Jinchuuriki
Capitolo 1.1: L'inizio dell'Accademia
Annaspo, corro, visibilmente più fuggo, più mi sembra di girare in tondo, perseguitato da fosche ombre, sospiri nelle tenebre e silenziosi ghigni affioranti da una gorgogliante oscurità in cui mi trovo avvolto.Percepisco distintamente come in lontananza il rumore di un carretto in avvicinamento, ma la nettissima sensazione di sprofondare in un vuoto denso, che mi allontana dalla salvezza mi innervosisce : non paura, è odio verso la girandola del caos che non riesco a prevedere.Con difficoltà mi sollevo sino alla sommità del baratro per ritrovarmi sulla strada : le luci pungenti del sole mi accecano, mi giro su me stesso, prima che qual bestia vorace mi assalga travolgendomi, mentre le voci nel buio tornano a sorridermi con macabra allegria.Un sobbalzo sulla strada mi riporta alla veglia : un piccolo carretto in un piccolosentiero del nord, che s'inerpica sinuoso tra le grandi foreste, collinette e piccoli paesini che passa man mano che cambia destinazione o si ferma in una di esse.Poggio la testa sul muro di legno del veicolo, dopo un lungo sonno, più stanco che rilassato. Nei posti di fronte a me, non c'è null'altro che il mio zaino, munito di oggetti qua e la, alcuni vestiti, nel caso mi fossi dovuto cambiare, pieno di scartoffie, indizi e tutto ciò che ero riuscito a racimolare durante la mia ricerca di due anni prima di iscrivermi all'accademia ninja. Già, la mia ricerca : finalmente stavo raggiungendo la mia meta ma, come spesso accade, più mi allontanavo da casa, più mi interrogavo sull'effettiva utilità di quanto stavo facendo. Tecnicamente la mia vita non sarebbe nè cambiata, nè migliorata, per cui era sostanzialmente inutile imbarcarsi in una situazione del genere. Anni di studio in campo tecnico e matematico almeno, mi suggerivano questa conclusione. Il pugno sul legno del carretto che segue, è conseguenza diretta dell'imprecazione contro il fato, le mie folli decisioni e quella sensazione di inevitabilità che circondava il mio viaggio. No, non era neanche legno, nemmeno la soddisfazione di sentirlo infrangersi con violenza, nemmeno il gusto della potenza che ne sarebbe seguito: era una strana plastica che al tocco si piega leggermente, prima di tornare normale, forse con qualche screpolatura qua e la.Un suono acuto e penetrante frena il mio libero vagare tra i pensieri, riportandomi alla realtà : era probabilmente l'ultima fermata disponibile, la mia fermata; Tegola ulteriore, addirittura più fastidiosa del trovarsi inutilmente in luoghi dimenticati dal tempo : trovarsi costretto a muoversi a piedi, in questi stessi luoghi.Mi muovo lentamente tra la gente che sorride, felice di esser tornata a casa, suppongo, nei carretti che seguivano il mio; Vedo allegre famigliole, coppie di giovani che si tengono la mano, persone anziane aiutate dagli altri passeggeri o passanti e molto altro, di cui non facevo poi cosi tanto caso.Li evito tutti accuratamente. Mi infastidisce il contatto fisico, mi ha sempre infastidito.Guadagno la prima fila appena arrivato all'interno del villaggio, dopo un lungo viaggio effettuato da un villaggio piu piccolo nelle vicinanze, nel quale ero andato a vendere dei materiali per costruire delle armi; inizio a cercare un ninja informatore, o almeno, qualcuno che mi possa indicare la via per arrivare piu in fretta all'accademia ninja: lo trovo dopo qualche minuto. Porta una sorta di divisa goffa, sporca qua e là di sostanze evidentmente mangerecce, osservando il suo girovita parecchio abbondante, i baffi rossi, gonfi sul viso, sono l'unica peluria che avvolge l'uomo visibilmente, assolutamente calvo e, stranamente sorridente.Immagino anche per qualche secondo, con cattiveria, di sentire un certo odore cattivo di alcool provenire dall'uomo, del sake precisamente, ma per una volta mi convinco di essermi immaginato tutto.Due parole, il suo fortissimo accento locale, mi porta frequentemente a fingere di guardar di lato, a portarlo fuori dal mio campo visivo. Ma la sua indicazione è chiarissima : il suo indice da gran lavoratore, ruvido e consumato, punta dritto verso il posto che stavo cercando; gia poiche qualche giorno prima, mentre ero ancora a casa, mi era arrivata una lettera dall'accademia, con scritto che dovevo recarmi al campo di addestramento per sostenere il mio primo esame accademico, che fosse stato pratico o teorico a me poco importava, mi bastava passarlo e basta.Sbuffo vistosamente, un respiro profondo e prendo saldamente in mano lo zaino, dopo un cenno del capo ed un sorriso forzato rivolti all'uomo.E dire che questa ricerca, la quale consisteva nel vedere e nel sapere, se ero davvero destinato a grandi cose, è nata più per puntiglio che per un reale desiderio di conoscere gli assassini della mia famiglia, anche se a dirla tutta, loro erano e rimanevano sempre, i primi obbiettivi a cui pensavo giorno e notte; Anzi a dirla tutta, non so nemmeno perchè, nell'apprendere dei ripetuti viaggi di mio padre, dalla lettura del suo diario, mi sia deciso ad approfondire. Forse era semplicemente curiosità, ma che dico, era logico, io cercavo solo vendetta, eppure mi convincevo a pensare ad altro, ma certe cose non si pensano neppure, certe cose non hanno bisogno di una motivazione per essere portate a compimento...certe cose si fanno e basta.
[…]
»StatusGrado: StudenteEnergia: BiancaChakra: 50/50Condizione Mentale: ProntoCondizione Fisica: IllesoConsumi:-Recuperi:-Slot 0/1:-Techiche 0/1:-Bonus:-Malus:-•Armi ed EquipaggiamentoShuriken 2/2Kunai 3/3Flash 2/2Tatami 1/1Sacche Porta Oggetti/Porta Shuriken 3/3Custodia Porta Armi 1/1†Edit: //¤Off Topic: //