Tossina botulinica base

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Zabaku Koga
view post Posted on 20/8/2008, 16:41




SPOILER (click to view)
Narrato
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Parlato Zabaku
Parlato altri


Zabaku stava sdraiato all'ombra di un albero. Una giornata noiosa, dove si poteva solamente poltrire o leggere qualcosa.
Un libro, apparentemente antico, venica sfogliato con avidità. La copertina recitava “Tossine: tutto ciò che vorresti spere”, una lettura senz'altro gradita al giovane Koga, che però fino a quel momento non aveva trovato nulla di interessante. Finito il capitolo sul Conus Purpurescens, tossina troppo difficile da procurarsi, una pagina bianca, e l'inizio di un nuovo capitolo: “Tossina botulinica”. Girò la pagina, con scarso interesse; ormai era sicuro di non trovare nula degno di nota. Arrivò però agli effetti da intossicazione, e balzò in aria: era perfetto! Lesse il capitolo tutto d'un fiato, poi un'altra volta, e un'altra ancora. Sicuro di sapere tutto il necessario prese carta e penna e annotò tutto ciò che doveva fare.

1) Procurarsi il batterio.

Scorazzava per le strade di Kiri, di negozio in negozio. Si fermava davanti ai barattoli di conserve, di cetriolini sott'aceto e di qualsiasi altra cosa potesse minimamente sembrargli un ambiente adatto. Niente. Zabaku aveva già passato al setaccio tutti i negozi che conosceva, ma a quanto pare erano tutti troppo attenti alla qualità dei loro prodotti. Sulla strada di casa, deluso dal brusco stroncamento del suo progetto, rimuginava su dove altro avrebbe potuto trovarli. Si disse che il giorno seguente sarebbe andato al ruscello che gorgogliava a due passi da casa sua. Un uomo che urlava interruppe i suoi pensieri.

Cosa vuole quello li? Nuova apertura? Andiamo a dare un'occhiata.

L'emporio era buio e angusto, gli scaffali l'uno addossato sull'altro. Miriadi di svariati prodotti giacevano in attesa di essere comprati, e la luce filtrava unicamente da una piccola finestrella, posta sul fin troppo alto soffitto. Ragnatele grosse come campi di grano pendevano qua e la, e i ragni scorazzavano felici tra gli scaffali. Il Koga si disse che avrebbe dato una finta occhiata, giusto per non deludere il commerciante e poi sarebbe uscito. Fece un giro davanti ai prodotti per la cucina, le erbe aromatiche, e poi arrivò agli alimentari. File di barattoli di cetriolini sott'aceto lo attendevano.

Che strano, non mi risulta ci sia un grande richiesta.

Il proprietario si era portato alle sue spalle silenziosamente. Sembrava il classico uomo che fugge davanti allo shampoo: barba annodata, capelli unti, chiazze giallognole sul grembiule un tempo bianco. Tese una mano appiccicaticcia e afferrò un barattolo.

Sono troppi, vero? Uno stupido errore di consegna.

Ripose il barattolo e girò sui tacchi delle scarpe sporche di fango e sparì dietro a un altro scaffale. Il Koga era perplesso. Si chiedeva come qualcuno avrebbe potuto acquistare in quel porcile. Non ci pesò più di tanto, per lui rappresentavano un' ultima grossa possibilità. Prese due barattoli e li scrutò attentamente, gli occhi ridotti a esili fessure. Niente. Altri due, stesso risultato. Poi, con il quinto barattolo qualcosa cambiò: una piccola macchiolina bianca, che avrebbe potuto significare tutto e niente, se ne stava lì, incollata al bordo del barattolo. Zabaku lo strinse forte, come per dire che ormai era suo. Pagò e uscì: forse aveva completato la prima fase.

2) Lasciarlo moltiplicare.

Arrivato a casa si sdraiò sul letto, e appoggiò i cetriolini sul comodino. Li fissò per qualche minuto, come per incitarli a moltiplicarsi, poi pensò di essere alquanto stupido, e si girò dall'altra parte. Non passarono neanche trenta secondi, che il giovane Koga si era voltato un'altra volta, e fissava il barattolo intensamente. Si costrinse ad andare a fare un giro, e nel giro di breve tempo si dimenticò del suo piano. Quella notte dormì fuori, in una capanna abbandonata, e la mattina, al sorgere del sole, si rimise in cammino. Una volta tornato a casa corse nella sua camera, e si accorse con gioia che la maccha si era ingrandita, non di molto, ma era un segnale alquanto rassicurante.
Lasciò trascorrere una settimana, e i bordi del barattolo erano completamente ricoperti di quella sostanza biancastra che aveva tanto sognato nelle notti precedenti.

Passiamo alla terza fase.

3) Preparare il veleno.

Titubante, entrò nello sgabuzzino che aveva adibito a laboratorio. Pochi ma essenziali strumanti giacevano sugli scaffali: una pentola di rame, alcune provette, una bacinella d'acqua, carta e penna, un topo per gli esperimenti e dieci piccoli barattolini, nei quali avrebbe riposto il veleno finale se fosse riuscito. Appoggiò i cetriolini contaminati e cominciò. Riempì una provetta di acqua, erano esattamente 10 ml. Lo annotò su un foglietto. Aprì il barattolo di cetriolini, che emanavano una puzza di marcio e rancido, e con la punta di un coltello raschiò qualche batterio che inserì nella rovetta. Fece una tacchetta con la matita sul coltello, per annotarsi approssimativamente la quantità di batteri usata. Era il momento di testare il veleno: con uno spiedo rimestò il tutto, e quando fu uniforme infilzò il topo. Osservò gli effetti e li annotò. Riempì una seconda provetta con 10 ml di acqua e rifece lo stesso procedimento di prima, ma questa volta con una quantità maggiore di batteri. Quando infilzò il topo potè osservare gli stessi efetti del tentativo precedente. Provò una terza volta, aumentando maggiormente il numero di batteri, ma nulla mutò.

Ci dev'essere qualcosa che mi sfugge, è come se un limitato numero di batteri eletti possa espellere la tossina. Beh, per oggi va bene così.

Dopo alcuni tentativi trovò la quantità minima di batteri che doveva usare per ottenere quegli effetti. Tacca sul coltello e annotazione. Riempì i 10 barattoli con il veleno finale, e uscì. Tramutò i suoi appunti di laboratorio in una ricetta vera e propria che recitava:

CITAZIONE
Nome veleno: Tossina botulinica
Componenti: Clostridium botulinum e acqua.
Metodo d’azione: Iniezione
Descrizione: Il Clostridium botulinum è un batterio molto mobile e la tossina che secerne, detta tossina botulinica, causa una grave intossicazione. 75 ng di tossina pura sono in grado di uccidere un essere umano. La preparazione è piuttosto semplice: una volta reperiti alcuni batteri, che possono esserci stati dati da un amico o trovati in una qualsiasi scatoletta di conserve contaminata, li si pone in un ambente senza ossigeno, per esempio un barattolo pieno d’acqua, e li si lascia moltiplicare. Una volta ottenuta una quantità della materia biancastra e cotonosa dove si sviluppano le colonie piuttosto elevata la si raschia dai bordi del barattolo e la si mischia con acqua. ( quantità= tacca nera sul coltello) Il tutto sarà incolore e avrà un odore di rancido e marcio. Purtroppo questo metodo di preparazione non tiene conto di qualcosa a me oscuro, e sembra che soltanto pochi batteri possano secernere la loro letale tossina.
Effetto:Solo pochi batteri secerneranno tossina, di conseguenza gli effetti sono deboli: inizialmente sopraggiunge soltanto una lieve paralisi di testa, collo e braccia, sarà comunque possibile muoverli ma con una moderata difficoltà; successivamente la paralisi si rafforzerà e muovere gli arti interessati sarà estremamente difficoltoso; infine la vittima riesce ad eliminare i batteri, e torna tutto a posto. Antidoto: Iniezione di antitossina Eptavalente di derivazione equina ottenuto utilizzando anticorpi IgG.
Attenzione: risolvere assolutamente problema batteri eletti!!!!!

Nonostante tutto, pensò, aveva ottenuto un gran bel veleno. Ora doveva pensare all'antidoto, ma non era complicato. Andò in una stalla e rubò una grossa siringata di sangue a uno sventurato cavallo, separò il siero dal resto del sangue. Si ricordava di aver letto nel libro che l' antitossina eptavalente con gli anticorpi igG era contenuta nel siero del cavallo, ma non aveva alcuna idea di come separarla dal resto. Si accontentò del tutto, se mai si fosse punto col suo stesso veleno si sarebbe iniettato una siringata di siero di cavallo. Era tutto pronto.

[...]

Zabaku stava sdraiato all'ombra di un albero. Una giornata noiosa, dove si poteva solamente poltrire o leggere qualcosa. Quelle giornate erano particolarmente care al Koga, dato che riusciva sempre a ricavarne qualcosa di buono.

Bene piccole, è ora di fare la pappa.

Prese le sue armi e le intinse tutte debitamente del suo veleno. Ora sarebbero state davvero letali.

Edited by Zabaku Koga - 20/8/2008, 22:40
 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 21/8/2008, 14:13




Bene, buon post e veleno convalidato. Puoi metterlo in skeda :tea:

 
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1 replies since 20/8/2008, 16:41   342 views
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