Sasame Fuuma Training II - Manipolazione degli Origami

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SakurinaChan
view post Posted on 26/8/2008, 13:48




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Sfortunatamente,non ci sarebbe stata nessuna seconda prova per il team 2 di Oto.Io e Takashi eravamo passati alla fase finale dell’esame senza neppure dimostrare di avere alte capacità combattive.Da una parte poteva essere un bene,dato che non ci eravamo stancati,né avevamo riportato ferite critiche,né avevamo sprecato armi;ma dall’altro partivamo con una notevole quantità di punti in meno per conquistarci la promozione.Specialmente io,che nella prima fase ero passata pressoché inosservata,a questo punto,possedevo pochissime possibilità di ricevere il grado di Chuunin,a meno che,durante il torneo,avessi combattuto in maniera eccezionale,dando il meglio di me.Ecco che cosa dovevo fare:era presto per rinunciare ed arrendersi,anche perchè non avevo la minima intensione di deludere sia me stessa,che il ragazzo che più di tutti aveva nutrito fiducia in me.Lui sarebbe passato senza problemi:si vedeva che era un tipo tosto,molto in gamba;secondo me sarebbe facilmente arrivato sul podio.Anch’io,però,potevo essere competitiva e conseguentemente arrivare ai livelli alti della possibile classifica finale,in quanto avevo ancora da mostrare chi veramente fosse la kunoichi Sasame Fuuma.Lentamente aprii gli occhi,svegliandomi da un lungo sonno ricco di pensieri:ero distesa sul letto della mia stanza d’albergo,a farmi cullare dal leggero ventolino che entrava dall’esterno,agitandomi i lunghi capelli rossi,accompagnato da numerosi raggi di sole,che finalmente avevano trovato modo di combattere,e poi penetrare,il tempo nuvoloso che c’era stato fino a prima.Sorrisi e mi sgranchii i muscoli,accorgendomi,per caso,della presenza di un biglietto sul comodino;allungai una mano per afferrarlo e ne riconobbi immediatamente la calligrafia e l’odore inconfondibile:Takashi doveva essere passato di qui,ma quanto tempo fa?Corsi ad affacciarmi alla finestra,per vedere se fosse lì sotto,ma c’era solo un’enorme distesa di verde,nessuna traccia di persone.A quel punto mi sedetti sul letto e sospirai:sarebbe stato bellissimo svegliarsi e trovarlo lì,nella mia stanza,ad attendermi,però evidentemente aveva altro da fare;d’altra parte non potevo pretendere che pensasse solo a me,anche se avrei voluto starci insieme il più possibile,poiché,una volta tornati al nostro villaggio di origine,ci saremmo visti molto di rado.
Uh?E’ andato ad allenarsi!Adesso ci vado anch’io..Che bello stasera ristaremo insieme!
Dopo essermi letta che cosa era riportato nel foglietto,iniziai a saltellare per tutta la stanza,sognando già ad occhi aperti come mi sarei divertita più tardi.Dopo poco mi accorsi che poteva bastare così:dovevo frenare l’entusiasmo,dato che ora si entrava nella fase più seria della giornata,ovvero l’allenamento,per arrivare pronta e determinata alla fase successiva dell’esame.Diedi un ultimo sguardo fuori dalla finestra:faceva abbastanza caldo,nonostante le nuvole minacciassero ancora di continuare a coprire il cielo,di conseguenza non mi sarei vestita in maniera troppo pesante.Per prima cosa mi pettinai i capelli fino a che non furono totalmente lisci,dopodichè indossai i due fermagli a forma di asterisco che portavo sempre con me,evitando di mettere il coprifronte,tanto non ne avrei avuto bisogno.A questo punto mi dedicai al vestiario:una cannottiera bianca ed un paio di pantaloncini rosa abbastanza attillati.Infine preparai uno zainetto,contenente tutte le armi,qualche barretta dietetica al cioccolato ed una bottiglia d’acqua naturale;inoltre decise di portare con sé anche dei fogli e delle matite,in modo da organizzare delle strategie.A posto,ero pronta.Mi guardai intorno assicurandomi che non ci fosse nessuno,quindi,proprio come la sera precedente,anche se ero in braccio a Takashi,saltai giù dal davanzale,atterrando perfettamente a piè pari sull’erba fresca,senza provocare il minimo rumore.Mi passai una mano trai capelli e tirai un sospiro di sollievo,mettendomi poi a camminare verso il bosco vicino.L’aria era più fresca in mezzo a tutti quegli alberi,le cui chiome riuscivano a velare ogni fonte di luce e di calore,ma nulla di insopportabile;gli uccellini,dai loro nidi sui rami più alti,intonavano indisturbati le loro melodie,dando vita ad un bellissimo concerto che mi teneva compagnia,mantenendomi di buonumore.Non potevo chiedere di meglio:c’erano tutta la pace e la tranquillità di cui avevo bisogno per concentrarmi.Decisi di fermarmi dopo una decina di minuti,in una radura circolare ricca di fiori variopinti,con al centro un grande albero che pareva molto più anziano di tutti gli altri circostanti.Posai l’equipaggiamento ai piedi di quest’ultimo,e mi sedetti adagiando la schiena al suo stesso tronco,dopodichè estrassi i fogli e le matite,cominciando a pensare a come avrei potuto iniziare un incontro:la prima mossa era sempre importantissima per imporsi sull’avversario!
Dunque..se prima lancio gli Shuriken a destra e a sinistra,e poi uso l’Onda Tagliente..Potrebbe andar bene!No,meglio di no..
In meno di un secondo lo manipolai,dandogli la forma di una farfalla:l’arte dell’Origami mi era sempre riuscita,sin da quando ero bambina;era una specie di innata,peccato che non servisse a nulla in un combattimento,era solamente un inutile passatempo,che però mi piaceva.La lasciai andare in balia del vento,continuando ad osservare la danza che compieva attorno a me..


 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 26/8/2008, 15:18





..:: ۞ Quirks Of Fate ۞ ::..



~ Narrato
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~ ..:: ۞ ::.. ~



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Una sfida era appena terminata. Un match che aveva mandato il pubblico in visibilio dinanzi alla contemplazione della assoluta perfezione di ogni gesto di quel ragazzo dai capelli blu che da voci di corridoio era considerato la più grande promessa di Konoha. Molti, vedendolo, avevano distrutto quella voce, non giudicando l’Uchiha come una promessa ma una favolosa realtà: la sua abilità nella nobilissima arte del combattimento aveva incantato grandi e piccini, ninja esperti e ragazze, signori feudali e rivali.
Nel marasma più totale di voci, schiamazzi e cori per il vincente Akira, v’era un solo silenzio: quello all’interno dell’animo del ragazzo stesso. Totalmente apatico e disinteressato agli eventi che si susseguivano nell’arena, era stato il primo a lasciarla, senza salutare né compagni né nemici sconfitti.
Aveva ucciso un Kiriano in circa tre secondi e costretto alla resa l’altro senza il minimo sforzo, portando così a casa una netta vittoria, che non lo aveva visto nemmeno subire alcuna ferita: era stato i grado di prevedere ogni mossa avversaria, che ai suoi occhi glaciali pareva essere banale e scontata. Ma tutto ciò non bastava a rinfrancarlo: combatteva da anni con un dolore incommensurabile e con un disinteresse pressoché totale nei confronti delle cose e delle persone che l circondavano. Mirava esclusivamente al suo obiettivo, ben più alto di un misero esame chuunin nel quale non riusciva a esprimere nemmeno la metà delle sue potenzialità. Era stufo di quella competizione scadente tanto da rimuginare più volte di abbandonare il torneo: l’unica ragione che l tratteneva da compiere quel gesto era la necessità di ottenere quel grado. Diventare Chuunin sarebbe significato poter ottenere informazioni su suo padre e perché no, avviare qualche missione per recuperarne di ulteriori. Era un Genin, un semplice Genin, ma aveva già capitanato missioni e tenuto corsi accademici, l’amministrazione del Villaggio della Foglia pareva guardare con un occhio di sommo riguardo lo shinobi del Clan Uchiha. Per questo, egli si considerava già al livello di un Jonin, ma i gradi ufficiali non confermavano tale tesi. Serviva continuare quel maledetto torneo così seccante agli occhi impietosi del freddo ninja.
Aveva appena fatto la sua uscita di scena, e si avviava al suo albergo, distante qualche chilometro dall’arena. L’unico rumore che rimbombava nella sua testa priva di ogni pensiero era quello dei suoi passi cadenzati e flemmatici, scanditi dal metallico tintinnio delle catene che portava legate ai manicotti.
Il paesaggio che faceva da sfondo a quella irritante camminata per giungere alla meta del meritato ma non desiderato riposo era quanto di più poetico si potesse immaginare. Sul viso apatico del ragazzo si dipinse un ghigno sprezzante.

† Questo paesaggio è disgustoso.

~ Odiava quella natura incontaminata, quel coro di uccellini leggiadri che tenevano una sinfonia degna del più virtuoso dei musicisti. Quel verde, quella cromia variopinta di fiori e erba lo lasciava basito nel contemplare la rivoltante poeticità della scena. Amava la pioggia, il grigiore, detestava il sole.
Un albero svettava tra gli altri, maestoso nella sua anzianità, colossale nelle dimensioni. Ai suoi piedi una figura v’era appoggiata con la schiena. Akira aguzzò la vista, schiudendo per qualche secondo i propri occhi celesti come il mare più cristallino. I contorni di quella figura cominciarono ad apparire più nitidi e i suoi dettagli si fecero più definiti: era una ragazza, dai capelli quasi arancioni, che manipolava qualche diavoleria con le sue mani. Il suo cammino lo aveva portato a passare proprio di lì: non si stupì di vedere una serena ragazzina immersa nel verde e contemplare estasiata la natura, quella natura che lui detestava con tutto sé stesso.
Presto il suo interesse verso quella creatura calò e si ridusse ad essere nullo, fintanto che anche gli occhi scostarono quella visione, tornando a fissare il vuoto.
Dall’aspetto, Akira non pareva aver sostenuto alcun combattimento, non aveva un graffio e nemmeno un po’ di polvere sui suoi vestiti.
Passò da quel poso, sorpassando la ragazza. Poi però qualcosa lo fece ritornare con lo sguardo a lei: stava giocando con dei foglietti di carta ma all’improvviso, nel giro di pochissimi secondi lo manipolò donandogli la morfologia di una farfalla.
Akira arrestò di colpo la sua flemmatica camminata, e con essa cessò anche il penetrante oscillare delle catene.

† Quella Kekkei Genkai…

~ Quell’abilità, per quanto fosse banale, era una abilità innata. E all’Uchiha ricordava qualcosa di molto particolare legato alla sua infanzia. Il suo viso indifferente fu tradito da uno sgranarsi inconsueto degli occhi azzurri come il ghiaccio puro. Un’altra. Un’altra possidente di quella abilità particolare. Ne aveva incontrata una nella sua infanzia, ma a giudicare dallo stupore e dalla desolazione che si leggevano sui suoi lineamenti delicati e quasi femminei, doveva essere stata una persona che aveva profondamente scavato nella pergamena della sua vita.
Rimase impalato a fissare quella creazione, non sapeva se era stato notato o meno da quella ragazza, che a giudicare dall’aspetto e dall’equipaggiamento doveva essere una kunoichi.
Quella abilità le ricordava lei.
Non rifletté, fece un movimento rapidissimo che lo portò a scomparire da dov’era e appoggiarsi alle spalle dell’albero dove giaceva la ragazza dai capelli rossi.
Il capo chino, i capelli blu come il mare gli coprivano il viso, lunghi com’erano.
Poi parlò a lei, senza poterla guardare e senza farsi guardare, dato che erano separati da un albero.

Abilità Innata, eh?

~ La voce cupa e profonda come al solito che tradiva l’aspetto puerile di quel Genin dai capelli blu. Quella scoperta lo teneva relegato in quell’ambiente che trovava ributtante.
Rimase alle spalle dell’albero, con lo sguardo perso nel vuoto, troppi ricordi nella sua mente per dire qualcos’altro. Aveva studiato la Manipolazione degli Origami a fondo, dopo quell’espisodio che si sforzava di non farsi tornare alla mente.
Un incontro casuale, dettato dal maligno fato, che sparge consapevole della sua malizia i semi del caos sulla terra, giocando con le pedine che si ritrova a manipolare con sadismo innato. Forse era destino che incontrasse nuovamente quella Innata.




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Edited by Akira_Uchiha - 26/8/2008, 16:57
 
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SakurinaChan
view post Posted on 28/8/2008, 19:56




Narrato
Parlato


L’incantevole farfalla cui avevo appena dato vita volteggiava intorno a me,spinta,ribaltata e cullata dal vento,che le faceva compiere dei movimenti simili ad una coreografia di danza.A volte avrei tanto voluto essere come quegli insetti:belli e liberi di fare come volevano,divertendosi a giocare intorno ai coloratissimi e profumatissimi fiori;poi,però,riflettevo sulla loro aspettativa di vita:erano costantemente in pericolo,in quanto animali di dimensioni assai ridotte,inoltre potevano sopravvivere per massimo una settimana.Pensare che quel bruco,che poi era diventato un bozzolo ed infine un splendida farfalla,aveva dovuto faticare ed attendere tanto,per godersi solamente sette giorni della propria esistenza.Inquesto arco di tempo,io,che cosa avrei potuto fare,con un paio d’ali e di antenne?Sicuramente nulla,perchè avrei impiegato almeno la metà del tempo a decidere e l’altra metà a realizzare il tutto,anche se,con tutta probabilità,avrei scelto la filosofia del Carpediem,cogliere l’attimo.Infondo la vita del ninja non era così tanto differente da quella di una larva:si correva ugualmente il rischio di essere fatti fuori da chi era più forte,ma soprattutto,ci si sforzava e non si terminava mai di crescere,tanto che,una volta raggiunto l’apice della carriera,il più delle volte,è l’ora di ritirarsi a vita privata.Sospirai:ce l’avrei fatta a diventare una Kunoichi famosa per la mia abilità,prima di arrivare all’ultima settimana di vita?Sarei mai stata farfalla,o sarei restata bruco in eterno?Non ne avevo la minima idea,ma ero sicura che presto avrei avuto una risposta,nel bene o nel male.Comunque sia,mi stavo distraendo troppo,permettendo alla mia testa di finire tra le nuvole,dunque non esitai a mettermi giù e concentrarmi nuovamente sulle strategie possibili da attuare in un incontro.Dovevo basarmi sulle mosse speciali del mio villaggio,sconosciute agli avversari,per sorprenderli,perciò,per prima cosa avrei lottato con attacchi fisici,per poi usare i Ninjutsu del Suono,dopo averli stancati.No,così non andava:i Taijutsu potevano essere potenti,ma allo stesso tempo mi avrebbero fatto avvicinare troppo al nemico,mettendomi in seria difficoltà in caso di contrattacchi.Sbuffai,appallottolando il secondo foglietto;lo guardai per un attimo,dopodichè lo manipolai,trasformandolo in un’altra tenera farfalla,che lasciai volare assieme all’altra,proprio sopra di me.D’un tratto avvertii un veloce spostamento d’aria,e subito dopo un ragazzo vicino a me.
Che..cosa?No..non è un’innata..è solo un passatempo.Conosci anche tu l’arte dell’Origami?
Volsi lo sguardo verso di lui:aveva i capelli di uno strano colore blu,così come i chiarissimi occhi;inoltre indossava abiti da ninja ed un coprifronte con il simbolo del villaggio della Foglia.La sua aria,la sua voce ed il suo portamento lo facevano sembrare un Jounin,benché fossi sicura che avesse più o meno la mia stessa età.Chi era?Che cosa voleva?Sembrava solo incuriosito dal fatto che sapessi dare alla carta la forma che mi piaceva di più;e se nascondeva qualcos’altro nelle sue intensioni?Meglio provare a gestire la situazione con cautela,piuttosto che fare troppe domande,o dare un’impressione sospetta.Che dirgli?Non avevo la minima idea di come comportarmi,in quanto temevo una sua brutta reazione in seguito a qualcosa,detto da me,di sbagliato.Non dovevo andare incontro ad un combattimento,nonostante necessitassi di un po’ di allenamento:non dava l’impressione di essere un tipo facilmente battibile,anzi,non si leggeva nessuna sconfitta nei suoi occhi.E se fosse stato un esaminando che aveva appena affrontato la seconda prova?Guardandolo meglio,facendo finta di nulla,mi ricordai di aver visto una persona con la stessa fisionomia:nel grande castello,quando si erano riuniti tutti gli aspiranti Chuunin prima di affrontare la rispettiva prima fase.Sì,ne ero certa.Deglutii:non c’erano dubbi che lui fosse uno dei favoriti del torneo.Istintivamente abbassai lo sguardo a terra,notando che le mie due farfalle erano cadute a terra,proprio ai suoi piedi.Sussultai:non poteva leggere che cosa vi era scritto,altrimenti,non solo avrebbe scoperto su che cosa si basavano i miei Jutsu,ma anche parte dei miei piani,anche se li avevo scartati,capendo di conseguenza il mio modo di ragionare e di combattere.Senza volerlo,nei guai mi ci ero già cacciata.Come rimediare?Non potevo certo afferrare le mie creature così come se niente fosse,ma neanche tentare di essere mimetica,poiché mi avrebbe beccato,comprendendo che nascondevo qualcosa.Avrei voluto essermi fermata in un altro posto,almeno non lo avrei mai incontrato e mi sarei esercitata in santa pace,priva di preoccupazioni ed inquietudini,nonostante il ragazzo non sembrasse aver intenzione di attaccar briga.Non sapevo il perchè:mi feci forza e tentai un dialogo:
Comunque..io mi chiamo Sasame..Sasame Fuuma,Genin di Oto,nonché aspirante Chuunin..

 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 31/8/2008, 21:52





..:: ۞ My Devil ۞ ::..



~ Narrato
Pensato
Parlato



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Tutto pareva essere rimasto uguale a qualche istante prima: la natura incontaminata immergeva i due in un concerto per chi affascinante ed estasiante per chi disgustoso e rivoltante. Due ragazzi diversi, troppo differenti, appoggiati su lati diversi di uno stesso albero.
Ad un tratto tutto sembrò arrestarsi: le farfalline fatte con la carta dalla ragazza per lo spavento caddero ai piedi di Akira e la rossa di Oto parve alquanto preoccupata da quell’avvenimento, nonostante l’Uchiha nemmeno ci avesse fatto chissà quanto caso.
Il ragazzo dai capelli blu ascoltò quanto la kunoichi disse: prima di tutto negò di possedere una abilità innata, ma definì quella capacità di manipolare la carta come un semplice passatempo; inoltre, aggiunse si chiamarsi Sasame Fuuma e di essere una aspirante Chuunin del Villaggio del Suono.
Una caterva di informazioni che l’Uchiha nemmeno si era immaginato di ricevere: nella sua mente, oltre a immagazzinare tali dati persisteva un dubbio.

† Ma perché prova a parlarmi e si presenta? Non capisco, io non l’ho chiesto…

~ Commetteva un grande errore, l’Uchiha: considerava le ragazze al pari dei ragazzi, non distinguendone alcune caratteristica a livello caratteriale. Non aveva nemmeno lontanamente intuito che forse quello era u gesto di avvicinamento causato dalla paura che la figura del Konohano suscitava nella ragazzina.
Akira smise di pensare a quelle sciocchezze e prese parola, col suo solito tono di voce cupo e profondo, rimanendo alle spalle dell’albero, senza muoversi, con gli occhi fissi a terra.

Ti sbagli. Quella è una abilità innata, e te lo dimostrerò.

~ Detto questo, senza minimamente curarsi di esser stato ancora una volta superbo e arrogante come al suo solito, pretendendo di conoscere la Otosa meglio di quanto lei stessa non facesse, l’Uchiha rapidamente si materializzò dinanzi a lei con un rapido spostamento, a debita distanza e cominciò a dirle qualcosa: non la guardava, forse un accenno di timore, di non voler ricadere in quello in cui era già incappato a causa di un’altra kunoichi, Karin.

Ascoltami…Concentrati quanto più ti è possibile…Poi convoglia il chakra nella mano destra e sforzarti di pensare di poterla tramutare in foglietti di carta.

~ In un certo senso ora la stava allenando: Akira era un ninja straordinario e su quell’abilità era preparatissimo, e lui ricordava bene il motivo. Mise alla prova la ragazza, dai suoi gesti precedenti ne aveva intuito il potenziale e ora forse per scommessa con lei o forse con scommessa con sé stesso, voleva assolutamente dimostrarle che manipolare gli origami in quel modo non era un semplice passatempo ma una micidiale kekkei genkai. Attese in piedi che la ragazza eseguisse quanto da lui consigliatole: il fisico statuario, il viso dolce e puerile, in netto contrasto, e la posa immobile come quella di un monumento ne tracciavano un sommario ritratto.
Era sicuro di sé come al solito, certo di non essersi sbagliato.

† Quella ragazza ha la stessa abilità di Ruby. Ce la farà di certo.

~ In caso le cose fossero andate come l’Uchiha aveva previsto, la ragazza sarebbe riuscita a tramutare la sua mano in foglietti di carta che avrebbero seguito il vento di Ponente che spirava in quel momento.
Il vento. Proprio lui, avrebbe fatto da cornice a da mezzo allo spostamento dell’Uchiha.
Egli si avvicinò a lei, a poca distanza ora, forse troppo poca. La fissò, per la prima volta la guardò negli occhi senza tenere lo sguardo rivolto altrove. I suoi occhi azzurri e chiari come il ghiacci penetrarono quelli della kunoichi. Era il momento di porre rimedio alla superbia iniziale, in effetti non si era nemmeno presentato.

Io sono Akira…

~ Con la mano destra la scavalcò, quasi allungando il braccio a pochi cm dalla sua testa. Afferrò una farfalla con la mano, per dare un motivo banale e prevedibile per il suo essersi avvicinato così all’improvviso: poi la liberò, lasciandola intatta.
La fissò per qualche secondo, ancora lì davanti a lei, pareva di stare esorcizzando il suo più temuto demone interiore. Una piccola inclinazione verso l’alto delle labbra, quasi un sorriso, ma niente che propriamente lo fosse. Era già incredibile si fosse interessato a lei e le si fosse presentato, un sorriso sarebbe stato troppo, i giorni felici erano ormai passati ed essi non sarebbero mai più tornati, condannati ad un oblio dal quale mai sarebbero riemersi.
Non aveva nemmeno detto il suo cognome, forse per non essere giudicato da quello. Era infatti come che chiunque sapesse della sua appartenenza alla stirpe Uchiha lo temesse sin dai primi istanti, non fidandosi mai di lui, oppure allontanandolo per paura del suo mistico Sharingan.
Nonostante questo, sulla sua spalla vi era il ventaglio del clan cucito finemente sulla giacca in stile anbu, tanto che un occhi esperto avrebbe intuito in ogni caso il suo cognome.
Guardò con un ghigno dipinto sul viso la ragazza, e si allontanò piano da lei. Le diede addirittura le spalle e quando sembrava che stesse girando i tacchi per andarsene le disse ancora qualcosa.

Hai molto da imparare su questa abilità, nessuno ti ha nemmeno mai spiegato quali sono le sue incredibili potenzialità. Io posso farlo, se vuoi.

~ Nessuno meglio di lui conosceva quella tecnica speciale, era stato costretto a documentarsene sin dall’infanzia. Ed era quello il motivo che lo teneva inchiodato lì. E anche un demone, personale, il secondo scopo, il rovescio della medaglia. La sua più grande debolezza, da combattere e da sconfiggere questa volta, non uscendone a capo chino e col corpo trafitto dalle lame del dolore.







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SakurinaChan
view post Posted on 3/9/2008, 19:19




Narrato
Parlato



Rimanevo sempre più esterrefatta dallo strano comportamento del ragazzo che mi si era piazzato di fianco:pareva intendere alla perfezione il mio stato d’animo,oltre ad avere un’aria altamente da superiore.Non si poteva affermare che fosse un tipo che passasse inosservato,in quanto molto carino e vestito in maniera rara per un ninja,però non comprendevo il motivo di tali atteggiamenti.Qualcosa mi spingeva a stargli lontano,senza concedergli troppa confidenza,ma allo stesso tempo,tutte le sue caratteristiche,lo rendevano molto misterioso e mi suscitavano una certa curiosità.Che fare?Io il primo passo l’avevo compiuto col presentarmi,anche se,solitamente,dovrebbe essere il ragazzo a farsi avanti,tuttavia egli sembrava ignorare qualsiasi cosa non cogliesse il suo interesse,mie parole comprese.Volsi la mia attenzione al suo volto:aveva degli occhi bellissimi,che parevano riflettere i colori delle acque oceaniche,perfettamente intonati ai capelli blu;si leggeva benissimo attraverso di essi che la sua vita non doveva essere stata facile,eppure sentivo una certa diffidenza da parte sua,come se non volesse socializzare con nessuno.Ovviamente erano solo impressioni,non avevo alcuna certezza,anche se la mia intuitività difficilmente errava:stava semplicemente fissando l’erba sottostante,oppure era impegnato in qualche strana riflessione?Abbassai lo sguardo anch’io,sospirando:più il tempo passava e più mi accorgevo che la mia incolumità fosse al sicuro,poiché la situazione iniziava ad apparire chiara:era stato attirato qui,esclusivamente dall’arte dell’Origami.Strano che degli shinobi di Konoha la conoscessero,ma poteva essere appresa da chiunque,dunque non sarebbe stato così difficile trovarla in qualsiasi ambito della vita quotidiana o anche in una missione,posseduta da altre persone come un passatempo.In quell’istante,così come era arrivato,il tipo si volatilizzò per materializzarsi nuovamente di fronte a lei,ad una certa distanza.Sussultai:il cuore iniziò a battermi a mille.Come previsto,aveva fatto come se non avessi mai aperto bocca,parlando con la solita voce cupa e profonda di una maniera diversa per sfruttare gli Origami:si era impuntato sul fatto che fosse un’abilità innata.Come potevo tramutare la mia mano in foglietti,e controllarli come volevo?
Co-come dici?No..voglio dire..non è possibile!Nessuno nella mia famiglia aveva capacità del genere,non posso averle ereditate da nessuno..Guarda,adesso te lo dimostro che non ci riesco.
Che baggianate.Non esisteva una Kekkei Genkai del genere,non se ne era mai sentito parlare di come utilizzarla come se fosse un’arma:era un’arte ed un passatempo,nulla di più.Però la carta aveva alte capacità taglienti,se saputa utilizzare con la dovuta accuratezza.Un dubbio mi balzò alla testa:e se avesse ragione?Deglutii e mi guardai gli arti superiori;erano veramente capaci di tramutarsi in pezzetti di carta,ai miei ordini?Non potevo saperlo,se non provando a fare come dettomi dallo sconosciuto.Fidarmi o no?Ma sì,tanto non avevo nulla da perdere!Concentrai tutte le mie forze nella mano destra e nella mano sinistra,pensando,nella mia mente,di vederle tramutate in piccoli pezzetti bianchi volteggianti nell’aria,guidati dal vento.Inizialmente sembrò non succedere nulla,difatti mi rassegnai ed alzai le spalle,come per dire che avevo ragione io;esattamente a quel punto,le mani iniziarono a frammentarsi in tanti piccoli foglietti che presero le sembianze di bellissime farfalle e poi volarono intorno a me,secondo i miei comandi.Istintivamente mi guardai le mani:si erano rigenerate in quei secondi successivi.Rimasi a bocca aperta:era davvero un’abilità innata sorprendente,il ragazzo ci aveva azzeccato.Lo guardai in maniera interrogativa:doveva saperne molto di più sull’argomento.Sparì,per l’ennesima volta,ritrovandosi subito dopo a pochissima distanza da me,con il braccio destro che mi aveva scavalcato la spalla,probabilmente per poggiarsi sul tronco dell’albero.Feci di tutto per evitare di tremare e mostrare il mio lieve timore,però non ottenni un risultato tanto soddisfacente,in quanto la mia espressione mi tradiva facilmente.Finalmente pronunciò il suo nome,Akira,dopodichè tentò un sorriso e si allontanò,volgendomi le spalle;fu allora che notai il simbolo che portava cucito sulla giacca:un ventaglio,che non mi era per niente nuovo;al contrario,avevo la certezza che appartenesse ad uno specifico clan di Konoha,ma quale?I miei pensieri furono interrotti nuovamente dal suo tono di voce:voleva aiutarmi davvero a sviluppare e far crescere questo potere,o forse sperava di ottenere qualcosa in cambio?Non me ne importava,volevo testare fino a dove arrivavano le mie capacità!
Ci sto.Stai tranquillo non ti farò troppe domande,mi limiterò ad ascoltare ed eseguire quello che mi dirai,come se tu fossi il mio Sensei!Spero di poter ricambiare il favore un giorno,Akira-San.


 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 17/9/2008, 00:43





..:: ۞ Guardian Angel ۞ ::..



~ Narrato
Pensato
Parlato



~ ..:: ۞ ::.. ~



~ Quella ragazza, nemmeno l’aveva guardata in viso, preso com’era dalla manifestazione dei suoi poteri. Solo in quell’istante si fermò un secondo ad osservarne la forma, la demoniaca essenza appariscente delle donne che strega anche gli uomini più duri: era una ragazza senza dubbio graziosa, con dei lunghi capelli arancioni e con un fisico che avrebbe fatto perdere la testa a qualunque eterosessuale sulla faccia della terra. Tranne lui: le donne erano state la sua più grande debolezza, lo avevano distolto dal suo obiettivo. E se, come si dice in gergo, dagli errori si impara, lui aveva fatto sua la lezione impartitagli da quelle esperienze. Aveva dovuto scegliere tra una vita serena, nella norma e, forse felice, e il raggiungimento del suo obiettivo. Aveva optato per la seconda e con la saggezza che da sempre lo contraddistingueva era stato conscio del fatto che un scelta è una rinuncia per sua stessa natura: non si può stare con due piedi in una scarpa, una scelta escluse l’altra. Niente più donne nella sua vita, dunque. Temeva quel demone interiore più di ogni altro e a quanto pare, dinanzi a quella kunoichi aveva avuto l’ennesima conferma di averlo esorcizzato. Non v’era odi verso il genere femminile, bensì la solita indifferenza che testimoniava chiaramente le cose non degne di attenzione per l’Uchiha. Ovvero ogni cosa che trascendesse dal suo obiettivo. Freddo e cinico, era Akira dopotutto.
Sotto gli occhi azzurri e gelidi dell’Uchiha, Sasame era riuscita a risvegliare la sua abilità innata. La ragazza era scettica sin dalle prime battute, ma Akira si aspettava tale reazione dal principio. Poi però, ebbe la conferma che aspettava, da quando l’aveva notata: possedeva la Kekkei Genkai della Manipolazione degli Origami.
Cominciava dunque una nuova missione: la ragazza, sorpresa dalla predizione di Akira, si doveva essere trovata spiazzata e chiedersi come quella figura dai capelli blu conoscesse qualcosa di cui nemmeno lei sapeva l’esistenza all’interno del suo corpo. Dopo la prova di aver avuto ragione, l’Uchiha si era cacciato in un dovere: allenarla, addestrarla affinché riuscisse a sfruttare quella abilità innata in combattimento, per proteggersi. Lo avrebbe dovuto fare con quella ragazza, quando era piccolo, ma non fece in tempo, la ignorò come al suo solito. Se ne pentiva tutt’ora, i rimorsi talora riaffioravano. E la redenzione ora era servita, in un piatto d’oro.

Questa ragazza ha potenziale…Farò quello che avrei dovuto fare con te, Ruby.

~ Akira era rimasto ad osservarla con gli occhi quasi socchiusi, avvolto nella sua impenetrabile aria fredda e distante. Aveva previsto tutto dall’inizio, come sempre. Da tempo i suoi occhi non si sgranavano increduli dinanzi ad una sorpresa.
Poi, un paio di passi, lenti, rumorosi. La polvere che si sollevava da terra, l’arba che si piegava sotto i suoi calzari. L’aveva raggiunta, camminando a testa bassa permettendo che i suoi capelli ottenebrassero il suo dolce viso. Un contatto, quasi un rintocco. Poggiò la mano destra sulla spalla della ragazza di nome Sasame e poi alzò il capo, guardando verso l’alto, nel vuoto. Pensava, rifletteva, gli occhi erano velati da una parvenza di dolore represso e condannato a contorcersi incatenato nel fondo della sua anima, troppo pericolose per uscirne. Poi ,qualche parola, lenta, misteriosa, come al solito, il tono di voce era cupo, più del solito.

Sai, ragazzina…Mi ricordi lei…Possedeva la tua stessa abilità Innata…e come te sosteneva che fosse solo un passatempo, che non gli servisse…In realtà aveva solo paura di risvegliarla, per non temere di ferire persone a lei care o peggio…Essere chiamata Mostro…Tutti noi portatori di Kekkei Genkai lo siamo a parere della gente comune…Ci temono e ci allontanano…Io…Avrei dovuto salvarla…Avrei dovuto insegnarle come proteggersi…E invece ebbi compassione…La lasciai decidere…Morì poco dopo, uccisa brutalmente senza capacità di difendersi…Se solo…mi fossi imposto…Adesso però…Non permetterò che succeda lo stesso a te, Sasame-San. Ogni cosa di cui mi renda protagonista è per me stesso…Sono egoista, totalmente…Anche questo…Lo faccio affinché la mia anima mi lasci dimenticare i miei errori passati…Ma…

~ La sua mano si sollevò dalla spalla della kunoichi, i loro volti erano affiancati, lateralmente, quello di Akira era alla destra di quello della ragazza, così che fosse sopra la sua spalla destra. Il capo dell’Uchiha tornò a chinarsi e i capelli ad offuscarne i lineamenti candidi come la luna.

Ti proteggerò, ti insegnerò a proteggerti utilizzando la tua abilità…Ti renderò forte, Sasame-San. E non dovrai darmi nulla in cambio…

Così, potrò redimermi dalla mia negligenza passata…

~ Akira la superò, non aveva idea di che effetto avesse fatto su quella ragazza il suo discorso, infondo lei non lo conosceva, non sapeva che anche più di due parole in fila uscite dalla sua bocca erano una eccezione e che l’interesse nel far migliorare qualcuno era la bramosia di tutti gli studenti di Konoha. Era uno shinobi eccezionale, qualsiasi ragazzino avrebbe voluto essere allenato da lui. Ma questi non si era mai interessato a nessuno di loro, era totalmente egoista. Ma ora quell’egoismo convergeva con la necessitò di proteggere quella kunoichi che così poco conosceva di lui, del suo carattere chiuso, del suo cuore infranto dalla sofferenza, del suo animo prostrato dalla sofferenza, della sua mente rivolta esclusivamente al raggiungimento del suo vero obiettivo.
Si allontanò pian piano, conscio di aver mostrato un lato di sé che nessuno aveva mai potuto dire di aver conosciuto. Voleva scacciare quel fantasma, combatterlo e allontanarlo per sempre, per essere quieto e concentrarsi solo sul suo obiettivo vitale.
Mentre la ragazza era ancora di spalle, continuò a parlare, ora con tono più disteso, il tema era nettamente differente.

Quindi…Impegnati, sarò spietatamente esigente…Cominciamo.

~ Un ghigno comparse sul suo viso, era l’unica espressione che riuscisse ad assumere che si discostasse dall’apatico distendersi del suo volto, disinteressato da ogni persona o cosa che lo circondasse. Le sue parole erano un mistero, da sciogliere. Chissò se quella ragazza ci sarebbe riuscita, comprendere il suo animo era praticamente impossibile.

Come hai notato, sei riuscita solamente a trasformare in carta una tua mano e inoltre non hai dato ad essa una forma ben precisa. Nonostante ne avessi avuto l’impressione, non sei ancora i grado di comandare a piacere la direzione dei tuoi origami. Essi sono semplicemente stati spostati dalla corrente. Adesso, ti insegnerò a controllarli a tuo piacimento, quella carta diverrà la tua difesa.

~ Attese che si voltasse e poi prese a parlarle: per essere più diretto la fissò negli occhi, consapevole che l’azzurro ghiaccio dei suoi fosse a metà tra l’inquietante e il meraviglioso. Trafisse gli occhi di lei, decisamente profondi e belli anch’essi, per spingerla a prendere su serio le nozioni che andava a inculcarle.

Oggi, fino a notte fonda, sosterrai un allenamento che si dividerà in tre fasi: prima di tutto, dovrai rilasciare nuovamente dalle mani la carta, non casualmente ma a tuo piacimento, devi potertene servire in ogni caso tu lo necessiti. Dopodiché dovrai imparare a muovere tramite il chakra quei foglietti: è una tecnica complessa, dovrai impastare chakra dentro ognuno di essi. In accademia ti avranno di certo insegnato a padroneggiare il chakra adesivo per camminare sull’acqua o degli alberi. Il principio è lo stesso, dovrai immettere u po’ di chakra su ognuno di questi foglietti, così potrai comandarli a distanza. Il secondo passo sarà quello di trasformare entrambe le braccia in foglietti, a questo devi arrivarci da sola. Richiederà molto chakra, ma ce la farai. La quantità di origami che potrai produrre così aumenterà esponenzialmente.
Per ultima cosa, dovrai imparare a controllare tutti questi foglietti, sarà decisamente più difficile rispetto a quanto non lo sia muovere la carta che generi da una sola mano. Concentrati e ricorda: devi spremere fino all’ultima goccia di chakra e non preoccuparti del resto, ci sarò io a vegliare su di te. Visualizza l’immagine di un filo sottile, tanto sottile da essere tagliente e poi trasforma questo pensiero in quello delle tue braccia che diventano foglietti di carta. Forza, Sasame-San, non abbiamo molto tempo. Comincia.


~ Una spiegazione perfetta, nemmeno il miglior sensei avrebbe potuto renderla più esauriente. Era preparatissimo sull’argomento, non si era dato pace dopo la morte di Ruby, studiando fino all’esaurimento nervoso le proprietà di quella innata. L’allenamento non sarebbe finito lì, c’era tantissimo da insegnarle, ma per il resto c’era tempo e la gradualità dell’apprendimento era fondamentale.
Si sarebbe fatta notte, la ragazza sarebbe dovuta rimanere ad allenarsi per due giorni.
Akira si appostò vicino ad un albero imponente, poggiando la gamba destra sul tronco e quella sinistra diritta al suolo. Incrociò le braccia e assunse il suo tipico atteggiamento apparentemente disinteressato, ma in realtà avrebbe seguito ogni gesto della ragazza, senza intervenire, poiché era convinto che per divenire davvero forte avrebbe dovuto imparare da sola, dai propri errori.

Finalmente mi libererò di questo peso, Ruby-Chan…







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Off GdR

Yos, tocca a te. Mi limito a darti un paio di indicazioni: gestisci questo post in maniera graduale, facendo imparare alla tua pg le cose gradualmente e non per caso. Inoltre non tralasciare la parte ruolata, è importante la situazione per le motivazioni della tua pg. Mi aspetto un bel post, prenditi il tempo che desideri.
Ad allenamento terminato, sarà notte e la tua Pg dovrebbe svenire o comunque accasciarsi stremata. Descrivi sino a quel punto, poi continuo io col mio post.






~ ..:: ۞ ::.. ~

 
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SakurinaChan
view post Posted on 5/10/2008, 21:24




Narrato
* Pensato *
Parlato



Quel pomeriggio stavano accadendo troppe cose tutte insieme,per questo la mia testa era cosparsa di mille pensieri,incapace di distogliere l’attenzione dal più piccolo al più grande:non potevo credere ai miei occhi,eppure possedevo un’abilità innata,un qualcosa di solo ed esclusivamente mio,che conoscevo come un comune hobby ed invece si era rivelato molto ma molto di più.Sentire il mio potere ampliarsi in questo modo non poteva che sortire un buon effetto sulla mia sicurezza ed il mio ottimismo:una volta imparato a gestire l’arte dell’Origami,sarei diventata ancora più forte di quel che ero già,il che implicava un passo avanti alla realizzazione del mio obiettivo!Non vedevo l’ora di iniziare,ed apprendere da Akira,il Genin del villaggio della Foglia che improvvisamente mi era apparso accanto,illustrandomi come fare a sviluppare l’abilità.Inizialmente pensavo scherzasse,specialmente perchè nessuno all’interno del clan era dotato di tecniche del genere,dunque non potevo averla ereditata da altre persone,ad eccezione forse di un qualche lontano parente ormai defunto da tempo;poi,quando vidi che le mie mani si erano trasformate in piccole farfalle cartacee,capii che aveva ragione sin dall’inizio,doveva aver già visto qualcosa di simile da qualche parte.Era misterioso,quasi tenebroso per la sua tonalità di voce fredda e profonda,oltre ai suoi atteggiamenti,però non sembrava affatto cattivo,dato che si era offerto di aiutarmi a migliorare;si era interessato a me ed alle mie cose,nonostante fossimo sconosciuti,provenissimo da posti diversi,e avremmo potuto essere nemici nelle prossime fasi dell’esame.Che cosa lo spingeva a tutto ciò?Dalla sua espressione e dai suoi occhi non riuscivo a leggere nulla,era bravo a non lasciar trasparire i suoi sentimenti utilizzando la maschera della riflessione;sempre più grande era il punto interrogativo ad ogni momento che passava,così come la mia curiosità di scoprire la sua vera identità.Nah,infondo mi dovevo impicciare degli affari miei:chi ero io per voler sapere tutto di tutti?Assolutamente nessuno,in quanto persona comune e momentaneamente insignificante.Solo che..lo trovavo particolarmente interessante,ecco tutto,mi sarebbe dispiaciuto vederlo triste..ed in tal caso,se ci fosse stato un modo per tirarlo su,l’avrei aiutato volentieri.Ricercai i suoi occhi..
* Che tipo strano..non vorrei disturbarlo chiedendogli di allenarmi.. *
..senza successo.Prima era girato da un’altra parte,poi aveva cominciato ad avvicinarsi con passi lenti e leggeri,con il volto coperto dai capelli blu.Il cuore cominciò a palpitare fortemente:paura,ansia,gioia,non me ne riuscivo a rendere conto.Avevo solo la certezza che prima o poi sarebbe arrivato a poca distanza da me,ed a quel punto che cosa sarebbe accaduto?Mi avrebbe attaccato,mi avrebbe parlato,o cosa?Ero immobile,in piedi,col vento che soffiava leggermente scompigliandomi i lunghi capelli in direzione di Akira;come paralizzata,non ce la facevo a smuovere il minimo muscolo,ed ero sicura che il ragazzo se ne sarebbe accorto senza troppi problemi.Dannata me,che riuscivo sempre a fare figuracce davanti a chiunque,per colpa del mio scarso controllo dei sentimenti!Situazioni come questa ne avevo vissute parecchie,ed ogni volta era la stessa storia,che rabbia!Sussultai,dopo aver socchiuso gli occhi ed aver sentito un contatto esterno:la sua mano si era posata delicatamente sulla mia spalla.Bastò questo affinchè tutte le mie funzioni tornassero alla normalità:sapeva farmi stare a mio agio anche con dei piccoli ed insignificanti gesti?No,mi sbagliavo:non era un gesto privo di qualsiasi valore,significava forse garbo e gentilezza,niente che avesse a che fare con qualcosa di male.Istintivamente si formò un lieve sorriso sulle mie labbra,intanto che egli volgeva lo sguardo al cielo ancora illuminato da un tiepido sole,ostacolato però da qualche nuvola rimasta dalla pessima mattinata.Non avevo più paura,non ero più tesa,non ero più felice,bensì ero tranquilla e rilassata come non mai.Qualche secondo di silenzio,poi intonò la sua voce cupa e profonda,talmente misteriosa che nessuno avrebbe potuto evitare di ascoltarla,o almeno questo era il mio pensiero.Raccontò una storia un po’ triste,che nascondeva del grande risentimento.Ecco il perchè del suo comportamento:gli ricordavo quella persona che aveva perso,quell’amica che possedeva la mia stessa abilità innata dell’Origami e che adesso non esisteva più,per cause veramente terribili.Mi veniva quasi da piangere a me,potevo benissimo immaginare quale dolore portasse nel cuore lui.Abbassò la testa,adesso eravamo più vicini che mai:voleva proteggermi,voleva aiutarmi,ed io non potevo che accogliere queste parole,anche se suonavano più come richiesta per liberarsi del rimpianto che portava da tempo.
Ti ringrazio molto..
Mi superò,dandomi le spalle.La mia frase era corta,e povera di significato,ma non avrei saputo che cosa altro dire in un momento difficile come quello:temevo di ferirlo e peggiorare la situazione,oppure di sembrare troppo menefreghista ed opportunista nel pronunciare una battuta scherzosa.Infondo la gratitudine era il sentimento che al momento aveva preso possesso del mio cuore,dunque,benché le parole fossero poche e sciocche,erano sincere al massimo.Non avrebbe neppure voluto qualcosa in cambio,come potevo non provare affetto verso una persona del genere,nonostante non la conoscessi minimamente,tranne per la confidenza sull’amica defunta.Il tempo sembrava essersi fermato:tutto era inverosimilmente fermo,non tirava un filo d’aria,ed anche noi contribuivamo a tale situazione,rimanendo in silenzio e girati di spalle.Fu nuovamente Akira a parlare,però in maniera lenta e tranquilla,molto diversa dal solito,di conseguenza ne fui molto sollevata:cambiando argomento di discussione si voltava automaticamente pagina,imponendoci di pensare ad un nuovo obiettivo,che per me coincideva con il pieno sviluppo dell’innata,mentre,per il Genin,significava farmi da sensei di una materia che conoscevo a fatica,pertanto sarebbe stato decisamente più difficile completare questo addestramento.Sorrisi:non ero certo qui per mollare di fronte a simili problemi,al contrario avrei lottato fino a prosciugare tutte le mie forze per dargli soddisfazione.Come da lui precisato,prima ero riuscita a trasformare la mia mano in piccoli foglietti per puro caso,forse addirittura mi era stata data una mano dal destino,che voleva a tutti i costi farmi notare il mio latente potere.Tanto per cominciare,dovevo apprendere il perfetto controllo della carta,in modo da crearne una potente arma d’attacco e di difesa.Mi voltai in direzione del “maestro”,incontrando finalmente i suoi occhi dopo tanto tempo:erano chiarissimi,ma allo stesso tempo cupi e profondi,emanavano la solita aura misteriosa,caratteristica principale del suo ego,a quanto avevo compreso.All’inizio ero rimasta terrorizzata dalla capacità penetrativa del suo sguardo all’interno del mio,tuttavia,se prima avrei calato la mia faccia verso il basso,adesso la mantenevo tranquilla e rilassata,poiché non avevo nulla di cui allarmarmi.Mi limitai a prestargli attenzione..
* Si comincia.. *
Come primo incarico,mi era stata assegnata la padronanza della scomposizione delle mani in foglietti,per poi imparare ad infondervi chakra e controllarne il moto;infine,come secondo incarico,mi sarebbe spettata la scomposizione delle intere braccia ed il conseguente controllo della carta da me creata.Era stato chiarissimo e precisissimo nella spiegazione,non avrei potuto chiedere di meglio;come aveva detto anche lui,ci avrei messo parecchio tempo ad assimilare il tutto,ma non avevo fretta,in quanto era pieno pomeriggio ed avevo tutta una nottata davanti per dimostrargli le mie capacità.Non appena constatai che il Genin aveva preso posizione appoggiato ad un albero,non esitai a cominciare:era tutta una questione di testa,più riuscivo ad immaginarmi ed a volere il compimento di una certa azione in un determinato modo,più erano le probabilità che essa si realizzasse.Era ovvio che ciò non era sufficiente,perchè erano richieste la concentrazione ed una grande padronanza delle arti ninja,che per fortuna non mi mancavano,sicchè non ci avrei dovuto impiegare troppo almeno a portare a termine la prima fase.Distesi le braccia leggermente in avanti,con i palmi delle mani rivolti verso il cielo.Punto primo:chakra,lo sentii fluire all’interno del mio corpo,pronto anch’esso ad aiutarmi,dunque lo accumulai in piccola parte sulla zona terminale dei miei arti,immaginando di doverlo scindere.Punto due:concentrazione ed intensione;mi sforzai di eseguire la dovuta azione,stringendo i denti e liberando l’energia che avevo raccolto poco prima,eppure il risultato non fu così positivo come quello che mi sarei aspettata:la carta che stava svolazzando sopra di me era troppo poca,inoltre non aveva una forma ben precisa,dannazione!Dovevo riprovare subitissimo.Attesi che la mano si rigenerasse,dopodichè riprovai lo stesso metodo precedente,però impastando più chakra nella zona interessata,sperando di raggiungere uno stadio migliore:prese vita una piccola moltitudine di fogli,decisamente di quantità maggiore,però non era sufficiente,dato che qualcuno era rettangolare,qualcuno triangolare e qualcuno non si poteva associare a nessun elemento materiale.Tsk,così non andava affatto bene,iniziavo a preoccuparmi:pensavo che i primi passi fossero i più semplici ed invece mi ero dovuta ricredere,date le circostanze.Era più facile a dirsi che a farsi,tuttavia..stavolta ce l’avrei fatta!
* Forza Sasame non arrenderti! *
Flessi leggermente le braccia in avanti,inoltre divaricai le gambe,piegando le ginocchia quel poco che bastava per tenere l’intero corpo in tensione,pronto a reagire a qualsiasi impulso il cervello gli avesse inviato.Chiusi gli occhi per immaginarmi la scena come se fossi nei panni di uno spettatore:feci scorrere il chakra fino alle mani,accumulandovelo in quantità analoga a quella della volta precedente,ovvero né troppa né troppa poca,quindi pensai di produrre un gran numero di pezzetti di carta dalla forma quadrata,tutti uguali spiccicati.Aprii di scatto le palpebre e liberai tutta l’energia:proprio come avevo stabilito,tanti quadratini bianchi fluttuavano sopra la mia testa,lasciandosi cullare dalla leggera brezza che mi avvolgeva.Ripetei il passo appena portato a termine,così da incrementare la quantità di carta intorno a me ed ammirare l’operato:a questo punto potevo dire che la prima fase dell’allenamento poteva dichiararsi conclusa per metà.Come fare a controllare tutto quel che avevo creato?A fare due più due erano capaci tutti:poiché la carta conteneva il mio chakra,essa avrebbe dovuto obbedire automaticamente ai miei comandi.Purtroppo,come mi aspettavo,non era così semplice.Mi voltai verso l’albero che era rimasto alle mie spalle,a circa due metri,e me ne allontanai di altri tre:per testare la padronanza sulla carta,i miei obiettivi erano farla volteggiare intorno a me per un certo periodo di tempo,per poi scagliarla,al mio via,contro il tronco.Lo spettacolo era bellissimo da vedere:decine di quadratini formavano una specie di vortice attorno al mio busto,alle mie gambe,alla mia testa,quasi fosse una barriera mistica;peccato che i singoli pezzetti non si muovevano secondo un preciso moto circolare uniforme:qualcuno andava più veloce degli altri,qualcuno seguiva un’orbita ellittica,qualcuno mi si scontrava pure addosso,provocandomi leggeri taglietti in diverse parti del corpo.Cavoli,era più dura di quanto credessi,e pensare che per ora,questa,era la carta sfruttabile da solo le mie mani.Non osavo neppure sfiorare l’espressione di Akira:la sua aria,ora come ora,invece di darmi fiducia e sicurezza,avrebbe peggiorato la situazione,mandandomi in crisi,cosa che momentaneamente stavo evitando.Piano piano osservavo che il chakra della carta rispondeva sempre più ai miei richiami..
* Forza Sasame,questo non è il momento di arrendersi! *
Strinsi i denti ed aumentai il flusso di chakra all’interno del mio corpo,sforzandomi di imporre la mia volontà su quella del vento,per costringere le mie creazioni a seguire i miei ordini senza che venissero influenzate da altri agenti esterni.Avanti,solo un poco di più..Intanto che qualche gocciolina di sudore iniziava a farsi vedere sulla mia fronte,avevo raggiunto il primo obiettivo,sì!Adesso i foglietti percorrevano tutti una precisa traiettoria alla stessa velocità.Sorrisi,esultando dentro me stessa,per poi utilizzare ulteriore energia per lanciarli tutti contro l’essere vivente che avevo di fronte.Era incredibile la potenza di questa abilità..non credevo che semplice carta potesse avere potenza d’attacco tale da tagliare persino un albero.Sospirai e mi asciugai la fronte con la mano destra:ero già progredita,ma avevo fatto tanta fatica,utilizzando almeno un quarto della mia riserva di chakra;tutto il resto sarebbe stato impiegato per la prossima,più complicata,fase.Osservai i miei arti superiori:potevo veramente riuscire a trasformarli per intero?Sì,se me l’aveva detto Akira dovevo crederci!Le distesi interamente di fronte a me,parallelamente al terreno e vi infusi la metà del chakra che mi era rimasto,pensando di scomporle in tanti piccoli frammenti come avevo fatto per le mani.Tsk,il controllo di esso mi sfuggiva,tanto che sentivo la sua instabilità.Non dovevo mollare,tantomeno perdere l’attenzione!Vi accumulai ancora un’altra parte di quel che mi restava,approdando ad una migliore situazione:finalmente potevo avvertire equilibrio e stabilità,dunque ero in grado di stare più tranquilla per gestire meglio l’applicazione dell’Origami.Uno,due e tre:un unico sforzo per la realizzazione di un unico fine.Il chakra ribollì dentro di me come fiamme feroci che,trovata legna da ardere,cominciano a fare il loro corso:le braccia svanirono istantaneamente,diventando identici quadratini di carta.Avevo creato un caos tutt’intorno:molti origami continuavano a fluttuare,altri si adagiavano a terra,altri prendevano direzioni diverse in base alle varie correnti..no!Non dovevo lasciarmi sfuggire tutto proprio ora!Provai a far leva sull’energia di cui mi ero già servita,però non bastava;restava solo una cosa da fare:prosciugare tutte le mie risorse,fino all’ultima goccia.Le ultime forze,le ultime intensioni,le unii nell’unico ed ultimo tentativo che mi era concesso:migliaia di Origami,riuscivo a domarli tutti,dal primo all’ultimo.Per prima cosa,li feci tutti radunare a destra,poi a sinistra ed infine formai un vortice,proprio come prima.Non ci credevo..era meraviglioso!Guardai il Genin,sorridendo,ed eslamai:
Yatta!Ce l’ho fa..
Non terminai la frase.Crollai,priva di qualsiasi energia,contenta del lavoro che avevo appena svolto.


 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 10/10/2008, 18:34





..:: ۞ Hold U Tight ۞ ::..



~ Narrato
Pensato
Parlato



~ ..:: ۞ ::.. ~



~ Quiete. Il silenzio e la pace tanto cari all’Uchiha regnavano sovrani dopo la spiegazione e i relativi compiti assegnati alla nuova allieva che akira aveva voluto fortemente allenare per rendere più forte. A movimentare quello scenario tiepido vi erano solo le azioni della giovane kunoichi del Villaggio del Suono che si dava da fare in maniera incredibile per riuscire a controllare al meglio la sua Kekkei Genkai, il controllo degli Origami. Sotto lo sguardo vigile e severo del suo maestro la ragazza faceva progressi notevoli, a quanto pare la capacità latente che Akira aveva visto in lei era vogliosa di manifestarsi e con ardore immane contribuiva ai successi che Sasame stava compiendo progressivamente durante l’arco della giornata, giornata che lentamente stava incamminandosi verso la sua fine. Il sole dapprima si fece più pallido, per poi nascondersi al colmo della sua timidezza dietro l’orizzonte.
In quel paesaggio denso di luce rossastra che si rifletteva sui vividi fasci d’erba che coloravano lo sfondo, la ragazza stava dando il meglio di sé mostrando una forza di volontà straordinaria; non guardò Akira nemmeno una volta, probabilmente preoccupata dal’espressione che il Sensei avrebbe potuto avere. Il tempo trascorreva rapido e la notte era prossima: nonostante ciò, la kunoichi continuò senza risparmiarsi.

Tsk, che ragazza incredibile: non solo sta mettendo in mostra una determinazione incredibile, ma sta persino riuscendo in tutti i compiti che le ho assegnato senza il mio aiuto, imparando dai propri sbagli correggendosi autonomamente. Apprezzo il fatto che non cerchi conforto nel mio sguardo, vuole basarsi sulle sue sole forze: questa kunoichi è molto più di quanto ci si aspetterebbe da un Genin, possiede qualità interiori che rendono grande qualsiasi persona. Ha portato a compimento tutte le richieste, e l’ha fatto migliorandosi progressivamente, e ora come ora ha raggiunto un buon livello nel controllo della sua innata. Il mio metodo funziona. Mi chiedo come faccia a stare ancora in piedi…

~ Akira osservava la scena all’ombra di un albero, non si era mosso un centimetro dalla sua posizione iniziale. Amava crogiolarsi in quei silenzi amici della riflessione.
Ad un tratto, la kunoichi però mostrò evidenti segni di stanchezza psico-fisica, per poi crollare pochi secondi dopo. Disse alcune parole, voltandosi finalmente verso il suo sensei, raggiante e con uno sgargiante sorriso, entusiasta per aver soddisfatto ogni richiesta del suo maestro.
Disse qualcosa, un cenno di esultanza, ma la sua frase fu mozzata dal calo improvviso di energie che la assalì.
Akira si volatilizzò letteralmente dalla sua posizione e con uno scatto prodigioso riapparve accanto alla ragazza prendendola al volo prima che toccasse terra: con le due mani la sorresse, tenendola con una dai fianchi e l’altra da sotto il collo. Lei aveva ancora il sorriso dipinto sulle labbra per la riuscita della sua impresa, e l’uchiha per qualche secondo si soffermò a guardarla. Forse era quello vivere, gioire dei piccoli traguardi e godere dei progressi; lui invece non si rassegnava mai, era in competizione con sé stesso e mai si riteneva soddisfatto del punto a cui giungeva, poiché riteneva che una volta raggiuntolo dovesse puntare a uno più alto. Per lui quello era vivere: non gioire die traguardi raggiunti ma sfidarsi in continuazione.

Chissà…Forse ha ragione lei…Mi ricorda così tanto Ruby…

~ Un flash lo assalì: ricordò tutto d’un tratto le immagini sfocate della sua amica d’infanzia deceduta. Le sovvennero i momenti che avevano condiviso, pochissimi a dirla tutta, ma improvvisamente gli affiorarono anche le ultime visioni che di lei aveva potuto godere: in un lago di sangue, morta, la portava in braccio proprio come ora l’uchiha stava facendo con la piccola Sasame.
Istintivamente la strinse a sé, il ricordo di quella scena lo aveva provato e sconvolto leggermente, facendogli perdere per qualche istante la cognizione della realtà: aveva aumentato la forza della stretta e aveva quasi premuto la ragazza al suo petto. Ritornato con la mente al presente, subito la distanziò e alleggerì la prese, infondo forse la ragazza era caduta in uno stato di incoscienza ma si sarebbe potuta destare in ogni istante.
Dopo pochi e lenti passi, la poggiò per terra, con delicatezza.
Si allontanò a passo silenzioso e flemmatico e dopo aver estratto la sua katana dal fodero, tagliò una decina di robusti rami dell’albero sotto al quale prima riposava e li dispose uno sopra l’altro ammassati a poca distanza dalla ragazza.
La guardò ancora, questa volta i suoi occhi glaciali rimasero per un po’ incantati a contemplare la grazia di quella fanciulla che giaceva lì addormentata dopo una giornata molto provante come quella. Avrebbe voluto carezzarla, avvicinarsi a lei, ma sapeva di non esserne in grado. Non lo era mai stato. Non aveva mai saputo manifestare il proprio affetto ,e in realtà non ne aveva mai nemmeno provato.
Distogliendosi da quel pensiero compose dei sigilli con rapidità disarmante e moderando il flusso del chakra al minimo sputò una fiamma di piccola entità, un derivato della Goukakyuu no Jutsu, che servì ad accendere il fuoco e riscaldare il corpo della ragazza che giaceva distesa sull’erba i quella umida nottata. Il fuoco, sacro elemento del clan Uchiha, la avrebbe protette per l’intera notte.
Akira frugò per un secondo nello zaino che si era portato dietro ed estrattone un lungo mantello nero che sarebbe servito a riscaldarlo in caso di giornate particolarmente rigide, lo pose sul corpo della ragazza, in modo da non farle patire l’umidità.
Tutte quelle cure erano estranee al suo modo di fare e nel farle il ragazzo si sentiva decisamente non a suo agio. In ogni caso, erano necessarie, se avrebbe voluto che la ragazza all’indomani fosse stata i grado di proseguire l’allenamento.
La guardò per un’ultima volta, mentre riposava inerte.

Già…Ormai il debito con Ruby dovrebbe essere stato ripagato, non ne sento più la presenza all’interno del mio animo. Me ne sono liberato…Ma ora ho altro che devo protare a termine…Devo renderla davvero forte, in grado di proteggersi…

Riposa bene…

~ Sussurrò una fredda buonanotte, per quanto si sforzasse era il massimo che sapeva dire, conscio anche che non lo avrebbe probabilmente sentito, o forse l avrebbe fatto, ma non ci stette a ragionare su.
L’Uchiha saltò su un albero di proporzioni colossali e si mise seduto su un ramo parecchio possente, tanto da reggerlo senza il minimo cedimento. Posò la schiena sul corpo del ruvido tronco e distese le gambe sul lungo ramo. Sulle note intonate dal canto dei gufi, la notte trascorse così, tranquilla, solenne, silenziosa, umida, lucente nella sua oscurità, rischiarata da mille stelle.


~ ..:: ۞ ::.. ~



~ Era ormai prossima l’alba e la palla di fuoco che giaceva lontana nel fondo dell’universo si risvegliò, irradiando di calda luce rossa gli umani e le loro disgrazie.
Akira sentì un rumore provenire alle sue spalle, a quanto pare la piccola Sasame si era risvegliata. Chissà cosa avrebbe pensato di quella coperta rudimentale, chissà se avesse ancora intenzione di continuare quell’allenamento estenuante a cui l’Uchiha la stava sottoponendo.
Akira non aveva chiuso occhio, intenzionalmente, un po’ perché colmo di pensieri che lo tormentavano ormai da troppo tempo, un po’ perché non avrebbe mai permesso che potesse capitare qualcosa alla sua allieva, così era rimasto a vegliare su di lei per l’intera notte, ma ora non dava alcun segno di stanchezza.

Ti sei svegliata finalmente…

~ La sua voce profonda e cupa risuonò nel silenzioso paesaggio mattutino.
Era rimasto ancora in quella posizione, seduto su quel possente tronco. Il sole appena spuntato baciava il suo volto pallido come la luna. Ad occhi esterni sarebbe risultato folle qualcuno che non dormiva perché pensava: eppure, era parte di Akira, questo atteggiamento mai esplicito, sempre misterioso. Nessuno avrebbe mai saputo cosa frullava in quella sua testa contorta.
Scomparve improvvisamente e le riapparve dinanzi, a qualche metro di distanza, per poi cominciare a parlare. Aveva un’espressione seria, composta, apatica, come al solito, così come al sua voce.

Ieri hai fatto progressi incredibili…Ma è oggi che imparerai davvero a sfruttare ciò che hai appreso ieri…Infondo sai solo creare dei rettangoli di carta tagliente, ma devo insegnarti a usarli a tuo vantaggio, tramutandoli in poderosi attacchi o impenetrabili tecniche difensive. E inoltre c’è una cosa che voglio mostrarti…

~ Akira indicò alla ragazzo di produrre un paio di fogli dei quali subito si impossesso. Richiamò il chakra nella mano destra e in quella sinistra, sdoppiandolo: nella destra il foglio venne bruciato da una intensa vampata di fuoco, nella destra si sciolse a contatto con uno spruzzo d’acqua. Manipolazione delle proprietà del chakra, argomento ignoto persino i Jonin di Konoha, lui riusciva a governare quasi tutti i tipi di chakra e ciò che aveva ancora più del sorprendente era che riuscisse a impastare due tipi di alterazione di chakra diversi nello stesso movimento con facilità disarmante.
Ma probabilmente sasame non avrebbe colto la grandezza di quel gesto, volutamente contenuto. Non era quello lo scopo della sua dimostrazione.

Come vedi, devi fare attenzione agli attacchi elementali, se non vuoi che i tuoi origami vadano a farsi benedire i pochi istanti. Ricorda che sono pur sempre fatti di carta, sebbene la loro composizione sia leggermente diversa…Quindi stai in guardia quando te ne servi…Detto ciò…

~ Un ghigno comparve sul suo viso e ne tracciò il profilo, chiaramente indicando una motivazione diversa da quella del giorno precedente: non c’era più la necessità di allenarla per riscattarsi dalle sue negligenze. C’era solo la dannata voglia di rivederla così felice. Quella scena lo aveva riempito di serenità e avrebbe tenuto a rivederla, anche a costo di trascorrere un altro intero giorno a vederla allenare.

Ti mostro come puoi usare ciò che hai appreso ieri…Devi imparare due tecniche derivanti dalla tua innata, chiamate “Scudo di Carta” e “Farfalle di Carta”. La prima è una tecnica difensiva, la seconda offensiva. Per eseguire la prima dovrai far fuoriuscire dai tuoi palmi dei foglietti che andranno a disporsi dinanzi a te proteggendoti. Nella seconda invece dovrai manipolare i tuoi forgiami in modo tale che assumano la forma di una farfalla. Ne potrai creare fino a cinquanta col chakra che possiedi. Come hai notato la tua carta è più tagliente di quella normale…Ma in ogni caso, devi solo limitarti ad applicare ciò che ti chiedo…Il resto, ovvero quando, come e dove sfruttare queste tecnica te lo insegnerà l’esperienza. Voglio no solo che tu cresca come shinobi, ma anche come donna. Devi cavartela da sola, e riuscire a capire i limiti e i vantaggi delle tue tecniche e i relativi utilizzi.

~ La guardò ancora un volta, ritornando poi alla sua posizione all’ombra dell’albero, da dove l’avrebbe attentamente osservata. Prima di sdraiarsi però le disse qualcosa che nemmeno lui credeva di poter dire.

Coraggio…Sappiamo entrambi che puoi farcela…Credo in te…








~ ..:: ۞ ::.. ~



Off GdR

Ultimo post di allenamento vero e proprio. Nel frattempo, puoi metterti in scheda l'innata. Prosegui sul ritmo dell'ultimo tuo post che è stato davvero ottimo. Vale lo stesso detto da Akira nell'ultima frase ^^






~ ..:: ۞ ::.. ~


 
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SakurinaChan
view post Posted on 23/10/2008, 18:32




Narrato
* Pensato *
Parlato



Era senza dubbio uno dei più difficili allenamenti che avessi mai svolto,ma avevo deciso di fidarmi di Akira,seguendo alla lettera ogni sua parola.Dal primo pomeriggio alle prime luci della luna avevo utilizzato ogni goccia del mio chakra per portare a termine i compiti che mi venivano dati,portandoli sempre a termine,almeno sino a quel momento.Avrei voluto gioire per i miglioramenti ottenuti in così breve tempo,e tentare di sforzarmi a continuare,tuttavia il corpo e la mente non mi rispondevano più:come se fossero liberi,sciolti da ogni legame con la mia volontà,si erano buttati giù,stremati,privi di ogni energia;non potevo biasimarli infondo,date le enormi fatiche appena compiute per dare soddisfazione al sensei.Così,da un momento all’altro,addirittura nel bel mezzo di una frase,mi avevano mollato,spegnendosi all’istante e facendomi letteralmente crollare verso il suolo.Non volevo farmi vedere tanto debole e fragile dal punto di vista fisico,perciò mi vergognai terribilmente di quella mancata resistenza,cui non avevo modo di rimediare;sarei atterrata sull’erba,priva di sensi ma felice,benché conservassi un po’ di preoccupazione riguardo all’avvenire:sarei rimasta in quel luogo tutta la notte?Sarei rimasta da sola o Akira avrebbe vegliato su di me?Tsk,non importava,non avevo alcuna paura,al contrario ero sicura che i sensi mi sarebbero tornati avvertendo il pericolo.Potevo riposare e rilassarmi tranquillamente,forse ne avevo davvero bisogno.Mi lasciai andare:permisi alla lucidità di sfumarsi,ai muscoli di sospendere il proprio lavoro,alle palpebre di serrarsi con calma,ciononostante feci ugualmente in tempo a sentire che venivo trattenuta delicatamente da qualcuno,che evidentemente era stato rapidissimo,più di me a cadere.Che dovevo fare?Reagire ed assicurarmi di chi fosse tale persona?No,non ce n’era bisogno,in quanto nessun allarme era scattato,inoltre mi era parso di intravedere per un attimo il colore blu dei capelli del ninja di Konoha,poco prima che tutto intorno a me si facesse buio e silenzioso,piatto e tranquillo.Anche se mi trovavo alle porte del mondo dei sogni,potevo benissimo avvertire qualche breve sensazione di calore;non sapevo da dove provenisse,che cosa l’avesse causata,per cui tentai invano di riprendere coscienza.Non c’era nulla da fare,se non abbandonarsi al sonno e smetterla di caricarsi di preoccupazioni inutili.Detto fatto:con la pace più totale ed una possibile fonte di calore adiacente,proprio come se fossi stata a casa,velata da una coperta e riscaldata dal fuoco di un camino,sgombrai la mente da ogni pensiero che non riguardasse il rimettere in sesto le forze attraverso un risposo ristoratore,e mi addormentai definitivamente.Quelle ore precedenti erano state molto intense,ero in grado di ricordarne e ripercorrerne ogni singolo istante da quanto era stato fondamentale anche il minimo progresso,per raggiungere il successivo.Mi sarebbe piaciuto vedere Akira,se sul suo volto si leggeva un minimo di soddisfazione nei miei confronti,oppure se manteneva l’usuale maschera del giovane misterioso,a protezione della sua identità reale e dei suoi sentimenti.Quasi sicuramente l’avrei colto nell’impassibilità,ma tanto ormai,pur conoscendolo da poco,ci ero abituata,anzi,cominciava addirittura a piacermi quel suo modo di fare così diverso da tutti gli altri ragazzi fin’ora conosciuti:l’oscurità ed il mistero gli stavano particolarmente bene addosso,lo rendevano un tipo molto interessante,oltre a conferirgli un’aria temibile in battaglia.Personalmente,non avrei mai voluto vedermelo contro:appariva determinato,sicuro di sé,invincibile insomma;aveva tutte le carte in regola per essere il vincitore del torneo,però anche Takashi le possedeva,per questo la finale l’avrebbero disputata proprio loro due,secondo me:erano due personalità decisamente diverse caratterialmente e fisicamente,ma parlando di talento erano molto simili;non sarei mai riuscita a definire l’uno più abile dell’altro o viceversa.Rispetto a loro ero così inferiore,li vedevo come mete irraggiungibili,nonostante fossi considerata una promettente Kunoichi del villaggio del Suono.Sarei mai stata in grado di competere con loro?Affrontarli in un duello alla pari?Certo che no,tuttavia in un team con loro mi sarei sentita al massimo!Nessuno avrebbe potuto anche solo pensare minimamente di sconfiggerci!Una missione insieme sarebbe stata perfetta,chissà che un giorno non ci venisse assegnata veramente!Con quel pensiero sbattei più volte le palpebre,mettendo a fuoco le immagini di ciò che mi circondava,e riacquistando pian piano ogni sensibilità possibile e immaginabile.Non mi guardai neppure intorno:mi sedetti di scatto a gambe incrociate e sbadigliai sonoramente,stirandomi contemporaneamente,dopodichè,con tutto il fiato che avevo in corpo gridai sorridendo:
Buongioooooooooooorno!
Solo quando una voce cupa e profonda mi rispose,mi resi conto della situazione in cui mi trovavo:era il giorno successivo all’inizio dell’allenamento,ed il sensei era nella stessa posizione in cui l’avevo lasciato la sera prima,quando ero crollata dalla stanchezza.Immediatamente mi ricomposi,alzandomi in piedi,senza riuscire a nascondere un leggero imbarazzo per la figuraccia appena fatta senza volerlo.Akira compì uno scatto e si materializzò di fronte a me in maniera troppo rapida perchè potessi riuscire a vederlo,date le condizioni ancora parzialmente assonnate.Con grande stupore notai che ai miei piedi era presente un mantello,e poco più in là della cenere attorno a qualche ramo bruciacchiato:ecco spiegate le sensazioni di calore di cui mi ero resa conto la sera prima.Che gentile che era stato,doveva aver vegliato tutta la notte su di me,dopo essersi preoccupato di tenermi al calduccio!Ma..questo significava..che non aveva dormito per niente?Eppure il suo volto non mostrava alcun desiderio di riposo.Dannazione,mi sentivo così in colpa ad averlo spinto a fare tutto ciò:non era il ragazzo estroverso che socializzava facilmente con chiunque e che,specialmente,dava tutto se stesso per far sentire a proprio agio gli altri;lui era orgoglioso e solitario,per quel che l’avevo conosciuto,quindi doveva aver compiuto un grande sforzo con me.Come poteva non volere nulla in cambio?Se davvero era stato lui a fare tutto ciò,aveva forse mostrato la parte generosa e premurosa del suo carattere,oppure rappresentava una nuova maschera della sua ampia collezione?Hihi,preferivo decisamente la prima delle due ipotesi,pensai sorridendo,intanto che i raggi del sole cominciavano a diffondersi sempre di più,traforando anche le chiome degli alberi più folti ed illuminando l’intera radura.I nostri sguardi si incontrarono e,a quel punto,capii che era il momento di tornare seri:l’addestramento non era terminato.Come detto da Akira stesso,sapevo giusto creare e controllare rettangolini di carta,senza tramutarli in qualche potente attacco o difesa,per di più non ne conoscevo le debolezze elemenari che mi erano appena state mostrate:dopo aver dato vita a due foglietti ed averli portati alle mani del Genin,mi resi subito conto che il fuoco e l’acqua mettevano in seria difficoltà ogni mio jutsu innato.
Wow..sai controllare così tanti tipi di chakra elementare?Hihi,io non ne padroneggio nessuno.
Successivamente mi vennero illustrate due precise tecniche basilari per i possessori della Manipolazione degli Origami:lo Scudo di Carta e le Farfalle di Carta;la prima era difensiva,mentre la seconda offensiva,e a dire la verità non sembravano tanto difficili da apprendere,soprattutto se sentivo così tanta fiducia da parte degli altri.Gli sorrisi,quindi non esitai a creare dalle mie mani un centinaio di pezzetti cartacei e farli svolazzare attorno a me,come se fossero parte di un vortice.Passò un istante e,distendendo avanti le braccia ed alzando i palmi delle mani in avanti,già tentavo di metterli assieme attraverso il chakra,a comporre uno scudo di medie dimensioni,che fosse in grado di proteggere almeno l’intero busto dall’assalto di una pioggia di armi.Constatai facilmente che ci voleva una quantità di tempo consistente per formarne uno perfetto e che,essendo composto solo ed esclusivamente di carta,non sarebbe stato in grado di bloccare colpi di Katane o altri oggetti di grandi dimensioni.Era una tecnica utile senza dubbio,però andava sfruttata con cautela se non si volevano correre brutti rischi.Impiegai circa cinque secondi ad incastrare tra di loro tutti i rettangolini,con l’aggiunta di qualche altro istante per unire tutto il chakra dei singoli,così da far raggiungere all’oggetto il massimo livello di resistenza agli impatti esterni.Osservai l’operato,compiaciuta,poi sciolsi lo Scudo e rilassai le braccia,per far svolazzare nuovamente,libero nell’aria,l’intero materiale.Adesso era il turno delle Farfalle.Impastai il chakra e cercai di modellarlo secondo la forma dell’insetto che ero intenzionata a riprodurre.Quanti ne avrei potuti creare contemporaneamente?Dieci,venti,cento?No,con tutta probabilità non più di una cinquantina,anche perchè sentivo di perdere fortemente il controllo dell’abilità,nel tentativo di scomporre i miei arti superiori in un numero maggiore di foglietti.Deciso!Sollevai leggermente le braccia,volgendole verso il cielo,e chiusi gli occhi,sprigionando l’energia totale accumulata sino a quel momento.Lo spettacolo che ne risultò era bellissimo:tantissimi esseri cartacei dotati di leggerezza e leggiadria volavano trai raggi del sole,sbattendo le proprie ali a seconda dei comandi dalla sottoscritta.A quanto mi era stato detto,la capacità tagliente di una sola era pari a quella di una spada,di conseguenza cinquanta lame che infilzavano un corpo sarebbero state veramente devastanti per chiunque.Non mi aspettavo niente di tutto ciò,e se adesso avevo risvegliato il mio latente potere era merito di Akira.Stupidamente,cominciai a saltellare,mettendo in mostra un felicissimo sorriso:
Yatta!Ce l’ho fatta!

 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 7/11/2008, 00:15





..:: ۞ Gooodbye... ۞ ::..



~ Narrato
Pensato
Parlato



~ ..:: ۞ ::.. ~



~ Una foglia. Verde, quasi rinsecchita, si stacca dall’albero e cade al suolo. Tra l’inizio e la fine vi è un intermezzo denso di emozioni, la paura del distacco, la sofferenza per la distanza dal ramo che la ha vista nascere e crescere, il volo libero e sontuoso a mezz’aria, ormai indipendente. E poi la caduta al suolo, la sublimazione di una vita trascorsa in discesa. E’ questa la natura di noi uomini, ogni cosa che ci riguarda ha inizio e anche fine. “Si sta, come d'autunno sugli alberi le foglie” diceva un poeta.
Sasame era stata una allieva formidabile e non solo: si era dimostrata una ragazza dolcissima, determinata e soprattutto vogliosa di mettersi alla prova. Aveva colpito Akira, nessuna kunoichi gli aveva mai fatto mostra di quel tipo di carattere ostinato, pervicace, che secondo la sua filosofia di vita era l’unico a condurre al raggiungimento dei propri obiettivi. Era stata la prima volta nella quale l’Uchiha si fosse ritrovato a contemplare basito una forza di carattere lodandola, poiché molto simile alla sua.
E i risultati di quello spirito indomito avevano portato i loro risultati: la ragazza ora padroneggiava la sua Kekkei Genkai alla perfezione, l’avrebbe ulteriormente perfezionata, di questo il Konohano era certo.
Aveva visto in lei non solo un talento nascosto, trovandola a giochicchiare con i suoi pezzetti di carta, ma aveva persino creduto nel suo potenziale, vincendo la scommessa. Forse avrebbe dovuto ringraziarlo, ma l’Uchiha non era una persona in cerca di venerazione né di lodi. Forse ciò che lo aveva fatto avvicinare a lei era stata proprio quella estraneità di Sasame alla sua fama: era ormai conosciutissimo, nel torneo Chuunin era stato senza dubbio il più impressionante, e al villaggio della foglia, tutti parlavano del figlio di Kisuke Uchiha, uno shinobi dai capelli blu come il mare, che aveva portato a termine una missione leggendaria, come caposquadra e che aveva recuperato la spada Raijin. Tutti parlavano di un ragazzo controverso, impenetrabile, misterioso e decisamente inquietante. Dicevano che un solo suo sguardo avrebbe potuto pietrificare un passante. Il futuro della foglia era insomma riposto nelle sue mani.
Una celebrità della quale la ragazza di Oto non era conscia e anche questo fattore aveva contribuito a rendere vivibile il loro rapporto.
La kunoichi era riservata, non azzardò domandare al suo sensei alcuna cosa riguardo al suo passato o alla sua identità, nonostante le espressioni del suo volto lasciassero trapelare una smodata curiosità.
Era stata una fortuna incontrare proprio lei, aveva tutte quelle caratteristiche caratteriali uniche che la avevano resa tollerabile all’insofferente Uchiha, fin troppo indisposto nei confronti della vita sociale.

E’ finita…Ho ripagato il mio debito…Ma soprattutto ho trovato una persona che anche se per un giorno soltanto ha distolto la mia mente dagli affanni e dalle preoccupazioni dell’esistenza.


~ Non l’aveva allenata per il suo debito nei confronti della piccola Ruby: era stata lei, con la sua determinazione, la sua educazione, la sua tenerezza a fargli desiderare di allenarla.
Era ormai giunto il momento di separarsi, e a sancire il termine degli allenamenti fu la voce profonda e cupa del ragazzo. Era voltato all’altra parte, ma l’aveva osservata durante tutti i suoi tentativi.

Ormai non ho più nulla da insegnarti in materia…Sono sicuro che te la caverai da sola…

~ Si leggeva un pizzico di malinconia nelle sue parole, nonostante fossero comunque colme di fiducia, una cosa di per sé decisamente rara per lui. Adesso le loro strade si sarebbero separate, forse per sempre, ma avrebbe conservato gelosamente il ricordo di quei due giorni di allenamenti che lo avevano allontanato dal logorio delle sue macchinazioni cerebrali.
La ragazza dai capelli arancioni ora sorrideva, un sorriso che Akira non sapeva più quante volte avrebbe potuto ricambiare. La spensieratezza, quella spensieratezza che chiunque possiede: lui no, lui non la possedeva, si contorceva nel quasi piacevole crogiolarsi nei suoi pensieri. Scomparve, come al suo solito.
Le riapparve innanzi un attimo dopo, ma le era decisamente troppo vicino. La guardò negli occhi con i suoi color del ghiaccio e contemplando il suo sorriso, fece qualcosa che mai avrebbe potuto immaginare.
Un bacio, sulla fronte. Con la mano destra l’Uchiha le prese delicatamente la nuca e portò le sue labbra rosee sulla fronte della ragazza, baciandone in parte i capelli. Chissà cosa voleva nascondere.
Stava forse sorridendo anche lui? Aveva fatto ricorso a quel gesto d’affetto per celare un’espressione che non amava attribuirsi tanto meno avrebbe voluto mostrare agli altri?
Nessuno potrebbe mai saperlo, si può solamente limitarsi a contemplare quella scena di rara bellezza: un sensei giovane, dai capelli blu, ancora un ragazzo, che esprimeva con un solo gesto un po’ il ringraziamento per la compagnia di quei giorni un po’ la gratitudine per aver alleviato le sue pene e non averlo deluso.
E’ difficile descrivere una scena, specie quando è carica di emozioni e significati nascosti. E’ forse impossibile descrivere i moti dell’animo senza cadere nella speculazione psicoanalitica. Dunque ci si limita a fornire un ritratto della situazione, convinti che colui che leggerà o guarderà sarà in grado di cogliere personalmente le emozioni e i significati che sono dietro ogni gesto.
Non si staccò da lei per qualche secondo, forse perché non sapeva come comportarsi dopo quel gesto o probabilmente perché l’idea di separarsi da quella ragazza lo rendeva leggermente inquieto.
Era però quella la vita di uno shinobi, e la vita di Akira. Aveva deciso di sacrificare tutto, i legami, la felicità, per raggiungere l’obiettivo per il quale aveva lottato per tutta la sua vita.
Si staccò da lei dopo un po’, allontanandosene e camminando lentamente, di spalle.
Sulle sue spalle, sulla sua giacca, vi era ricamato il simbolo del ventaglio, icona del suo clan. Sasame non sapeva nulla di lui, forse non era nemmeno a conoscenza del suo essere un Uchiha.
Passo dopo passo, il vento smuoveva la sua chioma liscia, di volta in volta ottenebrandogli il dolce viso: era u ragazzo controverso, come dicevano tutti. E anche misterioso. La Fuuma non avrebbe mai potuto immaginare cosa c’era dietro quel suo comportamento così particolare, così schivo, così combattuto, così solitario, così superbo, così altero. E forse non avrebbe mai avuto occasione di farlo. Akira si fermò un secondo, le parole d’addio suonarono tragiche nell’aria, una rivelazione decisamente incredibile se fatta da uno come lui.

Forse tu non potrai capire ma…Mi hai fatto capire qualcosa di davvero importante…

~ Si fermò, cercava di nasconderlo a sé stesso, ma passando del tempo con lei quella vaga idea era diventata una certezza. Sin dove era giusto rivelarle la sua deduzione? Non lo sapeva, si limitò a seguire il suo istinto, come odiava fare.
La sua voce divenne più cupa, e assunse un che di sofferente.

Ho compreso che…Essendo soli, si è forti…Combattendo per sé stessi si può divenire incredibilmente potenti…Infatti io non troverò mai qualcuno che potrà battersi con me alla pari…

~ Fece una pausa e seguitò, ora il suo tono era decisamente flemmatico, quasi sillabava le parole.

Ma…Mi hai mostrato che…Più persone si hanno da proteggere…Più si diventa forti…E’ una forza particolare, ma tu la hai…E se non dovesse bastarti…Sarò io a proteggerti.

~ Una rivelazione shockante se letta nelle righe della psicologia di Akira. Aveva fatto una deduzione molto arguta, ma non da lui. E le aveva fatto una promessa. Odiava le promesse, le detestava. Perché sapeva di essere impedito a non mantenerle. Ma non se ne pentì.

A presto, Kunoichi di Oto…

~ Si era fermato, chissà se lei le avrebbe risposto, la avrebbe ascoltata. In ogni caso il suo era un presentimento. Non era un addio. Lo sentiva. Quella sensazione lo aiutò ad accettare la ritrovata solitudine, e accarezzato dal vento e baciato dal sole, coccolato dagli zefiri sereni e accudito dai raggi di Apollo, si incamminò verso la sua metà. Una meta che era come quell’orizzonte che lo allontanava da lei.
Il suo obiettivo, quell’orizzonte, pareva non avvicinarsi mai. Camminava, correva, scalpitava, cambiava, faceva esperienza, diventava più forte. Ma l’orizzonte non si avvicinava di un centimetro. Il padre, così irraggiungibile era come quel tramonto di quella giornata memorabile.
Per raggiungere l’orizzonte però, forse se da solo non ce la fai, c’è qualcuno che può rappresentare il tuo punto d’arrivo. Dico bene?











~ ..:: ۞ ::.. ~



Off GdR

E così finisce anche questo addestramento. Dovrei postare la conclusione e poi ti assegnerò Ryo ed Exp. Grazie per la stupenda ruolata e nonostante mi dispiaccia della fine di questa, spero che nella prox missione avremo modo di continuare un pò questa linea narrativa ^^






~ ..:: ۞ ::.. ~

 
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SakurinaChan
view post Posted on 13/11/2008, 22:34




Narrato
* Pensato *
Parlato



Non ci credevo,non ancora:per puro caso avevo scoperto di avere un’abilità innata.Già,proprio il tanto amato passatempo nel manipolare la carta,per la creazione di bellissimi Origami,costituiva parte del mio codice genetico.Fosse stato per me,non lo avrei mai scoperto:innanzitutto perchè la reputavo solo ed esclusivamente un’arte apprendibile da chiunque;inoltre nessun membro del mio clan,che io conoscessi,possedeva tale caratteristica.Ciò lasciava ampio spazio a seri dubbi:mi stavano tenendo nascosto qualcosa?L’avevano sempre saputo,ma nessuno mi aveva mai comunicato nulla?Per quale ragione?Ora che ci ripensavo,da piccola quando giocavo con le amiche,ero l’unica a saper formare oggetti cartacei che sembrassero veri,riscuotendo grande successo e popolarità tra le persone,tanto che,partecipando ai vari mercatini,ero in grado di accumulare un bel gruzzoletto di denaro.Quando poi mi mettevo a colorarli e decorarli,sfoggiando la fantasia,allora sì che diventavano veramente accessori eccezionali che chiunque desiderava avere nella propria casa.Mi veniva anche chiesto di creare braccialetti,collane,coroncine e persino armi ninja per giocare alle Kunoichi.Hihi..ormai quei tempi erano passati,si doveva guardare al presente e al futuro,nonostante fosse sempre e comunque piacevole rivivere teneri ricordi che non sarebbero più stati reali.Faceva ridere il solo pensiero di dovermi abituare ad uno stile di combattimento che prevedeva l’uso dei miei giocattoli di bambina:chi l’avrebbe mai detto che sarebbe successa una cosa del genere?Io no,assolutamente,ma qualcun’altro sì.C’era una persona che scommetteva su di me e sulle mie capacità e,che vogliate crederci o no,non era il mio ragazzo Takashi,bensì un giovane tanto uguale quanto diverso da lui:occhi glaciali,capelli blu,fisico atletico,sguardo fermo ed impassibile,carattere schivo e stranamente misterioso,un po’ montato all’apparenza;inconfondibile,chiunque aveva sentito parlare di lui per il suo incredibile talento,tuttavia nessuno lo conosceva tanto a fondo da delinearne un vero e proprio profilo.Era apparso all’improvviso,mentre studiavo qualche strategia e trasformavo quelle che non andavano bene in piccole farfalle.Era la seconda volta che lo vedevo,la prima era stata nel grande castello nel quale erano stati accolti tutti gli aspiranti Chuunin;l’impressione era stata la stessa:di solito non mi piacevano i classici “fighetti”,che si muovevano tra la massa come se fossero chissà chi,credendosi superiori a tutto il resto;li definivo egoisti,arroganti,piuttosto odiosi,e lui non aveva fatto eccezione a qualche decina di metri di distanza.Quando inaspettatamente era scomparso,per poi materializzarsi di fronte a me,guardandolo per un attimo in volto,capii che mi ero sbagliata sul suo conto:c’era qualcosa in lui che non mi convinceva,era avvolto da una sorta di velo che lo rendeva oscuro,tenebroso e interessante al tempo stesso.Mi aveva incuriosito,punto,nulla di più,nulla di meno.Ai primi discorsi,se così si potevano definire,era freddissimo,quasi sdegnato,tra l’altro la sua voce era più cupa e profonda di quanto pensassi.Alla fine,però,ero riuscita un tantino a penetrare in quella specie di barriera in cui si proteggeva,vi leggevo un qualche sentimento di serenità.Forse avevo imparato a conoscerlo minimamente,avevo ricostruito una piccola parte del puzzle che lo costituiva;benché restasse quasi totalmente incompleto,era ugualmente una piccola soddisfazione,un piccolo passo in avanti.Ma alla fine..che me ne importava a me di conoscerlo?O meglio,che gliene importava a lui di conoscere me?Lui proveniva da Konoha,io da Oto,due potenze attualmente in tregua,seppur nemiche da tantissimo tempo,per questo ero sicura che dopo l’esame non l’avrei più visto,se non in fronte come nemico.Sinceramente la cosa mi spaventava parecchio;più che altro,mi dispiaceva:era stato così gentile e disponibile nei miei confronti..sembrava strano,però provavo un certo tipo di affetto nei suoi confronti.Bastava così poco per legarsi ad un tipo quasi totalmente estraneo?Non potevo neppure dire di averci passato un sacco di tempo,di essermi scambiata un sacco di informazioni personali;al contrario:lui era stato il Sensei,ed io l’allieva,non c’era stato spazio per nessun’altro tipo di rapporto.Probabilmente anch’egli era a conoscenza della probabilità di non incontrarsi più,e di conseguenza non vedeva il motivo per aprirsi e rivelarsi.Come contraddirlo,aveva perfettamente ragione.Chissà che vita aveva fuori da questo torneo..magari era splendente,felice e piena di soddisfazioni,di piaceri,di ragazze,oppure difficile e triste,piena di problemi e ostacoli da superare,o ancora semplice e tranquilla,da normale ragazzo adolescente.Non ce lo vedevo in quest’ultima,me l’immaginavo più in una via di mezzo tra le altre due ipotesi:grandi successi nella carriera,accompagnati da difficoltà private.Peccato..mi sarebbe piaciuto conoscere Akira Uchiha.

Anche l’ultimo esercizio era stato portato a termine:avevo appena appreso le importantissime tecniche dello Scudo e delle Farfalle di Carta.Tsk,ormai la Manipolazione degli Origami non aveva più segreti per me e ne ero strafelice!Infatti,come una stupida,continuavo a saltellare,esultando dalla gioia per i risultati raggiunti in solo un giorno di tempo.Anche Akira sembrava in qualche modo contento,benché continuasse ad indossare la sua indistruttibile maschera misteriosa.Come al solito,non mi guardava in faccia,né con i suoi occhi né col suo corpo:girato dall’altra parte,tentava di far finta di nulla,purtroppo senza successo questa volta!Smisi di esternare la felicità che risiedeva momentaneamente in me,per osservare ed ascoltare il Genin:stranamente il tono della sua voce non era cupo e freddo,lasciava trasparire un pizzico di malinconia e di tristezza.Wow,che si stesse lasciando un pochino andare?Senza sapere il perchè,mi era venuto da sorridere:alla fine avevo finito per provare tenerezza nei suoi confronti.Già,si poteva davvero provare tenerezza nei confronti di un pezzo di ghiaccio?Ne rimanevo incredula persino io,eppure il cuore e l’anima parlavano tranquillamente,mai stati più chiari e lucidi di così.Fosse stato per me sarei corsa subito ad abbracciarlo,per ringraziarlo di tutto ciò che aveva fatto fino ad ora,tuttavia venni nettamente anticipata:non feci neppure in tempo a compiere il primo passo,che egli era già scomparso e ricomparsi di fronte a me,altra sua consuetudine a cui ero ormai abituata.Ci fu uno scambio di sguardi,dopodichè ricevetti un bacio sulla fronte,cosa che non mi sarei mai aspettata.Rimasi immobile,a bocca semiaperta,con gli occhi che luccicavano e racchiudevano un misto di emozioni che non avrei saputo descrivere.Le guance non ci impiegarono molto a colorirsi di rosso.A cosa era dovuto quel gesto?Era davvero lui che lo stava compiendo?Che cosa lo aveva mosso?Non sapevo che dire,che fare,potevo solo rimanere in silenzio a riflettere,a godermi quello strano momento inaspettato.Non avrei saputo dire quanto tempo passava,inoltre non avrei neanche saputo descrivere l’espressione di Akira,poiché il viso era coperto dai particolarissimi capelli blu.Speravo che dietro di essi ci fosse un sorriso,o comunque un qualsiasi altro segno di felicità,non avrei sopportato l’idea di potervi trovare un ghigno oppure una smorfia di scocciatura.No,altrimenti non si sarebbe spinto così tanto oltre.Incredibile,una semplice azione come quella era stata sufficiente a togliermi le parole di bocca,la capacità di muovere le varie parti del corpo,portandomi un enorme affollamento di pensieri nella testa.Questa mia impalatura rimase intatta anche quando il ragazzo si era staccato,voltandomi le spalle ed iniziando a camminare verso il sentiero che percorreva l’intero bosco.Era veramente un addio,dunque?Purtroppo sì,c’era poco da fare.Riuscii ad abbassare lo sguardo per un istante,fissando la lucente erba ricoperta di rugiada,intanto che il vento soffiava leggero attorno a noi,scompigliandoci i capelli e celando i nostri occhi e le nostre bocche,e il sole ci baciava dolcemente con i caldi raggi luminosi.Quale scenario migliore,per una situazione così malinconica?Rialzai lo sguardo,puntandolo sul corpo di Akira,e solo in quel momento notai la presenza di un ventaglio che era decisamente familiare:era il simbolo del clan Uchiha,uno dei più temuti possessori di Doujutsu,l’avevo visto un sacco di volte nei libri di teoria quando frequentavo l’accademia.Schivo,freddo,asociale,e con un pizzico di presunzione..eh sì,corrispondeva proprio alle caratteristiche degli utilizzatori del famoso Sharingan.Sorrisi di nuovo,istintivamente,non chiedendomi neppure il perchè:infondo ero veramente felice di aver fatto questa conoscenza,se così poteva chiamarsi.Improvvisamente aveva arrestato la sua andatura,restando girato di spalle,riprendendo a parlare:erano parole apparentemente semplici,ma in realtà difficilissime da intendere se non si possedeva un certo tipo di carattere.Voleva proteggermi in caso di bisogno,gli ero rimasta davvero impressa in un angolino del suo cuore nero..e..ne ero felicissima!Arrossii ancora,seppur meno di prima:era davvero un ragazzo speciale.Risi in maniera piuttosto divertita:
Ihih..Tsk..Uchiha..chi ti ha detto che abbia bisogno di protezione?E chi ti ha detto che non possa diventare più brava di te?!Adesso che mi hai insegnato l’utilizzo degli Origami non ti consiglio di sottovalutarmi tanto,potrei stendere chiunque anche con un solo gancio per come mi sento adesso!
Ok,basta scherzare e comportarmi da idiota.Gli occhi iniziarono a luccicare..
In ogni caso..grazie mille Akira-San..Senza di te non so come avrei fatto a diventare quella che sono oggi..A presto..ti voglio bene..
Non era un addio,neppure un arrivederci,bensì un semplice ciao tra due amici.



The End
T_T


 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 17/11/2008, 14:38




E' giunto il momento di assegnarti ryo ed exp. Post tutti buoni, con coerente sviluppo del pg distribuito durante tutte le fasi dell'addestramento.
Livello di qualità del post media ottima, con picchi di eccellenza in alcuni, come l'ultimo.
Ottima delineazione psiciologica del personaggio.
Non ho notato alcun difetto nei tuoi post dunque, non ho altro da dire, se non esprimere un ringraziamento per la bella ruolata che mi hai regalato.

Exp: 115
Ryo: 285
 
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11 replies since 26/8/2008, 13:48   599 views
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