~ ..:: La Spada Assassina ::.. ~, Quest Rank D+ ~ Konohagakure no Sato

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Akira_Uchiha
view post Posted on 28/2/2008, 20:34






..:: ۞ The One Who Inherited The Will Of Fire ۞ ::..


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~I'll be there for you
Throught it all
Even if saving you
Sends me in Heaven

CITAZIONE
۞ Narrato
Pensato
Parlato
~ Funzionari
~ Sayaka


~ ..:: ۞ ::.. ~


~ Proteggere qualcuno o qualcosa. Incredibile come l'animo umano talvolta possa esser mosso davvero da un sentimento puro e genuino: la corruzione interioriore, l'amoralità, il vizio, scompaiono per quel momento che serve per proteggere qualcuno. Redenzione. Sublime ascesa, innalzamento dei propri valori sino alla loro esaltazioni ai limiti del vanaglorioso. Ma agire per qualcun altro non è mai naturale e ciò è facilmente comprensibile se si indaga il proprio io con razionalità e la sufficiente obiettività. Alcune delle filososofie elaborate dai più illustri pensatori anche del XVIII secolo, sottolineavano, all'interno delle loro svariate discussioni sull'etica e la connaturazione che la specie umana porta nel suo patrimonio genetico, che ogni essere umano fa i suoi interessi per natura. Homo Homine Lupus. Ogni uomo è lupo nei confronti dell'altro. E ciò è chiaramente esemplificatore di una concezione che ognuno di noi ha in sé e finge con abile ed astuta malcelanza di nascondersi: l'unica persona che può fare l'interessa di una persona è sé stessa. Non venitemi a parlare di mamme mosse da amore per i figli, fratelli che savlano sorelle, padri eroici che si ergono a paladini della vita dei loro parenti. Emerite Boiate, permettetemi di dirlo. La coscienza, quella è null'altro che sostanza pensante e non vi permette di scegliere: è il vostro interessa che vi guida in ogni vostro gesto. Non venitemi assolutamente a dire che quando si ama qualcuno s pensa prima a lui che a noi, perchè vi sputerei in un occhio: azionate la materia grigia se ne avete. Sforzatevi di pensare con un minimo di logica ed analizzare le seguenti proposizioni: IO amo qualcuno, quindi metto prima i suoi interessi dei miei. Bene, il soggetto è il proprio ego, si mettono gli interessi dell'altro solo per sé stessi, perchè siamo NOI a provare dei sentimenti, e non riusciremmo ad andare avanti serenamente senza vedere la persona che amiamo felice, ma ciò non implica che agiam osecondo i suoi interessi davvero, il nostro scopo subconscio è legato a noi stessi. Salvate qualcuno semplicemente perchè non sapreste vivere col rimorso di non averlo fatto, in quel momento preferite rischiare di morire che subire quella sofferenza che la vostra mente stima come anche più atroce della fatal quiete. Che, detto tra noi, non è così poi una cosa tanto terribile, anzi.


~ ..:: ۞ ::.. ~


~ Mura del Konohagakure, Ore 07:49.


~ ..:: ۞ ::.. ~


۞Una mattinata delle tante. Ormai il consueto itinerario che portava il giovane Uchiha a intraprendere quei tre giorni di estenuante viaggio da Kiri fino alla Foglia, era divenuti una seccante consuetudine, la peggiore delle monotonie, persino stancante. Poco consolava il paesaggio poetico e semrpe pronto a lasciare allibiti i passanti che ne avrebbero potuto contemplare con stupore infantile i mutamenti appartenenti alla percezione sensoriale che ogni stagione apportava a quel sentiero: odori d'estate, la pungente brezza invernale, il cinguettio primaverile dei canarini, la cromia rossa e gialla sfocante nel marrone dell'autunno, con le sue foglie secche che ad ogni passo scrosciavano sotto i piedi di chiunque le calpestasse, in un tripudio onomatopeico, secondo in bellezza solamente alla puerile meraviglia con la quale il passante era obbligato ad osservare le magnifiche cascate o le mirabolanti acrobazie e tortuosità degli alberi dalla ruvida corteccia. Eolo si presentava con piacevole frequenza e continuità, a tener compagnia all'eventuale avventore, non lasciandolo quasi mai, avvolgendolo sospettosamente apprensivo nell sue braccia vorticose.


~ ..:: ۞ ::.. ~


۞Akira giunse con la sua solita camminata flemmatica e calma innanzi alle mura di Konoha: esse si ergevano splendide e maestose nella loro monumentalità, ma la reiterata visione dei loro colori e delle loro particolarità le aveva private di ogni interesse da parte dell'Uchiha. A passi pacati si avviò a superare l'entrata e palesarsi alla vista dei due funzionari del Konohagakure, immersi sino al collo da carte, stupida burocrazia che i due uomini dall'aspetto giovanile erano costretti a sbrigare per il Villaggio. Varie volte ad Akira era venuto da ironizzare sulla misera proporzionalità che correlava la loro paga e la loro effetiva fatica, decisamente sbilanciata. Battè un piede per terra più forte rispetto agli altri passi per farsi notare, ma rimase basito nel notare che i uno dei due uomini, anzichè preparare le dovute carte con la consueta diligenza, osava addirittura alzare lo sgaurdo e fissare quelle iridi azzure. Lo sguardo del funzionario era senza dubbio assoggettato da quel ghiaccio incastonato in delle sfere bianche. Quasi intimorito, proferì delle parole, sussurrandole, rendendone quasi impossible la comprensione.


~ Akira-Dono...L'accademia ci ha obbligati a non concederle alcun ulteriore permesso di soggiorno nelle terre della Nebbia.


۞Parve non aver ultimato il discorso, ma l'Uchiha, con la solita superbia e altezzosità, fissò il ragazzo incutendogli timore, spronandolo a dar vita al prosieguo. E questi non attese oltre.


~ L'unica opportunità che le è concessa per poter recarsi nuovamente fuori dalle mura del Villaggio è dimostrare la sua fedeltà a Konoha, adesso seriamente messa in dubbio dall'accademia. Questa le ha affidato una missione di rango D+...Qui c'è scritto tutto...


۞ Akira non attese nemmeno che l'uomo terminasse la sua prolissa elucubrazione e gli strappò con veemenza il cartaceo foglio dalle mani, scorrendo con i suoi occhi quasi trasparenti le poche righe scritte in nero su bianco.
La missione sarebbe consistita in una spedizione nel paese dell'erba, nella quale la squadra, composta da quattro membri, avrebbe sovuto scoprire la verità su strani casi d'omicidio che stavano prendendo luogo attualmente in tal paese. L'Uchiha non si soffermò particolarmente sullo svolgimento dell'incarico, ma piuttosto sull'onere di dover proteggere altri tre compagni di squadra. L'orgoglio per esser stato scelto capsoquadra non si palesò mai, anzi, parve non esserci. Il ragazzo si riteneva già il miglior genin che il paese della folgia potesse annoverare tra le sue file. E il Konohagakure, quella terra ridente e sopitale, persistentemente baciata da un allegro e caldo sole, adesso chiedeva aiuto ad una delle matricole più promettenti sfornate dal suo stesso vivaio. Akira tardò a scomporsi in una reazione, per la sua mente passarono rapidissime, una serie di idee tra le più disparate che spaziavano dalla fuga alla violenza. L'accettare la proposta pareva del tutto impossibile, le probabilità che qualcuno che come lui non aveva mai provato alcuno spirito patriottistico di colpo si destasse in uno slancio di passione e soccorresse il suo villaggio erano del tutto esigue. A capo chino il ragazzo dai capelli blu ponderava le opprtunità che gli si presentavano.


Potrei fuggire tranquillamente, questi due qui dovrebbero essere dei Chuunin ma è evidente che riuscirei tranquillamente a sbarazzarmene. Ma, andar via ora equivarrebbe a tradire il paese ed essere di conseguenza demarcato come uno Shinobi Traditore...Purtroppo, molte cose mi legano ancora a questo stupido paese: la terribile sete di verità, ho bisogno di informazioni su mio padre, sul mio clan, la mia vita ha ancora come suo fulcro queste terre. Nonostante io detesti in tutto e per tutto Konoha, c'è qualcosa che mi spinge a non fare gesti avventati, a considerare l'ipotesi di fare questa missione e finalmente poter tornare alla solita vita. Ma...Badare a tre compagni, sicuramente incapaci, mi fastidia non poco, così come il dover affaccendarmi per le sorti di un Villaggio che vorrei vedere bruciare nelle fiamme della disfatta sotto i miei occhi.


۞ Ripiegò il foglio su sé stesso per quattro volte, prima di lanciare una inquietante occhiata ai due funzionari e avviarsi a imboccare la strada principale del villaggio, che dopo due svolte a destra e una a sinistra l'avrebbe condotto a casa. Passi lenti e solenni, come di consueto. Il vento sfiorava solo in parte il suo volto, la timida luce di un fioco sole che stava per risvegliarsi dalla sua notte di riposo illuminava la guancia destra del ragazzo, liscia e puerile, candida come la luna che salutava la volta del Konohagakure.
Ma ad un tratto un incontro, inaspettato, casuale. Una sedia a rotelle intralciò il cammino dell'Uchiha, innescandone un arresto non violento. Su di essa sedeva un ragazzo dai capelli verdi. Quel particolare fu il primo ad essere percepito dai sensi del Konohano, che ad occhi sgranati tantava di illudersi che quello che aveva dinanzi agli occhi non fosse colui che temeva di incontrare. E invece si, era Sayaka Megami, il ragazzo conosciuto nello shinobi dojo di usa proprietà quando Akira svolse la sua settimana di intensissimo allenamento. Era uno shinobi abilissimo che aveva abbandonato l'aspirazione di proseguire la carriera ninja nonostante le sue notevoli doti specie nel corpo a corpo, per non rischiare di fare la fine del padre, ridotto sulla sedia a rotelle in missione. Ma quando Heiji Uchiha, un membro dell'organizzazione degli Uchiha mezzosangue aveva fatto irruzione nella palestra del Megami, questi non aveva esitato a proteggere oigni informazione relativa ad un Akira in viaggio verso Kiri. Sayaka era stato piegato dalla violenza dell'inseguitore, che lo aveva ridotto sulla sedia a rotelle definitivamente. Ma aveva taciuto ogni informazione, anche a costo di subire il male che più lo terrorizzava. Akira non aveva mai capito il motivo di tale gesto da parte del ragazzo dai capelli verdi, i due non erano mai andati d'accordo più di tanto, a causa anche di uno scontro conclusosi in favore dell'Uchiha, con un finale decisamente cruento.


~ ..:: ۞ ::.. ~


۞ Rimase basito a contemplare esterrefatto come il fato maligno anche quella volta c'avesse messo il suo immancabile zampino. Sayaka scrutò Akira, ci mise alcun isecondi prima di riconoscerlo, il tempo trascorso lo aveva mutato. Non esitò a spezzare il tombale silenzio, con delle parole fiere.


~ Toh, guarda chi si rivede a Konoha...Pensavo te la fossi data a gambe, Akira-San.


۞ Prese fiato e continuò, senza rivolgergli lo sguardo.


~ Qual buon vento ti porti in quel di Konoha?


۞ Akira non rispose e riprese a camminare, sorpassando l'ostacolo, con passi pacati e lentissimi. Quella visione gli straziava il cuore, lo mortificava: odiava essere stato protetto e aver costretto qualcuno a sacrificarsi per lui. Solo poche parole, fredde e distaccate all'indirizzo del Megami.


Niente che ti riguardi.


۞ Una lapidaria affermazione mirata all'ottenimento dell'allontanamento del nefasto pensiero, lo spettro del passato che aleggiava senza sosta intorno all'Uchiha. Ma Sayaka dimostrò di esser a conoscienza di tutto, ad eccezione del caso in cui fosse stato un veggente. Mentre l'Uchiha camminava dandogli le spalle egli disse, con voce decisa e forte:


~ So che ti è stata affidata una missione e sono altrettanto conscio del fatto che il mio parere conta meno di zero per te...Ma secondo me dovresti andarci...Questo paese ha bisogno di te, non puoi abbandonarlo. Era il paese di tuo padre ed è quello che ti ha dato i natali, non dovresti rinnegarlo così...Io me ne sono pentito...Non commettere il mio stesso errore...Fallo per me...Continua ciò che io non sono stato in grado di fare.


۞ Proferì le ultime parole con amarezza, la voce si ruppe improvvisamente e i pugni si serrarono. Un dolore incommensurabile, una speranzsa riposta nel più altero dei guerrieri.Akira pro eguì per la sua strada, lasciandosi indietro Sayaka, definitivamente. Ma tali parole non lo avevano lasciato indifferente, tutt'altro. Ora il dubbio serpeggiava iscido e sinuoso nella sua mente, deludere colui che si era sacrificato per lui lo avrebbe fatto sentire ancora più in colpa. Deglutì immerso nei nefasti pensieri, tormentato da ragionamenti più grandi di lui.


~ ..:: ۞ ::.. ~


۞ Finalmente giunse a casa, aprì con impeto la porta e cominciò a vagare con fare irrequieto per il corridoio. La dimora che era stata del padre conservava semrpe quall'aria a metà tra spettrale e antico, evocava al solo contatto visivo valori profondi e incuteva rispetto senza una precisa ragione. Una sacralità degna d'un luogo di culto. Il ragazzo dai capelli blu decise di soffocare i suoi pensieri, all'indomani, con la mente fresca avrebbe ponderato per bene, magari distaccandosi da quelli che considerava stupidi coinvolgimenti sentimentali.
Morfeo non tardò a prenderlo con sé, con amorevole apprensione lo carezzò prima dolcemente e poi, lo condusse per mano nel suo regno.
Akira giaceva inerme e addormentato, prostrato dalla fatica del viaggio, sul divano che trovava collocazione proprio sotto alla libreria con i libri scritti dal padre del ragazzo, unica eredità lasciata in dote. Almeno così Akira credeva.


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۞ Il risveglio fu decisamente più violento di quanto il genin non si aspettasse. Un libro, infatti, era caduto dall'alto della libreria, probabilmente a causa dei movimenti nel sonno dell'Uchiha. Fatto sta che l'oggetto cartaceo andò ad impattare proprio con la faccia del giovane, rimbalzando su di essa e franando al suolo. Rimase apero a circa tre quarti del totale delle pagine. Akira si rivoltò ansioso e spaventato, irritato per il precoce risveglio. Ancora confuso raccolse da terra il libro avendo cura di non voltar pagina, ma ciò che gli si presentò sotto gli occhi fu uno spettacolo al quale avrebbe evitato volentieri di assistere: sulle due pagine aperte regnava il bianco, esse erano state lasciate vuote, ad eccezione di una scitto che capeggiava sublime. L'Uchiha si affrettò a leggerla, smebrava scritta a mano:


~ You are the one who inherited the will of fire. ~


۞ Frase concisa, dal significato variamente inerpretabile. Ma non per Akira. Era chiaro il riferimento: il padre avrebbe voluto che suo figlio, leggendo quella riga, comprendesse come il suo compito fosse quello di tenere alto il nome degli Uchiha. Il riferimento era al fuoco, da semrpe prerogativa del clan, specializzato da semrpe in Katon. E quella eredità di cui si parlava era un chiaro rimando alla nomina di Hokage che Koji Uchiha, padre di Akira, stava per ricevere prima di morire a causa di una missione sucicida affidatagli da membri politicamente ostili della aristocrazia Konohana. Protegggere il paese del fuoco, che aveva come cuore pulsante il villaggio di Konoha. Questa l'eredità. Fare i conti con la verità non è mai semplice, nemmeno per chi possiede un carattere pervicace e coriaceo come Akira.


Diamine...Anche mio padre cospira contro di me. Non posso proprio prendermi una pausa riflessiva...


۞ Con il solito portamento e quell'aria inconfondibilmente altera e altezzosa, l'Uchiha si detsò e affacciandosi alla finestra potè godere della fresca brezza notturna che baciava il paese. La tenda bianca svolazzava lieta, sospinta da quel modersto venticello. Ad un tratto, cominciò a venir giù della pioggia, che mano a mano che Akira rimaneva estasiato a cintemplarla aumentava di ritmo, tramutandosi ben presto in un vero e proprio acquazzone. Il ragazzo sogghignò, e si voltò con un sorriso perverso dipinto sulle labbra.


La pioggia è sempre fantastica...Credo proprio che uscirò a fare quattro passi, rinfrescarmi un pò servirà a schiarirmi le idee, penso...


۞ Non prese nulla del suo equipaggiamento, indossò solo un mantello nero come la pece e uscì all'aria aperta. La fredda manna del cielo non mancò di inzupparlo in pochi istanti, appiattendogli i capelli sul vso e coprendogli la visuale. Akira camminava sicuro, nella sua mente s'affollavano i pensieri dei più tortuosi ma il suo incedere era come sempre un sublime sfoggio di eleganza e forza. Dopo aver svoltato in alcuni vicoli ciottolosi, prima a sinistra e poi a destra, raggiunse una abitazione decisamente alta, che svettava imperiosa sulle altre dimore di Konoha. Il ragazzo impastò il necessario chakra nei piedi e con familiarità sorprendente scalò il muro umido mediante in ricorso al chakra adesivo convogliato nei piedi.


~ ..:: ۞ ::.. ~


۞ In men che non si dica fu sul tetto, accucciato, stringeva le gambe piegate tra le braccia, quasi bramasse un calore del quale si era privato volentieri. L'acqua continuava ad ivnestirlo, rigava quel viso infantile, impregnava le sue vesti.


Non voglio far crollare le ambizioni di chi crede in me...Mio padre...Sayaka...Partirò...è l'unica soluzione che ho, Konoha mi serve ancora...


۞ Conclusione ovvia. Ma non era tale se la si inquadra nell'ottica di Akira. Il carattere altero, fiero, vanaglorioso, borioso, protervo, aveva ceduto il passo ad una decisione semplice, ma in contrasto con i suoi ideali: avrebbe capitanato una squadra di Genin, avrebbe dovuto proteggere dei compagni in una missione con rischio di morte. Non un compito da tutti, insomma. Ma da lui.


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~ Strade di Konoha, Ore 08:51


~ ..:: ۞ ::.. ~


۞ Una tiepida mattinata, del tutto discordante dal clima pioggioso che aveva deliziato il precedente giorno. Nel tepore della Foglia, nella luce arancione calda e sinuosa, una figura camminava con passo pensante e solenne per le strade del villaggio, l'ora non era troppo mattiniera e molte attività erano già aperte. La gente si affollava ancora non in quel clima di baraonda tipico di Konoha, ma ciò bastava ad infastidire quel ragazzo che camminava a capo chino. Una sciarpa blu svolazzava nell'aria, nonostante la fresca brezza dei giorni prima si era affievolita in un mite calore, sostentato da un generoso sole. Tintinni di catene accompagnavano ogni passo di quella figura giovanile, al suolo ciottoloso veniva riflessa l'ombra dei suoi lunghi capelli e della sua corporeità ben delineata.
Akira camminava con la solita espressione apatica in volto, aveva deciso di accettare l'incarico affidatogli dal villaggio e dunque imbarcarsi in una missione con altri tre compagni dei quali sarebbe stato il caposquadra. Era vestito perfettamente, il solito dolcevita nero senza maniche sopra al quale spiccava una giacchetta bianca anch'essa smanicata, in tutto e per tutto simile a quella della squadra anbu. Sulle spalle ricamato in rilievo il ventaglio Uchiha, sulle braccia altrimenti nude, due lunghi manicotti di colore blu scurissimi, attorcigliate ai quali v'erano delle metalliche catene, che come sinuosi seprenti avviluppavano le braccia dell'Uchiha. Sul deltoide destro un tatuaggio con un "K" marcata a fuoco, al collo una collana donatagli da Kurenai-sensei, e scendendo una fascia elastica grigio scuro che fungeva da cinta e dei pantaloni neri, non troppo stretti e nemmeno troppo larghi che terminavano in delle ulteriori fasce dello stesso colore di quella situata in vita. Infine dei calzari color nero pece e una katana sporgente dalla spalla sinistra, inclinata di 30° gradi rispetto all'asse perpendicolare al suolo. Una spada di pregevolissima fattura, avovlta nel fodero rosso e nero, anch'esso di materiali preziosi e raffinati.
Quel ragazzo era Akira, i capelli blu e gli occhi azzurri come il ghiaccio erano del tutto inconfondibili: con lui il genin aveva tutto l'equipaggiamento ninja di cui disponeva, i kunai, gli shuriken, le cartabomba, i fumogeni e i tonici. Lo shinobi si era preparato con maniacale cura, predisponendosi in modo tale che nulla gli sarebbe mancato nel viaggi oche lo avrebbe condotto insieme alla sua squadra nel villaggio dell'Erba.


Speriamo siano dei tipi non troppo loquaci ma svegli, non vorrei trovarmi costretto a lasciarne qui alcuni perchè ritenuti un ostacolo più che una risorsa che potrebbe rivelarsi utile...


۞ L'Uchiha aveva dei gusti decisamente difficili, si poteva tranquillamento definire sociopatico. Non che detestasse le forme di interazione interpersonale, ma disprezzava coloro i quali si mettessero in luce con atteggiamenti egocentrici e stupidi. Non pensava però troppo, si era prefisso di non abbandonarsi a nessun tipo di riflessione che trascendesse dallo scopo della missione.


~ ..:: ۞ ::.. ~


۞ Dopo alcuni minuti giunse al luogo dell'incontro con i genin. Nessuno era ancora sul posto, dunque Akira si poggiò di spalle alle mura del villaggio, all'interno, e con una gamba poggiata sulle pietre e una in terra, le braccia conserte e gli occhi semichiusi e rivolti in basso, attese l'avvento dei suoi compagni d'avventura.


Quanto diamine ci mettono questi buoni a nulla...Già mi stanno sul cazzo...


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۞ Una volta che tutti si fossero recati al luogo d'incontro, Akira avrebbe interrotto il tombale silenzio irrompendo con delle parole fredde e apatiche, non voleva fingersi né risultare simpatico, il suo unico interesse era mettere le cose in chiaro con gli altri.


Suppongo sia il momento delle presentazioni. Io sono Akira, genin di Konoha, capogruppo di questa missione. Le direttive le avrete lette già lette nella missiva che l'accademia vi avrà inviato tempo addietro.


۞ Prese fiato e deglutì: aveva clamorosamente glissato sul suo cognome, non intendeva fomentare inutili pregiudizi o opinioni solo a causa della sua appartenenza al clan del ventaglio. Seguitò a distanza di pochi secondi.


Adesso presentatevi uno alla volta. Non raccontatemi la vostra storia, perchè sinceramente non mi interessa, voglio solo sapere grado ed esperienze passate in campo di combattimenti e missioni. Poi gradirei sapere che abilità possedete, specialmente innate, considerando che dovremmo studiare dei piani d'azione ciò risultare particolarmente utile.


۞ Non li guardava, teneva gli occhi azzurri fissi nel vuoto, rivolti verso il basso, quasi vi fosse qualcosa di davvero estasiante da contemplare lì in basso. La voce era sicura e altera, la tracotanza del ragazzo emergeva da ogni singola parola, la sua superbia era palesemente ostentata senza vergogna.


Ora sbrigatevi, non abbiamo tutta la mattinata...



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~ Kyubi ~
view post Posted on 2/3/2008, 15:03




CITAZIONE

Parlato
Narrato
Pensato
Hattori
Akira


Chapter 1: Dreadful nightmare



Place: Nara Kisuke' residence



~Era una mattina fredda e umida quella che opprimeva il villaggio di Konohagakure e un ragazzo dai capelli corvini si agitava nel proprio letto, questo si chiamava Kisuke Nara neogenin della foglia. Ormai da qualche tempo il giovane faceva incubi terribili che lo attanagliavano nel sonno. Da quando aveva scoperto la verità sulla morte della madre e sull'identità del suo assasino la vita del poveretto cambiò radicalmente e da quel giorno così nefasto, ogni notte il ragazzo aveva la stessa visione. Correva a perdifiato nel buio persistente, non aveva idea di che ora e di che giorno fosse, non sapeva un nulla. Si limitava a correre, fino ad incrociare quella figura. Si quella persona dalla sagoma femminile che ogni volta dava la schiena al Nara. Questa non parlò e ne fece nessun movimento, sembrava priva di vita. Magari fosse solo quella parte peggiore dell'incubo in cui capitava il giovane Kisuke. Infatti appena questa le toccava la spalla, la donna cadeva come un sacco di patate all'indietro, rivelando il volto coperto di sangue. Puro terrore si leggeva sulla faccia del Konohano, quella donna era sua madre e con i bulbi oculari completamenti bianchi lo osservava balbettando il nome del giovane. Con gli occhi spalancati e con le lacrime che cominciavano a scendere verso il mento il foglioso non riusciva più a muoversi. Poi una voce tagliò l'aria, una risata fredda proveniente da ogni dove lo chiamava. Kisuke non ebbe il tempo di alzare la testa che sentì la donna bloccarli il braccio, ma questa non aveva più il volto di sua madre, ma dell'uomo che l'aveva uccisa. Ora quel' Hirato Tanaka gli sorrideva con gli occhi fuori dalle orbite. Un urlo di puro terrore lacerò l'atmosfera calma che regnava il casa Nara. Il ragazzo si svegliò di soprassalto, goccioline di sudore gli scendevano dalla tempia destra, e con sguardo anormale cominciò a squadrava la sua camera. L'incubo era passato, ma le terribili immagini era ancora impresse a fuoco nella sua mente e per quanto fosse doloroso ricordare il tutto, il foglioso cercò nella sua mente l'immagine di sua madre prima che mutasse nell'altro, ma fu tutto inutile, nella mentee del konohano si vedevano solo figure fosche. Ora completamente sveglio e visto che di riprendere sonno non se ne parlava il giovane Nara si alzò dal materasso e attraversando la stanza andò ad aprire la finestra. Una lieve brezza attraversò tutta la camera da letto, per un breve istante si sentì in pace con se stesso e con il mondo. Appoggiato sullo spilogo della finestra il ragazzo osservò la via principale del suo quartiere. nessun abitante si era ancora alzato per le consuete attività mattiniere, di fatto erano appena scottate le 6:45. Ritornato abbastanza lucido cominciò a prepararsi, visto che oggi cominciava la sua prima missione, il capo gruppo a cui era stata affidata la riuscita della missione era uno che si chiamava Akira. Un genin della foglia di cui il Nara non aveva nessuna informazione e che non aveva mai incrociato per il villaggio. Assai preoccupato per la mancanza di informazioni il giovane andò al bagno. L'acqua della doccia era fredda, così fredda che dopo un po' di tempo uno starnuto risuonò oltre la tendina della doccia. Visto che non aveva voglia di ammalarsi chiuse subuito il rubinetto. Preso un asciugamano che andò a coprire la parte inferiore del copro, il Nara tornò in camera. Aprendo il grande armadio di mogano che affiancava il letto prese al'interno dei vestiti semplici e abbastanza comodi per intraprendere al meglio la missione. Il suo vestiario prevedeva una giacchetta verde e dei pantaloni stile bermuda un po' più scuri della giacca. Ma l'ora dell'incontro non era ancora giunta, così Kisuke prendendo anche il suo equipaggiamento che comprendeva 7 shuriken, 2 kunai e una katana uscì finalmente dalla sua abitazione. Il sole staca cominciando a sorgere ormai erano quasi le 7:00, e visto che l'incontro era fissato per le 9:00 decise di andare da Hattori per il suo ramen mattutino. La camminata per le strette viuzze fu molto piacevole, il silenzio reganva imperterrito attorno al ragazzo. Appena giunto in prossimità dell'entrata del ristorante l'odore del ramen appena cotto venne percepito dal Nara. Entrato nella piccola taverna, l'uomo lo salutò alla sua maniera e senza aspettare l'ordinazione del Nara cominciò a preparare la colazione a ques'ultimo che intanto si era accomodato sulla sua solita poltoncina. Dopo circa una buona mezzora ebbe la sua ciotola di ramen sotto il naso. Senza aspettare che il vapore cominciasse a dissolversi, il genin della foglia cominciò a trangugiare il pasto pensando alla sempre a sua madre dimenticandosi per un po' l'ansia della missione. Appena finito di bere anche l'ultimo sorso di brodo il giovane Kisuke si alzò dalla poltroncina, l'orologio del ristorante segnava appena le 8:00. Aveva ancora un'ora prima di recarsi alle porte del villaggio. Appena pagato il conto del ramen il ragazzo si apprestò a uscire dalla taverna ma il vecchio oltreèassandolo lo trattenne un attimò, la sua voce profonda e roca risuonò per tutta la stanza.


Kisuke kun, lo so che non dovrebbe importarmi, ma in questi giorni ti ho visto preoccupato... Forse è meglio che non partecipi alla missione di oggi. Tornate a casa e ripostati, sei bianco e sempre uno straccio.



~Lo sguardo del genin si fece freddo e gli occhi ridotti a fessure fissarono l'uomo che si era parato davanti, incredibile che tutti si preoccupassero per lui. Quella visone così debole non potè più essere vista dal Nara, che con una piccola spallata lo oltrepasso dandogli la schiena. Solo poche parole, fredde all'indirizzo del cuoco.


Non sta a te, dirmi quello che posso o non posso fare, ora ho meglio da fare che ascoltare inutili farneticazioni di uno stupido vecchio.


~Una fredda affermazione sentenziò la fine della conversazione tra i due. Il pensiero sulla madre, su quella verità scoperta da poco e che da poco aveva segnato la vita del genin. Senza aggiuingere altro uscì dal locale, un altro posto lo stava attendendo prima della missione.


Place:Konoha's cemetery



~La giornata si poteva definirsi finalmente cominciata, bambini correvano per la strada maestra del villaggio di Konohagakure, i vecchi compravano alimentari alle bancherelle e si vedevano i primi studenti andare all'accademia. Al Nara vide per un rapido istante un flashback nella sua testa, era li come qui ragazzini poco tempo fa, ancora non aveva quel pendaglio legato al braccio e come loro ambiva a realizzare i propri sogni. Cose ora futili per lui, le emozioni avevano ormai abbandonato il suo corpo, non vedeva ne futuro ne passato, solo la missione che doveva svolgere passava per la mente del genin. Ma prima doveva fare quella cosa, così infilandosi le mani nelle tasche continuò a camminare senza fissare più nessuno in volto. La sua passaggiata lo porto fino a un piccolo recintato, tante forme quadrate di un color bianco stavano posate sul terreno. Multitudini di tombe messe in fila vennero oltrepassate dal genin, molte di queste non vennero prese nemmeno in considerazione dal konohano, l'interesse era solo per una, e la trovò poco dopo. Li sotto quel manto d'erba dormiva ormai da diciott'anni sua madre. Colei che ormai disturbava i sogni di Kisuke, il Nara non capiva, la tristezza per non averla mai conosciuta era molto, ma d'altra parte la odiava per gli incubi persistenti nella sua testa. Non sapeva cosa fare, abbandonare i pochi ricordi della donna che l'aveva messa al mondo e liberandosi dagli incubi o tenerseli assieme a quel sorriso che veniva raffigurato nella foto che portava con se.? Pensieroso cominciò a cercarla per tutta la tasca, la trovò un po' stropicciata ma il sorriso era ancora capibile. Solo dopo il Nara si accorse che dietro la foto vi stava un altro foglio, era la lettera della missione. Ora il ragazzo aveva davanti a se le domande che la vita gli stava ponendo, cosa scegliere? Indeciso ripose la foto assieme alla lettere nella tasca posteriore, riprendendo la lucidiutà neccessaria per guardare l'orologio da polso che aveva con se, questo indicava le 8:30. Di li a mezzora l'incontro premissione stava per cominciare, e lui sicuramente non l'avrebbe saltato. Salutò con una piccola carezza la tomba della madre e si avviò verso le porte di Konohagakure. Il viaggio di ritorno fu molto più veloce del previsto e dopo aver oltrepassato le bancarelle di prima, riuscì a vedere una figura in lontananza, un giovane fermo come una stata risiedeva vicino alle porte, doveva essere per forza quell'Akira di cui la lettere citava. Il genin non aumentò il passo di una virgola, la voglia di iniziare la missione era molta ma questa faceva riaffiorare nella mente dello shinobi altri pensieri, così camminò trqanquillo verso il ragazzo di nome Akira.Ormai in prossimità del giovane lo sentì parlare, rivolgendosi probibalmente a se.

CITAZIONE

Adesso presentatevi uno alla volta. Non raccontatemi la vostra storia, perchè sinceramente non mi interessa, voglio solo sapere grado ed esperienze passate in campo di combattimenti e missioni. Poi gradirei sapere che abilità possedete, specialmente innate, considerando che dovremmo studiare dei piani d'azione ciò risultare particolarmente utile.


~Quel tipo assai professionale non brillò molto per simpatia cosa che però al Nara non importò molto, svogliatamente il genin si presentò con voce calma.



Kisuke, genin di Konoha, non ho partecipato a nessuna missione, ho solo svolto un allenamento in solitario. La mia abiltà innata è quella tipica del mio clan, però non l'ho ancora sviluppata quindi userò solo le altre due mie abilità, quella di combattere alla cieca e quella di potermi nascondere sotto terra usufrendo di una canna di bamboo per respirare.

~Il genin tranquillamente si appoggiò alla colonna sinistra del portone principale del villaggio aspettando la presentazione degli altri compagni, la sua lunga chiusa in un elastico toccò la fredda pietra della colonna e chiudendo gli occhi ancora una volta attese...

 
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Giso
view post Posted on 3/3/2008, 01:07




CITAZIONE

Narrato
"Parlato"
*Pensato*


Prologue

I giorni passavano inesorabilmente. Il tempo trascorreva ed ancora niente, nessuna missione. Niente di niente. L'accademia non si decideva ad affidare una missione al molto giovane, forse troppo, Nara. Infatti Shin aveva solo undici anni, molti lo avrebbero definito 'troppo giovane per fare il Ninja' altri gli avrebbero rifilato uno 'Tsk' di scherno vedendogli il coprfronte adosso. Ma non era quello che pensavano Kiba-sensei e il misterioso ANBU-sensei, così lo aveva definito il Nara, loro lo avevano giudicato idoneo a fare il ninja.

*Ma allora perchè quei deficienti dell'accademia non si sbrigano a darmi una missione... magari di rango D... chissene frega...*

Il giovane Nara si tormenteva per questo, desiderava una missione. E avrebbe fatto qualsiasi cosa, o quasi, per averne una. Se ne stava nell'ozio più totale con la Wikazashi accanto a lui poggiata sul letto. La osservava fino alla nausea, la considerava una delle cose che aveva più care al mondo. Non tanto per la forza offensiva e difensiva, o per il vantaggio che le poteva dare un arma simile in combattimento, ma per il valore simbolico. Gliel'avea donata lo zio, ma in realtà era un dono dell'ormai defunto padre.

*Papà... oddio, come vorrei averti conosciuto... chissà che persona fantastica eri... zio ti descrive come un grande ninja... magari mi avresti potuto insegnare qualcosa... anche se con un figlio come me non puoi avere la soddisfazione di insegnare qualcosa...*

Pensava il giovane Nara mentre stava sdraiato sul letto asciugandosi le lacrime. Ebbene sì, dagli occhi di Shin erano sgorgate alcune lacrime. Pensava al padre e alla madre, sarebbe stato tutto il giorno a pensare a loro, a fantasticare su che meravigliose persone erano state.

*Zio e zia parlano poco di voi... mi sa che mancate anche a loro... e sì, se no non rimarrebero sempre zitti ogni volta che chiedo di voi...*

Silenzio. Il silenzio regnava nella camera del giovane Nara che era immobile e pensante sul suo comodo letto. Intanto la frenetica Konoha non si era ancora destata. Infatti erano le cinque del mattino. Strano che il ghiro-Nara, così definito da alcuni a sua insaputa, fosse già in piedi. In effetti non aveva sonno, il Nara dormiglione era andato a coricarsi presto il giorno prima perchè pervaso dalla noia.

*Se quelli non si sbrigano a darmi una missione me la prendo da solo... cioè, tutto questo tempo... io uno dei più promettenti Genin di Konoha!!*

Ancora una volta il sarcasmo non scacciò via la noia, così il Genin decise di uscire di casa e fare quattro passi. Anche se era appena sorto il sole e faceva molto freddo, si poteva benissimo passeggiare per Konoha. In fondo non aveva il rigido ma allo stesso tempo affascinante, almeno per il Genin, clima di Kiri, le ore notturne erano fredde sì, ma comunque ben coperti si poteva tranquillamente passeggiare. Il giovane Genin si vestì rapidamente indossando un maglione pesante color viola scuro, quindi uscì di casa chiudendo la sua piccola ma accogliente dimora. Cominciò a districarsi per Konoha, non la solita Konoha, era una Konoha 'spenta' figuratamente e non. Era priva di vita.

*Bè, che ti volevi aspettare a quest'ora... a vabbè, facciamoci un giretto tanto per curiosità...*

[...]

Era ormai passata un ora abbondante da quando il Nara aveva intrapreso la sua 'avventura' per le strade di Konoha, quindi il Genin decise di riandare a casa. Camminava con passo lento, erano circa le 6:30 e Konoha si stava svegliando. Il Genin giunse dinanzi alla propria casa, controllò come al solito la posta convinto che non ci avrebbe trovato nulla, ed infatti non ci trovò nulla. Il giovane aprì la porta ed ed entrò nella casa, fece appena in tempo a chiudere la porta che subito qualcuno bussò.

*Chi può essere...*

Il Nara aprì, un uomo con il giubbotto tipico dei Chuunin e con il corpifronte tipico di Konoha si presentò davanti alla dimore di Shin. Senza proferir verbo, senza salutare consegnò una lettera al Genin, quindi si dileguò in un lampo. Shin aprì incuriosito la lettera e la lesse con calma e senza fretta. Rimase stupito di ciò che conteneva, era una missione di rango D+ nella quale prendevano parte quattro Genin. Un sorriso felice si dipinse sul giovane Nara che lesse e rilesse la lettera, quindi lesse il nome del capogruppo: Akira.

*Akira?! Quell'Akira... allora posso stare tranquillo... è un ottimo ninja... speriamo lo siano anche gli altri compagni...*

Quindi il Nara si apprestò a fare colazione, a lavarsi e a vestirsi, visto che l'incontro era tra breve. Prese tutto il suo equipaggiamento Ninja ed indossò gli abiti più comodi e resistenti che avesse. Legò la sua Wikazashi alla schiena con un inclinazione verso sinistra e il suo coprifronte al braccio. Quindi s'incamminò al luogo destinato per l'incontro dei quattro Genin.

[...]

Shin era l'ultimo, una volta arrivato a destinazione udì le presentazioni degli altri. Due membri già li conosceva, Akira e Kisuke, ma l'altro no. Quindi anche l'ultimo si presentò: Hinato Hyuuga, utilizzatore del Byakugan e ninja medico. Era giunta per Shin l'ora di presentarsi.

"Io mi chiamo Shin Nara. Mmm... non so utilizzare la mia ombra, ma so combattere senza l'ausilio della vista. Mmm... so preparare qualche veleno, ma niente di che, ma comunque sto ancora pensando che veleno inventare... poi non credo ci sia da aggiungere altro..."

Il gruppo era pronto. La missione sarebbe cominciata tra bereve.

 
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GiacoTemari
view post Posted on 3/3/2008, 12:53




CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato

Sette di mattina,l’aria soffiava leggera all’interno della camera dello Hyuga,portando anche raggi di sole che si proiettavano sulle pareti della stanza.Fortunatamente la temperatura sembrava più mite e piacevole dei giorni addietro,dominati dal freddo e persino dalla pioggia.Hinato era già sveglio,seduto sul davanzale della finestra ed intento a fissare il panorama ai limitari delle foreste che circondavano il villaggio di Konoha;erano ormai ore che gli occhi viola del ragazzo avevano deciso di aprirsi,portandogli via tutto il sonno e la capacità di pensare ad altro,se non all’impresa che avrebbe dovuto affrontare:una missione,la sua prima missione.Si trattava di giungere nel villaggio dell’Erba ed indagare su alcuni omicidi che in tal periodo erano molto frequenti,addirittura incrementavano sempre di più,perciò bisognava porvi un limite.La lettera che gli era stata spedita dall’accademia trattava questo,oltre al fatto che avrebbe collaborato con altri tre parigrado,che probabilmente non conosceva neppure.Sospirò:certo sarebbe stato bello poter partecipare a questo incarico assieme a persone come Goten o Misato,con cui bene o male,aveva passato molto tempo e,quindi,non avrebbe avuto problemi a socializzare;eppure il destino sembrava aver agito negativamente in questo senso,ma da una parte rappresentava un vantaggio,in quanto si sarebbe dovuto impegnare molto per farsi riconoscere come un giovane promettente.Rivolse un ultimo sguardo verso l’esterno,ancora deserto e,proprio per questo,molto piacevole a vedersi a causa della pace e della tranquillità che emanava,dopodichè rientrò nell’alloggio,richiudendo dietro di sé la finestra.Era l’ora di preparare tutto l’occorrente,o meglio,di rivedere se la sera prima si era ricordato di inserire tutto nell’apposito zaino,comprese armi ed oggetti vari,che sarebbero potuti tornare utili.
Non posso essermi sbagliato,ma non si sa mai:in casi come questi la tensione gioca brutti scherzi.Vediamo un po’:Shuriken,Kunai,Bombe,Fumogeni,il Tonico..le armi ci sono tutte.Ma adesso veniamo alla cosa più importante di tutte..eccolo qua,il Kit Medico.E’ senz’altro fondamentale in una missione,in caso qualcuno dovesse farsi del male e la Tecnica della Mani Curative non bastasse a curare una ferita.Certo,è per me una grandissima responsabilità quella di essere l’unico medico del gruppo,ma non devo avere paura:ne ho superate tantissime di difficoltà,e questa sarà solo una delle tante,tramite la quale potrò fare esperienza anche in territorio straniero.Spero solo di non deludere nessuno,a partire dai compagni e da mio padre:farò di tutto per portare a termine questa responsabilità che mi sono assunto,anche per aumentare la fiducia in me stesso..Mmm..sono le sette passate,ho due ore di tempo per andare al punto di ritrovo,penso che addirittura potrei raggiungerlo in netto anticipo..però non ho voglia di stare lì da solo ad aspettare come uno stupido,quindi vedrò di spaccare il minuto.Per cominciare mi faccio una doccia!
Rimise a posto tutto ciò che aveva tratto fuori dal proprio contenitore ed immediatamente,dopo aver tirato fuori dall’armadio gli indumenti che avrebbe indossato per tutto il viaggio,uscì dalla stanza a lui adibita,recandosi nel bagno alla fine del corridoio;nessuno era ancora in piedi in quell’area degli alloggi,probabilmente perché vi risiedevano i membri giovani che ancora non dovevano alzarsi presto per svolgere determinate funzioni.Regnava infatti un piacevole silenzio,interrotto solamente talvolta,dai ritmici passi del Genin,che lentamente ed in tutta tranquillità avanzava in direzione della stanza prescelta.Aprì la porta;ovviamente non c’era nessuno,altrimenti se ne sarebbe accorto ancora prima,poiché ne avrebbe carpito il minimo rumore con il suo udito.Tutto l’arredamento era al proprio posto,ben lucidato e senza la minima impronta di sporco e maltrattato,inoltre un certo profumino avvolgeva l’aria,facendo sembrare a chi vi entrava di essere in paradiso.Come di consueto,prima di qualcosa di impegnativo,si desiderava rilassarsi nel migliore dei modi,pertanto questo faceva al caso suo.Senza troppi preamboli,estrasse un accappatoio,shampoo e bagnoschiuma e li mise nelle dovute postazioni,quindi girò il rubinetto,osservando per qualche secondo le gocce d’acqua scendere in maniera sempre più fitta e calda.Un bel respiro e fu sotto quella pioggia benefica,abbandonando il suo corpo e la sua anima a gustare quella piacevole sensazione,in quanto chissà quando,nei giorni a venire,avrebbe potuto provarla.Nella sua testa sapeva già che non sarebbe stata una semplice passeggiata verso Kumo,bensì avrebbero incontrato molte difficoltà durante il percorso,poiché se nella zona erano presenti numerosi omicidi,dovevano esserci pure gli assassini.Aveva un po’ di paura,non poteva nasconderlo,eppure doveva mettercela tutta per superare quest’ennesima prova contro se stesso ed era certo che,come negli altri casi,ce l’avrebbe fatta.
La missione non dovrebbe essere delle più complicate,essendo solamente di rango D,tuttavia è quel + accanto alla lettera che mi spaventa,in quanto significa che si potrebbero riscontrare delle complicazioni anche di grande entità:con omicidi nei paraggi non penso che il clima sarà molto tranquillo,anzi il contrario,dovremo mantenere una vigilanza costante per non fare una brutta fine..dopotutto a quanto ho capito siamo quattro Genin..beh,ma questo non è il momento di preoccuparsi:saremo piccoli ma sono certo che ognuno di noi se la saprà cavare nella maniera migliore possibile,inoltre se l’hanno assegnata proprio a noi,è segno che ci ritengono in grado di portarla a termine con successo.Uff,spero di non risultare solo un peso per il gruppo,come dice sempre mio padre..altrimenti oltre che con i compagni,farei una brutta figura anche con l’intera Konoha,e porterei un’enorme delusione persino a me stesso,perdendo quel minimo di fiducia che mi rimane.Tsk,ormai l’essere pessimista è una delle mie peggiori qualità..devo cercare di eliminarlo se voglio diventare veramente un ninja,così come ho fatto per la timidezza quando ero in accademia,e sono sicuro che quest’esperienza darà i suoi frutti sin da subito..almeno spero..
Erano passati circa trenta minuti,perciò concluse che era meglio uscire ed iniziare a terminare i preparativi,benché ci fosse ancora un sacco di tempo a sua disposizione.Per prima cosa,si asciugò i lunghi capelli viola,legandoli in una coda di cavallo,come era solito fare,dopodichè passò al vestiario:aveva intenzione di stare comodo,in maniera da essere sempre agevolato nell’esecuzione di movimenti rapidi ed improvvisi,senza subire inutili intralci,quindi serviva qualcosa di abbastanza elastico e pratico nell’utilizzo:pantaloni neri della tuta,tenuti da una cintura arancione dello stesso colore delle scarpe,canottiera nera attillata ed un giacchetto blu a collo alto,da portare sbottonato,la cui altezza arrivava agli addominali.Eh sì,erano quelli gli abiti a cui era più affezionato,avendoli utilizzati anche durante la sua prima volta in accademia ed in qualsiasi altra occasione di allenamenti e combattimenti.Legò l’ultimo laccio della scarpa ed uscì dal bagno,non lasciando nessuna sua traccia:anche se c’erano gli addetti alle pulizie,non gli piaceva la maniera in cui venivano trattati dai capi clan,pertanto quando poteva,non esitava a dar loro una mano,asciugando qua e là dove aveva lasciato bagnato e rimettendo al proprio posto ogni telo utilizzato.I raggi del sole penetravano dalle finestre del corridoio con molto più vigore e calore di prima,e dai piani inferiori della residenza,si cominciava a sentire un certo via vai di persone.Varcò di nuovo l’apertura della propria stanza e dopo aver messo in spalla lo zaino,saltò giù dalla finestra,atterrando perfettamente a piè pari nel giardino,momentaneamente deserto;l’erba era fresca e rigogliosa,ed ancora ospitava sui propri germogli le piccole gocce di rugiada,mentre in lontananza,si sentiva il rumore dell’acqua che scorreva nella grande fontana centrale.Nel bel mezzo di questa zona,il giovane iniziò a muovere passi veloci e precisi,che evitassero di provocare rumore,ed in men che non si dica fu fuori,senza che nessuno lo intrattenesse in inutili convenevoli,anche perché non ci sarebbero stati:solo i genitori ed il fratello erano a conoscenza della missione che stava per intraprendere,ma nessuno di essi voleva bene ad Hinato a tal punto da augurargli buona fortuna o preparargli qualcosa di buono per cominciare bene la giornata.Ormai non ci soffriva quasi più,ci aveva fatto l’abitudine a venire lasciato in disparte ed a venire trattato malissimo,benché vantasse di un’importante umiliazione arrecata al fratello sotto gli occhi dell’intero clan,padre compreso.Si voltò un’ultima volta,osservano di profilo i confini dell’edificio..gli sarebbe mancato oppure no?

________________________



Le porte del villaggio iniziarono a delinearsi all’orizzonte,assieme alle possenti mura,e man mano che si avvicinava,la loro forma risultava sempre più chiara ed assumeva le regolari dimensioni.Due persone lo avevano già preceduto,quindi mancava ancora il quarto elemento.Durante l’attesa osservò di soppiatto i presenti,delineando già parte del loro carattere e della loro indole,sperano di andarci d’accordo almeno nel periodo che li avrebbe costretti ad essere un team.

________________________



Finalmente anche il quarto personaggio aveva raggiunto la meta,portando il capogruppo ad aprire la missione con un discorso introduttivo,al termine del quale esigeva una adeguata presentazione da ognuno dei componenti.Dalle parole e dall’aria che aveva,si capiva che il suo livello combattivo e la sua mentalità erano molto superiori a quelle di un Genin,eppure guidava la missione in qualità della stessa carica;inoltre i suoi occhi e capelli color blu quasi elettrico,gli facevano assumere ancora di più un’aria esperta e pratica in termini ninjistici..poi ovviamente tutto sarebbe stato da vedere,ma queste erano le prime impressioni che suscitava.Ora che ci ripensava,si era accorto che non aveva neppure pronunciato il suo cognome,ma dal ventaglio presente sulle spalle della giacca,si deduceva che doveva appartenere al clan Uchiha e ciò,in parte,spiegava la sua particolare dote negli atteggiamenti precedentemente mostrati.Fin’ora,nel suo dialogo,Akira non era stato molto amichevole,anzi tutt’altro,tuttavia Hinato aveva imparato,col tempo,a non fermarsi a giudicare alle apparenze,pertanto non lo avrebbe definito antipatico a priori.Sarebbe stato interessante un confronto diretto,nel quale probabilmente lo Hyuga avrebbe avuto la peggio,ma questo non era il momento di pensarci.A prendere la parola per primo fu Kisuke Nara,un Genin che,come tipico del suo clan,doveva avere un’intelligenza molto spiccata rispetto a tutti gli altri Konohiani,per di più possedeva anche l’abilità di camminare sotto terra.Adesso era il suo turno,lo sapeva,eppure non riusciva a fare a meno di vergognarsi di fronte a persone che vedeva per la prima volta:abbassato lo sguardo ed iniziando a guardare nervosamente a terra,spostando continuamente gli occhi,disse con un primo attimo di incertezza..

I-Io sono Hinato Hyuga.Anch’io sono un Genin della Foglia e non ho mai partecipato ad alcuna missione..Possiedo l’abilità innata del Byakugan ed inoltre..sono un ninja medico..Spero di esservi utile..
Nelle sue parole risuonava già quel difetto che tanto avrebbe voluto togliersi,sperava solo che gli altri non lo sottovalutassero né lo tenessero in disparte per queste caratteristiche,soprattutto perchè,come nell’ultima nota dolente pronunciata,desiderava solo rendersi utile per gli altri.
 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 7/3/2008, 21:22





..:: ۞ Departure ۞ ::..


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CITAZIONE
~ Narrato
Pensato
۞ Parlato
~ Contadino-capo

~ ..:: ۞ ::.. ~


~ Una convivenza, per certi versi forzata, si profilava all'orizzonte. Nuove figure dai contorni semrpe più nitidi venivan rischiarandosi di istante in istante, accompagnate nel loro emergere da alcuni tratti di delle personalità particolari e persino interessanti se ci si fosse soffermati ad osservare con curiosità i comportamenti, le parole e l'intera sfera emotiva che tutti quei ragazzi portavn con loro. Le convivenze, quelle che non sono frutto di una scelta consapevole e personale, sono spesso motivo di ambivalenza intrinseca nella loro essenza, il più delle volte soggetta al combinarsi secondo criteri di cui nessuno ancora è riuscito a dar spiegazioni, di svariate personalità, lo scontro di diversi mondi, di vari modi di concepire la vita, di differenti esperienze vissute o sognate. Gli incontri, quelli frutto di combinazioni casuali, possono spesso rivelarsi le nostre tragedie personali ,qualora la nostra persona fosse collocata e forzata ad agire in vicinanza di qualcuno verso il quale si prova un odio profondo, avvalorato da fattori troppo particolari per esser trattati esaurientemente. Ma è anche vero che una tragedia può trmautarsi in una novella a lieto fine, nella quale tutti i coprotagonisti apprezzano e stimano l'altro nonostante le diversità e le discordanze morali, caratteriali e in campo di punti di vista. rara e vaga utopia, penserete. Corretto, aggiungerei. Ma c'è una doverosa precisazione da fare: se ciò che tiene unito un gruppo di persone non è altro che la convenienza, il malcelato egoismo mirato alla sopravvivenza, indomabile indobile innata dell'uomo, è pur vero che fin quando quel legame, quel vincolo non si scioglie, il caso, le azioni, le vicende continueranno a tenere il gruppo unito. E' la reciproca convivenza ad imporlo, per l'uomo che anela al vivere come primo desiderio, il sopravvivere può essere raggiunto senza dubbio con minori patemi d'animo schierandosi a favore e non contro coloro che in quel caso sono stati scelti per spalleggiarlo. Può succedere davvero di tutto quando degli universi tanto variegati vengono in collisione: ora sta a noi decidere se i due pianeti esploderanno all'impatto, rimanendo maestosi durante la deflagrazione ma spegnendosi in un deprimente vuoto al termine dell'avvenimento, oppure un mondoi possa inglobare l'altro, o ancora i due possano entrare in contatto o persino in simbiosi, rimanendovi. Se c'è una cosa di cui sono sicuro è che dubito, come l'egregio Cartesio diceva: e dunque penso, giustapponeva. Ma spesso penso davvero delle boiate, aggiungo io. Ma ciò mi garantisce l'esistenza, e nel gioco dei paradossi e delle storie di personaggi fin troppo simili al loro autore, scopro come nel mio racconto ci siano dei posti disponibili per altra gente: saranno mere comparse ? Aiutanti? Antagonisti? Co-protagonisti?.

Nothing but a Senseless Story, Written Down by an Idiot.


~ ..:: ۞ ::.. ~



~ Mura del Konohagakure - Ore 09:15



~ Eolo continuava a sbuffare alquanto irritato dal prolungarsi dal rito di iniziazione della cerimonia presentativa, che mediante delle scarne e concise presentazioni, molto attente all'idea che avrebbero dato all'esterno, si avviò verso la sua fine con le parole dell'ultimo arrivato, Shin Nara. Molto tempo addietro, il ragazzo i cui capelli blu adesso erano ondulati dalla fresca brezza mattutina, aveva avuto occasione di sfidare costui, uscendone vincitore come in ognuno dei suoi cinque scontri. In nessuno di essi v'era mai stata partita, l'abilità e i ltalento innato dell'Uchiha avevano semrpe disarmato in poco tempo e senza possibilità di ribattuta i nemici: il Nara però, era quello che tra questi si era distinto maggiormente, costringendo akira a tirare fuori da sé uno spirito combattivo quasi assopito nei continui allenamenti poco stimolanti e di per sé monotoni, privi di quel brivido chiamato adrenalina. Il Konohano si scompose leggermente vedendo quel ragazzo dai capelli bianchi fare il suo ingresso in scena: conosceva almeno in parte le sue abilità e a quanto ricordava non erano troppo imbarazzanti. Un mezzo ghigno si dipinse sulle labbra rosee del genin che nel frattempo rifletteva anche e soprattutto sulla presentazione dei due elementi che prima di Shin si erano presentati:

Kisuke e Hinato. Un Nara e uno Hyuuga, ormai Konoha è davvero nelle mani dei clan. Il primo potrà risultare decisamente utile in fase offensiva, considerando le abilità che dice di possedere, ammesso che le sue parole corrispondano a verità. La sua personalità non è emersa più di tanto, e non mi interessano studi approssimativi della psicologia altri in mancata presenza di effettivi dati su cui basarsi, quindi mi limiterò ad una sospensione del giudizio. Lo Hyuuga sembra invece una perfetta antitesi di me, non so quella che porta è una maschera, ma sono certo del fatto che almeno alla prima impressione risulti timido e bonario, probabilmente poich davvero imbarazzato e preoccupato di risultar eutile al gruppo. Per sua fortuna, è l'unico ninja medico della squadra, e come mi pare di aver capito, l'unico a saper controllare alla perfezione la sua innata. Tsk, Byakugan...Vorrei poter attivare lo Sharingan e fargli notare la netta superiorità del doujutsu del nostro clan, ma non mi pare adatto. In ogni caso siamo un gruppo decisamente variegato, mi è andata bene. Non abbiamo particolari lacune e anzi, siamo un team completo nel quale ognuno di noi asservirà a particolari compiti secondo la sua predisposizione naturale. Ma di questo ritengo opportuno far partecipi anche questi qui che mi guardano come degli ebeti, che avranno da fissare...

~ Akira rialzò il capo perennemente rivolto in basso, recuperò lo sguardo perso nel vuoto e fissando il nulla, ma in linea frontale rispetto ai suoi neo-compagni, prese a parlare con un tono di voce pacato, calmo e decisamente sicuro, non temeva assolutamente la missione, probabilmente uno dei pochi aspetti postivi del suo carattere. Nessuna sfida avrebbe potuto intimorirlo o scalfirne l'altezzosità e la convinzione di riuscire nel suo intento, al massim onel caso in cui la situazione si fosse rivelata complicata essa sarebbe stata accolta da un ghigno soddisfatto e partecipe, coinvolto nelle dinamiche poichè interessato ad un perpetuo confronto con il proprio ego che eventualemnte la situazione avrebbe potuto garantire:

۞ Non perdiamo tempo in ciance, adesso che so chi siete procedo ad illustrarvi come raggiungeremo il Villaggio dell'Erba, altresì detto Kusa. Ci metteremo in marcia subito, in direzione nord-ovest rispetto alla nostra attuale posizione. La destinazione non è lontana, basterà un giorno di viaggio e nella notte, se procederemo a passo spedito, saremo ai confini della foresta di bambù che delimita i confini del Viallggio, difatto immettendovi una volta superatala. ۞

~ Si scostò i folti capelli blu elettrico che ormai gli ottenebravano le luminescenti iridi azzurrine e lasciò che il silenzio regnasse sovrano per qualche tempo, per dar tempo ai suoi di assimilare le nozioni esplicitate. Avrebbe voluto infondere molta più fiducia a tutti loro, ma il suo temperamento pervicacemente coriaceo gli impediva ogni accenno di atteggiamento bonario o rassicurante. Continuava a struggersi per tale questione, anche nel momento in cui aveva accettato la missione si era sempre chiesto se fosse realmente il più indicato, caratterialmente più che in termini di forza, per essere un capogruppo. In ogni caso sapeva che il gruppo andava tenuto unito e che ogni interazione avrebbe giovato alle interrelazioni personali, che a loro volta avrebbero positivamente influenzato i lrendimento del team. Si schiarì la voce e seguitò con lo stesso timbro posseduto in precedenza, ignaro del fatto che semplicemente quella tonante e altera pronuncia infondesse sicurezza in chiunque la ascoltasse:

۞ In base alle presentazione che avete fornito di voi, ho deciso lo schema secondo il quale procedermo durante il viaggio. Ci disporremo a rombo, io sarò il punto più avanzato di tale figura immaginaria, e ai miei fianchi, leggermente più indietro, troveranno collocazione Hinato sulla destra e Shin sulla sinistra. Questo servirà a me per poter proteggere in ogni momenti i due, che in particolare nel caso di Hinato, potrebbero essere intimoriti da una improvvisa difficoltà. A chiudere il gruppo, punta posteriore del rombo, sarà Kisuke. Questi è il membro che almeno dai rapporti che ho potuto leggere è il più risoluto e pragmatico, cinico al punto giusto da poter prevenire eventuali attacchi alle spalle con la necessaria veemenza. Avete obiezioni? ۞


~ Attese eventuali perplessità, senza esserne realmente interessato. Senza nemmeno una frase di avvio, si staccò dal muro sul quale era poggiato con un piede e con la schiena, e in contemporanea con il tintinnare delle sue catene scattò in avanti, senza salutare in alcuna maniera i funzionari che erano a guardia delle mura. Si voltò non appena sentì che tutti lo stessero seguendo, la sua espressione nella semi-torsione del suo pallido collo era visibilmente mutata: adesso un ghigno sicuro ma al contempo fiducioso venne rivolto a tutti i compagni, seguito da delle parole fredde nella loro pronuncia, ma ardenti nel contenuto:

۞ Ah, non permetterò che nessuno di voi muoia...Perchè in caso contrario mi ridurrebbero la paga... ۞


~ Un personalissimo modo di spronare la squadra e di infoderle fiducia: infondo seppur tutti quegli shinobi erano dei semplici intralci per l'Uchiha, egli non solo era curioso di ammirarne le doti, ma dal momento in cui essi si erano presentati, in lui era scattato un meccanismo che lo portava a volerli proteggere, un moto dell'animo più che dell'intelleto, puro istinto ferino che testimoniava come il suore del ragazzo non fosse pieta, ma organo pulsante, raffreddato da un gelo perenne.
Il team viaggiava saltando da un albero all'altro, librandosi leggero nell'aria mite oggiando i peidi prima su un ramo poi su un altro, alla ricerca di un costante appiglio. Dopo circa cinque minuti di cammino, il Genin sancì l'inizio vero e proprio della missione, poichè ormai i ragazzi erano fuori dalle mura del Konohagakure, immersi nelle sconfinate foreste del Paese del Fuoco:

۞ Da adesso in poi si fà sul serio. Esigo il massimo silenzio durante il viaggio, il nostro parlare potrebbe favorire una eventuale imboscata oppure un inseguimento. Da ora ogni persona o corpo in generale che vi si avvicini sarà vostro nemico, non ne conoscerete le intenzioni finchè non ne avrete saggiato l'onestà. Dovete fidarvi solo dei vostri compagni e di me soprattutto, se agirete in tal modo nulla andrà storto. Buon viaggio.۞


~ L'atteggiamento leggermente dittatoriale metteva a disagio l'Uchiha, che nonostante fosse perfettamente calzato nel ruolo di comandante, per naturale predisposizione a impartire ordini con risolutezza, era fastidiato da questo atteggiamento poichè lo costringeva ad esporsi, e non gli consentiva di chiudersi nei sovrumani silenzi tipici del suo carattere, obbligato a proferir verbo dall'urgenza di fornire disposizioni. Le sue parole fredde non dovevano sembrare il massimo per i suoi uomini, ai quali fino a quel punto era comunque stato concesso di socializzare liberamente. Ma da allora la legge del silenzio sarebbe rimasta in vigore per tutte le undici ore del provante viaggio. Al gruppo sarebbero state concesse due pause, una all'ora di pranzo, l'altra a pomeriggio inoltrato, nelle quali ricaricare le pile e riprendere le forze, prima di rimettersi in marcia. Ma anche durante quelle rilassanti interruzione del cammino a ritmo serrato, la totale assenza di parole sarebbe stata presa come disposizione di primaria importanza, Akira voleva infatti assicurarsi che nessuno seguisse il gruppo e soprattutto che eventuali scambi di parole sconsiderati potessero scuotere alle fondamenta l'equilibrio, apparentemente stabile, del gruppo.

~ ..:: ۞ ::.. ~



~ Ma l'occasione di socializzare si sarebbe presto presentata, almeno per coloro ai quali il carattere lo permetteva: l'imbrunire non aveva tardato a plaesarsi e baciare l'arida terra del paese del fuoco ora che essa scompariva a contatto co nquella del villaggio del rigoglioso villaggio dell'erba con la sua luce dalle cromie calde e pacate, un rosso dominante sul giallo, in alcune zona sfocato in un intermedio arancione, via di mezzo di magnifica esteriorità.
Akira, ad un certo punto, quando mancavano pochi kilometri dall'arrivo a destinazione, scese improvvisamente dall'albero sul quale stava saltando, atterrando con precisione. Un alone di polvere si sollevò, accompagnato e trascinato via da una brezza fresca ma secca e l'Uchiha invitò tutti i suoi compagni a scendere con un gesto della mano. Una volta che tutti furono con i piedi per terra, cominciò a squadrargli, notando in alcuni di loro stanchezza, in altri affanno, in altri ancora sudore e dolori alle gambe. Non essendo nemmeno lui stesso in condizioni di proseguire oltre con lucidità, per la prima dall'ultima pausa si voltò, cessando di dare le spalle ai membri del team e cominciando a parlare quasi stizzito per il doverlo fare, troppo assuefatto dal dolce silenzio al quale si era potuto abbandonare durante il viaggio. La sua voce seccata come al solito tuonò, non troppo alta di tono ma decisa come sempre:

۞ Bene ragazzi, ci fermeremo qui per oggi. Avremo occasione di riposarci e ritrovare le forze per l'indomani, vi ricordò che dovremmo affrontare una missione che non è affatto semplice e avremo bisogno d'energia. ۞


~ Il vento smosse i suoi capelli blu, scalfendo il candore del suo pallido viso, ormai la notte era scesa su quella foresta che svaniva in una radura dalla bassa erba. Le stelle splendevano poetiche, uno spettacolo coreogreafico, quasi troppo sfarzoso per quello che era solo un paesaggio destinato ad avvolgere i lteam per una notte. Akira si soffermò ad ispezionare con sguardo inquisitorio ogni singolo membro della quadra, partendo da Hinato per finire con Kisuke, voleva carpirne le emozioni, gli stati d'animo, le forze di coesione all'interno della squadra sarebbero risultate fondamentali ai fini dell'ultimamento della missione. Pertanto, il Genin, mentre nel contempo spezzettava rametti dagli alberi più vicini a lui, sradicandoli dalla corteccia nella quale erano inseriti, disse, con voce adesso più rilassata e accondiscendente, decisamente meno severe, aveva deposto gl iabiti di caposquadra e parlava da persona, quale nonostante tutto era:

۞ Su, raccogliete un pò di legnetti, ci penserò io a darli fuoco. ۞


~ Sogghignò altero, inorgoglito dal solo pensiero della sua maestria nei Katon, era incredibile come il solo pensarci lo mettesse di buon umore, lo eccitasse. Seguitò dopo pochi istanti:

۞ Stasera avremo occasione di conoscerci meglio, infondo un team guadagna decisamente dei punti quando i membri che lo compongono si conoscono vicendevolmente e soprattutto possono fidarsi uno dell'altro. Consideratela una pausa di socializzazione, ma comunque sappoate che è inserita in un ambito che è comunque quello della missione, dunque non stimate inutile questo momento. ۞


~ Il tono serio permaneva nelle sue parole, mentre ormai i ragazzi avevano radunato diversa legna sovrapposta e collocata in un pounto immerso ancora nella foresta. Akira, costantemente accompagnato dal tintinnio delle sue catene che gli conferiva un'aria di solennità in ogni gesto, compose molto lentamente dei sigilli, gli occhi azzurri gli brillavano mentre lo faceva. Un attimo dopo si inginocchiò, portando la sua bocca in linea retta con la base della pira e posti l'indice dinanzi al labbro superiore e il pollice sottostante a quello inferiore, emise un grido smorzato per non essere avvertito:

۞ Katon: Goukakyuu no Jutsu! ۞


~ Una piccola e moderata fiamma fuoriuscì dalla sua bocca, andando ad innescare la reazione di combustione che in pochi istanti diede fuoco alle fondamenta della costruzione in legno, un falò primordiale destinato a riscaldarsi i prostrati corpi degli shinobi per l'intero arco della notte.

~ ..:: ۞ ::.. ~



~ I ninja sistemarono le loro cose, e finalmente allietati dalla rottura della legge del silenzio, poterono rilassarsi e disquisire liberamente tra loro sulle più disparate questioni. Nel frattempo Akira, inginocchiato dinanzi al fuoco, ne osservava le acrobazie pirotecniche con stupore ed estasi quasi puerili, una meraviglia che lo colpiva ogni qualvolta le sue iridi azzurre incrociassero quel caldo elemento. Fissando immobile l'ardere ligneo, proferì delle parole finalmente non inerenti ala missione, il tono era decisamente più rilassato così come l'espressione assunto dall'Uchiha:

۞ Kiate sinceri ragazzi, siete tesi? ۞


~ Rivolse la domanda a tutti, aspettandosi una risposta da ogni compagno. Dopo averle collezionato tutte, avrebbe fornito la sua risposta:

۞ Non avete motivo di temere, in ogni caso. Quando prendo un impegno per carattere non accetterei mai una sconfitta, dovessi anche morire per mantenere fede alla sfida con me stesso che mi sono imposto. Non c'è possibilità di fallire dunque. Comunque, adesso è ora di dormire per voi, io farò la guardia per delle ore, dopodichè verrò a svegliare qualcuno che mi sostituirà. Questi poi, una volta che sarà troppo stanco per continuare sveglierà un altro e così via. Buona notte. ۞

~ Si produsse in un sorrisetto appena pronunciato, giusto per darne l'idea, ma più di quello non riuscì a fare. Stava proteggendo quei ragazzi, nonostante ognuno di loro ostentasse forza da vendere e probabilmente oltre a mostrarla ne possedeva realemente una quantità enorme. Probabilmente era una reazione subconscia del suo animo, sempre abituato alla solitudine e all'assenza di una figura paterna che gli garantisse sicurezza, akira era cresciuto con il desiderio di colmare l'errore che i suoi genitori avevano commesso nei suoi confronti. Il tutto è però troppo legato ad una dimensione inconscia per potewr esser indagato con certezza, ma ciò che è sicuro è che quel carattere forte portava il genin dai capelli blu a distinguersi non solo per determinazione e risolutezza, ma anche per sicurezza trasmessa a chiunque gli stesse intorno, che con molte probabilità avrebbe ritenuto che i lragazzo avesse potuto fronteggiare qualsiasi situazione senza tremare, aver paura, provar compassione o timore. Era forse stato scelto come caposquadra proprio per quelle doti, le stesse che l'Uchiha detestava di pensare correlate alla sua persona ed in un certo modo attribuitegli.

~ ..:: ۞ ::.. ~



~ Durante la notte, lo shinobi si godette l'umidità notturna che tanto amava, e potè contemplare il cielo pesto ma stellato accarezzato da un venticello piacevolmente fresco. Invitato dall'ambiente alla riflessione, si immerse in una delle sue prolisse riflessioni, appollaiato su un albero dai robusti rami, mentre continuava ad ammirare ora il fuoco, ora la luna, ora le stelle:

Bah, sta andando meglio di quanto pensassi, per fortuna non sono dei rompiballe, anzi risultano essere soggetti particolarmente interessanti. Poco male, dimostrerò anche a loro quanto può essere forte un Uchiha. Non vedo l'ora che tutto finisca, per tornare a Kiri, infondo non posso morire nè fallire, gho bisogno di soldi e del permesso per ripartire: Karin ha bisogno di me, specie nella situazione in cui versa ora.
Ma, c'è quaclos'altro che mi spinge a guardare con ottimismo al futuro...Se ho accettato questa missione è soprattutto perchè muoio dalla voglia di confrontarmi con l'autore di questi omicidi, ammesso che sia un singolo...Il tutto mi eccita terribilmente, è inutile negarlo....


~ Un guerriero, uno spirito votato al combattimento dalla nascita, un animo ambizioso e spronato dal confronto con coloro che lo avrebbero portato a confrontarsi prima d tutto con sé stesso e superarsi.

~ ..:: ۞ ::.. ~



~ Tre ore erano passate davvero in fretta, e il Genin del Konohagakure ormai accusava i colpi del sonno, Morfeo si faceva di attimo in attimo più seducente, con la sua attrattiva vana e sfuggevole, ma tanto coinvolgente da esser in grado di ammaliarti anche dopo uno scontro con un animo ligio al dovere. Akira scosse il capo, quasi stesse rinsavendo, e scese dal tronco su cui sedeva, appiedando e badando a fare meno rumore possibile per non destare i suoi compagni dal prezioso sogno nel quale erano assopiti. Verso loro il dio della Quiete era stato particolarmente benevolo, accogliendoli con assoluta immediatezza. L'Uchiha era ora dubbioso sul chi svegliare per delegargli l'incombenza del turno di guardia: tra i tre ragazzi che giacevano baciati dal rossore del fuoco, quello con cui Akira aveva più curiosità di intrattenere un dialogo era Hinato, un ragazzo timido e timoroso, appartenente al Clan Hyuuga, che a differenza degli altri suoi compagni aveva ostentato una leggera esitazione nella presentazione, una insicurezza trapelata anche all'esterno, almeno per i saggi e glaciali occhi del Genin del Konohagakure.
Akira così si chinò e gli scosse con delicatezza il capo per farlo tornare in sé dopo il lungo riposo. L'Uchiha attese senza proferir verbo che lo Hyuuga si riprendesse dalla confusione del risveglio, e una volta che questi cessò di guardarsi intorno rintronato, disse, con tono apprensivo, incredibilmente differente dall'austero impartire ordini al quale il ragazzo dai capelli viola doveva essersi abituato:

۞ Hinato-kun, adesso è il tuo turno di stare di guardia, io non mi reggo più in piedi. Miraccomando guardati bene intorno e segnala ogni stranezza. ۞

~ Akira si inginocchiò dinanzi al fuoco, lo fissava quasi lo amasse, mentre in lontananza si potevano udire i passi di Hinato allontanarsi semrpe di più. Ma l'uchiha sentì il bisogno di tranquillizzare quel ragazzo, aveva sviluppato una sorta di affezionamento solo per quell'aria così intimorita e stranita. Akira non desiderava vedere nessuno del suo team dubitare delle sue capacità, la riuscita della missione sarebbe dipesa anche da quello, e lo Shinobi della Foglia ne era pienamente consapevole. Senza guardarlo, dandogli le spalle e rimanendo immobile, Akira gli disse:

۞ Hinato-kun...Non dubitare di te stesso...Sei l'unico ninja medico della squadra e in te percepisco una forza fuori dal comune...Sarai utile al gruppo, molto più di quello che credi, fidati...Conto su di te. ۞

~ Una frase lapidaria, un attestato di stima basato più che altro su considerazioni preventive e non certe, ma Akira parlava davvero poco e quando lo faceva spontaneamente non era certo per dare aria alla bocca: credeva in quel ragazzo, e notandone la fondamentale insicurezza non si potè esimere dal tirarlo sù, nonostante ciò gli avesse fatto perdere una parte di quella figura del capogruppo severe e intollerante, privo di sentimenti. Akira lo era, senza dubbio. Ma quando era capogruppo, per l'appunto. La sua personalità in generale non era delle migliori, anzi l'Uchiha era del tutto sociopatico, predisposto alla solitudine apprezzata poichè spunto di sana riflessione, cultore del silenzio, restio ad enunciare la sua opinione anche quando essa sarebbe potuta risultare importante. Ma la personalità di quel ragazzo, in antitesi di quella del Genin coi capelli blu, lo aveva impossibilitato a porsi delle inibizioni.
Strana cosa le reazioni incondizionate, possono comunicare il vero moto del cuore o possono comunque essere filtrate dall'intermediazione del cervello. Siamo nel campo della possibilità, nulla può esser decretato con certezza e distinzione, e dunque la miglior via è quella di lasciare insolto il quesito.

SPOILER (click to view)
[Qualora Hinato attivi il Byakugan giustificandone l'attivazione dopo 1 ora e mezza di turno, egli potrà vedere una figura spiare il gruppo dietro un albero a 10 metri dal team]


~ Confine Nord-Ovest del Paese del Fuoco- Ore 08:15



~ Il risveglio fu decisamente meno traumatico del previsto. Una figura con dei tocchi dietro la nuca nuca destò l'Uchiha dal profondo sonno nel quale era immerso: Akira non riuscì a distinguere se questi fosse Shin o Kisuke, uno dei due Nara di sicuro lo aveva risvegliato dal tepore dal quale si era piacevolmente
lasciato cullare per l'intera notte. Schiuse gli occhi lentamente, una luce fioca e giallignola gli inondò le pupille e le iridi, provocandone ua naturale reaizone di chiusura e riapertura istantanea, seguita da un classico stropicciamento degli occhi con le mani. Il fuoco era spento, ma la legna continuava a conservarne il calore, quasi come due amanti che dopo una notte di fiamme, vedendo partire il loro amato continuano ad ardere di passione amorosa anche una volta che esso non è più in unione fisica con loro.
Il Genin guadagnò a stento la posizione eretta e si stiracchiò, emettendo nem mentre un sonoro sbadiglio opportunamente tappato da una delicata e cortese mano. Akira si sgranchì il collo, e accertatosi che tutti i suoi compagni fossero pronti a rimettersi in marcia diede loro le spalle e schizzò in avanti con un guizzo intriso d'energia. Un nuovo giorno, finalmente il gruppo sarebbe giunto a Kusa e avrebbe dato principio alla missione vera e propria.

~ ..:: ۞ ::.. ~



~ Ma mentre i quattro svolazzavano leggiadri tra gli alberi, l'Uchiha udì in lontananza dei ruomori, quasi come se un'agitazione popolare fosse in atto.

Ma cosa diamine succede? Siamo fuori dalle mura della città, una sommossa dovrebbe prendere luogo all'interno...

~ Insospettito arrestò la marcia, atterrando con cautela. Non appena però alzò il capo e gli occhi, quello che gli si parò dinanzi fu uno spettacolo al quale l'Uchiha avrebbe rinunciato ben volentieri.
Una massa di circa 40 uomini, contadini a giudicare dai loro vestiti e dalle rudimentali armi che impugnavano, sbarrava la strada al team. I contadini brandivano quasi fossero sciabole, chi delle zappe, chi dei rastrelli. In testa al gruppo, disposto in quattro file ciascuna composta da 10 persona, vi erano degli strani tizi disposti a triangolo. Il vertice avanzato era un uomo di mezz'età, sulla trentina, con folta barba e corpo scultoreo, in totale contrapposizione con la villosa corpulenza della sua truppa di fortuna. Alle sue spalle due uomini, sulla quarantina, con cappello blu e camicia a quadri, sovrapposta con cattivo gusto a dei poco raffinati e sozzi pantaloni con bretelle.
L'uomo che presiedeva il movimento non tardò a dar voce alla bocca.

~ Shinobi della Foglia, tornare da dove siete venuti...Gli affari di Kusa sono di nostra competenza, voi non dovete metterci le vostre luride mani. Ora voltatevi e andatevi, non lo ripeterò una terza volta.

~ Akira anzichè tremare impaurito si produsse in un ghigno provocatorio, a metà tra il comunicare sfida e lo sdegnarsi per un così cattivo spettacolo visivo. Il ragazzo però, rimasto basito dinanzi a quella massa di uomini, cominciò a razionalizzare il tutto, provando a darsi una spiegazione coerente con gli avvenimenti:

Come diamine sapevano del nostro arrivo e soprattutto come erano a conoscenza del preciso orario al quale ci saremmo presentati? Che qualcuno ci abbia seguito? O ci abbia spiato durante la notte?...Diamine...Qualcuno ha informato questi uomini, ciò è chiaro...Ma chi?...

~ Ponderando le speranze e le possibilità di cui il gruppo disponeva, l'Uchiha si fece serio, risoluto e tuonò con voce sicura e austera:

۞ Ragazzi, in formazione. Cerchiamo di evitare il contatto diretto con questi ceffi, ma proviamo a rapire il loro capo, potrebbe custodire informazioni preziose, anzi sono sicuro che sia così. Non fate azioni in solitaria, sono abbastanza distanti da noi, abbiamo il tempo di pianificare le nostre mosse...Qualcuno di voi ha idee? ۞


~ Akira aveva cominciato a formarsi un'idea nella mente, essa prendeva corpo lentamente ma pareva poter calzare con la situazione. In ogni caso attese di ascoltare le parole dei suoi compagni, guadagnando nel frattempo la posizione difensiva, portando una mano parallela al busto e l'altra al bacino, la prima impugnante un kunai, per deflettere eventuali lanci di armi.
Le difficoltà erano solo cominciate.

~ ..:: ۞ ::.. ~




SPOILER (click to view)
I contadini sono da considerarsi inferiori ad energia bianca, i due uomini che spalleggiano il capo al pari di una energia bianca, il capo energia gialla. Nessuno di loro possiederà consocenza di tecniche ninja.
Questa la loro disposizione: nelle file da 5 persone per ogni puntino nero è da intendersi due uomini. I blu siamo noi, mentre i 3 neri in avanti sono i nostri avversari. Il verde è l'erba, i cerchi marroncini gli alberi.

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~ ..:: ۞ ::.. ~






 
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GiacoTemari
view post Posted on 16/3/2008, 13:12




CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato

Hinato,dopo aver parlato,non fece altro che interrogarsi sull’impressione che avrebbe dato agli altri partecipanti della missione,e la cosa lo impensieriva molto:la sua aria esteriore al momento non era delle migliori,pertanto non riusciva a mantenersi tranquillo di fronte a possibili occhi altrui puntatigli addosso.Gli occhi viola non facevano altro che scorrere prima a destra e poi a sinistra,rigorosamente puntati verso il basso,ed ogni tanto il volto si dipingeva di un tenue colore rosso,evidente simbolo dell’imbarazzo che non solo provava davanti a queste tre singole persone,ma a tutti gli sconosciuti con i quali avrebbe dovuto intraprendere un percorso come questo.Si ricordava benissimo la prima volta in accademia,quando non riusciva ad aprire bocca neppure per dare il buongiorno al Sensei,impiegandoci tre ore solamente per mettere insieme due parole;il fatto preoccupante era che non era riuscito a legare con nessun compagno in quell’occasione e che i rapporti si erano molto complicati lungo il finire dell’esame per diventare Genin:ancora viva nella sua mente era l’immagine di Esdarino Uchiha che veniva ferito gravemente dalle sue stesse mosse,e l’immenso dolore che aveva provato nel ridurlo in uno stato terribile,tanto che aveva pensato di non combattere mai più.Fortunatamente,ragionando,era riuscito a capire che non poteva seguire una strada diversa,almeno non per far valere le proprie doti ed ideali come invece desiderava.E così si ritrovava qui,in missione per conto di Konoha,del villaggio che da sempre lo aveva trascurato e messo da parte,senza mai prenderlo in considerazione più di tanto;che fosse questa la volta buona,che gli avrebbe permesso di spiccare il volo?Di certo numerose volte aveva già dato prova delle sue capacità,ad esempio nell’ultimo addestramento effettuato assieme all’amica Misato Nara,per apprendere le arti mediche che tanto vantava,a se stesso,di possedere;ma soprattutto contro suo fratello,quando per la prima volta aveva messo alla luce di tutti gli Hyuga,le abilità che possedeva,più grandi di quelle del prediletto della famiglia,più di qualunque altro Genin appartenente allo stesso clan.
Si calmò,e sorridendo,rivisse quel bellissimo momento di estremo piacere,per poi tornare ai fatti,non appena il misterioso capitano Akira ordinava di partire.L’aria esteriore di quest’ultimo metteva Hinato leggermente in soggezione,ma era perfettamente in grado di capire che,se il suo comportamento dell’Uchiha era tale,ci doveva essere un motivo ben preciso,che momentaneamente andava oltre la sua conoscenza.Dopo averlo sentito parlare per la seconda volta,si sentì già incompreso per l’eccessiva timidezza mostrata inizialmente:l’aveva definito timoroso,spaventabile da una minima difficoltà.Abbassò la testa:non aveva senso replicare,così avevano deciso e così egli avrebbe rispettato,sottomettendosi come di consueto.
Uff,sono già passato per quello che non volevo.Che diamine,adesso mi considerano tutti un fifone che si fa buttare giù dalla minima difficoltà,mentre invece sono in grado di superarle tutte,dalla prima all’ultima,come ho sempre fatto da solo,solo con le mie forze e la mia volontà.E così devo fare anche ora,per fargli cambiare idea:non voglio certo essere d’intralcio e tantomeno passare per quello che non ha fatto nulla e restava nell’ombra.Sbaglio come sempre a buttarmi giù subito,devo imparare a reagire in fretta,oltre a domare la mia timidezza e la mia insicurezza.
Si pose come gli era stato chiesto di eseguire,al vertice destro del rombo,ed appena partì il via,i quattro giovani ragazzi si lanciarono in avanti,alla volta delle immense foreste che circondavano il villaggio della foglia per gran parte dell’intero Paese del Fuoco.Il vento si abbatteva sui loro volti,lambendoli con la sua freschezza ed andando a rendere piacevole la corsa verso il villaggio dell’Erba,facendo ignorare le gocce di sudore che spesso andavano formarsi sulla pelle.Non si voltò:dopotutto non gli dispiaceva staccare un po’ da quel triste passato,che magari stavolta poteva aprire la strada di un nuovo cammino,magari in discesa piuttosto che in salita.Procedevano in assoluto silenzio,saltando di ramo in ramo e cercando di provocare il minor rumore possibile ad ogni atterraggio,aiutati anche dalle folate che frequentemente agitavano l’ambiente circostante.Lo Hyuga restava sempre e comunque vigile,attento con ogni senso a cercare di capire se qualcuno li osservava o li stava seguendo;aspettava ad attivare il Byakugan,in quanto non aveva intenzione di sprecare troppe forze prima del tempo,inoltre si sarebbe preoccupato di attivarlo solamente quando Akira glielo avrebbe detto.Probabilmente questa non era una situazione di pericolo tale da dover stare sempre sulle spine,benché stessero procedendo in silenzio e velocemente,per questo non si avvertiva alcun tipo di tensione nelle personalità di questi quattro talenti Konohiani,almeno non fino al momento in cui avrebbero sostato.
Grazie alle loro caratteristiche riuscirono a raggiungere il confine della meta entro il tramonto,anche se,per quanto riguardava Hinato,le energie si andavano sempre di più consumando a pari passo con i raggi del sole,come se fossero questi ultimi a donargli forza attraverso il calore;resisteva,ignorava i continui sforzi e le numerose gocce di sudore,concentrandosi unicamente sulla via davanti a sé:eccola finalmente,la grande foresta di bambù.Il capitano si fermò prima,scendendo dall’albero ed osservando per un po’ l’ambiente circostante,dopodichè dichiarò che lì il team avrebbe riposato quella notte,prima di fare l’ingresso nel territorio adiacente.Con un sospiro di sollievo,si asciugò la fronte ed atterrò anche lui sull’erba fresca dove non posavano i piedi ormai da un bel po’,e fu quasi una sensazione rilassante per le calzature ninja,poter di nuovo attraversare delicatamente una superficie più soffice rispetto alla durezza dei rami.Il cielo si era scurito più in fretta di quanto pensasse,tanto che le stelle e la luna lo dominavano incontrastate,in compagnia di una leggera brezza;era uno spettacolo bellissimo,ma non ci sarebbe stato tempo per rimirarlo,in quanto adesso dovevano occuparsi di altre faccende più importanti,come per esempio trovare dei rametti di albero che servissero ad accendere un fuoco.
Che stanchezza,per fortuna che siamo arrivati..abbiamo galoppato come cavalli in corsa,e dal dolore alle gambe si sente anche abbastanza evidentemente;almeno non sono il solo ad essere esausto,sembrano tutti nelle mie stesse condizioni dato che è da stamattina che ci spostiamo fuori da Konoha.Adesso l’ultimo minimo sforzo di staccare qualche ramo dagli alberi oppure di raccattare quelli già a terra,e poi riposo totale per una sera intera!Un momento..ma..accendere un fuoco..a quest’ora e così vicino a Kusa..non sarà troppo sospetto?Insomma,non desteremo alcun allarme agli abitanti di questo villaggio o a questi famigerati assassini?Non ci rende evidenti di fronte agli estranei,indicando loro la nostra posizione?Cavoli,forse ci metteremo nei guai,ma Akira non è di certo un tipo che fa le cose a caso,quindi non penso di dover temere qualcosa o qualcuno..magari c’è dietro un piano,boh,per adesso sto zitto e mi limito ad eseguire gli ordini del caposquadra.
Stare seduti davanti ad un caldo fuocherello,rendeva l’atmosfera decisamente diversa dalla precedente,assumendo cioè una certa situazione di tranquillità che privava i componenti del team da qualsiasi tipo di tensione;almeno per Hinato funzionava così al momento,difatti la sua mente era sgombra da ogni pensiero.Il vento si era placato decisamente ed il silenzio regnava nella zona circostante percepibile dalle loro orecchie;tutto sembrava perfetto e toglieva ogni possibile sospetto di essere spiati o pedinati o,peggio ancora,caduti in una trappola nemica.Chiuse gli occhi per un istante,riflettendo sul fatto di doverla smettere di preoccuparsi tanto,poiché dopotutto la missione che stavano affrontando era di livello D e quindi non ci sarebbero stati ulteriori ninja da affrontare.Ad interrompere la tombale quiete,furono altre parole dell’Uchiha:era così sicuro di sé,e non sembrava temere niente e nessuno..tutte caratteristiche che lo Hyuga non possedeva e che invidiava a chi invece aveva la fortuna di poterne far uso,in quanto conferivano un’aria temibile e rendevano altrettanta gloria alle rispettive abilità combattive.Era anche vero che spesso le persone troppo sicure di sé finivano per fare una pessima figura di fronte agli altri,ma nel loro caso non sarebbe successo.Ognuno,a quanto pareva,doveva dire la propria senza tirarsi indietro.Indeciso e timido come sempre,ma senza voler rinunciare a poter fare amicizia con gli altri ninja,si fece avanti:
U-Un po’..si..è ovvio:non ho mai preso parte a nessuna missione e da una parte non so neppure a cosa vado incontro..P-Però dopotutto il livello è il più basso,quindi non dovremmo svolgere nulla di particolarmente impegnativo,né incontrare altri ninja che potrebbero ostacolarci..Stando alla teoria è così..poi sta a noi vedere se la descrizione sarà giusta o meno,soprattutto a causa del +.
Detto questo,si posizionò a sedere sull’erba,abbracciando le gambe e portando le ginocchia al petto per stare più comodo ed allo stesso tempo sentirsi più protetto dalle altre persone.La grande determinazione di tutti,anche del più esitante,non esitava mai a farsi sentire,ma ciò non poteva essere che un bene.La notte si sarebbero alternati il turno di guardia,e questo era normale in casi di permanenza in paesi stranieri,come questo.Hinato non nascondeva il fatto di avere un tantino paura di rimanere da solo,nonostante l’abitudine,ed il tutto era dovuto all’incertezza riguardo al posto nel quale si trovavano,che non gli permetteva di potersi godere neppure questo breve momento di relax.Il silenzio e la consapevolezza di essere l’unico sveglio in mezzo a quella foresta lo facevano tremare a priori,tuttavia non si sarebbe affatto tirato indietro,poiché,in quanto sua paura,avrebbe dovuto affrontarla.Quando Akira ordinò di andare a dormire,si sdraiò e non proferì più parola,attendendo il suo momento,che prima o poi sarebbe arrivato,senza possibilità di fuga.
Sdraiato vicino al fuoco,ad occhi chiusi,non riusciva a dormire a causa della troppa tensione che lo avvolgeva:era già passata più di un’ora,ma ancora il corpo ed il cervello non avevano intenzione di lasciarsi abbandonare per il riposo;vigili,come sempre,forse un po’ di meno a causa della stanchezza,cercavano di capire che cosa succedesse intorno,compresi i movimenti del capitano che stava di guardia,fino a quando quest’ultimo non lo venne a chiamare.Normalmente,di fronte alla ricezione di uno scossone da parte di una persona che non vedeva,si sarebbe immediatamente attivato,impugnando un Kunai e mozzandogli le mani,ma in tal caso conosceva benissimo chi fosse e ,suo malgrado,anche il perché.Eccolo finalmente,il momento che tanto sperava arrivasse il più tardi possibile;la concezione del tempo l’aveva completamente persa,ed a quanto pareva era passato velocemente solo per lui.Rassegnato ed intimorito dentro,ma senza mostrarlo al di fuori per non far brutta figura,si tirò su piano piano ed assunse,come un attore,un’espressione sorridente e serena.
Certamente Capitano,ci penso io adesso.
Mentre quest’ultimo si rannicchiava dove prima si trovava lo Hyuga,egli si sentì leggermente osservato,ma continuò a procedere in avanti,cercando di commettere meno rumore possibile ogni volta che le piante dei piedi si posavano sull’erba fresca della notte.Per quanto la vista e l’udito potessero permettergli,sembrava davvero che oltre a loro,nessuno abitasse o passasse per questo loco.Tirò un sospiro di sollievo,ma accusò il brivido risalirgli la schiena,non appena la voce dell’Uchiha si fece sentire,rivolgendosi proprio a lui.Per educazione fermò il suo cammino,girandosi per udire meglio ciò che gli si stava dicendo:complimenti,incoraggiamenti,parole quasi affettuose nei suoi confronti,che dal tipo che si trovava di fronte non si sarebbe mai aspettato.Suonavano quasi strane queste cose,pronunciate dalla bocca di uno sempre molto solitario e che incentrava l’attenzione esclusivamente su se stesso,ma facevano comunque piacere,soprattutto ad una personalità opposta come l’altro Genin.Rimase stupito ed in silenzio per qualche secondo,ma poi si delineò un sorriso sul suo volto,accompagnato da tanta gioia..
Grazie..spero di non deludervi mai.
Con una notevole carica e fiducia in sé,all’interno del proprio corpo,il ragazzo si diresse nuovamente verso il posto-guardia,dove,senza la minima paura,avrebbe atteso per almeno un paio d’ore,per poi andare a svegliare Kisuke per far continuare il turno.Attivare il Byakugan sarebbe stato solo uno spreco di chakra,in quanto eventuali movimenti sospetti,in un tale silenzio tombale,li avrebbero potuti avvertire persino le sue orecchie.Una volta venutogli finalmente il sonno,delicatamente si accucciò di fronte al Nara dai capelli castani ed iniziò a chiamare il suo nome,sperando di riuscire a svegliarlo senza dargli troppo fastidio..
Kisuke..Kisuke..I-Io ho finito..Buona notte.
Non ci volle molto perché il sole sorgesse,ed i suoi raggi penetrassero le chiome degli alberi soprastanti,svegliando tutti i componenti del team,eccetto colui al quale era toccato l’ultimo turno,che probabilmente doveva essere Shin.Tra uno sbadiglio e l’altro,Hinato riuscì ad alzarsi e ad eseguire qualche piccolo esercizio di stretching per sgranchirsi le ossa ed i muscoli delle gambe e le braccia,così da poter partire il prima possibile senza causare alcun rallentamento al gruppo.Benchè leggermente assonnati,e reduci da una notte in cui non avevano potuto dormire quanto e come avrebbero voluto,procedevano a velocità abbastanza costante e sostenuto,ma regnava una grande concentrazione trai partecipanti,in quanto si avvertiva il progressivo avvicinarsi alle mura di Kusa.Il clima era mite,e quindi perfettamente adatto alla situazione grazie alla leggera brezza mattutina che accarezzava loro i volti,ripulendoli poco per volta,del sonno della notte appena trascorsa.Il sospetto divenne certezza non appena dei rumori strani si fecero sempre più vicini alla strada che stavano percorrendo:grida,urla,motti,incitamenti,sempre più rumorosi e stonati,tanto che Akira fu costretto a fermarsi a dare un’occhiata,per assicurarsi di quale fosse il problema che stava per sbarrare la strada.Trascorsero pochi secondi,perché il resto della truppa lo raggiunse,osservando un vero e proprio esercito di contadini,incitati da brusche parole che miravano a spaventare i ragazzi e a farli tornare al proprio villaggio.Che sciocchi,nulla avrebbe potuto fermarli,soprattutto una massa come quella:ad occhio si vedeva benissimo che non erano ninja,tuttavia avevano dalla loro un netto vantaggio numerico ed armi usate principalmente nel lavoro dalla loro classe sociale;ne spiccavano tre,a capo delle altre quattro file,composte da dieci persone ciascuna,che potevano sembrare un po’ più esperti degli altri,ma con i quali non ci sarebbe stato molto da temere in un confronto diretto.O quattro Genin mantennero la loro formazione,ed ora avrebbero dovuto elaborare un piano per riuscire a scampare a questo assalto,senza arrecare danni,ma riuscendo a rapire il capo per estrapolargli qualche importante informazione;questo era l’ordine del capitano.Lo Hyuga,non ci mise molto ad elaborare una strategia abbastanza semplice ed idonea alla circostanza,difatti,cercando di mettere da parte la timidezza,si fece coraggio,proponendola..
I-Io,qualcosa penso di essere riuscito a pensare..il tutto senza avere un confronto diretto con le persone che ci troviamo di fronte,almeno in maniera parziale:avrete notato anche voi la loro mancata organizzazione ed esperienza..Q-Quindi non resterebbe altro che coglierli di sorpresa con qualcosa di cui non sappiano l’esistenza né l’utilizzo,e poi approfittare di ciò per riuscire a rapire il loro capo e fuggire senza alcun problema.Avrei pensato di lanciare un Flash a poca distanza da loro,cosicché rientrino nei dodici metri in cui si diffonde il bagliore;la poca capacità di reazione e di comprensione,non permetterà loro,neppure di accorgersi di ciò che succede,tanto che rimarranno tutti accecati per un tempo sufficiente affinché Akira utilizzi il Colpo di Ginocchio sul nostro bersaglio,e gli altri due lo seguano,per coprirlo da eventuali attacchi nemici con armi e non.P-Purtroppo mi dispiace dover eseguire la parte più semplice,ma le vostre abilità vi permettono di combattere anche senza la vista,mentre io non posso,almeno non bene quanto v-voi;proprio per questo,non appena avrò lanciato l’arma,mi dileguerò verso destra,all’interno della foresta,evitando così di rimanere vittima della mia tattica,e potendo correre con voi,non appena vi veda passarmi accanto..Non mi viene in mente nulla di meglio,p-però credo possa andare bene..Ah,Capitano,mi dica quando dovrò attivare il Byakugan se serve,per adesso preferisco conservare le energie.
Aveva avuto un piccolo momento di gloria,ma non poteva permettersi di perdersi in soddisfazioni di così poco conto:adesso servivano le azioni,ed anche compiute in maniera eccellente,per far funzionare il piano illustrato,alla perfezione.Non appena ognuno,nella propria posizione,fu pronto a scattare,il giovane dagli occhi bianchi,aprì le danze con la sua arma,e schizzò via tra gli alberi ad occhi chiusi,dopo averne memorizzato visivamente il percorso,per poi attendere gli altri e seguirli,riassumendo la formazione originaria.
 
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~ Kyubi ~
view post Posted on 17/3/2008, 17:21




.:Mission begin:.



CITAZIONE

† Parlato †
~ Narrato ~
Pensato


Place: Konohagakure's wall.




~Dopo la sua breve presentazione il Nara che si era appoggiato sulla colonna portnate del villaggio ora ascoltava con blando interesse la presentazione degli altri due compagni di squadra, il primo che sentì parlare fu un certo Hirato. Un discendente del clan Hyuuga, dalla voce non sembrava un gran che ma Kisuke sperò con tutto il cuore che quella timidezza che trasudava sarebbe sparita una volta arrivato il momento di usare la testa. Passando all'altro si costrinse ad alzare il volto quando l'ultimo compagno di team parlò, il ragazzino era lo stesso che aveva visto nel corso del k-5, dopotutto non era andata così male la scelta dei componenti. Validi elementi da quello che si poteva intuire a prima vista, solo il tempo avrebbe dato opportunità loro di provare al Nara che aveva fatto bene nel fidarsi delle loro capacità combattive e strategiche. Ora si stava solo aspettando l'inizio vero e proprio della missione, costretto il genin della foglia osservò il loro capogruppo, questi era rimasto taciturno e inespressivo mentre i tre si presentarono, sembrava che tutta quella situazione gli scocciasse parecchio. Lo sguardo ridotto a fessure del Nara studiò affondo quel Akira, anche lui non suscitò molta fiducia allo shinobi, ma questo era quello che offriva il villaggio della foglia, meglio di niente. Finalmente il capogruppo parlò con voce calma che risuonò attorno ai quattro forte e chiara.La meta che i quattro dovevano raggiungere fu il villaggio dell'erba, un flebile ricordo affiorò nella mente del Nara che si rivide combattere contro il suo nemico, in quella casa la sua vita cambiò. Lo sguardo del konohano si rattristò leggermente, a quel doloroso ricordo, ora aveva l'occasione di dare un taglio al passato, finalmente aveva deciso quale delle due strade aveva scelto, per tanto tempo aveva riflettuto su cosa fare, le scelte erano “o sua madre o le missioni e il villaggio”. La decisione cadde sulla seconda, avrebbe abbandonato ogni sentimento, le missioni sarebbero diventate il mezzo di sostentamento per il Nara. Il silenzio regnava ancora sui ragazzi, il sole splendeva alto nel cielo e Kisuke vide il primo passero liberarsi nell'aria. Sembrava come quel passero, doveva cominciare a vivere contando sulle proprie forze. Sforzandosi tornò a guardare il suo leader, questo stava spiegano le direttive della missione. Anche se il suo caposquadra rassicurava abbastanza, trovò una pecca nello schieramento designato da Akira, e decise di farlo almeno presente al ragazzo.




†Akira kun, non metto in dubbio le vostre capacità, ma mi trovo in disaccordo su un vostro punto in merito dello schieramento, da quello che è emerso durante le presentazioni dei ragazzi, Hirato possiede il cosidetto Byakugan, ora non conosco le potenziali abilità di questo ragazzo ma da quello che so, cioè da quello che ho letto nei libri questa abilità innata permette di vedere avanti a se di parecchi metri, considerando queste abilità si potrebbe mettere lui dietro così facendo, potrebbe diciamo in certo senso prevedere eventuali attacchi, ora io la vedo così, ma non vedo altre pecche nelle sue direttive, per ora possiamo muoverci così, casomai più avanti si potrà variare questo schema seguendo nuove idee. Idee che spero vengano anche dagli altri, e che non siano stati scelti solo per fare bella presenza.






~Il genin della foglia terminò la sua spiegazione. Aveva dato fiato alle sue ragioni, ed ora che ci pensava era il suo primo discorso che ricordava da quando era ritornato da quel nefasto allenamento.Dopo un altro periodo di silenzio Akira fece una piccola battuta di spirito, anche se non sembrava a sciogliere il ghiaccio del primo approccio. Ora la missione poteva definirsi iniziata in tutto e per tutto. Cominciarono a saltare da un ramo all'altro facendo cadere delle foglie al suolo, la natura li circondava e piccoli spiragli di luce passavano attraverso le fitte boscaglie. Il commino venne poi interrotto da un'altra parlata di Akira. Queste furono parole di racomandazione, che non scalfirono per niente l'animo del Nara, che pensando di non essere citato nel monologo del leader, lanciò uno sguardo scettico agli altri due. I ragazzi del clan Nara e Hyuuga sarebbero stati delle palle al piede ? Sperando di sbagliarsi continuò a seguire gli altri tre tenendo sempre sotto controllo la parte posteriore del trenino degli shinobi. Forse gli era stato assegnato il compito più arduo e difficile da fare, e visto che non gli piaceva guardarsi alle spalle questo non contribuì a migliorare l'umore del konohano che si lasciò andare in un gemito forzato. Quella situazione non gli piaceva affatto, ormai si erano lasciati il villaggio della foglia da un bel pezzo e ora vagavano per le terre del paese del fuoco. Il villaggio dell'erba ad ogni passo, ad ogni minuti si faceva sempre più vicino, e l'unica cosa che risuonava strana nella mente dello shinobi dalla lunga coda stretta in un elastico fu che in tutto quel lasso di tempo, nessuno nemico si era visto. Anche se era tempo di pace, nel paese del Fuoco non si videro briganti, truffatori o fuggiaschi. Una cose da un verso allietò il Nara ma dall'altra parte lo indusse a pensare che quel momento di tranquillità sarebbe presto cessato.



~
Ormai erano passati parecchi minuti da quando avevano abbandonato le grandi porte di Konoha e nessuno dei quattro ragazzi aveva preso parola. La missione per ora non aveva dato grattacapi ai giovani fogliosi, così si limitarono a seguire Akira ma la stanchezza cominciò a farsi sentire, e ad ogni salto da un ramo all'altro le gambe si facevano sempre più pesanti. Piccoli segni di cedimento si potevano leggere sul viso del Nara che non la smetteva di guardarsi le spalle, nonostante fosse abbastanza stanco prese molto seriamente il suo ruolo, e visto che era l'ultima baluardo del gruppo non poteva distrarsi. Poi mentre il genin si voltava per guardare cosa facessero i suoi compagni, li vide scendere uno ad uno seguendo sempre il capogruppo, incuriosito da quella piccola deviazione, cominciò a scendere. Dopo pochi secondi toccò la terra, riprendendo fiato alzò la testa verso il loro leader che sentenziò una pausa dopo la lunga strada appena percorsa. Stiracchiandosi la schiena Kisuke prese alla lettera la parole del genin così cominciò a cercare un posto comodo dove sedersi. Ma mentre era impegnato nella ricerca notò di essere osservato, quel Akira stava squadrando da quei suoi occhi blu tutti i membri della squadra, cosa assai seccante dal punto di vista del Nara, che si limitò a far finta di niente. Sogghignò dopo sentendo le parole del genin dai capelli blu, cosa gli interessava sapere in più di quello che aveva già udito quella mattina, le abilità innate e non erano state già elencate, cosa voleva sapere ancora ad Akira? Ancora un po' scettico sulle parole del genin cominciò a raccogliere dei rametti per il fuoco. Questi poi vennero bruciati da il Katon dello stesso Akira, una lieve fiamma ora risiedeva al centro del gruppo. Finalmente congedato dal suo leader, Kisuke si sedette con le gambe incrociate davanti al fuoco. Un lieve ma sonoro sbadiglio provenne dalla bocca del genin che ora si guardava attorno cercando un po' di serenità, però in quel silenzio rotto solo da qualche rumore della foresta Akira prese nuovamente parola. Questo voleva sapere se c'era un po' di tensione per la missione. La riposta del Nara fu calma e pacata.



†Akira kun mentirei se non sentirei un po' di tensione, ma anche se approvo quello che dice Hinato tutto questo silenzio è assai surreale.





~Un altro sbadiglio seguì la frase del Nara, e per una lunga durata occupò la risposta del leader, sentì solo che tutti e quattro avrebbero svolto dei turni di guardia, allietato di sapere che il primo della lista era Akira, Kisuke si appoggiò sul tronco di un albero, li rimase ad osservare le fiamme ardenti del fuoco, era stato scelto per quella missione, considerato uno dei migliori genin della foglia per intraprendere un viaggio così pericoloso. Si sentì fiero di essere stato considerato abbastanza bravo per portare a compimento questa sfida. Un po' di sicurezza nelle proprie capacità nacque nello spirito di Kisuke che poco dopo si addormentò sperando che quel sonno finalmente sarebbe stato per la prima volta tranquillo. Illusioni, queste erano sopite dentro al Nara, perchè ancora una volta, correva e correva, ma non era lo stesso sogno che faceva ormai da mesi. Ora non era circondato dal buio ma da infinità di alberi, quell'immagine ricordava parecchio quella dove ora i quattro stavano riposando. C'erano solo delle differenze, il fuoco era spento,e tra le bronze i rami risiedevano carbonizzati. Adagiando lo sguardo verso il terreno vide macchie color cremisi formare un percorso. Quel sangue, sempre quel maledetto liquido rosso spuntava nei sogni di Kisuke, anche se temeva di scoprire la provenienza di quelle macchie il genin della foglia cominciò a percorrerle facendo ben attenzione a non calpestarle. Queste lo portarono molto aldilà da dove si erano accampati. Poi li vide li tutti e tre a terra...morti, la testa gli cominciò a girare, sembrava che un trapano gli perforasse la tempia per quanto gli rimbombava e di colpo tutto divenne buio e sentì una voce chiamarlo. Con gli occhi ancora semi chiusi per il sonno il genin vide una figura vicino a lui, era Hinato che a quanto sembrava aveva concluso il suo turno, congedandosi con un "Buona notte". Anche se ancora con la bocca impastata dal sonno il Nara restituì il saluto al suo compagno con un piccolo cenno con la testa. Appena alzato si sgranchì le gambe e prese ad arrampicarsi su per un albero. Appena fu arrivato su un ramo che gli dava una buona visuale si mise seduto e con le gambe a pensoloni cominciò a scrutare la radura che li sovrastava imperiosa. Il pensiero di vedere i suoi compagni come in quel sogno fece tremare leggermente la mano di Kisuke, non l'avrebbe permesso, così scuotendo la testa cercò di scacciare via brutti i brutti pensieri. La notte passò veloce, e con lo sguardo guardingo il Nara teneva d'occhio la situazione cercando possibili spostamenti di foglie. Fortunatamente nessun pericolo così il genin scendendo dall'albero andò verso l'ultimo compagno, il foglioso gli diede una piccola pedata alla schiena, e con voce pacata parlò al compare.


†Hoi Shin, svegliati tocca a te ora fare la ronda, io qui ho finito.



~Stravolto dalla nottata si acasciò vicino al suo albero e si addormentò, per la prima volta riuscì a dormire quelle poche ore che sepravano i quattro dalla sveglia. Infatti al Nara sembrò di aver appena chiuso gli occhi che subito una luce abbagliante lo toccò. La mattina era arrivata e sbadigliando si alzò dalla sua postazione. Hinato era già sveglio e si stava dando a degi esercizi di riscaldamento, mentre Shin era ancora invisibile all'occhio del Nara che di tutto punto andò a svegliare Akira che sembrava ancora adormentato. Subito dopo cominciarono a correre verso il villaggio di Kusa. La giornata sembrava la fotocopia della precedente, ci fu solo un piccolo inghippo quando i quattro si avvicinarono al loro obbiettivo. Voci un po' troppo alte vennero udite subito dal Nara che si fermò subito dietro ai suoi tre compagni d'avventura. Una marmaglia di contandini sbarrava la strada ai giovani shinobi di Konoha. Erano molti, una quarantina circa e anche se non adestrati come i quattro in uno scontro avrebbero vinto facilmente.Bisognava escogitare un piano per riuscire a filarsela da quella situazione, il Nara cominciò a pensare a un piano per riuscire a scappare di la, ma il primo a parlare fu lo Hyuuga. Kisuke guardò il genin e ad ogni parola cercò qualcosa che potesse andare storto, ma alla fine del discorso non ci fu nessuna falla nel piano così, mettendosi in posizione aspettò il momento propizio.


†Ok Hinato kun, faremo come dici.





~Detto fatto, il genin lanciò la pallina e tutto venne investito da una potentissima luce, il bagliore accecò i contadini. Urla di paura si scatenarono subito dopo e Kisuke ancora con gli occhi chiusi per il flash ascoltò molto attentamente la situazione, un combattimento si stava svolgendo non poco distante da lui, dovevano essere Shin e Akira che dopo aver steso i tre cominciarono a scappare lasciando per ultimo il Nara che era rimasto d'avvanguardia pronto a respingere ogni attacco che poteva essere portato dai ribelli. E mentre sentì i passi lontani dei tre compagni un altro rumore tagliò l'aria, un rumore metallico si stava dirigendo verso i compagni di Kisuke. Il bagliore stava diminuendo e le armi divennero visibili all'ultimo che al genin fu dato il tempo di bloccarle con una tempistica notevole. Ora il capo era stato rapito e con i compagni in fuga anche il Konohano si apprestò a seguirli.


 
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Giso
view post Posted on 20/3/2008, 12:08




CITAZIONE

Narrato
"Parlato"
*Pensato*


Chapter I: Useless Paesants...

Tutto taceva. Non si sentiva niente, tranne le brevi e concise presentazioni dei Genin di Konoha. Forse troppo brevi, ma era ciò che aveva chiesto con tono freddo e in modo assai diretto il Capitano Akira.

*Akira... è lui... e poi sarebbe stato difficile, se non impossibile, trovare un altro Akira con quei suoi capelli blu elettrico e con occhi del genere... è lui... be almeno non hanno affidato la missione ad un deficiente... mi ha battuto... AH! Al diavolo ora devo andare in missione non ho tempo per la vendetta personale... tanto meno se quest'ultima è rivolta al mio Capitano... comunque avrò modo di rifarmi con lui...*

Anche se non lo dava a vedere e se lo negava a se stesso il giovane Nara stava ancora ripensando allo scontro e l'incontro con il neo-Genin dai capelli blu non fece che peggiorare la situazione. Il Nara lo fissava continuamente, ogni gesto. Lo sguardo glaciale di Akira non lo metteva in soggezione. Comunque doveva ammettere che era un ottimo ninja e, anche se Shin dovette farsi forza, si rese conto che Akira era più forte del Genin dai capelli bianchi.
Quando si destò dai suoi pensieri Akira aveva appena preso parola, diede un paio d'informazioni relative al viaggio, la durata e il fatto che sarebbero partiti immediatamente. Istanti di silenzio. Erano brevi ma sembravano lunghi un eternità. Lo sguardo di Shin vagava e si posava solo sui suoi compagni di squadra, soprattutto su Akira e su Kisuke. Hinato, con il suo fare insicuro e poco rassicurante non aveva ispirato un granché di fiducia nel Genin dai bianchi capelli. Il silenzio perdurava e nessuno osava spezzarlo, spettò ad Akira questo onere, quindi il Genin parlò con il suo solito atteggiamento pacato e freddo. Stavolta il Capitano Akira parlò della disposizione e di come sarebbero avanzati. Sarebbero avanzati in rombo e Shin avrebbe ricoperto il vertice sinistro. Quindi senza indugiare ancora il capogruppo si staccò dal muro e partì alla volta di Kusa. Senza aspettare un istante in più Shin partì dietro al Genin dai capelli blu. QUindi si gettarono a capofitto della foresta, alberi, nient’altro che alberi. Alberi a sinistra, alberi a destra, alberi sopra e alberi sotto. Dovunque. Quindi Akira cercò di rassicurare il suo gruppo sarcasticamente. Almeno per Shin non sortì l'effetto desiderato.

*Dio mio sarà anche un tipo forte, ma non è il più caldo dei capisquadra... forse è meglio così, meglio un tipo freddo... non si farà trasportare dalle emozioni...*

Nel frattempo il gruppo continuava ad attraversare le foreste dentro le mura. Prima su un albero, poi su un altro. Continuavano a saltare di ramo in ramo nel silenzio più assoluto. Raramente si sentivano dei rumori provenienti dal gruppo, solo qualcuno che sospirava o riprendeva momentaneamente fiato. Continuava la loro corsa verso Kusa. Ma la missione non era ancora iniziata, infatti appena furono fuori dalle mura di Konoha Akira cominciò a parlare spezzando un'altra volta quel silenzio snervante che sembrava interminabile. Ordinò al gruppo di viaggiare nel più totale silenzio e li informò che qualunque persona, finchè non si fossero accertati della sua onestà. Quindi dopo gli oridni del Capogruppo la missione poteva ufficialmente cominciare. Saltavano da ramo a ramo in direzione nord-ovest, lì ad attenderli ci sarebbe stata Kusa. I Genin erano silenziosi e privi di pensiero. Per tutto il giorno saltavano da ramo a ramo. Oramai era mezzodì ed il gruppo continuava la sua traversata della foresta.

*Stupida foresta... all'inizio era piacevole saltare da ramo a ramo, ma ora è snervante... solo alberi, dannati alberi... e poi i piedi stanno sentendo i primi sintomi della stanchezza, niente di che, ma non mi piace...*

Quindi per altre ore il gruppo continuava ad avanzare nella foresta. Ancora nella sua formazione a rombo, anche se talvolta il rombo si sformava un pochino. Comunque i quattro Genin continuavano a ritmo spedito, il vento sulla faccia, il sole che talvolta si faceva largo tra le folte chiome degli alberi. Una senzazione che il Nara dai bianchi capelli non aveva mai provato. Il pomeriggio si faceva strada e ormai il sole stava calando ad occidente. Il caldo di prima si era smorzato e una lieve brezza fresca solcava la foresta che stava diventando più rada, si stavano avvicinando al confine. Il sole quindi scomparve tra le chiome e i Genin non poterono più vederlo. Ma la luce, anche se al quanto fioca, rimaneva, segno che il tramonto non era ancora giunto. Si continuava a saltare da ramo a ramo, ormai tutti i membri erano al quanto affaticati e il sole emanava dei caldi raggi arancioni che segnavano la fine del giorno. Anche la foresta iniziava a farsi molto meno fitta, tanto che i Genin dovevano faticare un po' per trovare l'appiglio giusto. D'un tratto Akira scese di colpo, quindi Shin scese con molta lama al fianco del capitano.

*Finalmente il viaggio è terminato... è stata una bella esperienza, ma comunque è stata sfiancante... vabbè, ora ci spetta un po' di riposo, e speriamo che non mi tocchi il primo turno di guardia...*

Akira disse ufficialmente che avrebbero passato lì la notte comunicandolo con il suo solito tono seccato, ma con un'evidente decisione. QUindi il caposquadra si diresse vicino ad un albero e comicniò a staccare dei rametti per, con ogni probabilità, accendere un fuoco. Shin non s'interpellò sul perchè lo facesse, in fondo la missione era stata affidata all'Uchiha. Quest'ultimo disse di raccogliere dei rametti. Ma non lo fece con il suo tono autoritario, sembrava più un invito che un ordine. Un sorriso divertito si dipinse sul Nara che obbedì. Raccolse un paio di rametti e quando ce ne furono abbastanza accatastati al centro della radura Akira lanciò una piccola sfera di fuoco che subito avvolse in una spirale di fiamme la catasta di rametti dando vita ad un allegro e scoppiettante fuocherello. Dunque i ragazzi sistemarono le proprie cose e si riunirono tutti e quattro intorno al fuoco. Silenzio, nient'altro che silenzio.

*Sono capitato in un gruppo taciturno...*

Pensò divertito il Nara. Quindi, dopo alcuni istanti di silenzio il Nara stava per aprir bocca per 'animare' la serata, ma Akira lo anticipò. Tesi. Chiese al gruppo se fosse teso. Il primo a rispondere fu Hinato. Disse di essere teso, sempre con il suo tono insicuro. Disse inoltre che comunque il livello della missione era basso e non ci dovrebbero essere problemi. QUindi il secondo fu Kisuke. Risposta assai più scarna, ma comuqnue sottolineò quel che aveva detto il Genin prima di lui. Quindi Shin sospirò.

"Se non fossi teso sarei uno sciocco. Essendo tesi si è più pridenti. Logicamente bisogna essere tesi al punto giusto, se no si può essere terrorizzati. Ma comunque come ha detto Hinato non dovremmo incontrare ostacoli. Anche se leggendo la descrizione della missione mi sorprende che sia solo di livello D. In fondo sono omicidi. Ma comunque al massimo improvviseremo."

Quindi tacque. Forse aveva parlato troppo, proprio come gli aveva detto una volta Kiba-sensei in accademia. Poi toccò ad Akira, che li rassicurò. Forse sopravvalutandosi un po', o magari era migliorato tanto da poterselo permettere. Poi li invitò a dormire e dopo essersi congedato dal resto del gruppo si coricò e Morfeo lo prese con se. Un sonno privo di sogni. Dormiva beato, fi quando qualcosa lo urtò. Sembrava che qualcuno volesse svegliarlo. Sentiva una voce. Una voce che gli comunicava qualcosa. Shin all'inizio era mezzo addormentato, ma poi si svegliò con uno sbadiglio e si accorse che non era ancora mattina. Mise a fuoco l'ambiente, il buio lo circondava. Ora era il suo torno di fare la ronda. Quindi Kisuke si congedò e Shin, stiracchiandosi, si allontanò e si arrampicò su di un albero per vedere meglio. La luna illuminava lievemente la radura e le stelle stavano luminose nel cielo. A breve il sole sarebbe sorto. Non c'era nulla da segnalare. Qualche volta il Genin si voltava in direzione di un rumore che aveva percepito, ma poi quest'ultimo si rivelava essere un animale notturno o frutto della propria immagginazione. Le ore passavano inesorabili. Shin era seduto su di un grande ramo e aveva tutti e cinque i sensi intenti a percepire ogni singolo rumore, un fruscio, dei versi animali, ma niente di più. Il sole stava sorgendo e Shin fu inondato dalla luce. Quindi si diresse a svegliare il proprio gruppo, ma si accorse che Hinato era già sveglio e si stava scigliendo facendo un po' di stretching, mentre Kisuke si stava lentamente destando e andava a svegliare il caposquadra. Shin, che avrebbe voluto dormire sicuramente di più, aveva come suo solito due grandi occhiaie sul volto. Comunque era lucido e ben sveglio. Quindi si equipaggiò e si legò alla schiena la sua amata Wikazashi. Quando tutti si destarono i quattro Genin si addentrarono nella foresta di Bambù che caratterizzava il villaggio dell'Erba. Lì furono accolti da una marmaglia di contadini mal'armati e male addestrati. Però erano in superiorità numerica rispetto al gruppo di Genin. Un tizio, che probabilmente era il capo, si fece avantì ed 'invitò' i Genin a tornarsene a Konoha. No. Il gruppo rimase immbile ed Akira spronava i suoi per far uscire fuori un piano. Shin rimugginava sul da farsi, e qualcosa aveva in mente, ma Hinato anticipoò tutti quanti e espose il suo piano. Nessuna pecca. Un ottimo piano teoricamente. Consisteva nel lanciare un flash e nel rapire il loro capo grazie all'abilità di combattere alla cieca. A Shin toccava sbarazzarsi dei due ceffi che stavano al fianco dell'uomo che si era fatto avanti.

*Credo che un vento della foglia vada bene...*

Shin annuì convinto e non appena Hinato diede inzio alle danze lanciando il Flash e successivamente fuggire alla propria nel folto della foresta, Shin si lanciò sui due uomini cercando di assestare un poderoso calcio che li avrebbe presi entrambi. Quindi percepì al suo fianco che Akira stava agendo e cercando di rapire il capo. Dopo aver assestato il calcio il Genin si tuffò nel folto della foresta e si diresse verso Hinato insieme ad Akira e seguiti da Kisuke che chiudeva il gruppo.

 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 27/3/2008, 15:08





..:: ۞ Team ۞ ::..


image


CITAZIONE
~ Narrato
Pensato
Parlato
~ Contadino-capo

~ ..:: ۞ ::.. ~


~ Una squadra. Ragionare non più come singola mente ma come pluralità di intelletti. Proporre soluzioni cercando di adattarle alle esigenze di tutti e allo stesso provare a farle calzare alla perfezione con gli obiettivi che tutti devono raggiungere. Una sublime fusione di singolo e molteplice, quasi un coincidentia oppositorum mi permetterei di dire. Non a caso è qualcosa di paradossalmente supremo riscontrare in un gruppo di uomini un'unità di aspirazioni, figuriamoci se i relai intenti possano coincidere davvero: Hobbes disse che l'uomo si rapporta socialmente con gli altri solo per convenienza, una sorta di convenzione presa per non vedere il proprio desiderip primario - l'esistenza- svanire nel nulla e poter condurre una vita depurata da ogni timore di aggressione. Solo per questo. Niente amicizia, nessuno spazio all'affetto o ai sentimenti, essi sempre sono ispirati dal proprio ego e dunque da ricondurre ad esso. Speculazioni filosofiche apparte, l'unione di più uomini in una squadra è qualcosa di davvero incredibile: e se l'intesa che li lega li porta al successo la magnificenza si allarga, giungendo a diventare un monumentale trionfo. Perchè? Perchè semplicemente quei quattro hanno fuso le loro personalità in unico essere, un ego unico, che pensa e agisce con unità. Unità che dispensa ordine e sbroglia matasse. Unità fonte prima del successo.


Confine di Kusa no Kuni; Ore 10:24


~ La situazione era decisamente di non semplice risoluzione. Prima di tutto psicologicamente, in quanto nessuno dei membri della squadra aveva mai affrontato una difficoltà in gruppo e questo comprtava una mancanza di freddezza senza dubbio di non facile gestione. Anche la decisione sul piano d'azione pareva essere una controversia che avrebbe portato discordia e avrebbe condotto il gruppo a rischiare di essere attaccato mentre si scontrava al suo interno, vedendo come supremi eroi battaglieri le idee dei singoli. Ma ciò non accadde. Hinato, mostrando una risolutezza che nessuno si sarebbe aspettato da lui, prese le briglie della situazione, con calma e cinismo analizzò ciò che aveva innanzi agli occhi violetti e un attimo dopo espose un dettagliato piano al quale tutti non poterono che convenire. Prima Kisuke, che accettò in pieno il senjutsu, seguito a ruota dall'altro Nara, Shin. Mancava all'appello solo l'assenso di akira, che avrebbe definitivamente convalidato la modalità d'offensiva pensata dallo Hyuuga. L'Uchiha squadrava il capo dei contadini con occhi freddi e inespressivi, il vento solcava il suo volto ripulendolo dalla polvere accumulata durante il tragitto, le iridi azzurre rimanevano fisse e paralizzanti puntate sull'uomo, mentre nel frattempo il vento scompigliava la capigliatura blu luminescente del Genin. Questi parve essere assorto in pensieri alquanto intricati, che lo tennero occupato e intento a dare le spalle ai suoi compagni per alcuni secondi.

Non mi aspettavo una tale risoluzione da parte di Hinato. Sapevo che avrei potuto contare su di lui, nel momento del bisogno mi ha appena dimostrato di non essere un peso, anzi saper esser decisivo. Ho ottenuto la smentita che cercavo. Adesso però resta da nalizzare il piano: sono in circa quaranta e innanzi a loro vi è un trittico che pare essere un minimo più qualificato in comabttimento di loro. Se Hinato lanciasse il flash e io mi muovessi in contemporanea, attaccando il nemico principale con un taijutsu rapido, avrei altissime probabilità di fargli perdere i sensi e prenderlo con me, in modo da poterlo interrogare ed estrapolare da lui preziose informazioni. Shin poi sarebbe in grado di fornirmi la copertura necessaria, non dubito delle sue doti di combattimento, in quanto le conosco e sono più che buone a quanto ricordo. In tal modo potrebbe neutralizzare i due che precedono il capo contadino e permettermi di agire con tranquillità. Kisuke invece, ci proteggerà durante tutta la fuga, in quanto i nemici potrebbero scagliare alla cieca delle armi verso i possibili passaggi, ed essendo esso uno solo, sarebbero facilitati nel compito e nell'intuizione. Spero il Nara starà attento, perchè in caso contrario verremmo colpiti quasi di certo. Ma altre soluzioni non le vedo, in effetti anche io stavo pensando ad un piano simile, solo che io ero partito da un fumogeno. In ogni caso il flash va più che bene, ora resta solo da mettere il tutto in pratica, non mi sembra il caso di sprecare l'assenso inspreatamente rapido ottenuto dalla proposta.

~ L'Uchiha si voltò ruotando il collo per un secondo, con lentezza e annuì con il capo, facendo ondeggiare i suoi lisci capelli blu come il mare. Un ultimo sguardo ai compagni e poi un cenno con la destra, due dita all'insù in direzione di Hinato: questo significava che il via era stato dato, l'offensiva cominciava in quel preciso istante. Rapidità e intesa sarebbero stati fondamentali per la buona riuscita dell'applicazione del piano, ben cognegnato da Hinato.

Let's Go!


~ Sgranò gli occhi azzurri, e con veemenza partì in avanti dopo aver chiuso questi ultimi. Il flash giunse a un secondo di distanza, e nel frattempo Shin aveva già preceduto il Genin, colpendo con un ottimo Vento della Foglia i due scagnozzi che erano vicini al loro capo. Lo Hyuuga invece schizzò sulla destra, addentrandosi nella boscaglia e cercando una via di fuga.
I contadini, accecati dall'inondante luce provacata dall'arma lanciata chiusero i loro occhi, permettendo invece a Kisuke, Shin e Akira, in grado di combattere senza l'ausilio della vista almeno per quanto riguarda le basi, di avere la meglio sia i ntermini di velocità che di efficacia.
L'Uchiha piombò sul capo dei contadini, rifilandogli una potentissima e rapidissima
ginocchiata alla bocca dello stomaco senza incotnrare opposizione alcuna dall'uomo: egli era accecato e sorpreso dalla decisa e improvvisa offensiva dei ragazzi, inoltre, l'attacco del Genin era troppo potente e veloce per poter essere neutralizzato o solamente intravisto. Il ginocchi penetrò in profondità, un rumore sordo attraverso l'aria già percorsa da girda di terrore dei contadini spaventati e terrorizzati dall'abbagliante luce.
Akira sentì il contatto, provando un piacere alquanto perverso nel colpiure l'uomo e sentirne il singulto di sofferenza fisica: per evitare che questi venisse scagliato lontano dal colpo portato con la gamba destra, l'Uchiha lo affrò un secondo dopo il contatto per i capelli con la destra per poi rifilargli un pugno in pieno viso con la mancina. L'uomo era già svenuto con quella ginocchiata, ma Akira aveva voluto essere sicuro del suo operato per non incorrere in sgradevoli sorpresa.
Si caricò dunque l'uomo tra le braccia e schizzò sulla destra, seguito a ruota da Shin: la loro abilità di combattere alla cieca gli aveva salvati, garantendo loro la capacità di affermarsi sugli avversari senza particolari difficoltà. Lo shinobi del Konohagakure non avrebbe mai pensato che anche i suoi compagni fossero in possesso di quell'abilità, e rimase esterrefatto nel rimirare i risultati da essi raggiunti.

Diamine, io mi sono dovuto allenare un giorno intero per poter imparare quella abilità, e continuare a ritmo serrato per interi mesi per affinare il controll odel mio copro in assenza di vista. Anche questi argazzi a quanto pare l'hanno fatto, e considerando che non è possibile posseggano un talento pari al mio, avranno faticato più di me. Decisamente notevole.

~ L'Uchiha portò a salvo sé stesso e il suo ostaggio nel fitto della foresta, seguito da Shin. O almeno così credette: all'improvviso circa sei armi rudimentali quali zappe e pietre vennero lanciate alla cieca dai contadini, che ipotizzando la loro sinistra come unica via di fuga per i ninja, aveva mirato in quel punto a casaccio. Entrava ora in gioco Kisuke, che sfruttando la sua abilità di percepire il movimento degli oggetti senza la vista ma facendo un minimo affidamento sull'udito, riuscì a deviarne la maggior parte ma nonostante ciò il team venne colpito: Kisuke da un rastrello alla gamba sinistra [ferita leggera], Shin da una pietra sullo zigomo [ferita leggera] . Nel frattempo una vanga parecchio guzza vagava insidiosa verso Hinato, fendendo l'aria. Akira riuscì ad avvertire il pesante oggetto librarsi e percepì il suo giunger enei pressi dello Hyuuga: senza pensare agì d'istinto, il suo corpo ebbe una reazione incondizionata e saltando contro un albero si diede una spinta che gli permise di far colpire con la pala il braccio dell'ostaggio, immolato a vittima sacrificale per l'occasione. La ferita sul braccio grondava di sangue ma non pareva essere in grado di uccidere l'uomo.
Akira tirò un sospiro di sollievo, abbastanza in apprensione avendo udito le urla di dolore dei suoi due compagni, era ccorso con tutte le risorse che possedeva in corpo per evitare che lo Hyuuga fecesse la stessa fine.

Per fortuna sono intervenuto io. Kisuke non è stato abbastanza prudente, ma gli attacchi erano più numerosi del previsto, infondo ha fatto più del dovuto. Grazie alla loro abilità di combattere alla cieca, i Nara hanno potuto sottrarre i colpi da zone ben più pericolose muovendosi all'ultimo instante. Hinato invece, non possedendo tale peculiarità, sarebbe stato colpito in pieno, e questo non l'avrei potuto permettere. Per fortuna sono riuscito a trovare questo espediente, odio sacrificarmi per gli altri, è un gesto di una tale falsità...

~ Con un ghigno beffardo dipinto sul volto, il ragazzo dai capelli blu si avviò a prendere la testa del gruppo e una volta fattolo, scese dopo svariati metri al suolo: la corsa tra g ialberi si era interrotta, i quattro erano in salvo, erano riusciti ad evitare di uscire malconci dallo scontro con quella massa di rozzi e in più avevano lì con loro il capo a disposizione.


Foresta di Bambù; Ore 10:32

~ Ora restava da svegliarlo, ma prima di farlo Akira controllò le condizioni psicologiche e fisiche dei compagni. Shin pareva avere una piccola ferita sotto allo zigomo, ma niente di particoalrmente grave, così come la ferita alla gamba di Kisuke. Hinato invece pareva illeso, e nessuno sembrava spaventato dalla repentina azione del gruppo o dal recente pericolo corso e scampato.
Allora il capitano rifilò un potente calcio all'ostaggio che dopo diversi rotolamenti si svegliò: era stato immobilizzato precedentemente con una corda dallo stesso Akira, che aveva trovato questa ai piedi di un albero poco distante. Ora restava da svolgere,l'interrogatorio all'uomo, questione lungi dall'essere semplice: come spingerlo a parlare? Spaventarlo? Intimorirlo? Minacciarlo? Essere accondiscendenti? Molte le idee che s'agitavan nella testa dell'Uchiha, che attendeva un parere anche dai compagni: i quattro si erano allontanati, lasciando il contadino saldamente legato ad un albero, per elaborare una tecnica di interrogatorio, alla fine dei conti era una missione di investigazione e quella aprte sarebbe stata davvero fondamentale. Akira prese parola, senza guardare i compagni fissava il vuoto come al solito, con lo sguardo però in alto. La personalità si era smussata, presa dalle azioni essa non emergeva più come prima nei momenti di silenzio e di stasi dove ogni minimo atteggiamento è fonte di molteplici e varie interpretazioni.

A questo punto dobbiamo scegliere il modo più efficace per farci rivelare le informazione che ci servono.

~ Sl suo sguardo si fece all'improvviso più risoluto e cinico.

Dobbiamo assolutamente venire a sapere come sono venuti a conoscenza della nostra venuta e chi ha fornito tali informazioni. Potremmo anche sfruttarlo per farci mettere al corrente della attuale situazione di Kusa secondo un punto di vista interno al Villaggio. Ci sono diversi approci da seguire in questi casi, a partire dal più blando intidmidire, al più violento minacciare, o addirittura al cruento percuoterlo con più o meno intensità a seconda della situazione.

~ Si placò, la foga che aveva messo nel parlare si intorpidì in uno stato di quiete apatica. Volgendo lo sguardo in direzione laterale rispetto ai compagni Akira disse con un filo di voce:

Dite la vostra.

~ Avesse dovuto agire per conto proprio non avrebbe assolutamente ascoltato i pareri di altra gente, reputando tutt'ora il suo il migliore e quello scelto con criteri decisamente superiori rispetto a chiunque fosse il suo interlocutore. Ma quei ragazzi lo avevano stupito, in una situazione di potenziale pericolo, tra l'altro improvviso, non avevano affatto tremato di paura o abbandonati a immobilità dettata da qualsivoglia timore o indecisione. Hinato aveva addirittura proposta una senjutsu che si era rivelata efficace, Shin aveva eseguito alla perfezione il vento della foglia neutralizzando ben due nemici senza poter far affidamentosulla vista. Anche Kisuke aveva sorpreso l'Uchiha, nonostante il compito a lui affidato fosse quello più complicato: senza vedere avrebbe dovuto parare delle armi lanciati a caso e senza un particolare criterio. Il Nara aveva fatto ciò che aveva potuto e anche di più, ma non aveva potuto evitare che alcune armi rudimentali colpissero i suoi compagni raggirando la sua difesa. Dal canto suo Akira aveva dimostrato tutte le doti richieste ad un leader, ma i compagni parevano aver dato per scontato che egli le possedesse: aveva steso con un colpo e senza poter vedere il capo dei nemici, lo aveva rapito e aveva riparato Hinato da un attacco decisamente pericoloso con un'astuzia tipica del suo ingegno. Ma nel suo animo si fece pian piano largo la voglia di far di più, di mostrare quanto fosee potente quell'arcano sangue, quelle maledette vene che gli circolavan per il corpo, intrinseca dote del suo Clan.
Era però giunto il momento di decidere sulle modalità di interrogatorio, la missione era incentrata specialmente sulla raccolta di prove ed informazioni e questo sarebbe stato un passo decisivo verso il raggiungimento della meta.
Avrebbe ascoltato il parere degli altri, ma prima avrebbe esposto la sua idea con la solita risolutezza e arcigna fierezza:

Secondo me bisognerebbe agire sulla sua psicologia sfruttando il suo stato di intorpidimento dettato dai postumi dell'imminente risveglio: sinceramente non sono un amante dei mezzi termini, bensì preferisco atteggiamenti decisamente più radicali che senza dubbio portano quasi sempre a risultati migliori e più rapidi. Un kunai alla gola, delle domande secche e qualcuno che lo blocchi con tanta violenza da farlo sentire pressato e in ansia, psicologicamente in difficoltà. Secondo me funzionerà.

~ Prese fiato, glutendo squadrò il mite paesaggio che lo circondava, la luce serena ma fioca del nascituro sole nel frattempo filtrava dalle folte chiome degli alberi verdi sotto i quali i Genin tramavano. Di tanto in tanto qualche cinguettio dolce e lieto, ma all'improvviso una voce tonante e sonora, il discorso ricominciava.

Le domande da porre sono: "Chi vi ha informato del nostro arrivo?", "Come siete stati messi al corrente di tale avvento?", "Qual'è la situazione di Kusa attualmente?". Detto questo, preciso ancora una volta che dovremo essere diretti nelle domande, senza lascirgli respiro o ripensamenti: non abbiate timore di percuoterlo con veemenza, feritelo, laceratelo, non abbiate pietà: in missione la compassione non è contemplata. Ah, sarò io a porre le domande, per evitare strafalcioni generali. Ora ditemi la vostra sulle modalità di interrogatorio...Che ne pensate?

~ Non riflettè nemmeno un istante su come avrebbe potuto prendere delle secche smentite o delle indignate obiezioni al suo deciso piano: infondo esso era sinceramente eccessivo, ma probabilmente avrebbe sortito buoni effetti nella sua brutalità. Sarebbero state accettate controbattute? Mah, difficile a dirsi considerando un carattere imprevedibile ed altero come quello dell'Uchiha. Ma tentare non nuoce, si sà.

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~ Passarono diversi minuti, il gruppo ponderò sul da farsi, dopodichè si apprestò ad agire. I quattro si appropinquarono all'uomo legato all'albero, ancora incosciente. Ma mentre Akira aveva appena incaricato Shin di slegare l'uomo e destarlo dallo stordimento con qualche colpo dietro la nuca, dei feroci ruggiti si udirono come sottofondo. Il gruppo istintivamente si paralizzò, sentendo delle zampate semrpe più voraci e rapide, farsi semrpe più presso al team. Con un cenno della mano, l'Uchiha richiamò a sè il Nara e si assicurò che la squadra fosse disposta in posizione difensiva entro pochi istanti.
A distanza di pochi secondi, delle bavose e maestose bestie fecero la loro comparsa dinanzi agli occhi sbalorditi dei ragazzi: esse erano 5 ed avevano tutta l'apparenza di essere delle tigri ammaestrate allo sbranare il prossimo. Il loro addestratore pareva essere uno shinobi che rimase in posizione posteriore a loro, incappucciato sino al naso in una tipica veste ninja di color amaranto che ne lasciava intravedere solamente gli occhi ceruli e vispi. Una barbetta irsuta e ispida gli spuntava da sotto la stoffa della maschera, della peluria di color rossastro sfiammeggiante e vivo, che sfocava nel grigio, come tabacco che arde divenendo cenere.
Akira non indietreggiò e, intrigato dalla possibilità di confrontarsi con una situazione notevolmente intricata cominciò d arrovellarsi per trovare una via di uscita:

Sono decisamente più di noi, e quelle tigri sembrano davvero veloci a giudicare dal modo in cui sono sopraggiunte: calcolando approssimativamente la distanza che hanno coperto in pochi secondi, posso dire che sono più veloci persino di me. Quando abbiamo udito il loro ruggito saranno state a circa 700 metri...Poi c'è il loro padrone, che mi sembra un tipo poco raccomandabile e insidioso...Senza contare che l'uomo che dovevamo interrogare adesso guadagnerà tempo. Per fortuna Shin non lo aveva ancora slegato, se no avrebbe potuto agevolmente fuggire.

~ Non accennava alcun segno di insicurezza, non vacillava, nei suoi occhi sbriluccicanti di spirito combattivo lampeggiava l'ardore per l'imminente battaglia. Lanciò uno sguardo ai compagni, controllandone lo stato d'animo per carpirne un eventuale timore che essi parevano però non provare. Di certo non sembravano prendere l'improvvisa difficoltà con grinta come l'Uchiha, da sempre amante perso delle sfide con sé stesso, anzi alcuni di loro, specialmente i due Nara parvero accogliere l'insidia quasi seccati da un unlteriore compito da svolgere.
Gli occhi azzurri si staccarono per un attimo dai nemici, il pericolo si allontanò per poco: le iridi color del ghiaccio scrutavano l'ambiente circostante, una sterminata e fittissima foresta di bambù, quasi ispirante claustrofobia al solo sguardo. Quelle canne dal colore biancasto o giallognolo a seconda della qualità, si ergevano enormi e non intervallati da sufficiente spazio, ci sarebbe passato a malapena un uomo. Ciò avrebbe senza dubbio ostacolato l'offensiva e dei ragazzi e degli avversario, nonostante tutti questi si trovassero ancora in una zona erbosa e non contagiata dalla foresta di bambù.
Il pensiero e gli occhi del Genin tornarono a focalizzarsi sull'obiettivo. Con voce bassa, per non farsi udire dallo shinobi, Akira esplicò il suo piano ai ragazzi:

Questo attacco mi rende sospettoso, queste tigri sono troppo potenti per essere dei veri animali...In ogni caso sono solo supposizioni, dovremo combattere per confermare la mia ipotesi.

~ Sogghignò, fiero, e continuò:

Shin, tu prendi una tigre; Kisuke e Hinato voi invece ne affronterete 3 in totale, spartitevele come meglio credete, vi consiglio di utilizzare attacchi combinati. Libertà totale sulle modalità di attacco, unico divieto è di utilizzare i Katon, il paesaggio potrebbe risentirne e condannarci ad un ardente infermo di fiamme dal quale difficilmente scapperemo. Hinato, tu attiva il Byakugan e cerca di tenere sempre d'occhio l'uomo che avremmo dovuto interrogare.

~ Due ottime trovate, quasi geniali: l'osservazione analitica e dettagliata del luogo e della situazione aveva consentito al capogruppo di elaborare un discreto senjutsu, che avrebbe consentito ai ragazzi di non rischiare troppo e a lui di comprendere se le sue ipotessi fossero state corrette. Ma l'esito della strategia diependeva principalmente dal modo in cui i genin avrebbero effettuato l'attacco e si sarebbero difesi. Il loro precedente operato era stato apprezzato dal capogruppo del Konohgakure, che garantì ulteriore fiducia ai tre compagni.
Le danze si sarebbero aperte, presto.

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SPOILER (click to view)
[+] Info: Le tigri possiedono le statistiche di una energia Bianca in Resistenza, Gialla in Forza e Rossa in Velocità. Lo shinobi che le governa è al livello di un Genin Gialla.



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GiacoTemari
view post Posted on 1/4/2008, 14:12




CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato

Hinato attendeva il momento giusto per poter scappare via con i compagni,una volta che essi avrebbero compiuto il loro dovere:si teneva immobile,dietro ad un albero,con la schiena appoggiata al tronco,cercando di sentire il più possibile i rumori dei movimenti circostanti a lui non visibili,ma non possedendo una abilità che gli permettesse un udito più potente,otteneva risultati abbastanza scarsi,tanto che si sarebbe preoccupato soltanto di star pronto a scattare e mettersi in formazione..si sarebbe fidato degli altri,dopotutto non poteva fare altrimenti e sapeva che era in buone mani:ce l’avrebbero fatta in men che non si dica,soprattutto Akira,figuriamoci se avrebbe fallito nel suo intento,non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato a causa dell’orgoglio,che lo Hyuga aveva avuto occasione di osservare sino ad ora.Forse avrebbe fatto bene un po’ anche a lui tutta quella sicurezza e fiducia in se stesso,quella voglia di mettersi sempre in gioco e dare il meglio di sé,come se tutto fosse decisivo per la sua vita..e invece si ritrovava spesso ad indugiare e rimanere intimorito ed intimidito,entrambe qualità che gli altri tre sembravano non possedere assolutamente,ed in confronto a lui parevano molto più presenti nella mentalità di un ninja.Lui cresceva sempre di più,un poco ogni giorno,lo sentiva nel corpo e nell’anima,ma forse quei piccoli passi quotidiani non erano sufficienti a renderlo veramente pronto a ciò che si trovava fuori delle mura del Villaggio della Foglia;già da questa missione,aveva compreso molti elementi di autosvantaggio,dei quali non riusciva a liberarsi e la cui eliminazione era invece altamente necessaria per sentirsi al pari altrui.Ecco trovato l’ennesimo difetto di una lunghissima lista:il complesso di inferiorità,che in realtà era vivo solo nella sua testa e non nel suo agire,in quanto qualche minuto prima,era stato proprio lui a proporre un Senjutsu molto efficace per garantire la fuga al team.Certo,a lui spettava il compito più semplice,ma le abilità che possedeva erano la Medicina ed il Byakugan,quindi oltre esse non poteva andare,e tentare di combattere in un Flash totalmente alla cieca,senza neppure avere la minima idea degli spostamenti dei dintorni era fuori discussione,un suicidio insomma;l’unica soluzione che gli restava era scappare immediatamente verso la foresta e nascondersi,facendo leva sulla memoria mentale di un ipotetico percorso per non andare a sbattere,e serrare gli occhi fino a che non avesse sentito il rumore di qualcuno che gli passava davanti.Qualcosa però pareva andare diversamente dai piani che si erano preposti,difatti i contadini,inaspettatamente per i Konhiani,all’insaputa di Hinato che non poteva accorgersene,avevano lanciato diverse quantità di armi alla cieca,e sembravano anche seguire la direzione dei Nara e dell’Uchiha.Una pala proseguiva dritta dritta in direzione del Genin dagli occhi viola,ma quando sentì un rumore colpire un albero lì vicino,si riscosse ed aprì gli occhi,tuttavia era troppo tardi,sarebbe stata la fine se non fosse stato per il tempismo del capitano:dandosi la spinta da un albero era riuscito ad incrementare la sua velocità,così da utilizzare il corpo del malfattore come scudo per difendermi.Una macchia di sangue dello sconosciuto cadde sull’erba..la ferita era abbastanza ampia e sembrava anche profonda,però l’Uchiha non aveva dato alcun ordine di guarigione,quindi sarebbe rimasto zitto e buono,seguendolo tra gli alberi e raggiungendo gli altri due per ricomporre la formazione corretta.
Akira-Kun..grazie..mi dispiace non essermi accorto di nulla,spero di poter ricambiare tutto.
Accidenti..quando tornerò a Konoha la prima cosa che dovrò fare sarà allenarmi per combattere con tutti i sensi,all’infuori della vista;certo è un po’ difficile che sfoggi tale abilità in un combattimento dato che mi baso soprattutto sul mio punto di forza,cioè il Byakugan.Tuttavia potrebbero verificarsi determinate situazioni che mi porterebbero a farne uso,ma adesso non voglio pensarci:fortunatamente ben tre persone riuscivano a compensarmi,e di sicuro hanno svolto un buonissimo lavoro,se si conta che adesso stiamo correndo tutti insieme.Uhm?!Un momento ma Kisuke e Shin sono feriti..sì,saranno taglietti leggeri,ma potrebbero infettarsi..come mai Akira non mi ha chiesto di curarli?Forse non è così necessario ed è meglio che mantenga il chakra per far fronte ad incidenti più gravi che potrebbero verificarsi da un momento all’altro.Sì,sto zitto e muto,aspetto solo che il capo ci dia ordini,non voglio fare di testa mia:primo,non ne sono ancora in grado in una missione;secondo,non sono di certo il tipo che cerca di violare il rapporto da tenere con i superiori..Dove staremo andando adesso?Questa è l’immensa foresta di Bambù del Villaggio dell’Erba,ma quanto disterà il vero e proprio paese?E quale sarà la locazione dell’entrata?Senz’altrosarà ben nascosta e tenuta al sicuro..Speriamo che vada tutto bene,ma non ho bei presentimenti.

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Dopo un certo periodo di tempo di viaggio,del quale scorrimento Hinato non aveva minimamente coscienza,sembravano aver trovato un posto abbastanza lontano dalla zona conflittuale precedente,quindi ne approfittarono per sostare,sotto comando del capitano Akira,che sembrava intenzionato a voler fare qualcosa:probabilmente avrebbe coinvolto il prigioniero per cercare di trapelargli qualche informazione,ma da quel poco che lo avevano sentito,si poteva facilmente immaginare che farlo parlare non sarebbe stato affatto facile.I quattro si posizionarono in piedi e lo Hyuga si guardò intorno donde evitare di accorgersi,quando sarebbe stato troppo tardi,di essere stati pedinati,oppure condotti in una trappola.Tutto andava tranquillo,o almeno così pareva al momento,benché la indole del Genin continuasse a comunicargli di stare all’erta:e come poteva non starci?!Il pericolo sarebbe potuto arrivare da un momento all’altro e non potevano assolutamente perdere tempo o farsi cogliere di sorpresa,adesso che avevano pure catturato il capo di quei quaranta contadini.L’Uchiha aveva legato ben bene colui che era stato rapito,e per farlo svegliare gli rifilò un bel calcione,facendolo rotolare per diverso terreno di fronte a loro.Hinato non avrebbe mai attuato un metodo così violento:lui era magnanimo ed era sempre disposto a perdonare chiunque,inoltre,a suo modo,ciò che gli interessava era aiutare il prossimo,per questo aveva deciso di entrare a far parte della categoria dei Medici;ancora non era un Anbu di quella particolare specializzazione,ma era sicuro che un giorno,con tanta fatica e sacrifici,ce l’avrebbe fatta a diventarlo,sarebbe diventato l’Anbu Medico più abile di Konoha.Sospirò:quel tempo era ancora molto lontano,ma se lo era promesso,ed aveva mille ed oltre ragioni per dover portare a termine quell’obiettivo a tutti i costi.
Dobbiamo interrogare questo qua davanti..chissà cosa nasconde dietro quella faccia da contadino.Secondo me è una spia del villaggio di Kusa travestita:lo si vede dalla sua corporatura e dall’aria che ha,non può essere un semplice agricoltore,non mi frega.Questo sa tutto ciò che ci interessa,ne sono sicuro,solo che dobbiamo in qualche modo convincerlo a parlare,ma come?Non voglio averci a che fare per nulla,e non voglio assolutamente torturarlo né fisicamente,né psicologicamente..Chiederò al capo di non considerarmi per questa cosa qua:non voglio manipolare la mente delle persone,non voglio immaginare nemmeno per sogno di essere al suo posto una volta sotto minacce,tantomeno puntargli un Kunai alla gola..se davvero non fosse un qualsiasi contadino potrebbe persino essere capace di rivoltarmelo dritto addosso e ci rimetterei io..non potrei realizzare nulla dei miei piani futuri.Però è anche vero che un vero ninja non deve temere nulla,deve affrontare qualsiasi pericolo e qualsiasi paura,magari superando quelle difficoltà che cerca di evitare tutte le volte che invece potrebbe correre il rischio di provare ad eliminarle.No,in questo caso non posso,non ce la faccio..il rapimento di persone e la successiva interrogazione è una cosa che proprio non riesco a tollerare..non per altro il mio compito per il villaggio sarà curare la gente..spero.
Akira-Kun..scusami,ma io non me la sento di partecipare a questo interrogatorio..non ce la faccio..mi renderò utile in altro modo se posso,ma per favore non costringermi ad averne a che fare.
L’aveva detto tutto di un fiato,con la solita timidezza ed insicurezza,stavolta a maggior ragione motivate per spiccare tra le sue caratteristiche,poiché aveva pronunciato parola su un fatto che lo turbava particolarmente a causa di eventi passati,che senz’altro non aveva voglia di raccontare ora.C’era grande possibilità che i tre compagni di team lo prendessero per fifone e che lo prendessero in giro di nascosto per ciò che aveva appena detto,ma non gliene importava,tanto era un’abitudine ormai essere sottovalutato e svalorizzato da tutti..tre in più che male potevano arrecargli in fondo?Akira aveva ribadito con le sue stesse parole che non avrebbero dovuto temere nulla,e che la pietà non sarebbe stata contemplata per nessuna ragione,quindi ottenere un rimprovero non sarebbe stato sbagliato,dato che comunque stavano affrontando in una missione,il cui livello da D poteva variare a ben oltre.Si posizionò di fronte agli altri,col volto un po’ dispiaciuto e pentito,per ascoltare i metodi di interrogatorio che avevano intenzione di mettere in pratica sul contadino:non avrebbe preso parte all’intervento,ma almeno avrebbe tentato di capire l’atteggiamento che si doveva utilizzare in quelle situazioni,un atteggiamento che vedeva così innaturale ed estraneo al suo modo di essere,tanto che aveva la certezza di non riuscire mai a diventare come loro.Una volta presa la decisione,i quattro avanzarono verso la vittima..

_______________________________


Il capitano aveva ordinato a Shin di legare il prigioniero e di svegliarlo dallo stordimento,ma ad interrompere l’azione del giovane Nara fu il rumore di strani passi che si avvicinavano sempre di più,a velocità formidabile.Neppure un ninja del loro livello aveva la facoltà di muoversi in quel modo,doveva trattarsi di altro,ma di cosa?Ognuno doveva avere mille pensieri per la testa,ma la prima necessità adesso era allontanarsi dal punto in cui si trovavano,per evitare di essere travolti da un’offensiva nemica improvvisa.Così,l’intero team arretrò di colpo,pronto per osservare cinque felini di grandi dimensioni e con un’aria estremamente minacciosa:tigri,feroci e pronte a divorare le vittime che sarebbero finite tra le loro grinfie.Dietro di loro c’era anche una persona,che a giudicare dall’aspetto doveva essere un altro ninja,e quelle,le sue creature..sia che fossero animali oppure evocazioni,andavano abbattute,non c’era alternativa.Erano in cinque ed i Genin in quattro.Non potevano cullarsi sugli allori,difatti Akira mise all’istante in atto un piano d’azione,che prevedeva un assalto ben spartito:l’Uchiha e Shin una tigre a testa,mentre Hinato e Kisuke tre tigri da spartirsi come pareva..magari facendole fuori con un attacco combinato.Pur essendo un’idea interessante,non era affatto vantaggiosa nei nostri confronti,in quanto gli avversari possedevano una velocità superiore alla loro,ed in pochissimo tempo avrebbero potuto smontare qualsiasi strategia,pur non essendo umani.A questo punto lo Hyuga doveva sfruttare i suoi punti di forza,attraverso l’attivazione dell’innata,come gli era stato pure ordinato.Se le sarebbe prese due,doveva correre questo rischio,e se tutto sarebbe andato per il verso giusto,non si sarebbe neppure sporcato le mani di sangue:un Taijutsu sarebbe stato più che sufficiente,se poi i bersagli sarebbero stati costretti a rimanere entro un certo raggio d’azione.Iniziò a comporre i sigilli..
Subito capitano..Byakugan!

CITAZIONE
.:BYAKUGAN:.

Villaggio: Foglia
Clan: Hyuga

Attivazione: Ci si concentra sui propri occhi e si eseguono le seguenti posizioni magiche: Ratto, Cane, Ratto, Tigre (Consumo di Chakra: Basso). L'abilità dura fino all'esaurimento del chakra del ninja che esegue la tecnica oppure al rilascio della tecnica stessa. Mantenere attivo questo potere costa una quantità di chakra per ogni turno in cui rimane attiva (escluso il primo). [attivare il byakugan conta come una tecnica base]

Caratteristiche dei Portatori: Controllo del Chakra Aumentato; Velocità Aumentata; Forza Diminuita.

Abilità sfruttabili sin dall'inizio: Il ninja migliora le proprie reazioni e può vedere attraverso i “corpi fisici”. In corpo a corpo migliora la propria precisione e in attacchi con armi a distanza la mira di chi si avvale di questa innata è molto più precisa della media. Ci si può inoltre avvalere di una vista telescopica e si possono utilizzare le tecniche dell’arte marziale denominata “Juken”. Chi padroneggia questa innata, spreca meno chakra nella “conversione”. Tutti gli utilizzatori di Juken scelgono normalmente un vantaggio a velocità ed uno svantaggio a forza.

.:Livello 1 (Minimo Genin):.
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Al ninja che attiva questa innata compaiono dei segni sui lati del viso, vene scure per l’afflusso di chakra, che rendono i normali occhi bianchi dei possessori della bloodline ancora più inquietanti. Il fatto stesso derivato dal grande afflusso di energia attiva una serie di particolari vantaggi, che sono elencati di seguito.
-Vista a 200 gradi (contro i normali 100°).
-Vista telescopica frontale a 500 metri.
-Visione del sistema circolatorio del chakra, ma non delle porte e dei punti di fuga (quindi si riconoscono come false le moltiplicazioni che non possono fare tecniche).
-Possibilità di vedere attraverso oggetti poco spessi (fino ad 1 metro).
-In corpo a corpo la precisione è mediamente aumentata, al livello di un “principiante” tra i possessori di questa innata, perciò anche a questo livello si può aspirare a colpire punti di difficile raggiungimento con una buona percentuale di successo (circa il 70%, ovviamente possono sempre essere schivati).
-A distanza il discorso è simile , e il ninja che si avvale di questo potere ha una precisione abbastanza superiore alla media: i suoi attacchi a distanza (che comunque possono sempre essere schivati) troveranno il bersaglio scelto il 50% delle volte anche se questo è difficile da colpire.
-Per ogni Tecnica Avanzata effetuata con successo, si risparmia il 15% del consumo della Tecnica eseguita.
Consumo di Chakra per Turno: Bassissimo

Adesso posso confermare un bel po’ di ipotesi che mi ero fatto in testa:cavolo!Sia gli animali che quell’uomo possiedono del chakra!Sono evocazioni o comunque creature ninja..e lui deve essere il loro evocatore.Non sembrano il massimo della forza,nessuno di loro,credo che potremmo batterli senza eccessive difficoltà..anche se la velocità dei felini,a quel che ho visto,è maggiore della nostra.Beh,non mi fanno per niente paura:con l’attivazione dell’innata ho ottenuto maggiore capacità di spendere chakra per muovermi più velocemente..inoltre l’arte marziale che ho in mente di utilizzare farà passare me in vantaggio,per quanto riguarda quella statistica.Posso benissimo prenderne due,le chiuderò in un corridoio e sbam.Spero che non mi serbino nessuna sorpresa.Devo anche tenere d’occhio quel tipo laggiù,e perderlo di vista potrebbe significare un grande insuccesso,perché è senz’altro un membro di Kusa e saprà dirci molto di più di quest’altro che abbiamo preso prima.Adesso basta riflettere,mi destreggerò anche tra queste canne di bambù.
Akira-Kun..i tuoi sospetti sono fondati..le tigri hanno chakra,così come il loro padrone,ma non dovrebbero essere più forti di noi.Kisuke-Kun,ne prendo due io,tranquillo,ho già un piano.
Osservò un’ultima volta la situazione attorno a sé:tutto era rimasto come prima,le solite canne di bambù ed i soliti altri esseri viventi,immobili nelle loro pose.Non perse tempo:estrasse due Shuriken,e li pose nelle proprie mani,uno in ciascuna,impugnandoli ben stretti,per lanciarli al momento propizio,dopodichè si mise a correre verso i bersagli posti all’estrema destra,passando senza troppi problemi tra i fittissimi ramoscelli di quel territorio.Se ne fregava degli sguardi minacciosi di chi aveva di fronte,tantomeno di ciò che gli altri stavano facendo,aveva messo da parte la sua timidezza per riscattarsi del precedente momento di forte titubanza.Superata la metà della distanza che lo separava dai felini,liberò con molta forza le stelline dalle sue mani,facendo compiere loro un movimento semicircolare,cosicché potessero,roteando,compiere una stessa traiettoria,ad una distanza tra di loro di poco più di otto metri;la loro altezza era su per giù al livello della testa degli animali.Subito dopo spiccò il volo e,compiendo un giro di 360°,caricò un potente calcio destro,la cui direzione andava da destra verso sinistra e ricopriva un raggio d’azione di ben otto metri.La velocità che possedeva era raddoppiata,e poteva benissimo sentire la forte corrente d’aria che creava,spazzante via diverse canne intorno a sé,in seguito all’uso della tecnica.L’obiettivo era prendere due bersagli assieme,contando che se avessero tentato di uscire dal corridoio che era stato creato attraverso gli Shuriken,al limitare dello spazio del Tifone della Foglia,questi ultimi li avrebbero trafitti;aveva anche tenuto presente la difficoltà maggiore per quegli esseri maestosi,di potersi muovere all’interno di un’arena come questa.

CITAZIONE
Tifone della Foglia - Konoha Gouriki Senpuu
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Villaggio: Foglia
Posizioni Magiche: Nessuna
Descrizione: Questa tecnica è la versione potenziata della Raffica della Foglia. Ha un raggio molto elevato (ben 8 metri) che viene raggiunto tramite un'alta concentrazione di chakra e ovviamente un salto adeguato alla distanza che si vuole raggiungere. Servendosene un ninja, che durante l'esecuzione della stessa compirà un giro di 360° sull'asse frontale, tenterà di colpire uno o più bersagli che siano nelle immediate vicinanze del punto in cui la esegue. Nella sua interezza questo taijutsu si compone di un unico calcio girato di spinta. La forza del colpo è leggermente superiore a quella di un calcio normale, ma la velocità è doppia, rendendo una completa difesa davvero difficile. Se colpiti, eventuali avversari verranno scagliati parecchio lontano... da quell'effetto simile ad una raffica di vento che dà il nome alla tecnica.
Tipo: Taijutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio)
[Solo se si ha in scheda la Raffica della Foglia]

CITAZIONE
Chakra: 200-10-20+3= 173
Stato Fisico: Illeso
Stato Mentale: Concentrato
Armi Utilizzate: Shuriken [x 2]

 
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~ Kyubi ~
view post Posted on 6/4/2008, 17:36




.:Tigers vs Konohagakure no Shinobi:.



CITAZIONE

† Parlato †
~ Narrato ~
Pensato


Place: Kusa no Kuni




~Silenzio, poi un rumore di foglie mosse da passi veloci. Kisuke Nara stava correndo a perdifiato senza voltarsi mai indietro. Tutta l'azione compiuta dal team poco prima era durata pochi istanti. Hinato che aveva lanciato la pallina flash, Akira e Shin che si erano avventati contro il trio di testa, e lui che fece da retro guardia dopo che questi portarono a compimento le loro azioni. Ora dopo aver preso il capo i tre compagni erano scappati, e il Nara si era gettato al loro inseguimento vedendo armi di vario genere passargli vicino. E con un po' di sfortuna il ragazzo Nara venne colpito alla gamba sinistra. Un dolore lo pervase facendogli perdere l'equilibrio. Un tonfo risuonò nella radura e il genin della foglia si ritrovò con il petto a contatto con il terreno e in quel momento per la prima volta si guardò alle spalle. Non vedeva nessun contadino nemico ma questo non gli dava la certezza che non ci fossero degli uomini ancora mezzi accecati che lanciavano armi a casaccio e imprecando a sguarcia gola. Ancora intorpidito e un po' impaurito da tutta quella situazione il giovane si alzò di scatto e assicurandosi che l'arma che l'aveva colpito non avesse creato danni seri partì alla ricerca dei suoi amici nella speranza di non averli persi definitivamente. Ma mentre Kisuke stava prendendo il ritmo che aveva perso vide compiere un azione a dir poco eccezzionale del suo leader. Rimase per pochi istanti interdetto nel vedere quella scena. Finito il tutto con un gesto teatrale il Nara si apprestò a seguire il suo caposquadra e i due compagni che si trovavano poco distante dal lui saltando per i rami all'impazzata. Hinato e Akira erano illesi mentre Shin sfortunatamente era stato colpito da un'oggetto ignoto al Nara proprio vicino allo zigomo. Un innato senso di colpa pervase lo shinobi della foglia. Aveva fallito nel suo compito, non era riuscito a proteggere come deciso e uno dei suoi compagni era stato colpito. Deluso e arrabbiato con se stesso il ninja si morse il labbro per tutta la durata del viaggio. Dopo pochi secondi persi a saltare da un ramo all'altro Akira fece una rapida discesa, subito Kisuke si apprestò a seguirlo senza però lasciare la sua posizione di coda. Giunti a terra il Nara guardò il ragazzo dai capelli blu con sguardo interrogativo cercando delle risposte nel suo sguardo. Poi come un fulmine a ciel sereno guardò il capo dei contadini ribelli. Il genin potè intuire cosa stava passando per la testa al ragazzo, sembrava proprio che l'ora dell'interrogatorio fosse giunta finalmente. Solo, restava l'inghippo da togliere, come si poteva ottenere informazioni da quell'individuo ? Variate opzioni si fecero strada nella mente del Nara, una meno probabile dell'altra così confuso sul metodo guardò un ad uno i suoi compagni sperando in un piccolo suggerimento. Poi mentre quel silenzio di tomba accerchiava i ragazzi Akira parlò e la sua voce risuono per quanto rilassata molto forte attorno alla radura. Il suo discroso non fece una piega, si poteva ricavare un paio di informazioni da quel ribelle, ma a parere del Nara quello era solo un pedone. Una pedina sacrificabile mandata da qualcuno, e se fosse proprio quel qualcuno che i ragazzi stravano cercando, la missione parlava di assasinei, forse il killer era un personaggio distinto per poter controllare una così concentrata massa di uomini o forse erano quest'ultimi a essere solo degli idioti senza alcun acume. Mentre il ragazzo pensava sentì ancora una volta la voce di Akira risuonare nella sua testa, questi stava incitando i compagni a dire la loro. Ancora in trans per l'attacco subito lo shinobi dalla lunga coda parlò per primo.


†Akira, credo che questo non sappia molte cose, Forse sa qualcosa sulla situazione politica del paesa ma dubito che il suo mandante si sia fatto vedere da questi contadini burini. Posso solo presupporre che questo sia solo un burattino governato con estrema facilità. Ora magari tagliandoli una mano potrebbe indurlo a parlare. Tagliare la gamba sarebbe troppo, poi diventerebbe un peso da portarsi dietro molto più di quello che è adesso.




~Ora il genin sembrava aver preso un po' del suo vecchio smalto ma sentiva ancora tremare la gamba per la tensione. Finito il discorso rimase in silenzio e aspettò altre possibili idee per far cantare il contadino capo. La soluzione del Nara sembrava alquanto drastica ma era pronto ad accettare quella proposta di Akira che sembrava fare più pressione sulla mente del poveretto, così mentre Shin lo slegava per inziare il 3° grado un ruggito raggelò il sangue nelle vene del giovane dai capelli corvini. Cinque, ben cinque tigri spuntarono come saette davanti al gruppo di Shinobi dela foglia che intanto si era messo in posizione. Dietro alle bestie ora vi stava un'uomo, tutto incapucciato e impossibile da riconoscere. Ma quello era il problema secondario, perchè quegli animali erano parecchio insidiosi. Subito Hinato attivò il suo Byakugan. Delle piccole nervature si crearono attorno al corpo del ninja. Le 5 bestie erano state assegnate, una attesta per Akira e Shin e le tre rimanenti vennero prese dagli altri due Kisuke e Hinato che subito dopo aver attivato la sua innata confermò la tesi del ragazzo dai capelli blu anche se era difficile da credere. Ancora pensieroso su quello che stava vedendo sentì la voce di Hinato rimbombargli nella testa. Quest'ultimo gli stava spiegando un paio di cose sul trio che lo Hyuga e il Nara stavano per affrontare. Non aveva ancora pensato a niente che il genin era già partito verso i suoi due bersagli lasciando a Kisuke l'ultima tigre rimasta, questa si era già concentrata sul genin dai capelli corvini. Egli con sguardo serio portò lentamente una mano sull'elsa della Katana pronto a intervenire in caso d'attacco. Nemmeno a pensarlo che l'animale era partito all'attacco, di pronta risposta il genin di Konohagakure gli si fece incontro senza temere gli artigli della belva, ormai pochi erano i metri che li separavano e fu circa a 2 di quei metri che la bestia si gettò verso il Nara con le fauci aperte pronto a colpire. Invece il Nara avendo ancora la Katana nella mano la protese in posizione orizontale facendo scorrere la lama nella bocca del felino. Quest'ultimo notoriamente più pesante fece cadere Kisuke con la schiena all'indietro, tutto sembrava perduto, la fine si faceva sempre più vicina ma quando l'animale stava per sovrastarlo il ragazzo piegandosi leggermente fece scattare le gambe sul torace della bestia come con delle molle, facendola sobbalzare più avanti, ma nel movimento qualcosa di caldo sentì penetrargli la spalla, un artiglio della zampa anteriore nello spostamento era riuscito a colpire il bersaglio. Dolornate e con la spalla grondante di sangue il Nara si rialzò il più velocemente possibile e vedendo l'animale di spalle non perse tempo e con un salto mirando agli arti inferiori utilizzò una delle arti marziarli della foglia: Il Konoha Reppuu.




SPOILER (click to view)
† Raffica della foglia - Konoha Reppuu
Posizioni Magiche: Nessuna
Villaggio: Foglia
Descrizione: Servendosi di questa tecnica il ninja, che durante l'esecuzione della stessa compirà un giro di 360° sull'asse frontale, tenta di portare a terra un'avversario in corpo a corpo. Nella sua interezza questo taijutsu si compone in un abbassamento del baricentro, una spazzata che mira ad entrambe le gambe avversarie, e una conseguente spinta verso l'esterno. Se colpito nel punto prescelto, l'avversario non solo finirà a terra, ma verrà anche scagliato lontano... da quell'effetto simile ad una raffica di vento che dà il nome alla tecnica.
Tipo: Taijutsu
(Livello: 5 / Consumo: Basso)



SPOILER (click to view)

Energia:Verde
Chakra:200/200----> 190/200
Stato mentale:
Frustrato
Stato fisico:
Taglio sulla spalla --->[Danno da considerarsi Medio]
Ferita gamba sinistra --->[Danno da considerasi Leggero]
Armi ed equipaggiamento:
Shuriken [x7]
Tatami Pieghevole [x1]
Katana [x1]---> Nella mano
Kunai [x2]

Consumi:
10: Raffica della foglia - Konoha Reppuu

 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 20/4/2008, 15:29





..:: ۞ Genius ۞ ::..


image


CITAZIONE
~ Narrato
Pensato
Parlato

~ ..:: ۞ ::.. ~




Arguzia. Un’arma richiesta anche al guerriero più bruto per uscire dalle situazioni più intricate. Intelligenza strategica, capacità di analisi della situazione, cinismo. Tutte doti richieste ad uno shinobi e a maggior ragione ad un caposquadra. A volte però non basta saper cogliere la verità, bisogna anche saperlo fare velocemente, sfruttando l’attimo, spogliando la situazione delle sue maschere, del velo di illusione che le ricoprono.
E’ necessario possedere una commistione di abilità, combattive, decisionali, mentali, psicologiche e strategiche. Il tutto mischiato ad un’intelligenza brillante e reattiva. Poliedria artistica, un quadro i cui colori non possono mescolarsi con tanta semplicità quanta ne serve a dirlo. Una combinazione incredibilmente rara, una sorta di tesoro per i ninja. Anche Omera, esaltava le doti di Ulisse, l’uomo dal multiforme ingegno: proprio quella duttilità, quella malleabilità cerebrale che vado esaltando i questa prefazione. Ma una tela sulla quale, tutte le qualità elencate prima si combinano per dar vita d uno spettacolo, un tripudio di virtù, nascoste da un caratteraccio degno del peggiore degli uomini, l’ultima affermazione viene contestata. E spesso ribaltata.



۞ Foresta di Bambù Ore 10:54


~ La tensione si poteva affettare con la lama della katana che Akira portava legata alla spalla. Delle feroci tigri erano in procinto di avventarsi sul quartetto, fameliche e ferine.
L’Uchiha era rimasto fermo, sino all’ultimo secondo, a sangue freddo, si sforzava di isolarsi dal contesto di pericolo in cui si trovava per razionalizzare, ponderare, vedere attraverso quel momento. Gli occhi azzurri e freddi sgranati sui nemici, fissavano il nulla, immersi anche loro nel pensiero. Il tempo parve fermarsi e il vento smettere di soffiare, quasi a causa di un subitaneo intervento dell’irruente Eolo. Una ipotesi, tra le tante affacciatesi nella mente del giovane shinobi del Konohagakure parve emergere con maggiore convinzione:
Potrebbero essere…Dei costrutti di chakra, o delle evocazioni…Sarebbe alquanto insulso attaccare quattro shinobi con delle bestie. Peraltro, questi animali, a giudicare dalla variazione di tempo che ha separato il loro ruggito in lontananza e il loro avvento sono velocissimi, più di noi. E difficilmente una tigre, per quanto ammaestrata possa essere, raggiunge questi livelli, anzi ritengo ciò impossibile. Ma ho bisogno di una conferma…Perché se avessi davvero ragione, le carte in gioco cambierebbero totalmente, così come il piano da attuare dovrebbe mutare all’istante.
La freddezza di quel carattere, il cinismo, il sangue freddo si rivelarono essere una dote particolarmente utile, così come la calma dinanzi a qualunque situazione, anche la più disperata.
Hinato, ancora una volta, dimostrò freddezza ed eccellenza, infatti questi attivò il byakugan nel momento opportuno. Guardò attraverso i corpi degli animali e si accorse che essi erano dotati di chakra. Avendo carpito da alcune parole e da certi sguardi di Akira la sua perplessità, con incredibile intuito ne comprese l’ipotesi e la confermò, rivelando al suo capitano che le tigri possedessero energia psicofisica nel loro corpo. L’Uchiha ascoltò le parole dello Hyuuga, voltandosi verso lui con un cenno di apprezzamento quasi gli sorrise:

Sapevo che Hinato non era un buono a nulla…Grazie alla sua abilità innata adesso sono certo della mia ipotesi..Quelle tigri sono dei costrutti di chakra creati da un ninja più potente, e anche quel falso evocatore è un costrutto. Il vero creatore deve per forza di cose esser pià forte di costui, per aver dato vita a tali bestie. Ma…Cazzo! L’ostaggio…Lo sapevo…Devo muovermi!

~ Ad un tratto Akira parve esser preso da una frenesia mista a timore, e come un ossesso escogitò una strategia per dapprima depistare e poi far fuori le tigri, perdendo il minor tempo possibile. Le catene ripreso ad oscillare, tutti erano in guardia, a parte Shin. Il Nara non si muoveva e lo sguardo freddo dell’Uchiha si soffermò su di lui, preoccupato. Pareva esser in preda al timore più totale. Forse un malore, forse paura, forse il dolore per la ferita appena rimediata parevano immobilizzarlo. Ora il caposquadra aveva due problemi di cui occuparsi: salvare il compagno e liberarsi delle tigri in tempo.

Shin, quella testa di cazzo, che gli diamine gli salta in testa. Ho solo una soluzione: creare tre mie copie, sfruttando il fatto che la moltiplicazione del corpo è una tecnica veloce, i quanto da me conosciuta alla perfezione e provata da anni ed anni. Le tigri, essendo costrutti, non faranno distinzioni tra vero e reale e attaccheranno indistintamente copie e reali. Solo il loro creatore potrebbe dirigerle, ma per farlo dovrebbe emettere chakra e Hinato lo vedrebbe. Si è messo in trappola con le sue mani. Dunque, sono sicuro che le tigri attaccheranno le copie, se le distrarrò opportunamente proprio con esse. Devo farle scostare da Shin e anche dal vero me, cogliendo l’occasione poi per trafiggerle. Ma devo sbrigarmi.

~ Risoluto. La decisione era stata presa, e convinto nei suoi mezzi, l’Uchiha compose i cinque sigilli di quella tecnica in maniera assurdamente rapida, segno di una confidenza con quella tecnica, base di ogni shinobi che voglia definirsi tale, di certo profonda. L’aria per un secondo sembrò esser smossa dall’emissione di chakra del Genin; anche questo gesto era diventato familiare, e richiamare energia per farla confluire nel sistema circolatorio e infine utilizzarla nelle tecniche era divenuta un’azione scontata e repentina per il ninja di Konoha.
Due copie, in tutto e per tutto simili e nell’aspetto e nel vestiario al kagefusha vennero ricreate con magistrale cura e rapidità d’esecuzione. Una virò a destra e l’altra invece rimase ferma. La prima avrebbe attirato la tigre che avanzava spedita verso Shin, mentre la seconda avrebbe tratto in inganno la bestia che puntava contro Akira stesso. Il vero shinobi, compì un passo sulla sinistra e una volta spedito in avanti il clone destinato a proteggerlo, schizzò in avanti, prevedendo, almeno con l’ipotesi, che la tigre avrebbe azzannato la copia, facendola svanire in una coltre di fumo densa quanto fugace.
E così fu. La tigre azzannò la copia e si ritrovò con un vanescente fumo tra le voraci fauci: allo stesso tempo, Akira, sfruttando la sorpresa dell’animale e la sua posizione vantaggiosa sfoderò la katana con maestria degna di un maestro di spada e si precipitò deciso sulla belva: un colpo, netto, che trapassò la tigre da parte a parte, all’altezza del collo, sul versante laterale. Ma la creatura aznichè accasciarsi al suolo sanguinolenta scomparve anch’essa in una nube grigia e leggera. Ormai tutto era eloquente, chiaro agli occhi azzurri dell’Uchiha:
Sono costrutti di chakra. Basta una ferità di media entità per farle svanire. Anche il loro capo laggiù è un’ evocazione, ne sono certo. Ma nonostante siano artifici, esse sono in grado di ferire eccome.
Akira si voltò, deciso e cinico, pronto a correre in aiuto del suo compagno di team, non per scelta ma in quanto lo sentiva come un dovere di sua competenza. Ma una sorpresa si presentò alle sue iridi color del ghiaccio: la tigre aveva abilmente eluso la guardia dell’altra copia, sbranandola in poco tempo e puntava diritta verso il Nara. Il tempo era ridotto all’osso e l’Uchiha, facendo roteare la katana dal suo manico rosso e nero tra le sue mani si precipitò verso il compagno.

Diamine…

~ Un attimo. Akira trafisse la tigre con secchezza, un taglio netto dall’alto verso il basso e l’animale svanì. Ma era troppo tardi. Shin, incomprensibilmente immobile, era stato morso dalla bestia all’altezza del braccio, causando a sé stesso una ferita profonda e sanguinosa, che pareva essere davvero grave: i denti della belva erano penetrati a fondo nella carne, lacerando i tessuti e fratturando abbastanza seriamente le ossa del braccio destro del Nara. Il sangue colava copioso, denso e inarrestabile. [ferita medio-alta].

Non ho fatto in tempo…Come diamine è potuto succedere?...Queste tigri son troppo più veloci di noi, se non fosse stato così l’avrei potuta fermare in tempo…Maledizione.

~ Preoccupato, quasi rinsavisse allora dallo stato di isolamento nel quale si era immerso minuti prima, il capitano si guardò intorno, in apprensione per la sorte di Kisuke e Hinato. Ma i ragazzi avevano svolto un egregio lavoro e avevano eliminato tutte le creature. Akira non aveva potuto constatarne il metodo, ma sapeva solo che v’eran riusciti, e leggermente rincuorato distolse lo sguardo da loro.
Mai era stato scettico sull’esito della missione, con lui come caposquadra era impossibile concepire anche lontanamente un fallimento secondo il suo pensiero. Era fiducioso, sicuro, anche in un momento del genere. Fiducia nei propri mezzi, cinismo decisione, risoluzione. Compagna spesso odiata dagli altri, ma altrettante volte utile ai medesimi.

Avevo previsto sin dall’inizio di occuparmi io stesso del tizio laggiù…Ma…Non posso esitare.

~ Shin era diventato pallido in volto, sembrava esser sul punto di svenire. Sanguinante, dolorante, annaspava nell’immensa sofferenza patita per quella ferita. Akira però non poteva fermarsi, parve avere una fretta immane. Schizzò in avanti, ignorando il suo compagno e le sue disperate condizioni. Correva verso l’ostaggio, quasi sapesse già cosa stesse per succedere: e infatti, l’ultima evocazione rimasta, quella con fattezze umane, si caricò in spalla il rapito e cercò di rattarlo a sua volta, portarlo con sé. L’Uchiha sapeva già che questo sarebbe successo, lo aveva dedotto basandosi su logiche deduzioni: l’utilizzatore avrebbe avuto interesse nel no permettere al team di interrogare l’uomo, infatti era corso in aiuto di questi. Non poteva però rapirlo lui stesso, non volendosi palesare né potendolo fare. E quindi avrebbe chiaramente incaricato l’ultima sua creazione di svolgere l’oneroso compito. Akira sarebbe andato da solo all’inseguimento. Non temeva, non vacillava, era sicuro di sé, come sempre.

Anche Kisuke è ridotto male…e Hinato deve prendersi cura dei feriti…Non mi resta che andare da solo…Ma ce la farò di sicuro, un essere inferiore non può fregarmi…Let’s Rock!

~ Akira, leggermente eccitato per l’impresa che gli si prospettava cominciò a correre a velocità fenomenale, come un forsennato: l’uomo e il costrutto di chakra si avventurarono nella foresta di bambù, forse per far perdere le loro tracce. Il capitano non ci pensò due volte a seguirli, ma prima gridò con voce tonante e seria ad Hinato alcune prescrizioni:

Hinato-San! Cura subito Kisuke e fai quello che puoi per arginare gli effetti della ferita di Shin. Da ora sei libero di scegliere di tua iniziativa, attivare o no il Byakugan, come curarli. Lascio nelle tue mani la decisione. Sbrigati, il tempo di polverizzare questa feccia e torno indietro.

~ Si fidava dello Hyuuga, il ragazzo aveva dimostrato e sul campo e di persona le sue doti opportunamente mascherate da una personalità si troppo insicura per le abilità di cui era provvista.
Il caposquadra dunque partì all’assalto, seguendo il rapitore che si era avventurato nel folto della foresta di bambù: essa era composta da altissimi fusti di tale pianta, bianchi e grigiastri, solidi più dell’immaginatbile per quanto esili. Essi erano separati da circa 50 cm uno dall’altro e ciò non permetteva una percorrenza a piedi. Akira così, correndo a velocità folle, impastò chakra nei piedi come aveva imparato a fare sotto il saggio sguardo della sensei Kurenai. Un gesto consueto, rapido. Un’aura azzurrina cominciò a fluttuare intorno ai calzari neri, e in pochi istanti l’Uchiha si arrampicò all’altezza di una quindicina di metri, pareggiando in tale campo il nemico che procedeva alla stessa altezza. Li separavano 10 metri.

Diamine quanto cazzo sono fitti questi alberi di merda…

~ Imprecava di frequente, faceva parte della sua aria da menefreghista con superbia connaturata. Ma la strada non era affatto in discesa: Akira dovette slanciarsi da un tronco all’altro, sprovvisto di rami orizzontali. Solo alberi verticali, senza uno straccio di rami. Dunque caricava con intensità un balzo in direzione diritta per poi modificare la direzione del moto a seconda degli ostacoli: incontrò un albero, roteando su sé stesso vi andò a sbattere con iu piedi, accumulando potenza e scaricandone altra per sbalzarsi su quello frontale, opposto al moto che stava seguendo; da questo si sbalzò nuovamente nel giusto senso, con velocità decisamente minore. Un percorso senza dubbio adrenalinico, tortuoso, intricato, pericoloso. Ma non lo spaventava. Il nemico proseguiva agile, nonostante perdesse metri. Akira però non sarebbe riuscito a raggiungerlo, troppo era il chakra da accumulare nei piedi per superare gli ostacoli e non perdere terreno.
Nuovo pericolo, tanto di occhi azzurri sgranati a prevenirlo: un salto su un albero laterale, poi con maggiore forza una proiezione su uno opposto ma leggermente avanzato e poi nuovamente in avanti spediti a velocità folle. Il vento soffiava forte, scompigliando i capelli dell’Uchiha, tra i quali scherzava una timida luce che filtrava dai bambù. Poi un realizzare obiettivo, realista, arguto per certi versi:

Di questo passo non riuscirò a prenderlo, e inoltre potrebbe condurmi ovunque egli voglia. Non posso continuarlo a seguire. Però…Hinato ormai starà curando gli altri quindi non starà in guardia e dunque il vero creatore potrà emettere chakra per direzionare la sua creatura. In questo caso senza dubbio cercherà di riprendersi il nostro ostaggio, anche se prima proverà a depistarmi facendo improvvisare una fuga al costrutto antropomorfo. Se però scendo e mi confondo tra gli alberi, probabilmente, essendo l’utilizzatore distante e non conscio della situazione, farà tornare indietro la sua creatura. In quel modo l’avrei in pugno. Se non emetto chakra il vero mandante non saprà mai dove sono…Devo azzardare, le possibilità di riuscita di questo piano non sono molte, infatti la mia è una mera interpretazione psicologica. Ma se continuassi ad andargli dietro farei ciò che il suo padrone vuole, e non posso permetterlo. Vediamo chi la spunta…

~ L’Uchiha così arrestò il suo moto, scendendo lungo la alta superficie verticale dell’albero e atterrando dopo diversi secondi di discesa. Il vento soffiava ora più impetuoso, nella mente del ragazza dai capelli blu frullava un’idea che se le cose sarebbero andate come da lui previsto, gli avrebbe permesso di mettere fuori il nemico con rapidità incredibile e senza sprechi particolari di energia.

Appena udirò il suo tornare sui suoi passi, impasterò del chakra nei piedi e salirò velocemente lungo l’albero. Poi sfrutterò la velocità maggiorata che l’Alzata della foglia permette, per sferrargli un calcio ascensionale proveniente dal basso. In questo modo lo scaglierò in aria e se sono fortunato andrà a cozzare contro qualche albero e quindi sparirà. Se infatti a governare le leggi di questo costrutto sono le stesse che determinavano l’esistenza delle bestie, basterà infliggergli una ferita di media entità per farlo svanire nel nulla. Inoltre sfruttando il potenziale dinamico acquisito con la salita rapida, riuscirò a colpirlo con forza immane. Tsk, non ha scampo.

~ Sicuro. Lo era ancora, confidava nei suoi mezzi, nelle sue ipotesi, nella sua strategia, con risoluzione e cinismo, credeva in sé, mai un dubbio, né un ripensamento, quei pensieri eran stati formulati da lui, e in quanto tali non meritavano di essere confutati secondo la superba ottica dell’Uchiha.


~ ..:: ۞ ::.. ~



~ Istanti lunghi, in terminabili, il cinguettio di alcuni uccellini quanto mai fastidiosi scandiva il passare dei secondi. Se il costrutto no fosse tornato indietro Akira avrebbe fallito totalmente e la possibilità si faceva più consistente di momento in momento. Ma il fiero Genin, altero, non dubitava minimamente delle sue deduzioni. Era il caposquadra, aveva dei doveri nei confronti della squadra. Fallire non era nemmeno contemplata tra le possibilità che si presentavano nella missione.

Se fallissi non potrei recarmi a Kiri…Non rivedrei Karin…Né vedrei per la prima volta mio figlio…Ci riuscirò è fuori da ogni dubbio…Non permetterò a me stesso di sbagliare come prima, quando ho lasciato che Shin venisse ferito. Probabilmente non c’è nulla che avrei potuto fare con le mie attuali capacità, però…Io detesto non poter evitare qualcosa quando reputo che non debba avvenire…Odio non poter agire…

~ Di colpo i ragionamenti vennero interrotti. Un fruscio, dapprima. Poi un incedere pesante, un librarsi in aria, il sibilante frastuono dell’aria che viene tagliata da un corpo che ne trancia la resistenza. Era il suo obiettivo. Aveva avuto ragione. Ancora una volta.
Un ghigno malvagio comparse sul suo volto, comunicante un’auto-esaltazione del suo ego che ora raggiungeva vette impensabili, sicurezza in sé, consapevolezza di non poter fallire. Un ghigno soddisfatto, che accoglieva questo come un qualcosa che sarebbe dovuto avvenire per forza di cosa, l’Uchiha ne era stato sempre convinto.
Aspettò di poter distinguere il rumore chiaramente e non appena previde dove per forza di cose il nemico sarebbe dovuto appoggiarsi per continuare nella sua marcia, Akira impastò rapidamente chakra e senza pensarci cominciò a risalire con frenesia l’albero verticalmente.

Let’s Rock!

~ L'atmosfera era elettrica, il ragazzo poteva sentire l’adrenalina esser pompata nel suo sangue a ritmo più frenetico di quello con cui il cuore dispensava sangue. Una rapidissima salita, il vento che scompigliava i capelli blu, il silenzio totale a contrastare con l’estrema concitazione di quel corpo.
Scomparve. Per alcuni istanti parve essersi annullato, svanito nel nulla più assoluto. In realtà era in movimento, ma il suo era un moto tanto veloce da non poter esser percepito dalla natura circostante.
Ricomparve esattamente al di sotto dell’ignaro nemico che teneva in spalla quello che era stato l’ostaggio degli shinobi del Konohagakure.
Un battito, del pulsante cuore. Silenzio. Poi, di colpo, un contatto; solido, resistente. Il bersaglio era stato centrato: il costrutto venne colpito esattamente sotto il mento e scaraventato per aria. Scagliato verso l’alto, costretto a mollare la presa sull’ostaggio. Non scomparve, ma per far accadere ciò bastò che andasse ad urtare con la dura corteccia di un albero vicino.


۞ Alzata della Foglia - Konoha Tounyuu ۞

SPOILER (click to view)
Posizioni Magiche: Nessuna
Villaggio: Foglia
Descrizione: Servendosi di questa tecnica il ninja, usando tutta la velocità di cui dispone, sparisce letteralmente, ricomparendogli sotto. Nell'istante successivo sferra un calcio ascendente che cercherà come bersagli il corpo o la testa avversaria. Se il colpo raggiunge il nemico, egli verrà scagliato in aria, raggiungendo un'altezza di almeno quattro o cinque metri. In questo caso l'avversario dovrà affrontare un leggero stordimento, mentre il danno subito non sarà poi così ingente (pari in realtà ad una ferita lieve).
Tipo
: Taijutsu
(Livello: 5 / Consumo: Medio-Basso)



~ Akira v’era riuscito, il suo piano aveva dato gli esiti nei quali il Genin aveva sempre confidato. E così, il ragazzo di Konoha, trovandosi a testa in giù poiché aveva scagliato il calcio ascendente, compì una coreografica piroetta in aria, accompagnato nel movimento dalla sua katana e dalle stridenti catene che portava legate ai manicotti. Con un gesto unito a questi, si caricò in spalla l’ostaggio finalmente recuperato e si accinse a tornare nella posizione dove aveva lasciato uno Shin in condizioni critiche, un Kisuke che non se la cavava bene e un Hinato indaffarato nel porre rimedio, per quanto le sue capacità gli consentissero, a quei danni rimediati dai compagni.
Nemmeno il tempo di crogiolarsi nella sua attuale impresa, che aveva in parte salvato l’esito della missione, che l’Uchiha dovette fare i conti con una nuova preoccupazione che serpeggiante s’insinuò nella sua mente:

E se…Il vero utilizzatore, sfruttando la mia lontananza, avesse deciso di attaccare gli altri? Solo Hinato si sarebbe potuto opporre, gli altri non ne sarebbero stati in grado a causa delle loro condizioni fisiche. E lo Hyuuga, dovendo difendere anche gli altri, non avrebbe potuto fare granché. Devo sbrigarmi.

~ Di nuovo, quello sguardo risoluto, con un che di beffardo però, grazie al compito appena portato a termine, facendo affidamento sulla sua arguzia.
Ci vollero pochi minuti per raggiungere il gruppo: Akira era stato più veloce possibile, e per fortuna ad attenderlo non v’era la scena che s’era prospettato. La preoccupazione venne scongiurata da quella visione, così l’Uchiha, senza perdere tempo, atterrò e osservò la situazione più nel dettaglio: Kisuke pareva esser stato medicato a dovere, e sembrava esser in grado di muoversi da solo. Shin invece versava ancora in condizioni precarie, più del previsto.
Akira guardò Hinato e Kisuke e dopo un cenno d’intesa col capo, coadiuvato da un ghigno che testimoniava la sua riuscita nel compito che si era prefissato, schizzò in avanti, ordinando ai suoi compagni di seguirlo con voce bassa e tonante:

Hinato, prendi Shin e seguimi. Kisuke tu vedi di farcela a starci dietro, dobbiamo darci una mossa. Su!

~ Ultimo sprono a velocizzare i preparativi e il gruppo fu alle spalle del suo capitano: si allontanava per il momento dai pericoli, essi erano stati combattuti e non evitati, ed una netta vittoria in campo di obiettivi raggiunti era stata riportata dal team grazie al lavoro di squadra, e alla capacità dei singoli di agire in maniera sempre eccellente ed adeguata.

Ce l’abbiamo fatta alla fine…Non ne dubitavo…Non posso fallire, sono nato per obiettivi ben più alti…A volte mi sembra che questi siano solo degli scherzi…come se stessi perdendo il mio tempo…Per arrivare a mio padre dovrei confrontarmi con cose ben più grandi…


۞ Kusa no Kuni, Albergo del Trifoglio: Ore 19:46


~ Calma. Silenzio. Elementi da sempre presenti nella vita di Akira, una costante presenza che era finita per divenire quasi una seccatura come tutto il resto. Eppure continuava ad apprezzare la quiete, la possibilità di riflettere, di non riempire i silenzi di parole senza senso, che non hanno altra ragion d’esistere se non il metter fine alla tranquillità.
Era una quiete quanto mai apprezzata, un clima di rilassamento che era proprio ciò di cui i quattro shinobi del Konohagakure avevano bisogno dopo una giornata estenuante. Erano passati ormai due giorni dalla loro partenza e proprio il secondo stava per tramontare. Il sole scompariva in un tripudio di tonalità che viravano dall’arancio al rosso, baciando con amore l’orizzonte.
I ninja si trovavano in un albergo in quel di Kusa, il Villaggio dell’Erba. Vi erano finalmente arrivati, dopo mille difficoltà. Il luogo era costruito in mattoni rossi all’esterno, e all’interno presentava un’accogliente sala in stile rustico, con camino e ricchi tappeti. Gli shinobi erano stati accolti con piacere dal proprietario della locanda, un uomo sulla sessantina con degli sporgenti baffi canuti e una testa con qualche capello bianco che spuntava qua e là, il tutto incorniciato da degli occhietti vispi ed un naso adunco ma raffinato.
Shin era stato lasciato a riposare in una stanza al primo piano: il Nara purtroppo, non avrebbe potuto continuare la missione a causa delle sue critiche condizioni fisiche. Il bracci presentava lesioni più gravi del previsto, e secondo il parere di Hinato, l’esperto in campo medico della squadra il ragazzo non avrebbe più potuto continuare la missione. Una squadra da Konoha sarebbe giunta presto sul posto e avrebbe postato con sé il giovane ragazzo dai capelli bianchi.
Kisuke invece si era ripreso dalla sua ferita alla spalla, grazie alle cure dello Hyuuga, che avevano notevolmente ridotto l’entità della ferita. [ferita lievissima]
Akira e lo stesso Hinato erano stanchi per l’eccessiva fatica accumulata, a causa dei ripetuti sforzi compiuti per la squadra, ma erano illesi. Sarebbe servito loro solo un po’ di salutare riposo per rimettersi in piena forma.
Il pomeriggio non aveva però offerto questa possibilità ai due. Hinato si era dovuto profondere nello sforzo di arginare i danni rimediati da Shin, mentre Akira, insieme a Kisuke avevano speso l’intera giornata ad interrogare l’uomo. Ne avevano ricavato diverse informazioni utili, l’uomo si era rivelato, come supposto dall’Uchiha, una utile fonte di notizie.
Il Genin vagava per la stanza inquieto, ormai l’uomo era stato consegnato alle autorità del villaggio e l’Uchiha ricapitolava nella sua mente le informazioni ottenute:

Allora: Kusa è in preda allo scompiglio per l’aggirarsi di questo killer. A quanto dice l’uomo l’assassino stesso è il suo mandante. Ho dovuto tranciargli un dito per farmi rivelare la verità…Quindi, il possessore della spada Raijin, trafugata a Konoha tempo fa, deve essere il creatore dei costrutti che abbiamo affrontato oggi. Per questo non si è palesato…L’uomo però non ha saputo rivelarci nulla, dice di aver ricevuti ordini in cambio dell’esecuzione dei quali avrebbe ricevuto a sua volta un lauto compenso. Ha però detto di domandare a colui che vende la carne, no nha specificato meglio. DIce che fors equella persona saprà dirci qualcosa di importante. E’ credibile tutto ciò…L’unica opportunità che rimane è di andare domani nel paese, a quanto dice l’ostaggio, all’indomani si terrà il consueto mercato settimanale. Persone importanti non si presenteranno, intimorite dalla possibilità di esser bersaglio del killer. Voglio vederci chiaro, qualcuno saprà dove si nasconde questo fantomatico assassino…

~ Akira si congedò da Kisuke e si ritirò nella sua stanza, raccomandando al Nara di svegliarsi all’indomani alle 8 di mattina e riposarsi durante la notte.
L’Uchiha salì le scale che lo avrebbero condotto al suo appartamento, per terra delle mattonelle di color mattone che ne coloravano il cammino. Passò prima dalla stanza ove Shin riposava, affiancato da Hinato che vegliava su di lui. Akira sghignazzò, quel ragazzo l' aveva impressionato: era un medico, era abile in combattimento, sapeva creare senjutsu. Per un secondo ebbe l’impulso di volerlo sfidare, lo spirito guerriero si riaffacciò nel suo animo, per esser prontamente represso e incatenato. L’Uchiha chiamò a sé lo Hyuuga e sussurrando per non destare il dormiente Nara, lo informò delle informazioni ottenute per poi dare disposizioni per il giorno seguente:

Hinato-kun, hai fatto abbastanza per oggi. Shin ora riposa, fallo anche tu, domani avrai bisogno di energie.

~ Si voltò: quel ragazzo gli rendeva impossibile l’esser eccessivamente duro e severo come al solito, l’austerità veniva momentaneamente riposta in quei momenti. Mentre chiudeva la porta dietro di sé, l’Uchiha salutò i due shinobi:

Notte.

~ Voce bassa, fredda, come al solito, ma era già molto quel segno di cortesia.
Poi, finalmente, il meritato sollievo. Un letto, accogliente soffice, morbido. Lenzuola candide, una doccia. Si spogliò con incredibile rapidità e si buttò sotto l’acqua, calda per sollazzo dello spirito. I capelli blu gli coprirono il volto, scendendo lungo l’intero viso e appiattendosi su esso.

Ci voleva un po’ di riposo…Sono esausto, troppo stress fisico e psicologico.Queste sono le missioni allora…Beh, ma è troppo poco per me…Spero ci siano difficoltà che mi mettano a dura prova, di queste bazzecole me ne infischio.

~ Incredibilmente, era sincero. Voleva raggiungere livelli ben più alti di quello a cui era. Voleva poter raggiungere il padre, esserne all’altezza, cercarlo, o almeno cercarne informazioni. E tutto quello che gli capitava gli sembrava terribilmente piccolo se confrontato a quell’ambizione.
Ancora bagnato, si mise un accappatoio bianco e si asciugò alla meglio, prima di infilarsi dei pantaloni e andare a letto. Prese sonno subito, Morfeo gli fu dolce amico, raccogliendolo nel momento del bisogno e allietandolo con il suo dono, il sonno, oblio degli affanni, tutore del recupero fisico e mentale.


۞ Kusa no Kuni. Ore 08:03


~ Mattina, una fresca brezza soffiava sul Villaggio dell’Erba, una luce intensa che portava con sé un calore moderato baciava le strade. Tutti erano in piedi per tempo, e dopo una abbondante colazione offerta dall’albergo e pagata dal Villaggio di Konoha, i tre shinobi, lasciando nella sua stanza Shin, uscirono dall’ospitale casa del loro riposo. Uscirono all’aria aperta: Kusa era un piccolo paese, ma molto popolato. La gente schiamazzava qua e là, il mercato era a pochi passi di lì. Akira, vestito a pennello e brillante nel suo candore, diede disposizione ai suoi uomini:

Oggi dovremo ottenere informazioni. L’obiettivo è scoprire dove si nasconde quest’uomo e se sono trapelate indiscrezioni su dove vengono trovati i cadaveri. Ci divideremo, in modo da sottoporre ad interrogatorio un numero maggiore di persone: non destate sospetto, dobbiamo cercare di non farci riconoscere. Per questo ognuno di vuoi esegue una Henge no Jutsu. Seguite queste foto come direttive.

~ Akira consegnò ai due ragazzi le foto di alcuni uomini semplici, nel quali tutti si sarebbero dovuti tramutare per non dare nell’occhio e non rendere ufficiale la venuta degli Shinobi di Konoha. Essere identificati avrebbe rappresentato un pericolo, che il capitano aveva abilmente aggirato con quell’espediente.
L’Uchiha ricevette due segni di assenso convinti dai compagni, e senza perdere ulteriore tempo cominciò la serie di trasformazioni. Mutò il suo aspetto i quello di un ragazzo di circa venti anni, con i capelli castani e spioventi, gli occhi neri e le labbra pronunciate. La pelle olivastra, e il fisico atletico completavano il quadro composto anche dalle vesti popolane, tipiche di Kusa.


۞ Tecnica della Trasformazione – Henge no Jutsu ۞

SPOILER (click to view)
Villaggio: Tutti
Posizioni Magiche: 1
Descrizione: Il ninja che pratica questa tecnica è capace di cambiare il proprio aspetto. Se la sua scelta ricade su qualcosa di diverso da un altro essere umano, per esempio un oggetto o un animale, questo deve essere compreso entro questi parametri: da 1/3 del proprio peso e volume (minimo) a +33% del proprio peso e volume (massimo). Il consumo Bassissimo va sottratto dalla propria riserva all'inizio di ogni turno di chi ha effettuato la tecnica.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 6 / Consumo di Chakra: Bassissimo)



~
Bastò poco perché anche Hinato e Kisuke usassero la Henge, ottimamente riuscita peraltro.
I tre si avviarono per le strade del villaggio, e dopo pochi minuti di cammino, dinanzi ai loro occhi si parò uno spettacolo che Akira non gradì particolarmente: tanta confusione, baraonda, schiamazzi , grida. Era il mercato, nella sua inequivocabile natura popolare.
Ed ecco la folla aggirarsi per le bancarelle, per le botteghe per i negozi. Varie le figure interessanti, che avrebbero potuto rappresentare una notevole fonte d’interesse. Un commerciante dai capelli ispidi e ricci, una vecchia gobba nella bottega del macellaio, un ragazzo con una katana legata alla spalla, un adulto uomo con dei baffi sporgenti, un commerciante d’armi, un ispettore della polizia del paese, un vecchio che arrancava con un bastone per la strada, una donna di media età con una pesante busta della spesa.
La scelta stava ora a loro: era fondamentale ottenere quelle informazione, e per farlo avrebbero dovuto scegliere le persone giuste. Intuito? No, spirito d’osservazione.







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~ Kyubi ~
view post Posted on 5/6/2008, 22:44




CITAZIONE

Nella pace nulla di meglio per diventare un uomo che la tranquillità e l'umiltà, ma se tu senti il soffio della guerra allora imita la tigre, indurisci i tuoi muscoli, eccita il tuo sangue, nascondi la tua lealtà sotto la fredda rabbia e infine dà al tuo sguardo l'orribile splendore.


CITAZIONE


† Parlato †
~ Narrato ~
Pensato



.:Find and Kill:.


~La mattina ormai era arrivata sul Villaggio dell'erba. Un odore di sangue stava aleggiando sul campo di battaglia dove i ninja di Konoha avevano appena combattuto. Questo odore proveniva dai due ragazzi Nara, infatti Kisuke e Shin erano stati feriti nell'attacco. Il maggiore, Kisuke caduto in ginocchio aveva ripostato una ferita alla spalla. Per quanto riguardava il minore il Nara ancora dolorante non riuscì a vedere bene il suo stato attuale. Questo era stato il prezzo per aver combattuto delle tigri fatte di solo chakra, possibile che fossero tanto veloci non avendo una vera e proprio corpo? La vista del Konohano si faceva sempre più debole, stava perdendo parecchio sangue. Con la mano ancora tremante se la portò alla spalla e cercò di fermare l'emorragia. Il respiro si era fatto sempre più smorzato dopo l'attacco, causato forse per lo sforzo eccessivo. Per quanto sofferete, per quanto stanco, per quanto debole fosse, Kisuke sentì dei passi rapidi toccare l'erba candida, e una voce seguì quel rumore di passi. Era il Capitano, l'Uchiha. Anche lui doveva aver finito con le bestie ed ora si stava gettando all'inseguimento dell'assalitore. Il tempo sembrava essersi femato, lì in quello spiazzo dimenticato da Dio. Ora erano rimasti solo in tre, i due Nara ancora feriti e prossimi allo svenimento e Hinato, il medico della squadra. Il ragazzo cercando di non svenire per il dolore facendo un piccolo sforzo si mise seduto su un piccolo dosso che sporgeva li vicino. Ora non c'era più nulla di cui preoccuparsi, il pericolo almeno per ora era passato, Kisuke nonostante fece cenno a Hinato di occuparsi di Shin per primo visto che non lo riteneva molto resistente così il Nara aspetto che il medico finisse la prima medicazione. Pressapoco dopo un paio di minuti, arrivò il suo turno, qualasiasi sarebbe stata la medicazione, lui non avrebbe guardato facendo così girò la testa dall'altra parte e trattenne il fiato per compensare il dolore provato in quell'istante. Completata la medicazione Kisuke si allontanò dai due e si rimise in piedi guardando la foresta. Il suo capitano si era allontanato da solo inseguendo quel tipo che aveva attacco poco prima il gruppo. Un po' preoccupato per le serti del suo leader il Nara rimase fermo a fissare la foresta cercando di scrutarne ogni minimo movimento o rumore. Poco dopo una figura stava uscendo dalla radura con passi veloci, il genin non fece nemmeno in tempo di tirare fuori un kunai che riconobbe la sagoma del capogruppo farsi sempre più vicina. Ormai in prossimità del gruppo il Capitano parlò schiettamente verso Kisuke e Hinato quelli che erano ancora coscienti. Il tempo di assimilare le poche parole nel cervello che subito tutti e i tre si ritrovarono dietro Akira, anche se Shin seguì il gruppo aiutato da Hinato. Così il gruppo seguì il capitano per tutto il giorno e finalmente riuscirano ad arrivare al Villaggio di Kusa, le iformazioni erano ancora ignote al gruppo, aprofittando della buona luce e delle condizioni di Shin, sia Akira che l'altro ragazzo Nara, Kisuke, iniziarono a interrogare l'uomo mentre Hinato cercava di rimettere in sesto il più piccolo del gruppo. Come previsto l'uomo fu una fonte di informazioni incredibile. Ci si poteva fare milioni di congetture seguendo tutte le piste possibili. Ormai ricavate tutte le informazioni, si poteva uccidere questa feccia dei bassifondi. Sfoderando la Katana guardò con un sorriso malevolo il suo capitano e con voce

†Akira ora possiamo togliercelo di mezzo ?



~Ma il capitano si allontanò senza aggiungere altro, scocciato da quel lieve menefreghismo il Nara guardò l'uomo sanguinante da una mano con lo sguardo colmo d'odio e disprezzo. La fortuna aveva girato dalla parte del poveretto, ma questo non avrebbe impedito a Kisuke di torturarlo per un po' di tempo. Fu solo quando la notte era scesa completamente che il giovane getto via i suoi Kunai sporchi di sangue e con un colpo secco alla nuca fece svenire l'uomo. Lo legò ben bene e lo imabavagliò con il fazzoletto sporco di sangue che prima era stato messo sul ditro mozzato. Stremata da quella giornata il genin si tolse i pochi indumenti ancora presenti e si infilò sotto le coperte sperando con tutto il cuore di non rivedere una giornata come quella per un po' di tempo. La mattina arrivò troppo presto per i gusti di Kisuke, gli uccelli cantavano già aldifuori delle finestre, i primi paesani stavo uscendo dalle abitazioni e si sentivano i primi bambini andare a scuola. Contrariato da quel rumore il genin si alzò dal tuo misero letto e si portò con passo pacato verso la finestra spostando del tutto la tapparella che bloccava il flusso del sole. Completamente aperte tutte le finestre la luce del sole si propagò per tutta la stanza e senza accorgersi il foglioso si trovò a respirare un'aria primaverile. Secondo l'orologio situato sopra la porta della stanza erano quasi le otto del mattino, aveva ancora un poì di tempo per prepararsi e incontrare gli altri tre. Così togliendosi il pigiama si buttò sotto una doccia, l'acqua ristoratrice tolse quel poco sonno che era rimasto al Nara. Una nuova giornata era inizata, così uscito e vestito a puntino con tutto l'equipaggiamento, si recò da Akira sperando in un piano d'azione per seguire l'uomo della famosa spada. Giunto all'esterno della casa di riposo assieme al solo Hinato perchè Shin era rimasto a letto, ascoltò le parole del Capitano molto attentamente.Ricerca di informazioni? Sembrava tutto molto semplice, troppo semplice perchè vada tutto bene. Ma nonostate il scetticismo Kisuke prese la foto di un tipo e seguendo nei suoi passi del suo Leader ne prese subito le sembianze. Una tecnica semplice che si impara all'accademia, se tutto fosse stato così semplice la missione sarebbe stata di livello D. Incerto sul proprio aspetto nascose il coprifronte e inziò a seguire il suo leader in quello che sembrava il mercato cittadino, un luogo tutt'altro che tranquillo e rimpianse il povero Shin che almeno se ne restava nella sua stanza tranquillo a dormire. Lì in quel inferno tutti potevano essere considerati possibile intermediari. Chi poteva esserlo veramente ? Come cercare un ago in un pagliaio.

†Tsk! Inizia la caccia.



CITAZIONE
† Tecnica della Trasformazione – Henge no Jutsu
Villaggio: Tutti
Posizioni Magiche: 1
Descrizione: Il ninja che pratica questa tecnica è capace di cambiare il proprio aspetto. Se la sua scelta ricade su qualcosa di diverso da un altro essere umano, per esempio un oggetto o un animale, questo deve essere compreso entro questi parametri: da 1/3 del proprio peso e volume (minimo) a +33% del proprio peso e volume (massimo). Il consumo Bassissimo va sottratto dalla propria riserva all'inizio di ogni turno di chi ha effettuato la tecnica.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 6 / Consumo di Chakra: Bassissimo)

CITAZIONE

Energia:Verde
Chakra:200/200----> 195/200
Stato mentale:
Tranquillo
Stato fisico:
Taglio sulla spalla ---> [Dopo le cure da considerarsi Lieve]
Ferita gamba sinistra --->[Dopo le cure da considerarsi Lievissimo]
Armi ed equipaggiamento:
Shuriken [x7]
Tatami Pieghevole [x1]
Katana [x1]
Kunai [x2]

Consumi:
5: Tecnica della Trasformazione – Henge no Jutsu

 
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GiacoTemari
view post Posted on 24/6/2008, 23:50




CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato

CITAZIONE
Hinato aveva da battere due tigri assieme,ma per non lui c’era stato problema sin dall’inizio,in quanto sapeva di essere l’unico a poterle eguagliare nel loro parametro più sviluppato:la velocità.Il Byakugan,infatti,oltre a conferire maggiore precisione ed un minore impiego di quantità di chakra per le tecniche,aumentava nettamente la capacità di muoversi rapidamente,ogni volta che voleva,grazie ad un pressochè perfetto controllo dell’energia corporea e spirituale contemporaneamente.A lungo aveva compiuto esercizi perché potesse raggiungere il livello cui ora poteva vantare di essere arrivato,anni di fatica e di duro lavoro che finalmente potevano offrire i propri frutti in circostanze come la seguente.L’unico problema che gli era rimasto era la scarsa stima di se stesso,che tuttavia riusciva a sopperire durante le questioni di vitale importanza.Ricapitolando:queste bestie capitanate da una persona,che poi si era scoperto essere semplici evocazioni,sia gli animali che l’umano,grazie all’innata dello Hyuga,avevano attaccato i quattro membri del Team,per una motivazione apparentemente sconosciuta,a cui però chiunque,con un attento ragionamento,sarebbe arrivato:non volevano che l’ostaggio,faticosamente catturato dai ragazzi,potesse essere interrogato e fornire informazioni;perderlo,per i Genin,sarebbe stato un duro colpo,a causa dei tanti sforzi buttati al vento,ma ciò non sarebbe accaduto,in quanto il capitano Akira aveva un piano in mente,affinché tutto filasse liscio come desiderava.I felini erano stati equamente divisi:due per Akira e Shin,e tre per Kisuke ed Hinato,di cui due sarebbero spettate proprio a quest’ultimo per il motivo precedentemente citato.Egli aveva attuato una strategia semplice ma efficace per un’arena in cui muoversi era difficile,data la molteplicità delle canne di bambù:puntava tutto sul Tifone della Foglia,e sui due Shuriken che delimitavano il raggio d’azione della tecnica,cosicché il successo sarebbe stato inevitabile,sia in caso di tentativi si schivate,che di parate.Era vero,sì,che le belve feroci che si ritrovava contro erano evocazioni,ma ad un danno sufficientemente ingente come un taijutsu di livello avanzato,od un’arma infissa nella testa,non avrebbero avuto scampo.La paura che in qualche modo potesse fallire era presente nel suo ego interiore,però cercava di ignorarla o di scacciarla:voleva proteggere se stesso,ma prima di tutto i suoi compagni,davanti ai quali non voleva,e non poteva,fare brutte figure.Momentaneamente,non c’era tempo per pensare a come fossero messi gli altri,lo avrebbe fatto appena avesse portato a termine il suo compito,in modo da soccorrerli subito dopo in caso di necessità.Dopo aver scagliato le due armi come previsto,prese una discreta rincorsa concentrando il chakra nei piedi,dopodichè spiccò il volo,e girando totalmente su se stesso e caricò un potente e veloce calcio da destra verso sinistra in direzione dei felini.Questi rimasero entrambi fregati:coluri che si trovava alla destra del giovane,prese in pieno la mossa,e scomparve all’istante in una nuvoletta di fumo,mentre l’altro,accortosi della fine che avrebbe fatto,cercò di allontanarsi con un balzo laterale,beccandosi in pieno l’arma che roteava in aria secondo un preciso canone.Fatto,almeno per il momento,ed anche in maniera eccellente,dato che non aveva subito alcuna ferita.Tra l’altro,grazie alla corrente creata dalla tecnica,gli Shuriken rimasero lì vicino,difatti li raccolse e li rispose nella sacca.Tirò un sospiro di sollievo e si guardò intorno,tuttavia non potè fare a meno di sussultare quando si aprì quello spettacolo innanzi ai suoi Occhi:Kisuke aveva eliminato il suo bersaglio,ricevendo però una ferita alla spalla,mentre Shin,invece,era rimasto ferito al braccio destro;in contrapposizione,Akira,sfrecciava verso la creatura umana nemica,la quale tentava di portarsi con sé l’ostaggio.Le ferite dei due ragazzi erano abbastanza gravi,più che altro quella del più piccolo del Team e,proprio per questo,non appena il capitano gli affidò l’incarico di occuparsi di loro,non esitò a correre loro incontro,annuendo all’Uchiha,che spariva tra le folte piante.Il Nara maggiorenne fece richiesta di essere curato dopo l’altro,e lì per lì lo Hyuga,lo lasciò fare,benché mezzo moribondo e sul punto di cedere.Per due minuti attivò la Tecnica delle Mani Curative solo su Shin,ma alla fine,un po’ di riflessioni,lo portarono ad agire in maniera diversa,per cui richiamò l’altro:

Kisuke-Kun,presto vieni qui anche te!La tecnica delle Mani Curative sarà più debole,ma almeno proverò a curarvi contemporaneamente:la tua ferita è meno preoccupante di quella di Shin,quindi ci metterò senz’altro meno tempo a ridurla di entità.Non lo faccio per mettermi in mostra,ma solamente perché se qualcuno ci attaccasse,da solo non potrei riuscire a fare molto con voi in questo stato..proteggervi e curarvi assieme sarebbe impossibile..nemmeno il Byakugan e le mie conoscenze mediche sarebbero sufficienti..Shin!..Dannazione!..Shin resisti,cerca di restare sveglio e di non perdere le poche energie che ti sono rimaste..presto andrà tutto meglio vedrai!


Il suo tono di voce era un misto tra agitazione,preoccupazione e paura vera e propria,ma non poteva non riuscire a mantenere la serietà professionale di un medico,altrimenti sarebbe crollato già in partenza.I continui rumori,i continui lamenti dei due pazienti,lo portarono in uno stato interiore in cui sentiva un certo senso di disperazione:era la prima volta in cui applicava gli studi medici,ed era più difficile di quanto pensasse,ma non per questo avrebbe mollato,dato che c’erano in gioco le vite di due persone importanti.Fortunatamente,lo squarcio presente sulla spalla dell’amico,smise di sanguinare presto,indi per cui con un cenno lo congedò,preferendo dedicare tutte le sue energie sull’altro caso,decisamente necessitante di intensive attenzioni.Dovette dare il meglio di sé:i denti dell’animale avevano rovinato i tessuti e persino le ossa,ed al suo livello non sapeva se fosse in grado di ricomporre tutto alla perfezione,o meno,e ciò lo fece decisamente cadere in uno stato di ansia incontrollabile.No,non poteva fare così:era un medico,ed i medici mantenevano sempre il sangue freddo,qualsiasi caso fosse loro capitato fra le mani.Si fece forza,e chiuse gli occhi,stringendo i denti per autoconvincersi,ma diverse lacrime si formarono e colarono lungo il suo viso:non poteva permettersi di sbagliare,non poteva deludere i compagni,però era debole,troppo poco allenato e solo ora se ne rendeva conto.L’impegno non era sufficiente,servivano i fatti che in questo momento mancavano;forse questo era un suo momentaneo limite,che con l’esperienza avrebbe pian piano oltrepassato,tuttavia doveva farlo adesso se voleva riportare Shin come nuovo.Non avrebbe saputo dire quanto tempo trascorreva e quanto chakra consumava,si rendeva solamente conto che era sempre più stanco ed affaticato,e che dei piccoli lievi danni comparivano attorno alle sue mani,a dimostrazione del suo stato fisico ed anche mentale;talvolta cedeva,e l’energia perdeva il solito colore verde luminescente,per poi riprendersi all’istante,donde evitare che gli sbalzi di intensità potessero danneggiare il corpo del paziente.L’innata era disattivata già da quando aveva iniziato le cure,tuttavia riuscì ugualmente a sentire degli scattanti movimenti in lontananza.Il panico lo avvolse:ormai Shin era fuori pericolo,essendo stata bloccata la fuoriuscita di sangue,ma sentiva che l’omero ancora non era del tutto aggiustato,perciò doveva continuare la tecnica in pace,evitando di combattere.Era vero che Kisuke era stato aiutato a dovere,però avrebbe comunque fatto fatica ad utilizzare la parte colpita come era abituato a fare,di conseguenza,in un combattimento contro un qualsiasi avversario,sarebbe durato poco.Le mani erano sempre posate delicatamente sul braccio del giovane ninja,mentre i suoi occhi osservavano chi arrivava:Akira,con in spalla l’ostaggio.Tirò un sospiro di sollievo:il capitano ce l’aveva fatta,e loro erano tutti fuori pericolo.L’Uchiha non perse tempo e diede dei precisi ordini,che gli altri eseguirono all’istante:Hinato smise di curare Shin e se lo mise in groppa,facendosi avvolgere l’addome con le gambe,e cingersi il collo con le braccia della povera vittima,dopodichè iniziò a correre velocemente.

La cognizione del tempo era ormai andata a farsi benedire,tanto che si accorse solo in ritardo che il colore del cielo stava cambiando:l’azzurro chiaro,limpido e senza nuvole,era costretto a lasciare il posto al rosso,all’arancio,e al giallo del sole che,poco alla volta,nascondeva sempre di più il proprio volto alle spalle dell’orizzonte lontano.In quel frangente,fece la sua comparsa la città di Kusa e,più precisamente,il delizioso albergo in cui i quattro ragazzi avrebbero alloggiato almeno quella notte:era fatto di mattoni rossi all’esterno,mentre all’interno era no presenti numerosi elementi edili che rendevano il posto veramente accogliente,ad esempio tappeti,quadri,poltrone ed altri.Anche il proprietario si prospettava come una persona per bene,sia dai modi di fare che dall’aspetto fisico:era calvo,ed i particolari che si notavano di più sul suo volto erano i folti baffi ed il naso adunco,che a loro volta mettevano in risalto i piccoli occhi vispi.Ciò che desideravano tutti era il totale riposo,ma non era ancora possibile almeno per quel pomeriggio:il medico avrebbe dovuto continuare ad utilizzare la Tecnica delle Mani Curative sul braccio di Shin,mentre gli altri due componenti del gruppo si sarebbero dovuti occupare dell’interrogatorio all’ostaggio.In una stanza al primo piano della locanda,il piccolo Nara era disteso sul letto a pancia in su,mentre invece lo Hyuga,accanto,continuava ed emanare dalle mani quella luce verde fotonica,con l’intento di stimolare la rigenerazione dei tessuti e delle ossa danneggiate dal morso,almeno fino all’arrivo di una squadra di soccorso.Ovviamente,prima di poter eseguire il lavoro,si era assicurato di aver chiuso ogni minima via di comunicazione con l’esterno,tappando ogni serranda fino all’ultimo buco:qualcuno dall’esterno,vedendo tale arte,avrebbe potuto individuare la posizione dei ninja di Konoha,i quali adesso non potevano permettersi di ricevere alcuna brutta sorpresa.Hinato manteneva il silenzio ormai da ore,e,nonostante potesse sembrare un tipo amorfo,lo faceva perché rifletteva dentro di sé:non aveva fame,né sete,né sonno,però sentiva il bisogno di staccare per qualche ora dall’utilizzo del chakra;al tempo stesso,inoltre,sentiva il dovere di non smettere e di sforzarsi maggiormente,poiché c’era in gioco il destino di un amico:le condizioni di quest’ultimo erano estremamente serie,e,con tutta probabilità,l’osso era fratturato,perciò non avrebbe potuto continuare la missione,o avrebbe veramente rischiato di dover smettere di fare il ninja.Erano pensieri che avrebbe volentieri evitato di avere per la testa,ma la consapevolezza di essere in parte responsabile del suo futuro,lo metteva in un grande stato di agitazione,che riusciva a nascondere di fronte agli occhi degli altri,donde evitare di sembrare il solito fifone.Eh si,il suo carattere era molto strano ed inusuale per un qualsiasi shinobi,tuttavia non c’erano dubbi sulle sue abilità ed il suo talento che venivano mostrati in battaglia,chiunque poteva confermarlo.Era ora di andare a dormire:il chakra diminuiva sempre di più e le mani iniziavano a fargli terribilmente male,per di più gli occhi si chiudevano e si riaprivano ad intermittenza.Basta,non poteva ammazzarsi,ciò che aveva potuto fare lo aveva fatto,al resto ci avrebbe pensato l’indomani mattina.Tirò un sospiro di sollievo e si asciugò la fronte dal sudore,giusto in tempo per accorgersi che Shin,finalmente,aveva trovato modo di addormentarsi,quindi le cure dello Hyuga stavano funzionando.Sussultò nel sentire dei passi lungo il corridoio:li riconobbe all’istante,era Akira.Egli si affacciò,osservando inizialmente la situazione,poi richiamò alla porta,il ninja che era ancora sveglio ma si reggeva a malapena in piedi.Lentamente,il giovane Genin dagli Occhi Bianchi raggiunse il ragazzo dai capelli blu,accennando un saluto con la mano,dopodichè,con molta fatica,riuscì a spiccicare parola.

B-Buona sera Akira-Kun..Sono t-terribilmente s-spiacente,ma più che tappare la ferita di Shin e stimolare la ricrescita delle parti danneggiate,non posso proprio fare..sono ancora troppo d-debole da questo punto di vista.L’omero sembra essere fratturato,di conseguenza non p-potrà proseguire la missione,se non vuole rischiare di subire danni maggiormente problematici.C-come è andato l’interrogatorio?


L’Uchiha prese a raccontare il tutto nei dettagli,che Hinato memorizzò uno ad uno,in quanto sarebbero stati necessari per l’indagine dell’indomani.Ci fu un breve periodo di tranquillo silenzio,rotto poco dopo dal maggiore dei due,che diede la buonanotte consigliando di riposare:la mattina seguente avrebbero dovuto affrontare una difficile fase della missione,e tutti avrebbero dovuto essere in piena forma.Sorrise,ed annuì,inchinando leggermente il capo come qualsiasi subordinato faceva per il proprio superiore:

Ti ringrazio,anche se avrei voluto poter fare molto di più di quel che sono riuscito.Buona notte Akira-Kun,a domani.


Non c’era una vera ragione per cui lo dovesse ringraziare,ma ne sentiva il bisogno,perché aveva notato che quella persona gli conferiva una grande forza di volontà,forse dovuta alla reciproca fiducia e stima.Hinato lo ammirava moltissimo,e semmai avesse dovuto dichiarare la persona che avrebbe desiderato diventare in futuro,senz’altro non avrebbe esitato nel pronunciare il nome di Akira:era un modello,un idolo,magari anche un obiettivo da raggiungere,proprio per il fatto che riassumeva in sé tutte le doti che uno shinobi in carne ed ossa era tenuto a possedere.Contento,chiuse la porta della stanza delicatamente,così da non svegliare il compagno,quindi decise di riposarsi con un bel bagno caldo,per poi stendersi sul letto e dormire.

I raggi del sole di una calda mattinata,diedero il buongiorno al giovane Hyuga,il quale avrebbe desiderato rimanere senza fare niente ancora per un po’,però il dovere chiamava,e lui non poteva sottrarsi.Tanto per cominciare si dedicò all’igiene personale,dopodichè testò le condizioni di Shin,constatando che,per fortuna,non vi era alcun peggioramento:il suo lavoro da medico era stato svolto bene.Soddisfatto dell’operato,mise in spalla lo zaino e si avviò verso l’entrata della locanda,dove,poco dopo,ricevette le istruzioni sul da farsi:ognuno avrebbe utilizzato una Henge no Jutsu per occultare la propria persona,poi i tre si sarebbero divisi per raccogliere maggiori informazioni possibili.Hinato annuì,componendo l’unico sigillo della tecnica base e trasformandosi nel ragazzo della foto mostratagli dal capitano:tutto d’un tratto si tramutò in una persona avente capelli biondi a caschetto ed occhi color del ghiaccio;anche la sua altezza era aumentata ed il fisico era più sviluppato a livello muscolare,ne dedusse quindi che,quel ragazzo,dovesse essere più grande di lui.Immediatamente i tre partirono alla volta del mercato del villaggio:un luogo gremito di bancarelle,dominato da un’incredibile confusione al proprio interno.Numerosissime persone vagavano in cerca della merce che li attirava.Hinato deglutì:quali di loro sarebbero state quelle giuste?

CITAZIONE
Chakra: 200-5=195.
Stato Fisico: Illeso.
Stato Mentale: Preoccupato.
Armi:
- Shuriken [x 5]
- Kunai [x 5]
- Makibishi [x 10]
- Flash [x 2]
- Fumogeni [x 5]
- BombaCarta [x 5]
- Kit Medico [x 1]
Tecniche Utilizzate:
- Tecnica della Trasformazione – Henge no Jutsu Link IMG
image
Villaggio: Tutti
Posizioni Magiche: 1
Descrizione: Il ninja che pratica questa tecnica è capace di cambiare il proprio aspetto. Se la sua scelta ricade su qualcosa di diverso da un altro essere umano, per esempio un oggetto o un animale, questo deve essere compreso entro questi parametri: da 1/3 del proprio peso e volume (minimo) a +33% del proprio peso e volume (massimo). Il consumo Bassissimo va sottratto dalla propria riserva all'inizio di ogni turno di chi ha effettuato la tecnica.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 6 / Consumo di Chakra: Bassissimo)

 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 17/7/2008, 19:54





..:: ۞ Enigma ۞ ::..



~ Narrato
Pensato
Parlato



~ ..:: ۞ ::.. ~



۞ Kusa no Kuni.

~ Il clima si faceva sempre più freddo. Per le affollate strade del mercato le figure si accavallavano, creando diversi sospetti nei tra shinobi e rendendo l’atmosfera sempre più elettrica. La domanda che balenava nella mente dei ragazzi era comprensibile e palese, quale sarebbe stato il loro informatore? Akira scosse il capo per un attimo, quasi dimentico di aver assunto le sembianze di un normale popolano del villaggio.

L’amministrazione di Konoha ha toppato alla grande. Come diavolo facciamo a capire chi è il nostro informatore tra tutta questa gente? Non ci ha affatto informato del suo aspetto o di qualche sua peculiarità.. A questo punto rimane non rimane altro che sperare che semplicemente esso si accosti a noi…Ma devo fare qualcosa per far si che ci riconosca…


~ Così lo Shinobi del Konohagakure estrasse il coprifronte del villaggio, celandone però l’incisione che lo avrebbe reso di facile riconoscimento. Sarebbe stato una sorta di indizio, che per i più sarebbe risultato al massimo una curiosità ma per l’informatore designato avrebbe rappresentato il simbolo mediante il quale identificare i ninja. Il sole si rifletteva cupo sulla lamina scintillante e veniva proiettato ora di qua ora di là mentre i tre continuavano a percorrere il loro percorso.
Ad un tratto però una figura attirò l’attenzione del Konohano: una anziana signora dalla pelle rugosa, con l’ideogramma del fuoco stampato sul suo kimono lo fissava insistentemente. Ad un tratto essa girò per un vicolo con decisione. Akira decisa di seguirla, suggerendo ai suoi con un cenno della mano di fare lo stesso.
Lo shinobi percorse la stradina dove ormai la folla lasciava posto ad una desolazione completa guardandosi intorno con sospetto.
Ma una volta allontanati debitamente dal marasma la vecchia interruppe la sua camminata e si voltò di scatto.

~ Konohani?

~ Disse con voce tremante e straziata dal tempo. L’Uchiha si guardò attorno, intuendo l’imbarazzo dei suoi compagni dinanzi a quella domanda. Decise dunque di prendere una iniziativa, da caposquadra qual’era: non bisognava confermare quella ipotesi, poteva essere un agguato, ma nemmeno depistare quella intuizione di quella che avrebbe potuto essere la loro fonte.

Una imboscata è difficile da immaginare, non abbiamo lasciato testimoni, nessuno sa del nostro arrivo. Siamo stati parecchio accorti.

~ Akira compose così il segno della tigre: era il seal del fuoco, il paese che ospitava il Konohagakure. Se la vecchia avesse intuito, come ci si aspettava da un informatore, tutto sarebbe filato liscio se non lo avesse fatto, ogni sospetto su di loro sarebbe stato scongiurato.
Ma l’anziana signora intuì alla perfezione in segno lanciato dall’Uchiha e disse, con voce rauca:

~ Da questa parte, Konohagakure no Sinobi.

~ Akira si profuse in un mezzo ghigno, era riuscito a ottenere quel che voleva. Così i tre si avviarono per le strade di quel vicolo, che dopo una piccola svolta a destra scendeva in una stradina ancora più stretta. Al suolo delle mattonelle di colore grigio quasi nero, umide, tipiche delle città antiche. La via era cinta dalle mura di diverse abitazioni dai muri ingialliti e invecchiati dal tempo, con alcuni segni di ruggine ancora matura.
Akira si voltò per un attimo a guardare con la coda dell’occhio i suoi compagni: non era ancora il momento di sciogliere la trasformazione, l’avrebbero fatto solo quando fossero stati realmente soli. Così l’Uchiha indicò con un gesto della mano, che tirò leggermente giù l’occhio sinistro, di tenere alta la guardia.
Ad un tratto uno scenario differente si profilò dinanzi alle iridi dei ragazzi: un portone ligneo, realizzato con legno duro di Tek e molto scuro, con un battente in oro massiccio, un po’ ammaccato e vittima dello scorrere del tempo.
Il passo dell’uchiha rallentò gradualmente sino a che si arrestò dinanzi alla porta. La vecchia estrasse dal suo lungo kimono un mazzo di chiavi con il quale apri la porta che cigolò notevolmente: all’interno dell’ambiente appena dato alla luce v’era solo oscurità, spezzata dalla fioca fiamma di qualche torcia.
Il caposquadra non ringraziò nemmeno la vecchia e fece cenno ai compagni di seguirlo: si era precedente fermato per qualche secondo a riflettere, ma poi quasi avesse avuto un colpo di genio, si era risolutamente deciso a fare il proprio ingresso in quell’area.
Non appena furono dentro Akira avanzò di proposito molto, immergendosi nelle tenebre: a quel punto la vecchia sbattè la porta con violenza e una risata si udì nel buio. Una risata cupa e profonda.
Era appartenente all’Uchiha, che ora si era prodotto in un ghigno incredibilmente pronunciato.

Siamo in trappola…Finalmente.



~ I compagni basiti lo osservavano, quasi fosse divenuto pazzo e fosse felice di essere caduto in una imboscata. Ma Akira non era il tipo da lasciarsi incastrare e tutti lo sapevano bene.

Provate ad aprire quella porta…l’ha chiusa alle nostre spalle.

~ Continuò a mantenere quel ghigno malefico ma proseguì tentando ora di chiarire le idee ai compagni.

Ma state calmi…Avevo previsto tutto.

~ I suoi occhi scintillarono nel buio. L’Uchiha sciolse la trasformazione e prese a spiegare lòe sue deduzioni ai ragazzi.

Potete sciogliere la trasformazione… Non c’era nessun informatore, l’accademia ci avrebbe avvisato se ci fosse stato, e ci avrebbe fornito dettagli sulla sua persona per riconoscerlo. Era tutto un piano per attirarci qui…e io lo sapevo già…Ma ricordate le parole di quell’uomo ieri? Non sapeva nemmeno lui dove si nascondessero i suoi superiori. Questo vuol dire che si nascondevano. E se si nascondevano, si nascondevano da qualcosa. Ovvero da noi. Sapevano benissimo che saremmo arrivati, nonostante non avessimo lasciato testimoni. Non chiedetemi chi glielo ha spifferato, ma credo che si tratti di qualcuno interno a Konoha. Ma ora non abbiamo tempo di pensare a questo…Se loro sapevano del nostro arrivo ci avrebbero comunque catturato in una imboscata, e dunque ho pensato che…Se non potevamo trovarli…Avremmo lasciato che loro venissero da noi. Per questo tenete gli occhi aperti, arriveranno a momenti.

~ Strinse un pugno e seguitò, sentiva l’adrenalina pompargli nel sangue.

Perché sapete questo cosa vuol dire? Che per fermarci dispiegheranno un notevole numero di forze, è la loro occasione. E anche la nostra, ragazzi. Avremo informazioni. Preparatevi a fargli capire cosa vuol dire essere degli shinobi di Konoha.

~ Aveva previsto tutto, come ci si aspettava da lui. Aveva un’intelligenza argutissima, era scaltro e disilluso e queste caratteristiche gli avevano permesso di ricavare una occasione epr confrontarsi con il nemico, scovandolo. Era stato geniale.
Poi dei passi, parecchi, quasi volessero essere celati, ma senza riuscire in questo intento.
Senza voltarsi, rivolse, con voce calma e pacata una domanda a Hinato:

Hinato-kun, quanti sono e con quale formazione procedono?

~ Avrebbe atteso una risposta. Gli uomini erano dieci e procedevano con una prima linea di cinque componenti, una seconda di quattro e una terza di uno solo. Grazie alla fondamentale occasione fornita dallo Hyuuga i tre avrebbero potuto formulare un piano in anticipo.

Li attaccherò per primo io, voi fatevi indietro. Dopodiché, fateli secchi.

~ Akira spense le torce che li circondavano schiacciandole sotto i suoi calzari neri con prepotenza dopodiché, immerso nella completa oscurità, balzò sul soffitto, distante dal suolo circa 4 metri. Impastò del chakra nella suola dei piedi e si appese a testa in giù al soffitto attendendo i nemici: quegli istanti erano carichi di pathos e tensione, così l’Uchiha chiuse gli occhi, affidandosi al suo fidato udito.
I passi si avvicinavano semrpe di più.

Non ancora…

~ Ad un tratto l’incedere nemico si fece più rumoroso e Akira cominciò a comporre rapidamente dei sigilli.

Ora!

~ Impastò il chakra nella bocca, sentì il suo fluire incrementarsi e in un istante riversò addosso alla prima schiera di nemici, che era esattamente a lui sottostante, una immensa valanga di fuoco.

KATON: GOUKAKYUU NO JUTSU !!!

~ La sua voce cupa rimbombò in quella specie di caverna, tenebrose e mortifera. Quattro nemici furono eliminati sul colpo, ustionati da quell’invenzione dell’Uchiha. Il fuoco li avviluppò e li inghiottì per poi distruggerli. Ma ne rimanevano altri sei. Akira lasciò l’incombenza a Hinato e Kisuke, ritenendo più vantaggioso per il gruppo procedere lungo il soffitto e superare la bolgia. Aveva dato il suo contributo spaventando gli assalitori ed eliminandone una consistente parte da solo.

۞ Katon: Goukakyuu no Jutsu ۞

SPOILER (click to view)
Posizioni Magiche: Serpente, Tigre, Cinghiale, Cavallo, Tigre
Villaggio: Foglia
Descrizione: Questa arte magica è la base per quasi tutte le tecniche di fuoco del villaggio della foglia. Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere un getto di fiamme che arriva anche a sei metri dall'utilizzatore, e raggiunge una larghezza non inferiore ai tre. Chi è colpito da questo jutsu riporta ustioni medio-gravi su tutte le parti interessate. All'inizio il difetto di questa tecnica è che ci vuole molto tempo per impastare il chakra da utilizzare e che il ninja deve rimanere fermo mentre la esegue, ma dal grado di chunin in poi questa carenza viene a cadere, compensata dall'esperienza dello shinobi.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio) )



Poi l’uchiha scese finalmente dal muro e si ritrovò dinanzi agli occhi uno spettacolo che avrebbe preferito evitare: un enigma.
Sul muro dinanzi a lui, v’erano incisi due ideogrammi, sul cui significato il ragazzo era più che certo. I due segni però erano collegati tramite delle frecce ad un cerchio al cui interno vi era il vuoto.



Maledizione…Un enigma…

~ Alle sue spalle nel frattempo l’ultimo componente della squadra si era lanciato all’attacco di Hinato utilizzando una tecnica particolare e potentissima: il Chidori. Come poteva quel’uomo avere la padronanza di quella tecnica? Sarebbe toccato agli altri due membri del team sconfiggere quei sei uomini.
E risolvere l’enigma, sul quale Akira si interrogava.
L’uomo del Chidori, comunque, si sarebbe poi lanciato contro l’ignaro Uchiha, utilizzando sempre il millefalchi.
Una situazione critica. E come tale ricca di tensione.







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