Due su tre, un buon risultato considerato il tipo di danni che aveva certamente causato al suo avversario. Aveva sentito il suo chakra perforare i muscoli della gamba destra del suo avversario con una facilità impressionante. Nonostante conoscesse quella tecnica già da diverso tempo, non la aveva mai utilizzata in ambito combattivo per debilitare il proprio avversario, proprio come aveva fatto pochi attimi prima, ci voleva una certa concentrazione per mantenere affilato il chakra sulla propria mano, abbastanza da penetrare tra i tessuti del Koga, e nonostante avesse decisamente sviluppato una certa abilità nella manipolazione del chakra, non credeva di aver raggiunto già un tale livello. Considerando i risultati, tutti gli sforzi che aveva fatto per ottenere quelle conoscenze e quelle capacità mediche erano stati ripagati, offrendogli un’arma decisamente curiosa. Nonostante i muscoli della gamba recisi, il genin di Kiri non si era fermato, preso dalla foga dell’attacco, esponendosi nuovamente al seguito di un affondo, che aveva permesso al Mikawa di raggiungere l’avversario, questa volta al petto, recidendo con la stessa tecnica i pettorali e deltoidi dell’avversario. Nonostante i danni subiti, però, il Koga era stato abbastanza accorto da sfruttare il mancato risultato della sua azione offensiva per continuare il suo attacco. Usufruendo della katana piantatasi nel terreno, aveva compiuto una rotazione sull’elsa, ritrovandosi alle spalle del Chuunin, tentando nuovamente un approccio diretto verso la schiena del Lampo Nero con un calcio destro, la stessa gamba che precedentemente era stata ferita dal Bisturi di Chakra di Ryosuke. Senza fermarsi a riflettere per un solo istante, Ryo si voltò di scatto facendo perno sul proprio piede sinistro, strusciando il piede destro a terra per evitare di pestare i Makibishi ancora sul terreno, e mise il braccio sinistro, il più vicino all’avversario, nella stessa posizione con cui aveva parato il precedente calcio del suo avversario, formando un angolo di novanta gradi tra l’omero e l’ulna e la tibia. Nonostante fosse certo che il colpo portato fosse notevolmente inferiore, in quanto a potenza, rispetto al calcio precedente, il Mikawa si era premunito di concentrare una determinata quantità di chakra sul proprio braccio sinistro per aumentarne la resistenza ed evitare di subire ulteriori danni al braccio che già pochi attimi prima era stato contuso dall’avversario. Come Ryo si era parato da quel colpo, accusando solo un lieve dolore questa volta, il giovane Genin della nebbia aveva portato un secondo affondo con la mano sinistra, quella in cui stringeva saldo il Kunai che precedentemente aveva estratto mentre si avvicinava, ormai diretto verso il polmone sinistro. Rimanendo ben piantato a terra il Mikawa aveva deflesso l’affondo avversario con la propria mano destra, e spostandosi leggermente a destra si era ritrovato ad avere il kunai a pochi centimetri a sinistra della sua spalla, contemporaneamente alla deflessione avrebbe portato un pugno con la propria mano sinistra verso il volto avversario, usando tutta la velocità e la forza di cui disponeva, tale da fratturargli il setto nasale. La mano destra nel frattempo era rimasta all’altezza del braccio avversario, pronta a proteggersi da qualsiasi tentativo di attacco.
“Ci hai provato ragazzo”
Pensò il giovane Mikawa osservando il suo avversario prendere le distanze una volta terminato il suo attacco. Il Koga si era andato a poggiare a diversi metri di distanza dal giovane chuunin della nebbia quando i primi effetti dell’attacco del Lampo Nero si fecero vedere, la gamba destra su cui erano stati recisi il muscolo iliaco ed il legamento infuinale cedette, lasciando in ginocchio quel giovane ninja, ancora confuso per quello che era successo. Eppure quel ragazzo non si dava per vinto, nonostante la gamba fosse debole e non gli fosse possibile caricarci sopra il peso, usò la propria Katana per tirarsi su, non voleva di certo accentuare così tanto la sua debolezza davanti a quell’avversario che lo aveva appena ridotto in quelle condizioni. Sul suo viso si era scavata un’espressione di dolore, abbastanza marcata da capire che quei colpi ben assestati avevano avuto più effetto di quanto il Mikawa avesse voluto. Non voleva uccidere nessuno, aveva iniziato quello scontro per curiosità, interesse, ed anche se non aveva trovato quello che stava cercando non riteneva opportuno accanirsi verso un giovane del suo stesso paese, per quanto fosse stata stupida la scelta da lui fatta, attaccandolo. Ferirlo in quel modo non lo aveva di certo soddisfatto, non era sua intenzione. Non si sentiva in colpa per come aveva affrontato quello scontro, ma osservando quel giovane da debita distanza, ricoperto di ferite, non poteva non provare un minimo di pietà per lui, ormai ridotto a pezzi. Non era ancora pronto per affrontare un avversario del suo calibro, di sicuro lo aveva capito, ma non per questo il Chuunin si sarebbe dovuto comportare in maniera differente. Ormai, al termine di quello scontro, perso in partenza per il giovane Koga, mantenere alte le ostilità nei confronti di quel ragazzo non sarebbe servito a niente, e magari il Mikawa si sarebbe risparmiato altre seccature. Un occhio buttato sul suo avversario e notò che anche il colpo al petto non doveva esser stato leggero. Sul suo volto ancora una volta volta si potevano notare i segni della sofferenza, maggiormente esplicitati dalla spontanea azione di portare la propria mano al petto, per tentare di fermare il dolore che a poco a poco si stava diffondendo, come un fuoco libero che avanza sempre più. I danni ai muscoli non sono certo da sottovalutare.
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Il Koga espresse poco dopo il suo stupore, parole deboli e confuse, coperte dal fiatone e dai segni del dolore che iniziavano a manifestarsi anche nella voce del giovane genin. Il Mikawa non fece molto caso alle parole che egli aveva appena detto, si limitava a guardarlo, a capire che tipo di persona era e che cosa avrebbe fatto ora che le sue condizioni fisiche non gli permettevano di continuare facilmente quello scontro.
«Sei sicuro di voler continuare?»
Chiese pacatamente il Mikawa osservando quasi con dolcezza quel ragazzo a pochi metri da lui, ormai pronto a mettere da parte tutte le ostilità. Negli occhi del chuunin quasi si poteva leggere compassione per quel ragazzo, evidentemente sconfitto da una stupida azione senza senso. Eppure quel ragazzo non mollava, era riuscito a mantenere alto il suo onore, anche se era stato convinto, sembrava quasi soddisfatto di quello che era appena successo, sembrava contento di aver perso. Si accasciò sul terreno umido, abbastanza da sporcarlo, sfoggiando uno strano sorriso verso il Mikawa, che ancora non lo riusciva a comprendere. Era abbastanza chiaro ciò che voleva significare quel gesto, ciò che intendeva il Koga, ed il Mikawa non aveva intenzione di portare avanti una crociata senza alcun motivo.