Corso O-7, Sensei Ryosuke Mikawa

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¬Kob
view post Posted on 2/9/2011, 20:21




Esaminazione

Regole Base

Come solitamente accade nel percorso che un ninja deve compiere per scalare i gradi della carriera, il primo passo da fare sarà sempre quello di superare l’accademia, che verrà organizzata da uno o più gdr-staff al fine di aiutare gli utenti, che chiameremo Player, ad entrare nell’ottica e nello stile del Gioco di Ruolo (Gdr) personale di questo forum. Non vi è un metodo standard con cui solitamente vengono gestiti i corsi accademici o gli esami accademici, tutto segue le scelte che gli staffer prenderanno ed adopereranno per testare le vostre capacità e valutare se siete in grado di accedere al grado di Genin, prima tappa della piramide gerarchica all’interno di un villaggio.

Nel seguente topic si affronteranno gli esami accademici degli studenti Xeno, Katashi Namikaze, sotto la supervisione del Personaggio Giocante (PG) Ryosuke Mikawa, Chunin di Kiri. In questo esame dovrete mostrare le vostre capacità narrative descrivendo il compimento di poche semplici prove con dei compiti ben precisi assegnati volta per volta.
In particolar modo questo esame si divide in circa 3 fasi, che saranno la fase di presentazione, la fase in cui si svolgeranno le prove assegnatevi dal vostro sensei, e la parte conclusiva. Ognuna di queste fasi avrà come scopo quello di farvi descrivere a sufficienza alcuni caratteri fondamentali per essere genin nel Gdr.
I requisiti necessari per passare l’esame saranno i seguenti: Buona abilità descrittiva di emozioni, sensazioni e dettagli. Questo comprenderà il saper mostrare le emozioni del vostro personaggio, dimostrare di saper descrivere situazioni concitate in maniera adeguata, riuscendo a dare al vostro testo il pathos necessario lasciando vedere a chi legge ciò che il vostro personaggio fa, e questo comprende anche i luoghi e le persone.
Dovrete avere un livello di conoscenza della lingua italiana medio, evitando errori ortografici, oltre ai soliti di distrazione e battitura. Impegnandovi al massimo per trasmettere delle emozioni, oltre alle semplici idee, ai lettori.

Prima di Iniziare il Corso leggere attentamente i Regolamenti se non lo avete già fatto.
E' assolutamente vietato l'uso di emoticon, se volete descrivere un'espressione fatelo con le parole, il veicolo per eccellenza delle vostre idee. Allo stesso modo evitate tassativamente abbreviazioni da SMS. Fondamentale sarebbe anche che, alla fine del corso, voi siate in grado di possedere una profonda immedesimazione nel vostro pg in modo da plasmare una personalità lineare e coerente.



Esame Genin: Fase I

Come scritto sopra, la prima fase dell’esame Genin sarà costituita da un post di presentazione. Data la natura del tipo di post mi aspetto alta qualità e descrizioni dettagliate che farciscano la linea guida del post. Una buona parte di questo post sarà completamente libera, e potrete decidere voi come riempirla, con quali descrizioni e facendo fare cosa ai vostri pg.
Il primo post sarà molto importante ai fini della valutazione, come lo sarà l’ultimo, per osservare la maturazione eventuale dello stile di scrittura e la scomparsa degli errori.

Per decretare se siete degni del grado di genin, in questo particolare corso dovrete svolgere degli esami di cui verrete informati prova per prova. A cinque giorni di distanza dall’esame per la promozione avete ricevuto una lettera di convocazione, che vi invita a recarvi in un vecchio maniero nei pressi di Oto per svolgere l’esaminazione, alle ore 9.00 di mattina. Questo vecchio maniero non è altro che un grosso edificio abbandonato, ormai cadente a pezzi, che è stato leggermente messo a posto per accogliere diverse classi di studenti pronti ad essere testati. Questo palazzo si trova in una radura circondata da alberi spogli e secchi e da una vegetazione scheletrica, e non apparirà troppo grande e maestoso, ma semplicemente decadente. Una volta arrivati raggiungerete la vostra classe, che sarà la classe O-7, al primo piano, indicatavi nella lettera che dovrete portare con voi.
All’interno dell’edificio troverete numerosi studenti, e precisamente nella vostra classe sarete circa una trentina, divisi su alcuni spalti che circondano per tre lati una pedana su cui si erge una lavagna girevole. Vi sarà molto difficile discutere con qualcuno, dato il caos che inizialmente stagna nella stanza.
Il vostro post si concluderà una volta descritta la situazione confusa della classe, con studenti di vari paesi diversi che schiamazzano seduti sugli spalti, osservando la situazione ed aspettando delle figure autoritarie.
Dovrete descrivere molto bene tutta la situazione, cercando di rendere al meglio gli stati d’animo dei vostri personaggi, la paura per l’esame e l’eccitazione per la possibile promozione a Genin. Dovrete fare il possibile per stupirmi con i vostri scritti, che dovranno, oltre che seguire la linea guida che io ho dato, presentare Emozioni Descrizioni e Personalità (EDP), magari venendo arricchiti da dettagli vostri, che potrete aggiungere a piacimento senza storpiare la situazione.

Avrete a disposizione 7 giorni di tempo per postare, quindi avrete tutto il tempo necessario per inventarvi una cornice per il post (Contesto del vostro pg) e per descrivere al meglio tutto quanto.
Per qualsiasi cosa contattatemi in via privata.



Edited by ¬Kob - 1/12/2011, 10:52
 
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† F e F F e †
view post Posted on 11/9/2011, 15:16




CITAZIONE

Narrazione
Dialoghi Xeno
Dialoghi Altri


Oh, Take Me Back To The Start.



Giorni, ore, minuti, secondi. Tempo sfuggito, tempo completamente sprecato. Attimi di vita buttati al vento, attimi che mai torneranno indietro. E se tempo uguale a denaro, allora anche della grana andò perduta. Così, senza un nulla di concreto, si concluse quella missione insulsa per cui Xeno venne richiesto a Konoha da parte di emissari del Paese stesso. Nessun obbiettivo fu conseguito, nessuna battaglia venne ingaggiata, nessun corpo venne trafitto. Il team a cui lo Shinobi di Suna s’aggregò, doveva ricercare un raro fiore che sarebbe in seguito stato utilizzato per preparare un medicinale particolare atto a curare un’infezione alquanto unica nel suo genere. Fatto sta che una seconda squadra di Ninja locali partì prima, e trovando la pianta miracolosa in breve, rese la convocazione del 17enne della Sabbia e di tutto il resto della ciurma inutile. Tra rabbia che saliva e parole di scarsa educazione che dalla sua bocca uscivano, La Nera Folgore non tardò molto a imboccare la via del ritorno. Lungo e faticoso era il cammino che lo separava dalla sua terra natia, quell’incontaminata oasi di povertà che giaceva in mezzo al deserto, martellata dal sole cocente.

Quell’arsura che gli spaccava le labbra aveva fatto sentire la sua assenza, quei granelli dorati che circondavano le mura cittadine per smisurato spazio erano un panorama che non s’era più riflettuto nelle gemme preziose simili a gioielli. Avrebbe ripetuto circa il percorso intrapreso all’andata, e la fatica non sarebbe stata ovviamente poca. Settantadue ore di strada lo attendevano, kilometri di terra che andavano percorsi passo dopo passo, attraversando un ambiente che lentamente mutava. Si sarebbe passati dalle verdi e rigogliose foreste del Paese del Fuoco fino alle dune ed alle tempeste di sabbia che caratterizzano il Paese del Vento, dal clima mite ed accogliente del primo all’incessante bollore abbacinante che avidamente coinvolgeva tutto ciò che poteva del secondo.

I tre giorni di cammino trascorsero inesorabili come la peggiore tortura di una Genjutsu d’alto livello, alternando momenti di moto ad alta velocità a tratti di ristoro ove Madre Natura offriva un nido abbastanza vivibile. Passarono anche le notti, notti di cielo stellato, di luna a falce che schiariva un poco la diritta via. Quel sentiero che l’avrebbe ricondotto a casa, in quell’abitazione in cui lui viveva, ma non sapeva né di chi fosse né perché rimase a lui. Saltuariamente dei pensieri lo tormentavano, i pensieri di una vita senza scopo. Senso di inutilità, di estraneità nei confronti del mondo intero… conseguente malessere, instabilità morale e psichica. Stringeva i pugni quando accadeva, scuoteva la testa cercando di disintegrare gli infiniti punti interrogativi che gli pungevano il cervello. Sembrava funzionare al momento, ma poi tutto ciò che frantumava si ricomponeva. Ed i dubbi e le domande tornavano, a trafiggerlo selvaggiamente, fino a farlo impazzire. Sarà la solitudine, o meglio sarà la non conoscenza del proprio passato… o forse il fatto che nessuno ha ancora trovato il coraggio di raccontare la verità, di raccontare perché Lui non ha alcun ricordo. Un intervento di lobotomia attraverso un arcano ninjutsu lo salvò da un disequilibrio mentale che andava via via manifestandosi in maniera sempre peggiore, ma ora… Ora quella cura avvenuta durante l’infanzia lo sta progressivamente portando al punto di partenza.

Come tante storie, anche quella di Xeno è triste purtroppo, ma ciò che è sconosciuto non può di certo essere rivelato. Quel povero giovane, il cui talento è rinchiuso in un corpo perfetto, sta solo attendendo che qualcosa di inaspettato gli cambi la vita. Era entusiasta quando venne interpellato per quella quest di recupero, credeva fosse il suo trampolino di lancio definitivo verso il mondo dei Ninja. Sperava nella prima consacrazione, ovvero il passaggio a livello Genin, ma tutto sfumò come il migliore dei sogni che si interrompe sempre sul punto più bello. Era seccato per questo, perché Egli era sicuro di tornare a Suna con un coprifronte legato sul braccio sinistro. E invece Nada. Era ancora un semi adulto Normale, senza caratteristiche particolari che lo distinguessero dalla massa di buoni a nulla che nel suo Villaggio lo circondavano. A Suna le schiere di aspiranti Shinobi si erano letteralmente ridotte, erano tempi di magra. Pochi demoni da svezzare, pochi nuovi elementi pronti per rappresentare la loro provenienza alle selezioni del Chunin, pochi nuovi guerrieri pronti a difendere la patria. Si sa, in periodo di carestia ci si arrangia come si può, purtroppo quindi veniva raccattato il fondo della pentola rischiando di racimolare solamente gente inetta.

La Nera Folgore è nata per la battaglia, è nata per impugnare una spada e fronteggiare il nemico. Sebbene non ancora esperto, il temperamento corretto che un vero guerriero deve sempre mantenere durante la lotta non gli manca. Tenace, coraggioso, ma anche spietato al punto giusto. Si rispecchiava perfettamente nei canoni richiesti un po’ ovunque, ma da solo non poteva ottenere ciò che desiderava. Al momento, o almeno nell’arco di tempo in cui il Giovane era partito, corsi accademici non ce n’erano proprio per il discorso soprastante, ed era quindi costretto a pazientare, ma si stava scocciando poiché era già da parecchio che aspettava.

Arrivò nel pomeriggio nei pressi delle Mura perimetrali, che con la loro imponenza proteggevano quel poco che di urbano e civilizzato v’era all’interno. Sfinito dalla temperatura che lo stava arrostendo, dall’accumulo di fatica che s’accentrava sui polpacci dopo tanto correre e dalla disidratazione che stava debilitando fortemente il suo corpo, non vedeva l’ora di farsi una doccia rilassante e di lanciarsi a peso morto sul suo letto. Varcò quel passaggio nella Roccia conosciuto come Porta Nord, mostrando un documento di riconoscimento alle guardie presenti. Proseguì, guardandosi attorno come fosse la prima volta che vedeva la caratteristiche umili dimore, mentre calpestava i ciottoli misti a terra battuta che confermavano la rusticità del luogo. Imboccò un paio di strette scorciatoie per arrivare prima alla meta, perdendosi nell’ombra. Giunse poco dopo presso la sua nicchia, quella residenza poco lussuosa ed esteticamente poco attraente ma che tanto cara era al Ragazzo, poiché essa faceva parte degli scarsi averi che possedeva. Prima d’accedervi però diede un occhio nella cassetta della posta, dopotutto era rimasto fuori paese per quasi una settimana. Trovò una busta bianca, un’altra busta bianca… proprio uguale a quella ricevuta sette giorni addietro. Stessa grandezza, stesso timbro che indica l’ufficio postale, stesso marchio che indicava che essa era stata inviatagli dai piani alti della scala gerarchica ninja. L’aprì rapidamente e la lesse, curioso.

Non sapeva se sorridere. Da un lato, pensava al fatto di aver ricevuto una seconda possibilità, ma dall’altro ricordava il viaggio appena conclusosi per cui aveva peregrinato per sei lunghi giorni per Niente. Accartocciò il foglio tra le dita, non seppe decidersi al momento. Non ebbe l’istinto di dare una risposta secca a quell’invito. Lo scritto citava dell’ennesima convocazione all’estero, questa volta ad Oto, per prendere parte ad un corso internazionale per ottenere il titolo di Genin. V’era annotato l’indirizzo ed il giorno, l’ora e quant’altro di fondamentale. Aveva quarantotto ore per decidere, perché al terzo giorno sarebbe dovuto partire alla volta del paese del Suono per arrivare puntuale all’appuntamento. Che fare? Rischiare ancora? Che fosse quella l’occasione definitiva per salire di grado ed iniziare finalmente a diventare Qualcuno? Che fosse quella l’opportunità giusta per dare alla sua vita quel tocco speciale che tanto era mancato?

Avvolto da mille domande, decise di aprire la porta, avvertendo un leggero odore di chiuso che gli infastidì l’olfatto. Posò il minimo di bagaglio che s’era trascinato, spalancò le finestre e poi si abbandonò al deforme materasso che la notte lo cullava, ancora con la carta appallottolata in mano.
Cercò di rilassarsi completamente, di sentire i muscoli sciogliersi dal carico di lavoro, e la mente liberarsi, svuotarsi, alleggerirsi. Rifletteva, valutava, esaminava. Si sarebbe preso i due giorni a disposizione prima di un’altra eventuale partenza per ristorar le membra e giungere ad una scelta finale, augurandosi che fosse quella corretta. Quindi, permise che quell’arco di tempo prefissato gli scivolasse via come sabbia fine che scappa dalle dita, come un anima che si dissolve.

Giunse il terzo giorno, era l’alba. Aurora d’incanto a Suna, quell’astro splendente si diramava rifulgendo su ogni essenza. Scoccando dardi di fiamme ovunque, l’abbraccio del Sole iniziava ad avvolgere l’intero paese sin dalle prime ore del mattino. V’era già un’anima sveglia da un poco, un’anima il cui spirito ardiva come il Dominio d’Apollo. La Folgore aveva decretato quale sarebbe stato il suo prossimo destino: partire per il Villaggio per Suono, promettendosi però che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe intrapreso un viaggio simile per un banale corso accademico o per una missione di basso livello. Lui non era Chiunque, lui non era un oggetto da sballottare a destra e a manca. Forse sì, era ancora un semplice pedone in una grande scacchiera, ma ben presto sarebbe divenuto un alfiere, o un cavalo. Poi forse una torre, il protettore del Re. Ed infine, Scacco Matto. Si scalza il Re, si prende il suo posto. Chi vince regna, un po’ come tra le bestie selvatiche: il capobranco diventa e rimane chi vince la sfida contro l’altro pretendente.

La promessa del Vento raccolse il suo mero arsenale assieme alla lettera, indi si chiuse l’uscio alle spalle e s’avviò. Camminando per le vie prima, e accelerando poi una volta fuori dal naturale perimetro di pietra, un nuovo Start s’era accesosi come la miccia di una bomba. E quell’ordigno pronto ad esplodere, alias Xeno, avrebbe ben presto indossato una lamina simboleggiante la terra d’appartenenza. Dunque, per settantadue ore doveva mirare in direzione nord-est e proseguire praticamente sempre dritto, attraversando il Paese del Fuoco prima di arrivare a destinazione. Si preparò psicologicamente ad incontrare nuovamente un certo tasso di fatica, ma il fisico era pronto dato il tempo di recupero che intercorse tra l’arrivo e la partenza.

Tra ore passate a sudare sotto sforzo ed ore passate steso all’ombra di qualche albero, s’arrivò al confine dell’oscura nazione. Quel covo di mercenari e criminali, era un territorio in cui la tranquillità era spesso sconosciuta. Spesso si veniva informati da infiltrati della situazione socio-politica, che ben volentieri divergeva in rivolte sanguinose con morti e feriti in copioso numero. Ma la pessima fama e l’alto tasso di delinquenza non erano un problema per il 17enne, non aveva di certo timore di aggirarsi da solo per quelle strade poco raccomandabili. Si sentiva abbastanza sicuro di sé, era in grado di difendersi dai malviventi comuni, non avrebbe avuto problemi ad armarsi di Kunai e se fosse stato necessario di ferire ed uccidere con esso. Anche se, ciò poteva condurlo a guai. Ma il giovane dal canto suo, preferiva sopravvivere, sai com’è.

Addentrandosi tra verdeggianti foreste, arbusti d’ogni sorta ed un infinito intreccio di rami, si respirava un aria molto pura. Era più mite, più gradevole, più umida. Saltava rapido di fronda in fronda, stando attento a non scivolare, poteva anche infortunarsi. Poco dopo, sbucò nei pressi di un sito civilizzato. Mura bianche alte 6-7 metri, il tutto molto quadrato, quasi fosse stato eretto con delle costruzioni per bambini. Si presentò alle sentinelle accompagnato di documento e lettera firmata, e queste non esitarono troppo a lasciarlo passare seppur lo osservassero con sguardo sospettoso e granitico, seguendolo con gli occhi fino a quando non s’allontanò parecchio. Si sentiva fissato, era una cosa che odiava; si girò ed incrociò le pupille sue con le altrui, sprezzante, con atteggiamento di sfida nonostante le guardie fossero almeno di grado Chunin. Non sopportava atteggiamenti del genere, chiedeva rispetto e lo restituiva solo da chi lo riceveva.

Si ricompose, e camminò. Non sapeva bene dove recarsi, aveva si l’indirizzo del maniero ove sarebbe dovuto recarsi, ma non conosceva affatto il posto. Costruzioni simili solitamente si trovano un po’ in disparte rispetto al caotico centro in cui sono insediati uffici amministrativi ed edifici di alta importanza. Questo perché, come succede con i castelli et similia, attorno a tali opere d’architettura si estendono immensi giardini atti a distaccarsi per mantenere la quiete. Dopo la breve deduzione, s’arrestò e si guardò intorno. Doveva obbligatoriamente domandare informazioni in giro, non poteva perdere troppo tempo e rischiare di sforare con l’orario. Avvistò un anziano signore, secco come una prugna, dai capelli bianchi come la neve e molto gobbo.

« Scusi, sa dove devo andare per trovare questo? Non sono di qui… »


Disse con tono calmo e stranamente cordiale, mentre avvicinava a portata di lettura il foglio a quel relitto d’uomo che facilmente non godeva di buona vista. Egli però, con un gesto secco allontanò il suo braccio, simboleggiando un rifiuto che di certo non s’aspettava. Il vissuto essere con espressione seria e corrucciata fissò il membro della Sabbia, un momento di silenzio assoluto s’interpose quest’ultimo e il suo non interlocutore.

« Io non parlo con gli stranieri! »

Allarme Rosso! Allarme Rosso! Attenzione, avviarsi velocemente alle uscite di sicurezza! Temperatura a livello critico! Stava diventando Nero dall’ira. Strinse il pugno mancino quasi fino a sentirlo scoppiare, le gemme dorate smisero di brillare tramutandosi in qualcosa di demoniaco, i denti digrignarono, stridendo. Ripose alla rinfusa lo scritto nella tasca, e in preda alla furia allungò la mano andando a prendere il colletto della maglia del personaggio dalla mente chiusa. Con veemenza lo strattonò avvicinandoselo, le due fronti si appena toccavano, i respiri si fondevano.

« Senti vecchio di merda, se non vuoi avvicinarti alla tomba più di quanto lo sei già, rispondimi entro tre secondi! »

Accentuò la presa, iniziò il conto alla rovescia.

« Tre! »


Pronunziò, distendendo pollice, indice e medio sinistri. Nessun responso.

« Due! »


Ticchettò l’orologio della Morte. Leggero tremolio da parte del senile, morsa che si faceva più potente attorno al suo collo, vene in difficoltà di trasmissione sanguinea, respiro in affanno.

« Uno! »


Indicava il pollice opponibile, unico rimasto. Paura, panico, sudore freddo. Rigidità mandibolare, occhi lievemente spenti, rossore del volto. E tutto il resto già citato s’aggiunse.

« Zero! Tempo scaduto amico! »


Stava caricando un gancio, quando…

« D-DA QUELLA PARTE! »


Strillò con un filo di voce roca la sua preda, mentre le nocche quasi stavano per impattarsi sulla guancia. Xeno mollò la tenaglia giugulare, e vide la direzione mostratagli dal tizio quasi in stato di shock che stava tossendo. Senza più proferir verbo imboccò un sentiero sterrato verso ovest, voltando le spalle mentre sputava con disprezzo sfiorando l’umano. Non crediate che questo sia il suo vero carattere, ma certi discorsi reputati stupidi lo adiravano follemente. Razzismo, Tsk. Sinonimo di pensiero serrato, estremista, poco evoluto. Nemmeno fossimo in guerra, pensava.

In breve, dopo un leggero ricercare, gli si parò d’innanzi il loco prescelto. Quale delusione. Esso era piuttosto diroccato, antico di non si sa quanti anni decenni e nemmeno così maestoso. V’era il segno di qualche fresco ritocco qua e là dimostrato dai resti di mattoni, sacchi di calce e altro materiale edilizio sparso. Restava comunque sicuramente un palazzo poco agibile e molto lontano dalle aspettative. Inoltre, s’aspettava un vasto prato fiorito tutto intorno, arbusti potati ovunque, alberi altissimi… invece si trovò a calpestare una sterpaglia secca su cui si ergevano scheletri di legno rinsecchito senza la parvenza di foglia alcuna. Il Fulmine Oscuro credeva di capitare in qualcosa di ben diverso, di più rinomato e ben tenuto. Invece capì che alla fine in quanto a povertà, tra Suna ed Oto, ben poca era la differenza. E con questo, la fiamma che simboleggiava la sua grande voglia di spaccare il mondo intero venne come spazzata via da una raffica di vento impetuoso.

Cercò in breve di disfarsi di quei pensieri demoralizzanti, e s’avviò ad entrare. Prima però, interpretò la posizione del Sole deducendone l’ora; non era in ritardo, aveva circa 30 minuti. S’infilò in un corridoio stretto e rumoroso, colpa degli studenti sparsi che chiacchieravano, salendo poi su una rampa di gradini che lo elevò al primo piano, ove la lettere indicava che si sarebbe trovata l’aula O-7. Si udiva uno schiamazzare disordinato, senza leggere alcuna insegna la classe aveva già fornito la propria ubicazione. Con certezza nessun Sensei era ancora seduto alla cattedra, quindi non si curò di salutare i presenti, tra cui probabilmente nessuno rientrava nel ristretto cerchio di conoscenze del Ragazzo. Dunque adocchiò l’ultima fila di spalti, che a ferro di cavallo accerchiavano una pedana munita di lavagna. Si sedette, e fissò la situazione: si era ritrovato in un covo di circa trenta persone, ma più che accademia sembrava un asilo. Urla, gente che correva, risate a gran voce, prese in giro ed insulti. Xeno osservava, come una serpe affamata davanti ad una lepre ignara: occhi freddi, saette che si riflettevano violente nelle iridi altrui. Espressione seria, mai mutevole, nessun discorso. Fulminava chiunque osasse tentare un approccio, non aveva intenzione di intrecciar vocabolo con nessuno. Anche per il fatto che quel marasma gli stava facendo bollire il sangue. Ma da dove saltava fuori quel gregge di bestie selvatiche?

Fregandosene dell’educazione, si mise comodo con i piedi sul ripiano che fungeva da banco. Braccia conserte, corpo disteso, sguardo periferico d’acciaio. Addirittura una mano era pronta a estrarre un Kunai dalla tasca porta oggetti nel caso qualche Testa di Cazzo avesse avuto la sbagliata voglia di provocarlo seriamente. Non si sarebbe fatto problemi a far rissa da saloon nonostante avesse messo piede nella stanza da pochi minuti, non era il tipo di persona che si fa mettere i piedi in testa da tutti, figurarsi dagli sconosciuti. Attendeva l’arrivo di una figura altolocata che ponesse fine al baccano e ristabilisse un po’ d’ordine. Nel frattempo, cercò d’isolar la mente dal caos per non innervosirsi e mantenere un minimo di calma e lucidità.
 
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¬Kob
view post Posted on 16/9/2011, 14:09




Valutazioni

Feffe: Sappiamo entrambi che non hai bisogno di consigli e note, sei ormai un pioniere di questo gdr e sappiamo entrambi che sei bloccato in questo corso solo per un affare burocratico, e per dare delle solide basi al tuo pg.
L'unica cosa che posso dirti riguarda il carattere del tuo pg, che come sempre rende difficile la caratterizzazione, soprattutto da studente del personaggio. Al livello di studente non avresti nemmeno il motivo di comportarti come uno spavaldo, e anche uno scoiattolo potrebbe farti rimpiangere il tuo carattere, però questi sono punti di vista. Continua così, e non perdere la voglia come le altre volte.




Edited by ¬Kob - 1/12/2011, 10:53
 
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fantantonio 95
view post Posted on 5/12/2011, 20:10




Narrato,pensato,parlato katashi,parlato da altri.

E' un sogno …
Quella mattina per katashi fu bellissima,appena vide quella lettera con su il simbolo di konoha sentì un formicolio che lo percorreva dal piede fino al mento e sentì anche un brivido che gli scorreva dentro.
Un formicolio che lo soffocava,poi quei brividi, che non si sapeva se venivano per la gioia di essere stato ammesso all'accademia o per la paura di poter entrare a far parte al mondo dei ninja ,un mondo dove ognuno deve mettere a repentaglio la sua vita per il villaggio,così pericoloso e difficile.
Quella lettera diceva che fra cinque giorni,doveva andare in un maniero abbandonato ,che era situato nei pressi di oto .Appena visti i suoi genitori, due grandi ninja del villaggio, katashi li raccontò della bellissima notizia ricevuta,i due furono molto felici che la sera festeggiarono con tutti i parenti l'ammissione del loro figlio nell'accademia.

Cinque giorni dopo
Due giorni prima dell'esame il giovane ragazzo stava per partire verso oto,si preparò tutto in uno zainetto , nel quale teneva del cibo cucinatoli dalla madre, una foto della sua famiglia , un cappello che tiene da quando era un bambino e la lettera che aveva ricevuto dal villaggio.Successivamente si mise la sacche porta oggetti , dove all'interno teneva 4 kunai e 3 shuriken.Ora era tutto pronto,apri la porta e uscì fuori vide il sole che gli batteva forte sulla testa,scese li scalini e con suo padre e sua madre andarono a casa dei nonni.Arrivati li fecero una colazione tutti quanti e nel mentre parlavano a Katashi dell'accademia,anche se loro l'avevano fatta tutti a konoha.Fatti tutti i convenievoli Katashi e i suoi genitori si incamminarono verso la porta del villaggio.
Katashi dopo aver salutato tutti i suoi familiari alla porta del villaggio, si mise in viaggio.Non era mai uscito dal villaggio prima ad ora,tutto era nuovo per lui.
Guardando la boscaglia,questi alberi erano molto grandi rispetto a lui,così provava un grande senso di inferiorità rispetto agli altri,infatti aveva paura, non era mai uscito da solo e così lontano poi,ma tanta era la sua voglia diventare shinobi che niente e nessuno lo poteva fermare.
Un passo dopo l'altro e cosi che avrebbe fatto il suo viaggio,era quasi calato il solo e tutto sembrava tranquillo quando ad un certo punto una fitta pioggia si scatenò contro il paese del fuoco ,il ragazzo non sapeva cosa fare,si mise il cappello e iniziò a correre come un forsennato,vedeva d'un tratto tutta la boscaglia bagnata e cupa e la terra fangosa era davvero arrabbiato con il mondo.
“proprio a me doveva capitare ,sono bagnato fradicio,mi devo sbrigare a trovare un riparo”
Sempre correndo per trovare un riparo,il ragazzo non si era accorto che si era fatto tardi,aveva perso proprio la concezione del tempo,quando ad un certo punto trovò un riparo, una piccola grotta,ma abbastanza per coprirsi dalla fitta e incessante pioggia,approfittò del momento per mangiare quello che si era portato da casa.
La pioggia iniziò ad estinguersi e Katashi era già pronto per partire,appena l'ultima goccia di pioggia toccò il terrenso schizzò come una scheggia, perchè era consapevole di aver perso un po' di tempo a causa della pioggia.Non vedeva l'ora di vedere il suo compagno Xeno,ma sapeva che era già molto bravo a destreggiarsi e lui non voleva essere da meno, era convinto di possedere tutte le carte in regola per diventare genin.
Il tempo passava e lui era sempre più ansioso fremeva dalla voglia di iniziare,voleva dimostrare a tutti che lui era abile e forte,sapeva di avere potenzialità.
Il suo sguardo era sempre più affaticato, ma doveva accellerare i tempi per poter arrivare in tempo,mancava ancora metà percorso circa,per arrivare a destinazione.Correva,saltava ,andava sempre più veloce come se stava spiccando il volo,era un aquila si immedisimava in quell'animale che tanto temeva,che ogni volta che lo vedeva al villaggio quando portava dei messaggi,e il ragazzo voleva entrare dentro a casa e non farsi vedere.
Però in quel momento Katashi aveva paura di non farcela ad arrivare in tempo,era davvero arrabbiato e proprio quella rabbia che gli faceva fuoriuscire quella forza di correre a gambe levate,quella resistenza di un cavallo ,la voglia di un ragazzo che non si dava per vinto.
Questi giorni come nessun giorno mai si era risvegliato Katashi,perchè entrare nell'accademia è stato sempre il suo primo sogno, possiamo dire il sogno alla base dei suoi sogni futuri.
“voglio farmi rispettare come shinobi e questo quello che voglio fare”
E' questo che ripeteva fra sé e sé più e più volte,forse per farselo bene in mente,perchè lui è un ragazzo cocciuto che non ascolta nessuno,ma va per la sua strada e contro qualsiasi ostacolo.
Katashi prosegue il suo cammino ad alta velocità,la sua mente è concentrata al tragitto per non commettere alcun errore visto che era la prima volta che andava.
Lui voleva arrivare presto all’accademia per non sfigurare,però visto come si mise la situazione era davvero difficile.Il fatto era che doveva anche trovare il maniero,perché non sapeva dove era.
Correndo su quella terra fangosa era davvero difficile mantenere il ritmo,il ragazzo si stava davvero sforzando,però il ritmo in quel momento era alto,il vento gli scalfiva i capelli,come un solledichio che batte piano sulla pelle,la brezza non era molto veloce,però dava una sensazione di freschezza sul viso freddo del ragazzo.
Oto era vicino l’oscurità si era celata sul villaggio e il giovane ragazzo si fermò per una mezzoretta per rimettersi in sesto.Poggiando la schiena su un albero e i piedi distesi sull’erbetta umida, il giovane si riposò dall’incredibile sforzo che aveva fatto correndo costantemente veloce su quella melma che gli aveva fatto diventare i sandali, e le dita dei piedi marroni.Sapendo che no si poteva trattenere molto,anche se era piacevole, lo studente si rimise in marcia prima camminando semplicemente,per poi gradualmente aumntare il passo fino ad diventare idealmente un aquila.
La terra si era ormai solidificata, la temperatura era calata molto,ma il ragazzo continuava a correre,con quella brezza che ora era contraria al suo senso di marcia ,e che lo infastidiva un po’.
Era quasi l’alba la temperatura stava aumentando poco e gradualmente,Katashi stava nei pressi di Oto,ormai era vicino il giorno fatidico,l’emozione sta pian piano presentandosi nell’animo di Katashi,il battito del cuore si faceva sempre più agitato ,all’improvviso si vide all’orizzonte il l’entratta di Oto .
Così Katashi si mise a correre e in un batterdocchio arrivò alla porta pricipale di Oto ,arrivato lì si prese lo zaino in mano,lo aprì e prese la lettera.
Entrando vide due chuunin di Oto,così katashi con la mano destra diede al chuunin alla sua sinistra la lettera,i due chuunin si consultarono e gli diedero il permesso di entrare.Così chiedendo un po’ di qua e di la trovo un signore anziano di 60/70 anni circa che gli disse:
“tu stai cercando il vecchio maniero abbandonato giusto?C’è stato già un altro ragazzino che me l’ha chiesto.”
Katashi pensò che se un gli e lo aveva già chiesto ,voleva dire che era in ritardo.Così rispose:
“si,mi può spiegare come si va?”
“si,certo devi seguire il sentiero e alla fine di esso girare a sinistra e successivamente girare a destra prima del negozio di armi, poi una volta girato prosegui sempre dritto che lo trovi”
“ok,grazie ,ma quanto tempo fa c’è stato un altro ragazzo che gli e lo ha chiesto?”
“da poco tempo,perché?
“perché spero di non essere in ritardo”
“ah,allora sbrigati, ci vediamo ragazzo!!!”
“ciao a presto”
Così katashi seguì le indicazioni e intorno alle 8:45 arrivò di fronte al maniero,era davvero brutto visto da fuori si vedeva che era stato sistemato al meglio.
Finalmente l’accademia
Entrato nel maniero al piano terra c’era un affollamento esagerato,tutti che chiedevano informazioni e che stavano li ad aspettare,seguendo la fila Katashi prese le scale per il primo piano,per salire li sopra mise un bel po’ di tempo,così arrivato al primo pino se lo girò tutto per trovare la classe O-7 .
Trovata la classe Katashi ci entro e scelse un posto,non si capiva niente,c’era una confusione tale che non gli permetteva neanche di fare amicizia con il suo vicino di banco.Così Katashi iniziò ad aspettare il maestro che era un chuunin di kiri e si chiamava Ryosuke Mikawa.
 
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¬Kob
view post Posted on 8/12/2011, 18:13




A breve avrete la mia valutazione ed il post.
Scusate il ritardo

 
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¬Kob
view post Posted on 20/12/2011, 19:13




Giudizio

Come primo post non sei andato poi male. On gdr hai fatto appena un errore o due, hai ruotato al meglio il tuo personaggio senza saltare troppi punti o riflessioni.
L'errore che invece ti devo sottolineare che, in questo primo post non è particolarmente rilevante, anzi, è più una sottigliezza che altro, riguarda il tuo ultimo periodo. Tecnicamente non potresti dire che il tuo maestro è di Kiri ed il suo nome, perché essendo un gdr collettivo diviso in post di persone diverse, secondo la tempistica tu non lo hai ancora conosciuto il mio PG all'interno della situazione, né in altre occasioni. Come ho detto non è tanto grave, ma è importante stare attenti a queste piccole cose.

Per quell che riguarda la struttura del post a livello di lingua va bene, anche se puoi migliorare molto abituandoti a scrivere e magari a leggere anche altre immedesimazioni. In particolar modo ti consiglio di tentare di far trasparire il carattere del tuo personaggio attraverso le parole e le descrizioni, anche quelle non dettate direttamente, ovvero tramite discorso diretto o discorso pensato.


Vi prego di scusarmi ma è stato un periodo difficoltoso e molto impegnativo.



As a Sensei



L' aria passava dolcemente tra le fronde degli alberi, ancora coronati da una moltitudine di foglie verdi, ormai al termine del loro percorso. Alcune avevano iniziato ad assumere un colorito sempre più giallognolo, e a poco a poco si erano indurite, seccate, per poi cadere a terra, dove si apre il sentiero per ogni strada. La brezza mattutina era sempre stata, negli ultimi giorni, uno dei pochi fattori che Ryo aveva gradito nella sua permanenza presso il paese del suono, di sicuro non vi era molto da apprezzare per quel che riguardava il paesaggio, monotono e scadente, o per lo stile di vita degli abitanti del villaggio di Oto, che assomigliava ad una copia imperfetta del “piccolo” villaggio della Foglia, sempre in fermento. Il giovane Mikawa aveva sempre considerato il villaggio del suono una sorta di comunità mista, come una sorta di puzzle degli altri villaggi, un’insieme di comunità diverse unite sotto lo stesso tetto, ed era difficile che gli stranieri la pensassero diversamente, ognuno riusciva a riconoscere un po’ del proprio villaggio all’interno di Oto. Era la prima volta che il genin della Nebbia riceveva un incarico presso quel posto, ed anche la natura dell’incarico era alquanto bizzarra rispetto alle solite richieste che svolgeva, eppure non aveva rifiutato un incarico da quando aveva iniziato l’accademia, ed era piuttosto sicuro che non sarebbe accaduto per via un esame di poco conto, almeno, per il Kiriano. Non si era ancora mai trovato a doversi occupare delle future generazioni di Shinobi, e pareva che ormai toccasse a lui valutare i nuovi studenti nelle arti ninja, soprattutto studenti che mai aveva incontrato prima, e soprattutto non appartenevano al suo villaggio.

Il Mikawa era arrivato all’incirca un paio di giorni prima della data dell’esame, in modo da organizzare con calma e precisione tutto ciò che lo avrebbe potuto aiutare nel portare a compimento quel lavoro, e non aveva poi trovato grandi difficoltà, soprattutto avendo alle calcagna un altro Chunin di Kiri pronto a dire la sua in ogni momento. Sapeva che la sua era ancora una situazione di prova, e che essendo la prima esperienza avrebbe dovuto imparare molto in poco tempo, ma riusciva a comprendere bene come si dovessero valutare le successive generazioni ninja, e le sue idee, oltretutto, non sembravano essere poi così male. Non ci erano volute più di poche ore nell’organizzare l’aula in cui avrebbe portato i suoi studenti, le prove ed i tranelli che si rendeva conto di dover piazzare per valutare i giovani studenti a lui assegnati, soprattutto data la natura del maniero presso cui si sarebbero incontrati tutti i futuri genin, un vecchio capanno arrugginito e decadente, che per quanto ne sapeva il Mikawa poteva essere appartenuto a qualunque sadico o assassino di dubbio genere, dati gli strumenti che aveva facilmente trovato nei pressi delle stanze adibite al loro test.
L’edificio si trovava a pochi Chilometri dal centro del villaggio, avvolta quasi completamente da un ombra dettata da una serie di schiere di alberi bianchi, secchi e scheletrici che ormai da molto tempo non vedevano il colore di una foglia su loro stessi. Era una fortuna che quel tratto particolareggiato del bosco fosse soltanto una piccola porzione della flora che circondava la capitale del Suono, ancora verdeggiante e piena di colore, altrimenti le poche visite e gli affari commerciali in espansione non sarebbero mai arrivati fino a quel punto, presso una lugubre cittadina neonata.
Ryo si era avviato in mattinata presto verso il luogo di ritrovo dei Chunin, circa una mezz’ora prima dell’inizio dei corsi, e si era stanziato giusto per qualche minuto sulla strada, appollaiato sopra un albero di medie dimensioni, osservando le lande fiorite che circondavano la capitale di quella regione, e buttando un occhio sulla strada, ed uno sugli abitanti che vi stanziavano, giurava di aver intravisto alcuni buoni elementi disposti a partecipare all’esame. Senza pensarci troppo riprese il suo cammino verso quel capanno lugubre e decadente, ormai al termine del suo utilizzo a lungo termine, per poi entrare in una stanza posta sul retro dell’edificio, dove si sarebbe ritrovato con gli altri shinobi prima di iniziare l’esaminazione.

[...]



L’aula dove si erano riuniti tutti i candidati era una stanza dalle notevoli dimensioni, dove all’incirca una trentina di studenti si erano già riuniti, pronti a far baccano e baraonda attendendo l’arrivo di qualcuno che potesse dargli istruzioni e li potesse tenere sotto controllo, certo nessuno si sarebbe aspettato l’arrivo di una decina di Chunin a risolvere la situazione e a portare un po’ d’ordine nella stanza. Quegli Shinobi si erano appena materializzati insieme al giovane Mikawa dalla stanza adiacente, dove qualcuno aveva organizzato perfino quest’entrata in scena dagli aspetti teatrali, sperando magari di attirare l’attenzione di quei piccoli studenti chiassosi. Ognuno dei chunin possedeva all’incirca tre o quattro studenti da esaminare, ed ognuno aveva un diverso metodo di valutazione con cui, negli ultimi giorni, era stato impegnato. Alcuni utilizzavano i soliti metodi, facevano provare qualche Jutsu, un paio di risposte teoriche ed una prova con il lancio delle armi, altri usavano un genjutsu per la valutazione ed altri ancora avevano segreti che nemmeno mostravano agli altri colleghi. C’erano tanti metodi e tanti candidati, ed il giovane Ryo sapeva che se ci fossero stati due prove uguali sarebbe stato tanto. Dal canto suo Ryosuke aveva solamente due studenti, gli era stato alleggerito il carico data la scarsa esperienza che aveva totalizzato fino a quel punto con i corsi, ma sperava che il suo metodo di valutazione fosse sufficientemente arduo per mettere alla prova i due giovani che gli erano stati assegnati.
Il giovane Mikawa si sarebbe dovuto occupare di un paio di studenti provenienti da Suna, non sarebbe stato un grosso lavoro, soprattutto data la prova che avrebbero dovuto affrontare, la prova che permetteva al Ragazzo di non dover faticare poi troppo in quella giornata. Aveva praticamente assolto il suo compito nei giorni precedenti, e quel che gli restava da fare era valutare le abilità dei suoi studenti, magari assicurandosi che non morissero durante le prove da lui organizzate. Ryo credeva che il modo migliore per decretare se i ragazzi fossero meritevoli o meno, era quello di testarli sul campo, organizzare per loro una prova fisica, una di quelle che potrebbe capitare a due genin novizi, e per questo aveva dovuto mettere delle trappole che aumentassero il rischio all’interno della prova. In fondo sperava che nessuno si facesse male veramente.

Il giovane Kiriano fu il primo ad avere l’onore di chiamare i propri esaminandi, una volta stabilito il silenzio non ci volle molto prima che ognuno prendesse posto, e tendesse le orecchie pronto a sentire il proprio nome.

«Katashi. Xeno. Prego, venite con me.»



Il possessore del Chikotsumyako scandì bene le parole, in maniera che tutti potessero sentire, e una volta attesi i due candidati fece strada, uscendo da una porta posta dietro la lavagna, ancora nascosta agli occhi degli studenti. Nel giro di un paio di minuti, una decina di metri di corridoi ed un paio di rampe di scale verso i sotterranei ed i tre ragazzi arrivarono presso il luogo dove avrebbe preso inizio la prova dei giovani shinobi. Il tragitto non era stato particolarmente lungo, ma di sicuro il silenzio di tomba che aveva accompagnato il piccolo gruppetto non aveva alleviato la tensione che si era creata nell’attesa di sapere quale prova avrebbero dovuto affrontare i suoi studenti.

«Oltre questo arco c’è un corridoio che dovrete percorrere, ed al termine vi sarà una pergamena sotto la protezione di un custode. Voi dovrete recuperare la pergamena, senza la quale non potrete passare di grado, sperando che non vi facciate uccidere nel tentativo...»



Ryo non si era scomposto minimamente. Aveva detto ciò che doveva dire, limitandosi a guardare attentamente i due studenti, sperando che fossero in grado di eseguire i compiti richiesti con sufficienza. Non si era preoccupato di dire loro il suo nome, o di dargli altri informazioni aggiuntive, non voleva semplificargli troppo la vita.

«Non credo ci sia altro da aggiungere, dovreste essere in grado di calcolare la situazione e le giuste mosse da fare da ora in avanti.»



Aggiunse appena pochi attimi dopo, osservando quell’arco di pietra che conduceva ad un corridoio senza finestre, scarsamente illuminato da alcune candele poste circa a tre metri di distanza l’una dall’altra. All’interno di esso non si poteva veder bene a più di un metro, massimo due dal proprio viso, ed una leggera brezza vi vagava, accarezzando le caviglie di chi vi entrava. Ryo aveva addobbato appositamente il luogo, in maniera tale da valutare anche il distacco emotivo dettato dalla paura durante una situazione come quella in cui si sarebbero trovati i suoi studenti, e nonostante sapesse che quella piccolezza a malapena avrebbe spaventato un ninja di medio livello, sperava che potesse almeno far interrogare i ragazzi sul conto della missione.

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CITAZIONE

Dettagli Aggiuntivi

Come descritto sopra dovrete percorrere un corridoio molto lungo, scarsamente illuminato e in cui vi passano correnti d’aria gelata. Naturalmente avrà un aspetto un po’ lugubre, e per questo spero che voi riusciate ad esprimere al meglio le vostre sensazioni, emozioni, paure se ritenete opportuno che il vostro pg ne sia in grado. Sarete voi a decidere come agire, se comportarvi come una squadra o agire singolarmente, e per questo vi dovrete mettere d’accordo voi in vie private. Ricordate che ogni azione può portare ad un esito differente della trama, che spero non si prolunghi molto.
Dopo circa un centinaio di metri scatterà la prima trappola, che vi lascerà nel mezzo di un corridoio largo non più di due metri e mezzo a dovervi difendere da numerosi Kunai e Shuriken che vi arriveranno frontalmente.
Ricordate che avete una scarsa visuale.
Dopo appena un paio di secondi inizierà una seconda scarica di Kunai e Shuriken da dietro di voi, come sopra ricordate di avere un visuale limitata.
Essendo questo un post d’accademia vi pregherei di narrare le vostre azioni tramite un tempo condizionale, in maniera da permettere a me di decidere se le vostre difese saranno valide e che tipo di ferite riporterete se questo non accadrà. Cercate di descrivere i fattori più importanti che possono coinvolgere il vostro pg, come la paura dell’ignoto, della prova che dovrete affrontare e di quello che troverete al termine del tunnel. Oppure lo stupore, la paura, l’eccitazione, tutte sensazioni che spero riusciate a descrivere (non tutte, ma almeno una di queste) nel vostro testo, in maniera da arricchirlo e renderlo più completo.
Avete una settimana di tempo per il post, fino a Lunedì 26, quindi scrivete con calma, stando attenti agli errori, cercando di fare meno errori possibili.


CITAZIONE

P.S. Scusate sia per il ritardo che per la qualità del post, che non è altissima, ma ho avuto problemi di connessione fino a ieri, e poi ho cercato di scrivere il più velocemente possibile, anche se l'ispirazione era poca


 
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5 replies since 2/9/2011, 20:21   207 views
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