari avrebbe preferito non stringerla...

"..ah..eh eh...scusa.."

 
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SakurinaChan
view post Posted on 20/4/2009, 23:02





Narrato
* Pensato *
♥ Parlato ♥



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Sasame era impietrita all’entrata della cella,incapace di muovere anche solo un passo in avanti,tanta era la paura e la tensione: non conosceva il prigioniero,ma vedendo che cosa aveva combinato in tutti questi anni all’interno della stanza,non doveva certo essere un tipo raccomandabile. A lasciarla di stucco non era tanto il fatto che il ragazzo superasse i due metri d’altezza,quanto le sue condizioni fisiche: la testa perdeva sangue,segno di un colpo subito molto di recente,ed il suo corpo visibilmente trasandato era a mala pena ricoperto di stracci. L’aveva trovato rannicchiato al muro,con la testa tra le gambe,in una pozza di sangue e la sua vista non era più abituata ad una luce abbagliante,infatti per guardarla aveva bisogno di sforzare fortemente gli occhi. Non sapendo come comportarsi,la Chuunin si era presentata,dopodichè era rimasta in attesa di risposta,sperando in qualcosa di poco spiacevole. Ricevette tosse,sangue e…pelle?! Poi si era pulito la faccia dal sangue,con una manica,ed infine con molta fatica si era alzato,presentandosi come Juugo. Lo stomaco cominciava a rivoltarsi dentro di lei,a causa di quell’orribile spettacolo: egli era rosso dappertutto,ed emetteva una voce rauca e profonda. Anche se da un lato provava un po’ di ribrezzo,non riusciva a nascondere una certa pietà verso quella persona che,chissà per quanto tempo era rimasta rinchiusa là dentro,ad urlare e tentare invano di spaccare le pareti. Tuttavia,quando le aveva teso la mano insanguinata,non aveva potuto fare a meno di abbassare lo sguardo,incapace ci ricambiare il gesto. Bene: adesso che conoscevano l’uno il nome dell’altra,qual’era la prossima mossa? Innanzitutto dovevano uscire da lì,e poi doveva fare in modo di sistemare un po’ lo stato di quel poveretto,in quanto,a giro per il villaggio in quella maniera,non poteva certo andarci se non voleva ficcarsi subito in qualche pasticcio. Eh,purtroppo sì: benché il suo incarico fosse terminato,sentiva il bisogno di aiutare Juugo; almeno fino a quando non si fosse fatto una bella doccia,e non avesse trovato dei vestiti puliti da indossare. Se non errava,un bagno doveva pur esserci all’interno di quel carcere,ma restava il piccolo grande problema del vestiario: dove poteva trovare indumenti della sua taglia? Era difficile che un carcere ne avesse a disposizione,se non le classiche tuniche assegnate ai detenuti,le quali,in questo caso,erano proprio da escludere.

♥ Intanto,direi che se usciamo da qua è meglio…Ti serve aiuto…per camminare…o ce la fai? ♥

Senz’altro non possedeva la forza necessaria a portarlo in groppa,ma se fosse stato necessario,avrebbe tentato di cingerlo con un braccio da dietro la schiena,così da sostenere parte del peso del suo corpo,anche se la differenza di altezza era molto ampia; avrebbe persino corso il rischio di macchiare di sangue la cannottiera,che essendo bianca avrebbe lasciato chiazze dal colore intenso. Avrebbe proceduto a passo lento,per agevolare una parziale ripresa fisica del ragazzo,attraversando i diversi intricati vicoli che costituivano i sotterranei; fortunatamente aveva una buona memoria visiva,oltre ad un ottimo senso dell’orientamento,per cui non c’era rischio di perdersi. Durante il tragitto preferì non proferire parola: innanzitutto si sentiva a disagio e non sapeva cosa dire,e poi preferiva mantenere la concentrazione sul chakra di Juugo per prevederne eventuali attacchi a sorpresa. Non sembrava un cattivo ragazzo,anzi,seppur limitatamente,si era dimostrato quasi gentile; ma non era il caso di fidarsi,non al momento,almeno: magari stava solo aspettando un momento propizio per assalirla e fuggire. Il solo pensiero,venne accompagnato da un brivido,che fece finta di non sentire,nascondendo la piccola punta di timore che si era insediata nella sua mente. Stava facendo davvero la cosa giusta? O ci avrebbe rimesso miseramente? A dire la verità,non sapeva nemmeno se l’ex detenuto fosse un ninja oppure no; un modo per testarlo ci sarebbe stato,ma preferì tenerselo per sé: a livello di forza,Sasame non aveva la minima possibilità di competere con qualcuno che riusciva ad ammaccare i muri di una cella di isolamento. Inoltre,sarebbe stato poco saggio affrontare qualcuno che aveva a mala pena incontrato nei sogni,un suicidio insomma. Accanto a tutte queste riflessioni,non si era certo scordata delle urla che aveva udito: quelle restavano ancora un mistero,sul quale avrebbe indagato volentieri. No,non voleva essere una ficcanaso; altre cose adesso avevano la priorità su tutto. Immersa nei suoi pensieri come era,non si era accorta di essere riemersa nella sala principale dell’edificio; momentaneamente non c’era nessuno,se non un religioso silenzio. Ricercò lo sguardo di Juugo: conosceva questo posto,oppure era la prima volta che lo visitava? Chissà quale era la sua vera storia…

♥ Senti…Juugo…prima di andare via,non è che conosci,qua dentro,un posto in cui puoi sciacquarti e dove puoi trovare degli indumenti da metterti addosso,una volta lavato? ♥


 
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3 replies since 14/4/2009, 15:46   309 views
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