Spezzare la noia, x Jamie

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§Vash§
view post Posted on 5/1/2008, 18:56




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Quella mattina non appena uscito di casa il trambusto per le strade e il sole ardente nel cielo limpido gli avevano dato l'impressione di rivivere la stessa giornata del giorno prima e di quello prima ancora. In certi periodi il villaggio era di una monotonia pazzesca , che dava a Vash un forte senso di frustrazione nel sentirsi inutile e sprecato tra le mura di quel paese che aveva visto le sue origini. Fortunatamente la giornata si prospettava meno tediosa di quelle precedenti , passate a scrivere schede sui nuovi studenti e su quelli appena promossi a genin . Doveva sorvegliare il portone principale e organizzare il turno di guardia con gli shinobi che avrebbero prestato servizio sotto i suoi ordini , quindi dopo aver assegnato ad ogniuno la posizione da mantenere , si sedette all'ombra di uno dei rari alberi presenti a Suna , leggendo i permessi di entrata al villaggio per quella giornata. Fece spesso il giro di tutte le mura controllando l'operato dei suoi sottoposti , che risultavano sempre impeccabili per quanto non avessero mai molto tempo per riposare da quando dopo il ritiro del Kazekage avevano dovuto aumentare il livello di sicurezza per mantenere sicuro il villaggio . L'improvvisa scomparsa della figura reggente di tutto il paese del vento aveva gettato nel panico i più giovani e allarmato i più anziani che avevano deciso di affidare ai chuunin di nuova generazione la gestione delle incombenze , dividendole in modo equo tra quelli che il consiglio degli anziani aveva ritenuto più meritevoli di assumersi delle responsabilità e l'autorità per far rispettare le decisioni prese.

La mattinata passò in fretta senza alcuna preoccupazione , così dopo aver dato il cambio alle guardie perimetrali , si mise vicino al portone d'ingresso al villaggio aspettando che venisse il suo turno per prendere una piccola pausa e potersi rifocillare alla piccola locanda che per pochi ryo preparava abbondanti porzioni di ramen e un dolce con fagioli rossi . Mentre attendeva lanciava occhiate a tutti i passanti che mostravano documenti alla guardina , per capire se ci fossero dei malintenzionati o delle spie , o semplicemente per intimidire quelli più coraggiosi che osavano guardarlo dritto in faccia per poter poi raccontare cattiverie sul suo conto. Si diceva in giro che fosse uno spietato ninja assassino , che uccidesse per futili motivi senza riflettere sul valore della vita , la gente era arrivata a chiamarlo il Demone Rosso di Sunagakure. Odiava essere considerato un individuo pericoloso , proprio lui che dalla mattina alla sera proteggeva la gente del villaggio con tutte le sue forze e avrebbe continuato a farlo pur contro la loro stolta volontà. Li trattava con disprezzo , ma non si sarebbe mai azzardato a far loro del male proprio perchè dentro di sè sperava che un giorno potessero finalmente crederlo animato da vera passione e non solo dal demone che tutti i giorni e tutte le notti lo tormentava. Quando finalmente arrivò la sua volta , si sedette al bancone su di uno sgabello con un morbido cuscino e ordinò il piatto in offerta speciale ai ninja del villaggio .

Dire che maggiore tempestività non poteva essere usata sembra un eufemismo , dato che non appena aveva spezzato le bacchette e le aveva infilate nel sugo per raccoglierne la pasta , un suo sottoposto lo avvertì che delle spie avevano appena rubato dei rotoli contenenti missive e segreti del villaggio , varcando le mura perimetrali poco distante dalla porta principale ove nessuno si sarebbe mai aspettato un assalto. Lasciando intatto il suo pasto , prese a correre in direzione delle mura ove trovò i cadaveri di due valorosi shinobi che avevano pagato con la vita la loro forza d'animo per rallentare le spie . Stringendo i pugni Vash vide che le mlaugurate anime che avevano commesso il crimine avevano cercato la fuga verso il deserto invece che verso le montagne e questo sarebbe costato loro tutto. Molte orme si confondevano nella sabbia , ma quelle più recenti dimostravano un nugolo di circa sei , sette uomini diretti verso l'osasi di Ankara ove avrebbero sicuramente fatto una pausa prima di riprendere il cammino. Sorridendo maligno Vash slacciò la sua preziosa Giara e la ripose a terra , nel deserto non gli sarebbe servita , perchè il suo elemento lo avrebbe preso dalla natura per calarlo con maggiore rabbia e foga sugli assassini che avevano osato depredare il villaggio. Raggiunse l'osasi di Ankara facendo un tragitto speciale che gli avrebbe consentito di ridurre il tempo impiegato , infatti quando arrivò alla sorgente , le spie erano ancora lì che con fare cauto quattro si abbeveravano mentre due tenevano d'occhio l'orizzonte per scorgre possibili inseguitori. Attendere non sarebbe servito a nulla , se qualcuno doveva temere l'ira del deserto , quello non era certo lui , che con fare sicuro si avvicinava ai ninja ormai preparati al suo arrivo.

Armi da lancio si conficcarono sullo scudo di sabbia che protese il corpo di Vash dall'immondo attacco e lo rispedì al mittente rafforzato della forza della sabbia che spazzò via i due elementi più vicini e quindi più esposti al contraccolpo venendo bersagliate dalle stesse armi da loro lanciate poco prima. La paura si dipinse sui volti dei restanti nel vedere i loro compagni morire mutilati , quindi raccogliendo le forze provarono un attacco corale su più fronti verso l'unico obiettivo comune . L'attacco era l'unica mossa che avrebbero dovuto evitare come si evita la fame , infatti non solo i loro colpi non arrivarono a destinazione , ma si trovarono imbrigliati nella sabbia che strinse la sua morsa su quei soffici corpi impedendone i movimenti . Vash li guardò ad uno ad uno , mentre con la mano stringeva sempre di più la sua morsa frantumando gli arti dei nemici che imploravano una pietà che il ragazzo non aveva. Solo uno venne salvato dallo stritolamento e quindi dal funerale del deserto , quello che il chuunin posseduto dal demone Shukaku ritenne essere il capo dell'allegra combricola di assassini e ladroni. Ridotto in fin di vita venne trascinato per le gambe fratturate in più punti da un sottile filo di sabbia che teneva legato il suo piede mentre Vash camminava in direzione del palazzo ove c'erano le celle per quelli che come lui avevano osato tradire o vendere informazioni di Suna. Finalmente tornò al suo pasto e una volta finito si sentì nuovamente in grado di finire il suo turno.

Sedette sulle mura con sguardo assente , mentre ripensava alla sua stessa furia ceca che lo avev portato ad eliminare poco prima cinque persone , confermando forse la sua nomea di Demone Rosso . Rifletteva sui sui gesti e sulla sua freddezza in combattimento , quasi non lo riguardasse quello che la sua sabbia poteva fare ai nemici , poco gli importava se gli arti venivano strappati e se del corpo rimaneva solo una umida poltiglia a macchiare la sabbia , a lui interessava solo il fine che prima di prendere parte al combattimento aveva pensato. Nel villaggio forse nessuno la pensava come lui , ma non gli importava molto dato che lo avrebbero considerato lo stesso un mostro sanguinario , senza nemmeno avere il coraggio di rivolgergli la parola per il timore di venire mutilati. Gli stessi shinobi ai suoi ordini lo temevano e lo trattavano con il rispetto dovuto solo per paura e non per pura stima . questo sconvolgeva la mente del giovane che voleva solo essere compreso e capito . Il sole stava ormai tramontando sul villaggio della sabbia , ma lui non accennava a spostarsi , fece solo un cenno con la mano alle guardie permettendogli così di tornare a casa a riposare mentre quelle del turno notturno capitanate da un altro chuunin avrebbero presto preso posizione .

















 
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» Jamie _
view post Posted on 12/1/2008, 11:41




CITAZIONE
Parlato
Narrato
Pensato

L'inizio ha sempre bisogno della fine per continuare il suo tragico tranello: la vita, e in quanto tale, la fine nn è altro che uno strumento della vita per porre fine a se stessa...



Tic Tac Tic Tac

Speranza.


Tic Tac Tic Tac

Amore.


Tic Tac Tic Tac
Cose totalmente assenti nella vita di Jamie: talmente estranee che non ne sentiva neanche la mancanza o meglio non le rimpiangeva. O forse no...
Non poteva rimpiangerle, prima di rimpiangere qualcosa bisogna averci vissuto a stretto contatto e poi perderla improvvisamente, Lei, non le aveva mai avute nè provate, anche se avrebbe voluto pensare che fossero splendide e fragili, come ogni ragazza della sua età.

Un raggio di luce entrò timidamente dalla finestra semi aperta, illuminando il volto della Kunoichi, la quale si sveglio di soprassalto.
Ennesimo sogno, ennesimi pensieri.
Era già un po' che andava avanti questa storia, probabilmente erano anni ormai, anni in cui la ragazza aveva portato a termine la propria maturità mentale. Forse era proprio questo il motivo di tutto.
Erano le prime ore del mattino, Jamie non poteva più sopportare di starsene lì ferma a dormire, mentre la vita scorreva caotica e frenetica.
Si stiracchiò lentamente godendosi quelle prime ore del giorno mentre il luogo era avvolto in un silenzio cupo e surreale.
Si alzò dal letto a fatica e uscì lentamente dalla sua stanza per scendere al piano di sotto a mangiare qualcosa.
La voglia di nutrirsi finì presto, quindi salì ancora di un piano per andare a vestirsi e a prepararsi: sarebbe uscita presto. Era strano pensare come il tempo passasse inesorabilmente, anche quando sembrava impossibile.
Anche quando il rintocco di ogni secondo faceva male
come il sangue che pulsa nelle ferite. Passava in maniera disuguale, tra strani scarti e bonacce prolungate, ma passava.
Persino per lei.

WORK IN PROGRESS


 
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