Narrato
Pensato
Parlato
Pensato Zaku
Parlato Papà
La Fine del Genin di Oto
Come?Ero completamente allibito dalla rivelazione shock che mio padre aveva avuto l'ardire di fare, non potevo assolutamente credere alle parole che mi aveva appena rivolto.
Cercando di mantenere il tono più calmo possibile riformulai la domanda in modo che sarebbe stato più facile per lui fornirmi una risposta decente:
Tu stai dicendo che avrei un fratello a suna?Con la massima indifferenza mio padre disse semplicemente:
Si, hai un fratellastro a Suna, e vorrei che faceste conoscenza Kaitos.
A proposito, si chiama Kaito.Oltre ad essere indifferente mostrava una estrema strafottenza, nn avevo voglia di giocare, quindi decisi di ottenere più informazioni possibili, dovevo capire chi fosse questo mio "presunto" fratello ed eliminarlo, ma avevo bisogno di decisamente più informazioni, se volevo ottenere qualche risultato soddisfacente.
Con grande fatica ripresi a parlare cercando di recuperare il sangue freddo, ma risultava una impresa piuttosto ardua, attivai la mia Kinjutsu, volevo far sentire tutto pure a Zaku, in modo che fosse al corrente della situazione.
Ti Spiacerebbe rivelare più particolari sul suo conto?Ma Zaku si era gia insospettito, quindi mi chiese subito un piccolo resoconto della situazione:
Che succede Kaitos?Quindi risposi brevemente:
Non ho tempo, ma sembra che abbiamo un fratello e vorrei ucciderlo, perchè potrebbe essermi scomodo, dovremo fare un viaggetto a suna, se ciò nn ti dispiace.Ma ad interromperci fu la voce di nostro padre, che con quel tono pacato che lo aveva sempre caratterizzato mi rispose:
Ok, ti dirò tutto quello che sò; si chiama Kaito Kanemori, è il tuo fratellastro e si è appena diplomato all'accademia di suna, ho sentito dire che se la cava bene con le tecniche di vento, e facendo il test degli elementi è risultato affine alla terra e al vento.
Direi che è promettente, molto più di te, e non ha una seconda testa sulla schiena e cosa più importante è che gli insegnerò la tecnica di famiglia.Appena sentii quella provocazione esplosi e non riuscii a contenere più quella rabbia che stavo cercando di reprimere con tutte le mie forze, perciò senza neppure accorgermene vuotai il sacco:
Bene, io ucciderò Kaito e ti porterò il suo cranio, fidati, anche se non ho affinità con nessuno degli elementi posso usare la Zankuuha e ucciderlo, mi dispiace ma perderai un figlio paparino.Cosi mi diressi correndo verso camera mia avevo in mente un piano per ucciderlo, ma avevo bisogno di attrarlo in una esca, cosi scrissi rapidamente una lettera il cui affermavo di essere appena venuto a conoscenza della sua esistenza e che volevo incontrarlo oltre a fargli vedere l'incontro della finale del torneo Hurricane, un torneo a cui stavo partecipando e dovevo disputare solo la finale, sicuramente l'allocco ci sarebbe cascato come un idiota, e lo avrei ucciso prima di vincere il torneo.
Terminai di scrivere pochi minuti dopo, avevo tenuto un tratto pulito e curato per suscitare sin dal primo minuto una buona impressione, poi legai il foglietto alla zampa del falco di famiglia adibito alle consegne e lo spedii a suna, ero sicuro che glielo avrebbero recapitato perchè avevo dato precise istruzioni affinchè potesse arrivare la lettera a Kaito; cominciai a preparare la valigia per partire per suna, ma appena scesi le scale che univano camera mia al soggiorno trovai mio padre con una Katana sguainata, era il cimelio di famiglia, sapevo che aveva un valore davvero inestimabile, ma data la situazione non riuscii a tenere a freno la mia lingua:
Vuoi che usi questa per poter far fuori Kaito?
Ok, lo faccio ben volentieri.Appena cercai di afferrare la spada egli scattò e sentii il sangue scorrere dal mio petto, mio padre mi aveva trafitto il cuore usando la katana di famiglia, era finita per me, non me lo aspettavo, e come un povero bambino viziato dissi:
Dovevo essere io l'assassino, ma a quanto pare sono solo una vittima.E caddi a terra, oramai era finita, quindi chiusi gli occhi e aspettai che la dolce signora con la falce portasse via la mia vita.
