| Dirge |
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~Gelosia~
Era mattina, quando mi ritrovai a girovagare per le strade di quel posto a me sconosciuto, il villaggio della nebbia. Quell'improvviso trasferimento dovuto per motivi accademici mi recò non pochi disagi, anche se perfettamente trascurabili data la grande opportunità a me offerta. Raramente ero solito albergare nella piccola stanza, risiedente all'interno di una casa costruita appositamente per accogliere stranieri, conferita a me dal governo del paese di Kiri, e questo perché ancora non mi fidavo dei suoi abitanti. Unico passatempo al di fuori dell'accademia, in quei giorni, furono le camminate per la città, non fine a se stesse, bensì derivanti da un secondo scopo, studiare nel minimo dettaglio ogni angolo del paesello. Ero convinto che un giorno queste informazioni mi sarebbero state utili per un mio personale interesse, o magari per fini bellici. Di certo durante quelle lunghe ore, nella mia mente non sussisteva sempre il suddetto pensiero, bensì anche un'altra ricorrente forma di ossessione attanagliava il mio animo e di conseguenza la mia psiche, non riuscivo a smettere di pensare a quella ragazza dai capelli rossi, mia compagna di corso accademico. Solamente il sospetto che qualche d'un altro le avesse messo gli occhi addosso, come presumibile, e che le stesse facendo la corte, magari tentando di instaurare una sorta di conversazione, non a fini amichevoli ma propriamente di carattere erotico, mi faceva ribollire il sangue in maniera poco consona. Purtroppo non ero consapevole di quale fosse il posto ove ella abitasse, e per ciò la possibilità di incontrarla era presente solamente durante l'addestramento, ove per lo più era quasi impossibile interloquiare con quest'ultima, data la notevole attenzione che entrambi dovevamo prestare alle parole del sensei, basi per la nostra formazione. La giornata stava promettendo noia e solitudine, non conoscevo nessuno di quella zona, e di certo non ero intenzionato a trascorrere del tempo con l'altro shinobi del mio medesimo villaggio, quindi mi limitai a percorrere sempre con lo stesso pesante passo, quelle strade intrise di profonda tristezza. D'un tratto qualcosa, o qualcuno, catturò la mia attenzione, delle voci provenienti da molto vicino rimbombavano nell'aria, allora, incuriosito da tal avvenimento, mi portai, grazie all'ausilio dell'udito, in direzione dell'origine dei suoni. Notai dopo qualche secondo di corsa, due sagome, l'una dinanzi all'altra, poste all'incirca a dieci metri da me, allora mi nascosi dietro il tronco di un albero, spiando i due con curiosità.
"Lei, è proprio qui, quei capelli rossi la rendono unica, quanto è bella! Aspetta ma quello è Ren Tsumiji, che cazzo ci fa con lei!".
Gli occhi di ghiaccio scrutarono la sagoma dell'individuo con malignità, erano socchiusi, simili a quelli di un serpente, mentre entrambe el mani si contorsero in maniera scomposta, e i denti erano stretti in una morsa ferrata. Comunque nonostante tutto decisi di ascoltare precisamente le parole che le stava rivolgendo l'individuo in questione, così per non andar li e fare la figura del cretino per un motivo banale. Qualche secondo di attenzione e le mie ipotesi furono fondate, così senza perder tempo effettuai uno scatto felino, portandomi rispettivaente accanto alle due sagome.
"Tu, giovane, sappi che non è da persona educata chiedere di uscire insieme ad una ragazza nel momento stesso in cui l'hai conosciuta! Come vedi la stai solamente mettendo in imbarazzo, con le tue stupide parole, quindi smettila! Ora pivello, potresti dileguarti da questo posto e tornare a casa, oppure ad allenarti? Te lo sto chiedendo con gentilezza, per adesso!".
Improvvisamente ignorai del tutto, il giovane Ren, puntando gli occhi in direzione di quelli verdi smeraldo della splendida creatura. Subito sollevai la mano destra, indirizzandola verso il volto roseo della donna, con l'intento di sfiorare delicatamente la sua pelle morbida e velata, che aveva assunto un colorito tendente al rosso, probabilmente era una reazione pervenuta da un suo imbarazzo. E nel medesimo frangente in cui stessi eseguendo tal atto feci fuoriuscire dalla mia bocca poche parole caratterizzate da una tonalità bassa e profonda.
"Sono Nagato è un piacere far la tua conoscenza, giovane kunoinichi!".
| Edited by Dirge - 31/3/2009, 14:21
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