| .:Namikaze Minato:. |
| | Narrato «Parlato» <<pensato>> Trip To The Fate CITAZIONE Questo topic è costruito appositamente per far interagire più pg possibili, per creare una situazione di background in base al relazionarsi degli stessi. Il tipo di svolgimento è come quello di una missione senza fini di lucro. Chiunque abbia voglia di partecipare, di assaggiare il gusto del gdr libero, di divertirsi, di conoscere nuove persone e di farle conoscere al proprio personaggio. Buon Post a tutti^^ M olto spesso, riflettendo sulla nostra vita, ci accorgiamo che il tempo a nostra disposizione è relativamente breve. E pensando alle nostre esperienze, revisionando i nostri ricordi, ci rendiamo conto che sono poche le gioie della nostra vita, anche se intense. I nostri amici, i nostri amori, i nostri ideali fanno di noi quello che siamo. Ma chi siamo? Sapere che cosa siamo è facile. Ma non chi. Per farlo dobbiamo compiere un viaggio spirituale, che ci permetta di metterci a confronto con altre persone, con altre culture, con mondi nuovi e diversi, e ci permetta di crescere e maturare la concezione di noi stessi che desideriamo avere. Per questo motivo mi spinsi oltre il luogo in cui ero solito passare i miei giorni, cercando di esplorare un po’ questo mondo estraneo di cui tanto si sente parlare. Avevo programmato tutto con cura maniacale, eppure anche se il gran giorno era arrivato non riuscivo a capacitarmi di come una tale cosa avesse potuto succedere.
«Accidenti!Ho dimenticato il sacco a pelo….nooo»
Ebbene sì. L’avevo fatto. Dopo aver pianificato meta e viaggio, ed aver pensato alle vivande, avevo dimenticato la parte più importante: la sistemazione notturna! Proprio non mi andava di dormire appollaiato sul ramo di un albero come una pantera, o alle sue radici, poggiato al tronco, tra insetti di ogni specie. Non andavo certo a fare un viaggio di piacere, ma senz’altro non volevo dormire male…soprattutto conoscendo la mia anima pigra e sciatta, a maggior ragione di mattina, quando nonostante il sole sia sorto da tempo, quando le mie palpebre esitano a lungo prima di aprirsi, ed il mio corpo ad alzarsi. A mio parere credo non esista niente di più bello del tepore del letto al mattino, che tenta lo spirito a non alzarsi affatto, a rimanere immerso in quel torpore gradevole. Mi avviai verso l’armadio deciso di mettere a soqquadro di nuovo la casa per ritrovarlo, e mi impuntai sui quattro scaffali superiori dove ricordavo di averlo poggiato l’ultima volta che mi ero apprestato a viaggiare, ovvero quando partii con Shiltar per l’addestramento speciale. Quanti ricordi sopiti si risvegliarono a quel pensiero! Mentre mettevo da parte varie cianfrusaglie, oltre a molti capi d’abbigliamento, alla ricerca del sacco a pelo, la mia mente vagava da sola in quei ricordi da poco tornati alla luce. Sette giorni di allenamento, fatica, dolore, soddisfazione, eccitazione, sfide e nuove conoscenze. Ricordavo ancora perfettamente i due shinobi della Nuvola, che aveva incontrato gli ultimi due giorni tra i monti della Contea delle Onde.
«Oh! Eccolo qui…»
Tirai fuori dall’armadio un enorme sacco, del tutto verde. Lo tirai sulla spalla e mi avvicinai al letto dove avevo poggiato lo zaino contenente tutto ciò di cui avevo bisogno . Lo montai vicino, tirando le corde vicino alle spalliere e legandole con un nodo a cappio, in modo che non avrebbe dato fastidio. Di nuovo mi volsi verso l’armadio. Dovevo rimettere a posto, e soprattutto dovevo farlo in quel momento che potevo, perché al ritorno non ne avrei avuto le forze, anzi meglio dire la volontà. Ci misi qualche decina di minuti, ma alla fine tutto era di nuovo in ordine. A volte potevo sembrare disordinato, ma da quando avevo acquisito una certa autonomia nella residenza, tenevo di più alle mie cose e pretendevo per me stesso un certo grado di ordine e di serietà nel mantenere tutto intatto. Le missioni da Genin supportavano il mio portafoglio, ma dovevo stare attento alle spese eccessive ed inutili. Comunque, lasciando da parte le mie rogne economiche, ero pronto a partire. Infatti indossai lo zaino in spalla e mi lasciai dietro casa mia, gettandomi nella fresca aria mattutina del Villaggio, mentre la nebbia aleggiava come suo solito per l’aere. Sapevo che essa caratterizzava il Villaggio, ma a volte era insopportabile. Impediva di vedere le meraviglie che si celavano in quel luogo. Tuttavia altre volte si era rivelata utilissima e così sarebbe sempre stato per un ninja del Kirigakure. Chiusi gli occhi e mi concentrai sul mio sitema circolatorio, in particolare ampliando gli altri sensi con il chakra.
<<posso camminare anche ad occhi chiusi in questa nebbia…heheh>>
CITAZIONE Combattere alla Cieca- Base: Permette di sopperire alla vista, tramite l’uso del chakra Così mi avviai per le vie fino alle grandi mura del villaggio, che senza esitazione oltrepassai. Ma al di fuori mi venne un dubbio amletico, anzi un desiderio particolare. Inizialmente avevo programmato di recarmi verso il Villaggio di Konoha, o almeno nelle sue vicinanze, in particolare nel Paese del Thè. Ma una volta al di fuori, un senso di libertà mi pervase, lasciando in me una certa eccitazione, che aumentava proporzionalmente all’adrenalina in circolo nel mio sangue. Sorridendo soddisfatto mi avviai verso est, deciso a raggiungere La Valle dei Fiumi, luogo al confine tra il Paese del Fuoco e quello delle Risaie. Facendo affidamento sulla mappa che possedevo, guardai il sole e, facendo mentalmente il calcolo dell’angolo tra la sua posizione e lo zenit immaginario, calcolando il coseno del triangolo tra me, il sole e il luogo in cui dovevo andare, mi accorsi che ci sarebbero voluti due giorni di cammino per arrivarci.
<<ne impiegherò tre invece!Oh sì…mi soffermerò un po’ di più in quel di Konoha….ho sempre voluto visitarlo il Paese del Fuoco…>>
Così deciso, mi misi in viaggio verso il sentiero che avevo scelto, mentre i miei occhi si posavano su quello che era il mondo. La prateria che si stendeva davanti a me mi dava l’idea di grandezza. L’avevo vista tante volte, ma forse per l’emozione, o per lo scopo diverso con cui mi apprestavo a partire, sentivo che qualcosa era cambiato.
«Meglio mantenere un passo di marcia»
Così mi avviai ad una velocità costante lungo il sentiero dritto a me. Camminai a lungo, per colline, per altre praterie, finché non vidi la foresta, la grande Foresta che circondava il Paese del Fuoco. Fu un cam,mino lungo fino a lì, ma mi aveva animato la forza di vedere di più. Così mi avviai verso quella foresta, che dall’aspetto sembrava nascondere molti più segreti di quelli che si poteva pensare. Alzai di poco il capo, una volta arrivato lì, volgendo lo sguardo verso le cime degli alberi. I rami erano folti ed alti, ma creavano ogni tanto una specie di vuoto da cui filtravano i raggi del sole in veri e propri fasci d’oro, che seguii con lo sguardo fino a giungere al suolo, fitto di sottobosco e fogliame. Camminavo lentamente, aprendomi la strada tra l’erba alta, che cresceva rigogliosa, osservando l’ambiente intorno. Un passero fuggì al mio passaggio, rifugiandosi su un ramo alto, vicino al suo nido. Non sembrava spaventato, ma curioso di quella intrusione in quel luogo in cui regnava la pace. Portai la mano innanzi a togliere dalla mia strada l’ennesimo fascio di erba, che mi si mostrò una radura stupenda. L’erba era più bassa, e ricca di fiori. Gli alberi si aprivano e lasciavano intravedere il cielo, che notai era diventato leggermente rosso. Il tramonto era vicino. Avevo perso la cognizione del tempo. Così decisi di accamparmi. Lascia a terra lo zaino, e srotolai il sacco a pelo. Poi mi avviai in cerca di legna per il fuoco e di acqua. Sentivo in sottofondo lo scorrere dell’acqua corrente, e così mi avviai verso la fonte dello stesso rumore.
[…]
La notte era calata, mentre le stelle erano appena sorte…già sonnecchiavo irrimediabilmente….
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