Big Mistake, Gennosuke Koga Vs. Ryosuke Mikawa

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¬Kob
view post Posted on 2/11/2013, 18:05 by: ¬Kob




Due gradini verso il Baratro
Ryosuke Mikawa



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La strada scorreva lenta sotto i piedi del giovane Chuunin di Kiri, ancora incappucciato e carico di uno zaino pieno di cianfrusaglie che trovava di nessun valore, che per tutto il cammino lo avevano accompagnato cozzando tra loro, producendo una cacofonia di suoni metallici. Lo zaino che si portava dietro era stato riempito con la refurtiva dell’ultima missione a cui aveva preso parte il ragazzo, ultimata poche ore prima di partire nuovamente verso Kiri, verso casa.
La mattina era arrivata velocemente, dopo quasi tre ore di cammino Ryosuke Mikawa aveva varcato i confini del Paese dell’Acqua, riconoscendo il clima ostile di casa sua, continuando verso il Villaggio della Nebbia con passo moderato e velocità costante, senza preoccuparsi molto delle strade che scorrevano a lui intorno. Si sarebbe fermato qualche istante per risistemare l’equipaggiamento ninja prima di mettere nuovamente piede nella capitale, avrebbe controllato un’ultima volta che lo zaino fosse pieno e si era riposato per una decina di minuti sopra la cima di un albero. Non ne avrebbe avuto realmente bisogno, ma se lo sarebbe potuto permettere. Gli erano stati dati tre giorni per completare quella missione, ma già nel secondo Ryo era sulla strada di casa e non aveva certo voglia di affrettare i tempi. Non che non volesse tornare a casa, o non volesse intraprendere nuove missioni per il suo villaggio, ma aveva bisogno di un po’ di tempo per pensare, e nel casino di Kiri, avvolti tra la nebbia perenne questo desiderio svaniva. Nonostante non fosse proprio il tipo, il Mikawa aveva preso la brutta abitudine di lasciarsi andare a pensieri troppo profondi per una mente giovane come la sua.

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Ryosuke aveva trovato uno spazio molto accogliente a pochi chilometri dalle mura del Villaggio, un posto tranquillo, una piazza terrosa con qualche ciuffo d’erba sparso a chiazze di leopardo sulla superficie, incoronato per metà da una schiera di alberi alti e possenti, con le foglie ingrigite che iniziavano ormai a cadere sul terreno. L’altro lato della piazza si affacciava verso uno dei grandi laghi del Paese dell’Acqua, da cui sorgeva a distanza uno dei ponti di ultima generazione, completamente bianco, che aveva permesso il commercio di prodotto di ogni genere da Kiri verso i villaggi più piccoli e non ancora autosufficienti. Il Mikawa si appollaiò li, su uno degli alberi più vicini al centro di quella piccola radura di non più di quindici o venti metri di diametro, osservando lo specchio sfocato dell’acqua e la nebbia leggera che aleggiava nell’etere, nascondendo la luce diretta del sole, ormai alto nel cielo. Le gambe a penzoloni nel vuoto, con un’occhio vigile allo zaino contenente il materiale recuperato durante la sua ultima missione ad un gruppo di ladruncoli troppo giovani da avere successo e troppo stupidi da aver salva la vita. L’alternativa sarebbe stata, senza ombra di dubbio, molto più pacata dell’omicidio, che oltretutto aveva costretto il Mikawa ad indossare un mantello, ancora indosso sopra il suo solito equipaggiamento per nascondere il vestito lacero, proprio dove era stato colpito dai kunai e dagli shuriken degli avversari, ed il sangue che aveva macchiato la sua solita maglia nera, ormai impregnata visibilmente del sangue di sette piccoli truffatori. Non era rimasto ferito, nonostante fosse stato visibilmente colpito, era riuscito ad arginare i danni, e quella piccola ferita riportata alla spalla se l’era curata subito dopo aver concluso il combattimento, non tanto per via della gravità della lesione riportata, quanto più per esercitare quell’arte medica che ancora non padroneggiava completamente, ma che aveva senza dubbio portato degli ottimi risultati durante l’allenamento.

"Dev'essere una giornata impegnativa a kiri quest'oggi"



Pensò osservando figure sul ponte in lontananza, grandi quanto piccole formiche operaie. Dopotutto i primi giorni del mese erano sempre i più laboriosi per il commercio di prodotti verso i piccoli imprenditori dei paesi intorno alla capitale, in grado di raccogliere ed organizzare un commercio così elevato da poter soddisfare i bisogni di quasi tutto il Paese dell'Acqua con i prodotti di primaria importanza ed interesse. Non era semplice, per molti, occuparsi dei trasporti di beni verso le mete più lontane e spesso pericolose, e per questo venivano messi a disposizione dei ninja per accompagnare i mercanti nei viaggi di ritorno dietro compenso economico, necessario a soddisfare le necessità organizzative del mercato. Era un circolo vizioso, comodo per tutti, ed in particolar modo per l'economia interna del Villaggio, che grazie ai ricavati riusciva a mettere da parte i soldi necessari alle infrastrutture pubbliche con cui nel giro di poco tempo avevano cambiato il nome del villaggio, precedentemente conosciuto come il Villaggio della Nebbia Sanguinante.


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