CITAZIONE
Narrato
pensato
parlato
Charter three:
Uncomfortable questionsShikamaru si trovava lì in quel bosco fermo ad osservare diligentemente le caviglie e l’ombra di Kisuke,suo ex studente d’accademia ed attuale allievo per il controllo dell’ombra,l’innata del clan Nara.
Questo stava lavorando sul controllo del chakra,come gli era stato ordinato qualche secondo prima dal sensei,dirigendolo verso le piante dei piedi come esercizio di riscaldamento;l’Oinin invece era lì a controllarne l’emissione,percependo,anche escludendo il senso primario della vista,quella forza ce esternamente appariva di colore azzurro chiaro. La prima parte dell’esercizio non era per nulla difficile,essendo una prova piuttosto basilare,ma soprattutto perché esercizi simili il ragazzo li aveva svolti durante il periodo accademico proprio nel duro corso del sensei mascherato.
Quest’ultimo quindi aveva previsto che il genin riuscisse nel riscaldamento in pochi secondi;Kisuke gli diede ragione.
Adesso però veniva il difficile: indirizzare il chakra all’ombra dall’attaccatura dei piedi.
Come ogni volta che qualcuno si appropinqua ad affrontare qualcosa di ignoto,di mai provato prima,si riscontrano sempre enormi difficoltà,proprio per questiono ognuno di noi deve assicurare costanza anche alla “novità” che si sta svolgendo;anche in questo caso nessuno nel bosco stava smentendo questo dogma di vita.
L’ex studente infatti aveva grosse difficoltà nel piegare il chakra al proprio volere per far sì che la propria ombra si modificasse,per riuscire così a concludere con successo la fase primaria dello speciale allenamento per l’apprendimento dell’innata Nara.
Shikamaru se ne accorse,ma non poteva far nulla per il giovane che aveva innanzi a sé,anche volendolo;gli restava quindi solamente un’alternativa:rimanere lì come osservatore immobile,ad attenere in qualche risultato.
Passarono svariati minuti in cui gli unici rumori che si udivano era il frusciare del fogliame degli alberi ed il dolce cinguettio degli uccelli,il tempo ormai sembrava essersi dilatato lungo una sconosciuta dimensione extra-terrestre,dando conseguentemente la possibilità alla noia di permeare completamente mente ed animo dello special jonin,che dignitosamente rimaneva immobile,forse anche un po’ per rispetto di quel ragazzino che stava dando tutto se stesso al fine di accontentare la richiesta del maestro.
Finalmente dopo una lunga e snervante attesa,si registrò una minima trasformazione dell’ombra,che tuttavia si limitò,con un movimento simile ad un tremito, ad “accartocciarsi” di pochissimo,notabile solo da un occhio attento. Non bastava affatto.
Kisuke,quasi con una punta di orgoglio,si girò verso l’impassibile insegnante e gli pose alcuni quesiti. Per prima cosa chiese conferma della presa visione,da parte del maestro,del cambiamento che aveva apportato alla propria ombra;l’Oinin dischiuse le labbra pronto già a far proruppero da esse una risposta appropriata,quando il ragazzo continuò il proprio discorso. Stavolta pose alcune domande,dopo aver formulato un arguto ragionamento,sull’identità celata dalla maschera bianca e rossa,insinuando che quello fosse un Nara per la sua spiccata conoscenza dell’innata di quel clan.
Come un fulmine a ciel sereno,la sorpresa colse improvvisamente la mente dello shinobi,realmente appartenente ai Nara. Quel giovane che lo guardava era più intelligente di quel che si potesse pensare,anche se il suo pensiero presentava diverse pecche. Ritornato alla normalità,gli rispose quasi subito,per non destare alcun sospetto,con la solita voce atona e priva di alcun calore o sentimento
Per quanto riguarda la tua ombra… Si certo ho osservato l’intero processo,che ti ha portato a quella piccola deformazione,ma non basta. E’ troppo poco,devi lavorarci ancora.Di solito a questo punto si sarebbe fermato,esibendosi in una delle sue sceniche pause ad effetto,ma stavolta proseguì semplicemente il discorso,senza dare particolare importanza a nessuna delle parole che pronunziava
Invece ti faccio notare che sottovaluti le capacità di uno special jonin. Combattendo ho avuto l’occasione di battermi con un numero elevatissimo di shinobi e kunoichi,possedenti il più svariato numero di innate,quasi tutte diverse fra loro. Molte ho imparato a conoscerle e di conseguenza posso insegnarle seguendo un metodo prettamente teorico. Ti basti pensare che ho aiutato un ragazzo ad apprendere il Loto,un Kinjutsu.Detto ciò concluse il discorso,fermando in via definitiva il breve sproloquio,fornendo però alcune notizie irrilevanti sul proprio conto. Coglierli o meno poi stava al genin,ma erano talmente infimi da non importare neanche un po’ al diciannovenne.
Conclusa la parabola sulla sua identità,che era ancora convinto a voler preservare a tutti i costi,Shikamaru decise che era giunto il momento di impartire i nuovi ordini al genin,che doveva faticare ancora parecchio prima di poter sperare di padroneggiare l’innata di famiglia.
Con tono perentorio si rivolse nuovamente al suo interlocutore,che se avesse voluto raggiungere qualche risultato utile avrebbe dovuto ascoltarlo con attenzione, erudendolo prima su altre nozioni .
La kagemane no justu va sviluppata sia in forma che in lunghezza. Per quest’ultima il massimo raggiungibile un genin di norma è cinque metri,distanza che non tutti riescono però a raggiungere.Dopo le prime note,prima di passare alle imposizioni,si fermò a causa della sua solita mania di interrompere i propri discorsi,per poi riprendere dopo pochissimi secondi
Adesso dovrai lavorare nuovamente sulla modifica della forma,assottigliandola di qualche centimetro. Con il solo risultato precedente non ci farai nulla. Successivamente dovrai lavorare sull’allungamento della tua ombra. Cerca di raggiungere almeno i due metri o il metro e mezzo. Per i cinque vedremo poi…Appena dopo aver comunicato la “tabella di marcia” indietreggiò dalla sua precedente posizione,senza però dare le spalle al genin,fino a toccare con la schiena la corteccia ruvida ed ispida del tronco del grosso arbusto che aveva avuto dietro di sé;con grazia vi si appoggiò,distendendo di poco le gambe e lasciando ricadere un po’ le braccia lungo i fianchi;nonostante avesse scelto una posizione poco seria,manteneva comunque un aspetto dignitoso,cosa che gli imponeva il ruolo d’insegnante che in quel momento stava ricoprendo.
Adagiatosi passò alle riflessioni;avrebbe tenuto la mente occupata dato che prevedeva l’utilizzo di almeno il doppio del tempo rispetto alla prova successiva e non voleva ammorbarsi del tutto come era capitato in precedenza.
Per prima cosa gli passò per la mente una valutazione sull’operato del ragazzo,che non si stava comportando male,ma sinceramente il capitano della squadra assassina si aspettava di più. In fondo Kisuke era stato il migliore del corso K5 presidiato dall’Oinin in persona,e di norma studenti del genere si distinguevano particolarmente. Adesso però non stava brillando,come avrebbe voluto.
Ce la farà a padroneggiare al meglio l’innata di famiglia? O riuscirà a raggiungere i risultati mediocri della maggior parte dei genin Nara?I pensieri però sulla sorte del futuro immediato passarono in secondo piano quando nella mente del giovane Anbu balenò il ricordo dell’intuizione fatta dal suo studente riguardo la propria identità;non era a conoscenza delle reali capacità intellettive dell’alunno,ma non erano di certo inferiori a quelle della gente comune. Presumibilmente nemmeno alte come quelle di Shikamaru,che in un test da giovane era risultato essere uno degli essere umani dotati di maggiore intelligenza,classificandosi con un duecento;ma poteva essere comunque pericoloso…
Però in certo qual modo questa specie di sfida mentale,anzicchè preoccuparlo,lo eccitava(in senso buono °°). Un confronto tra due menti,due individui,due modi di vivere e relazionare;un confronto assai interessante per un uomo che era spesso privo di stimoli a causa della sua superiorità.
Sulle sue labbra si venne a formare un sorrisetto,simile ad un ghigno,con la parte destra delle labbra leggermente più in alto della sinistra.
Vediamo cosa riuscirai a capire di me Kisuke Nara,ma ricorda che il tuo obbiettivo non sono ioE concludendo con quel pensiero si apprestò ad osservare lo svolgimento del secondo test.
Scusa il ritardo e il post di bassa qualità,ma sai che è la terza volta che lo scrivo…
Leggendo il tuo post ho notato stavolta più errori del solito di distrazione e soprattutto ancora un uso non propriamente appropriato della punteggiatura. Rileggili i post e cera di migliorare soprattutto quest’ultima cosa.
Ah il chakra non doveva esser messo solo nei piedi,ma passarlo proprio all’ombra. All’inizio ho detto i piedi perché sono la cosa più vicina all’attaccatura fra corpo ed ombra