Allenamento Energia Verde

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cagnellone
view post Posted on 2/4/2008, 13:43




narrato
-parlato-
§pensato§

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LUNEDI

Zoro dopo esser diventato genin si sentiva praticamente realizzato, poiché quello era il suo obbiettivo primario, ma si sa, la sete di potere nell’uomo è forte ed è dalla notte dei tempi uno dei punti deboli più forti nella natura non solo di un ninja, ma di tutto il genere umano.
Perciò il quasi neo promosso genin non era soddisfatto delle sue abilità e, dato che a Suna in quel periodo regnava un clima di pace e tranquillità, dovuto a una temporanea pace tra i villaggi, e le missioni da compiere erano relativamente poche e insignificanti, lo shinobi decise di prendersi una settimana da dedicare esclusivamente a se stesso, per allenarsi e migliorare le sue capacità, infatti in quei pochi giorni che erano passati dalla sua promozione aveva avuto modo di accorgersi che i ninja suoi parigrado erano anni luce più forti, veloci ed abili di lui: di sicuro l’esperienza acquisita da mesi o anni di attività faceva la sua parte come fattore determinante per questa distinzione, ma Zoro era un ragazzo impaziente e non poteva aspettare di raggiungere quel livello a forza di recuperare gattini smarriti o tagliare l’erbaccia.

Perciò un bel giorno, dopo essersi svegliato, l’idea che balenava nella sua testa da diversi giorni prese vita e da semplice desiderio divenne realtà: così una mattina appena fuori dalle coperte, senza pensarci su due volte per non lasciar possibilità al dubbio di insinuarsi nei suoi pensieri, raccolse in fretta e furia le sue cose, abiti, scorte di cibo, armi, e tutto il necessario per sopravvivere una settimana lontano da ogni forma di civiltà, completamente immerso negli allenamenti; ora non restava che scegliere il luogo perfetto per la sua esercitazione: serviva un ambiente ostile, in cui comunque fosse stato possibile sopravvivere, anche se con difficoltà non indifferenti, e allenarsi in completa tranquillità lontano dal mondo di tutti i giorni, in modo da maturare solamente con i propri mezzi, senza aiuto altrui.

La scelta cadde sulla foresta della morte di Konoha, ma non quella appena adiacente al villaggio, ma nella regione più angusta e dimenticata della stessa, dove la fitta boscaglia terminava e iniziava una regione di cui nemmeno si conosceva il nome: nessuno si era mai chiesto cosa ci fosse oltre la foresta, e sinceramente a nessuno importava, ma il ninja aveva sentito dire che in quelle zone dimenticate, la mano dell’uomo non era arrivata e vi era un clima e un ambiente straordinario, perfetto per le aspettative di Zoro, che perciò partì alla volta di questo luogo.
Il viaggio fu tutt’altro che facile, e durò diverse ore, ma alla fine il giovane arrivò al suo obbiettivo: capì subito di essere giunto a destinazione, infatti di botto la foresta si arrestò e al suo posto si aprì davanti agli occhi del ragazzo, un paesaggio spettacolare, di quelli che non si vedono tutti i giorni. Zoro non appena arrivato si sentiva distrutto, il viaggio era stato a dir poco sfiancante e in quel momento non desiderava altro che riposarsi: ma non aveva percorso chilometri e faticato solo per osservare il paesaggio, non era un pic-nic quello, infatti era lì per allenarsi.
§Sono stanco morto, le gambe mi fanno male e ho un assoluto bisogno di fermarmi per riposare, ma non posso! Sono qui per un preciso motivo e non devo farmi deviare da nulla, specialmente dalla fatica, che sarà il filo conduttore di questi giorni, il tema comune delle prossime 7 albe, e se già dopo poche ore mi lascio abbattere dalla stanchezza non oso immaginare cosa sarà l’ultimo giorno. Perciò inizierò fin da ora ad allenarmi, al massimo solo per oggi potrei dedicarmi a qualcosa di non eccessivamente duro, magari il lancio di armi, dato che ne ho assolutamente bisogno. Poi da domani si vedrà, non voglio fare progetti, ho deciso di vivere alla giornata.§

E così dopo questa prima riflessione Zoro iniziò con gli allenamenti, appena dopo essersi accampato in una piccola radura appena fuori dalla foresta. Prese tutte le armi a sua disposizione, ovvero i 5 kunai che possedeva; poi si diresse verso uno degli alberi che sicuramente non mancavano in quei luoghi, e li mise il suo bersaglio: iniziò a togliere la corteccia a una mastodontica quercia larga più di 5 metri, poi quando questo primo lavoro fu compiuto iniziò a incidere il vivo legno che rimaneva al di sotto, e creò un bersaglio largo due metri, e diede una punteggio a ogni zona del bersaglio, in base alla vicinanza al centro dello stesso: più precisamente i punti erano 2 nella zona da 2 metri a 1 di distanza da centro; 5 nella zona da 1 metro a 50 centimetri e 10 nella zona più vicina al centro. Il problema ora era rendere visibile il suddetto bersaglio, infatti se ci si allontanava troppo il centro non era più visibile: perciò il giovane si ingegnò e dopo aver raccolto alcuna bacche, le spiaccicò in mano e ne creò una specie di colorante, con il quale marcò i confini del bersaglio.

Una volta attuata questa operazione di preparazione il ragazzo iniziò col vero e proprio allenamento: lanciò prima di tutto i kunai, più semplici da rilasciare dalle mani; il primo giro di lancio non ebbe eccellenti risultati, infatti addirittura due kunai non colpirono il bersaglio e si persero nella boscaglia, altri due colpirono la zona più lontana dal centro e solo uno colpì la Zona più vicina al centro; il risultato perciò fu un misero 14; neanche a dirlo che l’obbiettivo di Zoro era arrivare a 50 punti; ci vollero diverse ore, ma meno di quelle che si potrebbe pensare, infatti lo shinobi modificò la sua posizione, che cambiò da frontale a leggermente ruotato in senso orario di un centinaio di gradi: i risultati furono più che soddisfacenti, e l’obbiettivo fu perciò raggiunto. Poi passò al lancio contemporaneo di più kunai, in cui aveva delle difficoltà poiché in quella specialità bisognava calcolare anche l’angolo di uscita delle armi dalle mani, in modo da non lasciare troppo spazio tra un arma e l’altra. Ma anche in questa operazione alla fine il ninja riuscì a migliorare, e anche se non riuscì ad arrivare ai 50 punti, imparò a lanciare fino a tre kunai contemporaneamente, e questo traguardo fu molto importante, dato che in questo modo avrebbe potuto colpire più di un bersaglio alla volta.
Al contrario di prima, il miglioramento nel lancio multiplo richiese diverse ore e al termine dell’allenamento era praticamente buio; perciò Zoro fu costretto a smettere, e, voglioso più che mai di ricominciare gli allenamenti, se ne andò a dormire.


MARTEDI
Dopo una prima giornata di allenamenti più che soddisfacente il sole sorse ad illuminare la seconda giornata della sessione: il programma del giorno era allenamento per aumentare la forza e la resistenza fisica.
§Ieri si può dire che mi sono rilassato e non ho esagerato col lavoro, con l’allenamento nel lancio delle armi, perciò oggi devo recuperare e dare tutto me stesso per migliorare e recuperare il tempo perso ieri. Inoltre questa notte ho dormito diverse ore e mi sono riposato totalmente, quindi devo approfittare della mia freschezza fisica e mentale, e lavorerò sulla forza e sulla resistenza.§

Perciò senza perdere ulteriore tempo velocemente si tolse la maglia, per evitare di inzupparla di sudore dato che non aveva portato con se molto vestiario e non poteva sporcare a tal punto la veste che indossava: appena fu libero da quell’ingombrò però si accorse che era molto freddo, infatti il sole era sorto da poco e ancora si sentivano gli uccellini cinguettare, perciò i caldi raggi solari ancora dovevano iniziare a riscaldare quel luogo dimenticato da Dio. Ma dopo i primi attimi di brividi che iniziarono a correre lungo la schiena e poi tutto il corpo del ninja, Zoro si abituò a quella situazione e finalmente potè iniziare con gli esercizi, coi quali inoltre avrebbe aumentato il battito cardiaco e di conseguenza anche la temperatura corporea, attenuando il freddo pungente. Per prima cosa il giovane eseguì dieci serie da 50 addominali ciascuna, giusto per scaldarsi; al termine della serie già sentiva una fiammella nel suo torace, segno che lo sforzo stava dando i suoi effetti; poi proseguì con 5 serie da 20 flessioni l’una, esercizio molto più difficile del precedente poiché le braccia erano ancora leggermente affaticate per l’allenamento del giorno precedente. Ma alla fine anche questo esercizio fu ultimato; ora il ninja era caldo, anzi bollente, l’adrenalina viaggiava a mille nel suo corpo, ed era il momento giusto per passare a qualcosa di più pesante e impegnativo: perciò prese due rocce enormi dai meandri della foresta, le legò a una corda, che poi fu fatta passare sopra il ramo di un albero, in modo da creare una leva, e dar modo allo shinobi di fare un rudimentale attrezzo per il sollevamento pesi; l’idea era buona, ma la possente roccia pesava più di cento kili e non appena il giovane la sollevava, il ramo cedeva per il troppo peso; l’operazione fu provata e riprovata, ma alla fine il ragazzo dovette arrendersi per il continuo fallimento delle operazioni.

Il ragazzo perciò fu costretto a modificare i suoi piani: decise quindi di legare lo stesso masso alla sua schiena e tentare un’impervia scalata dei monti che costellavano la valle, perciò partì il prima possibile in modo da tornare prima del tramonto, infatti dopo il calar del sole quei luoghi diventavano estremamente pericolosi, colmi di pericoli e animali tutt’altro che familiari e amichevoli; la fatica solo per arrivare alla base del monte fu indescrivibile, addirittura nei primi minuti il giovane nemmeno riusciva a spostare il masso di un millimetro, ma poi con sforzi estenuanti riuscì a trascinarlo per quelle poche centinaia di metri che separavano il suo accampamento dai monti, dove una volta arrivato, si accorse delle reali difficoltà che comportava quell’impresa, ai limiti dell’impossibile: ma Zoro decise comunque di tentare.
§Oramai sono arrivato fino a questo punto, ho faticato e non posso tirarmi indietro; d’altra parte però questa è davvero un’impresa a tutti gli effetti, e sono sicuro che non posso farcela, soprattutto se penso che devo tornare alla base entro il calar del sole; ma d’altronde tentar non nuoce e al massimo posso arrivare fin dove riesco per poi tornare sui miei passi quando realmente non ce la faccio più e il mio fisico non regge più lo sforzo.§

Perciò fu così che iniziò la sua scalata: inizialmente il viaggio fu quasi piacevole, se così si può dire, infatti la il percorso da seguire era poco più di una semplice salita, nemmeno troppo impervia, un pizzico più difficile rispetto alla strada che aveva percorso per arrivare fino a quella zona; ma dopo alcuni kilometri la via si fece più ripida e dura, e la fatica si fece sentire, tanto che il ragazzo fu costretto ad aiutarsi persino con le mani per avanzare, aggrappandosi a qualsiasi appiglio gli capitasse a tiro: in questo modo l’allenamento sarebbe servito a potenziare anche e soprattutto la parte superiore del corpo; alla fine nonostante gli sforzi raggiunse la probabile fine della sua corsa, infatti arrivò dove finiva la salita e iniziava la vera e propria montagna, la vera scalata iniziava in quel punto, con una ripidezza di quasi 90°; date le condizioni fisiche e psicologiche del giovane ogni cosa avrebbe fatto presagire un ritiro, dato che le mani del ragazzo erano lacerate dalle affilate rocce a cui era stato costretto ad attaccarsi; ma il giovane ninja non aveva intenzione di abbandonare ed era deciso più che mai a continuare nella sua impresa.

Quindi si rimboccò le maniche, e dopo alcuni minuti di pausa riprese da dove aveva lasciato, iniziò ad appendersi a tutte le sporgenze che gli si paravano dinnanzi, il dolore e la fatica dovuti all’enorme peso che aveva sulle spalle, che gli stava praticamente distruggendo la schiena, non gli impedivano di continuare; perciò avanzo finche aveva forze in corpo, ma alla fine accadde ciò che non doveva succedere: un appiglio all’apparenza solido cedette sotto il grande peso e Zoro non riuscì più a trovare un attracco, e cadde nel vuoto, l’altezza era considerevole, all’incirca un centinaio di metri, e a causa della presenza del masso la sua discesa era perfino più rapida del dovuto. Ma lo shinobi in quei giorni aveva avuto modo di migliorare perfino il sangue freddo e con calma invidiabile estrasse un kunai e per prima cosa tagliò la corda che lo teneva legato al masso, poi si voltò osservando il masso schiantarsi al suolo; ora era molto più leggero e canalizzando una enorme quantità di energia nelle mani riuscì ad aggrapparsi alla parete rocciosa del monte; purtroppo non era molto esperto nel controllo del chakra e non riuscì a fermare la sua caduta, ma solo a rallentarla, per poi schiantarsi al suolo; alla fine quindi riuscì a sopravvivere, ma non era soddisfatto della sua prestazione in quella situazione di difficoltà.

Ma non era il momento di pensare a quelle cose, infatti il sole stava calando ed era il momento di tornare all’accampamento: nonostante le numerose ferite il viaggio di ritorno fu rapidissimo, infatti senza quel peso sulle spalle si sentiva una piuma, correva leggero tra le fronde degli alberi nonostante la debolezza fisica, eseguiva salti come mai prima di allora, e in quelle condizioni non era nemmeno al 100% delle capacità, e non osava pensare cosa avrebbe potuto fare quando sarebbe stato in forma. Una volta giunto all’accampamento si curò attraverso la tecnica delle mani curative, poi ripensando a quel che gli era successo poco prima, decise che il giorno successivo si sarebbe concentrato sul controllo del chakra, che anche se prima d’ora non aveva mai considerato un abilità di primaria importanza per un ninja, dopo lo scampato pericolo del pomeriggio appena concluso aveva avuto modo di ricredersi.


MERCOLEDI
L’alba del terzo giorno non lasciava presagire nulla di buono, infatti la pioggia scese copiosa per tutta la notte, fino alla mattina, e non pareva voler cessare; fortunatamente il rifugio di Zoro era appena all’interno della boscaglia, abbastanza lontano dalle zone più oscure e pericolose della temuta foresta della morte, ma abbastanza interna per far si che la numerosa e fitta coltre di chiome degli alberi fungesse da filtro, bloccando tra le sue fronde la maggior parte delle gocce che cadevano una dopo l’altra senza sosta, proteggendo così il giovane e il suo rifugio approssimativo, che senza quella protezione sarebbe sicuramente stato spazzato via.

Le condizioni meteorologiche erano a dir poco terribili, ma Zoro era in quel luogo per un motivo ben preciso, e non era starsene a dormire per tutto il giorno, ma allenarsi, allenarsi e allenarsi, era il filo conduttore di quei giorni, la costante di quel periodo, l’unico pensiero che gli passava per la testa in quel momento; e non si sarebbe fatto distrarre da niente, tantomeno da una semplice pioggerella estiva, anche se quello aveva più l’aspetto di un temporale invernale, con tanto di lampi all’orizzonte e tuoni a squarciare il pacato silenzio delle gocce che scendevano. Perciò il ninja si levò dal sicuro rifugio, e impavido più che mai si diresse verso il centro della foresta per tener fede al programma d’allenamento che aveva stipulato il giorno precedente: fosse venuto giù il cielo lui quel giorno si sarebbe allenato sul controllo del chackra e la canalizzazione dello stesso.
Si fermò solo quando giunse a una piccola radura scoperta, spoglia, solo erba bagnata per un’area di 20 metri quadrati, a eccezione di un’enorme quercia alta più di 30 metri, una cosa fuori dal comune, perfetta per i suoi tentativi, e per la riuscita dei suoi propositi; subito si tolse le scarpe, per avere un contatto diretto con il legno e riuscire meglio poiché ci sarebbe stata meno distanza tra il chakra e la parete lignea; poi subito si concentrò e partì la scalata verticale, ma la pioggia aveva reso ogni cosa bagnata e scivolosa, e dopo un passo il ragazzo cadde all’indietro; ma senza demordere si rialzò e come se l’errore non fosse successo, ritentò, ma i risultati furono gli stessi; solo dopo una decina di tentativi incanalò abbastanza chakra nelle palme dei piedi e riuscì a compiere alcuni passi; non era semplice spostare l’energia attraverso il corpo, fortunatamente il sensei d’accademia lo aveva istruito bene, ma sul bagnato era tutta un’altra cosa; dopo alcuni passi però il risultato tornava ad essere quello dei tentativi precedenti: quindi il giovane genin decise di utilizzare una quantità di chakra più elevata, pensando che bastasse per rimanere appiccicato al legno, ma non fu affatto il risultato che ottenne, infatti utilizzare così tanta energia fu come sferrare un calcio potentissimo, poiché l’energia non fu utilizzata per l’adesione, ma per potenziare il piede: di fatto quindi distrusse una parte di corteccia, perdendo aderenza e cadendo al suolo rovinosamente.

Oramai però nonostante l’errore Zoro aveva capito alla lunga il meccanismo e le seguenti scalate furono più che positive, tanto da arrivare ad altezze considerevoli e pericolose, ovvero maggiori a 10 metri, dalla quale altezza una caduta sarebbe stata fatale probabilmente: ma il ninja continuava imperterrito, anche se aumentando l’altitudine, anche se solo di alcuni metri, la pioggia si faceva più intensa, e camminando verticalmente cadeva dritta sul viso del ragazzo, che praticamente non vedeva nulla, e avanzava alla cieca, sentendo il legno sotto i suoi piedi: il problema è che il giovane non si accorse che stava avanzando diagonalmente e che continuando così sarebbe per così dire “uscito di strada”; infatti raggiunta un’altezza di più o meno 20 metri mise un piede fuori dal legno, perse inevitabilmente l’equilibrio e non ritrovando più un corretto bilanciamento di peso cadde, nonostante un piede fosse ancora attaccato al legno: fortunatamente quell’allenamento aveva dato i suoi frutti, e grazie a ciò con estremo sangue freddo canalizzò il chakra nelle mani e si aggrappò in caduta libera ad un ramo tagliato che fungeva da sporgenza: senza alcuna difficoltà perciò arrestò la caduta e uscì magistralmente da una brutta situazione che fino a qualche giorno prima sarebbe stata tutt’altro che facile da risolvere, dando prova di una grande maturazione psicologica e fisica.

Soddisfatto ormai dei risultati raggiunti in quel campo decise di smettere, almeno per qualche minuto; intanto la pioggia cessò e le nuvole furono sostituite da un luminoso sole, accompagnato da un magnifico arcobaleno, che da dietro le alte montagne allietava la permanenza in quei luoghi, grazie a uno splendore come pochi prima d’allora Zoro aveva visto, soprattutto vivendo ad Oto, non di certo famosa per i paesaggi o il bel tempo. Ora il rumore della pioggia aveva ceduto il passo al cinguettare degli uccelli e soprattutto, al fragoroso scorrere di un fiume, lo stesso dal quale in quei giorni aveva preso l’acqua necessaria alla sua sopravvivenza: ma in quell’occasione, data la pioggia che era caduta incessantemente in quelle ore, il suo scorrere non era tranquillo e calmo come al solito, ma leggermente in piena e soggetto a un impetuoso flusso; Zoro decise che avrebbe provato a camminare sull’acqua, pensando che il meccanismo fosse pressoché lo stesso: non si sbagliava completamente ma il suo presentimento era comunque sbagliato, e non appena poggiò un piede sull’acqua, sprofondò e cadde nel fiume; il suo errore stava sia nel poco utilizzo di chakra, sia in uno sbagliato concentramento dello stesso: infatti l’acqua non offre alcun tipo di appoggio, al contrario di una parete verticale, perciò serviva una maggiore quantità di energia che doveva essere concentrata esattamente nel palmo del piede, in modo da formare una sorta di appoggio galleggiante per non sprofondare: anche in questo caso i fallimenti furono innumerevoli, ma alla fine il giovane arrivò a capire il suo errore e a correggerlo, giungendo alla riuscita del suo obbiettivo; la grandezza di Zoro era che non si faceva aiutare da nessuno nei suoi allenamenti, correggendosi da solo e arrivando autonomamente alle soluzioni dei suoi problemi, dando prova di ingegno, intelligenza e soprattutto di vocazione innata verso la carriera ninja, nella quale riusciva particolarmente bene.

Ma il ragazzo era anche soprattutto ambizioso, e non si accontentò del semplice camminare sulle acque, ma si allenò ancora un paio di ore per acquisire sicurezza e naturalezza in quella disciplina, finche non fu capace non solo di correre e di saltare, ma persino di combattere senza problemi: già, perché in caso di combattimento non avrebbe potuto mantenere la concentrazione sul chakra posto nei piedi, ma si sarebbe dovuto concentrare sull’avversario e sullo scontro, e non poteva rischiare di cadere in acqua ponendo l’avversario in una situazione di estremo vantaggio; ma alla fine anche questo traguardo fu raggiunto ed ora Zoro era completamente capace di muoversi su qualsiasi superficie, senza dover mantenere la concentrazione sull’energia utilizzata, in modo da compiere movimenti il più fluidi e naturali possibile.
Ora però la notte stava scendendo e il ninja decise di tornare all’accampamento, anche e soprattutto per asciugare i vestiti che aveva addosso che a causa della pioggia e delle numerose cadute, erano bagnati come non mai, e avrebbero causato al ragazzo una brutta influenza se non se li fosse tolti di dosso il prima possibile.


GIOVEDI
Giovedì, Zoro era arrivato fino a quel giorno; all’inizio non avrebbe mai pensato che ce l’avrebbe fatta, ma quello non era un ragazzo come un altro, non avrebbe mai mollato, per nessun motivo, non era affatto nel suo Dna: si era preso un impegno e aveva tutte le intenzioni di mantenerlo; perciò anche se nei giorni precedenti aveva dato tutto e in quel pomeriggio di mezzo avrebbe potuto riposarsi e recuperare forze per poi dare il meglio nelle ultime sessioni, decise di allenarsi su forse la cosa più difficile da allenare, la resistenza fisica, la capacità di continuare nel combattimento anche se si sono subiti diversi colpi e la lotta persiste da diverso tempo.

Innanzitutto bisognava migliorare la resistenza dei polmoni, ovvero allargare la loro capienza, in modo da avere più ossigeno in corpo e non andare in crisi. E l’unico modo per migliorare il fiato è correre, e il giovane lo sapeva, e anche se sapeva anche benissimo che correre non è una delle sue attività preferite, ma come sempre, se quella era una cosa che gli sarebbe servita, l’avrebbe fatta, nessun dubbio.
Almeno però avrebbe voluto svolgere quell’ingrato compito in un bel luogo, di quelli che ti fanno passare la fatica con la magnificenza e lo splendore dei loro orizzonti, con sfondi che farebbero invidia alla migliore delle cartoline. E il posto designato su cui cadde la scelta fu il fiume che scorreva non lontano dal rifugio, quello su cui si era allenato anche per il controllo del chakra: decise che l’avrebbe percorso tutto, fino alla fonte o alla foce, a seconda di che direzione avesse seguito; la scelta fu a dir poco azzardata, infatti non conoscendo quei luoghi non poteva sapere dove finisse il suo corso quello specchio d’acqua, o nemmeno se finisse; d’altro canto però in quel modo non avrebbe corso il rischio di perdersi, infatti per tornare alla base non avrebbe dovuto far altro che seguire il letto del fiume.

Perciò prese con se un po’ di provviste nel caso in cui i luoghi che avesse visitato non avessero avuto risorse necessarie al suo sostentamento: infatti quei luoghi non erano caratterizzati da una uniformità, ma al contrario non avevano nulla in comune l’uno con l’altro, si andava dal più arido dei deserti alla più fredda steppa. Oltre al cibo prese anche con se le poche armi che possedeva, infatti non poteva sapere chi o che cosa avrebbe incontrato nel suo cammino. Quindi dopo aver raccolto il necessario e lasciato il superfluo, partì alla volta dell’orizzonte, dove il sole era da poco sorto e ancora non riscaldava a pieno quei luoghi così lontani dal mondo.
Inizialmente Zoro mantenne il ritmo della corsa abbastanza basso, per scaldarsi ma soprattutto perché non aveva ancora spezzato il fiato e se avesse corso subito a velocità sostenuta si sarebbe stancato prestissimo, poiché i polmoni non avevano avuto ancora modo di dilatarsi a pieno e abituarsi ad un battito cardiaco così anomalo e rapido. Inoltre mentre correva il ragazzo iniziò a fare esercizi con le gambe e le braccia, per scaldarsi, e a fare piccoli scatti per spezzare il fiato. Quando finalmente la fase di preparazione fu ultimata, lo shinobi aumentò notevolmente la velocità, ora era una vera e propria corsa, sempre più veloce, fino al limite delle sue possibilità; ora doveva mantenere il più possibile il suo scatto, la fatica si faceva sentire sempre di più, la milza bruciava come mai prima d’allora, le gambe si facevano pesanti, la respirazione era sempre più affannosa e l’aria sembrava quasi non voler raggiungere i polmoni, i quali si dilatavano fino al loro limite per racchiudere più aria possibile e facilitare l’esercizio.
Il ragazzo era la limite delle forze, si sentiva mancare, la vista si faceva sempre più sfuocata, i contorni degli oggetti praticamente non esistevano più ai suoi occhi, che si chiudevano praticamente da soli; come se tutto ciò non bastasse la stanchezza provocava al giovane alcuni conati di vomito, che rendevano ancora più ostica la prova; ma nonostante le infinite difficoltà il ninja non aveva alcuna intenzione di mollare, e si fermò solo quando le sue gambe smisero praticamente di funzionare, bloccandosi di colpo.

A quel punto Zoro decise saggiamente di riposare e riprendere le forze; si stese a terra e a quel punto la vera stanchezza si fece avanti: infatti finche continuava a correre le fatiche erano represse dall’adrenalina e dalla concentrazione. Fortunatamente non impiegò molto tempo a riprendersi, probabilmente perché gli effetti positivi dell’allenamento cominciavano a farsi vedere; prima di ripartire per il viaggio di ritorno, Zoro decise di allenarsi anche nella resistenza ai colpi subiti e quindi ad incassare gli attacchi avversari, e l’unico modo per farlo era lasciarsi cadere da altezze ragionevoli, per migliorare l’atterraggio e ad attutire i colpi dovuti alla caduta.

Perciò una volta trovato un alto albero, vi si arrampicò, raggiungendo i rami più alti, dove il vento soffiava impetuoso, e scuoteva le cime e le fronde superiori, rendendo difficile più del dovuto la sosta su quelle superfici; da lassù lo strapiombo era a dir poco preoccupante e al ragazzo più volte passò per la testa di abbandonare quell’insana idea; ma la voglia di migliorare era troppo forte e ormai da diversi giorni guidava ciecamente le azioni del ragazzo, che ne era schiavo assoluto: perciò prese coraggio e si lasciò andare a peso morto verso il vuoto di almeno 10 metri; l’atterraggio fu un disastro, cadde di spalla e se la lussò, poi rotolò per alcuni metri e si incrinò diverse costole nell’azione; a quel punto chiunque avrebbe abbandonato, ma non Zoro, che tutt’altro, prima si curò con le tecniche a sua disposizione, poi ricominciò la salita, e si rilanciò, questa volta un poco meglio, infatti all’impatto col suolo riuscì a rotolare e salvare la situazione dal peggio, senza evitare però di farsi male; almeno questa volta non aveva avuto bisogno di utilizzare alcuna tecnica per recuperare le forze, e questa era già di per se un passo avanti enorme: infatti da li in poi gli atterraggi furono sempre migliori, a parte qualche situazione in cui la situazione sfuggiva di mano al ragazzo, che finiva col capitolare al suolo rovinosamente, anche se la cura era sempre più veloce e semplice con l’aumentare delle cadute, come se la sua ossatura si stesse gradualmente abituando a quei colpi, che erano sicuramente più potenti di un normale colpo ricevuto in battaglia; il risultato alla fine fu più che rassicurante, infatti non vi erano problemi per il giovane nel cadere da quelle altezze, e involontariamente il ragazzo aveva allenato, oltre che la resistenza agli urti, anche l’agilità nella scalata, infatti alla fine si può dire che quasi andasse più veloce a salire che a scendere in caduta libera, anche se sappiamo benissimo che ciò è impossibile.

Dopo essersi riposato ancora un poco il ninja decise che era giunto il tempo di ripartire alla volta della base; per il viaggio di ritorno aveva in mente una bella idea per movimentare l’allenamento: avrebbe percorso tutto il tragitto correndo non sulla riva, ma proprio dentro al letto del fiume, all’altezza delle ginocchia, in modo che la corsa fosse rallentata almeno del 50%, senza contare che nel viaggio di ritorno la corrente sarebbe stata a sfavore, avrebbe ulteriormente rallentato il ragazzo.
Quest’ultimo però non si perse d’animo e subito balzò in acqua e iniziò a correre, o almeno a provarci, infatti quella che stava facendo non si poteva definire una corsa, ma più una semplice camminata: sembrava di avere un masso attaccato ai piedi che impedisse il normale movimento, le ginocchia erano pesanti, i movimenti poco fluidi, una tortura in poche parole: ma col passare del tempo i muscoli del giovane si abituarono alla situazione e la camminata prima si trasformò in una marcia, poi verso la fine in una vera e propria corsa, a velocità leggermente inferiore rispetto alla corsa su un normale terreno; questo significava che la sua velocità su terraferma era aumentata esponenzialmente, anche se in quel momento non aveva assolutamente le energie necessarie per testare se le sue supposizioni fossero vere, aveva prosciugato ogni più piccola risorsa energetica, e se non fosse tornato all’accampamento in pochi minuti senza sforzarsi ulteriormente sarebbe di certo svenuto a dir poco. Fortunatamente ciò non accadde e l’accampamento fu raggiunto prima che facesse buio, e anche se la sera non era ancora giunta lo shinobi decise di coricarsi, in modo da recuperare quelle energie che aveva utilizzato in quell’estenuante sessione d’allenamento, che però aveva dato enormi frutti, migliorando in un sol giorno velocità e resistenza fisica.


VENERDI
Quando il sole sorse ad illuminare la splendida vallata che si affacciava innanzi a quegli alti monti al di la dei quali nessuno sapeva cosa ci fosse, a Zoro non poteva sembrar vero che fosse già mattina, infatti nonostante la sera prima si fosse addormentato col sole ancora in fase discendente, la notte sembrava esser volata via in un batter d’occhi: al ragazzo sembrava di aver appena chiuso gli occhi, ancora ricordava gli ultimi pensieri che aveva pensato prima di addormentarsi, quelli che di solito non si ricordano mai; questa era la dimostrazione che più si dorme e più si è stanchi, infatti al ninja quella dormita di 12 o 13 ore non aveva fatto altro che incollargli inesorabilmente addosso quella stanchezza che in quei giorni aveva cercato di evitare, senza contare che il sonno su quella specie di letto fatto sulla fredda terra, non aveva che peggiorato i suoi dolori, soprattutto alla schiena, che ancora risentiva delle cadute affrontate il giorno precedente.

Anche se la stanchezza era assai, il giovane non si ritrasse dagli allenamenti, che per quel giorno prevedevano un bel ripasso di taijutsu e delle tecniche basilari: iniziò proprio con la moltiplicazione e la trasformazione, tecniche di fondamentale importanza per un ninja, senza le quali non ci si poteva nemmeno definire un vero shinobi.
Iniziò dalla trasformazione, nella quale riusciva leggermente meglio, anche se non era il massimo in entrambe. Prima di tutto richiamò il chakra, era diverso tempo che non svolgeva questa operazione, e ci volle diverso tempo, anche se alla fine vi riuscì; ora sentiva l’energia allo stato puro scorrergli in tutto il corpo; quando poi si sentì pronto, iniziò a comporre i sigilli: inizialmente la velocità nella composizione era abbastanza lenta, ma poi una volta composto il primo, i seguenti vennero da soli, come parte di una catena che ormai Zoro conosceva a memoria.
CITAZIONE
Tecnica della Trasformazione – Henge no Jutsu
Villaggio: Tutti
Posizioni Magiche: 1
Descrizione: Il ninja che pratica questa tecnica è capace di cambiare il proprio aspetto. Se la sua scelta ricade su qualcosa di diverso da un altro essere umano, per esempio un oggetto o un animale, questo deve essere compreso entro questi parametri: da 1/3 del proprio peso e volume (minimo) a +33% del proprio peso e volume (massimo). Il consumo Bassissimo va sottratto dalla propria riserva all'inizio di ogni turno di chi ha effettuato la tecnica.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 6 / Consumo di Chakra: Bassissimo)

Una volta conclusi i sigilli, decise di trasformarsi nella prima cosa che gli venne in mente: il suo vecchio sensei d’accademia. Purtroppo i risultati non furono dei migliori, infatti ciò che ne uscì non assomigliava più di tanto ad un essere umano, ma assomigliava più ad un semplice agglomerato di carne, senza una forma ben definita.
Ci vollero diversi tentativi prima di riuscire nell’impresa, infatti il ninja era veramente fuori allenamento, e si era completamente dimenticato la procedura di quelle tecniche così inutilizzate. Alla fine però i risultati furono ottimi, infatti alla conclusione degli allenamenti la velocità nella composizione dei sigilli era aumentata a dismisura, e quasi non si riconoscevano le posizioni delle mani; anche la somiglianza alla persona in cui si voleva trasformare era aumentata di molto, tanto che nessuno, tranne un ninja esperto, avrebbe riconosciuto la copia dall’originale.
Una volta riuscito in questa prima tecnica, che in teoria doveva essere la più semplice, decise di passare alla moltiplicazione del corpo.
CITAZIONE
Tecnica della Moltiplicazione del Corpo - Bunshin no Jutsu
Villaggio: Tutti
Posizioni Magiche: Tigre, Cinghiale, Bue, Cane
Descrizione: Questa tecnica permette di creare dei cloni di se, composti unicamente di chakra. I cloni si presentano come una copia esatta del ninja che le ha create. Le copie possono essere create ad una distanza massima di 3 metri dall’utilizzatore. Le copie possono allontanarsi dal ninja che le ha create di circa 10 metri, superata questa distanza si dissolvono. La resistenza agli urti è minima, infatti ciascuna copia è distrutta appena subisce un qualsiasi contatto. Il numero di cloni creati non deve mai superare il massimo espresso sotto. Un clone che non fa nulla di particolare dura 6 turni mentre un clone costretto a correre o altro dura solamente 3 turni. I cloni creati con questa tecnica non possono attaccare ne simulare un attacco. Possiedono però la controparte illusoria di qualsiasi arma base in possesso del loro creatore. Possono muoversi camminando o correndo, abbassarsi e muovere gli arti con media velocità, e saltare. Non possono fare tecniche e non hanno forza. Se toccati svaniscono.
[massimo copie: Studenti 3, Genin 5, Chunin 7, Jonin 12, Sp Jonin 15]
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 6 / Consumo di Chakra: Bassissimo per Copia)

La procedura iniziale fu la stessa, con la raccolta del chakra e la composizione dei sigilli, poi però doveva riuscire a creare delle perfette copie di se, perciò simulò nella sua mente la sua figura, poi lasciò andare il chakra, come in una violenta esplosione, che confluì in un sonoro Puff, seguito da una nuvola di fumo di fianco al ragazzo, dalla quale scaturì una figura obbrobriosa, che non aveva assolutamente nulla in comune con Zoro, a parte due gambe e due braccia; il viso non aveva una forma ben definita e la copia non aveva neanche un briciolo di energia, tanto che non riusciva nemmeno a reggersi in piedi sulle sue gambe, e svanì in pochi secondi.

Dopo diverse prova finalmente lo shinobi riuscì nell’impresa, con graduali miglioramenti, dapprima il viso con una forma ben definita, oppure una copia perfetta ma senza energie, poi una copia ben riuscita, traguardo molto importante, finche infine il giovane non riuscì a creare ben 3 copie identiche a se in tutto e per tutto. In questo modo aveva dato modo di dimostrare di essere un vero guerriero, che non molla nonostante le difficoltà, già perché riuscire in quella tecnica, che tanti problemi gli aveva dato e che sembrava non voler riuscire per nessuna ragione, era una prova di grande determinazione: perché in qualsiasi attività è necessario sapere che cosa aspettarsi, i mezzi per raggiungere l’obbiettivo e se si hanno le capacità necessarie per il compito proposto; e Zoro aveva dimostrato di non avere limiti di miglioramento e che i suoi mezzi in teoria gli avrebbero concesso di arrivare ovunque avesse voluto.

Ora restava da migliorare il taijutsu, l’arte del corpo a corpo, degli attacchi diretti, basata sulla forza dei colpi, ma allo stesso tempo sulla velocità degli stessi, che senza una delle due caratteristiche appena citate sarebbero deboli e facilmente schivabili e contrattaccabili; inoltre quella era una specialità in cui non si potevano commettere errori di alcun genere, poiché si sarebbe aperta la strada a un contrattacco nemico, che non avrebbe trovato nulla sulla strada tra se e il rivale, poiché il taijutsu non offre una vasta gamma di difese, e si basa piuttosto sulla schivata, caratteristica necessaria per non finire in preda agli assalti nemici.
Ma di per se Zoro era già molto veloce e agile, quindi abile nella schivata, e necessita maggiormente di una preparazione in fase offensiva, magari con un potenziamento dei colpi, ottenibile solo con un duro allenamento alla vecchia maniera ovvero contro un grande albero, che sarebbe dovuto cadere sotto gli incessanti colpi del ninja: in quella zona vi era una vastissima gamma di alberi di ogni tipo, per ogni gusto, anche ciò di cui Zoro aveva bisogno, ovvero un’enorme quercia mastodontica.

Il ninja vi si avvicinò, poi si fasciò le mani per non rovinarsele, prima di iniziare alcuni secondi di preparazione, infine iniziò: cominciò a colpire il bersaglio con una marea di pugni, prima abbastanza lenti e dolorosi, tanto che la fasciatura delle mani sembrava dover cedere da un momento all’altro, ma poi con l’avanzare del tempo aumentò anche il ritmo dei colpi, che a causa dell’estrema velocità con cui arrivavano a bersaglio e si allontanavano dallo stesso, quasi non provocavano dolore al ninja, che ormai si era abituato a quella situazione e le braccia quasi si muovevano da sole, spinte dall’adrenalina e dalla voglia di migliorare; intanto la corteccia, sotto i colpi incessanti che la colpivano ormai da decine di minuti, cominciò a cedere e dopo poco fu completamente distrutta; ma l’azione devastante dello shinobi non si fermò lì, e dopo altre centinaia di colpi anche il vivo legno iniziò a cedere, scheggiandosi a mano a mano che i pugni del giovane vi si infrangevano contro. Poi, non soddisfatto di ciò che stava compiendo, il ragazzo iniziò a colpire il mastodontico albero anche con calci rapidissimi, con gomitate e ginocchiate; questi colpi erano molto più potenti rispetto ai precedenti, e scalfirono pesantemente il tronco, che ormai, dopo ore di incessanti attacchi, era ridotto a due terzi rispetto allo spessore di partenza. Come se tutto ciò non bastasse il ninja acquisì col passare del tempo una rapidità inaspettata, e durante l’ultima mezz’ora i suoi colpi viaggiavano a una velocità spaventosa, e causò molti più danni in quel periodo di tempo che in tutto il resto dell’allenamento, infatti dimezzò ulteriormente la grandezza del tronco, che ormai era solamente un terzo della sua grandezza originale.
§Non posso continuare in queste condizioni, ho le mani indolenzite, i gomiti e le ginocchia insanguinati e soprattutto un gran male ai piedi; però mi dispiacerebbe lasciare qui una così grande risorsa di legno che mi potrebbe offrire la quercia se la abbattessi. Devo trovare un modo per distruggere l’ultimo strato del tronco…fammi pensare, ma certo! Userò la tecnica del palmo di suono, sono sicuro che sarà abbastanza.§

Perciò il giovane ninja raccolse il chakra, compose i sigilli ed eseguì la tecnica, che anche se riuscì a distruggere il tronco, non possedeva quella potenza come nei primi giorni in cui l’aveva appresa, forse a causa dello scarso allenamento che aveva contraddistinto i giorni successivi all’accademia, e inoltre la velocità di composizione dei sigilli era scesa drasticamente. A tutto ciò serviva rimedio, perciò Zoro decise che nei restanti giorni si sarebbe allenato per migliorare le tecniche a sua disposizione.


SABATO
Anche sabato giunse alle porte, un giorno normale, col sole alto in cielo e il profumo della primavera, ormai alle porte, era forte e rallegrava lo spirito del giovane Zoro, che già in piedi da qualche ora, aveva deciso quella mattina di godersi un po’ di meritato riposo e rilassarsi, operazione che in quel posto così paradisiaco era più che semplice. Ma gli allenamenti non potevano aspettare oltre, e dopo pranzo il tempo del lavoro era ancora una volta arrivato:
perciò dopo aver indossato un abbigliamento consono all’attività, il ragazzo partì alla volta di un luogo adatto, che per quel giorno poteva essere uno spiazzo qualsiasi, dato che l’allenamento che era in procinto di svolgere non richiedeva particolari condizioni. Perciò la scelta cadde ancora una volta sul piccolo prato dinnanzi al torrente che scorreva poco lontano dall’accampamento: infatti non si poteva chiedere niente di meglio, dato che in quella zona si respirava una fresca arietta grazie alla vicinanza del fiume, inoltre la zona era ombreggiata a causa dei possenti alberi secolari che circondavano la zona.

Nulla avrebbe potuto rovinare un clima così surreale e ora non restava che cominciare: per prima cosa il giovane ninja decise di cominciare con qualcosa di leggero, una tecnica che molti a Suna conoscevano e sfruttavano, la brezza del deserto
CITAZIONE
Tecnica della Brezza del Deserto
Villaggio: Sabbia
Posizioni Magiche: 1 (molto veloce)
Descrizione: Si tratta di un ninjutsu abbastanza semplice. Accumulando il Chakra sui palmi e imprimendo alle braccia
un movimento in avanti simile ad una spinta è possibile creare un flusso di aria calda ed indirizzarlo verso il nemico. Se il flusso entra in contatto con l'avversario non crea danni di alcun tipo ma in ambienti favorevoli (zone in cui sia presente almeno un elemento come polvere, sabbia o simili) può servire come disturbo all'apparato visivo avversario, accacandolo o distraendolo se questi non si difende opportunamente. A Livello Genin la tecnica subisce un'evoluzione: con un ulteriore consumo basso non solo la folata diventa tanto forte da poter accompagnare efficacemente l'utilizzo di armi da lancio, ma permette inoltre di mantenere il flusso di vento attorno alle braccia per impiegarlo nelle combinazioni di corpo a corpo. Questo effetto aggiuntivo può essere mantenuto spendendo un consumo Basso per turno.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 5/4 - Consumo di Chakra: Medio-Basso)

Un jutsu semplice e all’apparenza inutile, che consisteva di fatto in un flusso d’aria calda che veniva scagliato contro il nemico, senza però creare danni, ma che con una buona strategia alle spalle, poteva rivelarsi estremamente utile. L’obbiettivo di Zoro era aumentare la potenza della folata, in modo che quest’ultima potesse accompagnare efficacemente il lancio di armi, aumentando la velocità di quest’ultime; inoltre il ragazzo sperava di trovare un modo per trattenere l’aria attorno alle sue braccia, per aumentare l’efficacia dei colpi fisici.

Perciò senza perder tempo il ninja si preparò ed iniziò il “lavoro”: per prima cosa effettuò la tecnica una prima volta per ricordarsi il suo effetto, poi iniziò a cercare di migliorarsi; inizialmente, avendo migliorato già nei giorni precedenti il controllo del chakra, si limitò ad aumentare l’apporto di energia nel comporre i sigilli, pensando che ciò fosse abbastanza per ottenere ciò che voleva; ma i presupposti si rivelarono sbagliati e i risultati furono minimi, infatti ci fu solamente un lieve aumento della potenza del vento, fattore non da sottovalutare, e di cui il ragazzo si rese conto solo quando rifece la tecnica dopo aver scagliato un paio di shuriken innanzi a se, i quali aumentarono notevolmente la loro velocità, accelerazione che avrebbe sicuramente colto di sorpresa i ninja meno esperti.

Il successivo passo ora era riuscire a trattenere quella forza nelle braccia, ma non era un passo semplice, infatti quell’energia era difficile da non rilasciare e tendeva a sfuggire al controllo e allontanarsi per inerzia, e con l’aumentare del chakra la situazione non poteva che peggiorare, quindi la soluzione lungeva dall’essere trovata. I tentativi furono tanti, talmente numerosi che a un certo punto Zoro pensava che quello che stava cercando di fare era impossibile. Ma la speranza si sa, è sempre l’ultima a morire, e prima di arrendersi il giovane decise di provare un’ultima volta, giusto per avere una conferma che il suo era effettivamente un fallimento. E proprio quando ormai tutto sembrava perduto, finalmente la svolta: infatti Zoro, concentrandosi fino al limite delle proprie capacità, era riuscito a impiegare parte del chakra della tecnica per trattenere il flusso, operazione che si rivelò vincente.

Alla resa dei conti perciò i risultati furono ottimi, e l’obbiettivo iniziale fu pienamente raggiunto.
Ora però era il momento di abbandonare l’euforia per la “vittoria” e riconcentrarsi per passare a qualcosa di più difficile, una tecnica più complicata, ma che si basava essenzialmente sullo stesso principio della precedente, poiché basata anch’essa sull’elemento vento: la tecnica del soffio del vento
CITAZIONE
Soffio del vento
Villaggio: Sabbia
Posizioni magiche: 5
Descrizione:Dopo aver accumulato una grandissima quantità di chakra nei palmi delle mani il ninja riesce ad emettere la massa di energia, larga massimo 50 cm, sottoforma di un'unico getto di vento che raggiunge i 20 m di estensione. Il vento creato può assumere una traiettoria solo lineare. Da genin tale limite viene superato, consentendo al ninja di effettuare una (a genin) o due(a chunin) curve alla massa di vento. Se colpisce in pieno risulta capace di causare un danno Medio. Dal grado di genin la tecnica può essere potenziata facendo viaggiare nel vento un massimo di 4 kunai, i quali seguiranno la traiettoria del vento. Spostare la massa di vento costa un Bassissimo, richiede un corrispettivo movimento di mani, diminuisce la potenza di 10 a curva e può essere al massimo di 90°. Ogni kunai è come se venisse lanciato con un potenziamento in forza pari a Basso.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio)

Praticamente un potenziamento della brezza del deserto, poiché non si tratta che di un vento molto forte che causa gravi danni se colpisce l’avversario in pieno; una tecnica insomma molto buona, se non fosse che dopo averla subita una priva volta, neanche il più stupido degli avversari sarebbe caduto nelle grinfie di tale tecnica, questo poiché la folata procede esclusivamente in direzione rettilinea. Proprio per questo l’obbiettivo di Zoro era trovare un modo per modificare la traiettoria del colpo, anche per sorprendere l’avversario che potrebbe non aspettarsi una tale modifica.

Probabilmente l’unico modo per spostare il raggio d’azione era accompagnare il movimento con un rapido gesto delle mani, come a voler muovere manualmente il getto d’aria. Il problema era capire in che modo effettuare tale operazione: Zoro pensò bene di continuare ad immettere chakra nelle mani per lasciare che si formasse una specie di legame tra l’energia nella tecnica e quella ancora in corpo. E in effetti la strategia si rivelò vincente, poiché dopo una decina di tentativi il ragazzo riuscì perfettamente a deviare il corso della tecnica, l’unico difetto era che dopo un primo spostamento la potenza del jutsu diminuiva drasticamente e non c’era modo di influire nuova energia al colpo; perciò si poteva, o meglio era conveniente, far fare al massimo una deviazione al flusso. Un miglioramento facile all’apparenza, ma che si sarebbe rivelato molto utile alla causa del giovane shinobi.

Il giorno era ormai giunto al termine e il sole era in procinto di lasciare il suo posto alla pallida luna, ma per Zoro c’era ancora tempo di provare a migliorare una tecnica, molto semplice da eseguire, ma che purtroppo non gli riusciva molto bene: la tecnica della brezza concentrica, grazie alla quale si potevano convogliare tutti i venti in zona verso un unico punto, che veniva di solito posizionato sul corpo dell’avversario, in modo da conoscere la posizione del rivale anche al buio o in casi di cecità momentanea, oppure se il rivale si nasconde cercando di celare la sua posizione.
CITAZIONE
Brezza Concentrica
Villaggio: Sabbia
Posizioni magiche: 2
Descrizione:Il ninja dopo aver eseguito i seal necessari tramite un semplice tocco al corpo dell'avversario crea un punto di raccordo dei venti non arrecando alcun danno ma rendendo più facile l'individuazione dello stesso. In pratica i venti presenti nell'aria convergeranno sull'avversario, consentendo allo shinobi di sapere la direzione verso la quale si trova l'avversario. Il raccorda crea un sottile rumore percepibile da coloro che hanno Udito Potenziato. La tecnica ha un effetto secondario sui lanci, i quali verranno leggermente corretti verso il punto ove è stato piantato il raccordo. La tecnica dura 3 turni e funziona solo a una distanza pari o inferiore ai 10 metri tra i due ninja. Richiede un consumo Bassissimo x ogni turno successivo al terzo.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 5/4 / Consumo: Medio-Basso)

Il problema di Zoro era la concentrazione da tenere nello svolgimento della tecnica, poiché alla lunga si dimenticava di avere la suddetta tecnica attiva e dopo un certo periodo bisognava aggiungere periodicamente del chakra per far si che gli effetti continuassero.

Perciò per Zoro non si trattava che di un errore di concentrazione correggibile semplicemente con un po’ di allenamento, gli sarebbe bastato rimanere con la mente sulla tecnica mentre faceva altre attività: perciò il ragazzo, dopo aver attivato la tecnica poggiando il punto di raccordo su un albero, si allontanò alcuni metri e iniziò a salire verticalmente su un secondo albero, attività che lo avrebbe sicuramente distratto perché per camminare in quel modo il giovane avrebbe dovuto utilizzare dell’ulteriore chakra. Le prime volte la tecnica della brezza svaniva non appena il ninja iniziava la scalata, ma col passare del tempo le cose iniziarono a migliorare e alla fine Zoro riuscì a mantenere la tecnica attiva per dozzine di minuti, ovvero fino a quando si stancò e si ritenne soddisfatto.

Il tempo era passato veloce e il giovane non se ne era quasi accorto: la notte era ormai inoltrata, e lui aveva bisogno assolutamente di riposarsi per il lungo viaggio che lo aspettava il giorno seguente. Perciò senza attendere oltre tornò all’accampamento e si mise a dormire.

DOMENICA
Sembrava che quel giorno non dovesse arrivare mai, ma alla fine anche domenica giunse alle porte. L'ultimo giorno, Zoro quasi non poteva crederci, se pensava alle volte che aveva pensato di mollare e di abbandonare quella folle idea e a quante volte la fatica e la stanchezza gli avevano impedito di essere lucido e di lavorare al 100%. Ma alla fine dei conti lui era lì, non si era arreso, aveva continuato imperterrito con la mente quando il corpo sembrava non farcela, e con il corpo quando la mente sembrava cedere da un momento all'altro. La giornata non poteva che essere splendida, così come i pensieri del ragazzo, che quella mattina era al colmo della gioia: aveva realizzato tutti i suoi obbiettivi, si era decisamente migliorato in tutti i campi ninja, dal controllo del chakra al taijutsu, passando per l'aumento della forza fino al miglioramento della resistenza. Chiunque si sarebbe ritenuto soddisfatto di tali risultati, ma non Zoro; non era proprio il tipo che si accontentava e provava a sfruttare ogni minuto a sua disposizione: proprio per questo anche la mattina del settimo giorno, con risorse fisiche pressochè esaurite completamente, il giovane decise di allenarsi e continuare il lavoro del giorno precedente, ovvero il miglioramento delle tecniche conosciute.

Perciò nonostante la voglia di tornare a casa fosse forte, quella di migliorare ulteriormente lo era ancora di più, e per questa ragione ancora una volta appena sorto il sole, il ragazzo si fece trovare nuovamente nell'ormai conosciuto giardino poco lontano dal fiume, lo stesso che lo aveva ospitato tante volte in quei giorni così difficili. Ma questa volta prima di partire raccolse tutte le sue cose, disfò l'accampamento che con tanta cura aveva preparato, e dopo aver salutato un ultima volta quei luoghi, ripartì alla volta del torrente, che fu raggiunto in pochi minuti. Una volta a destinazione il ninja iniziò subito il suo allenamento, in modo da concludere il più presto possibile e tornare a casa entro la notte.

Perciò senza neanche pensarci su troppo, Zoro decise di lavorare sulla prima tecnica che gli venne in mente: la tecnica della gabbia di roccia
CITAZIONE
Gabbia di Roccia
Villaggio: Suna
Posizioni Magiche: 4
Descrizione: Il ninja che utilizza questa tecnica, dopo aver effettuato le posizioni magiche, poggerà a terra una mano e dovrà rimanere in questa posizione per tutta la durata della tecnica. Cosi facendo, innanzi a se a una distanza massima di 1 metro, alzerà un muro di terra mista a minerali duri, accompagnato dal rumore duro dell'emersione delle roccie, che si chiuderà a sfera (max 3 m di raggio) attorno al ninja avversario o all'utilizzatore stesso. La gabbia è molto resistente sia ai ninjutsu che ai taijutsu, per distruggerla in un unico colpo sarà necessario utilizzare tecniche con un costo pari ad Alto. La gabbia di roccia ha un costo di mantenimento pari a Basso per turno escluso il primo, inoltre dal secondo turno in poi l’utilizzatore di tale tecnica sarà in grado di manipolare ulteriormente la conformazione della gabbia restringendola (max 1/3 a turno) oppure creando al suo interno delle “lance” di roccia con un ulteriore costo di chakra pari a Medio-Basso per lancia. L’utilizzatore può rilasciare in ogni momento la tecnica disgregando così la gabbia.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio, Costo di Mantenimento Basso, ulteriore Medio-Basso per altri effetti)

Una tecnica molto difficile da eseguire e soprattutto da mandare a segno nei confronti dell'avversario, poichè aveva un raggio d'azione molto limitato e il suo effetto era preceduto da un forte rumore. Ma nonostante i numerosi idifetti questa restava comunque una delle tecniche preferite di Zoro, che quella mattina ebbe un'illuminazione su quel jutsu; già, perchè il furbo ninja pensò bene che una tecnica del genere, molto utile per intrappolare l'avversario, sarebbe potuta rivelarsi utile anche per riparare se stessi, dato che la resistenza delle mura della gabbia era notevole.
Quindi il ragazzo procedette subito con i tentativi: per prima cosa eseguì la tecnica una prima volta per ricordare le modalità di esecuzione del jutsu; poi passò al suo obbiettivo: compose i sigilli, aspettò che la miriade di minerali e di polveri rocciose si alzasse dal suolo, infine indirizzò le mani a sè, invece di indicare, come al solito, la vittima predestinata della tecnica. In un secondo la miriade di polveri che fluttuavano in aria si fiondarono verso il giovane, che inizialmente ne fu spaventato, ma quando il processo fu concluso si rese conto dell'effettivo che aveva provocato. Infatti si trovava all'interno di una prigione impenetrabile, al cui interno egli aveva la possibilità di pensare indisturbato alla migliore delle strategie oppure, ancor meglio, di riposarsi e recuperare le forze.

Incredibilmente questa volta l'obbiettivo fu raggiunto al primo tentativo, poichè in realtà il difficile non stava nell'eseguire la tecnica in quel modo, ma nell'avere un'idea tanto rivoluzionaria.
Ora però era il momento di passare oltre e lasciarsi alle spalle l'euforia per il successo appena raggiunto; per questo si concentrò su un'altra tecnica, anch'essa molto difficile da eseguire, la tecnica del passo veloce, un jutsu estrememente utile sia a livello offensivo che a livello difensivo, infatti tramite l'utilizzo di chakra il ninja aumenta la propria velocità fino al doppio del limite consentito dalle proprie capacità, abilità da non sottovalutare assolutamente.
Purtroppo però facendo due calcoli, il ninja si rese conto che se avesse perso ulteriore tempo in allenamento, non sarebbe mai riuscito ad arrivare a casa prima che il sole fosse calato, anzi, era addirittura già in ritardo sulla tabella di marcia, e probabilmente anche se fosse partito in quel momento, non ce l'avrebbe fatta.

L'unica soluzione era partire immediatamente e utilizzare la tecnica che aveva intenzione di migliorare durante il viaggio, in modo da viaggiare a velocità doppia per lunhi spezzoni di tragitto, risparmiando molto tempo. Perciò Zoro raccolse le sue cose e immediatamente partì alla volta di casa: inizialmente, per le prime 2 o 3 ore, si limitò a correre normalmente, con un ritmo continuo, in modo da riposarsi e non sprecare chakra, operazione che riuscì perfettamente. Intento, durante il tragitto, così come all'andata, il ragazzo pensò bene di godersi il notevole panorama che si poteva gustare in quei luoghi, anche perchè molto probabilmente non sarebbe mai più capitato da quelle parti, evitando di ammirare le splendide montagne innevate, le meravigliose foreste ancora vergini che non avevano subito lo squallido mutamento determinato dalla presenza dell'uomo, la flora ela fauna che un abitante di Suna come lui non avrebbe mai più potuto osservare, senza contare al perfetto clima di quelle zone, non un caldo torrido come al villaggio della sabbia, ma temperature ideali, condizioni metereologiche pressochè perfette e varie, che andavano dalla pioggia più fitta al sole più splendente. Ma ormai era ora di dire addio a quei paesaggi così perfetti, infatti Zoro era arrivato al deserto di Suna, e la meta era ormai prossima. Inoltre era arrivato il momento di migliorare la tecnica del passo veloce, in modo da arrivare al villaggio prima possibile.

Quindi il ragazzo si fermò, in modo da concentrarsi meglio, poi impastò il chakra nelle mani, effettuò i sigilli e iniziò a correre dopo aver effettuato la tecnica
CITAZIONE
Tecnica del Passo veloce
Villaggio: Suna
Posizione Magiche: 1 (molto veloce)
Descrizione: Il ninja acquisisce la capacità di avvolgere a piacere il proprio corpo con delle folate di vento concentrate, per un tempo brevissimo. In questo modo acquisisce velocità e leggerezza, potendo quindi muoversi ad una velocità incredibile (Il doppio consentito dalle sue caratteristiche di velocità.) per una singola azione di movimento. Attivando la tecnica si può usare questa accelerazione solo per muoversi in nessun caso per attaccare. Inoltre il movimento del Ninja, se effettuato su un terreno dove esista polvere o sabbia viene accompagnato da una nuvola di tale sostanza, che ne maschererà in parte le intenzioni di spostamento. Questo spostamento tuttavia aumenta leggermente il rumore prodotto dal movimento del ninja a causa del vento che lo ricopre. Utilizzando questa tecnica inoltre si sarà in grado di percorrere il doppio con un consumo medio, o il triplo con un consumo alto della distanza concessa per uno slot di azione.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 3 / Consumo: Medio o Alto)

Inizialmente l'aumento di velocità fu minimo, tanto che a Zoro sembrò che il jutsu non avesse effetto, ma col passare dei secondi la velocità cominciò ad aumentare esponenzialmente, finò a quando la rapidità del giovane raggiunse massimi mai raggiunti, le gambe sembravano invisibili da quanto si muovevano velocemente, e la corsa di Zoro in quella sabbia era perfino accompagnata da una fitte nube di sabbia, simile in tutto e per tutto ad una tempesta. Di quel passo il villaggio fu raggiunto in poche dozzine di minuti, con una velocità di cui persino Zoro fu sorpreso.
Perciò alla fine anche l'ultimo obbiettivo fu portato a compimento, e il villaggio natale fu raggiunto: Zoro era felicissimo di ciò, e non vedeva l'ora di mostrare agli altri ninja del villaggio i suoi progressi. Ora il suo obbiettivo di diventare un vero guerriero della luce aveva fatto notevoli passi avanti, e il suo compimento era sempre più vicino, anzi, se vogliamo, era concluso.


Edited by cagnellone - 2/4/2008, 19:16
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 2/4/2008, 14:40




Verde convalidata. Appena posso ti do anche ryo ed exp
 
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cagnellone
view post Posted on 2/4/2008, 16:28




però all'esame di selezione avrò l'energia gialla vero? perche quando mi sono iscritto all'esame avevo la gialla...
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 2/4/2008, 20:19




Cambia l'iscrizione,te l'ho accetatta prima apposta per farti avere la verde all'esame. O la metti e basta,in ogni caso hai la verde prima del tuo primo post dell'esame.
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 20/4/2008, 18:22




[SPOILER]Segnalazioni errori: se sei di Suna e vai nella foresta vicino Konoha dovevi rispettare i giorni di viaggio,il topic nei regolamenti è stato creato apposta. Martedì dici che ti curi con la tecnica delle mani curative,ma tale tecnica non puoi averla/utilizzarla senza avere prima la verde ed aver fatto un allenamento medico. Anzi questa tecnica manco la hai in scheda Due errori che vanno contro i regolamenti quindi piuttosto gravi.
Venerdì: palmo di suono? o_O Inizio a dubitare che sia stato scritto apposta per questo forum,dato che è la seconda tecnica che non hai in scheda e nomini.
Anche l'ultimo giorno non tiene presente della distaza dei villaggi. CI sono errori di punteggitura e roba tipo se senza accento quando doveva averlo. In alcuni casi l'azione svolta è più un elelnco ke ben descritta,come per le flessioni.
In poche parole gli errori sono abbastanza e gravini,ma tutto sommato è scritto benino e quindi la verde ce l'hai,ma avrai una forte penalizzazione in exp e ryo:
Exp=17 Ryo=30
 
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4 replies since 2/4/2008, 13:43   193 views
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