.My Specialities., Allenamento in solitaria

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~Tom
view post Posted on 31/10/2008, 19:18






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Chapter One : My Dream





Nevica…
Era notte. Il buio oscurava tutto attorno a me, e leggeri soffi di vento mi facevano rabbrividire. Camminavo lungo un sentiero diritto davanti a me, e mi guardavo di tanto in tanto in giro. Iniziai ad avere paura, non sapevo dove andavo né cosa stavo affrontando. Strinsi i pugni più forte che potei, e rimasi in guardia. Una minuta figura era appena apparsa davanti a me, senza paura, e si era accesa un sorriso. Era una bambina, piccola, di circa quattro anni. Mi rilassai un attimo e sciolsi i pugni, restando a guardia scoperta. Poi di nuovo il nulla, e l’acqua che mi assaliva, che mi toglieva il respiro. Sentivo i polmoni pieni d’acqua, non riuscivo a respirare. Cercavo di sputare fuori tutto il liquido cristallino, ma ogni sforzo era vano. Di nuovo il nulla, il buio, e la figura della bambina che se ne andava sorridente, contenta.

[…]

La neve cadeva incessantemente da qualche giorno. Ormai quasi tutta la nazione era ricoperta da batuffoli bianchi fin troppo soffici. Non faceva troppo freddo, o almeno non per i miei gusti. Ero abituato ad ambienti gelidi, dove le fonti di calore erano quasi completamente assenti. Mi alzai di scatto dal letto e iniziai a respirare affannosamente. Cercai di capire ancora una volta cosa era successo. Da diversi giorni quell’incubo ricorrente mi angosciava, mi torturava. Ero al limite della pazzia. Mi lavai velocemente e uscii da casa senza una meta. Dovevo solamente scacciare quell’ossessione dalla testa, e pensare a qualcos’altro. Camminai senza sosta per diverse ore, pensando a ogni minimo particolare che mi poteva essere sfuggito. Mi soffermai un attimo a guardare il ceruleo empireo.

«Ah? Evidentemente ho perso ancora la cognizione del tempo». Pensai tra me e me.

Posai gli occhi sulla neve sotto di me, e mi accorsi di una bambina di circa quattro anni. Aveva il viso pallido e i capelli neri e unti. Appena mi vide gli si allargò un sorriso sulla faccia e poi scappò via nella neve. La cercai di rincorrere per qualche metro, e la trovai accovacciata su una piccola pozzetta d’acqua, giocherellandoci. Mi sorpresi quando immergendo il suo dito minuto e scheletrico, iniziò a ghiacciarsi.


“ Dovevo avere circa quattro o cinque anni. Me ne stavo seduto sulla riva del fiume ad aspettare i miei genitori, o quello che erano all’ora. Stavo giocando con l’acqua, schizzando ai pesci, quando una goccia di grandi dimensioni iniziò a galleggiare a mezz’aria sul palmo della mia mano. Ero sorpreso e felice. Mi faceva sentire un bambino felice e sprizzante di gioia. Non credevo che quello, invece di essere un dono, era una maledizione. ”


Tornai a casa con un viso scavato, impaurito e sorpreso. Avevo compreso sfortunatamente ciò che il sogno mi voleva dire, e non sapevo se ero pronto ad accettarlo. Non mi era mai saltato in mente di possedere una specialità innata. Mi tolsi di dosso i vestiti bagnati dalla neve e buttai su una poltrona a pensare. Avrei dovuto affinare questa nuova abilità, e magari trarne profitto. Andai a letto dopo aver mangiato abbondantemente e mi persi ancora una volta all’interno della mia ossessione. Notai meglio particolari che in precedenza avevo tralasciato, e piccole differenze da dopo l’incontro con la ragazzina. Mi alzai sudato dal letto, come sempre ormai, e mi preparai non troppo velocemente.
Mi trovai dopo poco alle cascate Seimuure, dove pochi giorni prima avevo scoperto un luogo misterioso e alquanto bizzarro. Mi spogliai di tutti gli indumenti inutili e restai solo con il pantalone lungo e nero, e la solita maschera di bende e copri fronte. Immersi le mani nell’acqua e iniziai a far fuoriuscire una leggera quantità di chakra, per vedere cosa sarebbe successo. Estrassi la mano dall’acqua, e non successe nulla.

«Devi prima attivarla la tua specialità, se no cosa credi che succeda? ».


Era una voce femminile, vellutata e dolce. Mi girai per vedere a chi apparteneva e inaspettatamente trovai una ragazza, alta, magra, bella e prosperosa. Era mora, mi sono sempre piaciute le morette, aveva due occhi castani e profondi, e un profumo inebriante. Quella che si potrebbe definire una Dea. Mi squadrava con sguardo malizioso. Rimasi a bocca aperta a guardarla, stupefatto dalla sua bellezza. Mi alzai in piedi da seduto che ero e gli allargai un sorriso.

«E… tu saresti? ». Dissi con vece leggera e tonante.

«Tu puoi chiamarmi Soi Fon, Ma non farci l’abitudine. ». Rispose con fermezza e decisione.

Gli strappai un sorriso, e infine la osservai più da vicino. Aveva una tunica nera, con rifiniture bianche, infine coperta con una veste senza maniche bianca e infine una Wakizaki posta sulla schiena orizzontalmente. Si avvicinò a me e osservò da vicino i lineamenti del mio viso. Sembrava trovarci qualcosa di divertente, fissando i miei occhi e la mia maschera.

«Dovresti toglierla… Non è educato non mostrare ad una donna un così bel faccino. ». Disse.

«Devo avvertirti giovane signora, che sono sensibile all’adulazione! ». Risposi

Avvicinai velocemente la mano alla bocca e tirai via le bende che coprivano le mie labbra tutt’altro che carnose. Scoprii i denti aguzzi e gli feci un sorriso maligno, che ebbe come risposta un altro sorriso.

«Se non ho capito male… Stai dicendo che mi aiuterai, non è così ?». Dissi.

«Ad una condizione però, dovrai essere un genio in questo allenamento, non ammetto ne fallimenti ne niente, solo la più assoluta perfezione».


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Edited by ~Tom - 14/11/2008, 18:11
 
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~Tom
view post Posted on 12/11/2008, 19:28






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Chapter Two : Let's Go






Iminuti passavano lentamente, troppo lentamente per dirla tutta. Avevo tutto il corpo immerso nell’acqua, fuor’è la testa. Le mie mani erano congiunte all’altezza dello sterno e componevano uno strano sigillo. L’allenamento era iniziato, ed ero stato completamente schiacciato dalla mia istruttrice. Sembrava essere fin troppo informata sull’argomento. Mi aveva spiegato troppo dettagliatamente ciò che dovevo fare, tanto che se avessi sbagliato, sarebbe stata una vergogna.

«Prima di tutto devi riuscire ad attivare l’innata». Aveva detto in preda ad una determinata serietà. «probabilmente ti sarai già accorto che in questi giorni il tuo corpo è mutato, c’è stato qualcosa che ha scatenato un cambiamento all’interno di te, consegnandoti così la possibilità di imparare a controllare al massimo le specialità del tuo corpo. Nel tuo DNA vi sono delle caratteristiche diverse da chiunque altro, che ti permettono di attivare la particolarità del tuo sistema circolatorio del chakra. Tu devi riuscire a trovare queste piccole particelle che ti rendono unico e sollecitarle in modo da aprire le porte al chakra. ».

Mi ero messo in poco tempo all’interno dell’acqua, un’idea del mio sensei, e mi ero messo a cercare insistentemente dentro di me, scrutando ogni piccola particella. Stavo facendo fluire il chakra all’interno del mio corpo, in modo da velocizzare la ricerca. Soi Fon mi aveva già annunciato che sarebbe stato un processo abbastanza lungo le prime volte, perche dovevo iniziare a prendere la mano con quelle bizzarre particelle. Il mio corpo marmoreo restava immobile, quasi non sentisse su di sé la fredda corrente dalla cascata. La concentrazione era massima, tanto che riuscivo a percepire anche i più piccoli elementi del mio corpo. I tendini iniziavano pian piano ad abituarsi all’ambiente e i muscoli sembravano indifferenti. Facevo grandi progressi ma iniziavo a stancarmi, il continuo emettere chakra e sollecitare ogni piccola particella del corpo mi prosciugavano le energie. Sentivo la presenza della mia istruttrice vicino a me, ma ero troppo impegnato per aprire gli occhi e controllare cosa stesse facendo. Sentivo diversi rumori provenire dall’esterno del mio corpo, e prima che me ne rendessi conto l’acqua intorno a me, si stava consolidando e m’intrappolava in un blocco di ghiaccio. Saltai velocemente fuori, e atterrai sull’acqua che ancora non si era completamente ghiacciata. Mi resi conto dopo poco che appena il contatto con l’acqua era stato annullato la solidificazione del liquido aveva smesso di progredire. Capii velocemente che il mio chakra aveva provocato il cambiamento di stato, ero riuscito ad attivare il chakra cosiddetto “Frozen” e ad utilizzarlo inconsciamente. Feci mente locale per concentrarmi nuovamente sul mio DNA e individuare l’innesco, e osservare il cambiamento del mio chakra. Sentivo un fremito all’interno del mio corpo, susseguito da un brivido di freddo. Mi girai per vedere la reazione del mio insegnante e la colsi di sorpresa. Non solo aveva assistito allo spettacolo ma ne era rimasta stupita.

«Impressionante… Non credevo avessi un’abilità così letale, e ancor di più che riuscissi ad attivare la specialità in poco tempo. Ad alcuni shinobi ci sono voluti mesi per sviluppare le proprie innate, mentre tu ci hai messo meno di un’ora. ». Le parole gli uscivano dalla bocca sciogliendosi nell’aria annebbiata e provocando una leggera nuvoletta di vapore al contatto con l’aria.
«Tks. Non ho ancora imparato a controllare completamente il chakra, e questo mi stava per intrappolare nel ghiaccio. Io non esulterei. ».
«Bhè, allora continuiamo, ma solamente dopo un pasto caldo, tutt’un tratto, l’aria si è raffreddata di colpo e tu hai utilizzato una quantità considerevole di chakra nell’attivare la tua abilità per la prima volta. ».

Ci avviammo verso il villaggio di Kiri, e in pochi minuti arrivammo alle porte dalla città innevata. La nebbia non era particolarmente fitta, e la gente rideva e scherzava più del solito. Entrammo nella parte “povera” della città, dove si poteva mangiare notevolmente e bene. I cibi semplici sono da sempre i più gustosi e nutrienti. Ci sedemmo in una locanda appena fuori dalla periferia del villaggio, e ci sedemmo sulle lunghe e strette panche verdi. Dovevano essere o nuove, o appena pitturate. L’odore acre della vernice giungeva all’olfatto considerevole dei due ninja, che fecero una leggera smorfia, ma non commentarono. Era una locanda abbastanza graziosa e semplice, con una tinta giallognola sulle pareti e ideogrammi di color purpureo sparsi per la sala. Fummo subito serviti dal padrone in persona, che sembrava nutrire verso Soi Fon un particolare rispetto, o forse aveva solamente paura. Mangiammo fino a quando non fummo sazi, e accompagnammo la carne di maiale e la zuppa con sakè di seconda scelta, che riscaldò le ossa ad entrambi, e infine ci avviammo verso un'altra locanda dove la ragazza si fece una lunga chiacchierata con un giovane signore. Restai sulla soglia della locanda aspettando l’arrivo della donna che sembrava stesse rimorchiando il povero ragazzo, che ammaliato dalle parole che le uscivano da quelle labbra carnose gli penzolava dalla bocca, facendo chissà quali sogni erotici. Infine, usciti dalla locanda, ritornammo alle cascate Seimuure, dove con mia grande sorpresa la ragazza si mise a dormire. Si svegliò verso le sette di sera, quando il sole era già calato su Kiri e dintorni. Mi ero messo lì, a concentrarmi sulla sollecitazione delle cellule che mi permettevano di attivare l’abilità innata, e il tempo era passato anche per me. Avevo preparato un piccolo fuocherello con della legna asciutta trovata lì vicino, cosa molto rara nella regione bianca, e avevo messo a cuocere un piccolo daino che si aggirava nei pressi della cascata. Quando Soi Fon si svegliò, mangiò una piccola parte della selvaggina, e lasciò il resto alla natura, infine, finito di mangiare mi chiese come avevo passato il pomeriggio, e come mi ero procurato l’occorrente per la cena. Gli spiegai velocemente tutto, e dopo essermi scusato mi misi a dormire.


   






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Edited by ~Tom - 14/11/2008, 18:11
 
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~Tom
view post Posted on 18/11/2008, 19:54






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Chapter Three : Without Power






Ero ancora sdraiato nel mio letto, se così si poteva chiamare, e mi crogiolavo tra le coperte, da cui non mi sarei voluto mai staccare. Sentii una brezza leggera e dello schiamazzo, e di soprassalto mi alzai tutto bagnato. Quell’odiosa ragazza mi aveva buttato addosso un secchio d’acqua. Senza fare troppe storie mi andai a sciacquare al ruscello, e mi misi i soliti pantaloni, e la solita maglia senza maniche, infine completati con la maschera di bende nella parte bassa del viso e il capri fronte ammaccato. Mi misi i gambali agli stinchi, e i bracciali agli avambracci, e mi legai alla vita la cintura con tutto il mio armamentario. Lasciai che fosse la ragazza a incamminarsi per prima. La seguii a ruota fino a quando non arrivammo in città e ci separammo per qualche minuto.

«Ci vediamo qui tra un quarto d’ora. Devo avvertire il vecchio.». Dissi

Lei acconsentì e si accomodò violentemente sullo sgabello di un chiosco di periferia. Io intanto mi diressi verso la minuta porta di legno ammuffito ed entrai cercando il vecchio. Aveva stranamente una ruga che gli increspava la fronte. Non gli domandai né cosa stava succedendo né altre smancerie del genere, ma lo informai che sarei stato assente nei giorni da lì a seguire, che ero impegnato in un progetto che probabilmente non avrebbe compreso. Stetti a casa sua per poco meno di una decina di minuti e mi incamminai nuovamente verso la locanda dove si era fermata Soi Fon. Ordinammo del The e alcune brioche ripiene e le mangiammo senza fretta. Verso le sette di mattina ci trovavamo già al “campo d’allenamento” dove ci togliemmo i vestiti inutili e ci preparammo a un'altra sezione d’allenamento. Soi Fon si legò i lunghi capelli a coda di cavallo, e iniziò a spiegare il lavoro quotidiano.

«Oggi, ci baseremo sul controllo del chakra “Frozen”. Come avrai capito ieri pomeriggio, non puoi rischiare di entrare a contatto con l’acqua e congelarla emettendo inconsciamente il tuo chakra. Devi riuscire a utilizzare in situazioni diverse i due flussi. Se non ci riusciremo non credo, potremmo andare avanti. Questo tuo chakra, se non controllato, ti potrebbe portare al fallimento di molte tecniche acquatiche che conosci. Per prima cosa devi distinguerli bene, e riconoscere le situazioni in cui vanno utilizzati i due flussi. Per questo non ti posso aiutare, sarai tu a trovare il metodo. ».
«Intendi dire che non puoi aiutarmi in questa fase? ».
«Proprio questo. Però ascolta un mio consiglio, non basarti sull’attivazione dell’innata, come avrai notato sollecitare le cellule consuma una piccola quantità di chakra, che usata in ripetizione ti potrebbe svantaggiare. Credo che il metodo giusto per affrontare la cosa sia tagliare in due il flusso, in altre parole non convertire tutto il tuo chakra immediatamente, ma mantieni un equilibrio.».
«Non è poi così semplice. Devo concentrarmi per convertire il chakra, e lascio correre questo avvenimento, se mi devo concentrare pure sulla quantità di chakra da convertire rischio di perdere la concentrazione e fallire, inoltre se non imparerò a svolgere automaticamente questi passaggi non potrò utilizzare l’innata in missione e in combattimento, e a questo punto sarebbe inutile continuare l’allenamento.».


Erano ormai mezzogiorno quando Soi Fon decise di fare una pausa. C’eravamo cimentati nell’allenamento e non avevamo ancora trovato un metodo per equilibrare i due flussi circolatori del chakra velocemente. Convertire parzialmente il chakra non era una cosa semplice. La concentrazione era al massimo e il minimo rumore mi faceva fallire. Ci rivestimmo dei nostri indumenti e ci avviammo verso il centro del villaggio. Ripercorremmo le stesse vie del giorno precedente e ci ritrovammo nella medesima locanda rossastra. Ordinammo fino a quando non fummo entrambi sazi, e dopo una lunga camminata tornammo al campo di allenamento. Soi Fon non si mise a dormire, ed io continuai insistentemente a provare. Mi fermai solo pochi minuti a metà “terapia” quando ebbi un’illuminazione. Se avessi provato a riconvertire il chakra da “Frozen” a normale, probabilmente, sarebbe stato meno complicato. Avrei potuto benissimo lasciarmi andare, e convertire velocemente una quantità di chakra come scorta per tecniche ed altri utilizzi.

Il nuovo metodo andò a buon fine. Riuscii a convertire il chakra in maniera più fluida e facile, ma utilizzando una piccola quantità di tempo e chakra in più. Mi allenai tutto il pomeriggio per prendere mano alla conversione del chakra, sperando di riuscire a controllare bene il passaggio, e non dover ricorrere al metodo appena studiato. La sera arrivò velocemente, e senza perdere troppo tempo ci mettemmo a dormire. La grande quantità di chakra che avevo utilizzato mi aveva lasciato senza forze, ma stavo pian piano acquisendo il controllo dell’abilità. Andammo a dormire non troppo tardi, dopo aver mangiato una scodella di Ramen portata da un corriere sotto ordine di Soi Fon, e ci addormentammo perdendoci in un cielo stellato.

   






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~Tom
view post Posted on 19/11/2008, 20:38






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Chapter Four : Finally The Ice






Mi svegliai presto, per primo, e andai senza troppa esitazione al villaggio a prendere qualcosa per la colazione. Soi Fon dormiva ancora, e non avevo intenzione di svegliarla, almeno fino a quando non sarei tornato dalla commissione. Presi quattro croissant e due bibitoni di The, e portai subito tutto all’accampamento, dove ormai ci eravamo stabiliti. La ragazza si svegliò sentendo solo il profumo dei croissant caldi, e senza nemmeno brontolare si alzò e si mise a mangiare radiosa.

«Sai… rimpiango di averti svegliato male la mattina scorsa. Spero non te la sia presa troppo.». Disse rosicchiando dolcemente un cornetto alla marmellata.
«In fondo in fondo… non hai fatto altro che aiutarmi in questi giorni, se me la prendessi per una cosa come questa, sarei proprio un ingrato. ».
«Mhm Hai ragione, vorrà dire che me la prenderò comoda».Sulle sue labbra si allargò un sorriso ampio e lucente, che sembrava risplendere come un raggio di sole. Entrambi ridemmo per qualche secondo e poi, dopo aver finito di mangiare, ci preparammo per l’ultima fase dell’allenamento.
«Sei pronto per completare l’allenamento? ». Disse dopo essersi preparata
«Come?! Siamo già così avanti? Mi avevi detto che avremmo potuto prolungare l’allenamento anche a qualche settimana, e adesso mi dici che in tre giorni abbiamo finito tutto? ».
«Buffa la sorte, vero? Non ti preoccupare troppo, dovrai comunque continuare a fare pratica. Torniamo a noi, in questa fase devi imparare a controllare il passaggio di stato attraverso il chakra. Suppongo che il modo migliore per farlo sia far fuoriuscire una lieve quantità di chakra con la forma che desideri trasformare, e attivare il chakra Frozen per convertirla. Iniziamo con cose semplici, come poligoni bi-dimensionali.». Rispose.

Ci ponemmo sulla sponda del lago sotto la cascata, e sotto tortura della ragazza iniziai ad emettere chakra dal palmo della mano destra, posta a pochi millimetri sopra la soglia dell’acqua, e appena fui contento della forma intinsi la mano nell’acqua, e vidi espandersi da sotto le mie dita una stalla a sei punte completamente di ghiaccio. La stella si fermò appena ebbe completato la sua forma, e rimase lì, nell’acqua senza muoversi. Mi girai a guardare la ragazza, che sorrise compiaciuta, e continuò a pretendere forme sempre più complicate da realizzare. Iniziai a prendere la mano con la conversione, e imparai a realizzare forme sempre più complesse. Il trucco era quello di avere bene a mente la forma da scolpire in ghiaccio, ed emettere il chakra in quella determinata forma.

A mezzodì ero esausto. Mi ero allenato insistentemente tutta la mattina, e mi ero fermato solo una volta per riprendere fiato. Andammo a mangiare al solito bistrò, e come sempre mangiammo a sazietà, e tornammo all’accampamento dove continuammo l’ultima fase d’allenamento.


   






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~Tom
view post Posted on 22/11/2008, 19:23






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Chapter Five : Another one tecnique






«Sei pronto ?».
Feci cenno di si con la testa e mi misi in posizione di combattimento. Tornati all’accampamento, avevamo deciso di fare un po’ di pratica con l’innata, e quale metodo era migliore del combattimento diretto? C’eravamo schierati uno di fronte all’altro e avevamo iniziato a combattere. Lei avrebbe per lo più utilizzato mosse d’acqua, in modo da permettermi di allenare principalmente la mia specialità. La ragazza saltò indietro di qualche passo, sistemandosi a poco meno di un metro dal lago, e aveva iniziato a comporre diversi sigilli ad una velocità strepitosa. Intanto io mi ero avvicinato furtivamente, e avevo cercato di piazzargli alcuni calci all’altezza del busto. La ragazza si era semplicemente scansata e aveva mandato all’aria il mio attacco. Continuavo ad andarle incontro con calci e pugni, che naturalmente schivava senza troppe cure. L’ero riuscita a spostare di qualche metro, ma mi serviva che lei andasse a toccare l’acqua. Temevo che i sigilli che stava compiendo sarebbero finiti presto. Non mi ero accorto che già dietro di lei si stava formando una colonna d’acqua ricurva. Aveva una strana forma animalesca e poteva assomigliare ad un felino o ad un drago. Mi abbassai più velocemente che potei e composi tre sigilli velocemente, cercando di non farmi notare dalla ragazza. Mi alzai di scatto con un kunai in mano cercando di colpirla al viso, di colpo questa si fermò e fece una ruota all’indietro andando a finire all’interno del lago. Un paio di braccia muscolose e forti le avevano cinto la vita e la tenevano ferma. Intanto la colonna d’acqua si era fermata, stava ferma a pochi metri da terra. Non mi ero accorto che io ero nella stessa posizione della ragazza. Anche lei come me aveva creato una copia acquatica e mi aveva immobilizzato. Cercai di liberarmi ma era più forte del previsto. Con un gesto fulmineo incollai la mia mano verso la gamba della copia, e questa iniziò a diventare velocemente fredda e immobile, poche frazioni dopo ero libero. Ero riuscito a congelare la copia e a sfuggire alla sua morsa ma si era liberata anche la mia avversaria.

«Astuto… Non avrei mai pensato che potessi congelare anche copie acquatiche già completamente formate. Mio errore. Ma non ho ancora giocato tutte le mie carte.».
«Tsk. Come se avessi mai provato a farlo.».

Sul viso di Soi Fon si allargò un lieve sorriso, e mi guardò maliziosamente. Si mosse appena, e non riuscii a percepire il gesto che fece con la mano. Sembrava volesse fare segno di agire a qualcuno. In pochi istanti il Drago acquatico si mosse e sfrecciò velocemente verso di me. Composi qualche sigillo e attorno a me si innalzò più velocemente possibile un muro d’acqua che andò a parare per metà il drago. Sfortunatamente non avevo evocato il muro a proteggermi abbastanza velocemente, e il drago era tanto veloce da riuscire a continuare il tragitto senza impattarsi nel muro. Alzai le mani come per proteggermi dal drago, non sapendo più cosa fare, ed emisi fuori dal mio corpo una grande quantità di chakra. Il drago si sarebbe dovuto scontrare contro le mie mani e travolgermi, invece non lo fece. Sembrava stesse deviando a contatto con il chakra che fuoriusciva dal mio corpo. Non fui abbastanza forte e veloce, però da approfittare di quella situazione, e portarmi in salvo. Parte dell’attacco andò a segno, e mi spinse via di oltre quattro metri, facendomi andare a sbattere contro una zona fangosa del terreno. Poi persi conoscenza.

Mi risvegliai verso sera, con una benda bianca tutta attorno al petto e al bacino, in una specie di letto improvvisato. La ragazza mi aveva portato alle tende, e mi aveva medicato il punto in cui il drago acquatico mi aveva travolto. Mi sciolsi le bende dal petto. I miei pettorali erano pieni di chiazze rosse, viola e verdi che erano messe in risalto da una lunga cicatrice rossa che straziava il petto.

«Me la devi insegnare quella tecnica…».
«Mhm… Forse un giorno, quando imparerai a controllare perfettamente la tua innata».
«Mi sembra di essere andato bene nell’ultimo test, apparte questa naturalmente». Indicai con l’indice la cicatrice sul petto.
«Guarirà, non ti preoccupare. Per ora ti devi curare solamente di ciò che è successo questo pomeriggio, prima dell’impatto con la mia tecnica.».
«Com’…? Io credevo fossi stata tu a deviare il drago, in modo da non ferirmi gravemente…».
«Bhè io non sono stata, e credo di aver trovato una teoria per ciò che è successo. »
« parla… Ti ascolto»
« Credo che la tua abilità innata non si basi soprattutto sul controllo del ghiaccio, ma anche del controllo dell’acqua. Ovvero puoi muovere la sostanza a tuo piacimento, in certi limiti naturalmente, e questa volta è avvenuto tutto inconsciamente. Secondo me… ti basterebbe analizzare a fondo le particelle dell’acqua, e immettere in un determinato punto della sostanza una lieve quantità di chakra, e muovere così le parti che desideri. Possiamo incominciare domani, ora riposa, hai ricevuto una brutta botta, ti avrebbe potuto pure uccidere se non fossi riuscito a deviare il colpo. »
Mi misi a riposare, e senza nemmeno fiatare o muovere un muscolo mi rilassai completamente, e mi lasciai andare al sonno.

   






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~Tom
view post Posted on 13/12/2008, 16:33






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Final Chapter : Return to home.






Il vento si stava alzando pian piano, scuotendo le foglie degli alberi del paesaggio innevato. La notte era stata un tormento di neve e pioggia, che cadeva mutando il paesaggio. Non avevo avuto modo di dormire, ma di sicuro avevo fatto riposare il mio corpo, abbastanza da sostenere un allenamento. Mi vestii come tutte le mattine, e dopo aver ingurgitato una brioche trovata nella mia tenda, insieme con un bibitone di caffè, mi diressi verso la tenda della ragazza. Come potevo immaginare era già sveglia. Non ci perdemmo in troppi convenevoli e iniziammo a parlare della particolarità scoperta il giorno prima. Riuscimmo a trovare un giusto esercizio e decidemmo di iniziare non appena avessimo mangiato. Il tempo era passato velocemente, e ci aveva lasciato a digiuno fino alle due del pomeriggio. Mangiammo alcuni panini che aveva preparato la ragazza e poi ci riposammo fino alle tre del pomeriggio. Poco dopo iniziammo l’allenamento. Avevamo pensato di controllare l’acqua come il ghiaccio, solo concentrandoci sulla forma e non sulla consistenza. Tutto il giorno lo passammo a provare a muovere piccole quantità d’acqua e con scarse possibilità ci riuscimmo. Riuscivo a maneggiare minuscole quantità d’acqua per diversi minuti, ma per maneggiare quantità d’acqua grandi come i palmi delle mani o più non riuscivo a mantenere il controllo per più di una trentina di secondi. La notte era calata troppo velocemente, ed io e Soi Fon dovemmo ritirarci nelle tende a causa di un temporale. Solitamente non mi sarei rassegnato, ma fui costretto dalla donna. Ci rifugiammo nelle tende senza troppe storie, e ci mettemmo a letto dopo poco. I minuti passavano e non riuscivo ad addormentarmi. Erano le tre di notte quando decisi di alzarmi e farmi un giro. Soi Fon stava ancora dormendo e non si accorse di niente. Il temporale era passato, ma l’aria avvizzita e umida regnava ancora sull’accampamento. Andai verso la cascata e la attraversai senza pensarci troppo. Percorsi il lungo corridoio buio che portava alla base che poco tempo fa avevo scoperto. Mi ritrovai velocemente nella stanza in cui avevo combattuto, e mi abbandonai ai ricordi. Passarono nella mia mente dei flash di combattimenti discussioni e di morte, e la faccenda che avevo svelato mi si era aperta chiaramente. Tornai all’accampamento e senza troppe storie iniziai ad allenarmi sul controllo dell’acqua. Non vi starò a spiegare come riuscii a controllare bene la mia specialità innata, è stato un lavoro lungo e faticoso. Ci sprecherei troppo tempo per farlo e al momento non ne ho nemmeno voglia. Passarono alcuni giorni prima di riuscire a controllare perfettamente la mia abilità innata, ed alcune tecniche improvvisate sul momento, ma alla fine fu una buona cosa. Il ritorno a casa no.

   






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» • G i a c o ~
view post Posted on 14/12/2008, 19:46




Allora..l'allenamento è sufficiente,per cui puoi aggiungerti l'innata in scheda.Ti dico solo che potevi fare molto di più:mi piace il tuo stile di scrittura,perchè è scorrevole e abbastanza fluido,ma gli eventi,secondo me,li hai narrati troppo a grandi linee in certi casi;anche i sentimenti del tuo PG sono una cosa che valorizzi poco e su cui invece dovresti concentrarti maggiormente;occhio,inoltre,ad alcune forme grammaticali,specialmente nei tempi qualche volta hai sparato cavolate.Cerca di fare di più per migliorare ^^
(Exp. 40 -- Ryo. 450)
 
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6 replies since 31/10/2008, 19:18   194 views
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