Corso KR-9, Sensei: Akihiro Hinaji/Corso Portato a Termine

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^Mange^
view post Posted on 19/1/2009, 01:07 by: ^Mange^




CITAZIONE
Narrato
Parlato
Pensato
Parlato altrui

Il sonno...unico momento ove il corpo e la mente si rilassano e prendono energie per affrontare le fatiche del giorno seguente.
Le persone comuni credono che questo sia l'unico ruolo di questo occulto fenomeno, ma esse sono estremamente ingenue e superficiali, è gente che sa guardare solo la prima faccia delle sei che possiede un dado, solamente la prima pagina di un lungo romanzo. Quale sia la fonte di questa svogliatezza?, non si può sapere con certezza, in questo orrido mondo esistono molteplici categorie di persone, impossibile enunciarne un valore preciso, però una cosa è certa, in questo contesto ne sono presenti un numero esiguo, quelle stupide ed ingenue e quelle vigliacche e timorose.
Le prime incapaci di varcare una certa soglia di intelligenza e le seconde che hanno una tremenda paura di venire a conoscenza di fatti che potrebbero sconvolgere la loro vita così tremendamente monotona, allora preferiscono continuare la suddetta nella medesima maniera, facendola scorrere tranquilla e serena, senza crearsi problemi che potrebbero benissimo essere evitati.
Il sonno potrebbe essere l'anteprima della morte stessa, non sono chiari i meccanismi di quest'ultimo, è un universo parallelo dominato dall'inconscio, misterioso anch'esso, come è strano che ogni esperienza vissuta da svegli si ripresenti in questo secondo mondo distorta e mutata, assumendo dei significati che vanno oltre l'intelletto umano.
E se realmente presentassimo due personalità che si alternano tra stato sveglio e dormiente?, sarebbe normale, ma risulterebbe un problema se una di esse prendesse il sopravvento sull'altra.
Ultimamente tale processo si sviluppò dentro me, sia durante il giorno ma soprattutto in maniera inspiegabile durante la notte, poiché secondo fonti sicure si notò la mia presenza sulle strade del villaggio, ero incredulo nel momento in cui mi furono riferite tali informazioni, più in la nel tempo avrei potuto compiere qualche azione spropositata, forse avrei ucciso qualcuno.
Un altro dato riconducibile alle mie teorie fu lo strano risveglio che avveniva oramai di continuo ogni mattina, ero sempre in posti diversi l'un dall'altro, che cosa stava succedendo in me?, prima o poi avrei pagato per queste mie azioni involontarie?.

[...]



Ore 06.30 am

Erano le prime ore del mattino, giacevo sul tetto della mia dimora, sdraiato sulle tegole sporche e pericolanti di quest'ultimo, probabilmente chiunque avesse notato la mia sagoma su di esso mi avrebbe reputato uno sciagurato con qualche rotella fuori posto, ma questo non mi interessava minimamente, i giudizi altrui non li avevo considerati mai prima d'ora e mai avrei cambiato idea al riguardo.
Tutto d'un tratto, con flemma spalancai prima l'occhio destro e di seguito quello sinistro, avevo la vista sfogata e ancora non ero pienamente cosciente di essermi svegliato. Trascorse qualche secondo e finalmente tornai in me, avevo i muscoli del corpo doloranti, probabilmente per la scomoda posizione da me assunta, e gli occhi, di un invidiabile verde smeraldo, intenti a scrutare il cielo.
Esso nonostante colorato di un grigio intriso di tristezza, mi donava grande serenità e spensieratezza, momenti stupendi che vivevo di rado durante le mie vivaci giornate.. Stetti a contemplare il cielo per un indefinito numero di minuti, quando d'un tratto pensai:”Tutto ciò è tremendamente rilassante, ma non posso restare tutto il giorno qui a poltrire senza fare nulla!.
A breve incomincerà l'accademia e non posso assolutamente permettermi di farmi trovare impreparato al suo inizio, devo andare ad allenarmi!”
.
Trascorse qualche secondo quando, con un rapido scatto, sollevai il busto, trovandomi seduto ad osservare le strade desolate di kiri, d'altronde a quell'ora non potevano essere altrimenti, chi avrebbe mai avuto la voglia di alzarsi così presto solo per farsi una placida passeggiata.
La gente preferiva poltrire nel suo comodo letto, ma non il Kira che tutti conoscono, ero differente dalla moltitudine, vivevo con tutt'altri interessi e possedevo una distinta etica, ricca di numerosi aspetti, tra i quali alcuni sconosciuti anche da me stesso.
Non persi ulteriore tempo e con uno stravagante salto mi trovai in piedi, a quel punto mi girai completamente e presi a saltare da un tetto all'altro, come un bambino piccolo, che si diverte con poco.
Le vie di Kiri continuavano a rimanere deserte, non avevo idea di dove andare, quando all'improvviso una piccola sagoma oscura catturò la mia attenzione.
Essa si trovava nei pressi di una grande casa color pesca, munita all'esterno di un elegante giardino composto da erba di media altezza, colorata di un verde molto similare ai miei occhi, con al centro un bellissimo albero, probabilmente di pochi anni, caratterizzato da un tronco apparentemente lucido e robusto e da un folto groviglio di rami.
Decisi di indagare sull'occulta faccenda, poiché quella strana figura non mi convinceva affatto, allora pian piano mi avvicinai al luogo in questione, sempre con molta prudenza, cercando di evitare di essere scoperto dal soggetto.
Mi ero stanziato dietro ad un muro, alla mia destra era posto il losco individuo e la corrispondente casa, così con sicurezza feci capolino alla parete, con l'intento di identificare chiaramente il volto dello shinobi, ma con delusione mi resi conto che si trattava solo di un bambino.
Una volta ritratto lo sguardo pensai:”Un moccioso!, solo un inutile poppante!, ma che cosa ci farà da queste parti a quest'ora?, tanto vale scoprirlo!”.
Passarono pochi secondi quando mi riaffacciai, per vedere quali altri spostamenti avesse compiuto, ma egli era svanito nel nulla, allora feci una smorfia di delusione mista con l'odio e pensai:”Maledetto moscerino, insulso verme, dove sei andato finire?, è inutile scappare tanto ti trovo!”.
Allora misi la mano destra all'interno del mio porta-oggetti, afferrando un kunai, per poi avvicendarmi nel punto preciso ove pochi minuti fa risiedeva il giovane.
Adesso mi trovavo dietro l'angolo della casa, molto probabilmente l'individuo si era recato entro essa, ma non potevo attenderlo lì fuori, d'altronde persisteva solo una remota possibilità che il soggetto sarebbe scappato nuovamente per quella via.
“Devo assolutamente seguirlo, così scoprirò realmente i suoi piani ed infine lo catturerò!”, allora incominciai ad arrancare celermente all'interno del giardino, ero cosciente che da quel momento anche io sarei potuto essere imputato con l'accusa di violazione di proprietà privata, ma d'altronde qualche volta si deve pur rischiare per portare a termine i propri scopi.
Mi portai vicino al tronco d'albero quando intravidi il ragazzino girare l'angolo della casa, fortunatamente non si era ancora addentrato nella suddetta e in tal modo sarebbe risultato più semplice per me tenerlo d'occhio.
Avanzai celermente quando finalmente mi trovai di fronte l'intera sagoma fanciullesca, voltata di spalle, intenta ad entrare da una finestra all'interno dell'enorme dimora.
Egli indossava una lunga tunica verde ornata su più punti da bottoni neri, le scarpe erano scolorite e rovinate, probabilmente il bambino le possedeva diversi anni, infine portava in testa un piccolo berretto grigio, anch'esso logorato dal tempo.
Mi trovavo lì, fermo ed impassibile a scrutare le insensate azioni del marmocchio, era stupido intervenire tempestivamente, poiché seppur con un altissima probabilità, poteva darsi che il ragazzino riserbasse altri intenti, magari il suo era solamente un modo per tornare in casa di nascosto all'oscuro dei genitori.
L'unica soluzione razionale fu l'attesa, snervante quanto giustificata, poiché se non fosse accaduto nulla in quei minuti di noia, avrei rinunciato al mio piano, perché mi sarei reso conto che ogni azione sarebbe stata vana, in caso contrario lo avrei fermato e punito.
“Che noia...saranno passati almeno quindici minuti, forse quel moscerino è veramente entrato a casa sua di nascosto!”, non terminai di finire la mia riflessione che, con un balzo inaspettato il bambino planò direttamente dalla finestra sino al suolo.
Egli non fece scorrere altro tempo e con uno scatto svoltò l'angolo della villa, dirigendosi in un luogo a me ignaro, se non lo avessi seguito con prontezza e velocità avrei rischiato di perderlo definitivamente, trasformando tutti questi minuti dedicatogli in un inutile perdita di tempo.
Mi affrettai a pedinarlo con passo lesto, non mi interessava di essere scoperto, oramai lo avevo colto nel fatto, solo lui avrebbe dovuto temere il peggio, svoltai il primo angolo e quello dopo ancora, sembrava che le mie teorie iniziali che avevo dato per impossibili si stessero per realizzare.
Il sospetto si stava dirigendo verso il giardino iniziale, proprio da dove era entrato, continuai a seguirlo mantenendo un ritmo costante, quando senza alcun preavviso si blocco vicino il bellissimo albero, che tanto mi aveva colpito inizialmente.
Mi bloccai di conseguenza anche io, sempre nascosto dietro un angoletto, egli stava facendo qualcosa di molto strano, non capivo, costui gettò a terra la merce rubata, contenuta all'interno di una grande sacca nera, per poi afferrare qualche secondo dopo, da una seconda borsa gialla che teneva a tracolla, una strana tanica che conteneva al suo interno un liquido trasparente.
“Che cosa contiene quella maledetta tanica, cosa?”, ero completamente disorientato, non riuscivo ad afferrare per intero le intenzioni del poppante, ma qualche secondo dopo, una sua mossa, un suo semplice e banale movimento, mi fece arrivare a capire le sue intenzioni, egli era in procinto di gettare una sostanza tremendamente infiammabile sul bellissimo prato.
Abbassai lo sguardo, tutte le mie buone intenzioni stavano mutando, non volevo più fermare il ragazzo e poi denunciare le sue cattive azioni, ora provavo profondo odio per costui, avrei voluto ucciderlo.
Egli stava tentando di dare fuoco a quel giardino, proprio come in passato quel traditore diede fuoco al mio villaggio natale, tremende immagini la mia mente stava focalizzando, oscuri ricordi che dovevano restare sepolti ancora per molto tempo. “Maledetto...non avresti dovuto farlo!”, nel momento in cui il ragazzino stette per appiccare l'incendio con il suo zippo, scattai verso egli, scaraventandolo inesorabilmente a terra, non mi interessava quanto fosse piccolo, quello era l'ultimo problema che avrei affrontato.
Mi trovavo sopra di lui, il suo sguardo era tremendamente impaurito, non se lo aspettava, da questo particolare riconobbi che non era uno shinobi addestrato, poiché se fosse stato tale si sarebbe accorto della mia presenza molto prima.
Il mio sguardo era malvagio, assetato di sangue, il secondo Kira aveva preso il sopravvento sul primo e desiderava ardentemente uccidere quel moccioso.
Lo afferrai per il collo con forza, neanche i piccoli striduli che l'omuncolo tentava di emettere si sentivano nell'aria, ma solo i miei profondi respiri, se continuavo di quel passo molto probabilmente avrei rischiato di ucciderlo.
Ma proprio durante questi pochi secondi, che sembravano durare secoli, qualcosa o qualcuno mi intimò di fermarmi, non era una voce umana, poiché nella zona non si celava alcuna presenza oltre la mia e quella del bastardo.
Essa proveniva da dentro me, ne ero sicuro, infatti per ogni secondo che passava la mia presa si allentava, sino ad annullarsi definitivamente.
Al suo termine afferrai per il bavero il bambino e lo gettai con violenza contro il muro a me più vicino, per poi squadrare il soggetto un ultima volta, con uno sguardo colmo di odio, affermando:”Moccioso, questa volta ti sei salvato, ma tieni bene a mente che se accadrà nuovamente una cosa del genere e per tua sfortuna mi troverai nelle vicinanze, la tua vità terminerà inesorabilmente”.
Non riusciva neanche a piangere per l'enorme terrore che provava, restò inerme per parecchi secondi, bagnandosi conseguentemente i pantaloni di urina, quando d'un tratto si alzò di scatto e se ne andò di fretta, senza neanche tentar di rivolgermi lo sguardo.

[...]



A quel punto decisi che per il mio bene personale l'unica cosa razionale da fare era di tornare a casa e di riposarmi per bene, con la speranza di dimenticare lo spiacevole accaduto.
Questa volta avrei percorso le viottole del paese per recarmici e non attraverso i tetti, trascorsero dieci minuti quando mi trovai sulla strada principale ove risiedeva la mia dimora, speravo che non sarei più incorso in altri strani eventi, ma la mia era solo pura utopia.
Poiché in lontananza intravidi un'altra sagoma oscura, solo che codesta presentava differenti conformazioni fisiche, non avevo intenzione di nascondermi da essa perché con tutta probabilità mi aveva già visto, quindi continuai imperterrito il mio cammino. Non appena mi trovai ad una decina di metri di distanza da quest'ultima incominciai ad analizzarne ogni caratteristica fisica, era un tipo losco, interamente coperto da una mantella nera, chiusa da un medaglione dorato e per mia sfortuna neanche il suo volto era visibile, poiché coperto da un cappuccio.
“Chi è costui?, cercherà sicuramente a me, visto che sono all'incirca le sette di mattina e l'unico individuo qua intorno sono io!, mi fa paura, forse è un mukenin?, se lo fosse realmente sarei nei guai sino al collo e potrei reputare questi secondi, gli ultimi della mia esistenza!.
Non penso lo sia però, ricordo che i traditori appartenenti a quella temibile organizzazione indossano una casacca nera con delle nuvole rosse disegnate su di essa e portano un bellissimo cappello di paglia sulla testa!.
Ma non posso di certo escludere l'ipotesi che sia un malfattore, di certo un comune abitante del villaggio non si concerebbe mai in codesto modo, poiché finirebbe solamente con il recar sospetti!.
Forse è un abitante di un altro villaggio, probabile!, ma la cosa che non mi è chiara è il motivo per il quale si trova alle sette di mattina dinanzi casa mia!.
Qualunque sia la verità in questo momento devo pensare a salvarmi la pellaccia, continuerò a camminare come se non fosse successo nulla e se in tal caso decidesse di rivolgersi a me...deciderò che fare a tempo debito!”
.
Oramai il momento era vicino, l'ora della verità era alle porte, tre metri...due metri...un metro...ecco che mi trovai sotto il suo sguardo, non mi aveva rivolto parola, forse ero salvo, non era questo il giorno in cui avrei abbandonato questo mondo crudele, ma la mia era pura illusione poiché egli affermo:”Sei Kira Koga l'aspirante genin di questo paese?”.
Tutto d'un tratto ci fu un breve momento di pausa, avevo il fiatone e la gola secca, il tutto dovuto all'ansia di codesto momento, poi dopo ulteriori secondi, che sembravano interi minuti, senza più paura affermai:”In persona, lei chi è e soprattutto cosa vuole da me?”.
L'uomo con voce austera e solenne asserì:”Sono venuto per riferirti una notizia di relativa importanza, sei stato ammesso all'accademia di Kiri, che quest'anno si terrà in un luogo diverso dalla stessa...nella foresta della morte!”.
I nostri sguardi si erano incrociati, passammo diversi secondi a contemplarci, nei quali pensai:”Perché dovrei fidarmi?, potrebbe benissimo essere un impostore, sarebbe dovuta arrivarmi una missiva per posta e invece ecco arrivare questo individuo, d'altronde non sarebbe una difficile scusa da inventarsi, si sa che in questo periodo gli aspiranti genin sono in attesa di essere ammessi all'accademia.
Inoltre non capisco perché stranamente quest'anno i piani alti hanno deciso di far frequentare il corso nella foresta nera, noi siamo shinobi principianti e si sa che quell'inquietante luogo viene esplorato solamente da ninja più esperti!.
L'unico modo per sapere se dice il vero è di porgli qualche domanda più specifica!”
.
Allora rivolgendomi nuovamente al misterioso uomo affermai:”Dimmi chi è il sensei che terrà il corso?”, ed egli con fare disinvolto affermo:”Il vostro sensei è Akihiro Hinaji”.
Fu una sorpresa, non mi aspettavo rispondesse così rapidamente, ma soprattutto in maniera adeguata, allora pensai:”Forse è meglio provare a seguire quest'individuo, perché se dicesse la verità frequenterei subito il corso senza attendere altro tempo, in caso contrario, se mi volesse uccidere, non potrei scampare comunque, poiché se mi rifiutassi mi toglierebbe la vita sul momento, quindi è meglio seguirlo, almeno in tal caso la mia vita sarebbe prolungata, seppur per poco e forse avrei la possibilità di fuggire, occasione che non possiedo in questo momento!”.
Abbassai lo sguardo, imprimendo sulla mia bocca una piccola risatina, per poi tornare a fissare l'uomo e asserire:”D'accordo mi ha convinto!, la seguo!”. Egli senza neanche annuire si voltò ed incominciò a camminare, ancora non riuscivo a crederci, eppure la prima regola che ti insegnano i familiari è di non fidarsi mai degli sconosciuti, di non accettare mai una caramella da quest'ultimi.
Egli camminava dinanzi a me, all'incirca a due metri di distanza, in questi casi è sempre meglio mantenere le distanze, per evitare eventuali sorprese spiacevoli, visto che in questo caso esse erano molto probabili.
Per ogni metro che percorrevo sentivo la morte sempre più vicina, sembrava il viaggio verso la porta dell'inferno, ove il viaggio procurava più sofferenza della morte stessa. Oppure le scale che si percorrono prima di finire impiccati o alla ghigliottina, una salita che sembra infinita e dove in questo caso il misterioso emissario raffigura il boia.
Erano passati pochi minuti, la strada continuava ad essere deserta, la mia speranza consisteva nell'incontrare qualche cittadino di mia conoscenza, che si cimentasse a compiere il percorso in nostra compagnia, in tal caso la percentuale delle probabilità di morte sarebbe diminuito.
Era da veramente molto tempo che non percorrevo per intero queste strade, nel frattempo calò la nebbia e l'aspetto di esse divenne inquietante, sulla mia destra c'era una casa di medie dimensioni, che in condizioni normali presentava un colorito giallo ocra, ma che a causa della nebbia assunse un aspetto spettrale, invece alla mia sinistra si trovava un ristorante veramente delizioso, sia come struttura esterna, che nel modo in cui si mangiava al suo interno.
La marcia continuò senza che entrambi proferissimo parola, da una parte era squallido, poiché è triste passare del tempo con una persona senza scambiarci la benché minima frase, ma al tempo stesso in quella situazione delicata era la cosa più appropriata, sarebbe stato irrazionale stabilire un legame con una persona che molto probabilmente ti avrebbe ucciso.

[...]



Trascorsero all'incirca dieci minuti quando finalmente intravidi in lontananza il lago Kerei, ove a qualche metro di distanza si trovava l'ingresso per la temibile foresta, furono attimi di pura agonia, se fossi dovuto fuggire quello sarebbe stato il momento adeguato, altrimenti non avrei trovato altre occasioni, allora pensai:”Che cosa faccio adesso?, d'altronde ancora non ho avuto prove che costui mi stia conducendo dal mio sensei, ma neanche del contrario se è per questo!”. Continuai a camminare, teso come una corda di violino, pronto da un momento all'altro a reagire in qualsiasi situazione mi sarei trovato, sino a quando non notai a qualche metro di distanza cinque sagome, che non riuscivo a distinguere chiaramente.
“Chi saranno costoro?, potrebbero essere i miei compagni d'accademia, oppure alleati di costui!, mi mi dovrò avvicinare di più per farmi un idea, anche se rischierò molto!”, trascorsero altri secondi e finalmente tutto mi fu chiaro.
“Sono ragazzi come me!, bene allora lo strano soggetto diceva il vero!, ma chi tra coloro sarà il sensei?”.
Li squadrai uno ad uno e subito il dubbio ricadde solo su due shinobi, ma dopo qualche secondo non ebbi pi§ alcuna esitazione, era quello con lo sguardo rabbioso.
L'ambiente che mi circondava nonostante infondesse molta paura ed inquietudine, era munito di caratteristiche a dir poco meravigliose, il terreno era di un marroncino pulito ed omogeneo per tutta la sua estensione, il lago presentava un acqua lucida e pulita e molto scura data la sua profondità, mentre le chiome degli alberi erano di un verde acceso e a causa della loro foltezza impedivano ai raggi solari di penetrare entro essi, rendendo di conseguenza la foresta oscurata e tenebrosa.
A quel punto mi porsi di fronte al nuovo sensei, gli mostrai il mio equipaggiamento e affermai:"Sono Kira Koga, la mia storia e di conseguenza quella del mio clan sono certo che la conosce già, sono un ragazzo che adora la competizione e ama mettersi sempre alla prova, però le dirò solo questo perché il resto delle caratteristiche della mia personalità desidero che ne venga a conoscenza più avanti, con il trascorrere del tempo!”.
Finito il discorso mi allontanai dal sensei a testa alta, dirigendomi vicino al tronco di un albero posto nelle vicinanze, per poi appoggiarmi su di esso in attesa di iniziare l'addestramento che da tanto tempo attendevo.

SPOILER (click to view)
~Status

Grado: Studente
Energia: Bianca
Chakra: 50/50
Condizione Mentale: Teso
Condizione Fisica: Illeso
Consumi:-
Recuperi:-
Slot 0/1:-
Techiche 0/1:-
Bonus:-
Malus:-

~Armi ed Equipaggiamento

Shuriken 2/2
Kunai 4/4
Flash 1/1
Tatami 1/1
Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3
Custodia Porta Armi 1/1


CITAZIONE
Mi devi scusare per il lieve ritardo...inoltre solo adesso mi sono reso conto che l'emissario mi avrebbe consegnato la lettera, mentre io ho narrato che è proprio costui a farmi recepire le informazioni!...il discorso comunque fila liscio, spero che non terrai conto di questa svista.

 
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39 replies since 13/12/2008, 14:27   953 views
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