Chapter two:
A shinobi on my wayCol passare dei secondi e l’avanzare dei metri,da parte di entrambi gli esseri umani,quello che in principio era solo un odore indistinto divenne figura percepibile anche alla vista del Kinchou. I suoi tre occhi,dapprima socchiusi,si aprirono del tutto spinti dalla curiosità,seppur lievemente disinteressata,di cogliere,man mano che si avvicinava,i particolari di quell’uomo;dopotutto gli sembrava strano che qualcuno stesse percorrendo quel cammino:le zone boschive di norma venivano evitate,nonostante potessero fungere da perfette scorciatoie. La cosa che rendeva “bizzarra” la situazione era rappresentata dalla via da cui proveniva lo sconosciuto che gli si avvicinava sempre più;egli infatti sembrava stesse venendo proprio dove si stava dirigendo Takashi,alias al limitare della piccola foresta. In pratica compiva,dato che quello continuava a marciare in linea retta,un percorso inverso al giovane dalle sei braccia,recandosi forse all’arena dove già da vari minuti era giunto al termine lo scontro che aveva visto come contendenti proprio il genin di Oto ed un rivale,ovviamente parigrado,della Foglia. Tuttavia,avanzando,non si pose domande al riguardo,in fondo era sempre stato un tipo disinteressato a ciò che gli accadeva attorno e non vedeva perché proprio adesso avrebbe dovuto curarsi del perché un passante qualunque avesse scelto un itinerario simile al proprio. Così annullò del tutto dalla sua mente,azione difficile ai più ma che a lui risultava piuttosto agevole,ogni pensiero od accenno di esso,sprofondando completamente,come era già accaduto pochi istanti prima,nell’apatia e nel disinteresse verso ogni luogo,cosa o persona. Questa sua particolarità,che adottava spessissimo in combattimento,lo rendeva quasi una macchia,togliendogli le normali qualità in uso da un umano normale; era cresciuto proprio seguendo questa linea di alienazione dal mondo,condizionato però dalle azioni e dal comportamento del padre;in fondo,per chi mai avesse conosciuto per davvero la sua storia,non sarebbe stato difficile ipotizzare che sarebbe cresciuto a quel modo: isolato dalle distrazioni e dagli affetti. Sì ora stava leggermente cambiando,ma di certo non ci si potevano aspettare grandi miglioramenti,sempre ammesso che legarsi ad altri fossero davvero punti di forza.
In ogni caso egli proseguiva sulla sua strada,solitario,per raggiungere la bella ragazza a cui si stava,stranamente,legando sempre più… Eppure,una volta che i metri fra i due ragazzi presenti nella boscaglia si ridussero di parecchio,non potè far a meno di gettare un’occhiata d’insieme al giovane che gli si parava d’avanti,per osservarlo e capire che tipo fosse. Gli apparve come un uomo freddo,forse persino alieno alla curiosità che di solito il Ragno suscitava alle persone a causa del suo aspetto,privo di interesse persino per ciò che magari si apprestava a fare;di lui lo colpirono soprattutto i capelli di un blu di una tonalità scura poco comune,tanto scuri da perdervisi con lo sguardo… Quasi come la capigliatura corvina del ragazzo dalle sembianze aracnoidi,tanto oscura da ricordare un buio eterno,simile al suo animo impenetrabile. Quel particolare,unito all’indifferenza che ostentava,gli fece pensare di aver trovato un suo simile,sebbene si potesse notare facilmente che i due erano diversi in ogni singola parte dei loro corpi. Gli occhi,di entrambi,non ebbero però occasione di incontrarsi,probabilmente per volontà di ambedue gli uomini che dimostravano a vicenda di possedere un forte senso di distaccamento,imperturbabilità,autocontrollo,orgoglio. Il Kinchou diresse il suo sguardo oltre quel tipo,perdendosi nel vuoto,mentre aveva potuto constatare un attimo primo che l’altro aveva infisso il proprio sul terreno;come si vedeva che non erano tipi comuni,probabilmente altri esseri umani,con usanze futili e di scarsa levatura,si sarebbero lasciati trasportare dalla curiosità insita in ogni umano,lanciandosi in inutili discorsi.
L’unica cosa di quello sconosciuto che attrasse in parte l’interesse del ragazzo dalle sei braccia,fu una costatazione che nasceva spontanea anche al solo guardare quel tipo: era uno shinobi. Possedeva infatti un fisico allenato,vesti adeguate ad un combattimento,contenitori per vari armi ed oggetti,una katana,ma soprattutto,nonostante il Kinchou si ritenesse ancora un principiante nell’arte di percepire l’affluire del chakra altrui,riuscì a percepire,una volta che i corpi dei due uomini si passarono accanto a distanza di pochi centimetri,un chakra sottile,ma penetrante e soprattutto ben controllato. Controllo che invece talvolta sfuggiva al Ragno,che non si poteva di certo definire un ninja di seconda classe:risulta quindi scontato che la possibile ampia potenza di quel ragazzino lo colpì,sempre ben considerando però i limiti dell’interesse che mai poteva provare il giovane dai tre occhi…
E così,continuando per i loro cammini,i due si separarono,proseguendo ognuno per la propria strada senza osservare l’altro o fermarvisi a parlare… Il Kinchou proseguì diritto davanti a sé,rimanendo sempre a pieno controllo delle sue facoltà mentali: si rese quindi conto,dopo aver percorso circa quattro metri ad un’andatura piuttosto lenta,che il suo primo obbiettivo non era raggiungere la Fuuma,bensì scoprire in primis da qualcuno dove essa si trovasse,di modo che poi potesse finalmente correre da lei,senza incorrere nuovamente nel rischio di percorrere chilometri,o metri,inutilmente. Gli serviva per l’appunto una persona che si trovasse oltre quel bosco,il destino,nonostante fosse scettico sulla sua esistenza,invece gli aveva messo sulla sua strada proprio un essere umano che veniva dal luogo in cui si stava recando… Ciò che doveva fare di lì a breve gli apparve improvvisamente chiaro: doveva rivolgersi a quel tipo,mandato lì,provvidenzialmente,per rispondere al quesito che destava da vari minuti il suo interesse.
Ostentando sempre tranquillità e disinteresse si voltò con tutta calma,potendo così impiantare giusto per un attimo i suoi tre occhi sulla schiena bianca,per via della giacca che indossava il ragazzo dai capelli blu,prima di chiamarlo a voce bassa…
Ehi,tu. Sai dove combatteva quest’oggi Sasame?Pose così il suo quesito in modo poco garbato e molto diretto,ma dopotutto già era stato un grosso passo avanti il fatto che non si era rivolto a lui dimostrando sgarbataggine,aveva frenato giusto per quel minimo l’orgoglio così da poter chiedere quel piccolo “aiuto” ad una persona estranea…
Chissà se quello si sarebbe voltato,rispondendo a sua volta,l’unica cosa certa era che avrebbe senz’altro compreso che tale domanda poteva esser stata rivolta unicamente a lui,unico individuo,al di fuori di Takashi stesso,all’interno di quel boschetto.
Qualora gli avesse gli risposto,dopo pochi secondi,il Ragno avrebbe gettato lì una constatazione alquanto ovvia,spinta da un minimo di interesse che man mano lo stava prendendo…
Deduco tu sia uno shinobi…Non sapeva neanche lui perché avesse formulato una frase del genere,ovvia più che mai,inutile come poche. Ma forse desiderava,in fondo al suo animo,apprendere più notizie su quel tizio che in pochi attimo aveva saputo colpirlo per le sue particolarità che trapelavano dal proprio corpo.
Come sarebbe girata la grande ruota del Fato…?
scusa eventuali errori,ma sono già in ritardo. Scusa anche il post corto