† I can't cry †

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» Kyubi ~
view post Posted on 8/11/2008, 11:56





† Parlato

~ Narrato
« Pensato



.:† My Own Personal Hell:.



≈ Kirigakure No Sato



~ Tutto era concluso o, per meglio dire la prima parte della storia aveva trovato una fine ma, ora il secondo capitolo della vicenda stava per iniziare. Nel Kirigakure due persone dalle forme ben definite stavano attraversando la radura del paese dell’acqua, destinazione? Il villaggio nascosto della nebbia. Quello in testa era un giovane ragazzo dai capelli chiari e dagli occhi verdi, aveva abbigliamenti tipici del posto, si vedeva che era un natio di quelle terre. Pochi metri dietro c’era un secondo personaggio, aveva l’aria stanca, il viso era bianchiccio, smunto, il giovanotto dai capelli corvini sembrava un fantasma. La causa di quel colorito era scontata, poco tempo prima i due ninja si erano scontrati e, il Nara del villaggio della foglia aveva subito un attacco alla spalla che aveva provocato una considerevole perdita di sangue. Per bloccare l’emorragia lo shinobi di Konohagakure si era strappato un pezzo della maglietta che aveva addosso. Per tutto il tragitto, lungo il letto del fiume paludoso, nessuno dei due aveva pronunciato una sillaba, si erano limitati a percorrere km su km. Erano ore che camminavano senza sosta, il paesaggio davanti a loro non era mutato di una virgola, il monotono corso d’acqua, la terra fangosa non migliorava l’andatura e, la nebbia era ancora fitta offuscando tutta la piantagione circostante. Fu solo quando, sorpassando la quarta ora di cammino che nell’aria si sentì uno strano odore nell’aria, era salsedine, dovevano essere molto vicini al mare. Percorso ancora delle miglia fino a raggiungere la costa, lì la nebbia era meno fitta, cosa che permise a Kisuke di vedere una delle Isole che facevano parte del paese della Nebbia. Per raggiungere il villaggio nascosto di Kirigakure si poteva usufruire di due vie, la prima era quella utilizzare il passaggio terrestre mediante dei ponti che collegavano tutte le aree invece, la seconda era la più corta e comprendeva l’attraversata del mare con delle tipiche imbarcazioni a fondo piatto. Considerando la natura fisica dello shinobi foglioso, ancora instabile con quella spalla, optarono per la seconda. Scendendo verso la riva si poté notare un piccolo porticciolo tutto diroccato, all’esterno della baracca erosa delle termiti c’era un vecchio barbuto con una grossa pipa. Nel vederli l’anziano si alzò dalla sua sedia a dondolo e si avvicinò ai due, estraneo il manipolatore d’ombre fece fare tutto al ragazzo di Kiri che in poco tempo organizzò una barca per l’attraversata.

« Speriamo di non soffrire di mal di mare, è la prima volta che salgo su una di queste cose. La ferita per ora è stabile e il sangue è fermato dalla fascia stretta attorno allo squarcio, dovrebbe resistere ancora un po’ ma meglio non rischiare, appena arrivato nel villaggio di Kirigakure mi farò indicare l’ospedale per le cure.


~ Malinconicamente Kisuke seguì il kirano sulla bagnarola mettendosi comodo a poppa. Assieme al suo nuovo compagno di viaggio e all’anziano signore l’imbarcazione partì a colpi di remi. Lungo tutto il tragitto il ragazzo dai capelli corvini si limitò a guardare le onde sbattere sui fianchi del battello, non aveva voglia di parlare e poi il dolore era insopportabile. La traghettata nonostante tutto fu abbastanza tranquilla, l’aria era densa e ogni tanto ci si poteva imbattere in qualche cumulo di nebbia. Fu lampante quel clima non gli andava molto a genio, il sole si vedeva appena e il calore delle persone non era delle migliori. In quelle ore di navigazione prima di raggiungere terra ferma oltrepassarono un isola e un paio di atolli, ma alla fine toccarono terra. Sembrava una vecchia fotografia, il porticciolo dove attraccarono era completamente identico a quell’altro situato dall’altra parte del mare. A fatica il foglioso si rimise sulla rada e si incamminò verso il villaggio nascosto della Nebbia, sempre con il Kirano in testa. Percorsero altre miglia lungo un sentiero di terra battuta senza incontrare anima viva. Fu solo a tarda notte che giunsero di fronte a delle porte maestose, finalmente, dopo ore e ore di camminate e attraversate di terra e acqua erano giunti a Kirigakure. L’aria era malsana ed ostile, le persone che si vedevano camminare all’interno del villaggio avevano lo sguardo truce e fisso verso il vuoto, nessuno di essi sembrava voglioso di intrattenere un compaesano con delle conversazioni, tutto scorreva lento. Tenendosi la spalla, Kisuke si avvicinò con passo felpato al compare di viaggio guardandolo con occhi ridotti a fessure. Non potevano sprecare altro tempo, il ragazzo dalla lunga coda aveva bisogno di cure mediche urgenti. A quanto pare la ferita si era riaperta durante la camminata dalla baia fino a lì. Stava per prendere parola quando si rese conto di non conoscere il nome del suo accompagnatore, accigliato, rimase interdetto per un paio di secondi. Fu solo alla terza fitta di dolore che percorrendo tutta la zona bracciale lo costrinse a parlare.


† A quanto pare siamo arrivati ed appena ora mi sono reso conto che non so il tuo nome. Non siamo proprio dei grandi oratori a quanto pare, tanto meglio, odio parlare inutilmente. Bando alle ciance, sono Kisuke, Nara Kisuke abile genin della foglia, ora non vorrei metterti fretta ma a quanto pare ho una perdita qui sopra e dovrei bloccarla in qualche maniera. Ho bisogno di un ospedale, appena mi rimetto in sesto magari potremo continuare la conversazione, sai mantenere la pace fra i paesi è importante, o almeno è quello che ci dicono i piani alti. Bene è tempo di andare prima che muoia dissanguato.


~ Per la prima volta da quando si erano incontrati, Kisuke aveva parlato a lungo molto a lungo rispetto al suo solito. Sorprendendosi di se stesso fece un passo in avanti aspettando che il kirano si facesse avanti o almeno aprisse bocca per ribattere a quello che aveva appena detto con voce tenebrosa il Nara. Una goccia traboccò dalla fascia ormai rossa di sangue, cadde a terra provocando un flebile rumore. Il tempo per le chiacchiere era prossimo. Solo una volta guarito gli sarebbe interessato approfondire il discorso con quel ragazzo, ma prima di tutto era meglio concentrarsi sul taglio procurato poco tempo prima.




 
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.:Namikaze Minato:.
view post Posted on 14/7/2009, 21:15




- » Cure « -



Pluf…pluf…pluf… .

I remi si muovevano ritmicamente trapassando la calma superficie del fiume e la barca, dalla forma allungata ed un po’ ovale, procedeva spedita. L’aria era immobile: non si avvertiva un soffio di vento e ciò favoriva il formarsi della nebbia, che come un manto avvolgeva tutto, impedendo la vista di qualunque cosa fosse nei dintorni. Per coloro che vivevano in Kirigakure, la nebbia era una compagna di vita e la sua presenza rassicurava le persone, anche perché vi erano abituate. Il barcaiolo infatti sembrava tranquillo e la vista impedita non sembrava spaventarlo affatto, quasi conoscesse la strada a menadito dato che tante volte l’aveva solcata.
Il giovane dai capelli corvini era silenzioso: osservava il lento scorrere delle onde senza lasciar trapelare nemmeno una parola. Reed aveva imparato a conoscerlo combattendo contro di lui. Non sapeva molto né del suo passato né di quali in realtà fossero le sue ambizioni, ma ormai le loro strade si erano incrociate, segnando i loro destini per sempre. Con occhio clinico, il giovane Kaguya osservò come la ferita del ragazzo stesse peggiorando inevitabilmente. La sua diagnosi era precisa: in battaglia aveva già vissuto esperienze simili e sapeva il come, il quando ed il cosa di ogni ferita.

Dovrò portarlo in ospedale appena attraccati.



Fu con questo pensiero che si mise comodo e rimase ad osservare il lento, ritmico e parabolico movimento dei remi.
I pensieri che gli turbinavano in testa erano sconvolgenti: immagini di morte, azioni di battaglia, volti di nemici, azioni al rallentatore, strategie di combattimento vorticavano nella sua testa come un tornado ed il giovane Reed si trovava al suo centro, estraendo da quel turbinio dei luccicanti pensieri ed incastonandoli nella nuda terra a formare un mosaico, il cui motivo sembrava essere un’istantanea della sua attuale vita.
E riflettendo sul quella figura alquanto emblematica e problematica, il giovane Kaguya iniziò a capire che v’era bisogno di una svolta. Egli aveva necessariamente bisogno di cambiare aria, di dare un nuovo scopo alla sua esistenza, di trovare all’interno di se stesso una nuova forza a cui attingere per andare avanti, per raggiungere i suoi obiettivi, per coronare i suoi sogni.
Un lieve, flebile sorriso si distinse sul volto del Kaguya…

...Sogni...



Pensò addolcito da miriadi di ricordi. Sì, erano stati i sogni a muoverlo da bambino: il sogno di diventare un grande ninja, di tenere alto il nome del Clan, di essere come il suo mentore Shiltar. Eppure qualcosa l’aveva frenato, qualcosa l’aveva reso diverso, qualcosa lo aveva arpionato, bloccandolo ed impedendogli di avanzare, di maturare, di continuare per la sua strada.
Non si poteva di certo negare che aveva vissuto in quell’anno di allenamenti, avventure e tornei, ma bisogna evidenziare che quella maturazione era soltanto tecnica. Si era raffinato, era diventato un’arma di distruzione. Ma gli mancava quella fiamma, quello spirito necessario a catapultarlo tra i grandi…lo spirito del guerriero che tempo addietro lo infiammava e che ora si era affievolito.
Il suo sguardo si posò nuovamente sul giovane foglioso. Era stato lui a portarlo a questa conclusione. Durante lo scontro, Reed si era reso conto che qualche altra cosa lo animava e che premeva contro il suo petto, ruggendo come una bestia e chiedendo di uscire allo scoperto, violando i limiti terreni del suo corpo e donandogli un potere inimmaginabile. E quella bestia era lo stesso spirito guerriero che lo aveva spinto ad iscriversi all’Accademia della Nebbia e a diventare ninja.

Dovrò partire in allenamento per riuscire a potenziare ed affinare il mio spirito. Anche se carne ed anima sono intimamente legate, esse vanno affinate una in modo diverso dall’altra. È tempo che mi dedichi alla cura dello spirito.



Un nuovo obiettivo, quindi, si piazzava davanti a lui, una nuova strada da intraprendere.

Tac.

Il rumore del legno del molo lo fece sobbalzare. Erano arrivati. Reed fece strada e scese per primo, ma si accorse che il suo giovane amico era in difficoltà.

CITAZIONE
«A quanto pare siamo arrivati ed appena ora mi sono reso conto che non so il tuo nome. Non siamo proprio dei grandi oratori a quanto pare, tanto meglio, odio parlare inutilmente. Bando alle ciance, sono Kisuke, Nara Kisuke abile genin della foglia, ora non vorrei metterti fretta ma a quanto pare ho una perdita qui sopra e dovrei bloccarla in qualche maniera. Ho bisogno di un ospedale, appena mi rimetto in sesto magari potremo continuare la conversazione, sai mantenere la pace fra i paesi è importante, o almeno è quello che ci dicono i piani alti. Bene è tempo di andare prima che muoia dissanguato.
»

Reed sorrise. Era vero...non era mai stato un grande oratore.

« Sono Reed Hyrigame Kaguya, Kirigakure no Genin e membro del Clan Kaguya, i Manipolatori delle Ossa, come avrai notato. »



Reed gli fece segno con la mano di seguirlo.


« L’Ospedale è da questa parte… »



[…]



Il dottore si era preso tutto il tempo per visitare il giovane foglioso. Aveva voluto fargli esami precisi, tirando vari litri di sangue dal giovane per capire se la ferita si fosse infettata, ma a quanto pare non vi erano stati problemi. La fasciatura momentanea aveva retto bene ed il medico, dopo aver nuovamente pulito e disinfettato la ferita, l'aveva fasciata con garze nuove e fresche. A Kisuke fu data una stanza per riprendersi dal prelievo. Era stato necessario affinché il globuli del suo sangue si rigenerassero. Donare il sangue era un buon modo per dare all'organismo l'opportunità di rinfrescare le sue schiere di trasportatori di ossigeno. In questo modo la circolazione migliorava e le condizioni fisiche si ristabilivano velocemente.
Reed sedeva con le braccia conserte al petto su uno sgabello poggiato alla parete di fronte al letto. Quando medici ed infermiere li lasciarono soli, il giovane kiriano si decise a spicciare qualche parola.

« Allora? Cosa ci facevi tutto solo per le paludi di Kirigakure? Non credo ti ci abbiano mandato in missione a giudicare dal modo in cui ti eri appaciato. »


Sorrise, allundendo al fatto che aveva trovato il giovane foglioso intento a schiacciare un pisolino...

 
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» Kyubi ~
view post Posted on 16/7/2009, 18:25





¬ Dig in my Death Memories



~ Il clima non era mutato. Due figure avvolte dalla nebbia si stavano guardando. Ad uno di questi, nello specifico quello con una capigliatura più scura e stravagante, si poteva notare una profonda ferita nascergli da sotto il tessuto della maglia. Tutta la zona dell’ecchimosi mostrava una macchia sinistra di un color vermiglio. L’approssimata medicazione non aveva tenuto bene come il ninja della foglia si aspettava ed adesso, un liquido denso si riversava fuori, incoercibile. Gran parte del fluido nella sua discesa gravitazionale verso il terreno friabile, aveva macchiato i calzoni del ragazzo. Lui non vi fece alcun caso, la cosa non gli importava più di tanto, di vestiti di riserva ne aveva qualcuno dietro, si sarebbe cambiato più tardi, dopo esser stato visitato dai medici del Kirigakure. L’unica cosa che non poteva evitare di sentire, era il dolore e la stanchezza. Immemore di quel suo combattimento, durato più di quello che aveva sperato, alla fine ne era uscito sfiancato. Si poteva dire che il suo avversario era stato un osso duro, nel vero senso della parola. Egli, che fino a quegli attimi era rimasto taciturno, si era presentato con il nome di Reed.. qualcosa Kaguya, manipolatore di ossa. Di certo, la bestia nera ne era rimasto sorpreso, era un’abilità innata assai particolare, tipica in quel di Kiri evidentemente, visto che il suo giovane rivale non specificò la sua natura e le sue origini. Molto di quell’innata l’aveva assaggiata sul campo di battaglia, non c’era bisogno di approfondire la sua letalità più di quanto non fosse stato già necessario. Le ossa di quel Kaguya non erano come quelle di un essere umano, il suo passato si celava sinistro, intriso di sangue probabilmente, dopotutto come ogni abilità innata. Lui aveva sofferto come il foglioso, o forse la sua famiglia ne aveva celato il potere come se fosse una malattia? Camminandogli fianco a fianco, Kisuke, come attratto magneticamente dal suo potere gli lanciò sguardi inquisitori. L’innata che il ragazzo possedeva la rendeva micidiale nel corpo a corpo. Solo ora il Nara, si rese conto di quanto lo shinobi avversario fosse diverso da lui, soprattutto iniziando da quei loro poteri nascosti. Se lui si destreggiava meglio nel combattimento ravvicinato, lui, poteva essergli migliore sulla distanza, dove, grazie alla sua ombra, poteva inchiodare gli avversari prima che questi facessero le loro prime mosse. Si non vi era altra soluzione, se solo all’esame chunin, dal quale aveva dato da poco l’abbandonato, avesse guerreggiato con lui, il team non avrebbe avuto rivali. Peccato! Adesso non si poteva più rivangare su cose successe tempo addietro. La, nel territorio dell’acqua, paludoso e con quella nebbia fitta che non trovava rivali da nessun’altra parte, da poco scesi dalla barca e prossimi al cammino verso il villaggio del Kirano, il manipolatore delle ombre non poteva chiedersi cosa sarebbe successo se fosse andata in un altro modo. Il ragazzo seguiva il suo coetaneo senza ribattere a quello che aveva detto, il fiato gli serviva per non svenire per quelle strade fangose, dove ad ogni passo si poteva sprofondare di qualche centimetro. Quelli che sembravano minuti, per il codino corvino sembravano anni, non poteva far altro che sperare di trovare delle medicazioni decenti in quel posto dimenticato da dio. Tra quei rami, nascosto dal fogliame e dalla foschia, un terzo personaggio si stava nascondendo agli occhi del ninja foglioso. Un personaggio immaginario?...forse. Il compagno di Kiri poteva vederlo? Impossibile. Era tutto frutto della sua mente schizzata? Presumibilmente lo era. Decise di lasciare tutto al caso e di proseguire, sebbene stanco, verso l’ospedale, senza mai voltarsi, sapendo solo che lui era lì,... Nascosto.

[…]



~ L’arrivo al villaggio natio del Kaguya non fu tutto rose e fiori per il manipolatore delle ombre. Si era visto l’arrivo ai portoni di pietra numerose volte nella mente, e l’immagine che si era propinato per tutto quel tempo, alla fine, era stata rivoltata come un calzino. Quello mezzo moribondo, sicuramente, non doveva essere lui, ma quell’altro. Facendosi sempre accompagnare dal tipo osseo, arrivò, stanco ma vivo all’ospedale di Kirigakure No Sato. Ancora una volta, facendo solo rapidi cenni di assenso si fece guidare dal primo dottore disponibile. La ferita, sebbene sanguinate aveva retto e non si era fortunatamente infettata. Con la solita presenza del Kirano, il dottore visitò il Nara, domandandosi come se la fosse causata. La scusa del esser caduto sulla katana fuori dal suo fodero non convinse il medico, sebbene questo egli non fece altre domande. Durante la medicazione, Kisuke fece del suo meglio per non gemere. Il dolore ben presto se ne andò e lui colmo di farmaci si ritrovò disteso su un letto dalle lenzuola bianche immacolate. L’unica cosa positiva dello trovarsi all’ospedale con un ferita quasi mortale, era la possibilità di squadrare le bellezze infermieristiche della zona, con quell’occhio porcino che non lo contraddistingueva per niente. Con la testa leggera per via dei rimedi imposti dal dottore, la bestia del Konohagakure si ritrovò a guardare il soffitto, anch’esso bianco latte. Poi un voce tagliò l’aria.
{ Stupido che non sei altro, ci hai quasi fatto scomparire da questa terra. Idiota, debole che n..
† Ah tu stron.. Eh non mi rompere, non vedi come sto messo? ...
~ Lo disse senza sapere cosa facesse. Kisuke, debolmente, fece un gesto con la mano al suo indirizzo. Solo poi si rese conto che dove stava guardando non c’era nessuno e quello che aveva parlato non era, Lui, ma il Kaguya. Volse la testa verso il ragazzo dai capelli albini, non seppe decifrare il suo sguardo, a prima vista vedeva tutto sfocato. Stordito e quasi del tutto immobile si mise pian piano a sedere. Con due cuscini messi dietro alla schiena, si sentii meglio, ma comunque aspettò un attimo prima di rispondere alla sua domanda.
† No, nessuna missione. Diciamo che mi sono preso, un paio di giorni sabbatici dopo l’abbandono agli esami Chunin. Contavo di meditare sulla mia scelta di rinunciare alla selezione a quanto pare avevo ragione di esitare. A te, rivolgo la stessa domanda. Sentiamo..
~ Nel parlare tenne il suo sguardo fisso, fuori dalla finestra. Il tempo faceva pietà, di certo il clima di Konoha non aveva niente in comune con quello di Kirigakure. Ancora una volta aveva dato segno di non esser bravo a parole, ma sperava di esser’stato abbastanza conciso nel descrivere in poche sillabe il perché si trovasse lì in quel momento. Chissà quanto tempo ci sarebbe voluto per tornare a casa, con quella ferita, la convalescenza non imprimeva grande fiducia. Avrebbe trascorso quel lasso di tempo scavando nella sua memoria, cercando di vedere un legame con quella terra fredda e desolata. Era il minimo che potesse fare, almeno per ora..
 
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.:Namikaze Minato:.
view post Posted on 11/10/2009, 15:30




Memories



« Ti capisco...»



Si prese qualche secondo di pausa mentre rifletteva sulla verità delle parole del giovane foglioso. Il torneo Chuunin era stato una vera di prova di forza e coraggio per tutti i partecipanti. La violenza delle scene a cui il pubblico aveva assistito - e di cui era stato protagonista - erano probabilmente rimaste impresse nella mente di tutti gli shinobi.
Come avrebbe potuto dimenticare il terribile omicidio di Cloud ad opera di quel dannatissimo Uchiha?

« L'esame è stato duro per tutti. »



Il giovane Nara l'aveva invitato a parlare - e anche se il dolore era ancora vivo - Reed raccontò la sua avventura...

« Ho perso il mio compagno nello sconto a squadre. Un maledetto Uchiha lo ha fatto saltare in aria. »



Davanti agli occhi saettavano le immagini dello scontro agguerritissimo, pieno di colpi di scena, nel quale si era adoperato affinché la sua squadra, quella che gli era stata affidata, sopravvivesse. Invece aveva miseramente fallito.

« Ho combattuto da solo contro i miei avversari, ma alla fine ho dovuto arrendermi. Un buon leader sa riconoscere la sconfitta e fare la cosa giusta. È per questo che mi hanno promosso Chuunin. »



Sorrise...

« E anche perchè stavo per portare con me all'inferno uno dei due avversari. »



Rise.

« Ma a quanto pare gli Inferi dovranno aspettarsi la mia visita molto tardi! »



Rimase ancora pensoso, rivolgendo il capo e lo sguardo verso la finestra, osservando la fitta nebbia che nel villaggio si alazava spesso durante la giornata. Poi rivolse di nuovo la sua attenzione allo shinobi.

« Tu perché hai abbandonato, invece? »



Quale era motivo che aveva spinto i loro destini ad incrociarsi?


SPOILER (click to view)
OT/ Mi scuso sempre per il ritardo eccessivo ( anche se è un eufemismo) nei miei post. Il fatto è che l'università è bella e divertente, ma soprattutto dura. Cercherò di essere più regolare d'ora in avanti. O almeno ci proverò. Saluti, amico!
 
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» Kyubi ~
view post Posted on 11/10/2009, 16:11




SPOILER (click to view)
Giovane nema problema! Lo studio prima di tutto xD :guru:
 
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» Kyubi ~
view post Posted on 18/8/2010, 22:36







..:: ۞ Reign In Blood ۞ ::..



~ Cieco furore. Maschera di cera. Cuore di ghiaccio. Le emozioni, i sentimenti, atti di coraggio etc…Tutte quelle baggianate lì non erano null’altro che effimere parole che si scioglievano al sole. Il Nara non faceva parte di quella risma di eroi morti seguendo il loro ideale di giustizia. La vita era troppo preziosa, soprattutto la sua. Essa era oramai incanalata in un tunnel senza diramazioni. La strada che stava percorrendo per quanto fosse in discesa ed intricata con una moltitudine di enigmi e dogmi che non potevano cambiare di una virgola volgevano verso qualcosa di più grande e oscuro. Messaggi interni, sorvegliato tutto il giorno, e per non parlare di loschi scambi a lui proposti; tutte queste cose lo rendevano sempre più pazzo agli occhi della gente.. o per meglio dire, a quelle ombre che oramai lo circondavano disperate alla ricerca di cose materiali o di natura spirituale. Flash assurdi lo prendevano alle spalle di soppiatto ogni giorno che passava in quel mondo terreno. Tutto quello che lo circondava non aveva più valore. C’era solo il suo Io a fare da padrone. Solo quello contava. Cosa, o meglio.. Come poteva comprendere quello shinobi di Kiri, cosa ne sapeva lui di quello che gli era successo. Ne lui ne nessun’altro poteva capire quello che stava passando, e questo lo faceva andare su tutte le furie. La comprensione era fuori discussione. Il dolore non era altro che un avviso. Un avvertimento che ricordava alla sua mente di restare in vita il tempo necessario per poter compiere il dovere impartitoli tempo addietro. Per non cedere il proprio io a quella parte malvagia doveva compiere il suo cammino impostogli da quelle sacre scritture. Era pronto a tutto per poter svolgere al meglio il suo compito. Tradire, uccidere erano le sole parole ammesse nel suo dizionario. Ora poteva usufruire della prima parte della parola tradimento. La prima fase comprendeva lo studio della persona che si trovava di fronte. Spingerla all’estremo del surreale con discorsi che alla fine solo lui poteva comprendere. Giochi di parole ed esche erano il suo piatto forte. Era tempo di iniziare a giocare.

† Diciamo che c’è qualcosa di più importante ed astratto che devo compiere. L’esame era una messa in scena. Finirlo oppure no non influiva sulla mia competenza, spingermi verso qualcosa che Voi potete a malapena comprendere. Leggere i segni per come sono e non per quello che vuoi che siano, questo è l’importante.

~ Disse senza mai distogliere lo sguardo dall’infinito. L’oscura presenza vociferava complotti e contratti già firmati all’interno del suo corpo. Doveva sbrigarsi a uscire da quell’ospedale.. Che fosse curato oppure no. C’era ancora molto da fare. Per far aprire gli occhi alla gente ignorante e stupida bisognava darle un messaggio duro e preciso. Basta, doveva uscire da quella latrina maleodorante. Subito.

† Ora devo andare. Il mio corpo reggerà allo sforzo, lo conosco. Per dare un segnale forte a questo mondo ninja c’è bisogno di azioni concrete, e solo io posso compierle, non frustrarti con futili pensieri, anche tu avrai un ruolo importante in questa vicenda, stanne certo.

~ Era stato troppo avventato nel rivelare certi particolare al suo interlocutore ma allo stesso tempo non aveva detto niente di specifico riguardo a quello che stava per mettere in atto. Era meglio prevenire che curare. Di là a pochi attimi sarebbe sceso dal letto. Avrebbe preso il suo mantello e sarebbe uscito dalla porta con una promessa verso il natio dell’acqua.

† Ci rivedremo.


SPOILER (click to view)
Non sembra manco un mio post, ma spero ti accontenterai di queste poche righe concise che ci porteranno a qualcosa di più. Per delucidazioni aspetto un tuo mp Nami.
 
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.:Namikaze Minato:.
view post Posted on 19/8/2010, 09:49




Will of No Death Man




Reed ascoltava il Nara, cercando di capire il suo dilemma interiore. Era un ragazzo parecchio tormentato e con una ambizione fuori dal comune. Puntava ad un obiettivo lontano, che il Kirigakure no shinobi non riusciva a scorgere. In fondo conosceva il ragazzo da appena qualche ora, e benché avesse imparato molto su di lui dai fraseggi di spada e dai colpi di ninjutsu, restavano ancora tante cose da capire, altre da svelare. Erano simili: questo era certo. Anche lui aspirava ad un qualcosa più alto, ad un obiettivo finale che nessuno poteva e doveva conoscere. Era la sua meta: e l'avrebbe raggiunta ad ogni costo, fermandosi un attimo ad assaporarla per poi ripartire velocemente verso una ancora più alta, tanto alta da puntare agli dei. Perché alla fine lui si conosceva, e non si sarebbe mai accontentato di fermarsi lì. Ma a differenza del giovane Nara, Reed aveva imparato che bisogna andare andare a piccoli passi, salire un gradino alla volta, perché perdersi un passaggio significa perdersi un'esperienza forse non necessaria, ma importante per la propria crescita.Sia chiaro: non stava dicendo di perdere tempo, ma durante la corsa verso il proprio obiettivo non bisognava farsi guidare dalla fretta, bisognava correre salire tutti i gradini, velocemente o meno, ma tutti uno alla volta. Per questo non poteva tollerare quella presa di posizione che Kisuke stava attuando. Era ancora troppo debole, ed il viaggio di tre giorni era lungo. La ferita avrebbe potuto infettarsi e la febbre prendere il sopravvento. Nelle paludi di Kirigakure non si respira un'aria salubre poi, quindi avrebbe potuto contrarre qualche male incurabile. Sarebbe finito dalla padella nella brace. Quando il giovane fece per avvicinarsi alla volta, mormorando tutte quelle sue profezie, un kunai volò nell'aria sibilando fortissimo, infilzandosi nella porta, per bloccarne l'apertura.



« Ascoltami bene, Nostradamus. Tu non uscirai da quella porta prima di domani mattina. »



Aveva cambiato tono, era duro, non forte, ma duro. Un tono di comando.

« Se vuoi dare un segnale forte a questo mondo ninja, prima di tutto devi riprendere le forze, o non potrai compiere nessuna azione. Prima di guardare al mondo, devi guardare a te stesso. Non sei nato per fare l'eroe... »



Sottolineò le ultime due parole e pose il suo sguardo in quello dell'interlocutore: non ammetteva repliche.



« Credi di conoscere te stesso? Se fosse stato veramente così non avresti mai avuto dubbi. Guardarsi dentro non è facile, ma non bisogna mai perdersi di fronte alle verità che si trovano. »



Lo sorpassò, afferrò il kunai ed aprì la porta, tenendo le spalle all'altro.

« Stenditi su quel letto, o non potrai mai mantenere la promessa appena fatta. »



« Sono sicuro che ci rivedremo, ora riposati. »



Aggiunse.

Si chiuse la porta alle spalle, dirigendosi verso l'ufficio del ninja medico per avere un resoconto delle condizioni del paziente e per avvisare di tenerlo d'occhio. Non sapeva se sarebbe tornato a fargli visita, ma di sicuro si sarebbe rincontrati molto presto.


 
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6 replies since 8/11/2008, 11:56   355 views
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